1

È tornato alla casa del Padre don Angelo Scaglioni

Il presbiterio cremonese affida al Signore della vita don Angelo Scaglioni, dopo un lungo percorso di grave infermità. Il sacerdote è deceduto all’età di 77 anni appena compiuti, dopo diversi giorni di ricovero nell’Hospice della Casa di Cura “San Camillo”, sulla via Mantova a Cremona.

Don Angelo Scaglioni è nato a Rivarolo Mantovano, classe 1942, ed è stato ordinato presbitero nel giugno del 1967. Fino al 1981 ha vissuto il suo ministero tra i giovani della parrocchia di Cristo Re, a Cremona, come vicario parrocchiale. Ha ottenuto la Laurea in Teologia Biblica. Nominato parroco di Paderno Ponchielli dal 1981 al 1989, ha successivamente servito il Vangelo e la sua gente nella parrocchia cittadina di S. Antonio Maria Zaccaria, fino al 2017, quando la malattia l’ha costretto a rinunciare alla parrocchia per risiedere nella struttura “La Pace” di Cremona.

La camera ardente è stata collocata presso il Seminario vescovile di Cremona dove, mercoledì 6 novembre alle ore 21, si terrà la Veglia di preghiera.

Le esequie saranno presiedute dal vescovo Napolioni nella Parrocchia S. Antonio Maria Zaccaria, nella chiesa interna al Seminario vescovile alle ore 15 di giovedì 7 novembre.

Dopo la celebrazione la salma di don Angelo verrà traslata presso la chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano.

Il giorno seguente, venerdì 8 novembre, alle ore 9.30 la tumulazione nel Cimitero di Rivarolo Mantovano.

 




Martedì sera al Centro pastorale diocesano incontro pubblico con il direttore di Avvenire

Nell’ambito della Giornata diocesana del quotidiano “Avvenire”, l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali promuove nella serata di martedì 5 novembre un incontro pubblico con il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio. L’appuntamento è dalle 20.45 presso il salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona (via S. Antonio del Fuoco 9A).

La serata – che sarà moderata dall’incaricato per le Comunicazioni sociali don Enrico Maggi e vedrà la presenza del vescovo Antonio Napolioni – potrà essere seguita anche in diretta streaming sul portale internet www.diocesidicremona.it e attraverso gli strumenti social della Diocesi: la pagina Facebook e il canale YouTube.

L’incontro è rivolto in particolare a quanti vorranno approfondire il servizio all’informazione svolto dal quotidiano “Avvenire” nel panorama della stampa italiana.

“Leggere Avvenire” è non solo il titolo della serata di ascolto e confronto, ma soprattutto un’occasione per tornare a motivare convintamente la proposta editoriale del giornale promosso dalla Conferenza episcopale italiana. In questi ultimi anni le trasformazioni della comunicazione digitale e la crisi nel settore della carta stampata hanno profondamente mutato l’orizzonte informativo. La voce di “Avvenire” continua a distinguersi e a provocare dibattito, scegliendo di offrire la narrazione del nostro tempo con un suo stile, marcato e autorevole.

L’incontro con il direttore Tarquinio è un interessante appuntamento in particolare per coloro che nelle parrocchie si dedicano a servire la comunicazione o a quanti, semplicemente, desiderano meglio comprendere il tempo in cui viviamo.

Oggi la Giornata diocesana di Avvenire




Oggi la Giornata diocesana di Avvenire

Domenica 3 novembre la Chiesa cremonese celebra la Giornata diocesana di Avvenire, annuale occasione per porre all’attenzione delle comunità cristiane questo importante strumento di comunicazione, voce della comunità ecclesiale italiana. Come consueto, nel contesto di questa Giornata, in molte parrocchie si svolge una distribuzione straordinaria del quotidiano. Circa 2.500 le copie di Avvenire che oggi saranno diffuse in quasi un centinaio di parrocchie.

