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Aprite le porte alla vita: a Casalmaggiore le testimonianze delle famiglie Guarneri e Della Porta

Nell’ambito degli eventi promossi in diocesi in occasione della 42esima Giornata per la vita, che quest’anno si celebrerà domenica 2 febbraio, la Zona pastorale V ha organizzato venerdì 24 gennaio a Casalmaggiore, presso la parrocchia di Santo Stefano, l’incontro pubblico dal titolo “Aprite le porte alla vita”. La serata, introdotta da don Davide Barili, vicario zonale della zona V, ha visto la conduzione del dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la vita di Cremona, che da subito ha affrontato diversi aspetti che implicano la difesa della vita.

«Anche oggi come nel 1978 (anno dell’introduzione della legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, ndr) il reato penalmente rilevante viene depenalizzato se sono presenti alcune circostanze. E in tutti questi casi l’eccezione porterà le stesse conseguenze del ’78». Conseguenze che contano in 47 milioni le vittime all’anno dell’aborto procurato nel mondo e 6 milioni in Italia.

Il riferimento diretto è ad aborto, aborto terapeutico, eutanasia. Non solo quindi il diritto del nascituro a vedere la luce per la dignità ontologica che porta in sé il suo essere persona, ma anche quello del malato terminale cui non debba essere negato un accompagnamento alla morte naturale. E sicuramente il diritto del bambino cui viene diagnosticata in fase prenatale una malattia congenita di nascere ed essere accolto con amore. Contrariamente allo sguardo strabico dell’attuale società, l’essere umano va ancora riconosciuto in ogni sua forma non certo in nome di presunti “attributi di qualità” che dovrebbe possedere, ma per il valore che incarna in quanto tale. Pregi e difetti. Ricchezze e limiti.

A testimoniare quanto sia ancora possibile vivere la gioia dell’incontro nonostante fatica e paure implicite in ogni salto nel vuoto, sono intervenute due famiglie che dell’incontro speciale con la vita che nasce hanno scelto di fare il loro baluardo e il loro segno distintivo. Nell’umiltà del racconto, Cristiano Guarneri e Giovanni con Elisa Della Porta hanno condotto l’auditorium presente nella sala Giovanni Paolo II (che per l’occasione era gremita) alla comprensione dell’intero ventaglio di umanità che impregna ogni gesto importante, ogni gesto di amore.

«Fiducia è una delle parole chiave per parlare di accoglienza» ha dichiarato Cristiano, genitore con sua moglie Silvia di quattro “figli accolti”, di cui due in affido, uno adottato e uno arrivato in modo naturale. Al centro il racconto della storia di un incontro, quello con Alessandro, bimbo accolto in famiglia nonostante la gravissima malformazione cerebrale da cui è affetto. Per Cristiano ogni incontro implica la capacità di fidarsi, aprendo le porte della propria vita ad un’altra vita che arriva, come simbolicamente riportato nel titolo dato dai Vescovi alla Giornata per la vita di quest’anno. La stessa fiducia con cui Cristiano e sua moglie Silvia hanno accolto l’arrivo in famiglia di Alessandro.

Leggi l’articolo scritto da Cristiano Guarneri per RIFLESSI MAGAZINE

 

Provare gratitudine per l’esperienza di amore vissuta, quindi, entrando in contatto con bambini malati, da cui si riceve un dono. Questo al centro del sì alla vita detto da Cristiano e Silvia. Così come da Giovanni ed Elisa, genitori di Benedetto, oltre che di altri 4 figli. Loro il sì alla vita lo hanno detto accogliendo la malattia di Benedetto, loro quarto figlio, tornato al Padre a poche ore dalla nascita. «Nonostante la malattia di Benedetto la nostra è stata un’esperienza di amore. Amore donato in maniera incondizionata. Ma anche e soprattutto amore ricevuto».

 




“Aprite le porte alla vita”: la sera del 24 gennaio incontro pubblico a Casalmaggiore

Venerdì 24 gennaio, presso l’auditorium S. Giovanni Paolo II dell’oratorio G. Maffei di Casalmaggiore (Piazza Marini 1), si terrà l’incontro pubblico dal titolo “Aprite le porte alla vita”, tema centrale della 42sima Giornata per la vita.

