1

Viaggi vietati in Terra Santa. Confermato il pellegrinaggio diocesano in Armenia e Georgia

«Il turismo e i pellegrinaggi stanno vivendo un momento difficile, come difficile e complicata è la situazione emergenziale di queste settimane». Lo scrive in una nota l’Ufficio Diocesano di Pastorale del tempo libero e dei Pellegrinaggi che rivolge un pensiero particolare «alla Terra Santa a cui ci è impedito l’accesso e alla inedita situazione che vieta l’ingresso in Israele ai pellegrini italiani e pensiamo anche a Lourdes e Fatima, desolatamente vuoti di presenze italiane» nonostante per i due santuari non siano attualmente in vigore limitazioni.

Augurando che  questa fase critica venga presto superata in modo tale da riprendere a pieno regime ogni attività, l’Ufficio «conferma» il Pellegrinaggio diocesano in Armenia e Georgia, che sarà presieduto dal Vescovo Antonio e che si terrà dal 28 agosto al 6 settembre.

Con la nota si dà diffusione anche la lettera degli incaricati regionali di Lombardia, Emilia e Veneto che esprime solidarietà agli operatori del turismo, gravemente danneggiati dalla congiuntura in corso.

Gli incaricati ecclesiastici per il turismo, delle regioni italiane più colpite dal Coronavirus, esprimono incoraggiamento e vicinanza agli addetti del settore. Le circostanze stanno affaticando questa filiera. Un augurio particolare è riservato pure ai pellegrini.

3 marzo 2020

C’è una direttiva ufficiale – per il diffondersi del Coronavirus – che mette uno stop a molte attività. E c’è pure una frenata ufficiosa, dettata da emotività soggettiva. L’ordinanza sarà temporanea. Più tempo, invece, richiederà la ripresa dei mestieri.

Agli operatori turistici

Tale situazione, per quanto è di nostra competenza, ci porta a condividere il momento difficile con tutti gli operatori del comparto turistico. Rivolgiamo loro, e alle loro famiglie, un pensiero grato ed un forte incoraggiamento.

I loro servizi – dai trasporti alla guide, dalla ristorazione ai tour operator – favoriscono i viaggiatori più diversi. Non è pertanto una categoria, bensì una filiera. L’impatto economico, di un flusso asciugato, mostra già i primi segni.

Quanti sono impiegati in questo settore, poi, normalmente presidiano il front desk della generale accoglienza. Una posizione che li porta ad essere – insieme ad altri – soggetti a maggior rischio di contagio sanitario. Per tanti motivi, allora, siamo loro vicini.

Ai viaggiatori dello Spirito

La riduzione dei movimenti turistici non interpella, però, solo l’economia. Comprime pure le esperienze dei «viaggi dello spirito». Sia quelli in entrata, nelle nostre regioni, sia quelli in uscita.

Basti pensare, ad esempio, alle città d’arte (ovunque, per lo più, «arte sacra»), agli antichi cammini, agli isolati monasteri e a quei luoghi scelti per ritrovare spazi di comunione con la famiglia. Tutte ricchezze dei nostri territori ora poco frequentati.

Neppure i pellegrini verso le mete classiche del mondo godono riparo. Santuari e luoghi santi – con modulazioni diverse – sono difficilmente raggiungibili o accessibili. La nostra preghiera è soprattutto per i malati. I primi a risentire di questo stallo. La solidarietà, poi, va a quanti li assistono, sia quando intraprendono un viaggio sia quando restano a casa. La carità è un precetto che vige – anche e soprattutto – nei momenti difficili. A ciascuno, il «pellegrinaggio di desiderio» porti gli stessi frutti spirituali di quello reale.

L’augurio per il futuro

In questo momento, ci piacerebbe poter fantasticare con voi sul futuro. Ancor più ci piacerebbe poter ripetere quello che Pietro disse all’uomo ripiegato: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!» (Atti 3, 6). Purtroppo, personalmente, difettiamo anche di questa forza.

Condividiamo volentieri però – confermando la disponibilità alla collaborazione – la speranza, non ipotetica, che ogni quaresima (quarantena) termina con la Pasqua di Resurrezione.

