Cremona-Salvador de Bahia, una porta aperta sul mondo
Salvador de Bahia, Brasile. Un luogo dove la fede incontra la precarietà e la speranza si intreccia con le sfide quotidiane. In questa terra di contrasti don Davide Ferretti, unico sacerdote fidei donum della diocesi di Cremona, e Gloria Manfredini, fidei donum laica in rappresentanza della Chiesa cremonese, stanno portato la loro presenza, il loro impegno e, soprattutto, la loro missione.
La parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado è diventata la loro casa (da oltre cinque anni per don Davide, da due per Gloria) e, in occasione del mese missionario, raccontano le esperienze e le storie vissute, offrendo un’occasione di riflessione. In queste settimane di permanenza in Italia, infatti, stanno incontrando gruppi e comunità in diverse parrocchie e oratori delle diocesi di Cremona per raccontare la loro esperienza di missionari, che torneranno oltreoceano a metà ottobre.
Il concetto di fidei donum, come spiega don Ferretti, non si limita al semplice invio di un sacerdote da una diocesi all’altra, ma si inserisce in una dinamica di dono reciproco tra Chiese, dove l’esperienza pastorale si arricchisce di nuovi incontri e sfide. «Il primo dono che ricevi in missione – racconta il sacerdote pizzighettonese – è l’incontro con persone, non con problematicità. Persone con sensibilità, anche religiose, diverse. Persone considerate economicamente povere, che si rivelano ricche di virtù e doti. In Brasile si impara a vivere la fede in modo diverso, apprezzando la semplicità di una vita umile».
Gloria Manfredini, cremonese della parrocchia di Sant’Imerio, ha potuto toccare con mano le difficoltà di chi incontra quotidianamente, in particolare dei giovani. Tra le storie che l’hanno colpita, quella di una ragazzina di 14 anni, figlia di genitori separati, che frequentava il catechismo con entusiasmo in vista del Battesimo. La madre, di confessione evangelica, si è opposta al sacramento, costringendo la giovane a rinunciare a quel traguardo spirituale. «Con le lacrime agli occhi mi ha detto che non poteva dividere ulteriormente la sua famiglia e non sapeva come avvisare don Davide», racconta Gloria, spiegando come abbia cercato di rassicurarla: «Le ho detto che le porte della Chiesa per lei sarebbero state sempre aperte, anche se non fosse riuscita a ricevere il Battesimo». Così, la ragazza ha trovato una via per restare legata alla comunità, partecipando al laboratorio di danza organizzato in parrocchia. «La sua passione per la danza l’ha aiutata a mantenere un legame con noi e recentemente ha persino danzato in occasione dell’anniversario della chiesa».
Una testimonianza concreta di come la missione sia anche accompagnamento nel cammino di vita delle persone. Il laboratorio di danza e quello di calcio, tra i progetti portati avanti dalla parrocchia, coinvolgono molti ragazzi della comunità. «In Brasile il calcio non può mancare, e questi due progetti sono quelli che riscuotono maggior successo», afferma ancora Gloria.
Ma accanto a queste attività ludiche, vi è anche la missione educativa, con laboratori musicali e iniziative che cercano di offrire ai giovani un’alternativa alla vita di strada e alle difficoltà familiari.
«Non calcoliamo i nostri obiettivi in termini di risultati, ma vogliamo offrire ai ragazzi uno spazio sicuro dove possano esprimere i loro talenti», aggiunge ancora Gloria Manfredini. Uno dei successi più significativi è stato vedere una giovane che aveva frequentato il laboratorio di danza fin da bambina diventare maestra di un piccolo gruppo di allieve.
Nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, l’impegno pastorale è costante, nonostante la percentuale di cattolici non superi il 30%.
Oltre alla catechesi, una delle attività più rilevanti è la cesta basica, un’iniziativa caritativa che fornisce aiuti alimentari a circa 70-100 famiglie ogni mese, e che anche i cremonesi hanno in più occasione sostenuto in occasione di raccolte fondi diocesane. «Non è facile arrivare a tutti, ma cerchiamo di mantenere un rapporto vivo con le persone, andando a visitarle o invitandole in parrocchia», spiega don Ferretti. Anche in un contesto di difficoltà economica crescente, l’importanza di conoscere e sostenere la comunità rimane al centro della missione pastorale.
In riferimento al mese missionario, il sacerdote fidei donum cremonese in servizio in Brasile ha un messaggio per la comunità cremonese: «La cosa più importante è tenere aperta la porta sul mondo», afferma richiamando l’invito di Papa Francesco a costruire ponti e a mantenere un’attenzione costante verso l’altro. «Il rischio nella nostra società – dice ancora don Ferretti – è quello di chiudersi a causa delle difficoltà interne. Ma dobbiamo sempre ricordare che, anche se non conosciamo personalmente chi sta dall’altra parte del mondo, la loro vita ci deve stare a cuore». L’attenzione verso il prossimo non si limita solo all’aiuto economico, ma richiede un coinvolgimento più profondo: «Interessarsi alla vita degli altri è il primo passo per diventare missionari».