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Tempo del Creato, a Cicognara una serata di riflessione con i testi di Papa Francesco e don Mazzolari

Proseguono le occasioni di riflessione e preghiera nel contesto del “Tempo del Creato”, l’iniziativa voluta da Papa Francesco dal 2015 per sensibilizzare sulla cura della casa comune, il nostro pianeta. In questo contesto, in sinergia con dall’Ufficio diocesano Pastorale sociale e del lavoro, domenica 10 settembre per la Zona pastorale 5 è stata proposta nella chiesa di Cicognara una serata di meditazione e musica con letture di brani di don Primo Mazzolari e dall’enciclica Laudato si’ di Papa Bergoglio.

«Lo scopo di questi eventi è sollecitare le nostre comunità a una maggiore attenzione condivisa su questi temi», ha ricordato Eugenio Bignardi, incaricato diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, ringraziando la Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo «per la concessione dell’utilizzo degli scritti di don Primo» e don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione del parroco di Bozzolo, «per l’aiuto, la passione e la competenza dimostrate». Senza dimenticare la parrocchia ospitante, l’ensemble Joy Voices per gli accompagnamenti musicali e Graziano Maglia e Erminio Zanoni per le loro interpretazioni dei brani scelti «che hanno contribuito alla buona riuscita di questo momento di meditazione».

Don Davide Barili, vicario zonale della Zona pastorale 5, ha presentato l’evento precisando l’importanza che «la Chiesa, tramite la sua Dottrina sociale, possa dire la sua e rendersi presente nella tematica dell’ecologia, ormai diffusa in tutti gli ambienti». Inoltre, ha evidenziato come il pensiero di don Mazzolari «è più vasto rispetto ad alcune sottolineature note»: i testi tratti dal libro Cara terra, un libretto poco famoso, donano nuove sfumature alla personalità del sacerdote passato proprio da Cicognara nell’arco della sua vita pastorale.

Proprio in questo dialogo “a distanza” tra tempi e sensibilità differenti, emerge una comune visione della Terra come «sorella». Don Mazzolari e Papa Francesco richiamano entrambi il “Cantico delle creature” di san Francesco d’Assisi nell’orizzonte di senso e gratitudine al Creato della celebre invocazione. Il prete cremonese, infatti, nei sui appunti redatti tra il 1932 e il 1946, invitava il suo popolo fatto perlopiù di contadini e agricoltori della Pianura Padana, a rivolgersi alla terra con “cara”: «Se le parli così, vuol dire che non l’hai mai dimenticata. Se le parli così, vuol dire che sei tornato a lei con il cuore fedele, come ella ti ha atteso con il cuore fedele». Il Papa, invece, parla a un mondo globalizzato e connesso, evidenziando la Terra come «casa comune», non solo da «coltivare e custodire», ma un luogo dove ogni processo e dinamica tra natura e stili di vita della società sono reciprocamente influenzate; «non ci sono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».

Altre felici intuizioni di don Mazzolari, che risuonano nelle frasi di Papa Francesco, sono la denuncia di un modello di consumismo sfrenato («produrre per consumare, con l’illusione di arrivare a stare bene!»), capace di creare quella «cultura dello scarto» spesso denunciata da Bergoglio nel corso del suo pontificato, o l’attenzione al rispetto della persona umana tra pressioni economiche e modelli di sviluppo. E ancora: se per il Pontefice l’ambiente naturale va tutelato dal profitto a ogni costo, perché «nessuno misura la perdita di desertificare un territorio, distruggere la biodiversità e aumentare l’inquinamento», ciò implica riconoscere nella terra quel «luogo dove l’uomo si incontra con Dio», scriveva la “tromba dello Spirito Santo in Val Padana”; perché «Campo è solo la terra che si lascia amare, che si abbandona alle braccia dell’uomo che la cercano e che gli da pane in cambio di sudore».




Giornata per la Vita in Zona 5: luci di speranza per non arrendersi a una “cultura di morte”

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La zona pastorale V ha celebrato la 45ª Giornata per la vita con una serie di iniziative che si sono svolte venerdì 3 febbraio a Casalmaggiore.

