1

L’ingresso di don Rubagotti: «Questa nuova esperienza non è semplicemente un aggiungere qualcosa, ma un modo diverso di rapportarsi»

Guarda la photogallery completa

 

Nel pomeriggio di uno splendido sabato autunnale, al termine di una celebrazione di ingresso molto partecipata, a don Claudio Rubagotti (che rimane parroco dell’unità pastorale “Città di Casalmaggiore”) sono state ufficialmente affidate anche le parrocchie di San Genesio martire in Camminata, Sant’Agata in Cappella e Santa Margherita in Vicoboneghisio. Proprio nella chiesa di quest’ultima frazione del comune di Casalmaggiore sabato 5 ottobre si è svolta la Messa di insediamento del nuovo parroco presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

Insieme a don Rubagotti, al fine di favorire una adeguata cura alla comunità, hanno fatto il loro ingresso anche don Gino Assensi e don Maurizio Germiniasi come nuovi collaboratori parrocchiali, che si aggiungono agli altri altri sacerdoti in servizio nell’unità pastorale di Casalmaggiore: il vicario don Arrigo Duranti e il collaboratore don Angelo Bravi.

Erano presenti Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore, oltre ai vari rappresentanti delle numerose e variegate associazioni ricreative, sociali e culturali presenti nelle comunità delle frazioni casalasche, e alcuni membri della comunità ghanese maggiorina.

Prima di cominciare la celebrazione, animata dal Coro Santa Rustica di Vicoboneghisio, Camminata e Cappella diretto dal maestro Riccardo Ronda, il sindaco Bongiovanni ha dato il benvenuto a don Rubagotti sul sagrato della chiesa, portando i saluti a nome della società civile. «Ormai dopo dieci anni ho incontrato e conosciuto diversi parroci. Oggi l’occasione è un po’ diversa: è la prima volta che mi capita di introdurre chi è già parroco della città e che quindi la conosce molto bene». E ha proseguito: «In base alla mia esperienza, mi sento di dirti che le frazioni sono un’altra cosa; i cittadini sono persone abituati a rimboccarsi le maniche e dare una mano». «L’incarico che ti è stato affidato – ha detto ancora il primo cittadino – è molto oneroso, non sarà semplice essere a guida di tutta la città e ora anche di queste tre parrocchie e frazioni. Ma fortunatamente non sei solo. L’Amministrazione comunale è già e sarà sempre a disposizione per collaborare, assicurando il proprio impegno per il raggiungimento del più alto fine del bene comune. Da oggi la tua comunità è più ampia, e sono certo che assieme cresceremo e costruiremo qualcosa di buono per il futuro».

 

Il saluto del sindaco di Casalmaggiore

 

Dopo la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Davide Barili, il diacono permanente Luigi Lena ha portato i saluti delle comunità di Vicoboneghisio, Camminata e Cappella (dove risiede) prima di presentare il regalo di benvenuto consegnato da alcuni ragazzi dell’oratorio a don Rubagotti. «Se è vero che non avremo più un parroco residente, è altrettanto vero che potremmo essere accompagnati da più presbiteri», ha esordito il diacono. Che ha proseguito: «Essere accostati alle parrocchie di Casalmaggiore può essere letto come l’invito ad allargare gli orizzonti e a percepirci non come realtà a sé ma come cellule vive dell’unica diocesi in comunione tra loro. Le nostre comunità non perderanno la loro fisionomia, ma dovranno essere più aperte a una maggiore collaborazione e comunione per essere tutti fratelli in Cristo». Ricordando il tema del nuovo anno pastorale, il diacono ha sottolineato come «la parrocchia deve diventare missionaria nelle sue attività verso le famiglie, i giovani, gli adulti. L’ingresso del nuovo parroco contraddistingue un tempo di cambiamenti, tra esitazioni e incertezze ma anche la consapevolezza che le nostre comunità oggi iniziano un nuovo cammino».

 

Il saluto delle comunità parrocchiali

 

A partire dalle letture della domenica il vescovo Antonio Napolioni nell’omelia ha invitato a percorrere nella condivisione la nuova esperienza comunitaria: «Dio stesso ha detto sin dall’inizio: “non è bene che l’uomo sia solo”. Vale anche per noi preti e per le parrocchie: non è bene che siano da sole». E ha aggiunto: «Tutte le volte che chiudiamo a chiave le serrature o alziamo i muri alimentiamo diffidenze, paure, presunzioni e la vita non germoglia. Le radici già presenti possono seccarsi se non nasce una vita nuova. Quando ci guardiamo negli occhi, quando riceviamo la comunione, quando riceviamo il perdono è Cristo che si dona». «Sono felice – ha affermato Napolioni – perché don Claudio accoglie questo nuovo mandato come un bambino. E con il suo stesso stupore raccogliamo ogni briciola di pane buono, come piccolissime parrocchie, e lo Spirito dei credenti inventerà la Chiesa giusta per il tempo che verrà». 

 

L’omelia del vescovo

 

«Questa nuova esperienza non è semplicemente un aggiungere qualcosa, ma un modo diverso di rapportarsi, vivere autenticamente il dono del Signore della vocazione con una consapevolezza diversa del passato», ha detto don Rubagotti parlando a braccio davanti all’assemblea di una Santa Margherita gremita di fedeli. Nel ringraziare «il predecessore don Alfredo Assandri» che ha concelebrato l’Eucaristia insieme ad alcuni altri sacerdoti diocesani, il nuovo parroco ha sottolineato come «non vengo da solo. Sono consapevole che le realtà sono veramente complesse. Non è un allargamento di San Leonardo o Santo Stefano, ma è un approccio diverso. Questa nuova esperienza sono convinto farà bene a tutti noi e alle nostre cinque comunità che sto guidando. Anche creando problemi: come un bambino è importante piangere e dire la propria, così da crescere appunto insieme». Un ringraziamento speciale poi alle comunità che lo hanno accolto dandogli una sciarpa coloratissima ricamata a mano, come segno di benvenuto, «di tanti colori quanti i tuoi parrocchiani», per essere «uniti e stretti assieme». «Questa bella sciarpa mi scalderà in inverno nei miei spostamenti: quest’oggi avete scaldato il mio cuore e spero di poter scaldare anch’io il vostro».