Massimo Pavanello

Incaricato Turismo – Conferenza Episcopale Lombarda  

Tiziano Zoli

Incaricato Turismo – Conferenza Episcopale Emilia-Romagna 

Fabio Mattiuzzi

Incaricato Turismo – Conferenza Episcopale Triveneto




La Quaresima inizia nella Cattedrale senza fedeli. Il Vescovo: «Torniamo all’essenziale» (Video, Audio e Foto)

Le campane hanno suonato da tutti i campanili della diocesi alle 18 in punto e la Chiesa cremonese si è unita in una rete di preghiera in un momento difficile e particolare della sua storia. L’emergenza sanitaria rende impossibile celebrare le Messe e, nel Mercoledì delle Ceneri, la Quaresima 2020 è iniziata con le chiese vuote. Dalla Cattedrale, però, la celebrazione presieduta dal Vescovo ha generato una rete di comunione.

Introducendo la celebrazione monsignor Napolioni si è rivolto ai tanti fedeli collegati attraverso la televisione e online. «Non avremmo mai voluto celebrare una liturgia così importante con tutte le chiese vuote, ma il Signore ci educa attraverso tutto ciò che accade, trasforma il male in bene».

Di fronte l’insolito scenario di navate completamente vuote, ad eccezione dei due lettori. In presbiterio i canonici della Cattedrale che hanno concelebrato e che hanno ricevuto dalle mani vescovo il segno delle ceneri. «Magari – ha aggiunto all’inizio della Messa il Vescovo – attraverso questo digiuno il Signore ci richiama all’essenziale. Al silenzio, alla preghiera in famiglia, a una riflessione sulla nostra precarietà e a ritrovare le vere ragioni di speranza nella nostra vita».

Il suono dell’organo del maestro Fausto Caporali e la voce di don Graziano Ghisolfi hanno accompagnato la liturgia.

«Quando la vita si fa complicata – ha esordito il Vescovo nella sua omelia – invoca dal profondo una parola che la salvi». Così ha introdotto il commento alle letture della liturgia «ricche – ha osservato – di coincidenze simboliche da interpretare correttamente».

Anche in un momento così difficile per tutti – ha ammonito il Vescovo – «corriamo il rischio di spaccarci». Il riferimento è ad alcune visioni, che trovano diffusione sui mezzi della moderna comunicazione, di «chi ritiene che tutto sia punizione di Dio, a rischio – commenta – di tradire la verità su Dio e di cadere nella superficialità». Così il perdono a cui richiama la Parola di Dio in questo tempo di preparazione alla Pasqua – ha aggiunto monsignor Napolioni – non lo dobbiamo chiedere «perché Dio allontani da noi un flagello», ma per essere salvati da quel «Gesù che ha condiviso la nostra vulnerabilità».

«Lui ci viene incontro» ha ricordato ancora e la riconciliazione è il rimedio più grande che ci viene offerto per vivere in «quella pace che è forza per affrontare le difficoltà». Le altre «medicine» per i mali del «non senso, della disperazione e del peccato» sono la preghiera, l’elemosina e il digiuno che il Signore – come dice il Vangelo – «vede nel segreto».

Così anche la situazione del tutto particolare di queste settimane senza celebrazioni pubbliche diventa «occasione propizia per restare nel segreto con il Padre». «La preghiera personale è altrettanto potente quanto la preghiera liturgica, e insieme fanno della Chiesa il corpo di Cristo che non vive solo nell’aula, ma nelle case, nei luoghi di lavoro».

Per cui – ha poi aggiunto con una battuta – «perdonatemi se mi vien da dire che un po’ mi affascina la celebrazione di stasera, sapendo che la state seguendo con il profumo del minestrone, con i bambini che giocano, in macchina o con il telefonino. È nella vita – ha concluso – che noi, nel segreto dobbiamo custodire l’essere figli del Padre attraverso la preghiera, la ricerca dell’essenziale e la condivisione».

A termine della celebrazione il Vescovo ha annunciato la messa in onda, a partire da giovedì 27 febbraio, in tv su Cremona1 e sui canali digitali della diocesi di Cremona, della trasmissione In casa con voi: una Quaresima “speciale”, un percorso quotidiano di preghiera guidata dallo stesso monsignor Napolioni a disposizione di tutti.

