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Il Cattedrale il ricordo del vescovo Nicolini nella giornata di santificazione dei sacerdoti (AUDIO e FOTO)

Venerdì 19 giugno la Chiesa cremonese si è raccolta in preghiera in Cattedrale ricordando il vescovo Giulio Nicolini (vescovo di Cremona dal 1993 al 2001) in occasione del 19esimo anniversario della sua morte, avvenuta in modo improvviso la mattina del 19 giugno 2001. Alle 18 in Cattedrale il vescovo emerito Dante Lafranconi ha presieduto la Messa di suffragio concelebrata dal Capitolo della Cattedrale e vissuta in comunione con il vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a essere presente.

Una ricorrenza che quest’anno è stata vissuta nella coincidenza con la festa del Sacro Cuore, giorno dedicato la santificazione dei presbiteri. Su questo si è voluto concentrare nell’omelia monsignor Lafranconi, in particolare richiamando il messaggio che il vescovo Nicolini rivolse nel Giovedì Santo del 1998 al clero diocesano.

Due gli aspetti sottolineati: anzitutto l’esistenza umana come cammino di santificazione che trova la sua ultima parola nel momento della morte. Da qui la domanda, rivolta a se stesso e a ogni sacerdote: «Io come prete mi sento interessato alla mia santificazione?». Domanda che però ha idealmente rivolto anche i laici, chiamati a giudicare i propri sacerdoti sulla loro sanità, e non tanto su quanto promuovono o organizzano. Un cammino verso la sanità che, per i sacerdoti prima di tutto, deve essere quotidianamente sostenuto dall’Eucaristia, ha quindi sottolineato il vescovo emerito, citando ancora monsignor Nicolini.

Da qui l’invito a pregare per la santificazione dei sacerdoti. «Un invito – ha concluso monsignor Lafranconi – che noi raccogliamo volentieri insieme con tutta quanta la Chiesa. Lo raccogliamo anche dalla voce del vescovo Giulio. Lo raccogliamo volentieri dal desiderio di tutti i preti e dal desiderio di tutti voi, che non aspirate ad avere nulla di meglio se non un prete santo in mezzo a voi».

Al termine della celebrazione i sacerdoti e i fedeli presenti sono scesi in cripta per la preghiera alla tomba del vescovo di origine bresciana, situata proprio di fronte all’urna del patrono sant’Omobono.

Photogallery della celebrazione

 

Profilo biografico di mons. Nicolini

Nato a San Vigilio di Concesio nel 1926 e ordinato sacerdote nel 1952, mons. Nicolini esercitò il suo primo apostolato tra i migranti in Svizzera, nell’Azione Cattolica e come insegnante. L’attività che meglio lo contraddistinse, però, fu sicuramente il suo impegno nel campo della comunicazione sociale. Dal 1972 ricoprì diversi incarichi a Roma: nella Pontificia commissione per la pastorale delle migrazioni, nella Congregazione per i vescovi, e nella sala stampa della Santa Sede dove svolse il ruolo di vicedirettore.

Il 25 luglio 1987 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Alba. Consacrato dallo stesso Pontefice nella basilica di San Pietro il 5 settembre, entrò nella diocesi piemontese domenica 27 settembre 1987.

Il 16 febbraio 1993 fu nominato vescovo di Cremona e fece il suo solenne ingresso il 4 aprile 1993, domenica delle Palme.

Negli otto anni di episcopato cremonese mons. Nicolini si adoperò su molti fronti: dall’attenzione della storia locale con l’anno di S. Omobono e i restauri della Cattedrale all’animazione del grande Giubileo del 2000, fino alla nascita della Casa della Comunicazione e della Casa della Speranza per malati di AIDS.

La conclusione del Sinodo diocesano, sancito da un importante pellegrinaggio alla Sede di Pietro, fu uno dei traguardi più importanti del suo episcopato.




