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Dalle mani degli ultimi il Pane della Vita: preparate dai detenuti di Opera le ostie per la Messa di dedicazione

Sono stati i detenuti delle carceri di Opera (Milano) e di Castelfranco Emilia (Modena) a preparare le 35mila ostie che sono state usate durante le celebrazioni del XXVII Congresso eucaristico nazionale di Matera dal 22 al 25 settembre. In sintonia con quell’evento nazionale la Diocesi di Cremona ha voluto chiedere alla Fondazione “La Casa dello Spirito e delle Arti” del carcere di Opera il pane da usare nella Messa di dedicazione del nuovo altare della Cattedrale, domenica 6 novembre pomeriggio, quasi per ricevere il Pane della Vita da Cristo e dagli ultimi.

«Anche noi – spiega don Daniele Piazzi, responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano – vogliamo unirci all’auspicio del cappellano di Opera che nei giorni del Congresso così scriveva: “Che possiamo cogliere e comprendere ancora di più che in quel piccolo pezzo di pane, che nutre la nostra fragilità umana, oltre ad esserci il Cristo Vivente, sono racchiusi anche i dolori dell’umanità, sono impressi i volti di coloro che vivono nelle carceri”».

L’iniziativa è nata nel 2016, anno del Giubileo e della Misericordia, all’interno del Carcere di Opera. Con la collaborazione della Fondazione Cariplo è stato avviato un laboratorio per la produzione di ostie che ha coinvolto alcune persone detenute.

La forza e l’immediatezza del progetto, che vede il pane per la celebrazione eucaristica prodotto da chi nel suo passato ha ucciso ma ha seguito un autentico percorso di conversione interiore e pentimento, ha incoraggiato l’adesione di oltre 500 tra Diocesi italiane e straniere, congregazioni religiose, parrocchie, monasteri, realtà cristiane e cattoliche, che hanno ricevuto e continuano a ricevere gratuitamente le ostie portando ad oggi alla produzione artigianale di oltre 4 milioni di ostie. Per richiedere in dono le ostie prodotte in carcere, infatti, basta scrivere a ilsensodelpane@gmail.com.

 

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