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Gemellaggio terremoto/53. L’esperienza dell’Oratorio di Castelverde tra le ferite del sisma

Castelverde, 27 agosto 2017

Dal 6 al 13 agosto una quarantina di ragazzi dell’Oratorio “Sacro Cuore” di Castelverde, accompagnati dal vicario don Enrico Ghisolfi, hanno vissuto un’esperienza di volontariato nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto dello scorso anno, nel contesto del gemellaggio tra la Diocesi di Cremona e l’Arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche. Nello specifico, all’interno del progetto “Diamoci una mano” coordinato da Caritas Cremonese e Federazione Oratori Cremonesi, sono stati impegnati in attività di animazione nelle parrocchie di Pian della Pieca e di San Severino.

Più che redigere un rendiconto, è giusto lasciare la parola a chi in primo piano ha vissuto una possibilità concreta di carità. Ciascuno con la propria sensibilità ha riletto gli eventi del terremoto dello scorso agosto alla luce della relazione che si è potuta instaurare con altri fratelli d’Italia.

Forse l’intera esperienza ha questo valore umano e spirituale: rendere ciascuno più degno di essere uomo, più sensibile, cioè capace di commuoversi nel profondo, non in un semplice moto di indignazione o vittimismo, ma in una presa di coscienza del bene ricevuto e delle potenzialità da offrire, in un moto di coraggio e di responsabilità verso la vita e le sue sfide che trova nella forza di ricominciare un segno e un alba di Resurrezione.

«Mi sono resa conto di quanto diamo tutto per scontato, di quanto non ci accontentiamo e pretendiamo sempre di più. Confrontando con chi ha perso tutto, vedere con i nostri occhi i disastri che sono stati causati dalla terra, ci aiuta a renderci conto di quanto la vita sia importante di cui rendere grazie e la cosa più preziosa da servire». Ilaria

«Sono stata colpita dalla capacità dei bambini di superare con il sorriso quegli avvenimenti che hanno modificato il loro modo di vivere. Chi ha dovuto lasciare molto, se non tutto, non ha perso la gioia di vivere condividendo la bellezza dell’amicizia». Elena

«Coinvolte in un gesto di volontariato portiamo a casa qualcosa in più: la soddisfazione di aver dato il nostro seppur piccolo contributo ad un cammino di rinascita per quelle comunità servite, soprattutto nei confronti dei più piccoli, capaci di reagire con energia e voglia di vivere ad una situazione molto instabile. E’ questo il grande valore che ci ha toccato nel profondo, un mattone in più per la nostra crescita come singoli e come gruppo di oratorio. Tutto questo rafforza e arricchisce». Silvia e Ramita

«Come un’avventura in mare aperto, non sai mai cosa potresti aspettarti. Così, se chiunque penserebbe ad una realtà dove prevale preoccupazione, invece questa esperienza ci ha messo a contatto con persone e in particolar modo con ragazzi e bambini tutt’altro che angosciati. Ci hanno donato serenità e collaborazione, disponibilità alle nostre proposte. Condividendo una piccola parte della loro vita con noi, abbiamo potuto stupirci del coraggio di guardare e di andare avanti». Riccardo

«Con un po’ di fatica e impegno, portiamo a casa il messaggio di guardare oltre le nostre piccole realtà. Il servizio del Grest svolto, toccare con mano case e quartieri feriti, rallegrarsi di un sorriso donato da un bambino, … tutto ciò ci interroga su quali siano davvero le cose importanti per la nostra vita». Margherita e Rossana

«Siamo arrivati con un po’ di apprensione, con tante domande e incertezze, sul da farsi, sulle modalità con cui inserirsi in una situazione così, ecc… le persone e i ragazzi incontrati ci sono venuti incontro davvero con entusiasmo, trascinandoci nelle varie attività e nei racconti della loro vita. Possiamo dire di essere stati noi a tornare a casa più ricchi di relazioni e di fiducia nelle persone e nelle possibilità di bene. Questo ci aiuta a guardare diversamente anche le nostre realtà». Chiara e Chiara

«L’esperienza è stata caratterizzata da uno spirito di comunione e condivisione. Le giornate passate assieme, i momenti di animazione presso le parrocchie di Pian di Pieca e San Severino, i momenti di lavoro e le visite serali nelle città vicine, (Assisi, Spoleto, il mare…) hanno accresciuto la nostra amicizia e la coesione del gruppo. I momenti più piacevoli sono però indubbiamente stati quelli passati con i bambini. Infatti abbiamo avuto la possibilità di conoscere, parlare, giocare e divertirci con bambini e ragazzi con cui si è stretto un saldo legame che è stato doloroso sciogliere». Luigi