Adeguamento liturgico della Cattedrale, sarà una «gara d’amore» (VIDEO e FOTO)

“Spazi per celebrare: adeguamento liturgico della Cattedrale”: questo il titolo del documentato convegno svoltosi nella serata di giovedì 18 giugno nella Cattedrale di Cremona e trasmesso in diretta sui canali web della Diocesi. Una serata che ha fatto il punto sulla prossima sfida che attende la comunità cremonese: la rielaborazione dell’area presbiterale del plurisecolare tempio e che porterà a una definitiva sistemazione dell’altare, dell’ambone e della cattedra del Vescovo, da anni affidati a strutture mobili divenute sempre più inadeguate. Da qui la preziosa opportunità offerta dal bando pubblicato nel 2018 dalla Conferenza episcopale italiana e alla quale la Diocesi cremonese ha partecipato con entusiasmo e speranza.

Dopo il saluto di Gabriele Barucca, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, il convegno è iniziato con un breve filmato, tratto dal documentario “Gli affreschi della Navata Maggiore” con il professor Antonio Paolucci, cui è seguita la relazione di don Andrea Foglia, esperto di storia della chiesa locale e già responsabile dell’Archivio storico diocesano. A lui il compito di riassumere la corposa cronologia della Cattedrale. «Non è certo facile compiere una opera di ricostruzione storica – ha premesso il sacerdote –. Un primo dato certo ha tuttavia una forte valenza simbolica: la Cattedrale attuale insiste sull’area che tra la fine del quarto e gli inizi del quinto secolo era occupata dal cosiddetto gruppo episcopale, un complesso articolato in due edifici paralleli: uno più grande, dedicato a santa Maria e utilizzato per le celebrazioni festive con il popolo, e uno più piccolo, dedicato a Santo Stefano e utilizzato probabilmente dal vescovo per l’officiatura feriale. Al centro, verso est, sorgeva il Battistero». «Quando a partire dal 1107 fu costruita l’attuale Cattedrale – ha significativamente evidenziato don Foglia – il presbiterio fu realizzato in corrispondenza con antico battistero: l’area dove era iniziata la prima irradiazione cristiana in città, insomma, è venuta a trovarsi nel cuore del nuovo edificio, in stretto rapporto con i nuovi spazi delle celebrazioni liturgiche».

«Perché adeguare?», si è interrogato don Daniele Piazzi, responsabile dell’ufficio liturgico diocesano, nelle prime battute del suo intervento, anch’esso introdotto da un filmato. «La motivazione che sta alla base del cambiamento è molto profonda: la riflessione ecclesiale degli ultimi due secoli ha infatti maturato pensieri antichi che si erano persi ma non annullati. Occorre ritornare alla radice stessa del popolo di Dio, all’assemblea, mai uguale a se stessa nel tempo, ma sempre uguale nelle convocazioni domenicali». «Il primo spazio che abitiamo è il nostro corpo messo vicino a quello degli altri e accorgiamo in questi momenti di distanziamento sociale quanto ci manchi fare spazio insieme – ha proseguito –. La nostra radice è il Battesimo e occorre che quello che la Teologia ha riscoperto diventi la spiritualità di tutti: il momento più grande di un amore più grande che ci mette insieme è quando veniamo lavati, partecipiamo a un pasto comune». «Per questo gli spazi dell’Eucarestia non possono essere gli spazi del solo prete: occorre che questo sacerdozio battesimale quasi esploda anche nelle dimensioni degli spazi che abita – ha concluso don Piazzi –. Queste mura hanno segnato la presenza cristiana nella storia della nostra città e della nostra diocesi: quando qui ci riuniamo con il nostro Vescovo, nella molteplicità dei servizi, ci ritagliamo questo spazio e costruiamo questa comunità».

