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Pastorale digitale? Al via il corso on-line promosso dalle Diocesi lombarde

Inutile far finta di niente. Il virus Covid–19 sta profondamente cambiando anche la pastorale. La crescita rapida ed esponenziale della presenza della Chiesa sul web è evidente, espressione del sincero desiderio di pastori e laici di restare accanto alla propria gente, alla vita delle comunità cristiane del territorio.

Far “sentire” una presenza. Qualcuno in parrocchia si è trovato per la prima volta ad abitare spazi e linguaggi sconosciuti, senza particolari “attrezzature” o competenze. In qualche caso, al di là delle lodevoli intenzioni, ciò ha prodotto e produce qualche distorsione o ingenuità che si vorrebbe evitare.

Spinti dalla inattesa accelerazione, gli Uffici Comunicazione delle diocesi Lombarde in accordo coi rispettivi vescovi hanno messo in programma un percorso di formazione dedicato agli operatori della comunicazione delle comunità cristiane e agli operatori pastorali (laici, religiosi, presbiteri, diaconi) che ne avvertono la necessità. I primi tre moduli, di carattere introduttivo generale, particolarmente utili anche per seminaristi e preti giovani.

Alternando lezioni on demand – da seguire nei tempi e modi più comodi per gli utenti – ad incontri live in teleconferenza con i docenti che si sono resi disponibili nelle diverse diocesi, si introdurranno i partecipanti alla “mutazione” in atto da quando esistono le tecnologie digitali, lo scottante tema dell’annuncio del Vangelo nel Web, ed una analisi di ciò che sta maturando a livello parrocchiale.

L’inizio del percorso sarà lunedì 15 giugno, e per le due settimane successive. Il sabato seguente appuntamento per il confronto tra i partecipanti, sempre online.

L’iscrizione è gratuita, ma necessaria, inviando una mail a formazionecel@gmail.com. Chi si iscrive riceverà dalla segreteria conferma dell’iscrizione unitamente al programma dettagliato.

A settembre e ottobre il percorso riprenderà con temi più tecnici e ad un livello più avanzato. Un’ottima occasione per investire nella formazione parrocchiale, da far conoscere e da valorizzare.

Scarica la locandina

 




Dalle cause della crisi alle ragioni della speranza: il prof. Antoldi stimola i giovani – VIDEO

Venerdì 5 giugno alle 21 si è concluso il percorso “Futuro presente”, proposto dalla pastorale giovanile della diocesi di Cremona con lo scopo di suscitare riflessioni, confronto e dibattito a partire dalla situazione di crisi che stiamo vivendo.


Ospite di quest’ultimo appuntamento è stato il professor Fabio Antoldi, professore di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità, e direttore del Cersi, il Centro di Ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Antoldi ha risposto alle domande dei presenti affrontando tre questioni cruciali: i motivi della crisi economica, i cambiamenti possibili ed auspicabili e il ruolo che i giovani possono avere in questo processo.

«Siamo di fronte ad una crisi che porterà ad una riduzione del pil mondiale trenta volte superiore rispetto al 2008. Questo significa che l’emergenza sanitaria ci ha messi di fronte a dei problemi che già erano radicati nel nostro sistema economico, il quale si regge su fiducia e certezze. Quando la fiducia nell’altro viene a mancare, perché lo si teme, il sistema crolla. Stesso discorso vale per l’altro pilastro: il futuro incerto mina alle fondamenta l’economia globale».

Questa riflessione, secondo il professor Antoldi, dovrebbe spingere ciascuno a mettere in discussione ciò che era dato per assodato in vista del futuro: «Il nostro sistema sanitario, economico, scolastico, burocratico, hanno dimostrato di non essere adeguati ai tempi che viviamo. Abbiamo bisogno di rilancio, che deve certamente essere istituzionale, con politiche nazionali ed europee che aiutino la ripresa, ma anche personale: ogni cittadino si deve sentire chiamato in causa».

In particolare Antoldi si è poi rivolto ai giovani, auditorium particolare di questa conferenza: «Voi siete coloro che più di tutti hanno interesse a costruire un futuro differente. Ponetevi la domanda: “che mondo sogno?” In base alla risposta che troverete, impegnatevi per realizzarlo. A maggior ragione se, nella vostra vita, l’esperienza di fede non è indifferente. Nella Parola, nel confronto, nel discernimento troviamo le motivazioni del nostro agire. Ed è qui che possiamo fare la differenza».

Quello del professor Fabio Antoldi è stato dunque un intervento di spessore, con riferimenti al mondo economico e lavorativo, senza tralasciare alcuni affondi e provocazioni per suscitare una riflessione da parte degli ascoltatori.