«Lascia impresso la forza che dai più piccoli arriva a noi e alle loro famiglie, ancora spaventate. La voglia di vivere e dare un senso a tutto ciò è il più bel messaggio di speranza». Giulia

«Aspetto importante di questa esperienza è stato l’incontro con le persone e la visita in alcuni luoghi colpiti dal terremoto. Ci sono ancora paesi “fantasma” (un esempio Caldarola, transitabile sono in una via principale ma completamente disabitato e puntellato) ed altri solo parzialmente vivibili. Ho avuto la possibilità di andare a San Ginesio: un paese bellissimo (bandiera Arancione Touring e inserito nei Borghi più belli d’Italia). Anche qui tutto transennato, compresa la Maestosa Chiesa Collegiata. Un tuffo al cuore ed una profonda commozione passando a piedi nelle vie (quelle percorribili). Qui solo un bar aperto, un fruttivendolo e la Banca (tutta transennata) sono i soli segni di vita percepibili. Ti freni anche nel fare fotografie perché ti sembra quasi di mancare di rispetto alla gente. Le poche persone incontrate però ti salutano con sguardo sorridente, quasi a ringraziarti per essere passato da loro. Ho parlato con alcuni genitori che mi hanno raccontato della notte del terremoto, delle paure ma anche del desiderio di non farsi sopraffare da questo nemico invisibile. Quanta dignità nelle loro parole e nel loro modo di essere». Renato (accompagnatore)




Gemellaggio terremoto/52. A un anno dal sisma senza dimenticare

Il 24 agosto 2017 ricorre il primo anniversario della triste scia di eventi sismici che ha seminato morte e distruzione in intere aree dell’Appennino e dell’Italia centrale. Una data che assume un particolare significato per la Diocesi di Cremona che dal novembre scorso si è fatta accanto alle popolazioni dell’arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche, terra d’origine del vescovo Napolioni.

Il gemellaggio tra le due Chiese ha visto la presenza stabile di Caritas Cremonese, sotto il coordinamento di Nicoletta d’Oria Colonna, supportata da Fermano Nobile e altri colleghi che per alcuni periodi sono stati distaccati nelle Marche.

Molto è stato fatto, anche grazie all’aiuto generoso di tanti cremonesi che non hanno voluto fare mancare il proprio sostegno ai terremotati sin dai primi momenti e che, ancora oggi, in vario modo, cercano di sostenere la rinascita di questa terra.

Come i gruppi di giovani volontari che all’inizio di agosto si sono resi disponibili per animare l’estate dei più piccoli a S. Severino Marche e a Pian di Pieca (basa operativa della Caritas), o quanti hanno aiutato l’economia locale attraverso acquisti dalle aziende del posto che, rimosse le macerie, si sono presto rimesse al lavoro.

Un altro modo di sostenere le popolazioni locali è stata la scelta di passare proprio lì le vacanze estive. È stato così per alcune famiglie cremonesi, quelle della cosiddetta “Drum Bun Family”, gruppo nato come naturale evoluzione dell’esperienza di volontariato “Drum Bun”, sorto vent’anni fa su stimolo del Servizio diocesano per il Disagio dell’età evolutiva. Un progetto che, coinvolgendo più di 200 tra giovani ed adulti, continua a portare l’esperienza dell’animazione oratoriana in Romania, Albania e Calabria.

Davide Longhi, giovane papà della “Drum Bun Family”, sintetizza bene il punto di partenza del capitolo “Family”: «Dalla nascita di nostro figlio non ci è stato più possibile partire, ma il desiderio di riprendere questo tipo di esperienza con gli amici che in passato l’hanno fatta con noi, e che sono diventati anche loro famiglia, era forte».

Per due anni un gruppo di cinque nuclei si è recato in Calabria, grazie alla collaborazione tra la cooperativa “Nazareth” di Cremona e “Il Segno” di Fuscaldo. Con l’aiuto di Green Hub, per le famiglie è stato possibile incontrare persone che “vivono, lavorano, sudano, soffrono e gioiscono” in Calabria, unendo la vacanza con la conoscenza di un territorio ricco ma sofferente.

Per l’estate 2017, a seguito di alcuni stimoli e considerazioni, queste giovani famiglie hanno deciso di cambiare meta e recarsi nelle zone colpite dal terremoto. Quelle di un anno fa e anche quelle di vent’anni fa. Per una decina di giorni l’alloggio delle sei famiglie – con tanti bambini al seguito – è stata, infatti, a Scopoli, proprio nelle casette di legno utilizzate da chi allora aveva avuto la casa inagibile a causa del sisma. Un luogo già fortemente legato a Cremona per il gemellaggio post-terremoto instauratori allora e che oggi ha consolidato nuovamente il proprio rapporto diventano la base operativa dei gruppi di volontariato che quest’estate hanno prestato servizio nelle Marche, aderendo al progetto ideato da Caritas Cremonese e Federazione Oratori Cremonesi.