 

Il saluto del nuovo parroco

 

Al termine della Messa, il nuovo parroco ha firmato l’atto di nomina alla presenza dei testimoni Giuseppe Marinoni e del diacono Lena, prima di spostarsi in oratorio per il rinfresco e conoscere e salutare i nuovi parrocchiani.

Domenica 6 ottobre alle 9.30, don Claudio presiederà l’Eucaristia a Vicoboneghisio, dove nel pomeriggio si terrà un concerto di benvenuto (alle 16 in chiesa parrocchiale) con l’Ensamble Salieri.

 

 

Profilo dei nuovi sacerdoti

Don Claudio Rubagotti, classe 1965, originario di Gallignano, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1992. Ha iniziato il proprio ministero a Cremona come vicario della parrocchia di S. Ambrogio (1992-1997) e successivamente è stato vicario a Cassano d’Adda della parrocchia S. Maria Immacolata e S. Zeno (1997-2004). Nel 2004 è stato nominato parroco di Dosimo e Quistro e nel 2014 anche amministratore parrocchiale e successivamente parroco di Persico, diventando poi nel 2016 anche amministratore parrocchiale di Gadesco, Pieve Delmona e San Marino.
Nel 2017 è stato nominato parroco delle parrocchie “S. Leonardo” e “S. Stefano protomartire” in Casalmaggiore. Ora il vescovo l’ha nominato parroco anche delle parrocchie di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, frazioni di Casalmaggiore.
Dal 2006 è assistente ecclesiastico dell’Istituto Nostra Signora del S. Cuore.

 

Don Gino Assensi, classe 1955, originario di Commessaggio, è stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1979. Ha iniziato il proprio ministero come vicario prima a Cremona, nella parrocchia di S. Imerio (1978-1983) e poi a Bozzolo (1983-1988). Nel 1988 è diventato parroco di Quattrocase e nel 1993 anche di Vicomoscano, nel Casalasco. Nel 1995 il ritorno a Cremona come parroco di Cavatigozzi. Dal 1997 al 1999 è stato anche responsabile della Sezione Musica per la liturgia dell’Ufficio liturgico. Nel 2003 ha assunto l’incarico di parroco di Cicognara e dal 2004 anche di Cogozzo e Roncadello come parroco in solido e moderatore dell’unità pastorale. Nel 2007 è stato nominato rettore del Santuario di Caravaggio. Dal 2015 era parroco di Martignana di Po.
Ora il trasferimento a Casalmaggiore come collaboratore parrocchiale delle due parrocchie della città di Casalmaggiore e di quelle delle frazioni di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, ricoprendo anche l’incarico di assistente spirituale supplente dell’Ospedale Oglio Po.

 

Don Maurizio Germiniasi, classe 1949, originario di Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1975. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Sabbioneta. Nel 1984 è stato nominato parroco di Bellaguarda e poi nel 1990 di Martignana di Po. Dal 1995 al 2015 è stato fidei domun in Brasile. Rientrato in diocesi è stato nominato collaboratore parrocchiale di Bellaguarda, Casaletto, Pomponesco e Salina. Nel 2018 era stato nominato assistente spirituale dell’Ospedale Oglio Po e dal 2019 era assistente spirituale supplente.
Ora è stato nominato collaboratore parrocchiale delle due parrocchie della città di Casalmaggiore e di quelle delle frazioni di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio (dove risiederà).

 

 

 




In preghiera per la pace: in Cattedrale domenica alle 17 il Rosario e lunedì la “Pausa digiuno”

Domenica 6 e lunedì 7 ottobre anche le comunità della diocesi di Cremona sono invitate a pregare, secondo l’invito rivolto dalla Presidenza della CEI all’intera Chiesa italiana, rispondendo all’appello di Papa Francesco perché tutte le comunità cristiane si uniscano alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere una giornata di preghiera e digiuno lunedì 7 ottobre. Per la città di Cremona questo avverrà in modo particolare in Cattedrale attraverso due specifiche iniziative promosse dall’unità pastorale Sant’Omobono in sinergia con la Zona pastorale 3, e dunque estese a tutte le comunità parrocchiali della città.

Domenica alle 17 vi sarà la preghiera del Rosario in Cattedrale, in comunione con quanto farà Papa Francesco, che proprio domenica si recherà nella basilica di Santa Maria Maggiore per pregare il Rosario e rivolgere alla Vergine un’accorata supplica per la pace. «Chiedo anche a voi di unirvi a me in quella occasione», ha chiesto il Pontefice.

Lunedì 7 ottobre per rispondere all’invito del Papa a vivere una giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo, nella Cattedrale di Cremona sarà riproposta un’iniziativa ormai diventata abituale nei tempi forti: la “Pausa… digiuno”. Dalle 12.30 alle 14, al posto del pranzo, sarà dunque possibile vivere un tempo di adorazione eucaristica personale.

 

Cei: le Chiese in Italia si uniscono alla preghiera per la pace del 6 e 7 ottobre dopo l’appello del Papa – Scarica i sussidi

Papa Francesco: “In preghiera per la pace il 6 e il 7 ottobre”

 




Cei: le Chiese in Italia si uniscono alla preghiera per la pace del 6 e 7 ottobre dopo l’appello del Papa – Scarica i sussidi

Durante la Messa di apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi Papa Francesco ha annunciato un doppio appuntamento di preghiera per la pace: “per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo”.

La Presidenza della CEI, raccogliendo l’appello del Papa, invita le comunità ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.

“Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

L’Ufficio Liturgico Nazionale sta predisponendo dei testi per l’animazione dei due momenti, che saranno resi disponibili sul sito www.chiesacattolica.it.