Tra gli interventi anche il collegamento video con don Valerio Pennasso, direttore nazionale per i Beni culturali ed artistici, e l’edilizia e culto. «A gennaio dello scorso anno – ha ricordato il sacerdote – diverse diocesi italiane si sono imbarcate in questa avventura che non è una questione solamente legata all’adeguamento architettonico o semplice riqualificazione di ambienti, ma va a toccare i momenti importanti della vita della comunità ecclesiale, un bene particolarmente importante per la nostra vita di Fede». «Riappropriarsi del significato delle azioni e dei gesti per entrare in Cattedrale è indispensabile per far in modo che la Cattedrale esca e si raccordi con la città e con tutte le sue espressioni culturali – ha proseguito –. Oggi non possiamo essere vicini tra di noi per il distanziamento sociale imposto dall’emergenza sanitaria e questo fa apprezzare di più la necessità che le nostre chiese diventino casa nostra». «Quando ci ritroveremo come prima nelle nostre chiese, – ha concluso – tornare ad essere vicini ci farà gustare come è bello essere popolo di Dio».
L’evento, articolato in più momenti, è stato aperto

Ha quindi preso la parola don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, anche ha voluto affidare a una curiosità storica l’esordio del suo intervento. «Non è sempre stato facile formulare bandi affidare lavori e appaltare opere: lo sapevano bene i canonici quando, nel 1483, dovettero difendere un artista dalla denuncia presentata da antagonisti che sollevavano dubbi sulla legittimità dell’affidamento dell’incarico». Si aprì così una lunga polemica, che si risolse più tardi in modo positivo – con la conferma della scelta dei canonici – ma che mise alla luce rivalità e divisioni, invidie e incomprensioni che solo la magnificenza di quanto realizzato è riuscita a far superare. «Sulla scorta del passato dobbiamo fare tesoro della bellezza, – ha precisato don Gianluca – conservarne la memoria, valorizzare e cercare di far vivere la nostra Cattedrale scrigno di opere d’arte, ma ancora oggi cuore della vita liturgica cittadina e diocesana».

Don Gaiardi ha poi fatto il punto su questioni di più squisito carattere tecnico: la Diocesi cremonese ha partecipato al bando che la Cei ha promosso nel dicembre del 2018, ricevendo l’interesse di ben 63 diocesi italiane. Solo quindici diocesi – tra cui Cremona – sono tuttavia passate alla seconda fase del complesso iter burocratico, presentando la manifestazione di interesse e un preliminare studio di fattibilità. Nel maggio del 2019 la proposta cremonese è stata dichiarata ammissibile, assieme a quella di altre cinque diocesi e da lì è partito un percorso di approfondimento sempre più intenso. «Ad oggi stiamo lavorando per i punti fondamentali della fattibilità – ha proseguito don Gaiardi –. Il coinvolgimento della comunità è necessario perché il cammino possa essere il più sinodale possibile». È stimato in circa un anno il tempo per la realizzazione di tutte le tappe dell’iter amministrativo: la Cei si è impegnata a contribuire con una somma di 300mila euro, pari al 75 per cento del costo del progetto. «Le esperienze vissute mostrano come adeguare architettonicamente una Cattedrale significa toccare la carne viva della Chiesa e accedere al cuore della sua vita – ha concluso –. È molto più che adeguamento di uno spazio celebrativo, significa eseguire una operazione di spessore culturale ed artistico per poterci accostare al Corpo e al Sangue di Cristo».

«Se qualcuno pensasse che è colpa del vescovo venuto da lontano questa ennesima voglia di cambiamento, si sappia che da tempo queste strutture sono in attesa di verifica e trasformazione in qualcosa di definitivo», ha tenuto scherzosamente a precisare il vescovo Antonio Napolioni nel suo indirizzo di saluto che ha chiuso il convegno. «Gli scalini dell’ambone e della cattedra realizzati in compensato e polistirolo sono scricchiolanti e testimoniano l’urgenza di compiutezza». Una situazione provvisoria che non può proseguire a lungo e che si trasforma in «una gara d’amore per la Cattedrale». «Lo dico da figlio di questa Cattedrale – ha proseguito il vescovo – che per me è grembo materno e dove il 30 gennaio 2016 ho ricevuto ordinazione episcopale». «Il mio compito – ha concluso – sarà di accompagnare le fasi di questo processo ma anche di vigilare perché questa “mamma” non venga sfigurata, in continuità con la straordinaria bellezza che ci è stata consegnata e che deve oggi attestare l’amore dei suoi figli del ventunesimo secolo».

