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Olimpiadi 2024, gli occhi del mondo su Parigi. L’Università Cattolica dedica un web reportage ai Giochi Olimpici

Venerdì 26 luglio iniziano i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Le Olimpiadi in cui l’Italia è al record assoluto di partecipazione: gli atleti azzurri sono ben 403 e la delegazione italiana è al settimo posto della classifica delle squadre più numerose. Ma Parigi 2024 sarà anche l’Olimpiade in cui le 5.633 donne sfioreranno la parità di genere per la prima volta nella storia dei cinque cerchi. Lungo la Senna le atlete rappresenteranno circa il 50% degli atleti totali, suddivise in 45 diverse discipline sportive. È una première assoluta, dopo 128 anni dall’inizio dei Giochi dell’era moderna.

Nel frattempo è scattata la tregua olimpica, che obbliga gli Stati a garantire l’interruzione di tutte le ostilità, consentendo il passaggio e la partecipazione in sicurezza di atleti e spettatori. Insieme a molti conflitti dimenticati, l’invasione della Russia all’Ucraina e lo scontro tra Israele e Palestina non solo continuano a generare morte e distruzione, ma rischiano anche di deteriorare l’instabile (dis)ordine mondiale. Proprio questi due scenari di guerra rappresentano un banco di prova fondamentale per il Comitato olimpico internazionale (Cio) e per l’effettiva capacità delle istituzioni sportive di promuovere il valore della pace.

Di questo e di molto altro parla il nuovo web reportage dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Olimpiadi 2024, gli occhi del mondo su Parigi”, con il quale l’Ateneo ha voluto ricordare, come ha sottolineato Papa Francesco, che «lo sport è un linguaggio universale che trascende le frontiere, le lingue, le razze, le nazionalità e le religioni; ha la capacità di unire le persone, di favorire il dialogo e l’accoglienza reciproca; stimola il superamento di sé, forma allo spirito di sacrificio, favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali; invita a riconoscere i propri limiti e il valore degli altri. I Giochi Olimpici, se rimangono davvero “giochi”, possono dunque essere un luogo eccezionale di incontro tra i popoli, persino i più ostili».

Tra le 11.475 storie degli atleti che rappresentano le 205 delegazioni che partecipano alle trentatreesime Olimpiadi dell’era moderna, il web reportage dell’Università Cattolica punta i riflettori su quelle di chi ha scelto di studiare all’università e non ha mai abbandonato il campo da gioco, la palestra o la piscina.

Proprio come Domitilla Picozzi, che si è laureata a marzo in Medicina e Chirurgia, a Roma, è capitano della SIS Roma, con la quale ha appena vinto la sua terza Coppa Italia, ed è attaccante del Setterosa che cerca il riscatto dopo la mancata qualificazione ai Giochi di Tokyo 2020.

È così anche per Anishta Teeluk, nuotatrice italo-mauriziana che vive a Pioltello e studia a Milano. Ai Campionati africani del 2022, in Tunisia, Anyshta ha conquistato due medaglie d’argento nei 100 e nei 200 dorso con altrettanti record nazionali, seguite dalle medaglie d’oro nei 200 dorso ai Giochi delle Isole dell’Oceano Indiano e agli Aquatics Swimming Championships, in Angola.

Sono ben due, invece, gli alumni che si sono laureati nella Sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica che parteciperanno alle prossime Olimpiadi. Il triplista Andrea Dallavalle, vicecampione europeo a Monaco 2022, è stato tra i primi nove nella sua specialità agli ultimi Giochi Olimpici. Dallavalle si è laureato in Banking and Consulting dopo aver conseguito la triennale in Economia aziendale – profilo Marketing management.

Quelle di Parigi saranno le seconde Olimpiadi anche per un altro piacentino, Giacomo Carini, che gareggerà nella staffetta 4×100 mista e nei 200 farfalla, la specialità di casa. Classe 1997, nella sua carriera ha vinto la medaglia d’argento agli Europei di Baku 2015 e cinque titoli italiani in totale. Ed è ancora una volta tra i migliori nuotatori del mondo.