 

Le rivendite parrocchiali

Questo momento di sensibilizzazione, in una ventina di parrocchie continua, però, durante tutto il corso dell’anno grazie alla presenza di rivendite parrocchiali domenicali ormai consolidate. Oltre alle città di Cremona (in parrocchie e case di di cura), da segnalare realtà periferiche quali Castelleone, Soresina e Pieve d’Olmi, ma anche – pur se con numeri più ridotti – Vescovato, Rivolta d’Adda, Sospiro, Vailate e Pandino. Significativa anche la diffusione attraverso abbonamento, anche per la sola edizione domenicale (che contiene le due pagine dedicate alla vita ecclesiale diocesana). In questo caso particolarmente apprezzata la possibilità di ritirare il giornale presso una qualsiasi edicola del territorio, ovviando così ai ritardi di consegna riscontrabili con il recapito postale. Senza dimenticare, infine, la possibilità di abbonamento web.

 

L’incontro di martedì con Tarquinio

Quest’anno, proprio nell’ambito della Giornata del quotidiano, l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali promuove una serata particolare aperta a tutti quanti vorranno approfondire la funzione informativa di Avvenire nel panorama della stampa italiana e conoscerne da vicino il cuore della redazione: martedì 5 novembre alle 20.45 presso il Centro pastorale a Cremona si terrà infatti una serata di ascolto e dialogo con Marco Tarquinio, direttore del quotidiano di ispirazione cristiana, ospite dell’Ufficio.

“Leggere Avvenire” sarà non solo il titolo della serata di ascolto e confronto, ma soprattutto un’occasione per tornare a motivare convintamente la proposta editoriale del giornale promosso dalla Conferenza episcopale italiana. In questi ultimi anni le trasformazioni della comunicazione digitale e la crisi nel settore della carta stampata hanno profondamente mutato l’orizzonte informativo. La voce di Avvenire continua a distinguersi e a provocare dibattito, scegliendo di offrire la narrazione del nostro tempo con un suo stile, marcato e autorevole. L’incontro con il direttore Tarquinio può essere un interessante appuntamento da diffondere e proporre ai laici che nelle comunità cristiane si dedicano a servire la comunicazione o a quanti, semplicemente, desiderano meglio comprendere il tempo in cui viviamo.

Locandina dell’incontro

 

Il quotidiano in classe

Da diversi anni il progetto nazionale «Il quotidiano in classe» permette agli alunni di ottenere gratuitamente in aula diversi quotidiani, da leggersi con il sostegno del docente di Lettere. Un approccio nato nel 2000, che continua a interpellare insegnanti e studenti sul valore della lettura di un giornale locale o a tiratura nazionale durante le ore di lezione.

Un’occasione per interrogarsi sull’attualità italiana e internazionale con l’aiuto del docente. Anche l’Istituto di istruzione superiore «Romani» di Casalmaggiore, circa quindici anni fa, ha aderito a questo progetto, coinvolgendo dalle quattro alle sei classi per anno.

«Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa – dichiara la professoressa Cristina Zanoni, referente del progetto – per stimolare i ragazzi alla lettura, per abituarli alla riflessione su argomenti di carattere generale, per approfondire temi di interesse sociale, per effettuare esercizi di scrittura, riscrittura e sintesi».

Riflessione, approfondimento, sviluppo della capacità critica di «L’ lettura del contemporaneo. Questi alcuni degli obiettivi perseguiti. A cui va aggiunto il tentativo di riesumare e caldeggiare la zona più empatica che ogni giovane possiede, anche se spesso sedata in pratiche di disattenzione e noncuranza. Questo lo scopo per cui anche durante l’ora di religione al Romani si propone agli studenti di utilizzare la lettura di un quotidiano considerato adatto per approfondire temi di attualità, trasmettendo al contempo la capacità di comprendere i fatti che fanno la storia, nel senso letterale del termine. Questo giornale è Avvenire.

«Trovo che l’utilizzo di Avvenire a fini didattici – racconta Sara Pisani, docente di religione – abbia apportato un valore aggiunto alle mie lezioni. Avvenire mi aiuta nell’affrontare i fatti che succedono nel mondo con uno sguardo diverso, più completo, che va dalla consapevolezza degli orrori della guerra alla promozione della speranza che parte dal dialogo».