Nel tardo pomeriggio don Jacopo Mariotti, diacono prossimo al presbiterato in servizio nell’unità pastorale di Bellaguarda, Casaletto, Pomponesco e Salina, ha presieduto l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Francesco, in cui si sono susseguiti momenti di riflessione personale silenziosa con altri di lettura del messaggio per la Giornata pubblicato dal Consiglio episcopale permanente della CEI dal titolo «La morte non è mai una soluzione. “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)». L’adorazione si è conclusa con la benedizione eucaristica e la benedizione delle gole, nella ricorrenza di san Biagio.

A seguire, l’assemblea ha camminato per le vie centrali di Casalmaggiore, in un pellegrinaggio illuminato dalla luce di fiaccole colorate, fino a giungere al Duomo di Santo Stefano, con l’accompagnamento musicale delle corali della zona. Tra queste il coro di Bozzolo, il coro Joy voices di Casalmaggiore diretto dal maestro Abele Zani, la Schola Cantorum di Cividale Mantovano diretta dal maestro Donato Morselli, le corali dell’unità pastorale di S. Maria Immacolata di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda, e da ultimo il Coro d’Incanto diretto dal maestro Cesare Visioli.

In Duomo, l’ospite della serata è stato il presidente del Movimento per la vita di Cremona, il dottor Paolo Emiliani, che ha posto in essere una riflessione articolata sul senso della giornata a partire dalla sua fondazione il 22 maggio 1978, diretta reazione all’emanazione della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

«Noi pensiamo che oggi si celebri una Giornata della memoria che, per citare il documento fondativo dei Vescovi – ha dichiarato il dott. Emiliani – ha la funzione di “non dimenticare e non assuefarci alla cultura di morte” in un tempo in cui la vera novità è che egoismo, individualismo e nichilismo sono trasversali a tutte le fasce d’età». Occorre allora riproporre «la domanda fondante la vita umana: chi è o che cos’è l’uomo? L’uomo è soggetto o oggetto? Esistono categorie di non-persone?». E facendo menzione della Giornata della memoria che si è celebrata il 27 gennaio scorso in occasione dello sterminio di 6 milioni di ebrei durante la Seconda Guerra mondiale, ha voluto ricordare anche i 6 milioni di aborti legali avvenuti in Italia.

 

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«In una società equa e democratica, il diritto dell’uno, la donna, non può infrangere il diritto dell’altro, il nascituro – ha aggiunto – perché non si tratta di una questione confessionale ma laica, di rispetto della vita a livello di ragione e non di fede».

Appellandosi al Messaggio dei Vescovi, la cui attenzione è caduta anche sul termine “speranza”, Emiliani ha invitato i presenti a guardare ai testimoni di vita che sono presenti anche ai nostri giorni. Ha voluto così ricordare la figura di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita, deceduto nel 2020 e del quale si celebrerà il ricordo a Cremona presso il Centro pastorale diocesano domenica 5 febbraio. «Casini ha la dato la vita per la vita» così come fanno i numerosi Centri di aiuto alla vita che Emiliani non esita a definire «segni di speranza, perché non solo opere di solidarietà ma anche opere culturali».

 

Emiliani (MpV): «La grande forma di educazione su tutte le frontiere della fragilità umana è la compassione»

Giornata della vita, dal 3 al 6 febbraio eventi di riflessione e preghiera a Cremona e Casalmaggiore




“Caritas Channel”, l’equipe della Zona pastorale 5 apre il proprio canale Youtube

L’equipe Caritas della Zona 5 ha aperto un proprio canale YouTube – “Caritas Channel – Zona Pastorale 5 – Diocesi di Cr” – nel tentativo di proporre percorsi formativi dedicati agli operatori pastorali delle Caritas Parrocchiali, un modo per tenere in contatto tutti gli “attori” che partecipano attivamente alla rete della carità zonale e diocesana.

«Si tratta di un canale in cui carichiamo video estremamente semplici e artigianali attraverso i quali affronteremo i vari aspetti del nostro lavoro pastorale – spiega Marco Ruggeri, referente della Caritas Zona pastorale 5 –. Sono registrati e montati con un semplice telefono, ma che provano ad aprire percorsi per rilanciare l’attività pastorale in comunità molto affaticate dall’esperienza pandemica».

Già cinque i video pubblicati dalla data di apertura del canale, tutti pensati per affrontare tematiche differenti: il primo è una presentazione del mondo Caritas, seguito da altri quattro caricamenti che approfondiscono invece temi quali “La Quaresima e Pasqua di carità”, “L’ascolto e la relazione d’aiuto”, “10 regole per praticare l’ascolto” e, infine, “Corridoi ecologici per insetti impollinatori”.