C’è, infine, chi non farà parte della delegazione italiana a Parigi ma, dopo essere stata atleta olimpica a Tokyo 2020 e campionessa del mondo nel basket 3×3, oggi è una psicologa dello sport: Giulia Rulli fa parte del team che l’Ateneo mette a disposizione degli studenti-atleti del programma Dual Career per offrire loro un servizio individualizzato di accompagnamento, orientamento e monitoraggio del percorso accademico.

Il web reportage è disponibile a questo link: https://secondotempo.cattolicanews.it/webreportage-olimpiadi-2024-gli-occhi-del-mondo-su-parigi




Soncino, al via il recupero dell’antico organo Bernasconi della Pieve

L’antico organo Bernasconi della Pieve di Santa Maria Assunta di Soncino, fermo da una quindicina d’anni, se non di più, tornerà a suonare. Non subito ovviamente, ma nel 2027, perché l’operazione di totale restauro cui si è deciso di sottoporlo durerà circa tre anni. Un’operazione complicata e costosa, da circa 300mila euro complessivi. Decisivo pertanto è il contributo CEI attraverso i fondi garantiti grazie all’8xmille e che ammonta ad un terzo della somma totale, vale a dire 100mila euro.

Per il resto la Parrocchia utilizzerà fondi propri. Sia alcuni privati che alcune ditte hanno già manifestato l’intenzione di contribuire all’ingente spesa.

Il compito di restaurare il Bernasconi è stato affidato alla bottega organaria di Ugo Cremonesi, di Soncino, che nel borgo aveva già restaurato qualche anno fa l’organo Franceschini Benzi della chiesa di San Giacomo.

«L’organo – spiega il parroco don Giuseppe Nevi – è un pregiato Bernasconi del 1886. Non funziona più da almeno quindici, forse anche vent’anni, ma grazie a Dio si è ben conservato. Ciò non toglie che dovrà essere completamente restaurato. L’obiettivo è riportarlo all’origine e per questo servirà un lavoro lungo tre anni. Nel frattempo nella Pieve proseguiamo con l’utilizzo di un organo elettronico che dal punto di vista del suono è uno strumento di tutto rispetto».

Lo smontaggio dell’organo è iniziato in questi giorni anche se un’accelerata, in tal senso, arriverà dopo il periodo delle ferie. L’organo sarà restaurato a Soncino, nei laboratori della ditta incaricata.

Proprio il titolare ne descrive le caratteristiche. «È uno strumento di pregio, datato 1886 – dice Ugo Cremonesi –, con le canne centrali che risalgono a un Serassi del 1770. Questo è classificato come un organo monumentale, con tre tastiere con pedaliera e quasi 3.000 canne. Praticamente raccoglie tre strumenti in uno. Nel corso della sua storia ha subito un piccolo intervento di riforma ai primi del novecento. La cosa positiva è che è tutto ripristinabile: abbiamo documenti d’archivio che ci hanno portato a poter progettare un restauro definitivo. È altresì vero che non suona oramai da molti anni e che necessita di un restauro integrale ma è stato mantenuto discretamente. Nella nostra lunga attività abbiamo avuto modo di restaurare organi messi molto, ma molto peggio. In questo periodo si è provveduto alla rimozione delle grandi canne ma l’effettivo smontaggio è previsto per settembre».




Estate ricca di proposte didattiche al polo dei Musei della Diocesi di Cremona

 

Anche d’estate il polo dei musei della Diocesi di Cremona offre un ricco programma di proposte didattiche rivolte a bambini e ragazzi, per avvicinarli alla cultura e alla storia locale attraverso esperienze coinvolgenti e formative. Iniziative che nei mesi di giugno e luglio hanno visto protagonisti i Grest e che nelle prossime settimane continueranno a coinvolgere centri estivi e altri gruppi organizzati, offrendo attività diversificate che coniugano divertimento e apprendimento.