Photogallery della celebrazione

 




Il vescovo Antonio Napolioni in ospedale per accertamenti

A seguito di alcuni giorni di  febbre altalenante e di qualche difficoltà alle vie respiratorie, oggi pomeriggio, dopo alcuni esami clinici, il Vescovo Antonio Napolioni è stato ricoverato presso l’Ospedale Maggiore di Cremona per sottoporsi ad ulteriori accertamenti ed in particolare alla prova del cosiddetto “tampone”.

Il Vescovo ha commentato: «Dopo alcuni appuntamenti quotidiani “In casa con voi”, ora starò anche “In ospedale con voi”».

Come Chiesa Cremonese, già rattristata da lunghi giorni senza la celebrazione pubblica dell’Eucaristia, ci uniamo  in modo ancora più stretto e più fraterno, soprattutto nella preghiera,  al nostro Vescovo Antonio, ad alcuni confratelli sacerdoti ricoverati  e ai tanti fedeli e cittadini provati da questo tempo di emergenza sanitaria.

Ci sostenga nel cammino di questa Quaresima l’intercessione della Vergine Maria e di Sant’Omobono affinché ci sia data al più presto la gioia di intravvedere all’orizzonte la luce della Pasqua.

 




«Voglio ringraziarvi e rassicurarvi». Audio messaggio del vescovo Antonio dall’ospedale

Il vescovo Antonio Napolioni ha voluto far sentire la sua voce in prima persona parlando dalla stanza dell’Ospedale di Cremona, dove è ricoverato da venerdì sera nel reparto di Pneumologia dopo alcuni giorni di febbre e accertamenti che hanno evidenziato un interessamento polmonare. Poche frasi, un minuto di telefonata per ringraziare, rassicurare, invitare alla preghiera per tutti e augurare una buona domenica.

 

ASCOLTA LE PAROLE DEL VESCOVO

«In queste ore – dice – tantissimi, dalla diocesi di Cremona e dalle Marche, mi hanno manifestato la loro vicinanza e il loro affetto in questo momento di difficoltà. Voglio anzitutto ringraziarvi e rassicurarvi, perché le terapie sono iniziate e tutto procede secondo i protocolli desiderati».

Monsignor Napolioni è affidato alle cure dello staff medico del Unità operativa di Pneumologia guidata dal dottor Giancarlo Bosio. Nella mattinata di sabato 7 marzo è stato sottoposto al test del tampone, di cui sono ancora attesi gli esiti; nel frattempo la forma di polmonite virale diagnosticata è in fase di trattamento con ossigeno e terapia antivirale, come sta avvenendo per tutti i casi analoghi.

«Guardo avanti con fiducia – dice ancora il vescovo nel suo messaggio audio – soprattutto grazie alla preghiera di tutti, e alla preghiera per tutti: non solo per il Vescovo, ma per tutti i malati, per tutti i medici, per il personale che si prodiga straordinariamente e per tutta la collettività che ha bisogno di attraversare questo deserto per vivere una splendida Pasqua. Quindi  – conclude – buona domenica, anche dall’ospedale».

 

Il vescovo Antonio Napolioni in ospedale per accertamenti




Il comunicato dei vescovi lombardi: Messe senza fedeli fino a nuove comunicazioni e oratori chiusi fino al 15 marzo

La Conferenza Episcopale Lombarda ha inviato oggi, venerdì 6 marzo, un comunicato nel quale, esprimendo vicinanza a tutti coloro che sono colpiti e coinvolti da questa emergenza, rinnova le disposizioni relative a celebrazioni, luoghi di culto e oratori. Le celebrazioni con la presenza di fedeli sono sospese dall’8 marzo fino a nuova comunicazione, le chiese rimarranno aperte per la preghiera individuale e per l’incontro personale con i sacerdoti, si invita alla preghiera in famiglia e si dispone, analogamente a quanto avviene per le scuole, la chiusura degli oratori e delle relative attività educative fino a domenica 15 marzo.

“Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra”

Messaggio dei Vescovi lombardi

 

Milano, 6 marzo 2020

I Vescovi della Lombardia, in comunione con i Vescovi del Veneto e dell’Emilia-Romagna, a seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, confermano che nelle loro Diocesi per la domenica 8 marzo e per i giorni feriali successivi e fino a nuova comunicazione è sospesa l’Eucarestia con la presenza dei fedeli, mentre i Vescovi e i sacerdoti celebreranno senza il popolo.

La decisione, assunta in accordo con la Conferenza Episcopale Italiana, si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto del Consiglio dei Ministri con il quale si vuol definire il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del “coronavirus” ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.

La situazione di disagio e di sofferenza del Paese è anche la sofferenza di tutta la Chiesa. Per questo motivo, noi Vescovi, invitiamo i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici a continuare a tessere con passione i rapporti con la Comunità Civile e ad assicurare la vicinanza nella preghiera a tutti coloro che sono colpiti.

I medici, gli operatori sanitari e quanti avvertono con crescente preoccupazione le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico si sentano custoditi dalla nostra preghiera quotidiana e dall’Eucaristia che i Vescovi e i sacerdoti ogni giorno celebrano in comunione spirituale con le proprie comunità e a sostegno dei malati e di chi se ne prende cura.

La mancanza della celebrazione eucaristica comunitaria deve portarci a riscoprire momenti di preghiera in famiglia – genitori e figli insieme –, la meditazione della Parola di Dio di ogni giorno, gesti di carità e rinvigorire affetti e relazioni che la vita quotidiana di solito rende meno intensi.

Ci aiuta, in questo caso, il rito ambrosiano nel quale in ogni venerdì di quaresima vi è il digiuno eucaristico. Questo digiuno può suggerire a tutti i fedeli di riscattare dall’abitudinarietà la partecipazione alla Messa per desiderare di più l’incontro con il Signore nella stessa Eucarestia.

Resta fermo il fatto che le porte delle chiese rimarranno aperte durante il giorno per consentire la preghiera personale e l’incontro con i sacerdoti che, generosamente, donano la loro disponibilità per un sostegno spirituale che a tutti consenta di sperimentare che “il nostro aiuto viene dal Signore”.

Infine, tenendo conto delle disposizioni ministeriali circa la chiusura delle scuole, per quanto riguarda i nostri oratori, sentito il parere degli organismi pastorali preposti, confermiamo la sospensione delle attività fino al 15 marzo compreso e la chiusura degli spazi aperti al pubblico.

Su tutti invochiamo di cuore la benedizione del Signore.

+ Mario E. Delpini – Arcivescovo di Milano

+ Francesco Beschi – Vescovo di Bergamo

+ Marco Busca – Vescovo di Mantova

+ Oscar Cantoni – Vescovo di Como

+ Maurizio Gervasoni – Vescovo di Vigevano

+ Daniele Gianotti – Vescovo di Crema

+ Maurizio Malvestiti – Vescovo di Lodi

+ Antonio Napolioni – Vescovo di Cremona

+ Corrado Sanguineti – Vescovo di Pavia

                                                                         + Pierantonio Tremolada – Vescovo di Brescia




Nota dell’Ufficio di Pastorale della Salute per cappellani e assistenti nelle Rsa

In questa situazione di emergenza sanitaria l’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute guidato da don Maurizio Lucini trasmette una nota destinata a cappellani e assistenti delle strutture di assistenza sanitaria del territorio. Il 7 marzo sarà disponibile uno spazio per il chiarimento delle misure da adottare:

«Carissimi cappellani e assistenti spirituali,
l’emergenza del coronavirus pare non abbia una fine imminente, per tal motivo sono ancora poste in atto straordinarie misure per un contenimento adeguato del virus e per contrastare l’evolversi della situazione epidemiologica.
In particolare, per quanto ci riguarda come cappellani ospedalieri e assistenti spirituali delle RSA, assistiamo alla chiusura di alcuni reparti ospedalieri, anche per i famigliari, e alla chiusura delle RSA a tutti gli esterni, compresi i parenti.
Credo che tutto ciò porti ulteriore sofferenza psicologica ai degenti e agli anziani per cui diventa ancor più prezioso e doveroso il nostro servizio di consolazione, di assistenza spirituale e religiosa, nel rispetto ovviamente delle norme sanitarie imposte.Come poterci muovere all’interno delle strutture? E nelle stanze dei degenti? Come le diverse strutture hanno risposto a questa emergenza? Abbiamo qualche esperienza da poter condividere?
Per rispondere a queste domande e ad altre ancora e se lo ritenete opportuno vi aspetto sabato 7 marzo alle ore 10 presso la struttura di Villaflaminia a Cremona, dove sarà presente anche il senatore Walter Montini, presidente dell’Arsac (associazione delle Residenze assistenziali per anziani) di Cremona.  Auguroa tutti voi, nonostante i disagi presenti, una buona continuazione di ministero.
don Maurizio Lucini
Uff. di Pastorale della Salute ».




Lavorare… per il Regno di Dio e la sua giustizia. Messaggio del Vescovo per la Quaresima

Nel discorso della montagna, Gesù ci dice: «Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33), perché vuole liberarci dall’affanno del cuore, spesso schiavo delle cose, e coinvolgerci nella logica della Divina Provvidenza. Chi crede davvero nella Provvidenza non si disimpegna, non cade nello spiritualismo, davanti alle sfide della povertà e dell’ingiustizia non se ne lava le mani, ma – confidando in Dio e seguendo Gesù – si fa provvidenza per gli altri. I cristiani di Lombardia ne danno concreta testimonianza, da sempre e in tantissimi modi.

Il Papa, nella Evangelii Gaudium spiega che “la proposta del Vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio. E neppure la nostra risposta di amore dovrebbe intendersi come una mera somma di piccoli gesti personali nei confronti di qualche individuo bisognoso… si tratta di amare Dio che regna nel mondo. Nella misura in cui Egli riuscirà a regnare tra di noi, la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti. Dunque, tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali” (180).

La Quaresima ci chiama ad accogliere più profondamente l’annuncio del Regno e l’invito alla conversione del cuore e della vita. Traendone anche conseguenze sociali, perché ci sia pane e speranza per tutti, nel piccolo villaggio globale che oggi abitiamo. I Vangeli che ci conducono alla Pasqua rivelano la vita nuova di chi si è consegnato a Cristo, unico redentore dell’uomo e del cosmo: la Samaritana ritrova dignità e fede, il cieco recupera la vista, Lazzaro risorge dalla morte!

A noi è possibile declinare questa radicale energia di cambiamento nei rapporti umani, nella vita sociale, economica, politica. È compito di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, dei laici credenti e testimoni, delle famiglie e delle comunità, direi anche delle aziende, delle istituzioni e delle associazioni.

Nel mese di marzo, 2.000 giovani economisti di tutto il mondo si incontreranno ad Assisi, anche con il Papa, per disegnare una economia secondo lo stile di Francesco, solidale e sostenibile. Tra essi, alcuni giovani cremonesi saranno protagonisti.

Siamo tutti d’accordo nel riconoscere che l’urgenza prioritaria è quella del lavoro. Papa Francesco, in EG 192, scrive che “nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”. Ma innanzitutto occorre che il lavoro ci sia, per tutti, nelle diverse stagioni della vita. Facendo attenzione a non acuire l’emarginazione dei più deboli e svantaggiati. Diceva il Papa ai lavoratori di Genova nel 2017: “Chi perde il lavoro e non riesce a trovare un altro buon lavoro, sente che perde la dignità, come perde la dignità chi è costretto per necessità ad accettare lavori cattivi e sbagliati”.

Da tempo la Chiesa Cremonese è attenta a questa dimensione della carità, perché non ci si limiti all’assistenza e alla beneficenza, ma si attivino percorsi di promozione effettiva delle persone, anche attraverso l’attività della cooperativa Carità e lavoro. Ora abbiamo pensato di dare lo stesso nome ad un Fondo, che la nostra diocesi costituisce a partire da questa Quaresima, con lo scopo di sostenere l’inserimento o reinserimento lavorativo di persone fragili, in stato di disoccupazione, ad esempio giovani under 25 con titolo di studio non superiore alla licenza media, adulti over 50, donne con figli a carico. La Caritas Cremonese specificherà le modalità di gestione del Fondo, in sinergia con agenzie del territorio accreditate ai servizi al lavoro. Sin da ora faccio appello alle tante aziende sensibili, perché siano disponibili a provare l’inserimento (anche per tirocinio, formazione, ecc.) di nuovi lavoratori, con le facilitazioni e le tutele previste dal progetto.