Arricchito dall’intervento del dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la vita di Cremona, l’incontro percorre il sentiero tracciato dal messaggio del Consiglio episcopale permanente della Cei per la Giornata della vita e prevede, durante il corso della serata, il racconto da parte di due famiglie: i coniugi Cristiano e Silvia Guarneri e Giovanni ed Elisa Della Porta, che offriranno una testimonianza sull’accoglienza alla vita.

La serata sarà allietata da un accompagnamento musicale curato da Enrico Sarzi.

Altro appuntamento per la Giornata della vita saranno le veglie zonali di preghiera la sera di sabato 1 febbraio, che per la Zona 5 sarà a Rivarolo Mantovano (seguiranno dettagli).

La locandina dell’evento del 24 gennaio

 

 




Il “Cortile dei sogni”: scambio di esperienze e prospettive tra gli oratori della Zona V

«Qual è la nostra idea di oratorio? Quanta passione siamo disposti a metterci per concretizzarla?»: una serata sul tema si è tenuta martedì 14 gennaio all’oratorio di Viadana Castello. Introdotto e moderato da don Paolo Arienti, incaricato diocesano per la pastorale giovanile, l’incontro costituiva la fase zonale del progetto “Il cortile dei sogni”, percorso di ripensamento e rilancio dei centri giovanili della diocesi cremonese. Al momento di confronto sono intervenuti una cinquantina tra sacerdoti e collaboratori d’oratorio.Dopo la preghiera e la riflessione iniziali, diversi tra don e animatori hanno preso la parola per condividere peculiarità, problematiche, aspettative, timori, idee e propositi, tracciando uno sguardo a 360 gradi sulla situazione attuale e sugli scenari futuri degli oratori della Zona pastorale V. La situazione di partenza è per certi versi simile, nonostante le inevitabili differenze: si osservano ad esempio un calo generalizzato delle frequenze, la dispersione degli adolescenti, la gestione in certi casi problematica di strutture e convivenza, la difficoltà di coinvolgere adulti e famiglie, la faticosa costruzione di un cammino unitario tra parrocchie, la complessità del dialogo coi giovani non cristiani. «Ci servirebbero – ha sintetizzato Patrizia (insegnante di Pomponesco) – una lente d’ingrandimento speciale, per riuscire a leggere la realtà in modo più approfondito, e un binocolo, per vedere più da vicino i bisogni dell’oggi».

«I due binari principali che dovremo tenere assieme – ha notato don Luca (vicario a Viadana) – sono l’educazione alla fede e l’accoglienza».

Come fare? Non sono mancate le proposte, da quelle più “tradizionali” (rilanciare le attività di Azione Cattolica e Csi) a quelle più “innovative” (assemblare un calendario delle proposte per adolescenti e giovani in zona, così da permettere ai gruppi di spostarsi anche tra oratori diversi; rimettere al centro la Messa, più che la catechesi; saper rinunciare se necessario persino ai Grest, se ciò dovesse significare tenersi la libertà di inventare qualcos’altro d’estate per rispondere ai bisogni nuovi dei più giovani).

Elia (ventenne di Casalmaggiore) ha posto l’accento sull’importanza dei sacerdoti: «Sono loro, con le loro attenzioni e il loro esempio, che aiutano i ragazzi a star bene e a sentirsi voluti bene in oratorio, stimolandoli a fare gruppo e a impegnarsi».

Non è mancato qualche intervento sconsolato, ma Don Andrea (parroco dell’unità pastorale Cicognara-Cogozzo-Roncadello) ha invitato tutti a rimanere sereni: «Siamo o non siamo la Chiesa del Signore risorto? Non è da noi vedere le cose come troppo complicate».

«Di strutture e organizzazioni – ha ribadito don Davide (vicario zonale) – ne ho viste passare e cambiare tante. Più di quelle, l’importante è la passione che ci si mette e la fede in Cristo che le sostiene». Anche don Paolo ha voluto concludere all’insegna dello spirito costruttivo: «Ripensare gli oratori non significa deprimersi, ma guardare avanti: rilanciarci, tenendo bene a mente perché ci siamo».

In programma il 17 aprile a Cremona l’incontro conclusivo, per un momento di condivisione diocesano.

