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In viaggio con gli artisti alle “Ragioni della speranza”, dal 13 aprile su Rai1 con mons. Dario Viganò

“Come gli artisti rappresentano la fede”: da sabato 13 aprile, alle ore 16.30 su Rai Uno, monsignor Dario E. Viganò torna alle “Ragioni della speranza” (storico programma della prima rete Rai, frutto della collaborazione tra il servizio pubblico e la Conferenza episcopale italiana, dedicato al commento del Vangelo della domenica) con un nuovo ciclo in cui le immagini sono poste al servizio della Parola e in varie forme l’arte è espressione silenziosa e al tempo stesso eloquente per rendere visibile l’invisibile.

Dopo il successo registrato lo scorso anno, monsignor Dario E. Viganò riunisce arte e Vangelo in un itinerario alla scoperta di borghi, chiese, musei e territori. Dal 13 aprile lungo un inedito percorso racconterà il modo con cui gli artisti nei secoli hanno rappresentato e rappresentano la fede, avendo come riferimento alcune delle città d’arte italiane custodi di inestimabili tesori. Le riprese e le nuove puntate di “Le ragioni della speranza”, regia di Maria Amata Calò, testi di Carmela Redatti, e consulenza di Tomaso Strinati, storico dell’arte, programma prodotto da Laura Misiti e don Gianni Epifanni, cominciano da Bergamosabato 13 aprile (“I discepoli di Emmaus” di Arcobas a Torre de’ Roveri), cui seguiranno (20 aprile) i mosaici tardo-antichi del mausoleo di Galla Placidia (“Il Buon Pastore) a Ravenna; quindi Il “Cristo re” di Lorenzo Lotto (27 aprile) all’oratorio Suardi di Trescore Balneario (Bergamo); poi il 4 maggio il grande labirinto della Masone, nel Parmense, quale allegoria della vita; l’11 maggio, in Svizzera, nel Canton Ticino, la cappella di S. Giovanni Battista, a Mogno, opera dell’architetto Mario Botta; il 18 maggio, a Venezia, nella chiesa di S. Maria della Salute, la “Pentecoste” di Tiziano; quindi “La Trinità” di Guido Reni, il 25 maggio,  conservata a Roma nella chiesa della Trinità dei Pellegrini; infine, l’1 giugno, ricorrenza del Corpus Domini, San Cristo, a Brescia, prima chiesa al mondo dedicata esclusivamente all’eucaristia.

Monsignor Dario Edoardo Viganò, che condurrà le puntate di “Come gli artisti rappresentano la fede”, sacerdote ambrosiano, ordinato dal cardinale Carlo Maria Martini nel 1987, è vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, docente incaricato di etica e deontologia dei media all’Alta scuola di specializzazione in comunicazione dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e docente di semiotica del cinema e degli audiovisivi e di semiotica e comunicazione d’impresa alla facoltà di Scienze della comunicazione dell’università Lumsa di Roma.




“La pace in ostaggio”, podcast di Vatican News su padre Maccalli e il suo cammino di riconciliazione

È online nella sezione podcast di Vatican News il primo episodio dedicato a padre Gigi Maccalli, missionario cremasco rapito in Niger nel 2018 e poi liberato due anni dopo in Mali. Un lungo sequestro nel quale maturare il perdono per i jihadisti che lo hanno rapito e la forte vocazione a lavorare per la pace. Un racconto che prende spunto dal suo ultimo libro “Liberate la pace – Per vedere oltre i confini. Un missionario rilegge il suo rapimento nel Sahel”.

 

Ascolta la prima puntata del podcast di Vatican News:
Ep. 1 – Ostaggio (27 marzo 2024)

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2024/03/26/13/137834974_F137834974.mp3

 

Nel podcast, composto da quattro episodi, si racconta la vicenda del rapimento del missionario, intrecciandola con le testimonianze raccolte allora dalla Radio Vaticana. L’emittente del Papa ha anche avuto un ruolo nel percorso di padre Gigi perché, grazie ad una radiolina cinese, lui ha potuto ascoltare la Messa di Pentecoste del 2020 e l’omelia di Papa Francesco.