Una delle classi coinvolte quest’anno dalla professoressa Pisani è stata la classe quinta A del liceo di Scienze applicate, che ha approfondito il tema dell’etica ambientale legata ai cambiamenti climatici leggendo Avvenire online (altra modalità molto utile per la sua praticità). «L’utilizzo di questo giornale – sostiene lo studente Michele Incerti – ha permesso un maggiore approfondimento di temi lontani e allo stesso tempo molto vicini a noi, quali gli incendi in Amazzonia e le ragioni che hanno portato storicamente a questa situazione. Penso che questo sia utile e coerente con l’attività scolastica, anche in vista del nuovo esame di Stato, nel quale saranno poste domande di cittadinanza e Costituzione».

L’uso del quotidiano in classe permette anche di apprendere la struttura di un testo giornalistico, che raramente compare nei libri scolastici, avvicinando i giovani lettori a strategie di studio del tutto particolari, quali la “flipped classroom” e il “cooperative learning”. E Avvenire, in particolare, permette ai ragazzi di comprendere come una diversa lettura della storia e del presente, orientata dalla fede cristiana, possa rivelarsi ricca e profonda oltre ogni aspettativa.

 

L’archivio delle pagine diocesane su Avvenire



Il direttore di Avvenire Tarquinio: tutto il senso di fare oggi un quotidiano cattolico (VIDEO)

Che senso ha fare un giornale oggi? E fare un “quotidiano di ispirazione cattolica? A queste domande, urgenti non solo per chi fa informazione, ma per tutte le comunità cristiane che oggi vivono nella società dell’iper-connessione, ha dato una risposta competente e appassionata Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ospite della serata organizzata al Centro pastorale dall’Ufficio delle Comunicazioni sociali in occasione della Giornata del Quotidiano, celebrata in diocesi domenica 3 novembre.

Ad introdurre la serata il vescovo Antonio Napolioni, che ha colto l’occasione per rivolgere il suo ringraziamento per l’impegno della Chiesa italiana nell’ambito della comunicazione nazionale che si manifesta proprio attraverso Avvenire e la sua lettura – osserva il vescovo – sapiente, umile, coraggiosa e approfondita della realtà”. Monsignor Napolioni sottolinea in particolare lo stile di cui il quotidiano della Cei si fa portatore nel panorama di un’informazione che manipola e divide: “Uno stile di obiettività, che tiene vive l’attenzione su fatti spesso dimenticati e allarga il nostro sguardo sul mondo. Per un servizio – conclude il vescovo – non solo di comunicazione ma di comunione”.

E’ poi don Enrico Maggi, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali, a presentare il direttore Tarquinio che risponde alla sollecitazione del ruolo di Avvenire e della informazione cattolica oggi: “Siamo in un tempo di cambiamento, in cui l’informazione è pervasiva: che senso ha oggi uno strumento che organizza l’informazione, quando le notizie arrivano da ogni lato”. La domanda iniziale parte dall’osservazione di una realtà in cui sembra finito il tempo della mediazione, in cui politici e potenze economiche parlano direttamente al pubblico: “Ma fare un giornale – risponde il direttore Tarquinio – è dare un senso a un giorno di vita nel mondo: che significa non scegliere o non subire solo ciò che ci rafforza nella nostra opinione”.

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/423171841680132/

 

L’informazione professionale, qualificata, ha così la funzione di “pietra d’inciampo”: “Magari non cambi il tuo avviso, ma ti fa pensare”.

Noi siamo il paese che sembra raccontare solo il suo lato oscuro: “Il 54% delle notizie sono di cronaca nera. Eppure nell’oscurità di questa narrativa che distorce la nostra percezione, si può trovare uno sguardo luminoso”. E’ questa la sfida di Avvenire e di chi crede in un’informazione “a misura d’uomo”.

Portando esempi concreti (dalla sicurezza, alla famiglia, all’immigrazione, a fatti di cronaca e attualità politica…) il direttore invita a guardare la bellezza che sembra non avere spazio nei salotti televisivi: “C’è una grande rete di solidarietà in Italia – assicura – che non è un business, ma senza dubbio un grande affare per la struttura sociale del nostro Paese”.

Fare un giornale si tratta di riportare i fatti – continua Tarquinio – ma anche “leggere la filigrana che sta sotto ai fatti. Per questo noi non rinunciamo ad avere un’opinione chiara, quella che fa di noi un quotidiano di ispirazione cattolica”. Una appartenenza che non intende dividere, ma cercare una strada di unità: “I cattolici – fa notare ancora il giornalista – abitano in tutto il mondo”.