Riflessioni che sono state poi condivise nelle chat zonali, a cui i giovani presenti hanno potuto accedere per confrontarsi e vivere un piccolo momento di “comunità”.

Il percorso “Futuro presente” è quindi giunto alla conclusione, ma il desiderio di portare avanti un discernimento comunitario, da parte dei giovani, resta e, in futuro, potrebbe concretizzarsi in altre proposte formative.

 




In linea con Salvador de Bahia: è sempre tempo di missione (VIDEO)

«L’uomo propone e Dio dispone», recita un celebre adagio popolare. Così può accadere come anche una bella e coraggiosa avventura di missione e solidarietà tra una generosa diocesi lombarda e una popolosa parrocchia del Brasile, sia costretta a ripensarsi in conseguenza dell’emergenza sanitaria che ha travolto e sconvolto il mondo intero.

«Progetto Bahia» è il nome dell’esperienza di cooperazione missionaria lanciata nel novembre dello scorso anno dalla Diocesi di Cremona e che ha come scenario d’azione la parrocchia di Cristo Risorto, in una favela dello Stato di Salvador, dove sono presenti due sacerdoti cremonesi fidei donum: don Emilio Bellani e don Davide Ferretti. La pandemia Covid ha scombinato i programmi di questo progetto, ma non ne ha certamente sminuito l’entusiasmo. A fare il punto su quanto attuato e su quanto è stato ripensato in una ritrovata ottica di speranza, ci ha pensato lo speciale «Brasile linea diretta» andato in onda venerdì in streaming sul sito ufficiale, sulla pagina Facebook e sul canale youtube della Diocesi di Cremona. «È giusto rileggere l’inizio di questa collaborazione con la Chiesa di Salvador de Bahia alla luce di questa inattesa emergenza», è il pensiero del vescovo Antonio Napolioni, che tiene precisare come le incertezze del presente vadano affrontate in chiave positiva, al fine di rafforzare «le vere motivazioni che ci ispirano, gli obiettivi che si possono raggiungere e la Grazia che rende possibile tutto nonostante le difficoltà». In un periodo di obbligatorio isolamento sociale, la tecnologia e – in particolare – i social network si rivelano un aiuto concreto e insostituibile. La missione di don Emilio e don Davide ha fatto intenso ricorso al web, con la trasmissione di eventi liturgici in streaming ma anche per instaurare e vivificare fecondi e ricambiati rapporti interpersonali.

«I social media hanno permesso di scambiare notizie non solo relative della pandemia in Italia e in Brasile ma anche in merito all’evoluzione del progetto, – conferma don Maurizio Ghilardi, responsabile diocesano della pastorale missionaria – è possibile scoprire attraverso le pagine Facebook del centro missionario ma anche attraverso i profili di don Emilio e di don Davide gli andamenti quotidiani della parrocchia di Salvador».

«Non si è interrotta nemmeno la formazione dei trentadue giovani che sarebbero dovuti partire per il Brasile tra luglio e agosto» prosegue don Maurizio. Gloria Manfredini e Matteo Pizzi dell’equipe del Centro missionario diocesano confermano: «Non potremo partire ma si stanno concretizzando nuove idee – precisa Gloria, con alle spalle due esperienze di permanenza in Bahia – Occorre andare oltre e constatare cosa si possa fare nel posto in cui ci si trova, anche nelle contingenze di un isolamento da pandemia». «Cambiano i luoghi e le modalità ma certamente non l’intensità e il significato della formazione – fa eco Matteo Pizzi, non nuovo a esperienze di mondialità – l’idea è di proseguire la formazione che abbiamo iniziato reinventandola sul canale web». La pandemia costringe a riscrivere molte cose, tra cui il concetto di mondialità. «Pensavamo di vivere in un continente onnipotente – è la riflessione di don Maurizio Ghilardi – anche gli immigrati nelle nostre realtà si mostrano preoccupati per la nostra fragilità». È quindi necessario un coraggioso e consapevole cambio di passo: «Serve una apertura mentale non solo per riconoscere l’esperienza di un’altra Chiesa, ma per diventare sempre più équipe missionaria ed essere Chiesa qui».