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A Viadana parole di pace, sulla strada del dialogo

“Parole di pace. La strada del dialogo”: se n’è parlato lunedì 30 dicembre a Viadana, in auditorium Gardinazzi, nel corso di un incontro promosso dalla Zona pastorale V e dall’Azione cattolica insieme ad Acli, Age e Amici del dialogo. «L’obiettivo – ha spiegato Silvia Corbari, presidente diocesana Ac – è di riflettere insieme, valorizzando alcune esperienze che sul territorio si impegnano a costruire pace».

La prima testimonianza è stata affidata a Gilberto Pilati, responsabile formazione Csi Mantova. «Lo sport, quello vero – ha spiegato il professore – può diventare esperienza di pace e inclusione, perché incentrato su un incrocio di sguardi tra ragazzi, allenatori, dirigenti, volontari e genitori. Lo sport può testimoniare buone pratiche: e noi sappiamo che gli esempi trasformano più dei discorsi».

Pierangela Cattaneo (volontaria della Tenda di Cristo, coordinatrice della comunità Casa Paola a Rivarolo del Re) ha assicurato che la pace è una sfida che può essere vinta: «Noi oggi accogliamo circa sessanta persone, provenienti dalle più diverse situazioni di povertà e disagio. Costituiamo una comunità variopinta ed eterogenea, in cui convivono età, religioni, culture e problematiche diverse: eppure le nostre giornate sono all’insegna di dialogo, accettazione, accompagnamento e collaborazione. L’ingrediente fondamentale è l’amore, perché è creativo e costruisce sentieri di speranza».

La riflessione finale è stata affidata a don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas diocesana. A partire dall’esperienza presso la Casa della carità, il sacerdote ha offerto una testimonianza particolarmente accorata e sofferta, ma anche concreta e costruttiva, soffermandosi in particolare sui fondamenti e le dimensioni della pace: «La prima cosa è far pace col nostro passato personale e coi contesti da cui proveniamo: la memoria inchioda, i rancori rischiano di trascinarsi per una vita. Fondamentale poi è il tema della dignità: la pace è possibile solo dove c’è giustizia, e se il dono che si riceve genera a sua volta autonomia e responsabilità». Secondo don Codazzi, non c’è vera accoglienza se l’altro diventa uno “sgabello” per la nostra realizzazione, e se non si riconosce con umiltà che tutti abbiamo bisogno: «Non c’è pace senza mitezza, senza accantonare il desiderio di essere forti e primeggiare, foss’anche nella generosità».

L’incontro si è chiuso con un breve confronto con il pubblico.

Nel corso della serata, l’attore Simone Coroni ha letto alcuni brani del “Tu non uccidere” di don Primo Mazzolari. Del grande sacerdote bozzolese è stato diffuso pure un contributo audio, che ha impressionato i presenti per la passione che si percepiva nella voce di don Primo. Il coro della chiesa viadanese di San Pietro ha animato l’incontro con l’esecuzione di alcuni canti: “Grazie alla vita”, “Vivere la vita” e “Pace sia”.




A Cicognara l’incontro dei chierichetti della Zona V

«Servire all’altare come veri amici di Gesù»: questo l’impegno che si sono assunti sessantotto chierichetti della Zona pastorale V, riunitisi per un momento di festa e di preghiera all’oratorio “Del Fiume” di Cicognara. Il raduno – una novità assoluta – è stato promosso dall’incaricato del Servizio diocesano per i ministranti don Flavio Meani. Significativamente l’appuntamento si è tenuto il 27 dicembre, memoria dell’Apostolo Giovanni, «l’amico – come ricorda il parroco di Cicognara, don Andrea Spreafico – che non ha mai abbandonato Gesù, il primo ad accorrere al sepolcro vuoto e l’ultimo a salire in cielo».

Obiettivo dell’iniziativa era festeggiare il Natale assieme ai bambini e ragazzi che “impreziosiscono” le celebrazioni liturgiche, accostandosi al contempo alla fede da una prospettiva privilegiata. All’invito hanno aderito i ministranti delle unità pastorali Pomponesco-Salina-Casaletto-Bellaguarda, Sabbioneta-Breda-Villa-Ponteterra, Viadana-Buzzoletto e Cicognara-Cogozzo-Roncadello, accompagnati dai rispettivi don.