Non nasconde la fatica di fare oggi informazione, in una realtà complessa e frenetica. Ma indica anche la rotta precisa, quella ricordata da Papa Francesco “che ha invitato i giornalisti a lasciarsi dettare l’agenda dagli ultimi, dai poveri”.

Anche a costo di scegliere di stare “fuori dalla comunicazione mainstream”. Una scelta che però porta Avvenire ad essere il quarto quotidiano italiano per diffusione, e una voce autorevole nel dibattito nazionale. Una voce “schierata” dalla parte di quella che Papa Francesco ama definire “santità feriale”, che racconta la Chiesa e il mondo con un’identità precisa e uno sguardo laico: “Perché la CHiesa sia capita e conosciuta senza caricature anche da chi non ne è innamorato”.

Ma cosa vogliono i cattolici di Avvenire? Alla domanda di don Maggi, il direttore Tarquinio risponde citando un motto riportato nella gerenza del suo quotidiano: “La consapevolezza cambia il mondo”, perché – aggiunge – “quando le persone vedono le cose nella loro verità, capiscono cosa devono fare. Perché la realtà, compresa, è entrata nel loro cuore”.

Al termine dell’intervento spazio al dibattito con il pubblico in sala che ha proposto al direttore domande, osservazioni e riflessioni dettate da un condiviso affetto nei confronti del quotidiano delle nostre comunità.

 

Photogallery dell’incontro

 




«Non una semplice tradizione, ma una vera testimonianza di fede»

Nonostante il maltempo, anche quest’anno in tanti hanno voluto prendere parte alla preghiera di suffragio per i defunti che il vescovo di Cremona Antonio Napolioni nel pomeriggio di sabato 2 novembre ha presieduto presso il cimitero cittadino. Un gesto che, rinnovandosi di anno in anno, assume un vero e proprio senso di «testimonianza di fede». Per questo, al termine della celebrazione, monsignor Napolioni ha voluto ringraziare pubblicamente tutti i presenti e in particolare le famiglie che hanno portato anche i bambini, educandoli così, nel ricordo dei propri cari, al tema della morte e della vita vera.

La preghiera è stata vissuta sotto l’androne di sinistra rispetto al monumento centrale del cimitero, dove solitamente la celebrazione del 2 novembre si svolge. Un cambio di programma, dettato dalla pioggia, che in qualche modo ha permesso di «entrare nelle tombe», ha detto il Vescovo, che ha voluto sottolineare come la testimonianza di fede abbia creato nel corso delle generazioni questo luogo di profondo significato anche simbolico, essendo a forma di croce con al centro un ottagono, segno del «giorno nuovo», riproposto anche nella forma di molti battisteri.

Il brano evangelico del dialogo tra Gesù in croce e i due ladroni è stato lo spunto per la riflessione del Vescovo. La scena del Golgota – quale «tomba dell’umanità», essendo il «luogo del cranio» secondo la tradizione la tomba di Adamo, il primo uomo – diventa con il sacrificio di Cristo luogo di grazia, in quanto Cristo porta nel mondo la vita vera.

Proprio la croce diventa, nella scena evangelica, luogo di liberazione e salvezza. E addirittura della «prima canonizzazione della storia», ha affermato il Vescovo riferendosi alla promessa del Paradiso al buon ladrone. Da qui l’invito, N rivolto a tutti i fedeli presenti, a «non impedire a Dio di chiamarci in qualsiasi momento, sino all’ultimo» e a «non impedire a noi stessi di aprire gli occhi» nel momento della morte. «Guardate alla vita e alla morte nella vera luce», ha detto ancora monsignor Antonio Napolioni, che dal riconoscimento della morte di Gesù come di un innocente ha voluto ricordare come ancora oggi troppo dolore sia provocato dall’odio umano, in particolare nei confronti dei più deboli.

Dopo la preghiera per i defunti, prima della benedizione finale, l’aspersione da parte del Vescovo con l’acqua benedetta nel ricordo del Battesimo e l’incensazione delle tombe, invocando la gloria della risurrezione per quanti qui sono stati sepolti.