Proprio quest’ultimo video (link) tratta di una proposta che potrebbe interessare non solo la Zona 5 e che potrebbe suggerire un’attenzione ecologica anche ad altre realtà parrocchiali e non solo. Conclude Ruggeri: «In questo periodo in cui il peso dei cambiamenti climatici inizia a mostrarci l’impatto che può avere sulla nostra quotidianità e anche in vista del mese di settembre, Tempo del Creato, in cui la Chiesa prega, pensa e agisce per la custodia della Casa Comune, si inserisce questa proposta semplice, ma straordinariamente preziosa».




#WMOF22, Zona 5: con Ezio Aceti lo sguardo rivolto al bene trasformato dall’amore

È stato lo psicologo Ezio Aceti a caratterizzare, attraverso la sua relazione sull’amore famigliare «meraviglioso e fragile», l’evento per le famiglie della zona pastorale 5 in occasione del X incontro mondiale delle famiglie. L’appuntamento è stato nel pomeriggio di sabato 25 giugno presso la parrocchia di Rivarolo Mantovano, in comunione con Roma e le altre quattro zone pastorali.

Dopo l’accoglienza e la preghiera iniziale a cura del vicario zonale don Davide Barili, il quale ha ringraziato don Ernesto Marciò per l’accoglienza dei partecipanti in parrocchia, è stato proiettato il videomessaggio del vescovo Antonio Napolioni, il quale ha dato il via alla riflessione di Aceti per l’approfondimento al tema della Giornata.

Il relatore ha infatti aiutato i presenti a ripensare sugli aspetti fragili della vita famigliare, numerosi e delicati nella quotidianità, oggi e da sempre, ma invitandoli a focalizzare la propria attenzione su quelli positivi, linfa vitale delle relazioni. Partendo dai fondamenti della persona, la quale è «immagine di Dio a partire dalla relazione d’amore della Trinità», lo psicologo ha ricordato gli aspetti principali della famiglia: ovvero «non solo gli aspetti fisiologici-biologici della diversità – maschio e femmina – da vivere e approfondire meglio, ma la relazione di amore nella dimensione profonda della ricerca del prossimo». Il presupposto educativo, dunque, per realizzare il percorso dei futuri genitori di domani è «ritrovare la gioia di donare», proprio come nella relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: «noi siamo famiglia perché siamo costituiti naturalmente dell’amore di Dio».

Dopo aver ripercorso i tratti della società passata, «fatta di regole e coerenze educative rispetto ai numerosi stimoli e all’importanza esagerata delle emozioni» del mondo contemporaneo, Aceti ha evidenziato come la famiglia di oggi ha subìto l’onda di una rivoluzione «che ci ha travolto: eppure Dio continua a creare anche in questa nostra epoca». La nuova umanità, infatti, «ha le sue problematiche, ma anche le sue bellezze». Eppure, questi cambiamenti sono stati così rapidi che hanno mostrato tutte le insicurezze delle persone e del nucleo famigliare. Ecco allora, «in questi tempi così difficili», secondo Aceti, «la fragilità delle nostre famiglie dev’essere una scelta d’amore: ovvero far vivere Dio, la nostra forza, nella nostra quotidianità e nel tempo presente».

Per il relatore, si tratta «di trasformare il male e la fatica del vivere in opportunità di mostrare la luce dell’amore». Prendere consapevolezza, insomma, che «non esistono famiglie perfette», ma ritrovare nel rapporto di coppia quei «cromosomi dell’umano» che sono «il naturale amore di Dio» e la sua prospettiva: quella che «ci chiama a vedere la luce del futuro», perché «l’essere umano è capace di avere uno sguardo più ampio». Un’assunzione di impegno e responsabilità nel mostrare la verità del cristiano: «cogliere le occasioni dello stare insieme e delle relazioni come sentimenti positivi su tutti i problemi che si presentano costantemente».

A seguire un momento di condivisione in cui le coppie si sono confrontate, in gruppo, sulla relazione dello psicologo.

Finite le conclusioni del relatore e dei lavori collettivi, è seguita una cena conviviale.

Durante il pomeriggio un’attenzione particolare è stata riservata anche ai bambini, affidati all’animazione del mago Beru.




