Costruttori di pace: giovani in dialogo per un mondo riconciliato

«È possibile che io, vescovo, non possa dialogare con lei, produttore di armi?». Così il vescovo di Molfetta Tonino Bello sfidò l’ingegner Vito Alfieri Fontana, produttore di mine antiuomo di Bari, diventato poi bonificatore di campi minati nei Balcani. Un interrogativo che rappresenta il cuore del terzo incontro nazionale dei Giovani del Segretariato attività ecumeniche che si è svolto proprio a Bari, dal 24 al 26 ottobre, sul tema “Come diventare costruttori di pace: un ponte chiamato Ecumenismo”.

Non mera denuncia di tragedie umanitarie, ma risposte concrete: come si può promuovere la pace e fare la differenza in un mondo in cui 5 milioni di persone sono impiegate nella produzione bellica? Una delle risposte è la finanza etica.

Con la collaborazione del Gruppo d’intervento territoriale di Bari-BAT (Barletta Andria Trani) di Banca Etica, i partecipanti si sono immersi in questo tema attraverso un laboratorio ludo-didattico. Simulando la gestione di un capitale si è bilanciata la ricchezza con l’impatto socio-ambientale, comprendendo i valori della finanza etica, espressa anche nelle scelte personali di acquisto e risparmio consapevoli.

Anche la vita dell’ingegner Fontana è stata cambiata da una scelta: rinunciare ai profitti derivanti dall’industria bellica per dedicarsi alla causa della pace, contribuendo anche alla stesura della Convenzione di Ottawa del 1997: l’aver accolto l’appello al dialogo di don Tonino Bello ha trasformato l’ingegnere in un costruttore di pace.

Anche le Chiese cristiane possono scegliere di abbracciare una pace autentica basata sul dialogo, come testimoniato dalla tavola rotonda ecumenica “Gloria a Dio e pace in terra. Pratiche e dottrine di pace” con il confronto tra il pastore battista Simone De Giuseppe, don Roberto Massaro e il diacono armeno apostolico Kegham J. Boloyan.

Il contributo concreto delle Chiese a questa pace può manifestarsi in diverse direzioni: dall’azione propositiva, come la creazione di un gruppo di Ambasciatori per la pace sull’esempio della Chiesa Battista Italiana, alla chiara opposizione all’idea di “guerra giusta”, come espresso da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, fino all’infondere speranza e mantenere viva l’aspirazione a una pace giusta, oltre le mere soluzioni politiche, come sottolineato dalla Chiesa Apostolica Armena.

Anche i giovani, laici, uomini e donne, possono contribuire alla costruzione della pace, mantenendo aperti i canali di dialogo ecumenico, pratica che il Segretariato Attività Ecumeniche incarna attraverso la sua esperienza, come testimoniato anche dal cremonese Mario Gnocchi, che a lungo ne è stato presidente nazionale.

La pace è una conquista, frutto di impegno che richiede lo sviluppo integrale delle potenzialità umane e la capacità di gestire i conflitti con cuore veramente riconciliato. È proprio questa profonda riconciliazione a costituire il fondamento per coltivare una coscienza ecumenica, capace di percepire l’unità al di là delle divisioni.

Maria Corbani
Giovani del Segretariato Attività Ecumeniche