Accanto a monsignor Napolioni c’erano il vescovo emerito Dante Lafranconi e i sacerdoti della città. Tra i fedeli, in fascia tricolore, l’assessore Barbara Manfredini ha rappresentato l’Amministrazione comunale.

Photogallery




Progetto Bahia, un invito alla missione rivolto a tutta la diocesi

«Ora la nostra diocesi ha come una parrocchia in più, di cui essere tutti corresponsabili». Così si presenta il «Progetto Bahia», il nuovo cantiere di solidarietà, missione e scambio pastorale che si fonda sull’impegno missionario della Chiesa cremonese in Brasile, nella parrocchia di Cristo Risorto che si trova nella favela di Salvador, capitale dello stato di Bahia.

Il progetto, annunciato dal responsabile dell’Ufficio missionario don Maurizio Ghilardi al termine della Veglia missionaria in cui il vescovo ha conferito il mandato a don Davide Ferretti, il sacerdote cremonese che raggiungerà come fidei donum don Emilio Bellani nella parrocchia brasiliana, è un invito a tutti i maggiorenni che si rendano disponibili ad un’esperienza di servizio a Salvador de Bahia, ma anche una proposta concreta rivolta a tutta la diocesi: «La Chiesa cremonese avrà cura di far conoscere maggiormente la vita della comunità cristiana affidata ai nostri sacerdoti in Brasile, – si legge nella brochure di presentazione (scarica QUI il pdf) – promuovendo anche iniziative concrete di raccolta fondi e microrealizzazioni di solidarietà accessibili a parrocchie, gruppi, famiglie…

Il Vescovo di Cremona, con l’ausilio dell’Ufficio missionario diocesano, accompagnerà con attenzione lo sviluppo dell’esperienza, garantendo anche con le necessarie visite la verifica del cammino, in comunione con l’Arcivescovo di Salvador di Bahia e con gli altri soggetti interessati.

Tutto è iniziato con la presenza decennale di don Emilio Bellani e si arricchisce ora con l’invio di don Davide Ferretti presso la parrocchia di Cristo Risorto, in Salvador, nel quartiere “Novos Alagados”. La parrocchia bahiana è inserita nel contesto di una favela popolosa, nella quale si può sperimentare la vivacità e l’essenzialità di una comunità cattolica che vive il costante confronto con numerose chiese evangeliche e pentecostali. «Fare esperienza di servizio – scrive l’Ufficio Missionario –  in questo caso, non è andare per aiutare ma andare per crescere, conoscere e arricchirsi attraverso esperienze di vita concreta, attività manuali ed educative, ma soprattutto essere e sentirsi Chiesa davvero cattolica, con uno spiccato accento sulla missionarietà che dovrebbe contraddistinguerci anche nella nostra realtà quotidiana e abituale».

Le partenze per il Brasile, per singoli o gruppi di al massimo 8 persone, saranno organizzate nei mesi di luglio e agosto 2020 (iscrizioni entro il 30 novembre 2019) ma anche durante l’inverno (contattare l’Ufficio). Il periodo di permanenza a Salvador de Bahia è da concordare con l’équipe dell’Ufficio Missionario e le spese del viaggio sono a carico dei partecipanti.

Salvador de Bahia

La parrocchia di Cristo Risorto, fandata una trentina di anni fa, si trova nella favela di Salvador, capitale dello Stato di Bahia e principale teatro della cultura afro-brasiliana, nota al mondo per essere stata la città ad avere importato più schiavi dall’Africa per le piantagioni di canna da zucchero. Fondata nel 1549, Salvador è stata la prima capitale del Brasile. Sul territorio della parrocchi di Cristo Risorto si contano circa 35mila abitanti con una presenza cattolica del 30%.




Accoglienza festosa l’arrivo di don Davide Ferretti in Brasile (FOTO e VIDEO)

Don Davide Ferretti è arrivato a Salvador De Bahia. Le prima immagini dell’accoglienza ricevuta dal sacerdote cremonese fidei donum arrivano attraverso i social, condivise da don Emilio Bellani, che con i suoi parrocchiani ha accolto il confratello in aeroporto.