Sinodo, incontro in Zona 5: «È Gesù la “dinamite” che cambia le cose e ci salva dal buio»

È una Chiesa in cammino quella che si è incontrata venerdì sera presso il Centro Parrocchiale di Rivarolo Mantovano, per il primo incontro di formazione per il cammino sinodale della zona 5.

Alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, anche gli operatori pastorali e i rappresentanti delle comunità del territorio, come precedentemente le altre zone, si sono ritrovati a riflettere sul senso dell’essere Chiesa oggi.

Dopo aver ascoltato la cantata sacra “Letizia d’amore, stelle e precipizio”, composta da Federico Mantovani su testo poetico di Davide Rondoni ispirato all’esortazione apostolica di Papa Francesco “Amoris Laetitia”, l’assemblea riunita ha riflettuto insieme al Vescovo sul momento storico attuale e sulle prospettive di cambiamento che si aprono: «Abbiamo percepito la gravità del momento in cui viviamo – ha detto Mons. Napolioni – Quante volte lo Spirito, però, ha determinato una nuova nascita».

E, ricordando la figura del cardinal Martini, ha proseguito riflettendo su come «la Chiesa si è come seduta nell’epoca della cristianità e deve ora ri-imparare a dialogare con il mondo per essere sacramento».

Il riferimento è al Concilio Vaticano II, da Papa Giovanni XXIII a Papa Paolo VI, e ai documenti di Lumen Gentium, Sacrosanctum Concilium, Ecclesiam Suam. «Prima di metterci in cammino insieme, dovremmo riconoscere che siamo stati salvati dal caos del buio». E ha concluso esortando i presenti: «Dobbiamo essere più vicini alla gente che si sente schiava, lontano dai moralismi. La gente vuole la “dinamite” che cambia le cose e questa “dinamite” si chiama Gesù».

La riflessione è proseguita sabato mattina con dei lavori di gruppo preceduti da un momento di preghiera comunitaria.




Tempo del Creato, a Bozzolo veglia di preghiera e riflessione

Nell’ambito del Tempo del Creato, voluto da Papa Francesco per stimolare una riflessione sui temi della salvaguardia del creato durante tutto il mese di settembre (dal 1° settembre Giornata per il creato al 4 ottobre festa di san Francesco d’Assisi) in tutte le Zone pastorali della diocesi sono stati promossi incontri di testimonianza e preghiera per richiamare il tema e promuovere un processo di attenzione capace di continuare, al di là degli appuntamenti di calendario, con un impegno e uno stile di chi intende prendersi cura della casa comune. Dopo la giornata promossa a Pontirolo dalla Zona 4, nella serata di mercoledì 22 settembre per le comunità della Zona pastorale 5 è stato proposta una veglia di preghiera. L’appuntamento è stato nella chiesa parrocchiale di Bozzolo. Slogan della serata: “Camminare in una vita nuova”.

A guidare la serata è stato il parroco don Luigi Pisani, accompagnato dalla comunità bozzolose oltre che dalla presenza di rappresentanti della società civile e di associazioni e gruppi impegnati sul versante di tutela e cura dell’ambiente, tra queste la Comunità Laudato si’ di Viadana e Marcaria.

Al centro della veglia di preghiera anche la testimonianza di Paolo Bergamaschi, già europarlamentare eletto con il partito dei Verdi, sempre sensibile al tema della transizione ecologica e capace di esaminare il periodo storico che l’umanità sta attraversando.

«Non siamo di fronte a una crisi climatica, ma a un’emergenza climatica – ha sostenuto Bergamaschi -, molto più lunga della crisi pandemica in cui siamo immersi». E, dopo aver descritto alcune azioni mirate a contenere i cambiamenti climatici messe in campo da parte di Nazioni Unite e Unione Europea, Bergamaschi ha letto alcuni brani tratti dai testi dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco e del collega e amico Alexander Langer. «La politica – ha infine affermato Bergamaschi – non può trovare una soluzione perché ragiona sul breve periodo, quello elettorale. La soluzione sta nell’etica. Se non produciamo un cambio radicale negli stili di vita, non ce ne andremo fuori».




Giornata del Sacro Cuore in fraternità

Una giornata dedicata alla fraternità tra i presbiteri della Zona 5 organizzata dal vicario zonale don Davide Barili. L’intento è stato quello di unire il ritiro spirituale mensile con la ricorrenza della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, nella quale si prega per la “santificazione del clero”.