Tra salite al Torrazzo e visite al Museo Diocesano, i giovani partecipanti hanno l’opportunità di vivere la cultura in modo attivo e coinvolgente, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze e scoprendo il valore del patrimonio storico e artistico locale. Con iniziative come queste, la Diocesi di Cremona dimostra il suo impegno nel promuovere la cultura e l’educazione tra le nuove generazioni, offrendo esperienze che lasciano il segno.

Attraverso laboratori interattivi e visite guidate, appositamente studiati per le diverse fasce d’età, i ragazzi esplorano le collezioni del museo e esprimono la propria creatività, realizzando opere ispirate ai capolavori esposti e approfondendo la conoscenza delle tecniche artistiche.

I gruppi che desiderano approfondire e chiedere maggiori informazioni riguardo le proposte possono scrivere a info@museidiocesidicremona.it o telefonare allo 0372-495082.




Franco Mugerli nuovo presidente dell’Associazione Corallo

Si è riunito il 22 luglio il Consiglio direttivo dell’Associazione Corallo – che rappresenta 216 emittenti (173 radio e 43 televisioni) e di cui anche TeleRadio Cremona Cittanova fa parte – per la nomina del nuovo presidente, a seguito della recente scomparsa di Luigi Bardelli. Al Consiglio ha partecipato anche il Segretario generale della CEI, l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi. Il Consiglio ha, quindi, nominato come presidente  Franco Mugerli, al quale vanno le più vive congratulazioni di Aeranti-Corallo.

Franco Mugerli, giornalista, ha operato nel settore radiotelevisivo iniziando a dirigere nel 1976 una radio locale in provincia di Milano dove è nato e abita con la famiglia. Nel CORALLO dalla fondazione nel 1981, è stato direttore, poi presidente (1986 – 1994).

È stato direttore dell’agenzia giornalistica radiotelevisiva News Press, dirigente dell’emittente Tv2000 e del circuito radiofonico InBlu, direttore di TER – Tavolo editori radiofonici (indagine sull’ascolto radiofonico in Italia), presidente di COPERCOM – Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione, presidente del Comitato Media e Minori presso il Ministero dello Sviluppo Economico, co-presidente della CERC – Conferenza Europea delle Radio Cristiane. Ha, inoltre, collaborato con riviste di settore; è stato membro di commissioni presso il Ministero PP.TT., la Presidenza del Consiglio dei Ministri Servizi Editoria, la Conferenza Episcopale Italiana.

Franco Mugerli ha ringraziato mons. Giuseppe Baturi e il Consiglio direttivo per la fiducia accordata e, ricordando l’amico Luigi Bardelli, ha richiamato il mandato affidato da Papa Francesco a Corallo e ad altri media ecclesiali nell’udienza del 23 novembre 2023:

«Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità…  La comunicazione è mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare i muri… Comunicare è formare. Comunicare è formare la società».

Mons. Giuseppe Baturi, ha sottolineato l’importanza e il valore dell’informazione che «da sempre dà voce alle comunità dei diversi territori, mostrandone la bellezza e la vitalità. La dimensione locale favorisce infatti quella prossimità, frutto di conoscenza intima e di un’esperienza condivisa, che permette di raccontare fatti e storie, costruendo legami e delineando orizzonti di senso».

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Corallo risulta ora così composto: Franco Mugerli (presidente); Alessia Caricato (direttore); Massimo Porfiri (tesoriere); consiglieri: Francesco Cavalli, Vincenzo Corrado, Sabina Ferioli, Italo Lunghi, Vincenzo Morgante e Daniele Morini. Per il Collegio dei revisori dei conti Francesco De Strobel (presidente), assieme a padre Salvatore Giardina e padre Francesco Giuseppe Mazzotta.

L’Associazione Corallo, insieme ad Aaeranti, costituisce Aeranti-Corallo.