Lì ho vissuto, dopo mesi e mesi di aridità spirituale, ho sentito la parola di Dio, ho sentito il Papa darne la spiegazione e mi ha aperto il cuore è stato veramente un respirare ossigeno, è stato acqua fresca per il mio cuore arido e io ne sono riconoscente a Radio Vaticana di questo, di avere così lanciato sulle onde questo messaggio che ha attraversato il deserto e mi ha raggiunto. Io mi sono sentito in San Pietro, nella basilica del Papa e al tempo stesso nelle periferie. È stata un’esperienza di comunione molto particolare.

Quello che racconta padre Maccalli tocca profondamente perché con verità mette a fuoco la sua “conversione religiosa”, la definisce così, che inizia nel silenzio del deserto, continua nella spogliazione di sé, nel trovare che “la preghiera è disobbedire alla solitudine”. Proprio nel deserto riesce anche a celebrare la Messa.

Io mi appartavo ogni domenica su quello che ho chiamato l’altare di sabbia, lontano dallo sguardo dei mujaheddin e mi soffermavo su un Vangelo. Aprivo il mio cuore, una preghiera di intercessione a 360 gradi, portando volti, persone, situazioni che ho nel cuore, meditando un Vangelo. E poi il momento della consacrazione io misuravo queste parole: non avevo con me né pane né vino ma “Signore, questo è il mio corpo ferito. Questo è il mio cuore spezzato. Non ho altro da offrirti”. Ecco, io misuravo in queste parole l’offerta della mia vita. Ciò che io ho studiato, ciò che io in teologia ho approfondito, ne ho fatto l’esperienza come la Messa non sia qualcosa che il prete fa, non è una memoria semplice di un passato, ma è questa offerta che si attualizza in quello status. Io, in quel deserto, in quella prigionia ho offerto me stesso e ho dato la mia vita, tutto ciò che avevo. Questo era il senso della mia Messa in quel deserto.

Dalla preghiera nasce il perdono che, confessa padre Gigi, non è stato immediato. “Ho fatto due quaresime, ho fatto il cammino della croce ogni venerdì di queste due quaresime, meditando le sette parole di Gesù in croce, tra cui questa del perdono. Queste hanno scavato dentro di me fino alla decisione di non portare rancore, di non provare odio, ma provare a perdonare come il Cristo fa sulla croce. Io ho perdonato e mi sento profondamente in pace”. Missionario di pace, è quello che oggi si impegna a fare, perché la pace, scrive, è una parola “fragile e sacra”.

Non solo dobbiamo parlare di pace. È la porta del futuro quella pace che nasce da questo oltre, da questo incontro con questo Dio che è altro rispetto a quanto noi abbiamo forse pensato di lui, immaginato di Lui. È la sola e unica strada per costruire un mondo di fraternità. Ma non banalizziamo questa parola “pace”, è troppo sacra e troppo importante. Io credo che il Signore ci sta chiamando in questo tempo a scoprire qualcosa di veramente fondamentale per costruire questo mondo nuovo, un mondo di pace, che è quello di incontrarci, ascoltarci, perdonarci, vivere da fratelli, non disumanizziamo la nostra vita, cerchiamo una creatività nuova in cui poter costruire relazioni nuove che saranno intonate a questo shalom che è armonia, armonia di rapporti, armonia con se stessi, armonia con Dio, armonia con il creato.