 

Photogallery della serata

 

 




In attesa di nuove partenze per l’estero un percorso di missionarietà per non dimenticare che ciò che muove è un Dio di amore che chiede di incontrare e accogliere

L’emergenza sanitaria mondiale ha bloccato o rimandato molti progetti, tra cui le partenze per esperienze brevi di missione. In particolare l’Ufficio missionario diocesano ha dovuto bloccare le partenze, già programmate da tempo, per Salvador de Bahia (Brasile), dove operano come “fidei donum” i cremonesi don Davide Ferretti e don Emilio Bellani. Ma il Covid-19 non ha fermato la volontà di riflettere e di formarsi intorno al grande tema della missionarietà, sia in terre lontane sia nelle comunità di appartenenza. Per questo motivo l’Ufficio missionario ha organizzato tre serate di formazione online.

Il primo incontro, avvenuto il 6 giugno – dal titolo «La cultura dell’incontro» – è stato curato dall’educatore Matteo Pizzi, che ha mostrato come per un incontro reale e profondo con l’altro siano necessari tutti e cinque i sensi umani, perché «l’unità dei sensi ci dà la forma del mondo».

«Quo vadis?» il titolo del secondo appuntamento, tenuto la sera di giovedì 18 giugno da don Marco Genzini, che ha mostrato come la missionarietà sia profondamente presente nelle Scritture. «Dio è il primo missionario», ha detto agli oltre venti partecipanti. Riconoscere il vero significato del verbo «inviare», che ricorre più di mille volte nella Bibbia, è essenziale per capire che «siamo sempre mandati da Qualcuno. Egli è sempre presente nel cuore di chi parte per uscire da sé per incontrare l’altro».

In questo periodo di apparente immobilità è importante, quindi, capire che essere missionari non significa partire per mete remote, ma ricordarsi che ciò che muove l’essere umano è un Dio di amore che chiede solamente di incontrare e accogliere.

Il prossimo appuntamento sarà il 2 luglio. Don Davide Ferretti, direttamente dal Brasile, racconterà la sua esperienza di “fidei donum” e che cosa significa per lui essere missionario. La partecipazione è aperta a tutti contattando l’Ufficio missionario diocesano.




La missione secondo i grandi viaggiatori della fede: incontro biblico con don Genzini

Uscita, cammino, incontro, cura, speranza… saranno queste le parole chiave che accompagneranno l’incontro virtuale di formazione che l’Ufficio Missionario propone «a chi desidera aprire una finestra sul mondo» giovedì 18 giugno alle ore 21, dal titolo “Quo vadis? Storia di un Dio che non si è mai fermato”.

L’incontro sarà guidato da don Marco Genzini dell’equipe del Centro missionario diocesano che percorrerà un itinerario biblico partendo dal concetto di missione, lasciandosi accompagnare dalle grandi figure di viaggiatori della fede dell’Antico Testamento fino al Gesù dei Vangeli.

Al centro della serata il dinamismo che caratterizza l’azione di Dio, la storia della Salvezza e dunque la vita del cristiano, chiamato ad uscire dall’immobilismo e dall’isolamento per muoversi, con altri, nella direzione che il Signore indica.

Alla luce della Parola, dunque, don Marco rifletterà sul valore fondativo della missione in un incontro a cui sarà possibile partecipare liberamente inviando il proprio indirizzo mail attraverso i canali social del Centro Missionario Diocesano (FacebookInstagram).

