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CL ricorda don Giussani, il Vescovo: «Uomo di filosofia, di fede ed educatore appassionato»

«Uomo di filosofia, uomo di fede ed educatore appassionato». Sono parole di elogio e di stima quelle che il vescovo Antonio Napolioni ha espresso nei confronti del servo di Dio don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, in occasione della Messa celebrata la sera di lunedì 20 febbraio in Cattedrale nella ricorrenza dei diciotto anni della morte e nel 41° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL.

La Messa, presieduta dal vescovo di Cremona. è stata concelebrata da alcuni sacerdoti diocesani legati a CL, tra cui don Marco Genzini, assistente ecclesiastico del Movimento. «Nella memoria grata di don Giussani, chiediamo al Signore di poter corrispondere con tutta la nostra vita all’invito rivoltoci da Papa Francesco il 15 ottobre ad accompagnarlo nella profezia della pace – ha detto don Genzini all’inizio della celebrazione, precisando l’intenzione della celebrazione – . Nella profezia che indica la presenza di Dio nei poveri e che annunzia la presenza di Dio in ogni nazione e cultura».

«Davanti ai giovani del suo tempo don Giussani ha saputo restituire a tutti la dignità delle proprie domande, delle proprie esperienze, della propria ricerca di senso e di vita piena», ha detto il vescovo nell’omelia. Domande espresse nelle letture, sia dal libro del Siracide che dal Vangelo di Marco, nell’episodio della guarigione del ragazzo sordomuto. Domande che però, ogni giorno, si interfacciano con la realtà e la vita di ciascuno. «La comunità cristiana sfodera risposte a buon mercato? – si è chiesto Napolioni – Oggi la Chiesa può sembrare quella che si accontenta di questo nei confronti di un mondo un po’ impazzito, dilaniato e a rischio autodistruzione. La Chiesa è figlia e discepola del suo Signore. Per prima va a mendicare da lui luce, verità, amore, forza».

Come testimoniato dall’esperienza del servo di Dio don Luigi Giussani, il monito del vescovo è stato un invito a prendersi cura dei giovani: «È bello e necessario coltivare il desiderio che le nuove generazioni siano migliori di noi, che siano messe nelle condizioni di esprimere i loro doni, le loro intuizioni, di lavorare sulle loro domande, incontrando compagni di viaggio veri, credibili». «A che cosa serve un movimento di credenti se non a far partecipare chiunque alla potenza delle risurrezione? – ha proseguito mons. Napolioni – Quel rialzarsi ed essere in piedi che Gesù ha vissuto per primo, inaugurando una possibilità di vita eterna per tutti i piccoli della terra, per tutti i peccatori che si lasciano rinnovare nel perdono, per tutti i morenti che si aprono al Signore della vita».

«Ma resta ancora quella domanda: “Perché noi non siamo riusciti a scacciare il demonio?”», ha sottolineato il vescovo. «Gesù non risponde alla maniera del “voi non sapete chi sono io”, lui vuole coinvolgerci nella sua opera di edificazione del Tempio, nella salvezza del mondo, ma mai nessuno di noi può fare un passo in quella direzione con le sue sole forze, con le sue sole idee». E ha concluso: «Che il movimento di CL sia preghiera, non solo nelle formule, ma in questa relazione forte che ci viene regalata e che noi scegliamo tutti i giorni fra mille tentazioni e distrazioni, fra mille ripiegamenti».

Omelia del vescovo Antonio Napolioni

La celebrazione, che è stata accompagnata del coro “Don Cesare Zaffanella”, diretto da Giovanni Grandi, si è conclusa con l’intervento del responsabile diocesano Paolo Mirri: «Siamo qua per la grazia del carisma dato a don Giussani. È stato un dono, e lo è ancora oggi, che ci attira verso Cristo». «Siamo grati di essere qua perché tanti, come me, sono tornati o rimasti nella Chiesa, perché le domande del nostro cuore trovano qua un ristoro, una risposta». «Nella Chiesa, carisma e istituzione sono essenziali perché concorrono nell’unico scopo di rendere la fede viva». Ha quindi concluso con un auspicio: «Più saremo fedeli al carisma di don Giussani e più saremo fedeli alla Chiesa e ai suoi pastori».

Saluto dell’avvocato Paolo Mirri