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Cresimandi e cresimati tornano ad accendere il PalaRadi. Il Vescovo: «Seguite la freccia scoccata da Dio»

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Con uno scambio di battute con i ragazzi che si son domandati che cosa significasse essere cristiani, il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto l’omelia del tradizionale momento di preghiera presso il palazzetto dello sport di Cremona, che nel pomeriggio di sabato 7 maggio ha saputo raccogliere da tutta la diocesi i ragazzi che hanno da poco ricevuto il sacramento della Cresima o lo riceveranno nelle prossime settimane. Ad accogliere l’evento, accompagnato dalla musica del Grande Coro Diocesano diretto da Mauro Viola, la Federazione Oratori Cremonesi con il presidente don Francesco Fontana.

Animazione e preghiera, festa e tradizione, futuro e impegno, sono alcune delle parole che descrivono l’incontro dei cresimandi e cresimandi al palasport che da due anni, a causa del Covid-19, non si era potuta svolgere, ma che quest’anno è tornato più forte che mai.

Con ironia e abilità i ragazzi della FOCr hanno messo in scena un divertente spettacolo che ha raccontato di tre ragazze pronte a partire per le vacanze, ma che a causa di un improbabile gommista si son ritrovate a mimare un carretto, i cui componenti sono stati sostituiti dai ragazzi del pubblico che, pronti a unirsi a questa inusuale situazione, si son ritrovati anche loro ad esibirsi davanti ai coetanei, arrivando infine a ballare sotto le note di Bruno Mars un ballo che ricordava il cambio di una gomma, tra palloni che volavano, grida, gioia e spensieratezza.

A seguire il coro ha accolto con il suo canto il vescovo Napolioni, che ha chiesto al pubblico un forte “siamo qui”, per dimostrare che sia i cresimandi che i cresimati, così come i catechisti, sono una presenza concreta che si fa sentire, ricca di Spirito Santo, dimostrata anche dalla testimonianza di alcuni ragazzi che hanno raccontato della loro vita da cristiani, condividendo la gioia della fede con tutti i presenti che ancora stanno aspettando di viverla in tutta la sua pienezza. Aiuto, condivisione e testimonianza, “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, questo il motto che ha guidato la riflessione dei ragazzi.

“Vi siete posti delle belle domande, ma vedete, quell’uomo che veniva da lontano e andava al tempio ne tornava deluso, il suo viaggio non trovava una meta. Anche noi a volte andiamo al tempio per abitudine, con il rischio che Gesù diventi scontato. Leggendo il libro di Isaia si domandava di chi parlasse, e Filippo gli ha rivelato chi era Gesù”. Con questo commento al Vangelo posto nella forma di un dialogo fra i ragazzi, il Vescovo ha posto a tutti una domanda, “chi è Gesù?” rispondendo che “Lui è una freccia scoccata da Dio che ancora fa la sua traiettoria nel cuori”. “Seguire Gesù – ha detto ancora Napolioni – significa seguire quella freccia, non averne paura. Bisogna però scoprire chi è, e noi non lo sappiamo ancora del tutto, poiché il suo mistero é inesauribile, seguirlo è quindi un viaggio indimenticabile, quindi buon viaggio anche a tutti voi”. Quindi, chiudendo la propria riflessione il Vescovo ha chiesto ai ragazzi: “Vogliamo essere un popolo nuovo? Vogliamo essere la famiglia dei figli di Dio? Se c’è questa verità, se c’è questo fuoco, sarà una vita straordinaria”.

 

 

E se la vita è un viaggio, un’avventura straordinaria, ecco il motivo per il quale è stata regalata ai gruppi presenti una borraccia. Il segno dell’importanza dell’acqua durante un viaggio, della sete, ma soprattutto della condivisione, del sapere sfruttare ciò che si ha senza però ledere agli altri, sacrificandosi per il prossimo. “Quando andavo in montagna con i ragazzi – ha detto il Vescovo – ho sempre portato con me una borraccia segreta, una borraccia piena d’acqua che avrei tirato fuori solamente quando quella di tutti gli altri fosse finita, solo quando ce ne fosse stato veramente bisogno. In quel momento sapevamo bene che dovevamo solo bagnarci le labbra e non bere a garganella, perché così ognuno avrebbe avuto un piccolo ristoro per continuare la camminata, per continuare l’avventura. Così si impara a condividere e vivere per gli altri”.

Il cammino non finisce mai, e questo vale per tutti. Per dimostrarlo è stata regalata una borraccia anche al Vescovo. E quando in viaggio sta per iniziare, come nel caso del diacono William Dalé, che ha affiancato il vescovo durante l’incontro, allora la bellezza dell’avventura deve ancora arrivare: per questo gli è stato donato tutto l’occorrente per poter celebrare la Messa, quando a giugno sarà ordinato sacerdote.