 




Adeguamento liturgico della Cattedrale: il 18 giugno un convegno sui canali web diocesani

«Spazi per celebrare. Adeguamento liturgico della Cattedrale». È questo il titolo della serata che giovedì 18 giugno, alle 21, si svolgerà proprio nel Duomo di Cremona e che sarà trasmessa in diretta streaming sui canali web della diocesi (il nostro portale, la pagina facebook e il canale youtube).

Una iniziativa promossa dall’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici come ulteriore tappa nel processo che porterà a una definitiva sistemazione dell’altare del massimo tempio cittadino. «In passato – ricorda don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici – in Cattedrale c’è stato un adeguamento liturgico temporaneo, con la realizzazione di un altare mobile, installato in maniera provvisoria ormai più di una decina di anni fa nel contesto delle celebrazioni anniversarie della Cattedrale».

Proprio a fronte dell’esigenza di una realizzazione definitiva, la Diocesi di Cremona ha partecipato al bando pubblicato nel 2018 dalla Conferenza episcopale italiana per il cofinanziamento, con fondi derivanti dall’8xmille, di progetti di adeguamento liturgico definitivo delle chiese cattedrali. Delle 14 richieste presentate nel giugno dello scorso anno ne sono state accolte sei e tra queste, appunto, quella riguardante la Cattedrale di Cremona.

La vittoria del bando consentirà di accedere a un contributo fino al 75 per cento della spesa massima ammissibile (400mila euro) per un progetto di adeguamento liturgico che, secondo le linee liturgiche indicate dal Concilio Vaticano II, riguarderà l’ambone, l’altare e la cattedra del Vescovo. Elementi oggi poggiati su supporti provvisori che saranno dunque sostituiti, dentro un progetto complessivo che intende anche valorizzare elementi artistici come i bassorilievi dell’Amadeo, sino ad ora poco evidenti.

«La finalità del bando – precisa ancora don Gaiardi – è di far emergere, in particolare, l’idea che la Chiesa Madre sia un riferimento per tutta la comunità diocesana per un nuovo stile celebrativo che dal Concilio ha fatto suoi alcuni principi essenziali come la partecipazione dell’assemblea, la lingua italiana, la riforma dei testi liturgici con la pubblicazione del nuovo Messale».

Un tema complesso che, da un lato, riguarda la tutela e la conservazione del patrimonio artistico ma tocca anche aspetti pastorali e liturgici. Per questo il progetto di adeguamento liturgico sarà presentato e condiviso con l’intera diocesi e gli esperti del settore durante la serata del 18 giugno, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e del soprintendente Gabriele Barucca.

Interverranno don Andrea Foglia, che aiuterà a rileggere la storia della Cattedrale e del suo presbiterio, don Daniele Piazzi, che illustrerà le diverse celebrazioni liturgiche in Duomo, e don Gianluca Gaiardi, cui spetterà il compito di informare circa il bando e le successive tappe di intervento. Un momento di approfondimento che si svolgerà in una giornata di particolare significato, essendo il 18 giugno memoria liturgica di sant’Imerio, patrono secondario della città e della Diocesi di Cremona, la cui tomba si trova nella cripta della Cattedrale, posta proprio sotto l’altare maggiore.

Dopo il momento di presentazione e condivisione in Duomo, l’iter per l’adeguamento liturgico definivo dell’altare della Cattedrale di Cremona continuerà aprendo una nuova fase, di carattere prettamente progettuale. Gli uffici diocesani, in collaborazione con quelli della Conferenza episcopale italiana, infatti, emaneranno un apposito concorso per la presentazione di specifici progetti da parte di architetti, artisti e liturgisti, chiamati a lavorare in pool. I lavori presentati saranno quindi valutati da una apposita commissione, composta da membri diocesani, delegati regionali ed esperti nominati dalla Cei e dalla Soprintendenza.




SummerLife, in FOCr disponibili magliette, mascherine e striscioni

Tra mille fatiche e lodevoli tenace, si riparte con le attività estive… più a misura di comunità e più calibrate secondo un lavoro di rete: al tempo stesso una sfida ed una provocazione. Nei diversi territori le reazioni non sono state omogenee.

