1

Mons. Napolioni: «Cimitero: dolorosamente, ma necessariamente luogo familiare»

Anche quest’anno a Cremona, nel giorno dei Morti, in molti hanno partecipato alla commemorazione dei defunti al cimitero cittadino partecipando alla liturgia di suffragio presieduta dal Vescovo. La prima di mons. Napolioni dal suo insediamento in diocesi.

Accanto al Presule i preti della città che, poco dopo le 15, si sono messi in processione dalla cappella posta all’ingresso del camposanto. C’erano i parroci e i vicari di Cremona insieme ad alcuni dei sacerdoti e religiosi residenti in città. Tra loro anche il cappellano del cimitero, don Sante Braggiè. Presente il vescovo emerito Dante Lafranconi.

Percorrendo il viale alberato del cimitero, è stato raggiunto il monumento centrale, che ha fatto da altare della celebrazione.

Tutto attorno i numerosi fedeli. Molte anche le religiose. E a rappresentare la città c’era anche, in fascia tricolore, il sindaco Gianluca Galimberti insieme alle assessore Barbara Manfredini e Rosita Viola.

Nella breve riflessione proposta dopo la proclamazione del Vangelo, il vescovo Napolioni, riflettendo sul significato di questa giornata, ha sottolineato come «il cimitero diventava, dolorosamente ma necessariamente, luogo familiare».

Una familiarità che ha origine non solo dall’educazione ricevuta da bambini, ma anche per quella «familiarità con la morte e con il mistero della vita» che caratterizza la vita di ciascuno. Una familiarità di affetti, fatta di nostalgia, qualche lacrima e anche rammarico ripensando ai rapporti con parenti, amici e conoscenti. «La morte tronca – ha detto il Vescovo – ma nello stesso tempo chiede di rileggere questo rapporto. C’è ancora tempo per chiedere scusa e dire grazie!».

Familiarità umana accanto a una più profonda, che trova la propria radice in Cristo. Lo sguardo del Vescovo si è così allargato «fino al giorno in cui non ci saranno più tanti cimiteri, ma solo il riposo eterno nel cuore di Dio e la risurrezione della carne e la comunione perfetta. Siamo qui per rinnovare questo atto di fede!».

Tante le situazioni difficili della vita, che a volte spaventano o pongono domande profonde. «Dio è talmente fedele al mistero della vita buona – ha ricordato il Vescovo – che, per amore, ha fatto in modo di inseguirci dentro le situazioni di dolore, pur di non lasciarci soli». Una vicinanza concreta nel Figlio crocifisso e risorto.

Lo sguardo al cimitero anche come unica chiesa delle popolazioni terremotate: non più luogo di pianto, ma di speranza dunque. Con i cuori che rimangono saldi in una Parola fatta carne in Cristo e nella vita di ciascuno, nel modo in cui guardare alle cose, nei criteri di giudizio, negli stili di vita. Una «vita data per svegliarci adesso – ha concluso il Vescovo – in attesa del risveglio eterno che il Signore donerà». Un risveglio quotidiano: «della fede, dell’attenzione e della speranza».

Dopo la preghiera del Padre nostro mons. Napolioni ha asperso con l’acqua benedetta e incensato le tombe. Quindi la benedizione impartita su tutti i presenti insieme al vescovo emerito Lafranconi.

Photogallery

 

 

Nell’ambito delle celebrazioni per i Defunti, nel pomeriggio di giovedì 3 novembre, alle 18, in Cattedrale, mons. Antonio Napolioni presiederà la Messa in suffragio dei vescovi cremonesi defunti. La celebrazione, concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale, si concluderà con la preghiera in cripta.