 

Durante la trasmissione don Davide e don Emilio hanno raccontato l’attuale situazione nella Parrocchia di Gesù Cristo Risorto, istituita una trentina di anni fa, si trova nella favela di Salvador, capitale dello Stato brasiliano di Bahia e conta circa 35 mila abitanti, di cui il 30% di religione cattolica. In quell’angolo dello sconfinato Paese sud americano operano don Emilio Bellani – già presente da una decina di anni – e don Davide Ferretti, sacerdoti cremonesi fidei donum che si sono trovati a gestire la loro opera missionaria in un periodo decisamente non facile. Nonostante la situazione drammatica in tutto il Brasile – terza nazione più colpita al mondo dal virus –, l’emergenza sanitaria nella parrocchia Gesù Cristo Risorto pare tuttavia contenuta. «Basti pensare come il quartiere nel quale è compresa la nostra comunità conta circa 70 mila abitanti – pari circa alla popolazione della città di Cremona – e ha finora registrato solo 65 persone infettate e tre morti», precisa don Emilio. Un confronto che stride nettamente con le cifre delle città del Cremonese e della intera Lombardia, che contano migliaia di vite spezzate dal virus.

A Gesù Cristo Risorto il calcio e la danza sono, in particolare, tra le principali attività che aiutano a strappare dalla strada centinaia di giovani, mostrandosi in grado di fungere da potenti strumenti educativi, di evangelizzazione e di riscatto sociale. Il grande valore educativo dello sport emerge a Bahia con ancora più forza: «il calcio apre la simpatia e la sintonia con i giovani, apre rapporti e cammini», precisa don Emilio. Prosegue però la «forte esperienza di servizio» che è stato il principale motore dell’avvio della missione cremonese in terra brasiliana: «Non andare per aiutare ma andare per crescere, conoscere e arricchirsi attraverso esperienze di vita concreta, sentendosi Chiesa davvero cattolica».

Lo speciale «Brasile in linea diretta», realizzato dal Centro di produzione televisivo diocesano TRC, è stato trasmesso venerdì 29 maggio alle ore 21 sul portale web, nonché sul canale youtube e sulla pagina facebook della diocesi di Cremona. La visione rimane disponibile sulle medesime piattaforme (diocesidicremona.it, facebook e youtube)




Giornata Mondiale delle Comunicazioni: un racconto che diventa vita – VIDEO

È andato in onda nella serata di venerdì 22 maggio sui canali digitali della diocesi di Cremona l’approfondimento realizzato in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che, istituita dal Concilio Vaticano II, celebra proprio oggi la sua 54^ edizione, dedicata al tema della narrazione. A fare da filo conduttore della serata condotta da don Enrico Maggi, direttore dell’ufficio diocesani delle Comunicazioni sociali, il testo del messaggio scritto da Papa Francesco per questa occasione, dal titolo «”Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria”. La vita si fa storia».


Ad accompagnare tra le righe del testo sono stati i tre ospiti dell’incontro, a cominciare da Natasa Govekar, direttore della Direzione teologico–pastorale presso la segreteria per la comunicazione del Vaticano: «La narrazione non è solo un tema di moda, quando parliamo di storytelling – ha osservato – ma è un invito rivolto ai cristiani e a tutti noi a ricordare che c’è bisogno di recuperare la dimensione del racconto, di tornare a pensare che la fede non si comunica sono attraverso i concetti, che non è una dottrina da imparare ma la storia di un incontro che va raccontato».
Questa l’indicazione che più volte il Papa ha ripreso anche durante le omelie quotidiane da Santa Marta nei giorni della pandemia. E che richiede uno sguardo attento, profondo e onesto «perché nessuno è una comparsa nel mondo». Come ha spiegato nel suo intervento la giornalista Maria Acqua Simi: «Il compito di chi fa informazione è delicatissimo: siamo chiamati a raccontare la realtà ma senza tradirla. Eppure senza l’illusione della neutralità perché nel nostro racconto portiamo la nostra storia e il nostro sguardo. Che dev’essere a servizio del lettore che attraverso questo racconto e questo sguardo può conoscere meglio la realtà». Un’esperienza che la giornalista cremonese ha vissuto in scenari difficili come quelli del Medio Oriente di cui si è occupata ma anche in ambito locale: «Ogni storia insegna qualcosa: quando lasci spazio alla voce di un altro scopri sempre qualcosa, e anche un pezzetto in più di te stesso».
Perché le storie hanno a che fare con la vita come ha poi sottolineato nel suo intervento don Marco D’Agostino, rettore del Seminario cremonese, biblista e scrittore, che durante la serata ha condiviso interessanti riflessioni sulla parte più teologica e biblica del Messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali, parlando in particolare di creazione e dello stile delle parabole: «È molto bella – ha detto – la definizione di Dio come narratore: Dio crea con la parola, fa quello che dice, mentre noi di solito con qualche fatica raccontiamo ciò che facciamo. Invece in lui parola e azione coincidono e così ci coinvolge nella sua storia di salvezza».
Lo fa, nel Vangelo, con la capacità di ascolto e con la semplicità delle parabole: «Racconti eterni – ha concluso don D’Agostino – non solo per la perfezione narrativa, ma perché aderiscono alla nostra vita». Perché in fondo – come sottolinea il Messaggio – «ogni storia umana è, in un certo senso, storia divina». Che, come scrive ancora Papa Francesco, si plasma e si comprende attraverso i racconti e le storie. Per questo «abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita».