 

DOWNLOAD

 

 

Papa Francesco: “In preghiera per la pace il 6 e il 7 ottobre”

Patriarcato latino, 7 ottobre Giornata di preghiera, digiuno e penitenza per la pace




Sabato a Vicoboneghisio l’ingresso di don Claudio Rubagotti

Nel pomeriggio di sabato 5 ottobre, alle ore 16, nella chiesa di Santa Margherita a Vicoboneghisio, don Claudio Rubagotti farà il suo ingresso come nuovo parroco delle parrocchie di Vicoboneghisio, Cappella e Camminata, incarico che si aggiunge a quello di parroco dell’unità pastorale “Città di Casalmaggiore”, formata dalle dalle parrocchie “Santo Stefano protomartire” e “San Leonardo”.

La celebrazione di insediamento sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e aprirà il terzo fine settimana di ingressi dei nuovi parroci. Insieme a don Rubagotti faranno il loro ingresso come collaboratori parrocchiali della comunità maggiorina e delle sue frazioni di Vicoboneghisio, Cappella e Camminata don Gino Assensi e don Maurizio Germiniasi. Presenti anche gli altri sacerdoti in servizio nell’unità pastorale di Casalmaggiore: il vicario don Arrigo Duranti e il collaboratore parrocchiale don Angelo Bravi.

Prima della Messa, sul sagrato della parrocchiale, il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni porterà il saluto dell’Amministrazione comunale.

Iniziata la liturgia, dopo la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Davide Barili, il nuovo parroco aspergerà l’assemblea e incenserà la mensa eucaristica, ricevendo quindi il benvenuto delle comunità parrocchiale nelle parole di un suo rappresentante. Al termine dell’omelia, tenuta dal vescovo, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione della fede nella comunità.

Al termine della celebrazione, animata dal Coro Santa Rustica di Vicoboneghisio, Camminata e Cappella e diretta dal maestro Riccardo Ronda, il nuovo parroco prenderà la parola per i saluti e i ringraziamenti.

Seguirà in oratorio un momento conviviale e di festa per conoscere e salutare i nuovi sacerdoti.

Don Rubagotti succede a don Alfredo Assandri, che ha da poco iniziato il suo nuovo incarico a Calvatone, Romprezzagno e Tornata dopo aver guidato le comunità delle frazioni di Casalmaggiore come parroco per dodici anni.

In preparazione all’ingresso dei nuovi sacerdoti, le comunità di Vicoboneghisio, Cappella e Camminata hanno programmato una serie di appuntamenti. Giovedì 3 ottobre, alle ore 21, serata di preghiera e catechesi a Camminata; venerdì 4 alle ore 21 a Cappella, invece, la preghiera eucaristica silenziosa.

Sabato 5 ottobre saranno sospese le messe vespertine delle 18 in San Leonardo e delle 18.30 in Santo Stefano.

Infine, domenica 6 ottobre alle 9.30, il nuovo parroco presiederà l’Eucaristia a Vicoboneghisio, dove nel pomeriggio si terrà un concerto di benvenuto (alle 16 in chiesa parrocchiale) con l’Ensamble Salieri.

 

Profilo dei nuovi sacerdoti

Don Claudio Rubagotti, classe 1965, originario di Gallignano, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1992. Ha iniziato il proprio ministero a Cremona come vicario della parrocchia di S. Ambrogio (1992-1997) e successivamente è stato vicario a Cassano d’Adda della parrocchia S. Maria Immacolata e S. Zeno (1997-2004). Nel 2004 è stato nominato parroco di Dosimo e Quistro e nel 2014 anche amministratore parrocchiale e successivamente parroco di Persico, diventando poi nel 2016 anche amministratore parrocchiale di Gadesco, Pieve Delmona e San Marino.
Nel 2017 è stato nominato parroco delle parrocchie “S. Leonardo” e “S. Stefano protomartire” in Casalmaggiore. Ora il vescovo l’ha nominato parroco anche delle parrocchie di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, frazioni di Casalmaggiore.
Dal 2006 è assistente ecclesiastico dell’Istituto Nostra Signora del S. Cuore.

 

Don Gino Assensi, classe 1955, originario di Commessaggio, è stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1979. Ha iniziato il proprio ministero come vicario prima a Cremona, nella parrocchia di S. Imerio (1978-1983) e poi a Bozzolo (1983-1988). Nel 1988 è diventato parroco di Quattrocase e nel 1993 anche di Vicomoscano, nel Casalasco. Nel 1995 il ritorno a Cremona come parroco di Cavatigozzi. Dal 1997 al 1999 è stato anche responsabile della Sezione Musica per la liturgia dell’Ufficio liturgico. Nel 2003 ha assunto l’incarico di parroco di Cicognara e dal 2004 anche di Cogozzo e Roncadello come parroco in solido e moderatore dell’unità pastorale. Nel 2007 è stato nominato rettore del Santuario di Caravaggio. Dal 2015 era parroco di Martignana di Po.
Ora il trasferimento a Casalmaggiore come collaboratore parrocchiale delle due parrocchie della città di Casalmaggiore e di quelle delle frazioni di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, ricoprendo anche l’incarico di assistente spirituale supplente dell’Ospedale Oglio Po.

 

Don Maurizio Germiniasi, classe 1949, originario di Vicoboneghisio, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1975. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Sabbioneta. Nel 1984 è stato nominato parroco di Bellaguarda e poi nel 1990 di Martignana di Po. Dal 1995 al 2015 è stato fidei domun in Brasile. Rientrato in diocesi è stato nominato collaboratore parrocchiale di Bellaguarda, Casaletto, Pomponesco e Salina. Nel 2018 era stato nominato assistente spirituale dell’Ospedale Oglio Po e dal 2019 era assistente spirituale supplente.
Ora è stato nominato collaboratore parrocchiale delle due parrocchie della città di Casalmaggiore e di quelle delle frazioni di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio (dove risiederà).