Il Fondo sarà costituito a partire dalla raccolta di offerte nelle parrocchie in occasione della Quaresima di carità 2020, e potrà essere incrementato dalle donazioni dei fedeli e dei cittadini e dalle aziende stesse.

Il Signore Gesù ha dato la sua vita per introdurre nel mondo lo Spirito d’amore, la carità che dilata il nostro senso di giustizia. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia» (Mt 5,6), e che operano, ossia lavorano per essa, seminando così pace nel mondo, teatro del regno di Dio in divenire. La Quaresima ci convertirà veramente al Vangelo del Regno, se ci rimboccheremo le maniche da buoni operai della vigna del Signore, chiamando altri a lavorare nel campo. È il nostro lavoro… per il lavoro di tutti. Così, il bene ricevuto non si inceppa e ammuffisce, ma diventa bene donato, condiviso, con fiducia e gratuità.

Accogliendo insieme, come Chiesa e società, questo invito, potremo celebrare la Pasqua di risurrezione con una gioia tangibile, quella di aver permesso a qualche famiglia di festeggiarla con ritrovata dignità e fiducia nella vita. La vittoria della vita sulla morte, mistero di gloria che ci fa guardare con speranza verso l’eterno, purifichi e cambi il nostro sguardo anche sui problemi di quaggiù.

La preghiera ci tocchi nel profondo, là dove i sentimenti di Cristo possono e vogliono diventare i nostri.

 

Cari fratelli e sorelle, questo è quanto avevo scritto prima del diffondersi del virus che ora tiene in ansia e in casa molti di noi. Gesù ha fatto anche Lui la sua «quarantena», di lotta con il male, e ha vinto nutrendosi della Parola del Padre. Anche noi, privati momentaneamente della celebrazione eucaristica che ci fa Chiesa, siamo chiamati a vivere questo deserto come occasione di recupero del silenzio interiore. Della fame del Vangelo. Dell’intimità familiare. Di ciò che è essenziale nella vita. Scopriremo che la nostra fragilità è custodita dall’amore di Dio, pronto a riaprirci le vie della vitalità e della gioia.

Per condividere questo tempo, in cui penso a tanti bambini e anziani che restano in casa più a lungo, busserò discretamente attraverso i media per una sosta di riflessione e preghiera. Spero che vi risulti gradita.

La benedizione di Dio accompagni tutti, specie chi è più impegnato per farci superare questa prova e per alleviare le sofferenze degli altri.

Antonio Napolioni
Vescovo di Cremona

Scarica il testo in formato pdf




Carità è lavoro, per la Quaresima di carità 2020

In occasione della annuale iniziativa della “Quaresima di carità 2020”, con il progetto “Carità è lavoro” la Diocesi di Cremona promuove la costituzione di un fondo con l’obiettivo di sostenere l’inserimento o il reinserimento lavorativo di persone fragili che presentano uno stato di disoccupazione e alcune particolari fragilità: giovani under 25, over 50, donne con figli a carico.

La gestione è affidata a Caritas Cremonese, Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro e Fondazione San Facio onlus che, in sinergia con agenzie accreditate ai servizi al lavoro del territorio, valuteranno e selezioneranno i beneficiari, che potranno essere segnalati anche dalle comunità parrocchiali.

Il progetto “Carità è lavoro” sarà sostenuto dalle donazioni dei fedeli e dei cittadini e dalle aziende stesse: tutte le risorse raccolte durante la “Quaresima di carità 2020” verranno impiegate per finanziare la ricollocazione nel mercato del lavoro attraverso lo strumento del tirocinio, la formazione professionale e la ricerca attiva. Il tirocinio non garantisce l’assunzione, ma favorisce l’incontro tra il beneficiario e l’impresa che può gettare le premesse per un effettivo rapporto di lavoro.

