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Nel fine settimana torna la rubrica televisiva “Giorno del Signore”

Con questo fine settimana riprende, dopo due mesi di stop forzato, la messa in onda della rubrica televisiva diocesana “Giorno del Signore”, a cura dalla testata giornalistica “TeleRadio Cremona Cittanova”.

Con una formula rinnovata e ospiti collegati, in questa prima puntata si rifletterà in particolar modo sulla “nuova” pastorale dettata dall’attuale situazione di emergenza. Ad aiutare la riflessione i collegamenti con il vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni, e l’incaricato per la Pastorale giovanile, don Paolo Arienti. Tra i racconti del territorio la telefonata del Papa a un giovane di Caravaggio e “il canto della domenica” proposto settimanalmente sui social dal gruppo che a Dosolo animava le celebrazioni festive.

Ad “affiancare” il conduttore, Riccardo Mancabelli, ci sarà il direttore dell’Ufficio comunicazioni, don Enrico Maggi.

Il commento al Vangelo, in questo tempo di Pasqua, è proposto da don Davide Schiavon.

“Giorno del Signore” riprende con orari di trasmissione un po’ modificati. Andrà in onda, infatti, in prima serata, alle 20.30, in contemporanea sulle emittenti Cremona1 (canale 80) e TelePace (canale 187 e sul satellite), oltre che sui canali web della Diocesi: il nostro portale, la pagina Facebook e il canale YouTube (dove è presente l’intero archivio delle puntate). Replica della trasmissione domenica alle 12.20 su TelePace e alle 12.30 su Cremona1.

 

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Igiene e sicurezza per riprendere il culto nelle chiese: ecco il kit per le parrocchie

Dal 18 maggio torneranno a essere celebrate le Messe con il popolo, per le quali sarà necessario – secondo il protocollo d’intesa sottoscritto da Cei e Governo italiano – adottare una serie di misure necessarie alla sicurezza dei fedeli. Per questo, anche in vista di una graduale riapertura degli ambienti delle parrocchie, la Diocesi ha disposto alcuni materiali informativi, un kit per l’igiene ed una colonnina dispenser a disposizione delle parrocchie che ne faranno richiesta scrivendo a segreteria@focr.it.

 

Brochure con la presentazione dei materiali, della colonnina dispenser e kit igienizzazione

 

In particolare è disponibile, da scaricare gratuitamente e stampare, il manifesto da apporre obbligatoriamente all’ingresso di ogni chiesa e con indicate le prescrizioni essenziali, secondo le indicazioni riportate nel protocollo Governo-Cei del 7 maggio 2020. Scarica la cartellonistica informativa obbligatoria per l’accesso alle chiese (cartello in pdf)

Non mancano poi ulteriori tipologie di cartellonistica. Su richiesta è possibile realizzare altri elementi personalizzati, anche di grandi dimensioni, su supporti rigidi o per esterni. Per informazioni e richieste scrivere a segreteria@focr.it.

 

Inoltre vi è la possibilità di prenotare una colonna dispenser che prevede alloggiamenti per gel igienizzante per le mani, guanti monouso e cestino per i rifiuti. Quota di partecipazione per le parrocchie: 25 euro. Sarà fornita la scheda di montaggio del totem, assemblabile da una sola persona in 5 minuti.

 

L’offerta per le parrocchie prevede anche un kit-base per l’igiene che comprende:
– n. 1 flacone di disinfettante spray da 750 ml
per disinfettare piani, leggii, porte, maniglie
– n. 1 tanica di disinfettante per pavimenti da 5 l (da diluire)
per pulire pavimenti
– n. 1 flacone di gel disinfettante per le mani
– n. 1 confezione di guanti usa e getta
– n. 30 mascherine
Sono fornite le schede tecniche da conservare e condividere con chi utilizzerà i materiali. Con il primo ordine sarà inviato un primo kit completo gratuito. È inoltre possibile ordinare altre quantità dei singoli prodotti scrivendo a segreteria@focr.it.