 




Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda accolgono sabato don Massimo Sanni

Sabato 5 ottobre alle ore 18.30 nella chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano avrà luogo la Messa d’ingresso di don Massimo Sanni come nuovo parroco della comunità di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda: prende il testimone da don Ernesto Marciò, diventato parroco dell’unità pastorale Madre Nostra di Sospiro. La celebrazione sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e vedrà la partecipazione, tra i concelebranti, del vicario zonale della zona pastorale 5, don Davide Barili.

La Messa sarà preceduta dal saluto delle autorità civili del territorio: i sindaci di Rivarolo Mantovano e Spineda, Massimiliano Galli e Fabrizio Bonfatti Sabbioni.

Seguirà la celebrazione, scandita dai momenti caratterizzanti la liturgia dell’ingresso di un nuovo parroco. Al termine della celebrazione ci sarà un momento di fraternità e condivisione al Centro parrocchiale.

In preparazione all’ingresso di don Sanni, la comunità vivrà un momento di preghiera venerdì alle ore 20.45 nella chiesa di Spineda: l’adorazione eucaristica sarà presieduta da don Marco d’Agostino, nuovo parroco di Viadana; durante la serata ci sarà la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione.

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Don Massimo Sanni, classe 1974, originario di Bozzolo, è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000. Ha iniziato il proprio ministero come vicario della parrocchia S. Pietro apostolo in Viadana e nel 2008 è stato nominato vicario delle parrocchie di Piadena, Drizzona e Vho. Nel 2015 era stato nominato parroco di Calvatone, Tornata e Romprezzagno. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco di Cividale Mantovano, Rivarolo Mantovano e Spineda.

 

 

 

Saluto di don Sanni sul bollettino parrocchiale

Eccomi.
È la parola centrale dell’incontro fra la chiamata e la disponibilità. È la parola che sta al cuore degli avvenimenti forti della Sacra Scrittura. È la parola che si trova al fondo delle esperienze umane intense e vere, gioiose e dolorose. È la parola che afferma e nel contempo disarma. È la parola di Gesù, ma anche dell’uomo che con la sua presenza può fare la differenza. È la parola di Maria che sentiamo risuonare nel mistero dell’Immacolata Concezione: il titolo della nostra Unità Pastorale di Rivarolo, Cividale e Spineda. Da questa parola prenderò l’energia necessaria per stare al vostro fianco, in questa nuova esperienza pastorale, da fratello, da credente, da studioso, da sacerdote.
Ecco.
Ci permette di fissare l’attenzione su quello che è necessario. Sottolinea un fatto, un avvenimento, una persona: il Vangelo, la misericordia e la verità, la sua Presenza. Queste sono le ricchezze che reputo necessarie per edificare la Comunità cristiana con le relative scelte quotidiane. “Ecco” è il punto di incontro di due direzioni: quella trasversale del nostro vicendevole invito all’impegno, alla preghiera, alla festa; e quella verticale: la gioia di essere collaboratori del Signore. Mai l’una senza l’altra, sempre l’una con l’altra. L’una custodita dall’altra.
Eccoci.
È una parola composta da due parti “ecco” e “me” in posizione enclitica, ovvero fuse insieme, ove la seconda è appoggiata alla prima. La mia esperienza di fede è questa: ogni “me” (sempre così fragile e insufficiente) solo se appoggiato e tutt’uno con l’Altro può stare in piedi. Questo “eccomi” (non senza emozione e trasporto) lo dico e lo offro a ciascuno di voi, di cuore e con i miei limiti. Nel contempo invito ciascuno, con fiducia, a fare altrettanto affinché si approdi ad una pienezza: questo singolare “ecco me” diventi “ecco noi”. Infatti il prete solo è nulla e la comunità senza di lui è sfilacciata. Possiamo essere solo insieme. Nell’Eccoci a Dio e al prossimo si compirà quanto affermava Edith Stein (convertita, credente, filosofa, monaca, mistica, martire) che faccio mio come augurio e benedizione per tutti: “Bisogna considerarsi davvero uno strumento e soprattutto ritenere le forze con cui si lavora qualcosa che usiamo non noi, ma Dio in noi”.

Don Massimo

 

 




Domenica mattina la festa a Soresina per l’ingresso di don Bastoni

Nella mattinata di domenica 6 ottobre Soresina darà il benvenuto al nuovo parroco don Andrea Bastoni. La Messa di insediamento, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, sarà celebrata alle 11 nella chiesa parrocchiale di San Siro.

Il nuovo parroco, però, arriverà già alle 10.30 nel cortile del centro parrocchiale per un momento di accoglienza. Da qui si muoverà anche la processione dei concelebranti che, prima dell’ingresso in chiesa, alle 10.55 sosterà sul sagrato dove il sindaco Alessandro Tirloni darà ufficialmente il benvenuto al nuovo parroco a nome di tutta la comunità civile.

Accanto a don Bastoni saranno presenti gli altri sacerdoti in servizio a Soresina: il vicario don Alberto Bigatti e i collaboratori parrocchiali don Giuseppe Ripamonti e don Enrico Strinasacchi.

La Messa di insediamento, che si celebra anche nella coincidenza della dedicazione della chiesa di San Siro, sarà animata dal Coro Psallentes. Dopo la celebrazione tutta la comunità è invitata per un momento conviviale e di festa in oratorio.

Lunedì 7 ottobre il nuovo parroco incontrerà la comunità claustrale delle monache Visitandine e celebrerà la Messa delle 18 nella chiesa del Monastero; mercoledì 9 ottobre presiederà l’Eucaristia al Cimitero cittadino in ricordo dei parroci e dei fedeli soresinesi defunti; giovedì 10 ottobre incontro con i bambini e i ragazzi del catechismo con Messa alle 18 nella chiesa del Buon Pastore.