Per questo dalla Federazione degli oratori Cremonesi è giunta subito la richiesta che ciascuna comunità si riattivasse, non immediatamente per rendere un servizio scontato e generalista, ma per tornare ad interrogarsi sull’educativo e sulla cura che – solo insieme – è possibile riprendere davanti e con il mondo dei più piccoli. Una questione essenzialmente pastorale, perché educativa, perché umana.

La riprogettazione è stata progressiva, legata come non mai al variare delle norme e della loro ricaduta sui territori. Anche i materiali Summerlife vengono pubblicati mano a mano che la commissione regionale ne riscrive i contenuti  e gli strumenti, rispetto al grest 2020 che è per ora… come rimandato.

Anche gli strumenti più pratici e simbolici ci sono: più essenziali, ma altrettanto efficaci. Come la maglia – sia per bambini che per animatori/educatori – e come la mascherina personalizzata, lavabile e riutilizzabile; ma anche i poster, gli striscioni e le colonnine igienizzanti per i più piccoli. Sono operative – su prenotazione – anche due preziosissime risorse educative: quella dei consultori, disponibili con operatori preparati a dialogare con i piccoli gruppi per la narrazione e rielaborazione dei vissuti; quella del CSI Cremona che mette a disposizione alcuni operatori safe-sport per laboratori e attività sportive.

La Federazione Oratori Cremonesi ha predisposto anche uno striscione con la grafica SummerLife, formato 220×80 cm, din pvc, tessuto o tnt (il costo varia a seconda del materiale).

Sono infine disponibili i poster con il logo SummerLife (formato 70×100 cm) che saranno omaggiati agli oratori che acquisteranno il materiale in FOCr.

La consegna avverrà direttamente in oratorio appena i materiali saranno disponibili:

  • per prenotazioni dal 10 al 16 giugno consegna prevista il 22 giugno direttamente in parrocchia,
  • per prenotazioni dal 16 al 20 giugno consegna entro fine mese direttamente in parrocchia,
  • per prenotazioni dall’1° al 5 luglio consegna entro il 15 luglio direttamente in parrocchia.

Unica modalità di prenotazione online nell’apposita sezione del sito www.focr.it. Per ulteriori informazioni contattate la segreteria FOCr (solo al mattino dalle 9 alle 12) telefonando allo 0372-25336 o scrivendo una e-mail a segreteria@focr.it.

Ricordiamo anche che è attivo il centro di spesa diocesano per i materiali di sanificazione.




Persone separate, divorziate e in nuova unione: il 15 giugno nuovo incontro

«Siamo in ripresa, lentamente, con tutte le precauzioni del caso. Ma riprendiamo i contatti, ci ritroviamo un po’ impauriti, ancora in convalescenza. Ma riprendiamo». Così don Enrico Trevisi, referente del tavolo pastorale “Famiglia di famiglie”, in merito alla ripresa degli incontri del Servizio per le persone separate, divorziate e in nuova unione.

Lunedì 15 giugno, alle 21, è programmato un nuovo incontro (cui si può aggiungere anche chi non si è ancora affacciato a questa esperienza) che, in linea con quanto il Vescovo ha tratteggiato, sarà sul brano evangelico dei due discepoli di Emmaus. Del resto proprio questo brano era stato programmato come conclusione del percorso di quest’anno.

«La pagina evangelica – precisa don Trevisi – consente di affrontare i vari temi di questo tempo difficile, che il Vescovo ha così sintetizzato: l’ascolto, il rispetto per il dolore, il Vangelo che riecheggia nuovo, il fermarsi in relazioni riscoperte, il celebrare la Presenza del Signore, il lasciarsi scaldare il cuore, e anche il ripartire per la testimonianza».

Gli incontri si terranno nelle solite tre sedi: a Caravaggio presso il centro di spiritualità del Santuario; a Cremona presso il Centro pastorale diocesano; e a Viadana all’oratorio Castello.