Tutte le puntate del podcast sono disponibili al seguente link: www.vaticannews.va/it/podcast/rvi-programmi/la-pace-in-ostaggio.html

 

Ep. 2 – Pellegrino (3 aprile 2024) – Podcast di Vatican News

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2024/04/02/10/137867383_F137867383.mp3




Deceduto don Luigi Panzera, originario di Casirate e dagli anni ’80 in servizio in Diocesi di Trento

È morto nella notte tra il 21 e il 22 marzo all’ospedale Santa Chiara di Trento don Luigi Panzera, sacerdote 82enne originario di Casirate d’Adda che, dopo i primi anni di ministero in diocesi di Cremona, dove era stato ordinato, dal 1979 era incardinato in Diocesi di Trento. I funerali saranno celebrati lunedì 25 marzo alle 14.30 a Calavino (Tn), in valle dei Laghi, dove risiedeva. La salma sarà quindi trasferita martedì 26 marzo a Casirate, suo paese natale, dove alle 14.30 in chiesa parrocchiale ci sarà l’ultimo saluto, quindi la processione verso il cimitero.

Nato a Casirate d’Adda il 24 giugno del 1941 da una famiglia contadina, cresciuto insieme ai sei fratelli e alla sorella alla Cascina Ronchi, dopo gli studi teologici presso il Seminario Vescovile di Cremona, è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1969 nella Cattedrale di Cremona insieme ad altri otto confratelli, tra i quali don Pierluigi Pizzamiglio deceduto solo pochi giorni fa. Dopo aver iniziato il proprio ministero come vicario a Pieve d’Olmi, per motivi di salute si trasferì in Trentino dove, una volta ristabilito, decise si rimanere.

La sua prima esperienza pastorale nella diocesi trentina è stata nella parrocchia cittadina del Santissimo Sacramento come cappellano di don Alfredo Bertolini negli anni del dopo Concilio, dal 1975 al 1980: don Luigi era ancora ricordato dai tanti giovani che animavano allora la vita parrocchiale. Nel 1979 era stato incardinato nella diocesi di Trento.

Dopo un anno alla guida della parrocchia di Bosentino (1980-1981) e due anni di catechista nelle scuole trentine (1981-1983), don Panzera è stato parroco in valle dei Laghi a Stravino e Pergolese (1988-1990), poi nelle comunità giudicariesi Bondo e Breguzzo (1990-1994), per tornare infine in Valsugana, prima a Caldonazzo (1994-2002) e poi a Centa S. Nicolò (1996-2002). Infine, la parrocchia di San Giuseppe a Riva del Garda dove lo stile affabile e generoso di don Luigi è stato apprezzato per molti anni, dal 2002 al 2016.

Dal 2016 era tornato ad abitare in valle dei Laghi, a Calavino, dove prestava servizio come collaboratore pastorale nelle sette comunità.




Gli auguri a Francesco nell’11° anniversario dell’elezione al Soglio pontificio

“Buonasera, gioia, Vangelo, misericordia, amore, famiglia, giovani, fratellanza, Creato, riforma, Chiesa”: sono le “undici parole con cui vogliamo rileggere i suoi undici anni di pontificato e rivolgerle gli auguri delle Chiese in Italia”. È quanto si legge nel messaggio di auguri della Presidenza della Cei al Santo Padre in occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio.

“Buonasera – spiega il messaggio – è il primo saluto rivolto al mondo intero, segno di immediatezza e familiarità. Gioia è invito costante a testimoniare con il sorriso la radicalità della fede. Vangelo è incontro, ancora oggi e sempre, con il Signore che si dona. Misericordia è esperienza continua del perdono di Dio. Amore è il punto di congiunzione del nostro rapporto con Dio e con gli altri. Famiglia è il luogo dove s’impara ad amare e a uscire da sé stessi. Giovani: non una categoria, ma il presente della nostra storia. Fratellanza è la via da seguire per un futuro di pace e convivenza. Creato è la nostra Casa comune da salvaguardare contro le logiche predatorie. Riforma è la conversione missionaria cui siamo tutti chiamati. Chiesa è la comunità dei discepoli missionari che vivono il Vangelo”.