Un contesto che ha permesso a queste giovani famiglie di riflettere in profondità su quanto è accaduto, nel tentativo di comprendere e, nello stesso tempo riscoprire e rilanciare, la bellezza di luoghi in parte abbandonati dal turismo.

Oltre a brevi gite, in località poco note ma straordinarie dal punto di vista paesaggistico e naturale, è stato riservato uno spazio per approfondire la conoscenza dei luoghi francescani. San Francesco ha conquistato immediatamente i bambini, incuriositi da un santo che “parlava agli uccelli” e lodava la bellezza del creato.

Molto apprezzata anche la possibilità di vivere fianco a fianco ai ragazzi della parrocchia di Castelverde e di Pandino, impegnati nei Grest a Pian della Pieca e a San Severino Marche, nel contesto del progetto “Diamoci una mano”.

L’interazione è stata particolarmente stretta con il gruppo di Pandino, grazie allo spirito di iniziativa del vicario, don Andrea Lamperti Tornaghi, e dei suoi animatori. Oltre a momenti di preghiera, gioco e riflessione, è stata creata l’occasione di un breve ma intenso incontro con le famiglie della pastorale famigliare di San Severino Marche.

Dopo il rientro rimangono nella mente la bellezza dei luoghi visitati, le immagini delle ferite ancora visibili sugli edifici e la richiesta delle famiglie locali: «Non abbandonateci: c’è ancora tanto che possiamo fare insieme». Un appello che sicuramente non cadrà nel vuoto.

 

Un anno dal sisma: bilancio degli interventi Caritas

 

 

Tutti i diari del gemellaggio cremonese

 

 




Dal 29 al 31 agosto torna la scuola animatori

Anche questa estate la Federazione Oratori Cremonesi propone l’ormai consueta scuola animatori di oratorio, dal titolo “Giochiamoci i talenti”, per quei ragazzi delle scuole superiori che intendono approfondire le competenze e la passione del servizio in oratorio, oltre il Grest nelle dinamiche dell’anno.

L’appuntamento è a fine agosto con una nuova location: il Seminario vescovile di via Milano 5, a Cremona.

La scuola, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, si articolerà secondo un doppio modulo:

  • corso “principianti”, per chi è alla prima esperienza;
  • corso “avanzato”, per quanti hanno già vissuto l’esperienza l’anno scorso.

Per i “senior” la scuola inizierà dalla serata di martedì 29 agosto (ore 19), mentre le “new entry” incominceranno dalla mattina seguente. Per tutti conclusione nel pomeriggio di
giovedì 31 agosto, alle 16.

L’iniziativa, aperta ai giovani dai 16 anni, intende far crescere nei ragazzi alcune competenze di metodo e verificare le motivazioni alla presenza in Oratorio.

In particolare le sessioni di lavoro comprenderanno:

  • un focus sull’oratorio;
  • lo stile educativo e l’anima dell’animazione oratoriana;
  • l’animazione di serate e gruppi;
  • la competenza dei linguaggi e degli strumenti;
  • l’animazione in contesti particolari: la piscina.

Centrale sarà anche il confronto sul capitolo “vocazionale” dell’animazione in oratorio, con il contributo di don Davide Schiavon, incaricato diocesano per le Vocazioni.

Quota di adesione 10 euro a partecipante. Le iscrizioni presso la Federazione Oratori Cremonese, cui occorre far pervenire il modulo di iscrizione debitamente compilato (fax 0372-25336, e-mail segreteria@focr.it).

La locandina




Anche Cremona al Meeting di Rimini

Come ogni anno per la fraternità cremonese di Comunione e Liberazione l’estate, iniziata in città con l’Happening e proseguita nelle varie attività formative vissute dalle varie fasce d’età nel tempo della vacanza, volge al termine con l’atteso appuntamento del “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, in programma alla Fiera di Rimini. “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo” è il tema di questa 38ª edizione, inaugurata domenica 20 agosto e che proseguirà sino a sabato 26.

327 i relatori che interverranno ai 118 incontri in agenda. Un programma denso cui si aggiungono 17 esposizioni, 14 spettacoli, 31 manifestazioni sportive. A rendere possibile lo svolgimento del Meeting ben 2.259 volontari, provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Come ogni anno diversi anche i cremonesi coinvolti a vario titolo.