Il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore speciale Ambasciata del Ghana

 

Un tempo, tra le sue sale, si muovevano i Farnese e gli Asburgo. Per quattro giorni – da giovedì 18 a domenica 21 luglio – Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore ha accolto il Consolato ghanese proveniente da Roma. In entrambi i casi ha svelato il suo irresistibile fascino ai suoi ospiti, dando onore alla loro presenza e prestigio alle visite di grandi personalità. Nel caso dell’iniziativa promossa e organizzata dall’Associazione Ghanese di Casalmaggiore è stato in modo eccezionale il luogo di atti ufficiali, quali il rilascio di passaporti e visti o traduzioni di documenti.

A metà luglio, grazie alla disponibilità delle Parrocchie di Casalmaggiore, il Palazzo Abbaziale è stato per quasi una settimana il centro di un progetto inedito e di grande rilevanza per il territorio, per l’occasione pacificamente invaso da cittadini di origini ghanesi provenienti da tutto il Nord Italia: più di 400 le persone arrivate in città per rifare, completare o aggiornare i propri documenti. Trento, Trieste, Cuneo, Milano, Torino: per qualche giorno il piccolo centro di Casalmaggiore è stato il grande punto di incontro di chi non ha occasione e opportunità per spostarsi nella capitale.

Bilancio positivo, insomma, dell’iniziativa ed enorme la soddisfazione di Samuel Appiah, presidente dell’Associazione Ghanese di Casalmaggiore, e di Michael Acquah, presidente della Cognai (Council of Ghanian National Associations in Italy). «È qualcosa di storico, un paese non grande come Casalmaggiore ha avuto l’opportunità di ospitare l’Ambasciata – ha detto Appiah –. Ringraziamo il parroco don Claudio Rubagotti per averci messo a disposizione l’edificio, il sindaco Filippo Bongiovanni e i volontari che ci hanno dato una mano». Tanta responsabilità ripagata da tanto orgoglio, come afferma Shantel Kankam, responsabile amministrativa dell’Associazione: «In pochissimo tempo siamo riusciti ad organizzare tutto e aver svolto questa attività in un palazzo così è stata una grande sorpresa. La prima volta sono rimasta a bocca aperta: non mi aspettavo tanta bellezza nascosta qui dentro».

Così il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore è tornato a (ri)vivere anche la sua funzione di ricevimento per occasioni significative, ospitando i funzionari dell’ambasciatrice Merene Benyah; sono stati presenti anche Nana Pomah, Regina Madre della cittadina di Dormaa, nella regione di Brong-Ahafo e figura di rilievo nel panorama politico locale, e George Kofie, collaboratore del Ministero ghanese.

Così per qualche giorno l’edificio ha svolto la funzione di un pubblico ufficio «utile per evitare viaggi lunghissimi ai nostri concittadini» afferma Appiah. E, rievocando il glorioso passato di questo luogo, valorizzare non solo le intenzioni burocratiche ma anche gli ambienti e le relazioni umane costruite al suo interno.

«Per me è importante sottolineare come l’alta ufficialità di persone ed azioni coinvolte meritava un luogo altrettanto importante delle parrocchie – ha raccontato il parroco don Claudio Rubagotti –. Quando siamo stati informati del progetto non ci aspettavamo infatti né il bacino di utenza né la sua rilevanza. Sono quindi felice che, da parte dei collaboratori del Consolato e dei visitatori, sia stata colta l’intenzione di onorare il lavoro da svolgere con la bellezza del luogo; oltre all’opportunità di avere un incontro ecumenico cristiano e interreligioso durante queste giornate».

I funzionari dell’ambasciata e gli organizzatori, infine, hanno chiesto un incontro conclusivo con il parroco, chiedendogli una benedizione particolare e ribadendo il loro apprezzamento alla comunità casalasca e delle parrocchie «per la grande ospitalità e gentilezza mostrata alla comunità ghanese e per la costruzione di legami duraturi».