Prima domenica di Messe con il popolo, il Vescovo al Santuario di Caravaggio prepara la festa dell’Apparizione (Foto, Video e Download)

In vista del 588° anniversario dell’Apparizione di Maria a Giannetta, che sarà celebrato solennemente martedì 26 maggio con un fitto calendario di appuntamenti all’insegna della precauzione, il vescovo Antonio Napolioni domenica 24 maggio si è recato presso il Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio e ha qui celebrato la Messa festiva, la prima della “fase 2”, alla presenza di numerosi fedeli distanziati e rispettosi di ogni prescrizione.

L’occasione della solennità dell’Ascensione ha coinciso con l’annuale Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, e ha permesso al Vescovo di riflettere sul valore dei mezzi di comunicazione che mai come in questo periodo hanno permesso di restare connessi anche con la vita pastorale. «Che cosa comunichiamo? – si è chiesto mons. Napolioni – Il bene, la speranza, la verità, la buona notizia? Oppure la comunicazione porta ragioni di ulteriore pessimismo e disperazione?». Aggiungendo poi, in un riferimento al luogo che lo ha accolto: «Noi non siamo fatti per chiuderci, ma per aprirci al cielo, ai fratelli, al dono di Dio. E Maria è esempio di questa apertura fiduciosa e obbediente».

Sempre in chiave di attualizzazione, partendo dalla Parola del giorno, Napolioni ha riflettuto sul tempo dell’attesa, sulle aspettative di liberazione, sulle novità del cambiamento. Come i discepoli, che avevano seguito Cristo nella speranza che fosse venuto a ricostruire il Regno di Israele distrutto dalle invasioni dell’oppressore straniero, dalle deportazioni e dalla diaspora, così anche noi oggi dobbiamo riconoscere che «Gesù non può soddisfare queste aspettative». Cristo è apparso ai discepoli allora ed è con noi ogni giorno per chiederci di vivere il nostro essere testimoni in ogni tempo, di incarnare la sua vicinanza ai poveri in spirito, agli ultimi della società, ai sofferenti. Perché «la gloria di Dio è nella vita umile, caritatevole, fraterna, gioiosa, piena di fede, di bellezza di ogni creatura umana». La gloria di Dio è nel Vangelo delle Beatitudini che in questo periodo storico trova ispirazione in tante famiglie.

«Siamo stati nel dolore, la morte c’è, la malattia è possibile e anche la miseria torna a visitare tante nostre famiglie». Incita ad una reazione attiva, positiva, propositiva il Vescovo. Ha invitato a evitare rancori verso Dio e verso gli uomini, ma a pensare che questa grande crisi sia un’opportunità per vivere il Vangelo fino in fondo, «ricevendo dal Signore la pace e la capacità di spartirla con gli altri, anche se costa».

Proprio come fece Maria, donna nella sua storia, che dopo l’ascensione del Figlio ha partecipato nel silenzio e nell’ombra alla preghiera dei discepoli. Lei, modello della Chiesa povera umile obbediente, conduce noi uomini di questo tempo a seguire il Figlio, senza vane nostalgie di una «perfetta normalità» che non tornerà e che forse non c’è mai stata. «Maria obbediente al Padre e docile allo Spirito ci prende per mano e ci riconsegna alla normalità che Dio prepara ai suoi figli» nella certezza che «non esiste esperienza difficile che non si possa vivere nella fede. Questa è la fonte della nostra gioia».

La celebrazione si è conclusa con la benedizione impartita davanti al Sacro Speco, dopo la preghiera a Santa Maria del Fonte.

Sara Pisani

 

Photogallery della celebrazione

 

 

Le celebrazioni del 26 maggio

Dopo la conclusione della Novena (lunedì 25 maggio Messe alle 6.30, alle 8.30, alle 10 e alle 16, dopo il Rosario delle 17; in serata alle 21 la veglia solenne) a caratterizzare la giornata del 26 maggio sarà un ricco programma celebrativo alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, tutto all’esterno, presso l’altare del crocifisso, proprio per agevolare la partecipazione dei fedeli.