L’evento è stato salutato dai messaggi del Papa e del Presidente della Repubblica Italiana che – sottolinea Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting – rappresentano «un invito e una sollecitazione a tutti a “tirar su la testa” e a riguadagnare se stessi». Infatti, come messo in luce dal messaggio pontificio, «per troppo tempo si è pensato che l’eredità dei padri sarebbe rimasta con noi come un tesoro che bastava custodire per mantenerne accesa la fiamma. Non è stato così: quel fuoco […] si è via via affievolito». La Guarnieri sottolinea anche «l’uso insistente della parola “responsabilità”» nel messaggio del Presidente Mattarella. Con questa consapevolezza si apre la manifestazione di Rimini, nel contesto di una situazione per vari aspetti drammatica che sollecita la riscoperta di adeguate ragioni per vivere.

Il vescovo Napolioni insieme ad alcuni cremonesi a una giornata del Meeting di Rimini

Tre le proposte inserite nel nuovo format “Spazi”: si tratta di “Una presenza originale” con parte di un’esposizione realizzata per il Meeting di Lisbona, “Muri” a cura di Monica Maggioni e Paolo Magri e “What? Macchine che imparano”. Previsti come sempre anche spazi dedicati ai più giovani: nel padiglione A3, un’intera area del Meeting (4.500 mq compreso il “Family’s Fast Food”) è dedicata ai bambini: ogni giorno, giochi, canti e balli, animazione, laboratori, incontri e spettacoli. Il Villaggio propone anche tre mostre: “Con gli occhi di Marcellino”, “Io, Pinocchio”, “Il presepe… che meraviglia”.

Quello 2017 sarà un Meeting social. Tutti gli incontri della manifestazione sono in diretta streaming sul canale Youtube. L’hashtag ufficiale di questa edizione è #meeting2017, punto di riferimento per tutti gli aggiornamenti, curiosità, notizie, anticipazioni, contenuti multimediali, interviste, commenti e vita del Meeting in tempo reale, da seguire su sei social media: Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Flickr e Linkedln.

 

Il programma completo dell’edizione 2017

Il messaggio di Papa Francesco

Il messaggio del Presidente della Repubblica




Migranti e rifugiati, le parole d’ordine del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare

“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. Questo il tema del messaggio di Papa Francesco per la 104esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018, reso noto lunedì 21 agosto. Un messaggio ricco di proposte concrete, perché tutte le Chiese si impegnino a promuovere queste buone prassi.

Il Pontefice definisce “un segno dei tempi” la “triste situazione di tanti migranti che fuggono dalla guerra” e dalla povertà. Ricorda il suo viaggio a Lampedusa all’inizio del Pontificato e l’istituzione di una Sezione speciale dedicata ai migranti da lui stessa diretta. “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta – evidenzia riprendendo il capitolo 25 del Vangelo di Matteo – è un’occasione di incontro con Gesù Cristo”. Francesco parla di una “grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti” per esprimere sollecitudine verso i migranti.

Il Messaggio si articola in 4 punti, quattro verbi “fondati sui principi della Dottrina della Chiesa”.

Accogliere – precisa il Papa – significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione”. Auspica perciò “un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare”, l’adozione di “programmi di sponsorship privata e comunitaria” e “corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili”. Papa Francesco definisce “opportuno”, inoltre, “prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti”. “Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso Paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali”, sottolinea. Il Papa chiede poi per i migranti e rifugiati “una prima sistemazione adeguata e decorosa” nei programmi di accoglienza diffusa, per “facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualità dei servizi e offrire maggiori garanzie di successo”. Citando Benedetto XVI ricorda il principio della centralità della persona e la necessità di “anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale”. Di conseguenza, aggiunge, “è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera”. Il Papa chiede anche, “in nome della dignità fondamentale di ogni persona”, di “preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati”.

Il verbo “proteggere” si traduce, secondo il Papa, “nell’offerta di informazioni certe e certificate prima della partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamento”; una protezione da continuare, “per quanto possibile, in terra d’immigrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare, il diritto di conservare sempre con sé i documenti di identità personale, un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari personali e la garanzia di una minima sussistenza vitale”. Il Papa ricorda che “se opportunamente riconosciute e valorizzate, le capacità e le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono”. Perciò auspica che “vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d’accoglienza, la possibilità di lavorare e l’accesso ai mezzi di telecomunicazione”. Per coloro che decidono di tornare in patria il Papa sottolinea “l’opportunità di sviluppare programmi di reintegrazione lavorativa e sociale”. Riguardo ai minori migranti, è tassativo l’invito di Papa Francesco ad “evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria”. Allo stesso modo “è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi”. “Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia – aggiunge – è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento”. “Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità – sottolinea il Papa -, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso ‘una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale’”. Lo status migratorio, inoltre, “non dovrebbe limitare l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale e ai sistemi pensionistici, come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio”.