Prorogata fino al 25 agosto la Mostra “Tratti” di Paolo Mazzini

In considerazione del grande successo di pubblico e critica, la mostra “Tratti” del fotografo cremonese Paolo Mazzini sarà prorogata fino al 25 agosto 2024. Curata da Valeria Loddo e promossa dalla Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con il Museo Diocesano di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine, la mostra è ospitata nella sala delle esposizioni temporanee del Museo.

Ogni fotografia del percorso espositivo cattura i lineamenti di uno stesso volto, rivelando le molteplici sfaccettature di una città ricca di storia, cultura e vita. Linee chiuse, intersezioni, bordi spezzati e curve armoniche sono le tracce che collegano idealmente i luoghi culturali di Cremona: la Cattedrale, il Torrazzo, il Museo Diocesano, il Museo del Violino, l’Auditorium Arvedi, il Museo Civico e il Museo Archeologico.

“Tratti” continuerà ad accogliere il pubblico per gran parte dell’estate, offrendo l’opportunità imperdibile di scoprire Cremona attraverso l’obiettivo di Paolo Mazzini e ammirare da una prospettiva inedita questi luoghi, riuniti per la prima volta in un progetto artistico comune.

È possibile visitare la mostra da martedì a domenica, la mattina dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 18. Il Museo sarà aperto anche giovedì 15 agosto. Per maggiori informazioni scrivere a info@museidiocesicremona.it o telefonare allo 0372-495082.

La mostra è parte del programma di eventi della Fondazione Potenza Tamini, in linea con la missione della Fondazione di sostenere giovani talenti creativi, che indagano il presente in una ricerca affine ai temi affrontati da Gianmaria Potenza.  Le strade dei due artisti si incrociano nel 2022, quando Mazzini fotografa i nuovi arredi sacri di Potenza per la Cattedrale di Cremona, dimostrando una particolare sensibilità nel cogliere la ricerca dello scultore veneziano dedicata alla luce. Per questo motivo, l’anno successivo la Fondazione lo sceglie come fotografo per gli scatti pubblicati sul libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”.  “Tratti” nasce dalla ricerca iniziata in quella serie di fotografie e porta avanti un’indagine approfondita sulla città di Cremona, invitando alla riflessione e alla riscoperta della vera anima della città.

 

PAOLO MAZZINI

Nato a Cremona nel 1986, Paolo Mazzini, lega alla sua città di origine i contenuti della sua prima mostra personale. Attraverso le sensibilità affinate nelle esperienze professionali di grafico editoriale, art director, ritrattista e fotoreporter, in “Tratti” espone una sintesi originale delle differenti modalità di approccio all’immagine nella sua forma estetica, narrativa e espressiva. Una complessità che si manifesta nella ricerca del dettaglio capace di descrivere e insieme interpretare ogni spazio come luogo di dinamica armonia.

Inaugurata “Tratti”, mostra fotografica di Paolo Mazzini: viaggio per immagini tra i luoghi dell’arte e l’invisibile Mistero




Salvador de Bahia, arrivato in Brasile il primo gruppo di volontari

 

Sono atterrati mercoledì alle 22, ora brasiliana, oltreoceano i quattro giovani che hanno deciso di passare tre settimane della loro estate presso la parrocchia di Gesù Cristo Resuscitato a Salvador de Bahia, dove vive ormai da cinque anni il sacerdote fidei donum Don Davide Ferretti e dove è presente la volontaria cremonese Gloria Manfredini. Insieme a don Umberto Zanaboni, incaricato per la Pastorale missionaria della Diocesi di Cremona, Chiara Allevi, Gloria Clerici, Gianluca Faraco e il seminarista Leone Melatta. Altri tre giovani arriveranno all’inizio di agosto.

«L’atteggiamento che consiglio a chi viene qui è quello di non pensare di fare, ma di stare – ricorda don Davide Ferretti –. Si può conoscere questa realtà solo restando in mezzo a loro, senza venire qui con il desiderio di insegnare qualcosa».