 

Come sostenere il progetto:

  • conto corrente postale 68411503
  • conto corrente bancario (iban IT57H0515611400CC0540005161)

intestati a Fondazione San Facio Onlus e con causale “Quaresima di carità 2020”.

  • Caritas Cremonese (via Stenico 2B – Cremona)
  • Curia vescovile (piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria 5 – Cremona)
  • nelle parrocchie

 

Ulteriori informazioni scrivendo a caritas@diocesidicremona.it o contattando la Caritas allo 0372–35063.

 

Flyer           Locandina          Post social




Presentato il nuovo sito internet per l’accompagnamento pastorale degli universitari (VIDEO)

Il coordinatore diocesani dell’Area pastorale “In ascolto dei giovani” don Paolo Arienti e l’incaricato diocesano della Pastorale universitaria don Maurizio Compiani hanno lanciato in una conferenza stampa alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e del Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti il nuovo sito internet, in due lingue, per il supporto e l’accompagnamento degli studenti universitari iscritti agli atenei della città di Cremona.

Un rinnovato impegno per gli universitari

La presenza degli universitari iscritti a Cremona è in crescita e i numeri vedranno un ulteriore incremento nei prossimi anni accademici. Le sedi universitarie sono quattro, cui va aggiunto l’Istituto di liuteria, e custodiscono alcune eccellenze e competenze accademiche che fanno onore al territorio.

La Diocesi di Cremona ha desiderio di rimotivare e rilanciare un’attenzione specifica ai giovani iscritti negli Atenei cremonesi, forte della propria storia di accoglienza e proposta culturale, religiosa e spirituale.

A questo proposito si sono pensate alcune iniziative riassunte attorno a tre verbi/azioni – abitare, accogliere, evangelizzare – in ragione degli interessi e dei desideri evidenziati da quanti studiano a Cremona.

Dopo alcuni mesi di studio, ecco il primo passo comunicativo: una piattaforma web (in italiano e inglese) e alcuni strumenti social (Facebook e Instagram) con lo scopo di dichiarare una attenzione e una prossimità più strutturata, da costruire e implementare nel futuro, man mano che i numeri e i flussi si modificano e crescono.

La Chiesa cremonese, a partire dalla Zona pastorale 3, con le parrocchie e gli oratori della città di Cremona, è convintamente desiderosa di essere della partita e si è dotata di un gruppo di riflessione che ha aiutato a mettere a fuoco passaggi e attenzioni.

Ora si parte con una piattaforma (integrata anche con i servizi online del Comune di Cremona) e una segreteria disposta a seguire segnalazioni e richieste innanzitutto sull’abitare; poi seguiranno altre azioni condivise.

Il Progetto abitare è stato condiviso con le parrocchie e gli oratori cittadini e si è provveduto a diffondere adeguata informazione.

Partendo dalla propria esperienza personale maturata nella città d’origine, Camerino, piccolo centro urbano sede di importanti atenei, il vescovo Napolioni ha sottolineato come «l’università cambia il volto della realtà sociale» mettendo in circolo «pensiero, confronto, vita quotidiana… non solo per la presenza degli studenti, ma anche per quella dei docenti e di tutta la realtà accademica». L’augurio che il vescovo ha rivolto a Cremona è quello di una crescita «di questa ricchezza formativa, che faciliterà la vita dei giovani studenti, e attirerà giovani da altre realtà, attivando uno scambio che farà del bene a tutti».

Il sindaco Gianluca Galimberti ha dunque sottolineato la sinergia che sul fronte Universitario si è attivata tra Comune, Diocesi e altri enti istituzionali sul territorio: «Abbiamo deciso di metterci insieme per i giovani e l’università, perché una città vive se ci sono i giovani. E non c’è – ha aggiunto – possibilità di sviluppo di un territorio se non c’è conoscenza, ricerca, innovazione». Citando il nuovo Campus della Università Cattolica e i nuovi corsi di laurea attivati negli ultimi anni, il primo cittadino ha auspicato che «la città – ha concluso ringraziando il vescovo Antonio e i suoi collaboratori per la partecipazione – sappia cogliere l’opportunità che è anche economia, lavoro, cambio di mentalità».