«In basilica – spiega il rettore monsignor Amedeo Ferrari – considerate le normative vigenti la capienza è di 200 posti. Il 26 maggio prevediamo un consistente afflusso di fedeli, ecco perché abbiamo previsto che tutti i momenti liturgici si tengano all’esterno, presso l’altare del crocifisso. Questo permetterà la partecipazione di un maggior numero di fedeli, potendo ospitare negli spazi esterni, come previsto dal protocollo Cei–Governo, fino a mille persone».

Ma non sarà l’unica novità. Il simulacro dell’Apparizione sarà portato all’ingresso della basilica, sotto il porticato, in modo che i fedeli non debbano entrare per la preghiera personale.

Proprio in vista del giorno anniversario monsignor Ferrari si è relazionato con il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e le forze dell’ordine per approntare un piano organizzativo che prevede il presidio degli accessi (con personale del Santuario e comunale), entrate e uscite separate con percorsi a senso unico in modo che i flussi di fedeli non si incrocino e il divieto di circolare liberamente sul piazzale. Obbligatorio indossare guanti e mascherina a coprire bocca e naso; ci si potrà accomodare solo sulle sedie precedentemente disposte con le necessarie distanze di sicurezza (senza possibilità di spostarle).

Altro cambiamento imposto dalle misure di sicurezza riguarda il sacramento della Penitenza che, non potendo essere celebrato nei confessionali, vedrà i sacerdoti a disposizione dei fedeli in appositi spazi approntati presso il Centro di Spiritualità.

Per quanto riguarda le celebrazioni solenni del 26 maggio le Messe saranno alle 6.30, alle 8.30, alle 10 (presieduta dal vescovo Napolioni) e alle 18.

Nel pomeriggio dalle 14.30 inizierà la recita continuata del Rosario fino alle 16.40 quando si farà memoria dell’Apparizione. Quest’ultimo momento di preghiera (cui seguirà alle 17 il canto dei Vespri presieduti dal vescovo Napolioni) sarà proposto in diretta televisiva su Cremona1 (canale 80 del digitale terrestre) e sui canali web della Diocesi.

 

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Materiali liturgici per la solennità del 26 maggio
Informazioni in breve sulla solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi
Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

Melodia delle Lodi

Melodia dei Vespri

 

Visita il sito internet del Santuario di Caravaggio



Sulla soglia del Santuario la Madre va incontro ai suoi figli (FOTO e VIDEO)

La prima celebrazione a carattere diocesano dopo l’emergenza Coronavirus. È nel giardino del Santario di Caravaggio, di fronte alla basilica, che nella mattina di martedì 26 maggio il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la solenne Messa pontificale nella solennità di santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi di Cremona insieme a sant’Omobono.

Un primo passo verso un graduale ritorno alla normalità anche per quanto riguarda le celebrazioni. Così, pur nel distanziamento, con indosso le mascherine, la festa nel 588° anniversario dell’Apparizione non è andata deserta.

Accanto a monsignor Napolioni il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi e il rettore del Santuario mons. Amedeo Ferrari. Insieme a diversi altri concelebranti, tra collaboratori del Santuario e sacerdoti della zona.

E proprio alla “novità” di questa celebrazione ha guardato il Vescovo nell’omelia: la presenza dell’immagine della Madonna e di Giannetta non dentro, ma «sulla soglia del Santuario».

«Maria, come ogni madre, – ha detto il Vescovo – va incontro ai suoi figli dispersi che vogliono tornare a casa, vivere in pace anche se fanno fatica, soffrono e talvolta si perdono. Ma la Madre non smette di sperare e di attendere: sta sulla soglia del Santuario non per dire: “chiudo, vi controllo”, ma “vi aspetto”».

Un’immagine che monsignor Napolioni ha accostato anche alla fase storica che la Chiesa sta attraversando, chiamata ad affrontare le sfide nuove e inedite sorte con la pandemia. Sfide che – dice citando «un amico vescovo» – suggeriscono un cambiamento pastorale: «Da una pastorale del campanile a una pastorale del campanello. Non aspettando che qualcuno si accorga che c’è Cristo in Chiesa. Ma una Chiesa che va a portare Cristo a chi è già amato da Cristo».

Così – sottolinea – l’immagine della Madonna sulla soglia del Santuario diventa «significativa per una Chiesa che sia accogliente, che sta sulla soglia, non chiusa in se stessa a contarsi i fedeli, ma che si rimette in cammino e che accoglie ogni uomo, “non più straniero o ospite, ma concittadino dei santi”. Non per essere insistenti cacciatori di proseliti, ma come amici, fratelli che ascoltano i bisogni».