Il gruppo di sacerdoti che ha aderito all’iniziativa, undici in tutto, è partito dalla piazza di Bozzolo nella mattina di giovedì 10 giugno alla volta del Santuario della Madonna del Frassino in provincia di Verona.

Prima dell’Eucarestia celebrata alle ore 11 nel Santuario, un caffè insieme in compagnia e un’ora di lavorio spirituale, con la possibilità di celebrare il Sacramento del Perdono. Dopo la celebrazione eucaristica, presieduta dal parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti che ha proposto la riflessione omiletica, il breve dialogo con il frate priore, qualche foto di rito e poi la partenza per Borghetto sul Mincio per il pranzo. Dopo il momento più spirituale, un momento di svago con la passeggiata per l’antico villaggio scaligero e il rientro in diocesi passando per Volta Mantovana.Nelle parole del vicario zonale don Davide il senso di questa iniziativa di fraternità: «il volerci bene secondo la misura mostrataci da Cristo, al centro della Festa del Sacro Cuore, non può ridursi ad altalenante sentimentalismo ma occorre che diventi ogni giorno scelta concreta e convinta, fatta di azioni e parole semplici ma vere a partire da quelle tra noi preti».

 




Veglie missionarie/4 – A Scandolara Ravara tutti sulla sulla stessa barca della missione

La veglia missionaria dei gesti, colma di segni e di presenze. Così si potrebbe definire il momento di ascolto, preghiera e riflessione che, in occasione alla vigilia della Giornata missionaria mondiale si è svolto nella serata di sabato 17 ottobre presso la chiesa di Santa Maria Assunta a Scandolara Ravara coinvolgendo le comunità delle zone pastorali 4 e 5.

Presieduta dal vicario zonale della Zona 5, don Davide Barili, e alla presenza di altri sacerdoti tra i quali il parroco don Ettore Conti e il vicario zonale della Zona 4 don Antonio Pezzetti, la serata, che poteva essere seguita anche tramite ebook con apposita app, è stata suddivisa in tre momenti – la chiamata, la tempesta, la salvezza – con espliciti riferimenti alla vocazione di Giona e san Paolo.

A introdurre, un brano della meditazione di papa Francesco del 27 marzo scorso, in cui il Pontefice ha richiamato tutti gli uomini alla fratellanza e alla reciproca vicinanza in un periodo storico in cui “ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca”.

E proprio la barca è stata scelta dagli organizzatori quale simbolo della veglia, una barca a cui tutti i presenti hanno avuto accesso scrivendovi il proprio nome e da cui tutti hanno portato a casa un’intenzione scelta tra tante, segno di condivisione nel bisogno e nella richiesta.

Momento centrale della veglia è stata la testimonianza di don Davide Ferretti, in Italia in queste settimane per un momento di riposo a conclusione del primo anno di permanenza a Salvador de Bahia, in Brasile, in qualità di “fidei donum” insieme a don Emilio Bellani presso quella che il Vescovo Napolioni non esitò a definire, in occasione del suo mandato un anno fa, la 223esima parrocchia della diocesi di Cremona. Per lui, che a Scandolara è stato parroco per cinque anni, sino alla sua partenza per la missione, è stato un ritorno in famiglia.

Don Ferretti ha parlato della sua esperienza di crescita personale come di chi sta «imparando – dai fratelli brasiliani della favela in cui si trova – come vivere la fede» nel completo abbandono a chi ti cammina accanto in ogni situazione della vita. E dopo aver descritto la pastorale in un contesto particolare com’è quello del Covid 19, ha richiesto preghiere per chi «è dall’altra parte del mondo», perché nessuno si senta dimenticato.

La serata si è conclusa con il mandato missionario a tutti i partecipanti, affinché possano rispondere con generosità, nei luoghi dove dilagano malattia, sofferenza, solitudine, abbandono, smarrimento: “Ecco, manda me!”, come ricorda il messaggio del Papa per questa Giornata.




La Zona pastorale 5 sostiene il presidio ospedaliero di Vicomoscano

La Zona pastorale 5 sostiene le esigenze del presidio ospedaliero di Vicomoscano, in questi giorni in prima linea nel contrastare l’emergenza Covid-19: le parrocchie e le unità pastorali hanno devoluto all’associazione “Amici dell’ospedale Oglio-Po onlus” il corrispettivo delle offerte raccolte in media nel corso delle celebrazioni di una domenica “normale”.