 

Tutte le informazioni e i documenti utili

 

 

Dal 18 maggio le Messe con il popolo: tutte le disposizioni da attuare in Diocesi

https://www.diocesidicremona.it/dal-18-maggio-tornano-le-messe-con-il-popolo-firmato-il-protocollo-07-05-2020.html




Separati e in nuova unione, l’incontro di preghiera saltato diventa occasione di meditazione per tutti (DOWNLOAD)

Lunedì 4 maggio, così come i prossimi 6 aprile e 2 marzo, a Cremona, Caravaggio e Viadana avrebbero dovuto svolgersi gli incontri di preghiera per persone separate, divorziate e in nuova unione. L’epidemia lo impedisce, ma senz’altro l’essere Chiesa non viene fermato dal virus. «Siamo infatti uniti – spiegano gli accompagnatori – nel camminare in questa sofferenza che ci fa ammutolire, sentiamo il sostegno della preghiera degli altri e per gli altri, vediamo anche tanto bene e sappiamo che Gesù, che ha camminato sulla via della croce condividendo ogni dolore, ci è vicino da Risorto e cammina con noi».

In questo senso arriva la proposta di valorizzare lo schema di la traccia di preghiera che era stata predisposta per l’incontro di marzo per invitare l’intera diocesi a un’occasione di riflessione e per approfondire il proprio incontro con Dio.

«Il trovare un momento, magari proprio stasera (4 maggio, ndr), per utilizzarla per la preghiera personale o familiare – spiegano gli organizzatori – può essere un modo come comunità diocesana per condividere il cammino con questi nostri fratelli e sorelle e cogliere come insieme siamo chiamati ad ascoltare il Maestro e a rispondergli nella particolarità della nostra vita, fatta di gioie, sofferenze, successi, fallimenti. L’ascolto condiviso e la preghiera reciproca possono essere una prima modalità di quella integrazione cui il Papa ci invita in Amoris Laetitia riferendosi alle persone separate, divorziate ed in nuova unione».

In questo periodo gli incontri sono sospesi ma si ricorda a chi vive queste situazioni che se desiderasse riprendere il proprio cammino di fede o interrogarsi sulla situazione affettiva che sta vivendo può telefonare al 370-3677183 o scrivere a separatiedivorziati@diocesidicremona.it.

Traccia dell’incontro di marzo




«Accompagnamoli alla libertà», il prof. Triani e le sfide per gli educatori (VIDEO)

Il professor Pierpaolo Triani, docente di pedagogia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è stato il protagonista dell’intervista promossa dall’Ufficio per la Pastorale giovanile della Diocesi di Cremona e trasmessa in diretta la sera di venerdì 9 maggio sui canali web e social diocesani. Durante l’evento, inserito nel percorso pensato come accompagnamento per gli educatori dal titolo «Io avrò cura di te», il professore, in un clima familiare e genuino, ha risposto alle domande suggerite tanto dal conduttore, l’educatore cremonese Mattia Cabrini, quanto dal pubblico a casa, andando a toccare svariate tematiche: dal rapporto con la corporeità alla didattica a distanza, oltre a molte altre questioni calde di questo tempo così anomalo e complesso.

 

Gli ultimi mesi, infatti, sono rimasti come congelati: lezioni, incontri, allenamenti sono stati dapprima procrastinati e successivamente sospesi, creando una sorta di squarcio temporale tra la promessa del rivedersi presto e il dubbio su quando poterlo fare. Questa spaccatura di oltre 10 settimane, tuttavia, può considerarsi fruttifica – suggerisce l’ospite della serata – nella misura in cui «ha portato ad assumere piena consapevolezza dei nostri limiti e della nostra fragilità e, soprattutto, a riscoprire che cosa sia davvero essenziale».

Il primo grande aspetto da considerare è senza dubbio l’impossibilità di vivere con pienezza la «materialità», ovvero la bellezza del comunicare «dal vivo» in uno spazio fisico, che non può essere chiaramente sopperita dall’utilizzo dei vari strumenti tecnologici, sebbene le relazioni possano comunque essere coltivate grazie ad essi. Non bisogna demonizzare né assolutizzare tali strumenti, osserva il professor Triani: la soluzione virtuale, laddove al centro si collochi il «fine educativo», cioè «promuovere alla libertà e alla responsabilità», senza rinunciare allo «stile educativo», si riassume nell’azione di «accompagnare».

