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Don Arienti dalla Gmg: «Un clima che ci spinge alla gratitudine»

“Ci siamo immersi in un clima che ci spinge alla gratitudine”. Abbiamo concluso con queste parole l’intensa ed articolata giornata di venerdì 22 luglio, segnata da tre “note musicali” di diverso timbro: l’Eucaristia del mattino, l’esperienza di Auschwitz e la partecipazione in serata alla Via Lucis per le vie del paese centrale che ci sta ospitando.

Il Vangelo del giorno ha permesso al vescovo Antonio di insistere su quel nome che ciascuno sente pronunciare su di sé, come Maria Maddalena: la prima testimone del Risorto che riconosce il Signore quando si ristabilisce quella relazione di amore che la morte pareva aver spezzato.

La seconda parte della mattinata è servita a “preparare” la visita al più famoso campo di concentramento e sterminio: luogo dove bene e male, odio sistematico e grido dei disperati si mescolano ed ancora oggi sono spada che trafigge gli indifferenti. Ai giovani è stata offerta una visita forte e toccante, nonostante la chiusura per motivi di sicurezza degli spazi interni al campo. Trovarsi davanti ai luoghi degli ultimi istanti di vita di Kolbe, come ai forni crematori o ai chilometri di filo spinato, ha fatto davvero riemergere al vivo quanto magari studiato o letto. E la concentrazione del mattino ha favorito una messa al centro del pensiero sull’uomo, la sua libertà anche di odiare e distruggere.

Dopo il veloce ritorno ecco un segno opposto, di speranza, gioia e coinvolgimento: la via della luce, con lo snodarsi per il paese di tantissima gente. Ad un gruppo di nostri ragazzi è stato chiesto di interpretare la “pantomima”, ovvero di ripresentare con la tecnica del mimo le tappe dei misteri del Risorto. Il tutto su di un camion aperto che ha preceduto il Vescovo Antonio.

Proprio con le parole del Vescovo si è conclusa la giornata: con quel suo appello a decidere che cosa farsene in noi di tutto quanto si è visto e udito.

don Paolo Arienti
responsabile Pastorale giovanile
Diocesi di Cremona

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