A preparare l’ingresso di don Bastoni un triduo con una serie di iniziative dedicate a tutte le fasce d’età. Primo appuntamento mercoledì 2 ottobre con l’incontro “Il sacerdote al servizio del popolo di Dio” e il momento di preghiera per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie alle 16.30 in oratorio, presso la chiesa del Buon Pastore; la sera, alle 21, Messa in San Siro presieduta da don Francesco Cortellini (docente di Teologia e nuovo parroco di Bozzolo). Giovedì 3 ottobre momento di riflessione “Il sacerdote, dono del Signore al popolo di Dio” durante la Messa delle 21 in San Siro presieduta da don Emanuele Barbieri (parroco di Capralba e delegato episcopale per la Pastorale della Diocesi di Crema). Infine venerdì 4 ottobre celebrazione penitenziale alle 21 in San Siro.

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Don Andrea Bastoni, classe 1972, originario di Piadena, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. Prete novello è stato inviato a Roma a proseguire gli studi e ha conseguito le licenze in Teologia fondamentale e Liturgia. Rientrato in diocesi è stato prima vicario a Cremona nella parrocchia di S. Bernardo (2001-2010) e poi a Caravaggio (2010-2016); negli stessi anni è stato anche docente in Seminario. Nel 2014 è stato trasferito a Pizzighettone come collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale comprendente le due parrocchie di Gera d’Adda, quella di Regona, di Roggione e di Pizzighettone, di cui nel 2016 ha assunto l’incarico di parroco in solido e moderatore. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco di Soresina. È docente all’Istituto superiore di Scienze religiose S. Agostino.

 

Il messaggio di don Andrea Bastoni alla Comunità di Soresina

 Insieme … in cammino

Saluto volentieri voi tutti, fedeli e abitanti di Soresina, voi confratelli sacerdoti, voi Monache del Monastero della Visitazione!

La mia biografia è presto raccontata: sono nato nel 1972, ho trascorso gli anni della mia infanzia e adolescenza a Piadena, mio paese di origine e dove tuttora abita la mia famiglia. Conseguita la maturità scientifica nel 1991, sono entrato in Seminario a Cremona e sono stato ordinato prete il 21 giugno 1997. Dopo i primi anni trascorsi a Roma, su incarico dell’allora vescovo Giulio Nicolini, per completare gli studi teologici, dal 2001 al 2010 sono stato vicario presso la parrocchia di San Bernardo in Cremona e, dal 2010 al 2014, presso la parrocchia di Caravaggio. Nell’autunno del 2014, nominato dal vescovo Dante, sono arrivato come collaboratore nella neonata Unità pastorale di Pizzighettone (ora, da poco, Madonna del Roggione), costituita dalle parrocchie San Bassiano, Beata Vergine del Roggione, San Patrizio in Regona, San Pietro e San Rocco in Gera, divenendone poi Parroco moderatore nel 2016, per nomina del vescovo Antonio.

Pur con passaggi difficili e impegnativi (legati, per le cinque parrocchie, al doversi ripensare e riorganizzare in un percorso unitario) e nonostante periodi molto dolorosi (penso all’esperienza della pandemia), sono stati dieci anni bellissimi e devo ringraziare di cuore i pizzighettonesi tutti per il tanto bene di cui sono stato testimone e che ho ricevuto e anche per il grande impegno e la gratuita generosità che ho visto, da parte dei fedeli laici, nel servizio in tutti gli ambiti della vita parrocchiale. Mi pare, d’altronde, di cogliere come, grazie anche agli input di papa Francesco e, in Diocesi, del vescovo Antonio, le comunità cristiane stiano sempre più acquisendo la consapevolezza del valore della corresponsabilità, accogliendo, certo, la vocazione e la missione del prete, ma anche l’assunzione di responsabilità dei credenti laici, valorizzando il contributo e la testimonianza di ognuno, secondo i doni che lo Spirito ampiamente suscita, anche nel nostro tempo, a servizio del bene e dell’unità.

Pochi mesi fa, è arrivata la nuova nomina come parroco a Soresina. Era maggio. Sinceramente, mi ci è voluto ben più di qualche giorno per “metabolizzare” la richiesta del vescovo Antonio; il rammarico iniziale ha poi, pian piano, lasciato spazio alla disponibilità per una nuova chiamata e lascio le parrocchie precedenti anzitutto con il cuore colmo di gratitudine per il bene che mi hanno donato; gratitudine, ovviamente, anche per la mia famiglia, per la comunità piadenese, che ha visto nascere e crescere la mia vocazione, per la comunità del seminario, per le parrocchie di San Bernardo e di Caravaggio.

Ora inizia un cammino nuovo. Immagine densa, quella del cammino (sia nell’esperienza di ognuno di noi, sia anche nel racconto biblico), capace di esprimere metaforicamente sia la vita, sia la fede.

Per descrivere l’animo con il quale mi appresto ad iniziare a camminare insieme a voi e in mezzo a voi, mi affido volentieri, appunto, alle parole della Bibbia, in modo particolare di san Paolo, nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto: “Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. 2Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. 3Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,1-5).

Penso che, quando si intraprende un cammino nuovo, siano umani e normali gli interrogativi sul futuro: chi incontreremo? Che strade percorreremo? Cosa ci aspetterà? Quali scoperte, quali gioie e quali fatiche ci attenderanno? Ce la faremo? Avremo le risorse per portarlo a termine? Eppure, l’invito che spesso ritorna nella Bibbia è proprio quello a mettersi in cammino, come dimensione costitutiva e qualificante della fede: mi accompagna e mi consola il pensiero che io mi inserisco ora al vostro fianco in un cammino che voi, con la grazia di Dio, avete già compiuto e state già compiendo; insieme, ne percorreremo un tratto.

Camminare insieme, nella quotidianità, offre l’opportunità di conoscersi, ascoltarsi, condividere esperienze e racconti (di vita e di fede), raccogliere testimonianze di bene, sorprendersi di ciò che l’azione di Dio compie nella storia delle comunità e dell’umanità, nel cuore e nella vita delle persone. Educa anche a tenere un passo sostenibile per tutti e a sostenersi reciprocamente.