Il fine e lo stile educativo sono i due punti cardinali per guidare bambini e ragazzi nell’affrontare questioni delicate, come il rapporto con il proprio corpo, con il corpo degli altri e con l’ambiente. Le modalità – riflette ancora l’esperto pedagogista – possono e devono essere differenziate per fasce d’età: nei confronti degli adolescenti è auspicabile costruire spazi di riflessività, di relazione e di dialogo per scandagliare le loro esperienze, mentre nel caso dei bambini la migliore strategia è dimostrare attenzione e cura, esaltando il coraggio dei più piccoli e sostenendoli in un percorso di graduale ritorno alla normalità. Tuttavia, la «normalità» alla quale si era abituati, che si costruisce anche e soprattutto nei grandi luoghi di aggregazione (quali scuole e oratori), sembra ancora lontana.

Allora il punto centrale – provoca il docente – è chiedersi, per esempio, come «fare oratorio senza stare in oratorio», ovvero come essere una comunità educante, che va incontro alle persone e che fa scoprire il Vangelo nell’incontro con l’altro, pur non vivendo un luogo fisico. Questo ragionamento si può estendere, evidentemente, anche all’universo scolastico: un ecosistema articolato e complesso, che ha rinunciato ai suoi spazi, ma non alla sua missione. Allo stesso modo nemmeno gli educatori, nel senso più ampio del termine, possono rinunciare alla loro vocazione e al loro impegno.

Non solo gruppi, però, ma anche rapporti «a tu per tu»: questo tempo così strano può anche servire per concentrarci sul singolo, aggiunge Triani. Il bisogno di ogni persona, specialmente bambini e ragazzi, è sapere di essere pensati, essere oggetto delle cure e delle attenzioni di una figura di riferimento. Serve quindi che l’educatore sia premuroso, attento e recettivo, disposto a imparare da, con e per il ragazzo.

Per chi affianca bambini, ragazzi e giovani in questo tempo, dunque, la chiamata è quella ad «armarsi di tutti gli strumenti necessari», investendo nella formazione e soprattutto mantenendo uno sguardo attento e paziente. «L’azione educativa – conclude infatti Triani – ha il suo senso nel cercare di promuovere il bene dell’altro, accompagnandolo alla libertà».




ReStarT, un nuovo progetto con cui restare accanto agli adolescenti

La Federazione Oratori Cremonese mette a disposizione delle parrocchie alcuni materiali per incontri con gli adolescenti (a sfondo catechistico). Alcune video-interviste attorno ad un tema, una parola-chiave da ascoltare e sviluppare nel contesto di un incontro online con i gruppi adolescenti.

« Vinte le oggettive fatiche nel gestire la connessione (ma molti ragazzi sono abituati anche per l’impiego di piattaforme on line con la scuola o tra amici) – spiegano dalla Federazione Oratori – nasce il bisogno di proporre, dar contenuto, creare confronto e condivisione. Potete fare voi stessi un esperimento: coinvolgere personaggi locali, raccontare esperienze significative e.. perché no? chiedere che animatori o educatori più maturi svolgano un servizio di intervista e montaggio dei contributi! La connessione digitale da una parte aiuta, dall’altra richiede concentrazione e genera più stress: raccomandiamo incontri brevi, ben pensati, con regole chiare! Inoltre spetta a chi conduce saper sfruttare tutte le occasioni per moderare l’incontro, renderlo significativo, caricarlo di profondità, ricondurlo alla parola del Vangelo».

Da qui la proposta concreta di usare alcune parole-chiave per organizzare – se serve – un incontro on line con gli adolescenti e offrire un’occasione di formazione, rielaborazione e preghiera su questo tempo e sulle sue drammatiche provocazioni. 