Dopo l’accoglienza in mattinata e un po’ di gioco libero, gli oratori si sono sfidati in un quiz religioso (vinto per la cronaca da Viadana); quindi il pranzo preparato dalle mamme e nonne del posto, le sfide a calcio e ad altri giochi, e il momento finale di preghiera con la professione di fede nella chiesa che fu di don Mazzolari.

Il vicario zonale don Davide Barili ha spiegato il brano evangelico, mentre don Meani ha portato i saluti del vescovo Antonio. Al termine il segno della pace e la consegna di un piccolo dono: una casetta contenente una stella, per ricordare ai chierichetti l’onore e l’impegno di servire nella casa del Signore.

La giornata si è svolta all’insegna della gioia dello stare assieme: «Abbiamo chiesto a don Flavio – nota don Spreafico – di organizzare un pellegrinaggio per i chierichetti in Terra Santa». Chissà che non ci si riesca davvero.




“La fede, certo che è comprensibile”: al via sabato gli incontri per i giovani nella zona V

La Zona pastorale V promuove una serie di incontri per i giovani sul tema “La fede, certo è comprensibile!”. Il percorso, proposto “dai giovani per i giovani”, è un frutto del recente Sinodo diocesano: anche nel territorio Casalasco-Viadanese si era costituito infatti un gruppo di studenti e giovani lavoratori interessati a riscoprire il legame vita-fede e, se possibile, a condividerlo con i coetanei.

Come già nella prima edizione dell’iniziativa, tenutasi nello scorso anno pastorale, il cammino sarà itinerante. Si parte sabato 21 dicembre all’oratorio di Pomponesco, che dalle 15 alle 22 ospiterà il ritiro spirituale di Avvento (e offrirà un piatto caldo ai partecipanti).

Venerdì 17 gennaio 2020, ritrovo alla Piccola Betania di Bozzolo: il rettore e biblista don Elio Culpo offrirà racconti e testimonianze sul tema “En Arché. Pellegrini in Terra Santa, dove tutto ebbe inizio”. Le suggestioni dell’incontro saranno riprese e approfondite il sabato successivo, 25 gennaio, alle 21, presso l’oratorio di Bozzolo.

Anche i due incontri successivi saranno collegati: venerdì 14 febbraio, alle 21, all’oratorio di Sabbioneta, riflessione sul tema “Domande senza risposta… o forse no?” in dialogo con don Luigi Mantia e con il dottor Marco Quinzani (specialista in cure palliative); sabato 22, all’oratorio di Casalmaggiore, la ripresa e l’approfondimento di alcune questioni, a cavallo tra fede e vita, che sovente mettono in crisi i credenti.

Venerdì 6 marzo, al Centro parrocchiale di Rivarolo Mantovano, serata di testimonianze sul tema “Ho incontrato Gesù vivo”.

Gli ultimi due appuntamenti saranno comuni ai giovani dell’intera diocesi: dal 13 al 15 marzo gli esercizi spirituali quaresimali all’eremo di Montecastello (Tignale, Brescia), mentre sabato 4 aprile la veglia delle palme al palazzetto dello sport di Cremona, alla vigilia della Giornata della gioventù.

La locandina degli eventi




“Parole di pace – la strada del dialogo”, lunedì a Viadana incontro in preparazione alla Giornata della pace

La zona pastorale V, in collaborazione con alcune associazioni tra cui Azione Cattolica, Acli, Age Mantova, Amici del dialogo e Csi, propone un momento di riflessione e ascolto sul tema della pace, in preparazione alla 53sima Giornata della pace, che viene celebrata il 1° gennaio in ogni parrocchia.L’appuntamento si terrà lunedì 30 dicembre alle ore 20.45 presso l’Auditorium “Fabia Gardinazzi”, in piazzetta Orefice a Viadana, nel mantovano.

La serata prevede il racconto di due esperienze, con la finalità di introdurre al tema e portare la riflessione sulla pace possibile: lo sport che crea inclusione, a cura del responsabile provinciale della formazione del Csi di Mantova, Gilberto Pilati, e l’attività di accoglienza di Casa Paola, comunità di Rivarolo del Re, presentata dalla responsabile Pierangela Cattaneo.