Ho sperimentato più volte, in questi anni, che, al di là dei nostri calcoli, delle nostre previsioni, dei nostri progetti e delle nostre strategie, la grazia di Dio ci precede e ci attende: inizio, pertanto, a camminare tra voi “nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, per usare le parole di San Paolo, ossia con l’animo di chi ha tutto da imparare,  da conoscere, da scoprire: di voi, del volto della Città di Soresina, della sua storia e delle sue tradizioni, dei suoi punti di forza e delle sue risorse, del cammino che, come parrocchia, lo Spirito vi ha fatto compiere, delle scelte che avete fatto, dell’”organizzazione” che, nel tempo, vi siete dati.

All’inizio del mio cammino con voi e tra voi, oltre che alle vostre preghiere (e, in particolare, a quelle delle monache del Monastero della Visitazione), mi affido anche alla vostra comprensione e alla vostra pazienza e chiedo scusa in anticipo se, soprattutto agli inizi, accadrà che mi dimentichi di qualcosa o di qualcuno, o commetta qualche gaffe derivante dall’inesperienza e dalla non conoscenza. Grazie fin da ora.

Allora: buon cammino! Con la benedizione del Signore, che invoco copiosa su di me e su voi tutti, per intercessione della Vergine Maria e dei Santi nostri patroni.

Don Andrea

 

 

 




Domenica pomeriggio Masano dà il benvenuto al nuovo parroco

Nella chiesa di San Vitale Martire a Masano, frazione di Caravaggio, nella Bergamasca, è in programma nel pomeriggio di domenica 6 ottobre, alle 18, l’ingresso del nuovo parroco mons. Giansante Fusar Imperatore, che prende il testimone da don Antonio Trapattoni, parroco dal 2012, trasferito a Fornovo San Giovanni.

Per mons. Giansante Fusar Imperatore, vicario zonale della Zona pastorale 1, l’incarico di Misano si aggiunge a quelli di parroco di Caravaggio e Vidalengo, all’insegna di realtà pastorale che, proprio nella figura del parroco, nel comune di Caravaggio intende farsi sempre più stretta.

La Messa di ingresso sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e vedrà la presenza del sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini. Tra i concelebranti ci sarà anche don Andrea Piana, vicario parrocchiale di Caravaggio, cui spetterà il computo di leggere il decreto di nomina.

Tra i gesti che caratterizzano l’insediamento del nuovo parroco ci sono, all’inizio della liturgia, l’aspersione dell’assemblea e l’incensazione della mensa eucaristica; poi la recita del Credo e, infine, il saluto ai nuovi parrocchiani che mons. Fusar Imperatore potrà iniziare a conoscere personalmente anche nel successivo momento di festa in oratorio.

In preparazione all’ingresso del nuovo parroco la comunità di Masano ha organizzato un momento di riflessione e preghiera, presieduto dal parroco di Rivolta d’Adda mons. Dennis Feudatari, nella serata di venerdì 4 ottobre. Sabato pomeriggio, invece, possibilità di confessioni in chiesa.

Per la comunità di Masano un ulteriore occasione di festa, insieme al nuovo parroco, sarà la sagra della Madonna del Rosario, che ricorre in paese la terza domenica di ottobre: al mattino di domenica 20 ottobre, alle 10.30, la Messa solenne; nel pomeriggio alle 17 il canto del Vespro e la processione.

 

Profilo biografico del nuovo parroco

Monsignor Giansante Fusar Imperatore, classe 1956, originario di Romanengo, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero a Viadana come vicario della parrocchia S. Maria Assunta e S. Cristoforo al Castello (1980-1984). Trasferito a Cremona nel 1984 ha assunto l’incarico di vicerettore del  Seminario, diventano poi nel 1990 segretario del vescovo Assi prima e Nicolini poi. Nel 2002 è stato nomato parroco di Bozzolo. Nel 2008 il trasferimento a Cassano d’Adda come parroco della parrocchia S. Maria Immacolata e S. Zeno; negli stessi anni è stato amministratore parrocchiale di Rivolta d’Adda nei primi mesi del 2016 e della parrocchia Cristo Risorto di Cassano a fine 2019.
Nel 2021 è stato nominato parroco di Caravaggio e nel 2023 anche di Vidalengo. Ora assume anche la guida della comunità di Masano, sempre nel comune di Caravaggio.
Dal 2022 è vicario zonale della Zona pastorale 1.

 

Il saluto di mons. Giansante Fusar Imperatore alla comunità

Mentre sto per iniziare il mio servizio come parroco anche di Masano, entro volentieri nelle vostre case con un primo messaggio di saluto.

“Alla fine, hai fatto tris” … mi dice qualche amico per prendermi in giro.

Era nell’aria da tempo il progetto di unire le parrocchie di Caravaggio sotto la guida di un solo parroco e il Vescovo, dopo avermi affidato Vidalengo, mi ha chiesto anche questo servizio.

Non dico che sia una cosa scontata ed indolore: aggiunge un ulteriore impegno a noi cinque preti che lavoriamo da un anno nelle due parrocchie dei Santi Fermo e Rustico e di San Giovanni a Porta Latina.

Nel messaggio del Vescovo per il nuovo anno pastorale “Pellegrini di speranza” sembra quasi stia parlando di noi quando scrive: “È tempo di parrocchie nuove, per tutti!”.

Dovremo farne, insieme, un’attenta lettura per cogliere le sollecitazioni che interpellano le comunità (e non solo quelle più piccole da unire a quelle più grandi) a pensarsi in una chiave più missionaria, disancorata dal “Si è sempre fatto così” per imparare ad essere “come il Signore ci vuole” in questo tempo e in questo contesto culturale.

Non posso garantirvi la mia assidua presenza: quella a cui siete abituati dal prezioso servizio che i vostri parroci vi hanno sempre assicurato.

Non posso neanche pensare di spendermi tra voi con la dedizione e l’impegno che ha messo don Antonio in questi ultimi dodici anni.

