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Don Fiocchi costruisce una nuova chiesa in Albania

Era il 1998 l’anno in cui, dopo due esperienze di servizio in diocesi soprattutto nella pastorale giovanile, nelle parrocchie di Cremona San Giuseppe e Rivolta d’Adda, don Giovanni Fiocchi intraprendeva un nuovo tratto di cammino nel suo ministero presbiterale come fidei donum in Albania. Una «passeggiata» che a dicembre compie vent’anni. Ambientatosi gradualmente in un contesto pastorale complesso e frammentato, segnato dalle tragedie di una lunga repressione del vissuto cristiano, don Giovanni è stato testimone di lenti ma decisivi mutamenti nella vita delle comunità cristiane rurali in Albania, costruendo una rete di collaborazioni pastorali nelle realtà che gli sono state affidate. Una delle sfide è stata ridare stabilità alle parrocchie.
Un nuovo emblematico passo in questa direzione sarà l’edificazione di una nuova chiesa a Puke, che proprio in questi giorni apre il suo cantiere. Impresa impegnativa sostenuta dalla popolazione e da benefattori: il 20 giugno scorso 143 tonnellate di tondini di ferro da utilizzare per le strutture in cemento armato sono stati donati dalla ditta Arvedi: un convoglio eccezionale che da Cremona su sei Tir ha raggiunto l’Albania. Valore commerciale 71.000 €, cui aggiungere il costo del trasporto (circa 20.000 €), ma che sul mercato locale può raggiungere un totale di almeno 200.000 €. Una boccata d’ossigeno provvidenziale per un progetto lungamente atteso.

«Puke – scrive don FIocchi – è attualmente l’unica città con una consistente parte di popolazione cattolica, all’interno della Diocesi di Sapa, ancora priva di una chiesa definitiva, decorosa e degna di tal nome. La sua realizzazione sarebbe il coronamento di un’opera che ormai da 25 anni viene realizzata da sacerdoti diocesani, religiosi e volontari laici per l’evangelizzazione e la crescita umana e cristiana di tutta la popolazione qui residente. L’attesa da parte del popolo cristiano, dentro e fuori la città, è molto forte e spesso ci si chiede perché, nonostante le molteplici attività realizzate in molti campi in questo arco di tempo, non si possa ancora avere un elemento così importante sia da un punto di vista simbolico che funzionale alla crescita della comunità».

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Il vescovo Napolioni visiterà dal 20 al 24 luglio prossimi, accompagnato da don Maurizio Ghilardi responsabile diocesano della pastorale missionaria, le realtà ecclesiali in cui nel corso di questi decenni la presenza di un solo prete cremonese ha creato i probabili presupposti per una futura presenza continuativa di clero fidei donum da integrare in un disegno diocesano più stabile e coordinato. Anche per questo la delegazione cremonese incontrerà il Vescovo locale monsignor Simon Kulli.

La città di Puke e il progetto di una nuova chiesa

La cittadina di Puke si colloca nella parte centro settentrionale del territorio albanese, al centro di un vasto territorio a maggioranza cattolica pur essendo storicamente una porzione abitata per la sua totalità da popolazione musulmana. Attualmente conta circa 5000 abitanti, ma è punto di riferimento per almeno altre 10.000 persone.
La fine del periodo comunista e l’inizio della transizione verso la democrazia ha dato la possibilità ai cattolici locali di richiedere la fondazione di un centro adeguato per il servizio religioso e l’esercizio dei servizi sociali verso la popolazione, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Si è così arrivati all’apertura della casa delle Suore Missionarie della Carità e della annessa Parrocchia nel 1992. Qui si è realizzata anche la prima chiesa provvisoria e la casa del Parroco in due prefabbricati. A tutt’oggi sono ancora funzionanti pur avendo a disposizione uno spazio limitato di proprietà delle Suore Missionarie della Carità .
Con il trascorrere del tempo si è posto anche il problema di dare alla comunità cristiana una collocazione più degna e idonea a svolgere il proprio ruolo educativo e formativo oltre che a dotarla di un edificio più degno per il culto.
La soluzione scelta dopo aver analizzato alcune alternative è stata l’acquisizione nel 2003 di un terreno di circa 8.000 mq. in una zona periferica della cittadina all’ingresso della strada proveniente da Scutari. Il terreno scelto, oltre che idoneo perchè pianeggiante, presenta un fronte di circa 80 metri sulla strada principale e si colloca nella zona che potrebbe avere in futuro una espansione urbanistica trasformandolo da periferia in zona centrale. Inoltre, in un contesto sociale dove tutte le proprietà appartengono a cittadini di fede musulmana , è stato acquistato con la piena approvazione della comunità islamica locale pur dichiarando fin dall’inizio che era destinato alla costruzione della Chiesa e delle opere parrocchiali annesse.
L’area è stata gradualmente attrezzata con costruzioni provvisorie semplici ma razionali per poterla utilizzare fin dall’inizio in particolare sia per le attività con la gioventù, rivolte indistintamente ai cattolici ed ai musulmani, sia per la animazione spirituale e la formazione catechistica. Lo scopo resta di costruire la comunità umana e cristiana prima e accanto alla edificazione della chiesa di muratura. Sono così stati realizzati due prefabbricati in legno e metallo per una superficie di circa 350 mq, una cappellina di circa 40 mq in muratura e l’ufficio parrocchiale. Anche gli spazi esterni sono stati attrezzati per lo svolgimento di attività sportive e per il gioco dei bambini oltre che per l’aggregazione delle famiglie.