«Fare un’esperienza di servizio all’estero è importante per vedere la realtà come è davvero e non come ce la immaginiamo, senza pretendere di salvare il mondo, ma allenando la propria capacità ad accogliere», continua Gloria Manfredini, che da ottobre vive nella parrocchia come volontaria, nel suo secondo anno di missione a Salvador.

Chiara e Gianluca, fidanzati, hanno deciso di andare a Salvador insieme prima del matrimonio: «Da quando Chiara mi ha parlato delle sue passate esperienze in Brasile – racconta Gianluca, dopo aver precisato che in terra brasiliana si è subito sentito accolto come se fosse uno di famiglia – il suo entusiasmo mi ha contagiato e sentivo il bisogno di vivere anche io questo tipo di esperienza». Continua poi Chiara: «Per me è la terza volta a Salvador ed è stato come tornare a casa. Non sono solo contenta di rivedere Gloria dopo mesi, mia cara amica da quasi quindici anni, ma anche di rincontrare i ragazzi e le ragazze che vivono qui. L’accoglienza è stata straordinaria: non venivo da cinque anni eppure tutti mi hanno riconosciuta e si sono ricordati il mio nome».

Gloria Clerici ha 29 anni ed è educatrice in una scuola dell’infanzia di Castelleone. Riconosce che non è sempre semplice entrare in un mondo che è totalmente diverso da quello a cui si è abituati: «All’inizio capisci di essere fuori dagli schemi ordinari. Qui dobbiamo andare oltre quello che conosciamo nel quotidiano. Appena scesi dall’aereo ed entrati nel quartiere, subito si è respirata un’aria di mistero: è tutto da scoprire e io ne sono estremamente curiosa».

Nel gruppo di volontari anche Leone Maletta, di Cremona: «Ciò che mi ha spinto a venire qui è la curiosità di conoscere una fede cristiana che è diversa e per certi versi più semplice ed essenziale rispetto alla nostra. Vorrei che questo mi aiutasse a comprendere il respiro universale della Chiesa. Qui spero di incontrare un’umanità che evidenzi che il Vangelo è sempre per tutti e accessibile a tutti».




Autonomia differenziata e referendum, il 26 luglio incontro alle ACLI

Sull’onda del neo-costituito coordinamento provinciale, la mobilitazione contro l’autonomia differenziata, che prevede in prima battuta la raccolta firme per il referendum abrogativo del decreto Calderoli, è attiva anche sul territorio cremonese. Sindacati, forze politiche, associazioni e liberi cittadini sono al lavoro per dare informazione sulle ricadute per il futuro del Paese.

«Non tutti sanno purtroppo – evidenzia il Coordinamento provinciale – che cosa sia e che cosa comporterà l’autonomia differenziata, un po’ perché poco se ne parla (se non fra gli addetti ai lavori), un po’ perché da tempo il metodo di informazione del singolo non è sempre garantito dai media».

In questo contesto sono in programma due appuntamenti di sensibilizzazione sul territorio con l’intervento di Antonio Russo, vice presidente delle Acli nazionali con delega alla coesione territoriale e membro del Comitato direttivo della campagna referendaria. Nella mattinata di venerdì 26 luglio sarà a Cremona, presso l’auditorium della Cattadella delle Acli (ingresso da piazzale Luzzara): appuntamento alle ore 10.30 introdotto dal presidente provinciale Bruno Tagliati. Ulteriore appuntamento nel pomeriggio di giovedì 25 luglio alle ore 18 presso Arci Bassa di Gussola, in piazza Comaschi.

Seguiranno altre iniziative volte alla raccolta firme e all’informazione.




La Polisportiva Annicchese vice campione nazionale CSI di calcio a 5 open

In foto: Federico Generali, Mattia Fedele, Nicolò Lanzi, Matteo Giacobbi, Cesare Sanfilippo, Davide Generali, il dirigente Mattia Molaschi, Elia Ghidotti e il capitano Matteo Pezzoli

 

La squadra di Calcio a 5 Open della Polisportiva Annicchese, dopo aver conquistato il titolo provinciale e un “amaro” terzo posto regionale, è stata ripescata per partecipare alla fase nazionale dei campionati 2023/2024. Un’occasione unica, così in poco tempo i ragazzi cercano di organizzarsi, anche se quattro giorni di torneo nazionale a Mestre da giovedì 11 a domenica 14 luglio non sono una passeggiata.

