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Domenica sera a Pomponesco “torna” la sacra rappresentazione de “La passione di Cristo”

Torna a Pomponesco la sacra rappresentazione de “La passione di Cristo”. Appuntamento domenica 14 aprile alle 20.30 in piazza XXIII Aprile. La manifestazione – che giunge alla 14esima edizione – torna dopo due anni di assenza, serviti per rilanciare l’entusiasmo e anche per un rinnovo generazionale dei volontari. L’organizzazione è a cura di Pro Loco, Parrocchia e Comune.

Rispetto al passato, l’evento si terrà non più la sera del Venerdì Santo, ma la Domenica delle Palme. «In questo modo – spiega il parroco don Davide Barilli – potremo vivere i riti della Settimana Santa ponendo maggiormente l’accento sui loro contenuti celebrativi e comunitari, senza far prevalere quelli spettacolari ed esteriori». La sera del 19 aprile si terrà comunque la tradizionale processione del Venerdì Santo lungo le Fosse, in modo più raccolto e concentrato sul mistero liturgico. Spostando la sacra rappresentazione alle Palme, sarà possibile inoltre aggiungere alcune stazioni, come l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in groppa all’asinello e l’ultima cena con la lavanda dei piedi.

La manifestazione si aprirà e chiuderà sull’argine. Dopo la crocifissione e la deposizione, il Cristo morto verrà portato nella chiesa parrocchiale: la chiusura del portone segnerà la fine della rappresentazione. Ogni stazione sarà accompagnata dalla lettura di testi spirituali e meditativi.

La serata sarà coordinata da Francesco Brozzi (presidente Pro Loco). Alla Passione prenderanno parte oltre settanta figuranti, provenienti anche dai paesi limitrofi. La regia sarà a cura del 25enne Fabio Zanoni, cresciuto nello staff dapprima come comparsa e attore, affiancato da Diana Grazzi. Il ruolo di Gesù Cristo sarà interpretato da Weiner Dalai. In scena anche don Davide nelle vesti di Giuseppe d’Arimatea e il sindaco Pino Baruffaldi in quelle di Giuda.

«Sono contento – sottolinea il parroco – per il ritorno di questa bella tradizione. La Via Crucis fa parte della cultura di un popolo: la fede religiosa è il lievito che si innesta nella pasta della vita comunitaria. Riprendere la rappresentazione era un’esigenza, sentita anche da persone non particolarmente praticanti: segno che la Passione di Gesù continua a commuovere e far riflettere la gente».