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Da suor Anna Nobili ai ragazzi di Antegnate l’augurio di una vita tutta da danzare

«Auguro anche a voi di danzare questa vita». Augurio migliore non si potrebbe rivolgere a ragazzini di quinta elementare e delle scuole medie. Quelli che nella serata di sabato 4 marzo ad Antegnate suor Anna Nobili, ospite per due giorni della parrocchia di San Michele Arcangelo su invito del parroco don Angelo Maffioletti, ha incontrato all’oratorio, assieme ai catechisti di riferimento, per raccontare loro la sua storia di ex cubista nelle discoteche di Milano ed ex ballerina della tv, convertitasi e oggi, a 53 anni da poco compiuti, suora delle Operaie della Santa Casa di Nazareth, titolare della “Holy dance – Artisti cattolici nel mondo”, una scuola dove si insegna a pregare Dio attraverso il ballo.

Suor Anna ha carisma, trasmette empatia, ma non ha voluto monopolizzare la scena. Anzi, il suo racconto è stato intervallato dai balli e dalle testimonianze di cinque sue allieve, tutte fra i 18 ed i 20 anni d’età, che l’hanno accompagnata nella trasferta da Roma, dove la religiosa vive: Marianna Mosca, Martina e Valentina Chiadroni, Giulia Rossi ed Eleonora Sbardella.

La vita di questa suora, dall’energia contagiosa e dal sorriso radioso, non è stata tutta rose e fiori. Al contrario. I litigi fra i genitori (che sarebbero sfociati nella decisione della madre di Anna di separarsi da un marito violento), i continui cambiamenti di città, gli episodi di bullismo di cui era costantemente vittima da ragazzina, la scelta di una vita notturna alla ricerca disperata di quell’affetto che le era mancato a casa, soprattutto da parte del padre, le cattive amicizie, il lavoro nelle discoteche di Milano come cubista, persino i furti (quando suor Anna ha detto la parola “rubavo”, qualche ooh di incredulità si è levato fra il suo giovane pubblico).

«Avevo iniziato a buttare via il mio corpo, bevevo, ovviamente non credevo in Gesù ed ero diventata come il diavolo – ha spiegato –. Finché un giorno, per strada, una ragazza che non avevo mai visto mi chiamò per nome e mi invitò a partecipare a un ritiro spirituale in Valchiavenna con il gruppo dei giovani della parrocchia. Lei mi aveva riconosciuto dalle foto che mia madre, che nel frattempo si era avvicinata alla fede, aveva diffuso fra i parrocchiani, chiedendo loro di pregare per me. Avevo 22 anni. Decisi di provare. Io, che frequentavo il mondo delle grandi luci, mi trovavo assieme a persone semplici ma felici. Vedendo questi giovani che volevano bene a Gesù e anche a me mi sono sentita amata».

Anna torna alla sua vita di sempre, ma non sarà più la stessa cosa per lei. Passa qualche mese e arriva la vigilia di Natale, quando decide di andare a Messa. «Ho provato una gioia diversa – ha continuato – e da allora ho iniziato ad andarci sempre. Il mio rapporto con Gesù si rafforzava di giorno in giorno. Ho capito che avrei dovuto cambiare vita ed è così che ho iniziato a lasciare le discoteche e gli amici delle notti nei locali (ma anche i lavori in Rai e Mediaset come ballerina) e ho cominciato ad abbandonarmi a Gesù, ma senza più la danza». «Ho conosciuto le Suore Operaie di Nazareth e alla fine sono entrata nella congregazione – ha raccontato –. Oramai la danza era fuori dalla mia vita. Sono state loro a dirmi di tornare a coltivare questa mia passione, donandola alla Chiesa. Così, dopo aver preso i voti, ho ricominciato a ballare e ho aperto questo corso, al quale pensavo non si sarebbe iscritto nessuno. Invece sono venute trenta persone, e poi cinquanta e alla prima scuola ne abbiamo aggiunte altre». «Ecco, ragazzi – ha concluso – auguro anche a voi di danzarla, questa vita».

Anche le giovani allieve di suor Anna hanno offerto ciascuna la propria testimonianza. Una per tutte, quella di Giulia Rossi: «La preghiera è emozione e noi esprimiamo questa emozione ballando. Se sei con Dio non puoi mai essere triste».