«Gli adolescenti – spiegano ancora dalla FOCr – sono come tra color che son sospesi, per loro stessa condizione psicologica ed oggi ancor di più perché schiacciati tra un mondo adulto che fatica a generare una visione complessiva ed un tempo compresso, ritirato, la “tempesta perfetta” per far crescere in modo esponenziale il ritiro sociale, l’anonimato, la fragilità e il fai-da-te. Contattare gli adolescenti è un imperativo. E lo si sta facendo con tantissime modalità e sforzi anche belli. L’incontro base che proponiamo, può essere effettuato con una piattaforma di videocall. Come volano, una parola che può essere anche preannunciata ai ragazzi perché… non tutto sia una sorpresa».

Di seguito alcune proposte video da poter usare nelle videochiamate e nei videoincontri con i gruppi parrocchiali, oppure come momenti preparatori all’incontro stesso in modo da poter poi aprire il confronto con alcune semplici domande oppure chiedere ai ragazzi di aggiunger storie sul tema e concludere con una preghiera comunitaria (si può proiettare un salmo, la compieta oppure condividere una preghiera spontanea).

 

OGNUN PER SÉ…? Servire o farsi servire… questo il problema – videocall con Carlo Chiavuzzo, universitario che ha scelto di portare la spesa agli anziani

 

BASTA SPORT?! I nostri corpi messi alla prova – videocall con Nicola Ravaglia, portiere della Cremonese

 

UNA CAREZZA. Quando lo straniero si prende cura dei nostri vecchi – videocall con Iannik Som, ivoriano, operatore sanitario in una Rsa

 

PAURA E CORAGGIO. Restiamo umani in questo tempo – videocall con Giuliana Alquati, psicologa e sportiva

 

COMUNITÀ, INSIEME! La forza di essere gli uni per gli altri – videocall con Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona




Il vescovo all’incontro web con cresimandi e cresimati: «Prepariamo il cuore al dono dello Spirito» (VIDEO)

Come già accaduto per la veglia delle Palme, anche l’incontro diocesano con cresimandi e cresimati che tradizionalmente si svolge al Palazzetto dello sport di Cremona, quest’anno si è trasferito sul web e sui social network, dove, attraverso i pc e gli smartphone , ciascuno da casa propria, i ragazzi hanno potuto formare una rete di ascolto, preghiera e condivisione, a cui ha partecipato con un’intervento anche il vescovo Napolioni.

L’evento web è andato in onda domenica 3 maggio sui mezzi digitali della diocesi: «Non siamo a San Siro, siamo in migliaia di posti» assicurano due ragazzi nella video-chiamata che apre l’incontro intitolato «Brothers&Sisters».

L’introduzione è affidata a don Paolo Arienti, incaricato diocesano della Pastorale Giovanile e direttore della Federazione Oratori che ha promosso l’iniziativa: «Saremo fratelli e sorelle: è la promessa che ci fa il Signore – riflette – e quando cerchiamo di trasformare la sua promessa nella nostra storia, nel nostro grande sogno… vediamo un po’ come va a finire».

Il video così è proseguito con l’interpretazione di Mattia Cabrini, educatore e attore, che illustra in modo simpatico ma incisivo che cosa significa, per la vita di ciascuno, essere davvero fratelli. Non alla maniera di Romolo e Remo, o di  Caino e Abele, quando uno “schiaccia” l’altro. Ma come Si fa quando si apre una finestra: puoi scegliere di accartocciare il foglietto dove sta scritto il nome di tuo fratello, oppure di «aprire il tuo mondo e fare un po’ di spazio. A chi? A chiunque incontri».

Questo il messaggio che prepara al momento di preghiera, introdotto dalla riflessione del vescovo Antonio che sottolineando la fatica e la necessità di rimandare la festa dell’incontro reale, ha guardato ai Sacramenti che i ragazzi in ascolto stanno aspettando: «Questa situazione – riflette – ci permetterà di preparare questa festa più a fondo. Sono certo che in famiglia, con l’aiuto dei vostri don attraverso i computer e gli smartphone, state preparando il cuore al grande dono dello Spirito Santo e all’incontro con Gesù».