Promuovere – scrive il Papa – vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e rifugiati, così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore”. Tra queste dimensioni “va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa”. Ma soprattutto, sottolinea il Papa, “molti migranti e rifugiati hanno competenze che vanno adeguatamente certificate e valorizzate” perciò incoraggia “a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali”. Nel caso di minori migranti, però, “il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di essere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro normale crescita”. Papa Francesco esorta poi a promuovere l’integrità della famiglia, “favorendo il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti -, senza mai assoggettarlo a requisiti economici”. Nei confronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disabilità, prosegue, “vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti”. Riguardo alla distribuzione di aiuti umanitari il Papa invita a considerare in primo luogo “i bisogni (es. assistenza medica e sociale ed educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità”.
L’ultimo verbo, “integrare”, riguarda le “opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati”. L’integrazione – ricorda il Papa citando Giovanni Paolo II – non è “un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il ‘segreto’, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca”. Papa Francesco insiste “sulla necessità di favorire in ogni modo la cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le ‘buone pratiche’ di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi”. Nel caso speciale “degli stranieri costretti ad abbandonare il Paese di immigrazione a causa di crisi umanitarie” il Papa chiede “che venga loro assicurata un’assistenza adeguata per il rimpatrio e programmi di reintegrazione lavorativa in patria”. “La Chiesa è disponibile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative sopra proposte – precisa -, ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo le responsabilità proprie”. La Santa Sede prenderà infatti parte al processo delle Nazioni Unite che porterà entro la fine del 2018 a redigere ed approvare due patti globali (Global Compacts), uno dedicato ai rifugiati e uno riguardante i migranti. Il Papa conclude con l’invito “ad approfittare di ogni occasione per condividere questo messaggio con tutti gli attori politici e sociali che sono coinvolti – o interessati a partecipare – al processo che porterà all’approvazione dei due patti globali”.

Il testo integrale del messaggio




A Casanova d’Offredi festa per i 200 anni dalla dedicazione della chiesa di san Bartolomeo

Una piacevole e partecipata serata di solidarietà e preghiera giovedì 24 agosto – nella memoria di san Bartolomeo apostolo – si è tenuta ieri a Casanova d’Offredi (comune di Ca’ d’Andrea). La ricorrenza del 200° anniversario della dedicazione della chiesa ha anche offerto l’occasione per radunare la comunità cristiana dell’Unità pastorale per cenare insieme a base di amatriciana e così raccogliere fondi  per partecipare alla solidarietà con le regioni distrutte da terremoto in centro Italia.

I solerti volontari della piccola parrocchia di Casanova hanno dato il meglio di sé. Presente anche i soci della Pro Loco di Torre de’ Picenardi e tante famiglie. 1600 euro sono stati consegnati dal parroco don Claudio Rossi al vescovo Antonio – anch’egli presente alla cena benefica – per la Diocesi di Camerino – San Severino Marche nel corso della solenne celebrazione eucaristica iniziata alle 21, proprio nella chiesa di Casanova d’Offredi.

Il saluto del parroco don Claudio Rossi

 

Nella Messa il Vescovo si è rallegrato per la presenza di fedeli di tutta l’Unità pastorale, e la sua riflessione ha ripercorso la vicenda dell’apostolo Bartolomeo – riportata dal Vangelo – sottolineando la dinamica della ricerca del Messia e dell’incontro con la preveniente volontà di salvezza del Signore, che misteriosamente invita a fare esperienza della sua amicizia.

L’omelia del vescovo Napolioni

In un clima di fraternità la celebrazione, sostenuta dal canto della corale parrocchiale guidata dal maestro Francesco Badalotti, si è conclusa con l’omaggio all’immagine dell’apostolo Bartolomeo, e con il saluto di tutta la comunità al Vescovo, che nel suo stile familiare ha invitato a “contagiare” di ottimismo e speranza tutti i fedeli che nei prossimi tempi vedranno le proprie comunità avviarsi – pur con qualche fatica – sulla via della conduzione pastorale unitaria di più parrocchie.

«La Chiesa di Cristo è una sola – ha concluso – e la nostra unità sarà l’unica strada per poter conservare vive le nostre piccole realtà cristiane, le nostre chiese e le nostre memorie».