«Ci si ritrova in un clima disteso e cordiale – conclude don Trevisi -. È la comunità cristiana che si raccoglie attorno alla Parola di Dio e si lascia interrogare e condurre dalla presenza viva del Risorto in mezzo a noi. Una comunità nella quale anche le persone separate, divorziate e in nuova unione sperimentano la bellezza dell’essere insieme davanti ad una Parola di Dio feconda, e che per tutti apre cammini di fede e di speranza».




Turismo religioso e pellegrinaggi, si va verso la ripartenza

Con l’avvio della cosiddetta “fase 2” – ormai già archiviata – in piazza sant’Antonio Maria Zaccaria, nella struttura del palazzo vescovile, ha riaperto i battenti anche la ProfiloTours. Come le altre agenzie turistiche, nei mesi scorsi ha subito le conseguenze del lockdown con molti viaggi annullati, il rimborso delle iscrizioni ai clienti oppure la proposta di una riprogrammazione che solo ora inizia a vedere qualche possibile attuazione.

«La situazione del comparto turistico – spiega don Roberto Rota, incaricato diocesano per la Pastorale del tempo libero e dei pellegrinaggi – è davvero difficile. Non è solo questione di distanze tra gli ombrelloni sulle spiagge. E non sono solo gli alberghi a pagare questa situazione. A essere in difficoltà è l’intera filiera del turismo: guide, negozi di souvenir, siti turistici, agenzie di trasporti… Noi siamo in contatto con molte di queste realtà, specie in Terra Santa, e la preoccupazione è tanta, soprattutto nei luoghi che vivono quasi esclusivamente di turismo, come Betlemme». Tutti i pellegrinaggi in Terra Santa sono stati infatti annullati, come quello in Polonia in occasione dei 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II.

Ora si guarda con ottimismo alla riapertura dei grandi santuari, come Lourdes, ma è ancora presto per poter fare programmi a motivo delle limitazioni imposte, ancora forti. A partire dai trasporti. «Pensiamo banalmente agli spostamenti in pullman – precisa ancora don Rota –. Se tutto era calibrato su una capienza di 50 persone, ora dobbiamo immaginare di poterne sfruttare solo la metà incidendo fortemente sui costi».

La crisi è e sarà fortissima e tutto il sistema turistico va dunque completamente ripensato con fantasia. La voglia di non arrendersi e ripartire c’è. Così ecco messe, nero su bianco, le prime proposte. A partire da fine estate, focalizzando l’attenzione esclusivamente all’Italia, alla scoperta di alcune bellezze di casa nostra solitamente poco valorizzate. Si comincia a fine agosto (dal 24 al 26) con una visita di carattere culturale nella Capitale, in occasione della mostra su Raffaello allestita alle Scuderie del Quirinale. A seguire una serie di proposte giornaliere che, previste nei mesi scorsi, sono state riprogrammate in autunno: il 26 settembre a Rimini e Cesena, il 17 ottobre a Genova e il 7 novembre a Torino, con tappa alla Sacra di San Michele (in foto). In programma anche un fine settimana lungo (dall’8 all’11 ottobre) nell’Umbria cosiddetta “minore”.

«Le conseguenze di questa pandemia sul nostro settore sono ancora imprevedibili e ora non siamo ancora in grado di immaginare i possibili sviluppi. Certamente sarà una ripresa molto lenta e graduale. Saranno impensabili le lunghe code che negli anni scorsi abbiamo affrontato per scendere, per esempio, nella grotta della Natività o per entrare nell’edicola del Santo Sepolcro».

Informazioni e aggiornamenti sul sito www.profilotours.it con l’agenzia turistica diocesana sempre a disposizione di singoli, gruppi e parrocchie per ragionare e proporre mete e itinerari secondo le diverse esigenze e in base alle disposizioni via via emanate in Italia e all’estero.