È stato proprio monsignor Napolioni a guidare poi il momento di preghiera che, nelle invocazioni allo Spirito Santo, ha unito i ragazzi, i catechisti e le famiglie in una rete di preghiera casa per casa, «in cammino verso una Pentecoste – ha concluso il vescovo – che ci renderà ancor più pieni di gioia».

Prima dei saluti, poi, don Paolo Arienti ha concluso con una breve riflessione, accompagnata dalle immagini dei lavoro preparati nelle scorse settimane dai gruppi catechistici per accompagnare l’incontro web dei cresimati e cresimandi rispondendo alla domanda “Chi è lo Spirito Santo per noi?”: «Lo Spirito è l’amore di Dio che ci tiene insieme perché continuiamo a credere che il Signore ci ama».

 

 




Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: “Datevi al meglio della vita” (VIDEO)

“Datevi al meglio della vita”: il titolo scelto per la 57esima giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica 3 maggio, sembra fatto apposta per smontare sul nascere i timori che, da sempre, accompagnano una parola, tanto nobile, quanto temuta. Le paure riguardano l’idea che Dio chieda qualcosa di eccessivo, che ci snatura, ci disumanizza, ci annienta. O, nel migliore dei casi, qualcosa che richiede il sacrificio della propria felicità e per il quale mai saremo abbastanza preparati.

Di questi argomenti, solo l’ultimo è fondato, cioè quello che nessuno di noi sarebbe davvero all’altezza della vocazione ricevuta (sacerdozio battesimale, matrimonio, vita consacrata, testimonianza cristiana nel mondo del lavoro, ecc.) se non intervenisse il Signore con la Sua forza. Ma la sproporzione non deve intimorire: se è Lui che chiama, è Lui che mette in condizioni di seguire.

Circa tutte le altre paure, queste sì che sono, davvero, infondate e il messaggio del Papa lo enuncia fin dallo slogan: rispondere di sì alla proposta di Dio ci permette di vivere al meglio, per il fatto che Dio stesso, che ci ha creati, sa molto più di noi quale sia il nostro bene. E, siccome ci ha creati tutti quanti, conosce questo bene non solo in un’ottica individuale, ma in una prospettiva collettiva, comunitaria. È in grado non soltanto di valorizzare il singolo tassello, ma di collocarlo in un puzzle che sia una vera opera d’arte.

Cosa significa, nel concreto? Significa che, se accettiamo suggerimenti dal Signore per la nostra vita, Egli ci farà balenare davanti delle opportunità da cogliere. Se le cogliamo, realizzeremo il massimo bene, per noi, per gli altri e per la gloria Sua. Questa è la vocazione.

Come può attecchire una vocazione? Attecchisce se trova cuori pronti e docili: in chi ne è destinatario diretto, in chi è chiamato ad accompagnarla, in chi ha il dovere di favorirla. E qui si comprende il senso di una giornata mondiale di preghiera. Serve appunto a fare in modo che queste categorie di persone (e ognuno, nel suo personale discernimento, è chiamato a comprendere a quale di esse appartiene) si trovino nelle condizioni ottimali per favorire il progetto di Dio.

Anche in tempi di Coronavirus, qualche giovane si sta interrogando seriamente su queste domande, forse anche perché qualcuno sta “remando” a favore, attraverso la preghiera. Tali rematori potremmo essere anche noi.

Don Davide Schiavon
Incaricato diocesano pastorale vocazionale

 

Giornata per le vocazioni del 3 maggio, online i sussidi del Centro diocesano (DOWNLOAD)




FOCr, nuova nota per considerare con gli oratori questo tempo e il suo futuro

Di seguito pubblichiamo la comunicazione della Federazione Oratori Cremonesi che aggiorna la nota del 19 aprile scorso con qualche ulteriore passo. Quelle pagine restano per ora l’impianto di riferimento.