Photogallery

 

Note storiche e artistiche

Casanova d’Offredi ha antichissime origini, posta nelle vicinanze della via romana Postumia. Vanta una solida tradizione di fede, documentata da più fonti. La Parrocchia di San Bartolomeo è citata sin dal 1385. Gli abitanti, 287 nel 1780, divennero 318 nel 1786, 348 nel 1861 all’unità d’Italia. La Parrocchia di Casanova d’Offredi, inserita tra il XVIII e il XIX secolo nel Vicariato di Pieve Gurata, venne nominata dal Vescovo Omobono Offredi negli atti relativi alla sua visita pastorale del 1824. Con decreto del vescovo Enrico Assi fu unita alla parrocchia di Sant’Andrea in Ca’ d’Andrea.

La chiesa dedicata a San Bartolomeo Apostolo è stata costruita nel 1817, come riportato nel presbiterio, per munificenza del vescovo Omobono Offredi, a testimonianza della cura da lui riservata a questa comunità in cui risiedeva la nobile famiglia Offredi.

Per le fondamenta della nuova struttura fu utilizzato il materiale proveniente dalla demolizione della preesistente chiesa, ormai in precarie condizioni. In quesgli anni furono anche costurite la torre campanaria, la sacrestia, una tribuna sotto la cantoria ad uso della famiglia Offredi, e due locali adiacenti la chiesa.

Essa si presenta come una bella costruzione di stile impero, ad una sola navata e con due cappelle laterali per gli altari secondari. Pregevole è l’altare maggiore in marmi policromi, consacrato nel 1880 dal vescovo Geremia Bonomelli. All’interno della chiesa sono presenti alcune tele di buon livello pittorico e nella nicchia dell’abside è custodita la bellissima statua lignea raffigurante sant’Omobono nell’atto della carità, attribuita allo scultore Bertesi.




Dal 22 al 27 agosto settimana di spiritualità alla casa per ferie “Mater Dei” di Tignale

A Tignale, un ridente borgo tra gli ulivi, affacciato sul lago di Garda, a 600 metri di altitudine, da martedì 22 a domenica 27 agosto, la Casa per ferie “Mater Dei” organizza una settimana di spiritualità.

Le riflessioni, avranno per tema: “Dio per noi: il mormorìo di una brezza leggera”. A partire dal brano biblico del 1° Libro dei Re, in cui si narra l’incontro di Elia con Dio sul monte Oreb, le riflessioni approfondiranno le tematiche dell’incontro dell’uomo di oggi con Dio, in un mondo che spesso dimentica il suo Creatore e Salvatore.

Le meditazioni saranno proposte da mons. Vincenzo Rini, canonico della Cattedrale di Cremona, ex direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”.

Per informazioni e iscrizioni è possibile telefonare allo 0365-73455 o al 377-4488784.




Famiglia: le proposte per il nuovo anno

Mentre si completa il trasferimento della sede della Pastorale familiare presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, si stanno definendo le proposte che coinvolgeranno le famiglie della Diocesi nel nuovo anno pastorale.

Innanzitutto sarà riproposta la ormai collaudata esperienza del percorso residenziale per famiglie a Folgaria: momento di confronto con esperti e al tempo stesso con altre famiglie per approfondire la ricchezza della esperienza matrimoniale e familiare, ma anche per vivere momenti di serena amicizia. Queste le date dei tre fine settimana in cui quest’anno si realizzerà la esperienza: 10-12 novembre 2017, 19-21 gennaio 2018, 9-11 marzo 2018. «Speriamo che nuove famiglie aderiscano alla proposta – auspicano Maria Grazia e Roberto Dainesi, incaricati diocesani per la Pastorale familiare -: la partecipazione diventa una ricchezza oltre che per le famiglie stesse anche per le comunità parrocchiali cui appartengono. Fin da ora ci si può iscrivere o chiedere informazioni scrivendo a famiglia@diocesidicremona.it.

Il 30 settembre, dalle 16 alle 19, presso il Centro pastorale diocesano si incontreranno le coppie e i sacerdoti che accompagnano gli itinerari di preparazione al matrimonio per condividere sia la ricchezza di quanto si è vissuto negli scorsi mesi con i fidanzati che alcune prospettive pastorali per il 2017/18.

L’attenzione ai futuri sposi ha portato a riproporre per il 22 aprile l’incontro dei fidanzati con il Vescovo, iniziativa che lo scorso anno ha rappresentato una bella occasione di festa e confronto, molto gradita sia dalle coppie che dalle equipe perché ha permesso di recuperare con modalità nuove alcuni spunti di riflessione e ha dato la possibilità di un dialogo sincero tra Vescovo e futuri sposi. L’incontro si terrà quest’anno in Seminario, dalle 16 alle 19.