Le esperienze saranno introdotte e intervallate da brani musicali e da letture di don Primo Mazzolari.

A proporre la riflessione di sintesi sul tema è stato invitato don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas diocesana, che aiuterà i partecipanti a trarre conclusioni e a cogliere spunti per la propria vita e per la società.

La proposta, oltre a voler offrire un momento di approfondimento e confronto sul tema della pace, sempre particolarmente attuale, intende valorizzare e far conoscere alcune delle numerose realtà che anche sul territorio operano per portare, direttamente o indirettamente, messaggi di pace.

L’incontro è aperto a tutti.

Locandina dell’evento




Venerdì 27 dicembre raduno dei ministranti della zona 5

Il Servizio diocesano per i ministranti, insieme alla Zona pastorale 5, insieme lancia l’idea dei raduni zonali dei ministranti: un modo per festeggiare il Natale insieme a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che, nelle diverse parrocchie, “impreziosiscono” le celebrazioni liturgiche, accostandosi al contempo alla fede da una prospettiva particolare e privilegiata.

Il primo incontro coinvolgerà le comunità della Zona pastorale V (area Casalasca-Viadanese). Appuntamento venerdì 27 dicembre a Cicognara presso l’oratorio “Del Fiume” (unità pastorale Cicognara – Cogozzo – Roncadello): sono invitati tutti i chierichetti dagli 8 ai 18 anni del territorio.

Il ritrovo è previsto per le 10.30, con un momento di saluto e la preghiera iniziale, cui seguirà un grande gioco a tema. Dopo il pranzo, alle 13 il gioco proseguirà con alcune sfide libere tra i paesi partecipanti. Alle 14.30 preghiera finale.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il 348 1220874.

Scarica la locandina




«Non ci si può dire cristiani se non si considera come nostro compito vivere la carità»

Una comunità si interroga sul ruolo della carità nella vita del cristiano. E lo fa a partire da Bozzolo dove, nella serata di lunedì 11 novembre, gli operatori della carità della Zona pastorale 5 hanno incontrato don Pierluigi Codazzi e Marco Ruggeri, rispettivamente direttore e operatore della Caritas diocesana. Scopo della serata, il cui titolo “La speranza dei poveri non sarà mai delusa” richiama il messaggio di papa Francesco scritto in occasione della III Giornata mondiale dei poveri che si celebrerà il prossimo 17 novembre, è stato quello di confrontarsi con le varie comunità presenti sul territorio per coglierne le ricchezze e raccogliere le criticità.

Presenti, oltre a don Davide Barili (vicario zonale della Zona 5) e don Maurizio Lucini (responsabile dell’area pastorale “Nel mondo con lo stile del servizio”), una folta rappresentanza di laici impegnati in azioni di carità per le comunità di San Martino, Bozzolo, Vicomoscano, Rivarolo del Re, San Martino dell’Argine, Rivarolo Mantovano, San Matteo delle Chiaviche, Calvatone,  Casalbellotto, Viadana e Casalmaggiore.

In un dialogo franco e reciproco con i relatori, i volontari hanno descritto i servizi offerti in questi ultimi anni a chi vive nel fabbisogno per le più svariate ragioni esistenziali. E hanno immaginato insieme quanto implementare per estendere il livello di attenzione alle nuove forme di povertà attualmente presenti nel territorio: famiglie separate, giovani privi di lavoro e prospettive, anziani soli, malati, migranti, donne vittime di violenza domestica. Questi solo alcuni degli ambiti a cui un cristiano che voglia vivere fino in fondo il suo essere di Cristo dovrebbe andare incontro.

«La carità fa parte dell’essere cristiano – ha dichiarato don Davide Barili, referente per la zona 5 -. Non ci si può dire cristiani se non si considera come nostro compito vivere la carità».