«La soglia di ogni casa è benedetta», ha continuato. «Tanti oggi non sono qui perché hanno ancora paura, preferiscono stare ancora un po’ in casa: noi li assicuriamo che Maria è lì, con loro, come il Signore è stato con noi sempre, anche nei momenti più duri».

Ma la soglia è anche quella di ogni vita: «Ogni persona è tempio di Dio e sulla soglia della vita c’è da inchinarsi con infinito rispetto. all’inizio e alla fine, nei momenti di fragilità e di buio. Anche le scelte sociali e politiche sul futuro che ci preoccupa dipendono da questo sguardo sulla vita: soprattutto della vita più fragile. Di ogni vita che non è mai un numero, che non può essere scartata»

«Sulla soglia del Santuario – ha poi aggiunto il vescovo – Maria ci introduce nella pienezza della vita, nel Paradiso. Ci crediamo? Crediamo nelle realtà eterne che danno il giusto peso alle cose di quaggiù e la motivazione per impegnarci di più gli uni per gli altri. Lo Spirito è all’opera perché i cristiani siano testimoni dell’invisibile, della certezza di essere amati che trasforma anche la morte in una soglia di eternità».

«Siamo noi la soglia del Santuario – ha concluso il vescovo – Maria ha fatto la sua parte, appare, manda messaggi, si lascia pregare ma chiede a noi di essere con lei dietro a Gesù testimoni della accoglienza infinita che Dio riserva a chi lo cerca anche nella debolezza e nel peccato. Chiamati ad essere accoglienti, aperti, sorridenti, non per sforzo di volontà, ma perché ciò che abbiamo ricevuto non resti solo per noi. Ma diventi vero nella condivisione».

La celebrazione, vissuta con partecipazione dai fedeli presenti, si è conclusa con l’omeggio a Maria e la preghiera di affidamento, recitata dal Vescovo davanti al simulacro dell’Apparizione che per l’occasione è stata portata all’ingresso della basilica, proprio di rimpetto al giardino del Crocifisso dove è stata celebrata l’Eucaristia.

La benedizione finale, con annessa indulgenza plenaria, ha concluso i momenti liturgici della mattinata, proseguiti nel pomeriggio con la recita incessante del Rosario ad accompagnare al momento di ricordo dell’Apparizione.

Fotogallery della Messa pontificale a Caravaggio

 

 

 

 

Materiali liturgici per la solennità del 26 maggio
Informazioni in breve sulla solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi
Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

Melodia delle Lodi

Melodia dei Vespri




Summerlife, dentro e fuori gli oratori

I Vescovi lombardi, in occasione della riunione della Conferenza episcopale episcopale del 20 maggio a Caravaggio, hanno dedicato molto tempo, innanzitutto di ascolto e condivisione, alla tematica educativa, resa urgente e faticosa in questo tempo di pandemia. Inevitabilmente il pensiero è andato agli Oratori, ai percorsi educativi delle Associazioni e dei Movimenti, alle proposte dei mesi estivi. I Vescovi hanno ribadito alcuni punti decisivi, legati strettamente alla condizione di questi mesi e dei prossimi. Ne è scaturito un comunicato ufficiale.

Occorrerà ripensare a tanto, sia in termini di protocolli sanitari che in termini di riprogettazione educativa, dentro e attorno alle comunità cristiane, in un territorio, in una estate a geometria variabile, nello spazio e nel tempo.

Entro domenica, e tendendo proprio sullo sfondo il testo dei Vescovi, gli uffici lombardi per la Pastorale giovanile, in forma unitaria, aggiorneranno su tutto quanto, ad oggi, è possibile ipotizzare e costruire rispetto ai prossimi mesi: il dialogo serrato con Regione Lombardia che è impegnata a recepire le linee guida nazionali (da sole queste ultime non bastano, attendono la traduzione regionale, appunto), una proposta formativa ed animativa (già promessa lo scorso aprile proprio da ODL, legata strettamente al possibile), la progressiva riapertura degli Oratori (entro le norme sanitarie che vietano il semplice gioco libero nel cortile e l’assembramento di persone nonché la costituzione di gruppi educativi informali). La pazienza intelligente di queste ore serve innanzitutto a non sovraccaricare le aspettative; e poi a muovere i passi corretti nell’ambito delle norme che non sono sempre immediate e univoche.

A tutti è chiesto ancora uno sforzo di fiducia.

A tutti – lo sappiamo – sta a cuore non tanto il bar o il rifornimento di questo o quel prodotto, ma l’identità educativa dell’Oratorio, dello stare con i ragazzi, del proporre esperienze che da sempre tengono insieme il carattere formativo, ispirato al Vangelo, e quello animativo. Ovvero fanno dell’Oratorio un luogo di missione.