 

Lo sappiamo tutti: il domani si profila con l’inizio della fase 2 che però non segnerà una cesura,
un’inversione di rotta. Ci viene chiesto che a guidarci siano la gradualità e la pazienza.
Proviamo comunque a mettere un po’ di ordine e agevolare la massima condivisione possibile sui passi che stiamo percorrendo. Passi che – come assicurato – non sono di qualcuno, ma diocesani e lombardi e ci vedono dentro un percorso ecclesiale regionale. Accanto e prima degli Oratori abbiamo da lavorare su tanto, a cominciare dal ritorno alla celebrazione dell’Eucaristia con le nostre comunità e su diversi altri piani, tra cui quello caritativo. La vita dei nostri Oratori e la domanda educativa stanno – come sempre – dentro questo quadro, perché è la loro casa naturale.

come ci stiamo muovendo?

Un primo livello è quello lombardo: c’è un grande lavoro delle diocesi per costruire una proposta condivisa. Non un altro grest né un altro sussidio che nessuno stamperebbe e leggerebbe, ma una serie di linee comuni che tengano presenti:

  • Le possibilità reali e le rispettive regole di attuazione.
  • Le alleanze che dovremo tutti spendere sui territori. Precisiamo: nessuno in questa fase e nei prossimi mesi potrà sentirsi auoreferenziale. Sarà importante parlarsi, con le amministrazioni locali, le associazioni di volontariato, le scuole… Proporremo un patto educativo che avrà lo scopo di rendere le azioni le più sicure e condivise possibile ed essere davvero a servizio dei più piccoli, delle loro famiglie, della catena educativa, senza rinunciare al profilo pastorale delle nostre attività, piccole o grandi, in presenza o on line.
  • Alcuni strumenti, semplici ed efficaci, proporzionati agli scenari possibili.

Questo contributo, assunto dalle Diocesi, è indispensabile: delineerà il perimetro per tutti, ci farà parlare un’unica lingua, ma lascerà a ciascuno di attivare in loco il possibile, senza alcun obbligo. Solo dalla condivisione delle reali forze in campo, dentro le condizioni concrete di una comunità con i suoi limiti e le sue potenzialità, potremo esserci.

Gli esordi di questi giorni non sono dei migliori: c’è molta confusione, alimentata anche dalla fatica e dalla tensione che tutti viviamo e percepiamo. Proviamo a lavorare diversamente, insieme.

Un secondo livello è quello locale. Lo ribadiamo. Per ora – e sino a nuova indicazione del nostro Vescovo – gli Oratori restano chiusi. Nel frattempo, è bene continuare o riprendere da subito il dialogo con le istituzioni: comuni e scuole, ma anche associazioni e gruppi. Si tratta di una rete, di un’alleanza che possiamo rilanciare e allenare. Moltissimi Oratori sono abituati a questi dialoghi che vanno oltre il mero contributo economico e la delega educativa. Non c’è in discussione l’autonomia dei diversi piani, tantomeno la giusta custodia dell’indole pastorale dell’Oratorio, ma l’urgenza di contribuire al bene delle nostre comunità. Gli stessi cortili degli Oratori, da sempre aperti sui nostri paesi e quartieri, raccontano di una disponibilità all’accoglienza, alla proposta, all’incontro.

Inizialmente avremo poco da dirci di operativo, ma molto da condividere sulla lettura dei bisogni, sugli scenari, sulle povertà anche educative. Sarà una grande occasione per rimettere al centro le persone e le loro condizioni più autentiche, con il loro bisogno di senso e di relazione. E dare un segnale di presenza e di vicinanza. Possiamo essere in tutta umiltà una chiesa significativa e profetica. Poi giungerà un tempo di scelte più precise e la rete sarà ancora più necessaria. Sin d’ora arrivano alle parrocchie e agli oratori segnalazioni, richieste, ipotesi di lavoro. Qualche sindaco già chiama; qualche distretto già si muove… Certo stiamo ancora contando le defezioni, i lutti e le fragilità, ma possiamo rilanciare anche il fermento di cui siamo capaci, per la forza dello Spirito.
Un suggerimento: condividiamo con i nostri educatori questi passi, muoviamoci come comunità educativa (per quanto piccola e fragile) e non come singoli, nemmeno se preti.

