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Don Ghilardi: «Continuare questa esperienza di Chiese sorelle ci sembra una grande occasione di crescita, di arricchimento reciproco e di apertura all’azione dello Spirito»

Un anno dedicato interamente alla missionarietà della Diocesi, un primo viaggio in Brasile e in Albania, una lettera a tutti i sacerdoti per suscitare domande e confronti sulla questione “fidei donum” sacerdotale e laicale, giungendo a un secondo viaggio in Brasile di una delegazione cremonese forse ci sta consentendo alcuni sviluppi, piccoli, ma importanti.

Poter vedere la realtà, per nulla semplice, dove opera don Regazzetti, ritornare nella favela di Itacarana di Salvador da don Bellani, ci ha riproposto la questione delle periferie sociali, economiche ed esisteziali, tutte da evangelizzare. Se l’evangelizzazione è la prima forma di carità e i giovani non rappresentano solo il futuro ma il presente di Dio e della Chiesa, allora continuare questa esperienza di Chiese sorelle ci sembra una grande occasione di crescita, di arricchimento reciproco e di apertura all’azione dello Spirito.

Non manca la povertà, non mancano i giovani, non mancano le sfide. I piccoli passi compiuti in questi giorni per costruire un progetto di comunione e condivisione ci sembra siano stati fatti. Qualcosa si potrà già mettere in atto a breve scadenza, soprattutto a livello di pastorale missionaria con la partenza di alcuni giovani della nostra diocesi, altri invece richiedono ancora un po’ di pazienza.

Intanto l’incontro, conclusivo del viaggio, con la famiglia Riboni-Rossi (della comunità S.Giovanni XXIII) ci ha offerto ulteriori spunti per una pastorale missionaria nella quotidianità cremonese.

don Maurizio Ghilardi
incaricato diocesano per la Pastorale missionaria