Dopo i canti e gli abbracci all’amico sacerdote tornato per rimanere dopo le tante esperienze estive, il giovani e le famiglie della parrocchia di Cristo Risorto, la grande parrocchia nel quartiere di Novos Algados posano sorridenti con i due sacerdoti cremonesi che li accompagneranno collaborando nella attività pastorale.

Don Davide ha ricevuto il mandato missionario dalle mani del vescovo Antonio Napolioni nella recente Veglia Missionaria e raggiunge dunque don Emilio rafforzando il legame di fraternità tra la Chiesa cremonese e la diocesi brasiliana che – attraverso il “Progetto Bahia” – vuole coinvolgere tutta la comunità diocesana in un «cantiere di solidarietà, di missione e scambio pastorale», segno concreto di quella «svolta missionaria» a cui Papa Francesco chiama la Chiesa.

 




Santi e Defunti: gli impegni pubblici del vescovo Napolioni

Si comunicano i prossimi impegni pubblici di S. E. mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona, in occasione della Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Defunti:

Venerdì 1° novembre – Solennità di Tutti i Santi

  • Alle ore 11 nella Cattedrale di Cremona il Vescovo celebra l’Eucaristia nella solennità di tutti i Santi. La liturgia, che sarà animata con il canto dal Coro della Cattedrale diretto dal maestro don Graziano Ghisolfi e accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali, sarà trasmessa in diretta televisiva su Cremona1 (canale 80 del digitale terrestre), in streaming sul portale diocesano www.diocesidicremona.it, sulla pagina Facebook e il canale YouTube della Diocesi.

Sabato 2 novembre – Commemorazione di tutti i fedeli defunti

  • Alle ore 8.45 nella Cattedrale di Cremona mons. Napolioni celebra l’Eucaristia nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti. La liturgia sarà concelebrata dal Capitolo della Cattedrale.
  • Alle ore 15 presso il Civico Cimitero di Cremona il Vescovo presiede la liturgia di suffragio per tutti i fedeli defunti, alla presenza dei sacerdoti della città.

Lunedì 4 novembre

  • Alle ore 18 nella Cattedrale di Cremona mons. Napolioni celebra l’Eucaristia per i Vescovi defunti.



Scuole diocesane, da novembre gli OpenDay per scoprire l’offerta formativa (calendario)

Inizieranno nel mese di novembre gli Open Day delle scuole paritarie diocesane. Giornate aperte per visitare le strutture, incontrare gli insegnanti e conoscere l’offerta formativa delle scuole che rientrano da quest’anno scolastico nel nuovo progetto di collaborazione tra gli istituti diocesani.

Ad aprire le loro porte a genitori e alunni saranno quattro scuole per l’infanzia sul territorio (Sant’Angelo, Castelleone, Casalmaggiore e Soresina), tre primarie (Canossa, Castelleone e Soresina), a cui si aggiungono il liceo scientifico, il classico e lo sportivo del «Vida » presso il Seminario vescovile, dove è attivo anche il centro di formazione professionale Sant’Agostino.

SCARICA QUI IL CALENDARIO DEGLI OPEN DAY

La decisione della Diocesi di unire le forze per un’offerta scolastica che valorizzi le specificità dentro un progetto educativo coordinato e condiviso nasce dunque dalla necessità di una più stretta collaborazione, pur nella conferma delle specificità e delle eccelleze di ciascun istituto, per una più completa ed efficace azione educativa.

Le scuole cattoliche diocesane continueranno a fare la loro parte senza rovesciare ciò che c’è, ma pure senza quella «fobia del cambiamento» a cui ha fatto riferimento il Papa parlando alle scuole cattoliche nell’Esortazione post–sinodale Christus Vivit. «Non si tratta – aggiunge don Marco D’Agostino, rettore del Seminario e presidente della cooperativa Cittanova – di uniformazione, ma è la scelta di camminare insieme su una strada che condividiamo». «Questo – aggiunge Roberta Balzarini, dirigente unica per le scuole diocesane – chiama in gioco anzitutto il mondo adulto per il superamento delle logiche dell’individualismo e per la ricerca di un rinnovato equilibrio tra educazione e conoscenza. Il nostro compito è dare ai nostri bambini e ragazzi gli strumenti per affrontare la vita». Per diventare grandi insieme.