La Presidenza della Cei evidenzia: “Beatissimo Padre, ogni anniversario è occasione preziosa per testimoniare l’affetto verso le persone care, ma anche il momento in cui esprimere la propria gratitudine per i doni ricevuti nel tempo. Nel fare memoria di quel 13 marzo 2013 rinnoviamo dunque l’impegno ad annunciare il Vangelo in questa nostra storia. Siamo convinti che questo sia il regalo più bello che possiamo donarle: Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo!”.

I vescovi italiani assicurano: “Vogliamo essere, con la sua paterna guida, sempre più una Chiesa sinodale che cammina ‘in compagnia del Risorto, preoccupata non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale’”. Il messaggio della Presidenza della Cei si conclude così: “RinnovandoLe la gioia della nostra disponibilità, Le assicuriamo la preghiera delle Chiese che sono in Italia. Auguri, Santità”.

Gigliola Alfaro (AgenSir)




“Giovani In cammino”, gli oratori lombardi insieme per combattere il disagio delle nuove generazioni

Con il progetto “Giovani In cammino” finanziato da Regione Lombardia con risorse autonome e risorse del Fondo nazionale Politiche giovanili, anche quest’anno gli oratori della Lombardia rilanciano la sfida per combattere il disagio delle nuove generazioni. Un impegno che vede in prima fila la fitta rete degli oratori – oltre 2.300 – e che si articola in 120 interventi volti a offrire a ragazze e ragazzi percorsi formativi per stimolare l’aggregazione, la capacità di dialogo, lo sviluppo delle risorse umane e professionali, la conquista dell’autonomia fino all’ inserimento in un contesto sociale sempre più complesso.

Ripensare il sistema educativo e puntare sugli oratori come preziosi “centri di ascolto” e “ponti” tra la strada e la Chiesa, modellando sulle nuove necessità la loro tradizionale vocazione a intercettare bisogni e accompagnare la crescita dei giovani: questi i principi fondativi di “Giovani In cammino” promosso da ODL (Oratori Diocesi Lombarde) e da Regione Lombardia.

Sono quattro le direttrici specifiche del progetto. “Giovani Insieme”: l’oratorio come presenza continuativa dove attivare processi di partecipazione. “Giovani In campo”: lo sport attraverso le organizzazioni oratoriali come mezzo generativo di risorse e di valori. “Giovani In formazione”: sviluppare negli oratori capacità di condivisione e responsabilità attraverso occasioni di condivisione e responsabilità. “Giovani In dipendenti” (riservato ai più adulti): negli oratori individuare strumenti per sperimentare le prime forme di autonomia e di distacco dalla famiglia.

Un supporto determinante a “Giovani in cammino”, oltre all’impegno delle famiglie, è offerto dai giovani volontari ingaggiati come animatori che possono così aprirsi una strada professionale. Indispensabile naturalmente la messa in rete delle iniziative per attivare la collaborazione e la consapevolezza di tutto il territorio.

Divisi per Diocesi, Milano può già contare su 54 progetti. Seguono Brescia (17), Bergamo (14), Como (11), Cremona (7), Mantova (6), Pavia e Crema (3 per ciascuna Diocesi), Lodi e Vigevano (2 per ciascuna Diocesi).

«Gli oratori lombardi – commenta don Stefano Guidi, coordinatore ODL – proseguono con entusiasmo e passione la loro opera di evangelizzazione degli adolescenti e dei giovani. Il loro impegno si rende più delicato e decisivo proprio nei contesti più poveri di occasioni dove i giovani partono da una situazione di oggettivo svantaggio. Ma anche nelle realtà più ricche, in cui non mancano risorse economiche e ricreative, gli oratori aiutano l’intera società a riconoscere che l’amicizia non è un bene di consumo ma un impegno di responsabilità. desidero esprimere nuovamente la gratitudine degli oratori lombardi a Regione Lombardia per la collaborazione intelligente e fattiva che prosegue da tanti anni».

