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Dal 20 luglio il vescovo Napolioni in Albania nella missione di don Fiocchi, dove da 15 anni operano i volontari della “Drum bun”

Dal 20 al 24 luglio il vescovo Antonio Napolioni, accompagnato dall’incaricato diocesano per la pastorale missionaria don Maurizio Ghilardi, visiterà la missione albanese del sacerdote “fidei donum” cremonese don Giovanni Fiocchi. Una realtà che da quindici anni è sostenuta anche dall’impegno dei giovani cremonesi della “Drum bun” – di recente diventata ufficialmente associazione di volontariato – che, durante le vacanze estive, aiutano il prete cremonese in particolare nell’ambito della pastorale giovanile.

Il progetto “Drum bun” (“Buon viaggio” in romeno) prende vita vent’anni anni fa promuovendo esperienze di solidarietà all’estero “esportando” la tradizione tipica degli oratori cremonesi. Prima tappa la Romania, ma dopo alcuni anni, proprio in collegamento con don Fiocchi, l’esperienza si estende anche nei Balcani. Due le mete, ormai consolidate in questi quindici anni di attività: Puke, dove opera il “fidei donum” cremonese, e la parrocchia limitrofa di Fushe Arrez, guidata da un frate francescano.

«Si tratta di una realtà – racconta don Pierluigi Codazzi, presidente dell’associazione “Drum bun” – che per metà è composta da musulmani e per metà da cristiani. Tutte persone con poche conoscenze religiose a motivo dell’impatto che negli anni passati ha avuto il regime. Proprio per questo, e anche a motivo del fatto che le abitazioni sono tuttr sparse sulle montagne, mancano grandi esperienze di fede e di socialità».

Accanto alla fatica della coesione, a complicare le cose c’è anche l’attrattiva sempre più forte esercitata dai modelli di vita proposti dai mass media. «In tanti – prosegue don Codazzi – decidono di lasciare la montagna, anche perché a livello politico non vengono fatti investimenti per rendere il territorio più vivibile e attrattivo. In molti si spostano verso sud, nella zona tra Scutari, Tirana e Durazzo. Gli sforzi per contrastare questo fenomeno a livello ecclesiale non mancano: si pensi all’impegno di don Giovanni in campo agricolo e per l’allevamento. Ma non basta! Così allo spopolamento segue un drastico calo del numero dei bambini rispetto al passato».

Anche quest’estate, oltre all’attività di animazione nelle parrocchie di Puke e Fushe Arrez, i giovani della “Drum bun” saranno impegnati nei villaggi sui monti a supporto dell’attività di catechesi delle suore di madre Teresa di Calcutta.

Un altro capitolo significativo di questa collaborazione estiva riguarda l’attività lavorativa che in passato ha impegnato giovani e adulti cremonesi. Un tassello che presto si completerà con il progetto della prima vera chiesa realizzata sul territorio, a Puke. Anche in questo caso grazie all’aiuto di tanti benefattori, e anche da Cremona. In particolare il 20 giugno scorso sono giunte a Puke 143 tonnellate di tondini di ferro da utilizzare per le strutture in cemento armato. La donazione, da parte della ditta Arvedi, ha un valore commerciale 71mila euro, cui aggiungere il costo del trasporto (circa 20.000 €), ma che sul mercato locale può raggiungere un totale di almeno 200mila euro.

 

Il 26 luglio la partenza per Albania e Romania

La partenza dei giovani volontari cremonesi per l’Albania (nove in tutto) sarà subito dopo la visita del vescovo Napolioni, il 26 luglio. Lo stesso giorno partirà anche il gruppo (di 18 volontari) per la Romania, cui seguirà la presenza di alcuni giovani della parrocchia di Decima (BO), entrati ormai a far parte del progetto “Drum bun”.

In Romania si proseguirà sulla strada intrapresa nel 1997: presso la parrocchia cattolica di Ploiesti (dove nel 2004, proprio grazie all’impegno del gruppo cremonese, è stato inaugurato l’oratorio) e in tre case-famiglia; e nella parrocchia cattolica di Campina dove si trova anche la “Casa Speranza” (struttura che accoglie una cinquantina di minori). E ancora nella cittadina di Poiana e nel campo rom situato nei pressi di Campina. Realtà in cui i bambini seguiti allora oggi svolgono un ruolo primario nell’animazione estiva, dove i volontari cremonesi ormai possono essere solo di supporto.