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Comunità dei Barnabiti in lutto per l’uccisione ad Haiti di suor Luisa Dell’Orto

Anche Papa Francesco, nell’Angelus di domenica 26 giugno, ha voluto ricordare suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa sabato 25 giugno a Port-au-Prince, capitale di Haiti, dove viveva a vent’anni dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Una preghiera e una vicinanza, quella espressa dal Papa nei confronti del suo istituto religioso e dei familiari, il cui eco è giunto anche a Cremona dove vive il fratello di suor Luisa, padre Giuseppe Dell’Orto, barnabita della comunità di San Luca.

Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, suor Luisa, originaria del Lecchese, ad Haiti dal 2002 (prima ancora aveva fatto esperienza di missione in Camerun e in Madagascar), era la colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince.

Suor Luisa ha dedicato la vita e la missione ai baby schiavi. Fino alla mattina di sabato 25 giugno quando è stata vittima di un’aggressione armata mentre passava per Delmas 19. Gravemente ferita, è stata portata d’urgenza all’ospedale Bernard Mevs, dove si è spenta poco dopo, due giorni prima di compiere 65 anni. La notizia ha prodotto un fortissimo impatto a Port-au-Prince dove “seur Luisa”, come la chiamavano, era un’istituzione. La notizia della sua è arrivata anche in Italia e a Cremona, con la comunità barnabita e i fedeli che frequentano la chiesa di San Luca che si sono stretti con la preghiera e l’affetto attorno a padre Giuseppe.

Suor Luisa era nata a Lomagna (Lecco) il 27 giugno 1957. Dopo aver frequentato il liceo scientifico di Lecco, nel 1984 si è laureata in Storia e Filosofia. Nello stesso anno è entrata nella Congregazione delle Piccole sorelle del Vangelo di Lione. Nel 1987 è partita per il Cameroun, vivendo a Salapombe, in una foresta, tra i Pigmei Baka, fino al 1990. Nel frattempo a Lomagna sorge il Gruppo Missionario a sostegno di questa popolazione.

Nel 1994 ha conseguito la laurea in Teologia in Svizzera. Dal 1997 al 2001 è stata missionaria in Madagascar, dove alle varie attività pastorali, ha affiancato il ruolo di insegnante di Etica generale e speciale. Dal 2002 era missionaria ad Haiti. Ha anche insegnato Storia della filosofia e la Dottrina sociale della Chiesa e ha fatto parte del Comitato di redazione di una rivista locale.

“Casa Carlo” è stata ricostruita grazie ai fondi raccolti dalla Caritas italiana con la maxi-colletta del 2010, promossa dalla Cei. Il centro offre anche uno spazio sicuro a centinaia di bimbi del poverissimo quartiere. Quando suor Luisa era arrivata ad Haiti nel 2002 la struttura esisteva già. Era stata, però, la religiosa lecchese ad occuparsi della sua ricostruzione dopo il catastrofico terremoto del 2010. Un lavoro estenuante quanto fondamentale.

Nella serata di domenica 26 giugno a Lomagna – il piccolo centro della Brianza di cui era originaria suor Luisa – l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, presiederà la recita del Rosario in suffragio della religiosa. In un messaggio, l’arcivescovo, ha sottolineato che i missionari, come suor Luisa, “non vanno a cercare i pericoli, ma i segni del Regno di Dio che viene, in mezzo ai poveri, tra coloro che sono importanti solo per Dio e ignorati da tutti”.

Anche la Chiesa italiana si è stretta attorno alle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld delle quali suor Luisa Dell’Orto faceva parte. In particolare la Conferenza episcopale italiana in un messaggio ha voluto farsi vicina “alle missionarie e ai missionari italiani che spendono generosamente la propria vita in diverse parti del mondo, anche in contesti difficili e di guerra”. “La morte violenta di questa sua figlia, così simile a quella di san Charles de Foucauld, sia – si legge nel messaggio della Cei – fonte di riconciliazione nella martoriata terra haitiana che vede un forte impegno della Cei a favore delle fasce più deboli della popolazione”. Il cardinale presidente Matteo Zuppi ha sottolineato inoltre che “come il chicco di grano che muore per dare frutto, così il sacrificio di suor Dell’Orto, che rappresenta una testimonianza di dono totale di sé, possa contribuire ad un futuro di giustizia e di pace per Haiti e per il mondo intero, ferito da lacerazioni e divisioni”.