Spiega Lara Magoni, sottosegretario con delega Sport e Giovani di Regione Lombardia: «Siamo orgogliosi di aver sviluppato con ODL, anche quest’anno, il progetto Giovani in Cammino 2023/24.  L’oratorio è uno spazio unico in cui i nostri giovani possono riscoprire il valore della socialità e del confronto. Sostenere questa iniziativa si inserisce nel solco tracciato dalla L.R. 4/2022 “La Lombardia è dei giovani”, la cui visione è quella di promuovere, attraverso le reti dei soggetti più vivi e presenti sui territori, il protagonismo delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, elemento fondamentale per sostenerli e supportarli al meglio, rendendoli parte attiva della vita di comunità e contrastando eventuali situazioni di criticità». «Per Giovani in Cammino – conclude il sottosegretario – la Giunta Lombarda e ODL hanno messo in campo risorse rilevanti: 720mila euro, di cui 480mila euro di fondi regionali e 240mila a carico di ODL. Un impegno che evidenzia il sostegno e la fiducia di Regione alle attività delle diocesi lombarde e la vicinanza alle nuove generazioni, sempre più bisognose di luoghi sani in cui potersi trovare o ritrovare».

Disponendo del 40 per cento degli oratori presenti nell’ intero Paese, in un’epoca così avara di occasioni di socialità, la Lombardia può così contare, grazie alla loro diffusione capillare, su un patrimonio ancora ricco di potenzialità per far crescere insieme i giovani e riempire il vuoto di senso di tante realtà metropolitane.

Raffaele Biglia




Mons. Franco Sarzi Sartori nominato Prelato d’onore di Sua Santità

Nomina di prestigio per mons. Franco Sarzi Sartori, sacerdote piadenese in servizio a Roma dove dal 2007 è canonico del Pantheon e dal 2014 collaboratore della Nunziatura apostolica in Italia. L’onorificenza arriva proprio quale segno di stima e riconoscimento per il servizio che sta svolgendo per la Santa Sede.

Originario della parrocchia di Vho, oggi frazione del comune di Piadena Drizzona, don Franco Sarzi Sartori è stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1977. Il suo primo incarico è stato come vicario parrocchiale a Isola Dovarese.

Nel 1982 è iniziato il suo servizio fuori diocesi come cappellano militare: prima a Mestre e poi a Bassano del Grappa e a Milano. Nel 1990 il trasferimento presso il Segretariato dell’Ordinariato militare di cui dal 1994 al 1996 è stato segretario generale e cancelliere.

Successivamente ha svolto gli incarichi di cappellano capo della Scuola ufficiali Carabinieri (1996-1998) e cappellano della Guardia di Finanza a Milano (1998-2000) e a Roma (2000-2004), con una parentesi di servizio in Kosovo nel 2001, a seguito di una delle missioni all’estero.

Cappellano della Presidenza della Repubblica, al Quirinale, dal 2006 al 2014, ha svolto nuovamente l’incarico di cancelliere dell’Ordinariato militare tra il 2011 e il 2014.

Nel marzo 2009 è diventato cavaliere all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2011 commendatore all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.




IUBILAEUM25, una app per il Giubileo

È disponibile per il download l’applicazione mobile ufficiale del Giubileo 2025, “Iubilaeum25”. L’app, che renderà più agevole la registrazione agli eventi giubilari, potrà essere scaricata da App Store per iOS e da Play Store per Android.

Tramite l’applicazione, disponibile in sei lingue, si potrà accedere a tutte le ultime notizie sul Giubileo, iscriversi come pellegrino all’Anno santo e ottenere gratuitamente la Carta del Pellegrino. Una volta registrati sul portale ciascuno potrà iscriversi anche agli eventi giubilari e ai pellegrinaggi alla Porta Santa.