La raccolta fondi tuttavia non si ferma: famiglie e fedeli possono dare un contributo ulteriore, affinché tutti possano essere aiutati e curati. Obiettivo: sostenere medici, infermieri, operatori sanitari e volontari in questo momento di estremo bisogno. È disponibile un conto corrente (Iban IT51V0877058020000000501552, intestato a “Barili Davide – Zona5”) su cui effettuare un versamento indicando come causale “Emergenza Coronavirus”: ogni lunedì quanto raccolto sarà girato agli Amici, e ogni settimana sarà diffuso il resoconto dell’ammontare devoluto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il vicario zonale don Davide Barili telefonando al 339-2007754 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail zona5cremona@gmail.com.

La sottoscrizione avviata dalla comunità cristiana si aggiunge alle altre testimonianze di solidarietà e incoraggiamento messe in campo da privati cittadini, aziende e associazioni.

Il presidio di Vicomoscano è stato interamente riconvertito alla cura dei pazienti Covid-19, e il venti per cento circa del personale è già risultato positivo al test del tampone: ogni forma di sostegno alla struttura non potrà che donare una vera e propria boccata d’ossigeno ai pazienti e a chi si prende cura di loro.




Sui passi del sacro per giungere al cuore della vita umana

La Zona pastorale V della Diocesi di Cremona ha celebrato sabato 1 febbraio la 42esima Giornata per la vita a Rivarolo Mantovano.

La Veglia, che si è svolta presso la chiesa parrocchiale di S. Maria Annunciata, è stata preceduta da una processione, partita dalla Fondazione Tosi-Cippelletti, ricovero cittadino per anziani, aperta da una coppia di sposi che ha condotto per le vie del paese un’immagine su legno della Presentazione di Gesù al Tempio.

Diversi i laici coinvolti nell’organizzazione della serata, proseguita con letture e canti di preghiera. Particolarmente suggestiva la proclamazione del Salmo 23 dalla voce di Giorgio Dall’Asta, giovanissimo parrocchiano accompagnato all’organo da Claudio Leoni e al coro dalla Corale della zona V, diretta dal maestro Donato Morselli.

Numerose anche le religiose e i religiosi presenti alla celebrazione, presieduta da don Davide Barili, vicario zonale, e concelebrata da don Ernesto Marciò parroco di Rivarolo Mantovano, don Angelo Maffioletti parroco di San Matteo delle Chiaviche e don Gino Assensi, parroco di Martignana di Po.

La Veglia ha rappresentato un singolare susseguirsi di momenti simbolici significativi. La partenza da un luogo che don Barili non ha esitato a definire durante l’omelia «luogo dove la vita giunge al capolinea», ha voluto rappresentare la presenza di posti dove «la vita umana è ancora accompagnata verso il suo naturale tramonto» e ha permesso a don Barili di ricordare che la Chiesa constata «con apprensione e amarezza come si chiudono i punti nascita alla vita umana».

Anche l’aver scelto per questa 42esima giornata il giorno in cui si celebra la festa della Presentazione del Signore al Tempio è stato centrale.

«Questa scelta ci aiuta a capire – ha proclamato don Barili – la sacralità della vita. Viene a rafforzare il messaggio che la Bibbia racconta fin dalla Genesi, quando si sottolinea che l’uomo esiste perché Dio lo ha creato». Pertanto la vita non può essere mercificata o messa a disposizione dei capricci degli uomini ma «è un valore sacro che viene prima di tutto il resto».

Gesù presentato al Tempio rappresenta il mistero di un Dio che, assumendo la carne umana, la eleva al ruolo di sacralità, come descritto nel Messaggio dei Vescovi italiani letto per l’occasione. Desiderare una vita sensata, essere riconoscenti, aver cura dei fratelli e del creato, ospitare l’ultimo, il debole, con nuove forme di fraternità solidale è il cuore del Vangelo.

La celebrazione si è conclusa con la venerazione alla Vergine Maria di fronte all’immagine della cosiddetta Madonna dell’Apocalisse, recentemente restaurata. «L’immagine rappresenta Maria incinta – ha spiegato don Maffioletti – nella sua esistenza storica data dalla gravidanza. Guardare questa immagine è guardare il centro della nostra fede. Maria ha partorito nella carne l’autore stesso della vita».