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Centro nazionale autismo, il Vescovo benedice la prima pietra

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Un obiettivo clinico, e non solo, quello che si è posto la Fondazione Sospiro con la costruzione del Centro nazionale autismo. Medicina, psicologia ed educazione alla base di un progetto, presentato nella mattinata di venerdì 14 ottobre, a Sospiro, alla presenza delle autorità del territorio. A suggellare la mattina la benedizione, da parte del vescovo Napolioni, della prima pietra del Centro nel momento ufficiale presso il cantiere già operativo.

In una gremita sala di Villa Cattaneo l’ambizioso progetto, unico in Italia e in Europa, è stato presentato alle autorità. Il presidente della Fondazione, Giovanni Scotti, ha introdotto l’evento ricordando i numeri e la storia di Fondazione Sospiro, lasciando poi la parola al professor Serafino Corti, progettista clinico dell’istituto, e all’architetto Andrea Davide Nolli, progettista del futuro edificio.

«Nelle persone affette dallo spettro dell’autismo, esistono problematiche ulteriori all’autismo, legate all’interazione sociale o addirittura a condizioni psicopatologiche che non riescono nemmeno a comunicare – ha spiegato Serafino Corti, direttore del Dipartimento delle disabilità della Fondazione –. L’Italia, in questo, è un buco nero. Non abbiamo un centro dedicato capace di rispondere alle persone che oltre all’autismo hanno problemi comportamentali così gravi». Da qui la necessità di “muoversi”, di ideare qualcosa che per ora esiste solo negli Stati Uniti. «Serviva qualcosa di diverso – ha continuato Corti –. E per questo abbiamo iniziato a lavorare 17 anni fa, per trovare una luce più forte che uscisse da quel buco nero, un centro per l’inquadramento diagnostico dei comportamenti problematici e psicopatologie». Ha poi proseguito: «Non riusciamo a curare l’autismo, ma possiamo risolvere i comportamenti problematici ad esso legati».

Ma l’obiettivo non è solo clinico. Esiste una progettualità dedicata al reinserimento familiare degli individui, basata quindi su una residenzialità temporanea presso la struttura e alla diffusione di questa soluzione in tutto il territorio italiano, un modello caratterizzato da trattamenti innovativi e basato su approcci di tipo clinico, ma anche psicologico ed educativo. Ha così concluso Corti: «Non vogliamo diventare un centro monolitico in cui le cose si fanno qua e basta, ma che insegni ai ragazzi a tornare a casa loro». «Non c’è progresso senza utopia», diceva l’epistemologo Bertrand Russell. Serafino Corti ha aggiunto: «L’utopia non basta, ci vuole anche passione».

A seguire, l’intervento dell’architetto Andrea Davide Nolli, che ha presentato, anche attraverso un video, il progetto architettonico della realizzazione dell’edificio, illustrandone anche le particolari novità, quali un innovativo sistema di controllo dei pazienti, reso possibile da sensori di movimento che automaticamente andranno a inserire tutti i dati comportamentali in uno specifico database.

Ha quindi fatto seguito, in viale Lampugnani, nei pressi del cantiere dell’edificio, il momento ufficiale aperto dal presidente Giovanni Scotti che, commosso, ha ricordato come la realizzazione di questo centro rispetti la volontà del suo defunto predecessore: «Sarà una realtà di altissima eccellenza, unica nel nostro Paese, una sfida per la nostra realtà che ha fortemente voluto questo centro e lavorato per questo risultato negli ultimi anni con abnegazione».

Dopo di lui, moderati dal direttore generale Fabio Bertusi, gli interventi del prefetto di Cremona, Corrado Conforti Galli, l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia, Alessandra Locatelli, il presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni e il sindaco di Sospiro, Fausto Ghisolfi, oltre a Cesare Macconi, in rappresentanza della Fondazione Cariplo, e Giuseppe Arconti, presidente della Fondazione Giorgio Conti.

Al termine degli interventi la firma, da parte delle autorità, sulla pergamena, dipinta da mons. Pietro Bonometti, che è stata posta all’interno della prima pietra del Centro nazionale autismo.