Navigando grazie al menù intuitivo e semplice, l’utente potrà salvare gli eventi a cui è interessato, accedere più velocemente alla propria area personalizzata e disporre del Qr code univoco per l’ingresso alla Porta Santa.




Settimana sociale dei cattolici, una WebApp per informarsi ed essere protagonisti

Uno strumento facile, utile e social per essere aggiornati sulla 50ª Settimana Sociale e diventarne sempre più protagonisti. È disponibile la WebApp Settimane Sociali, piattaforma accessibile da smartphone e computer, che consente di avere informazioni e materiali riguardanti l’appuntamento in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024, ma anche di gestire attività, gruppi ed eventi. L’obiettivo del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali è quello di favorire un coinvolgimento più ampio possibile di parrocchie, diocesi, gruppi, associazioni, movimenti, giovani ma anche istituzioni, imprese, pubbliche amministrazioni e quanti, a vario titolo, hanno a cuore la democrazia e la cura del bene comune. Il tutto attraverso una modalità digitale, nella prospettiva indicata dalla Relazione di sintesi della prima Sessione del Sinodo dei Vescovi: “La cultura digitale non è tanto un’area distinta della missione, quanto una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea. Per questo riveste un significato particolare in una Chiesa sinodale”.

Del resto, le rilevazioni della Banca dati Ipsos svolte a maggio 2023 su un campione di 1000 italiani maggiorenni confermano che Internet e i social vengono gestiti in maniera efficace da parte della Chiesa nella comunicazione ai fedeli per il 63% del campione intervistato: tale percentuale sale all’87% nel caso dei credenti più impegnati e, in ogni caso, non scende sotto il 39%, incidenza registrata tra chi non segue alcuna religione. Stando alla ricerca, soprattutto negli ultimi anni, i social network, i blog e le app hanno facilitato una maggiore vicinanza alle questioni legate a spiritualità e religione per il 40% degli intervistati, dato che sale al 45% per i millennials, mentre a essere maggiormente scettici sull’efficacia della comunicazione social da parte della Chiesa sono i baby boomers tra i quali la percentuale scende al 35%. Più fiduciosi sono invece gli over 75, il 67% dei quali è convinto che questi canali abbiano contribuito ad avvicinarli maggiormente alle questioni spirituali.

Attraverso la WebApp, disegnata e realizzata da SpazioUau e accessibile dal sito app.settimanesociali.it dopo aver aperto il proprio account, è già possibile creare gruppi di lavoro per la fase preparatoria come “Cantiere”, “Buona Pratica” e “Gruppo Spontaneo”. Si possono scambiare messaggi e informazioni, consultare le guide e compilare le risposte elaborate nel gruppo di lavoro. Da marzo si potranno visualizzare tutti gli eventi che si terranno durante la Settimana Sociale e ogni utente potrà iscriversi, riservando il proprio posto. Sarà possibile anche effettuare il pagamento della quota di partecipazione alle Settimane Sociali e verranno condivisi gli enti convenzionati, con la possibilità di accedere agli sconti. Inoltre, la piattaforma metterà a disposizione una mappa con tutti i punti di interesse: fermate delle navette, enti convenzionati, ecc. Ogni utente avrà un proprio badge digitale, con cui accedere a tutti gli eventi organizzati durante le Settimane Sociali. Un sistema di notifiche permetterà di mantenersi aggiornati su tutte le novità.  Nei giorni dell’incontro di Trieste, la WebApp sarà infine utilizzata dai delegati per svolgere le diverse attività in programma.




Diventare poveri per essere padri, gli esercizi spirituali dei sacerdoti del Pio X

L’accogliente Eremo Ss. Pietro e Paolo, all’inizio della Val Camonica, ha ospitato quest’anno un buon gruppo di presbiteri (una quarantina) delle diocesi lombarde di Crema, Lodi e Cremona. La settimana di esercizi spirituali, rivolta principalmente ai preti degli ultimi anni di ordinazione (Pio X) ha visto anche la presenza di preti più attempati, ma pienamente disponibili a inserirsi nel cammino con i giovani e ben contenti di farsi contagiare dall’entusiasmo ed esuberanza, contenuta spesso a fatica.