È stato poi l’incaricato diocesano don Maurizio Compiani ad illustrare il percorso che la diocesi ha avviato per un rinnovamento della pastorale universitaria alla luce – ha spiegato – da un lato dell’incremento della presenza accademica in città, dall’altro del “Manifesto per l’Università” sottoscritto nel 2019 da Cei e Conferenza dei rettori: «C’è sempre stata una sorta di separazione tra le componenti laiche e quelle cattoliche nel mondo dell’Università – ha spiegato don Compiani – ma oggi si sono individuati elementi comuni su cui lavorare. Tra cui la promozione di eventi e occasioni di scambio e la condivisione di strumenti e protocolli locali per offrire servizi agli strumenti».

Uno strumento come il nuovo sito presentato nel dettaglio dall’incaricato diocesano di Pastorale giovanile don Paolo Arienti che – mostrando alcune delle funzionalità e illustrando le sezioni – evidenzia la natura del servizio pensato per i giovani universitari dalla accoglienza residenziale ai percorsi di accompagnamento spirituale.

Un servizio dettagliato e proposto in due lingue, italiano e inglese, anche grazie ai due diversi domini convergenti: universitaricremona.it universitycremona.com. La piattaforma offre tutto il contenuto della Pastorale universitaria cremonese, di concerto con la Pastorale giovanile e l’Area giovani ed è organizzato in sei macro-aree:

  • abitare
  • sapere
  • collaborare
  • lavorare
  • vivere
  • credere

Le sezioni sono pensate nell’ambito di una rete di servizi con le principali risorse culturali e istituzionali della diocesi e della città.

 

Il logo

Ideato dalla Diocesi di Torino nella sua matrice di base, il logo della Pastorale universitaria cremonese raccorda il richiamo al Vangelo e alla vita accademica con la città di Cremona e la sua Chiesa particolare, evocata dalle inconfondibili linee del Torrazzo. La denominazione è in doppia dicitura, italiano e inglese.




«Nel tempo dell’insicurezza, ritroviamo la certezza della fede in Dio»

Anche in questa seconda Domenica di Quaresima, con le porte delle chiese chiuse ai fedeli per le misure anti-contagio, i fedeli di tutta la diocesi di Cremona hanno potuto partecipare alla Messa attraverso il collegamento con la Cattedrale di Cremona. Con il vescovo Napolioni ricoverato in ospedale è stato il vescovo emerito Dante Lafranconi a presiedere la celebrazione, aperta da un pensiero rivolto ai tanti che vivono momenti di fatica per la malattia e al vescovo Antonio «che sentiamo vicino spiritualmente».

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/2625875951035233/

Nella sua omelia monsignor Lafranconi ha riletto la Parola di questa domenica alla luce della situazione particolare che le nostre città e le nostre comunità stanno vivendo in questo periodo di incertezza. «Qualcuno immagina il virus come un nemico in agguato – ha detto – che ti colpisce improvvisamente. La vita umana è segnata da insicurezze e per quanto l’uomo ricerchi sicurezze, quante volte l’insicurezza si fa strada nella nostra vita. Forse a noi cristiani domanda di mostrare la nostra fede in Dio. Che non non ti dà garanzie terrene, ma la sicurezza della sua Parola e del suo amore».

Come Abramo chiamato a lasciare la sua terra, e come i discepoli incerti di fronte alla nube del monte della trasfigurazione, dunque, anche noi sperimentiamo in questo cammino di Quaresima il momento della prova a cui risponde – ha aggiunto il vescovo emerito – « l’invito che arriva dalla parola di Dio: “Ascoltatelo”».

Pur nella mancanza delle celebrazioni comunitarie, monsignor Lafranconi ricorda che le chiese sono sempre aperte per la preghiera personale. «È bello vedere – ha osservato – le persone che si attardano in adorazione, con un libro in mano», o sentire le testimonianze di chi trova in questo “tempo libero forzato” una occasione per ritrovare il rapporto con Dio, nella preghiera domestica e nella lettura della Parola. Così – ha concluso «anche questa situazione può diventare motivo di rafforzamento della nostra fede».