Non il bisogno al centro dello sguardo della comunità, dunque, ma la persona. La centralità dell’essere umano alla guida di ogni scelta cristiana, perché si evitino inutili quanto pericolose categorizzazioni, classificazioni, inquadramenti. Tornare al fulcro del messaggio di vita cristiano che è la relazione, attraverso la quale cogliere poi anche, ma solo in un secondo tempo, la necessità dell’altro su cui intervenire. Vivere in un rapporto di orizzontalità la propria intimità con Cristo. Solo passando dall’uomo si scopre il Dio incarnato dei cristiani. Riecheggiano così le parole di don Primo Mazzolari, che lo stesso pontefice ha citato nel suo messaggio preparatorio: «Il povero è una protesta continua contro le nostre ingiustizie». Così come quelle del Salmo 9, la cui lettura ha aperto l’incontro: «Il Signore non dimentica il grido dei poveri» (Sal 9,13).

«Occorre avere il coraggio che avevano i profeti – sollecita don Codazzi – che alzavano la voce per gridare l’ingiustizia, spesso alla base della povertà. Ma Dio è giudice giusto».

Tante le sollecitazioni arrivate dagli operatori presenti. Tante le riflessioni a partire da esperienze personali vissute nel contesto ecclesiale. Ma anche la richiesta di venire messi nelle condizioni di operare al meglio in un contesto sociale sempre più complesso e delicato. Immancabile una promessa da parte di don Codazzi: presto partirà una formazione diocesana (31 gennaio, 7 e 14 febbraio 2020) finalizzata ad analizzare il tema della cura dell’altro, dal fratello, alla comunità, fino al creato, nell’ottica dell’ecologia integrale con cui è stata pensata l’enciclica Laudato si’. Tutti gli operatori saranno invitati a partecipare e a far propria una visione di cristianità che permetta a tutti i poveri della terra di sentirsi inclusi in un panorama di speranza e di fraternità operosa.




Giovani in ascolto della Parola che indica la strada

Si è tenuto nella serata di venerdì 11 ottobre 2019, presso il Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore, l’incontro per i giovani della zona pastorale quinta. La proposta è arrivata da seminaristi e novizie delle Suore Adoratrici che, nella settimana precedente, hanno portato avanti, nella zona, la missione vocazionale dal titolo “Dimmi dove vorresti andare”, che è stata occasione di riflessione e confronto a partire dall’esperienza di vita e di fede di ciascuno.

Il vescovo Antonio Napolioni ha dunque guidato, insieme ai giovani “missionari”, questo momento di preghiera e di condivisione, che si è aperto con la recita del Salmo 121 – il canto di chi è in cammino – e si è concluso con lo spazio per il confronto comunitario.

Nel mezzo l’ascolto della Parola, seguito dalla riflessione del Vescovo, che ha invitato i presenti a riscoprire il proprio «rapporto con il Signore, che non è un fantasma, ma è il Risorto, è vivo e si dispone ad incontrarci».

Ascolta la riflessione del vescovo Napolioni

Monsignor Napolioni ha insistito sulla dinamica dell’incontro: «L’incontro lo fate tra di voi, e lo fate con i ragazzi e le ragazze che stanno affrontando un determinato cammino, di seminario e di noviziato, ma soprattutto con Gesù. È lui che chiama e, dunque, che salva».

Sulla dinamica della chiamata, esperienza chiave della tematica vocazionale, è tornato poi più volte: «Solo il contatto con il Signore, non solo intellettuale, ma fisico, può portare a scoprirlo davvero come vivente e, di conseguenza, può salvare. Proprio come è accaduto a Pietro, che temeva di affondare tra le onde del mare ed ha teso la mano al Maestro».

Dopo la riflessione del Vescovo, i presenti hanno potuto condividere i propri pensieri ed esperienze prima in piccoli gruppi, accompagnati da seminaristi e novizie, e poi di nuovo tutti insieme, per far sì che ciascuno potesse suggerire agli altri uno spunto su cui riflettere.

L’incontro, come ha ricordato il seminarista Valerio Lazzari nella sua introduzione, avevo lo scopo di «regalarci un po’ di tempo per metterci in ascolto della Parola e riflettere sul cammino che il Signore ci chiama a percorrere», come suggerisce lo stesso titolo scelto per l’iniziativa: “Dimmi dove vorresti andare. In equilibrio sulla Parola insieme”.

Un momento come quello vissuto dai giovani della zona quinta si inserisce alla perfezione nella proposta missionaria che porta questo titolo: un gruppo di ragazzi che, condividendo le proprie esperienze, si mette in ascolto della Parola per riflettere su ciò che essa può dire alla vita di ciascuno.

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