Il tema della settimana, guidata da mons. Gianpiero Palmieri, arcivescovo di Ascoli Piceno e vicepresidente della CEI per il Centro Italia, risultava all’inizio un po’ ermetico – “Diventare poveri per essere padri“ – e ha creato una certa curiosità. Le due meditazioni giornaliere proposte dall’arcivescovo hanno svelato velocemente il senso: come presbiteri si è stati scelti per essere padri, ma perché questo avvenga il Signore chiede una salutare “spogliazione“ dell’uomo vecchio, consapevoli delle sue ferite, del suo peccato e disponibili a farsi poveri con i poveri. Solo allora la grazia di Dio può creare un cuore totalmente nuovo capace di essere segno e strumento della tenerezza di Dio che desidera accompagnare con delicatezza alla consapevolezza gioiosa di essere figli amati immensamente dal Padre che è nei Cieli.

Oltre ai riferimenti biblici e ad alcune figure della Scrittura, mons. Palmieri ha utilizzato la sua ricca esperienza di prete, di formatore e di vescovo per aiutare i presbiteri a sentirsi costantemente sotto lo sguardo di Colui che ha scelto nonostante le debolezze, ma proprio in forza dell’umanità ferita, perché, una volta sanata dalla misericordia, racconti a tutti che il Signore è sorgente di vita nuova per  chiunque accetta di rinascere nello Spirito.

I momenti prolungati di silenzio vissuti contemplando le cime innevate, o sostando davanti all’Eucarestia, la serata di condivisione, dove ognuno ha potuto esprimere le proprie riflessioni con mons. Palmieri hanno reso ricca l’esperienza vissuta, come gli scorsi anni, in un clima di vera fraternità.

L’ultimo giorno, quando anche la raccomandazione al silenzio è venuta meno, si percepiva la consapevolezza di aver vissuto giorni di grazia, durante i quali il Signore ha parlato.

L’ultima intensa concelebrazione e la classica foto di gruppo, i saluti e gli arrivederci alla prossima, sono state le ultime tappe di un pur breve cammino di comunione con il Signore e tra preti di cui, si sente assolutamente bisogno.




Terra Santa, il 18 febbraio in tutte le chiese la colletta nazionale per esprimere solidarietà e partecipazione

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indetto per domenica 18 febbraio (I di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.

Scheda informativa

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Le offerte raccolte renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi, anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo.

«Caritas Italiana – spiega il direttore, don Marco Pagniello – è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a seguire l’evolversi della situazione, accompagnando le Chiese locali nell’organizzazione delle diverse iniziative per far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione».

La colletta del 18 febbraio rappresenta una preziosa occasione di sensibilizzazione e animazione delle comunità parrocchiali italiane.

In diocesi di Cremona, a seguito dell’escalation di violenza dello scorso ottobre, Caritas Cremonese ha aperto una specifica sottoscrizione attraverso la quale sostenere gli interventi di solidarietà attraverso la rete Caritas. Ciascuno può contribuire con un versamento sui conti intestati a Fondazione San Facio (donazioni deducibili) specificando nella causale Emergenza Terra Santa”:

  • conto corrente bancario
    IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
  • conto corrente postale
    n. 68 411 503

Oppure attraverso Caritas Cremonese:

  • presso gli uffici di Via Stenico 2B a Cremona
  • su conto corrente bancario
    IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305

Quanto raccolto domenica 18 febbraio nelle chiese delle diocesi di Cremona dovrà essere versato dalle Parrocchie entro la metà di aprile presso gli uffici amministrativi della Curia diocesana o gli uffici di Caritas Cremonese, in modo che possa essere fatto avere entro il 3 maggio a Caritas Italiana.