Il 25 febbraio, invece, è stata pensata una giornata per tutte le coppie che nel passato hanno vissuto il percorso formativo di Folgaria e per chi opera nella pastorale familiare in vario modo (gruppi  famiglie, solidarietà familiare, esperienze formative  parrocchiali familiari, …). L’evento avrà come titolo “Famiglia testimone della gioia del Vangelo” e si svolgerà in Seminario dalle ore 9 alle 17. Al mattino un momento formativo per tutti seguito dalla Messa, mentre al pomeriggio si lavorerà per gruppi di interesse su attenzioni specifiche della pastorale familiare.

Oltre a questi incontri specifici l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare lavorerà quest’anno per sostenere il lavoro delle nuove zone anche attraverso momenti formativi specifici che possono essere programmati per il periodo gennaio/marzo.




Orizzonte-futuro: un concorso culturale per il Sinodo

In occasione del Sinodo diocesano dei giovani, la Federazione Oratori Cremonesi indice il concorso culturale – intitolato “Orizzonte futuro” e suddiviso in tre sezioni (letteraria, multimediale, teatrale) – per sviluppare le tematiche sinodali, preferibilmente ispirate al rapporto tra i giovani e il futuro.

Le tematiche possono essere inerenti ai temi sinodali quali il rapporto tra i giovani e gli affetti, le relazioni e i legami; il mondo del lavoro e dello studio; l’impegno politico e la responsabilità; la vita di fede e la vocazione; la chiesa e il mondo.

Previste tre sezioni del Concorso: quella letteraria, con la produzione di un elaborato narrativo di varia tipologia, suddiviso tra la categoria Junior (ragazzi dai 16 ai 19 anni) e Senior (dai 20 ai 29); quella multimediale, con la produzione di audiovisivi digitali e videoclip di durata complessiva non inferiore a 1 minuto e mezzo; e quella teatrale, con la produzione e l’allestimento di una rappresentazione teatrale.

La scadenza per l’iscrizione alle prime due sezioni è prevista entro e non oltre le ore 12 di giovedì 29 marzo con presentazione diretta a mano presso la sede della FOCr o per mezzo posta tradizionale o elettronica. La scadenza per l’iscrizione alla sezione teatrale, invece, è prevista entro e non oltre le ore 12 del 31 dicembre 2017.

Il concorso (la cui partecipazione è gratuita) è aperto esclusivamente ai giovani – italiani o stranieri – residenti nel territorio della Diocesi e di età compresa fra i 16 e i 29 anni. Ogni partecipante potrà concorrere con un solo lavoro per una delle sezioni.

I vincitori saranno proclamati nella serata conclusiva delle assemblee sinodali, prevista per la sera di domenica 20 maggio 2018.

 

Regolamento del Concorso

Scheda di iscrizione




Nuovi parroci/1: le date degli ingressi di settembre

Saranno fine settimana molto intensi per mons. Napolioni quelli di settembre e dell’inizio di ottobre. Il Vescovo, infatti, dovrà presiederà gli ingressi dei parroci recentemente nominati. Seguendo la bella tradizione per la Chiesa cremonese consolidatasi in questi ultimi anni, infatti, è proprio il pastore della Chiesa cremonese a presentare i nuovi parroci alle rispettive comunità.

Ecco le date dei 12 ingressi in programma nel mese di settembre; altri seguiranno nella prima parte di ottobre.

Ad aprire il lungo calendario degli ingressi sarà, domenica 3 settembre, l’insediamento di don Roberto Musa che (lasciati gli incarichi a Cremona nelle parrocchie di S. Pietro al Po e S. Agostino) è stato nominato parroco di S. Daniele Po e Isola Pescaroli al posto di don Emilio Doldi, che ha rinunciato per ragioni di età. La celebrazione al mattino, alle 10.30, nella parrocchiale di S. Daniele.

Nel pomeriggio di domenica 3 settembre, alle 18, nel Duomo di Casalmaggiore l’ingresso di don Claudio Rubagotti che (dopo l’esperienza da parroco di Dosimo, Persico e Quistro, oltre che amministratore parrocchiale di S. Marino, Gadesco e Pieve Delmona) è stato scelto per succedere a don Cesare Nisoli, subentrato a don Antonio Aresi nell’incarico di pro-rettore del Santuario di Caravaggio e diventato membro teologo della costituenda equipe per l’accompagnamento delle famiglie.