L’unico obiettivo era quello di divertirsi, fare un’esperienza che potrebbe non capitare più e magari riuscire a migliorare il 10° posto nazionale del 2015.

15 squadre iscritte, 3 gironi da 5 squadre: passa solo la prima di ogni girone e la miglior seconda.

La squadra di Annicco è nel girone A con Piemonte, Calabria, Sicilia e Lazio. Prima partita contro Asti alle 17 con una temperatura disumana (i nazionali si giocano all’aperto non in palestra) e prima vittoria per 7-4. Il giorno dopo alle 10.30 è la volta di Calabria (la più debole del girone) che viene regolata per 9-5. La partita decisiva è quella contro Palermo: in caso di vittoria sarebbero matematicamente primi nel girone. Partita dominata 5-1, con la squadra in semifinale nazionale. Sembra un sogno ma è tutto vero. L’ultima partita del girone è contro Roma e viene persa 9-8, in attesa del pomeriggio per fare la storia.

La semifinale è contro Parma, i giocatori sono contati, bisogna giocare una partita difensiva. Alla fine del primo tempo la squadra è sotto 2-1; lotta, va in vantaggio 3-2 e poi viene raggiunta alla fine. I rigori sembrano a un passo, ma poi conquista un tiro libero, che però non va a segno… Quindi si va ai rigori: 7-5 e l’Annicchese è in finale!

L’avversaria è una squadra della Puglia: la stanchezza si fa sentire sempre di più (6 partite in 4 giorni) ma il cuore non è mai mancato. I cremonesi sono avanti per 3-1 con 20’ da giocare, sembra fatta, poi il crollo fisico, le gambe non rispondono; a 5 minuti dalla fine il risultato è sul 3-3, poi subiscono il 4-3, ci provano ma ormai tutte le energie sono finite. La partita termina 5-3. La Polisportiva Annicchese è vicecampione nazionale CSI di calcio a 5 open.




A Sant’Ambrogio un «esempio di riparazione e giustizia efficace»

Nasce da una convenzione con la Casa circondariale di Cremona l’iniziativa di accoglienza e di servizio di pubblica utilità che ha visto coinvolti la parrocchia di Sant’Ambrogio, a Cremona, e un detenuto del carcere cremonese.

Dopo mesi di “studio”, è stato individuato e accolto in parrocchia un detenuto che ha prestato, con molta disponibilità, il proprio servizio, fino al mese di luglio, per piccoli interventi e lavori di manutenzione in parrocchia.

«La comunità è stata informata e coinvolta nel riconoscimento della presenza – ha raccontato il parroco di Sant’Ambrogio, don Paolo Arienti –, un volontario l’ha affiancato e ne abbiamo parlato anche al Grest, nella settimana dedicata al viaggio di Dante in Purgatorio come esempio di riparazione e giustizia efficace».

Un’iniziativa che si è dunque inserita nel contesto del Grest, dando anche continuità al tema del cammino, scelto per l’edizione 2024.

Un progetto realizzato con la collaborazione e il costante contatto con la Casa circondariale, grazie alla mediazione del cappellano, don Roberto Musa.

«Un esperimento ben riuscito che ha dato un po’ di luce – ha aggiunto don Arienti –. E che intendiamo ripetere alla ripresa dell’anno pastorale». E ha concluso: «Sarebbe bello parlarne: c’è buona prassi di collaborazione sul territorio e di occasioni di speranza nella concretezza del tessuto di una comunità. Diversi adulti lo hanno incrociato… e i più giovani hanno sentito la sua storia».

 

Apg23: “Rieduchiamo i carcerati curando le ferite e attraverso il servizio ai più deboli”