per chi vuole, un’occasione di incontro

Proponiamo per mercoledì prossimo, alle 14.30, un incontro via zoom con a tema queste questioni. Dopo la panoramica zonale, e sempre nella libertà, proviamo a rivederci, oltre ai regolari momenti di confronto che abbiamo mantenuto con gli incaricati zonali per la pastorale giovanile, i vicari di zona e il consiglio episcopale. Magari serviranno altri incontri, e li faremo, quanti ne serviranno, anche su vostra gradita proposta. Questo il link che riserviamo ai sacerdoti e a quegli educatori con mandato di direzione in Oratorio:

https://zoom.us/j/94740607625 mercoledì 6 maggio – 14.30 / 16

 

le risorse diocesane

Sono già disponibili sul sito focr:

  • il percorso educatori Io avrà cura di te: 7 focus per elaborare educativamente questo nuovo tempo [vai alla pagina dedicata];
  • l’accompagnamento dei gruppi educatori su alcuni punti essenziali [vai alla pagina dedicata];
  • il contributo ReStarT (restiamo in questo tempo con gli adolescenti) in tre tappe da usare se e come serve, per il contatto con gli adolescenti e guardare con loro anche avanti. Sono disponibili già i video del primo passo: brevissime videocall che possono aiutare a lanciare temi a sfondo catechistico [vai alla pagina dedicata].
  • venerdì prossimo, 8 maggio, in diretta su diocesidicremona.it avremo ospite il prof. Pierpaolo Triani, pedagogista della Cattolica, per una serata di focus sui problemi educativi di oggi.

 

Stiamo accanto alle nostre società sportive!

Come tutti sanno, lo sport – soprattutto locale e amatoriale come quello dei nostri Oratori – sarà l’ultimo anello di una catena di ripartenze. Il CSI cremonese ha cospeso il campionato, ma rilancia in questo tempo la questione educativa con due incontri on line l’11 e il 18 maggio alle ore 18. Manteniamo i rapporti anche con le Società e rimandiamo loro il comune sforzo di ripensarsi come contributo educativo, mentre il lockdown sportivo va avanti.

Per ora questo. Sapendo che non basta, ma si aggiunge ai passi fatti e a quelli che faremo. Vi aspetto mercoledì e nelle altre occasioni che ci daremo. E resto a disposizione per ogni contatto. Con l’augurio di ogni bene in questa domenica del Buon Pastore, giornata per le Vocazioni.

don Paolo Arienti
incaricato diocesano Pastorale giovanile

 

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Oratori: oggi, domani e dopodomani

Oratori, da Odl incoraggiamento e fiducia: «Noi vogliamo esserci»




In diocesi di Cremona si dispongono norme per la celebrazione delle esequie

I Vescovi Antonio Napolioni e Daniele Gianotti, Pastori delle vicine Chiese di Cremona e Crema, hanno recentemente tenuto un serio confronto con le Autorità civili e sanitarie del territorio per poter riprendere la celebrazione delle esequie nel tempo della pandemia.

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM) del 26 aprile 2020 stabilisce che, a partire dal 4 maggio 2020, «sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro» (Art. 1, i). In data 30 aprile 2020 si sono aggiunte alcune precisazioni da parte del Ministero dell’Interno e della Conferenza Episcopale Italiana.

Ecco le disposizioni che fedeli e pastori della Diocesi sono tenuti ad osservare in occasione delle esequie cristiane:

1. Per «cerimonie funebri» si intende tutto l’insieme che normalmente costituisce il funerale cristiano: visita e preghiera nella casa del defunto, corteo funebre alla chiesa, celebrazione della Messa, ultima raccomandazione e commiato, processione al cimitero, preghiere e riti al cimiteroSpetta ai parroci valutare, insieme con i famigliari del defunto, le modalità di svolgimento di questi vari momenti e anche l’eventuale omissione dell’uno o dell’altro momento, in modo che siano sempre rispettate le disposizioni igienico-sanitarie generali. 

2. Per quanto riguarda la visita e preghiera nella casa del defunto, l’accesso è limitato ai soli familiari. E’ consigliato omettere la veglia di preghiera o il rosario in casa del defunto.

3. Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa o nelle aree cimiteriali, è possibile celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e dei dispositivi di protezione.

4. Per i parenti del defunto è fatto obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C, di altri sintomi influenzali o se vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti. All’ingresso della chiesa (o anche nel caso di celebrazione all’aperto) potrà essere disposta la misurazione della temperatura corporea e l’eventuale non ammissione al luogo della celebrazione.

5. La celebrazione della Messa con i fedeli, fino a nuove disposizioni, è consentita esclusivamente nel contesto del funerale. I fedeli saranno opportunamente distanziati; si omette lo scambio del segno di pace; si riceve la comunione sulla mano e sarà il celebrante a recarsi ai posti dove i fedeli sono disposti.

6. Circa il numero dei fedeli è opportuno che i sacerdoti siano informati dai famigliari su quanti potranno essere i congiunti che hanno intenzione di partecipare.

7. A tutti i fedeli presenti alle esequie si chiede di indossare la mascherina.

8. Dopo le esequie i fedeli sono invitati ad allontanarsi ordinatamente dal luogo della celebrazione, evitando la formazione di assembramenti o di cortei di accompagnamento del feretro.

“Il Papa ha recentemente richiamato tutti alla necessaria prudenza e obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non abbia a crescere di nuovo. Siamo certi  – scrivono i Vescovi di Cremona e Crema – che le nostre comunità, guidate con saggezza dai loro sacerdoti, compiranno tutto questo con lo stesso amore che abbiamo per il corpo del Signore, presente nei segni eucaristici come nelle persone che formano il popolo santo di Dio”.

 

Videoconferenza in Prefettura con i vescovi di Cremona e Crema sulle funzioni religiose nel nuovo DPCM del 26 aprile




Giornata per le vocazioni del 3 maggio, online i sussidi del Centro diocesano (DOWNLOAD)

Domenica 3 maggio la Chiesa celebra la la 57esima Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, dal titolo “Datevi al meglio per la vita”. «Nonostante le circostanze eccezionali in cui ci troveremo a celebrarla – sottolinea don Davide Schiavon, incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale – non perde il suo valore, proprio perché si tratta appunto di preghiera, prima ancora che di azioni o iniziative specifiche». In questo senso il Centro diocesano vocazioni propone alle parrocchie alcuni materiali da usare non certamente per celebrazioni comunitarie, ma per riflessioni personali.

«In questa particolare circostanza, in cui tutte le nostre riflessioni, anche quelle vocazionali, sono in qualche maniera influenzate dall’emergenza che ci ha tenuti “in ostaggio” da diverse settimane – precisa ancora don Schiavon – credo sia utile offrire una chiave di lettura davvero profonda e completa, dal punto di vista spirituale e sapienziale, offertaci dal predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, che nell’omelia dell’azione liturgica del Venerdì Santo ci ha permesso di inquadrare in un’ottica al tempo stesso di fede e di ragione i tempi difficili che stiamo vivendo. Ogni discorso “vocazionale”, riguardante cioè quello che Dio chiede ad ognuno, non può prescindere da queste considerazioni.

L’invito è a utilizzare e condividere con altri questi materiali, anzitutto in ambito parrocchiale, proprio sfruttando la tecnologia che, in queste settimane più che mai, è valorizzata: dai canali più classici come e-mail, messaggistica o siti parrocchiali, sino ad arrivare a quelle ) fino ad arrivare a quelli “scoperto” più di recente nella pastorale, come videoconferenze o dirette streaming.

«Nella speranza di poter pregare e celebrare presto in comunità di persone riunite in carne ed ossa – conclude , vi auguro una buona preghiera, augurio accompagnato da una constatazione di speranza: posso assicurare che anche in questi frangenti, qualche giovane ha iniziato ad interrogarsi sulla sua vocazione, segno che anche dalla fatica e dalla sofferenza può nascere del bene».

Messaggio di Papa Francesco per la Giornata

 

I materiali predisposti dall’ufficio nazionale CEI per la Pastorale vocazionale

 

Altri strumenti messi a disposizione dal Centro diocesano vocazioni