Posso solo assicurarvi che spenderò le mie energie per far crescere la comunione tra le tre comunità che mi sono affidate, per imparare insieme ad essere quella Chiesa che il Signore ha sognato mentre, nella sua ultima sera, pregava il Padre: “…che siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa” (Gv 17, 22).

E siccome la comunione inizia da noi sacerdoti, che da oggi lavoriamo in queste tre comunità, vi chiedo: fate un po’ di posto, almeno nelle vostre preghiere, anche a no1, perché impariamo ad essere testimoni di comunione.

 

 

 




Maestro per sempre: nel contesto della Giornata mondiale degli insegnanti il ricordo di Luigi Zambini

«È diventato direttore dopo più di vent’anni di lavoro come maestro, per questo la didattica era la cifra delle sue azioni anche nel dirigere la scuola. Era così nel secolo scorso: si diventava direttori, ma si restava anche maestri per sempre» (Italo Bassotto). Sono le parole che hanno aperto uno degli interventi ascoltati venerdì 4 ottobre a Cremona, nella biblioteca del Centro pastorale diocesano, durante un sentito momento di ricordo e di omaggio alla figura di Luigi Zambini, nel contesto della Giornata mondiale degli insegnanti.

Dopo il saluto portato ai numerosi presenti dal prof. Riccardo Trioni, a nome del nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Cremona Imerio Chiappa, si sono susseguite le testimonianze di persone che hanno conosciuto e condiviso l’impegno professionale, associativo, politico ed ecclesiale del direttore Zambini, alternate alla lettura di alcuni suoi scritti.

Sono intervenuti Maria Disma Vezzosi, dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (“Una vita nell’associazionismo professionale”); Italo Bassotto, ispettore tecnico di Cremona e Mantova durante gli anni della professione del direttore Zambini; Cesare Ghezzi, un maestro che aveva condiviso l’impegno di Zambini presso il settimanale diocesano La Vita Cattolica, in un’intervista realizzata e registrata dalla figlia Chiara: “La penna di Pierino”; Paola Zambini, a nome dei familiari (“Mio padre”); Silvia Tempesta, presidente di Azione Cattolica dell’unità pastorale Sant’Omobono (“In AC, per tutta la vita”); Andrea Tolomini, impegnato in diverse attività e associazioni a carattere culturale e formativo rivolte al sociale, che ne ha condiviso ed ereditato l’esperienza politica (“L’impegno nel mondo politico”). Altre testimonianze si sono poi aggiunte spontaneamente, facendo emergere una figura che, nei molteplici campi in cui ha operato, si è mossa con fedeltà, attenzione agli altri, leggerezza, libertà, equilibrio….

Così, nello svolgersi degli interventi e nel susseguirsi delle testimonianze, la tenerezza dei ricordi familiari si è intrecciata al rispetto per la coerenza e la fedeltà ai principi ispiratori del suo agire politico; la leggerezza e l’arguzia della “Penna di Pierino”, la sua rubrica settimanale per La Vita Cattolica, si sono affiancate alla profondità del pensiero pedagogico e al rigore nell’osservanza delle leggi nello svolgimento della sua vita professionale; la schiettezza dei suoi modi e la libertà delle sue parole si sono unite al profondo rispetto per le persone, che sapeva ascoltare, accogliere, consigliare, orientare; la concretezza dei piccoli e grandi gesti di condivisione compiuti nelle associazioni nelle quali ha speso la vita, l’Aimc, l’Azione Cattolica, il Meic, si è specchiata nella fiducia nell’uomo e nell’azione trasformatrice dello Spirito, nella fede profonda in un futuro eterno da conquistare.

È stato un evento emozionante: ha saputo toccare le corde dell’anima e risvegliare i ricordi e per questo ha rappresentato un ideale passaggio di testimone a chi opera adesso nella scuola, nel sociale, nel mondo civile e in quello ecclesiale.

Ai presenti è stata consegnata, in ricordo di Luigi Zambini, una breve raccolta con alcuni suoi articoli e con stralci dai suoi scritti, proprio per fare memoria e in questo modo «dare continuità al bene che i testimoni ci trasmettono e proseguire nell’opera da loro avviata, in una catena di semi che porteranno altri frutti» (Consiglio Aimc di Cremona e Mantova).

Donata Toscani
Consigliera nazionale AIMC




Giovan Pietro Ala e la Santa Casa di Cremona nella conferenza del prof. Emilio Giazzi

Fu un nobile giureconsulto cremonese, devoto alla Vergine, Giovan Pietro Ala, a far erigere nel 1624 a Cremona la Santa Casa in Sant’Abbondio. Alla sua figura è stato dedicato il secondo degli appuntamenti previsti dal ciclo di conferenze, promosso dalla Parrocchia di Sant’Abbondio in collaborazione con la Società storica cremonese, in occasione del quarto centenario della fondazione del santuario. La conferenza del pomeriggio del 4 ottobre, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, in una sala che per la seconda volta ha segnato il tutto esaurito, è stata guidata da Emilio Giazzi, membro della Società storica cremonese e professore presso il liceo classico Manin di Cremona.

Dopo una breve introduzione del parroco di Sant’Abbondio don Andrea Foglia, Giazzi ha iniziato a tratteggiare un personaggio dalla grande cultura, esperto di Diritto, impegnato nell’amministrazione della città (era un decurione, ossia un consigliere comunale di oggi) e segnato da una fede forte incarnata nel servizio alla sua comunità. Il suo credo lo aveva portato a visitare (nel 1600 gli spostamenti non erano così comuni) ben 12 volte il santuario lauretano nelle Marche per poi fare erigere una copia fedele della casa di Nazareth all’interno della città di Cremona.

Tra le fonti che hanno consentito a Giazzi di ricostruirne alcuni tratti fondamentali del giureconsulto si annovera Pellegrino Merula e Francesco Mazzetti.