Leggi di più sul progetto di coordinamento delle scuole diocesane

 




La Settimana della carità si fa rete sul territorio

Per la Settimana della carità è proposta una serie di incontri nelle cinque zone pastorali rivolta a operatori e volontari del settore caritativo. Tra gli obiettivi c’è quello di far conoscere meglio le voci del territorio al nuovo incaricato diocesano, don Pierluigi Codazzi, e proseguire nel lavoro di tessitura delle reti di solidarietà nelle comunità parrocchiali.

A tale proposito giova ricordare quanto emerso anche per la diocesi di Cremona nel rapporto “La comunità di cura nella metamorfosi del sociale”, promosso dalla Delegazione Caritas lombarda con il consorzio Aaster. Nel dossier, attraverso interviste a operatori e volontari dei centri d’ascolto, si riflette sulle modalità con cui le Caritas, a partire dall’incontro con i poveri, riescono ancora a incidere sulla vita delle comunità cristiane.

La lettura delle dinamiche macro-economiche del territorio cremonese presenta molte affinità con gli altri territori della bassa padana.

Lavoro (come fragilità strutturale di individui e nuclei familiari) e solitudine (come risultato della frammentazione sociale) sono indicati nel dossier come le principali problematiche con cui i centri d’ascolto territoriali si trovano ad avere a che fare nel loro rapporto con l’utenza.

La dinamica più preoccupante sottolineata dal focus group cremonese è che sia la povertà economica (fragilità) che quella relazionale (solitudine) non vengono risolte nemmeno quando si riesce a inserire l’individuo in un percorso lavorativo più o meno stabile.

Ragionando di questi temi è emersa una forte consapevolezza del corpo volontari cremonesi di come a volte sia proprio la carità che scade in assistenzialismo (seppur fatto in buona volontà) a creare e ricreare le situazioni di povertà negli individui e nelle famiglie. Ed è proprio per non diventare dei meri distributori di pacchi che i centri di ascolto del cremonese già da qualche tempo hanno iniziato un percorso che mette al centro del discorso la pedagogia, ovvero, l’insegnamento di una serie di strumenti cognitivi e materiali affinché le persone non ricadano in situazioni di fragilità.

Fra gli strumenti che emergono per realizzare questi obiettivi si trova la prossimità delle persone come concetto cardine. Una prossimità fisica che aiuti reciprocamente le persone a trovare un proprio percorso di autonomia anche attraverso il mutuo appoggio. Ma anche, e soprattutto, una prossimità relazionale che permetta d’inserire gli individui marginali in una rete da cui possano attingere risorse utili per il proprio percorso.

Dai centri di ascolto del Cremonese arriva una richiesta esplicita per un lavoro di inchiesta e ricognizione territoriale che dovrebbe svolgere la Caritas diocesana in quanto soggetto responsabile della detenzione della rete di relazioni e contatti da poter poi trasferire ai vari centri d’ascolto, che a loro volta la trasferiranno all’utenza. Un simile servizio va supportato con opportune reti, lunghe e corte, che sappiano informarlo delle dinamiche presenti nei territori di riferimento e supportarlo in tutte le iniziative che si vorranno intraprendere.

Incontri zonali

Nel mese di novembre, durante la Settimana della carità, si svolgono quest’anno gli incontri con gli operatori della carità, organizzati a livello zonale secondo il seguente calendario:

  • sabato 9 (ore 9.30-11.30) all’oratorio Maristella di Cremona per la Zona 3

locandina Zona 3

  • domenica 10 (ore 9-11) a Sospiro per la zona 4

locandina Zona 4

  • lunedì 11 (ore 20.45-22.30) a Bozzolo per la zona 5

locandina Zona 5

  • sabato 16 (ore 9.30-11.30) a Mozzanica per la Zona 1

locandina Zona 1

  • domenica 17 (ore 9-11) a Castelleone per la zona 2

locandina Zona 2

 

S. Omobono

Nell’ambito della festa patronale di sant’Omobono, il padre dei poveri, la Diocesi di Cremona vive la tradizionale Settimana della carità

Giornata dei poveri

Domenica 17 novembre 2019 la Settimana della carità si chiude nell’occasione della Giornata mondiale dei poveri, voluta da papa Francesco