Sin da ora i presbiteri, in particolare i parroci e i responsabili degli Oratori, sono invitati dai Vicari zonali ad incontri specifici di informazione e puntualizzazione che da domenica a mercoledì copriranno tutte le zone pastorali. Poi sarà la volta di incontri anche più ampi, che coinvolgeranno i coordinatori, gli adulti laici e gli operatori pastorali e professionali… insomma il mondo vivo delle nostre comunità.

Per i prossimi giorni la Federazione Oratori ha stabilito un calendario per incontrare i presbiteri nelle cinque zone pastorali per un confronto sui prossimi mesi di oratorio e attività, alla presenza del Vescovo:
Zona 1: domenica 24 maggio alle ore 15, presso il santuario di Caravaggio; Zona 2: lunedì 25 alle 15 presso l’oratorio di Castelleone; Zona 3: lunedì alle 20.30 al Centro pastorale (cortile); Zona 4: martedì 26 alle 16 presso l’oratorio di Sospiro; Zona 5: mercoledì 27 alle 15 presso l’oratorio di Viadana Castello.

don Paolo Arienti
Incaricato diocesano Pastorale giovanile

 

Summerlife: il comunicato dei Vescovi lombardi




“Sto alla porta e busso”, il comunicato Odl accompagnato dalle indicazioni diocesane sulle aperture parziali degli oratori

“La ripresa delle attività lavorative e la possibilità di vivere alcune interazioni con le altre persone portano anche le nostre parrocchie a rimettere a fuoco alcune dinamiche proprie della comunità cristiana, sostenute dalla celebrazione dell’Eucaristia. Anche in questa realtà il Signore sta bussando. Ascoltare quel “tocco” alla porta significa essere pronti a vivere, con tutta l’attenzione e la prudenza, una nuova possibilità di ritrovarsi. La pastorale giovanile lombarda accompagna questa ripresa con alcuni passi che richiedono la gradualità necessaria, perché ogni cosa sia fatta secondo le norme vigenti”.

Inizia così il comunicato di Odielle (Oratori Diocesi Lombarde) diffuso sabato 23 maggio e accompagnato dalle indicazioni diocesane sulle aperture parziali degli oratori. Norme approvate dal vescovo Antonio Napolioni in comunione con i Vescovi delle Diocesi lombarde e rese note dalla Federazione Oratori Cremonesi.

In particolare si precisano le modalità con cui – sino a nuove indicazioni – è possibile organizzare riunioni e incontri nei locali parrocchiali e negli oratori. Incontri aperti solo ai maggiorenni, salvo il caso di incontri in preparazione alle attività estive. Precisate con chiarezza le norme di prevenzione sanitaria, distanziamento e igienizzazione.

Continuano inoltre a restare chiusi i cortili, le aree giochi, gli impianti sportivi e i bar; vietata anche l’organizzarsi di feste di qualsiasi tipo. Potranno, invece, essere concessi spazi per riunioni di associazioni o condomini a precise condizioni.

Il comunicato Odl e le indicazioni diocesane sulle parziali aperture degli oratori

 

Si ricordano gli incontri zonali per i presbiteri con il Vescovo sui prossimi mesi di Oratorio e attività:

  • Zona 1: domenica alle ore 15:00, presso il santuario di Caravaggio.
  • Zona 2: lunedì ore 15:00 presso l’oratorio di Castelleone.
  • Zona 3: lunedì ore 20.30 centro pastorale (cortile).
  • Zona 4: martedì ore 16:00 presso l’oratorio di Sospiro.
  • Zona 5: mercoledì ore 15:00 presso l’oratorio di Viadana Castello.



«La vita si fa storia», un talk per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni

“La vita si fa storia”. Quanto le parole diventino vere nel quotidiano lo stiamo misurando – anche drammaticamente – in questi giorni, nei quali la “normalità” di gesti e scelte scrive pagine inedite nell’esistenza di ciascuno. Lo sanno bene anche i comunicatori di professione e tutti gli utenti che attraverso i media si nutrono di storie, di personaggi e di trame. E lo sa – non da oggi – anche la Chiesa, custode di una “buona notizia” raccontata nei secoli e capace persino di salvare la vita.


“La vita si fa storia”: è questo il titolo del messaggio che papa Francesco ha indirizzato per la 54^ Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà domenica prossima 24 maggio. Una ricorrenza che, con ogni probabilità, nelle comunità cristiane troverà tiepida accoglienza anche per la serie di coincidenze che si sovrappongono nella stessa data, dal punto di vista liturgico e per le novità del culto riaperto ai fedeli.