Si prosegue domenica 10 settembre. Al mattino, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Persico l’insediamento di don Claudio Anselmi che (lasciati gli incarichi di collaboratore parrocchiale a Sant’Abbondio in Cremona e responsabile diocesano per l’insegnamento della Religione nelle scuole) è stato nominato parroco di Dosimo, Persico e Quistro, S. Marino, Gadesco, Pieve Delmona. La celebrazione alle ore 10.30.

Nel pomeriggio di domenica 10 settembre appuntamento, invece, alle 16 a Brignano Gera d’Adda per l’insediamento di don Giuseppe Ferri (finora collaboratore parrocchiale di S. Agostino e S. Pietro al Po in Cremona): sostituirà don Luciano Manenti che, al raggiungimento dei limiti di età, è stato trasferito a Vailate come collaboratore parrocchiale.

Il successivo fine settimana la prima celebrazione di insediamento è in agenda già nel pomeriggio di sabato, alle 18 a Soncino, con l’ingresso di don Giuseppe Nevi che (dopo l’esperienza alla guida di S. Imerio in Cremona) è stato nominato parroco di Soncino, Casaletto di Sopra, Melotta e Isengo al posto di don Mario Marinoni che, al raggiungimento dei limiti di età, è stato trasferito nell’unità pastorale di Pizzighettone come collaboratore parrocchiale.

Il giorno successivo due ingressi. Il primo appuntamento di domenica 17 settembre, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Bozzolo con l’insediamento di don Luigi Pisani (sino ad ora parroco di Rivarolo del Re, Brugnolo e Villanova): sostituisce don Giovanni Maccalli che, al raggiungimento dei limiti di età, è stato trasferito nella parrocchia di Caravaggio come collaboratore parrocchiale. Alla celebrazione prenderà parte anche il nuovo vicario di Bozzolo, don Nicola Premoli.

Nel pomeriggio, alle 17 a S. Giovanni in Croce, l’ingresso di don Diego Pallavicini che (dopo l’esperienza come vicario a Cristo Re in Cremona) è stato nominato parroco moderatore dell’Unità pastorale di San Giovanni in Croce, Casteldidone, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido al posto di don Mario Binotto, trasferito a Cremona come amministratore parrocchiale di Sant’Agostino.

Sabato 23 settembre doppio appuntamento pomeridiano a Rivarolo: alle 15.30 Rivarolo Mantovano, alle 18 Rivarolo del Re.

Nel primo caso per l’ingresso di don Ernesto Marciò che, oltre che parroco di Cividale Mantovano e di Spineda, è stato chiamato a guidare anche la comunità di Rivarolo Mantovano in sostituzione di diventa parroco di don Luigi Carrai che, al raggiungimento dei limiti di età, è stato nominato collaboratore parrocchiale nella Unità pastorale di Castelponzone, Motta Baluffi, Solarolo Monasterolo e Scandolara Ravara.

Alle 18 il Vescovo si sposterà quindi a Rivarolo del Re per l’insediamento di don Giuseppe Allevi che (dopo essere stato parroco di Robecco d’Oglio) è stato chiamato a guidare le comunità di Rivarolo del Re, Brugnolo e Villanova al posto di don Luigi Pisani, nominato parroco di Bozzolo.

Nella mattinata di domenica 24 settembre, alle 10.30, appuntamento a Cremona, nella chiesa parrocchiale di S. Imerio, per l’ingresso di don Antonio Bandirali (finora parroco di Casalmorano, Azzanello, Barzaniga, Castelvisconti e Mirabello Ciria): sostituirà don Giuseppe Nevi, trasferito a Soncino.

Ultimi appuntamenti del mese nella giornata di sabato 30 settembre, entrambi nel pomeriggio: a Formigara e Corte de’ Cortesi.

A Formigara, alle 15.30, la celebrazione di insediamento di don Marino Dalè che, oltre alle parrocchie di Gombito e S. Latino, è stato nominato parroco anche di Formigara e Cornaleto. Accanto a lui ci saranno anche i due nuovi collaboratori parrocchiali delle quattro comunità: don Luigi Parmigiani e don Luigi Pietta. Don Dalè succede a don Francesco Ferrari, nominato collaboratore parrocchiale di Viadana e Buzzoletto.

Alle 18 a Corte de’ Cortesi l’ingresso di don Roberto Moroni (sino ad ora parroco in solido a Pozzaglio, Olmeneta, Casalsigone e Castelnuovo Gherardi) che è stato nominato parroco di Corte de’ Cortesi, Cignone e Bordolano al posto di don Giovanni Tonani, trasferito proprio a Pozzaglio, Olmeneta, Casalsigone, Castelnuovo Gherardi e Corte de’ Frati.

 

Gli ingressi del mese di ottobre