Merula, sacerdote e decurione anche lui, ricorda nei suoi scritti del 1627 la figura di Giovan Pietro per la sua salda volontà di costruire un santuario che diventò, già nel 1600, meta di tanti cremonesi devoti, anche perché la Vergine lauretana era divenuta protettrice della città e ogni ultima domenica del mese si teneva un’orazione pubblica.

Qualche curiosità in più sull’impresa di fondazione della Santa Casa cremonese arriva dalla lettura di Mazzetti. Nel 1734 nei suoi testi si legge «dell’infervorato Ala che – ha spiegato Giazzi – con due teatini si recò a Loreto per prendere le misure esatte della casa di Maria» con l’obiettivo di ricostruirne una tutta cremonese che non tradisse le dimensioni di quella originaria. Le annotazioni di Mazzetti hanno un sapore agiografico quando dicono che durante la costruzione “non piovve mai”. Tra queste pagine si racconta anche della traslazione della statua della Vergine dal Duomo a Sant’Abbondio con una processione degna del periodo barocco.

Ma che il nobile Ala fosse un uomo colto «capace di maneggiare il latino in modo perfetto», devoto ma con un’idea di laicità impegnata nel servizio alla città, si evince invece dalle sue opere. «Sappiamo che ne scrisse almeno tre – ha chiarito Giazzi –. Una sull’Angelo Custode (di cui non si ha traccia), una su come si debba comportare un avvocato cristiano e una terza su come un decurione possa svolgere il suo compito incarnando la fede». Due testi che oggi si possono leggere e che hanno tratti di modernità. Ne esce un’idea di «spiritualità laicale» per cui ciascuno, nella professione che si trova a vivere, può trovare la strada della salvezza e dimostrare nella vita concreta la sua fede, sia un decurione o un avvocato. Le raccomandazioni sono tante e snocciolate secondo la struttura testuale della “questuo”, una dinamica medioevale (propria della Scolastica) molto rigorosa e che analizza nei dettagli tutte le possibili questioni di coscienza nelle quali ci si può imbattere. Ne esce una figura complessa di un nobile cristiano che lasciò la sua biblioteca per testamento ai Carmelitani di Sant’Imerio e che eresse un santuario, tutt’oggi caro a Cremona, accanto al quale fu sepolto alla sua morte nel 1630.

Gli appuntamenti della rassegna continuano lunedì 14 ottobre, sempre alle 17 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, quando Annarosa Dordoni tratterà la figura di San Giuseppe nell’iconografia, con riferimento alla mostra sullo stesso soggetto, tutt’ora in corso presso il Museo diocesano (leggi qui).

 

Don Foglia con la storia della Santa Casa di Sant’Abbondio ha aperto il ciclo di incontri promosso da Parrocchia e Società storica cremonese

La Santa Casa di Loreto a Sant’Abbondio, il 26 settembre al via il ciclo di conferenze

 




«O sarà mistico, o non sarà»: l’intervento del card. Bassetti al ritiro del Clero

 

La pioggia copiosa che nella mattinata di giovedì 3 ottobre si è riversata sul territorio diocesano non ha impedito a un buon numero di preti e diaconi di rispondere all’invito del vescovo Antonio Napolioni che ha voluto riunire nel Seminario di via Milano il presbiterio cremonese per un momento di ritiro spirituale all’inizio del nuovo anno pastorale.

A guidarlo il card. Gualtiero Bassetti, già presidente della Conferenza Episcopale Italiana ed arcivescovo emerito a Perugia-Città della Pieve, che non è giunto a Cremona per la prima volta. Vi era già stato infatti nel 2009 come visitatore apostolico del Seminario diocesano e più recentemente, nel 2017, per preparare la visita del Santo Padre a Bozzolo, che nello stesso anno si è recato sulla tomba di don Primo Mazzolari.

Proprio dal Seminario il porporato ha voluto iniziare il suo intervento, sottolineando quanto quello di via Milano sia un luogo vivo e che, seppur abitato da tante realtà differenti, ha nella comunità dei seminaristi, giovani in un tempo di discernimento e verifica vocazionale, un laboratorio di fraternità.

Dopo aver preso a prestito dall’immagine evangelica del Buon Pastore come Cristo conosce, offre la vita e ricerca ben al di là dei confini sicuri dell’ovile le pecore del suo gregge, il card. Bassetti ha sviluppato la sua riflessione proprio a partire dai termini comunione, riconciliazione e fraternità, letti all’interno della vita del presbiterio.

Parlando della fraternità l’arcivescovo ha citato Karl Rahner, là dove il teologo tedesco afferma: «Il cristiano (e quindi anche il prete, ndr) del futuro o sarà un mistico o non sarà». Questo perché, proprio dalla dimensione mistica e spirituale della vita, il prete come ogni credente è chiamato a vivere la fraternità non come un fatto scontato, banale, quanto più come un dono che viene dall’alto. La fraternità, ha insistito, rappresenta una scelta intelligente, un prendersi cura gli uni degli altri.

Terminato questo primo momento, l’assemblea si è spostata nella chiesa superiore, posta al centro del cortile del Seminario, per vivere una celebrazione penitenziale comunitaria presieduta dallo stesso card. Bassetti, durante la quale è stata data la possibilità a presbiteri e diaconi di accostarsi individualmente al sacramento della Riconciliazione.

La giornata si è conclusa con il pranzo fraterno, al termine del quale, per ringraziare il vescovo Antonio Napolioni e la Chiesa cremonese di tanto affetto e accoglienza nei suoi confronti, l’arcivescovo Gualtiero Bassetti ha ricordato ai presenti come nel piccolo comune di Città della Pieve (dove egli si è ritirato al termine del suo servizio alla CEI) sia sempre disponibile qualche posto per diaconi e preti cremonesi di passaggio. Un invito, insomma, a far sì che la fraternità all’interno del presbiterio non sia solo enunciata, ma anzitutto vissuta.

 

Ascolta la meditazione del card. Bassetti