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Domenica a Cassano d’Adda l’ingresso del nuovo parroco di Cristo Risorto

L’intera comunità cittadina di Cassano d’Adda sta vivendo con particolare attesa e curiosità i giorni che ancora mancano all’ingresso ufficiale nella parrocchia di Cristo Risorto di don Vittore Bariselli. Il sacerdote originario di Calcio sarà la terza guida pastorale della giovane parrocchia cassanese, sorta nel 1987 in seguito al frazionamento della storica e fino ad allora unica parrocchia dell’Immacolata e San Zeno. Succede a don Antonio Moro, che ha lasciato la comunità alla fine dello scorso mese di giugno e che a sua volta subentrò nel settembre del 1998 a don Cristino Cazzulani.

Venerdì 4 ottobre alle 21 un incontro di preghiera guidato da don Giansante Fusar Imperatore, parroco dell’Immacolata e San Zeno, rappresenterà il principale appuntamento di preparazione e ringraziamento per il dono del nuovo pastore. Un momento di intensa partecipazione e condivisione che vedrà coinvolte tutte le associazioni parrocchiali e i collaboratori.

L’accoglienza di don Bariselli è programmata per le 17.30 di domenica 6 ottobre, festa della Madonna del Rosario e – singolare coincidenza – sagra patronale di Cassano d’Adda. Dall’incrocio tra via Cristo Risorto e via Leonardo da Vinci si snoderà una breve processione che accompagnerà don Bariselli nella vicina chiesa, dove sarà accolto dal vescovo Antonio Napolioni, dal clero cittadino e dal caloroso abbraccio di tutti i fedeli. Prima della Messa delle 18 sul sagrato della chiesa parrocchiale il saluto del sindaco Roberto Maviglia.

Don Vittore sarà solo alla guida pastorale, essendo la parrocchia priva di vicari dal 2014, dopo il trasferimento di don Cristiano Labadini. Troverà tuttavia la solida collaborazione dei parroci dell’Immacolata e San Zeno, Annunciazione e San Pietro in Cascine.

 

Biografia di don Bariselli

Don Vittore Bariselli, classe 1972, è stato ordinato il 21 giugno 1997, mentre risiedeva nella parrocchia di Calcio. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Bozzolo. Nel 2004 il trasferimento, sempre come vicario, a Castelleone e Corte Madama. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come nuovo parroco di Cristo Risorto in Cassano d’Adda.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Vi confesso che in questo giorni mi sento molto vicino all’uomo di oggi. Emozioni, saluti, prospettive per il futuro, la fatica di lasciare Castelleone, il timore di essere inadeguato per un passaggio della mia vita, generano quelle incertezze che confondono e limitano la libertà del cuore e la fede nella Provvidenza.

Cerco di fare un esercizio spesso invocato: andare all’essenziale, ritrovare i fondamenti del vivere cristiano, perché il vento della paura e il fascino del tempo non sconvolgano la direzione del Vangelo di Cristo.

Mi chiedo: nel mondo multiculturale e multietnico, possiamo vivere da cristiani senza seguire le ammalianti voci del tempo e farci vincere dalla paura, indegna compagna per un credente?

Le tre virtù teologali, Fede, Speranza e Carità, ci possono aiutare ed essere faro alla nostra comunità parrocchiale di Cristo Risorto.

Quale fede siamo chiamati a vivere e celebrare oggi? Quando possiamo dirci credenti? In un tempo dove indifferenza ed individualismo fanno la voce grossa: qual è il seme della fede credente?

L’evangelista Giovanni ci dice, che tutto quello che possiamo conoscere e dire di Dio ci è stato rivelato in Gesù Cristo, nel Dio fatto uomo, Lui è la Parola fatta Carne. Gesù è immagine del Dio invisibile, Gesù ci mostra il Padre , Dio si rivela nella umanità di Cristo. Gesù è il maestro e proprio perché vero uomo possiamo imitarlo; lasciandoci sedurre dalla sua Parola, ritroveremo la forza rivoluzionaria di Cristo, che il tempo e l’abitudine ci hanno fatto perdere o dimenticare. La liturgia è chiamata a dare voce alla fede per trasfigurare la storia e regalare la speranza e la forza di vivere la carità. Avete mai letto il libro Leone di Paola Mastrocola? È la storia di un bambino, Leone, che interroga la vita di chi gli sta attorno perché è un credente che prega senza vergogna e crede nella forza della preghiera: un piccolo rivoluzionario. E’ però necessario un esercizio, perché la nostra fede si radichi e fecondi, che ci lasciamo interpellare dall’ascolto della storia, dal silenzio e dalle domande dei nostri giovani: saranno capaci di aiutarci a purificare il linguaggio e la celebrazione della fede.

“Da questo vi riconosceranno, dall’amore che avrete gli uni per gli altri. Amatevi come io ho amato voi.” Da come riusciremo ad amarci , saremo riconoscibili in Gesù. Non basta ascoltare la Parola, occorre praticare la carità , attualizzarla nell’oggi. Guardiamo ai Santi come nel tempo e con fantasia Evangelica hanno interpretato l’Amore Crocifisso. Quanti cristiani e santi della porta accanto, hanno vissuto in modo originale l’unico comandamento dell’amore. Gesù, ci giudicherà sulle nostri omissioni “Avevo fame, sete, ero malato… e non mi avete incontrato nel fratello. Come ci ricorda il Papa, occorre una carità eversiva, senza paura e senza voler vincere seguendo le logiche del mondo. Manifestare con la vita un amore gratuito fino ad amare il nemico: il mondo lo comprende, ne può rimanere affascinato avvicinando a Dio i cuori dei lontani.

La speranza in un tempo dove incertezza e crisi paralizzano la fiducia, dove l’io soffoca il noi, dove pace interiore e salutismo sono diventati i nuovi comandamenti, la comunità credente quale speranza deve testimoniare? Siamo custodi della promessa che il perdono vincerà sul male e che l’Amore vince la morte. La Grazia dello Spirito che opera in ogni uomo perché creato a sua immagine e somiglianza è la speranza che possiamo narrare al mondo. Diamo voce alle famiglie giovani, perché possano aiutarci a scoprire la bellezza della speranza cristiana e viverla in relazioni di amicizia e fiducia.

Con la fiducia tipica dei piccoli, capaci di fidarsi e abbracciare chi tende loro le braccia, le nostre famiglie potranno riappropriarsi o ravvivare la fede battesimale, accompagnando i loro figli nei percorsi catechistici.

L’oratorio, con la molteplicità dei linguaggi educativi, dal teatro al grest, dai campi estivi a quelli di servizio, dall’associazionismo ai movimenti, dallo sport alla catechesi, mi piacerebbe potesse diventare per i ragazzi, i giovani e gli adulti un laboratorio delle virtù cristiane per sperimentare la bellezza e leggere insieme i sogni della vita.

Nel tempo dell’indifferenza la comunità parrocchiale, deve diventare luogo accogliente come una famiglia, una seconda casa per vincere le solitudini, un luogo fisico ed esistenziale per trovare rifugio , forza e slancio quando la quotidianità ci fa sentire come canne sbattute dal vento.

Mi piacerebbe che la comunità parrocchiale potesse essere luogo per sperimentare le tre virtù e rendere desiderabile la vita cristiana.

Grazie a don Antonio e ai sacerdoti che hanno lavorato nella parrocchia di Cristo Risorto, con umiltà raccolgo la testimonianza di servizio con gioia inizio con voi un cammino di semina.

Don Vittore