Eppure, a pensarci, mai messaggio fu più azzeccato da proporre oggi ai credenti, spesso inconsapevoli consumatori di abbondanti dosi di “narrazioni” non sempre innocue. Un invito a recuperare il dovere del racconto della realtà, di cui farci reciprocamente dono nel tempo della comunicazione compulsiva, della verità fluida, del protagonismo emotivo. Lo dice bene nel suo messaggio il Papa, quando nello stesso titolo rimarca (citando il libro dell’Esodo): “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria”.

Perché il bene non vada perduto, perché non prevalgano le distorsioni della verità o, peggio, la rassegnazione al silenzio imposto dalle convenienze. E soprattutto perché credenti ed comunità imparino di nuovo l’arte della narrazione della fede ad un mondo spesso distratto ma non sempre ostile o avverso all’annuncio cristiano.

Per approfondire pastoralmente il tema e preparare l’imminente Giornata Mondiale l’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali propone di condividere uno spazio di incontro e dialogo sul portale diocesano e sui canali social della Diocesi.

Venerdì 22 maggio alle 21 appuntamento con la prof.ssa Nataša Govekar, responsabile della Direzione Teologico-Pastorale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, Maria Acqua Simi, giornalista e collaboratrice dell’informazione diocesana, don Marco d’Agostino, biblista e Rettore del Seminario diocesano di Cremona.

Gli ospiti, in collegamento con lo studio del Centro di produzione televisiva diocesano TRC, saranno intervistati da don Enrico Maggi, incaricato diocesano per la pastorale delle comunicazioni sociali. E il “talk” può essere utilmente segnalato a quanti nelle comunità cristiane vivono il loro servizio del Vangelo mettendo a frutto passione e competenza per la comunicazione.





Futuro e libertà, il filosofo Silvano Petrosino a confronto con i giovani

Nella serata di martedì 26 maggio si è svolto il secondo incontro web del progetto “Futuro presente”, la proposta della pastorale giovanile della diocesi di Cremona volta a suscitare riflessioni e confronto prendendo spunto dalla situazione di crisi che si sta attraversando. Il percorso è proseguito con il coinvolgimento di Silvano Petrosino, filosofo e docente di Teorie della comunicazione e Antropologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il docente, intervistato dalla giovane Melania Fava, ha articolato la propria riflessione intorno ad alcuni punti focali: futuro e libertà.

«L’uomo ha sempre cercato di interpretare il presente per prevedere il futuro. Oggi la scienza ci aiuta, ma ci illude di possedere il domani. In realtà, la situazione attuale smentisce in modo evidente questa pretesa. Ecco qual è il nostro problema: non abbiamo un totale controllo».

L’incertezza del futuro, però, non deve far pensare, secondo il filosofo, che progettare sia inutile: «Il progetto, di per sé è qualcosa di buono, ma non deve diventare un assoluto. L’avvenire, che è l’ambito dell’accadere, del nuovo, supera i nostri piani. Questo deve stimolare la nostra libertà e, allo stesso tempo, aiutarci a rispettare il limite: se anche ciò che progettiamo non dovesse realizzarsi, siamo invitati a liberarci del progetto, perché la nostra vita lo supera».

Non è mancato, nella riflessione di Petrosino, un riferimento alle modalità con cui abitare il presente: «Nel tempo dell’urgenza, quello a cui eravamo abituati, la presa di coscienza che quasi nulla è urgente ci può aiutare a crescere. La storia stessa va in questa direzione: ciò che nell’ora è visto come un limite, in un discorso più ampio può portare frutto. Anche una eventuale diminuzione della libertà, anche la morte. Questo evento è di per sé sempre violento e inspiegabile, ma spinge ad una maggior responsabilità nei confronti di chi incontreremo in futuro, soprattutto in virtù della memoria del bene ricevuto».

Al termine dell’interevnto di Petrosino è stata data l’opportunità, ai giovani connessi, di rivolgere al filosofo le proprie domande. Successivamente è stato aperto un dibattito, a livello zonale, che ha dato modo ai presenti di confrontarsi.

L’appuntamento è stato poi fissato per venerdì 5 giugno con il terzo incontro del percorso: l’ospite sarà Fabio Antoldi, professore di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità, e direttore del CERSI, il Centro di Ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Antoldi proporrà una propria lettura a stampo economico e con prospettive sul mondo del lavoro, di nuovo focalizzata sul momento attuale e sul futuro che ci attende. La diretta dell’incontro sarà disponibile a partire dalle ore 21 sempre sul canale YouTube della Federazione Oratori Cremonesi.

 

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