Estate di volontariato in tre strutture Caritas

Nonostante le limitazioni e le necessarie norme di sicurezza, anche per l’estate 2020 la Caritas diocesana propone alcune esperienze di volontariato per i giovani sul territorio diocesano: un’esperienza di servizio in una delle strutture di volontariato attive sul territorio, in linea con le competenze di ciascuno.

La prima proposta è quella di un periodo di servizio presso la Fattoria della carità di Cortetano, una comunità maschile per minori adolescenti. La proposta estiva di Caritas consiste nella partecipazione di un giovane volontario alle gite giornaliere in bicicletta nel territorio, con un educatore e 5 ragazzi ospiti della Fattoria. L’esperienza per il volontario sarà il supporto diretto all’educatore quanto la condivisione dello “stare” all’interno del gruppo. In caso di necessità la comunità potrebbe mettere a disposizione del volontario una mountainbike. Le gite avranno una frequenza di 1 o 2 volte a settimana e potrebbero prevedere, se le direttive sul Covid19 lo permetteranno, di trascorrere la notte in tenda in aree libere o attrezzate. Info Mattia Ferrari (331-1708683).

La seconda opportunità coinvolge invece l’opera segno della Isla de burro, fattoria di Zanengo che ospita un progetto di interventi assistiti con animali (pet therapy), promosso da Caritas cremonese e gestito dalla Cooperativa sociale servizi per l’accoglienza, che coinvolge 17 asini, 2 cavalli e 1 mulo, ed è formalmente riconosciuto e autorizzato dalla Regione Lombardia. Le esperienze cui i volontari parteciperanno che si vivranno non sono pensate in modo specifico, ma diluite nella normale gestione della vita della struttura. I volontari potranno essere accolti per tutto il mese di luglio e le prime due settimane di settembre. La durata dell’esperienza potrebbe essere settimanale, con un impegno prevalentemente mattutino. Info Marco Ruggeri (338-7842081).

La terza esperienza proposta ai giovani è quella di un periodo di volontariato presso Casa di Nostra Signora, a Cremona in via Ettore Sacchi. La struttura si pone a sostegno della condizione femminile più fragile, accanto a quella dei propri figli. Durante l’estate vi saranno ore dedicate allo studio e al recupero delle fragilità relativamente ai programmi scolastici e un’attività al giorno, possibilmente all’aperto, che comprenderà una tra le seguenti proposte: l’uso della piscina a piccoli sottogruppi, giochi di gruppo, laboratori creativi anche di cucina, attività fisica come biciclettate e yoga, uscite didattiche guidate, attività di pet therapy sempre con l’accompagnamento di educatrici professionali. Info Nicoletta D’Oria Colonna (334-1062553).

Ulteriori dettagli e informazioni sui tre progetti contattando Caritas Cremonese.




Visita pastorale, ecco le date delle tappe rinviate durante il mese di marzo

La Segreteria vescovile ha comunicato il calendario della Visita Pastorale del vescovo Antonio Napolioni nelle parrocchie e nelle unità pastorali in cui la sua visita era attesa nel periodo compreso tra il 28 febbraio e la fine del mese di marzo 2020.


Gli appuntamenti, che erano stati tutti rimandati a causa del Covid, saranno infatti recuperati nei mesi di settembre e ottobre secondo questo programma:

  • dal 18 al 20 settembre nelle parrocchie di Casalbuttano, San Vito, Ossolaro, Paderno e Polengo;
  • dal 9 all’11 ottobre nell’unità pastorale di Pizzighettone, Gera di Pizzighettone, Roggione e Regona;
  • dal 16 al 18 ottobre nella parrocchia di Cristo Re a Cremona;
  • dal 23 al 25 ottobre nelle parrocchie di Sospiro, Longardore, San Salvatore, Tidolo, Pugnolo, Cella Dati e Derovere.

Con queste tappe si concluderà il primo anno della Visita pastorale, che riprenderà poi con il mese di gennaio 2021.