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Giovedì 3 giugno in Cattedrale la Messa del Corpus Domini con il vescovo Napolioni

In occasione della solennità del Corpus Domini, giovedì 3 giugno, alle ore 21, il vescovo Napolioni presiederà la Messa solenne nella Cattedrale di Cremona.

L’Eucaristia sarà concelebrata da tutti i parroci della città e sono invitate in modo particolare a partecipare le comunità delle parrocchie della Zona pastorale terza. Anche quest’anno la celebrazione non si concluderà con la tradizionale processione per le strade del centro cittadino, ma dopo le Comunioni è previsto un momento di preghiera silenziosa con l’adorazione eucaristica a cui seguirà la benedizione del Vescovo.

La Messa del Corpus Domini sarà trasmessa anche in diretta web sul sito diocesidicremona.it e sui canali social (Facebook e Youtube) ufficiali della diocesi

 




Il Vescovo aprendo il mese di maggio al Santuario lauretano: «Lasciamoci cullare dalla Madre» (VIDEO e FOTO)

Nella serata di lunedì 3 maggio, a Cremona, dal Santuario lauretano presso la chiesa di Sant’Abbondio, il vescovo Antonio Napolioni ha inaugurato il mese di maggio, dedicato alla Madonna.

Photogallery della celebrazione

«Siamo nella parrocchia e nella chiesa di Sant’Abbondio che custodiscono l’immagine di Maria, patrona della nostra città. Non possiamo ancora dare corpo alla tradizionale e bella processione del mese di maggio, ma grazie alle nuove tecnologie possiamo comunque trasmettere questo momento e comunicare il bene. E Maria è la comunicazione del bene per eccellenza: la Madre della Chiesa, colei che rende le nostre case aperte alla speranza anche nei momenti difficili. Lasciamoci cullare dalla Madre, e ritroveremo la certezza di essere amati qualunque cosa accada». Sono state le parole del vescovo, trasmesse in diretta streaming sui sanali web della diocesi proprio per permettere a tutti di potersi unire spiritualmente a questo evento, visto che la partecipazione in presenza, per ragioni di spazio, è stata limitata ai fedeli della parrocchia.

Dopo la recita del Rosario, guidato dal parroco don Andrea Foglia e animato nel canto dal vicario don Francesco Gandioli, il Vescovo ha rivolto alcune parole ai fedeli presenti.

«Voglio condividere con voi due domande. La prima: per chi abbiamo pregato? Il Papa ci ha detto che in questo mese di maggio dobbiamo pregare perché il Signore ci aiuti a superare questa prova, perché termini la pandemia. E ha anche aggiunto la raccomandazione a dire un’Ave Maria in particolare per il Myanmar, perché cessino le violenze, perché sia ripristinata la democrazia, la libertà, i diritti fondamentali di ogni uomo. Siamo chiamati a pregare perché accada qualcosa nell’intreccio tra natura e storia, quella natura che abbiamo in amministrazione. Ma voi per chi avete pregato? Non vi ho proposto intenzioni prima di recitare il Rosario. Durante il Rosario capita di distrarsi, ma anche le distrazioni si inzuppano di preghiera».

Quindi la seconda domanda: «Chi ha pregato veramente questa stasera? Vi siete accorti che abbiamo ripetuto per cinquanta volte le parole dell’Ave Maria, dove non si chiede nulla. Si contempla Maria, si loda e poi le si chiede di pregare. È lei che prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte. Le abbiamo chiesto di avere cura di noi come Madre. E anche con le Litanie le chiediamo di pregare per noi, perché noi non sappiamo pregare. Ed è bene così, che il nostro sia come un balbettio di bambini in braccio alla mamma».

E ha proseguito: «Il Rosario aiuta una città intera, il mondo. E il mondo è come un bambino cullato, custodito e amato da una Madre che dice a noi di non temere, perché Dio ha in serbo anche per noi la pienezza della vita. Ecco perché il Rosario dà pace e riposo. Lasciamo a Dio di farci le sue sorprese, come le ha fatte a Maria e Giuseppe. La grande sorpresa di Dio è Gesù e allora chiediamo di poter incontrare Gesù. E che Lui, il Vivente, riempia i nostri occhi di consolazione e fiducia e che ciascuno di noi lo porti agli altri, senza giudizio ma con libertà».

Il Vescovo, infine, ha ricordato come Maria sia davvero la speranza di tutti, custode fedele delle famiglie. Famiglie che possano diventare piccole chiese domestiche. A Lei ha affidato i bambini, i giovani, gli anziani, i malati e le persone in difficoltà per il lavoro.

Dopo la recita delle litanie monsignor Napolioni si è portato all’interno della Santa Casa per l’invocazione a Maria.

Un gesto di affidamento caro all’intera comunità cittadina, rappresentata dal sindaco Gianluca Galimberti in fascia tricolore, in prima fila non lontano da mons. Giuseppe Soldi, canonico della Cattedrale e a lungo parroco di Sant’Abbandio e profondamente legato alla devozione di questo luogo.

 

Il Santuario Lauretano di Cremona

Il Santuario venne eretto per volontà del Conte Giovanni Pietro Ala nel 1624. Rappresenta la copia perfetta della Santa Casa di Loreto. Al suo interno vi è una statua della Madonna Nera che è oggetto di venerazione: venne solennemente trasportata dalla Cattedrale nel 1625, dopo che la Vergine Lauretana era stata proclamata protettrice di Cremona. Quando la città fu colpita dal flagello della peste, si rivolse a proprio alla Madonna Lauretana. Il complesso di Sant’Abbondio è uno dei gioielli nascosti della Diocesi ed è di antiche origini: probabilmente appartenuto ai Benedettini, nel 1200 passò agli Umiliati, poi ai Teatini e, infine, fu trasformato in parrocchia nel 1804. L’interno della chiesa accoglie gli interventi pittorici cinquecenteschi di grandi artisti come O. Samacchini, il Malosso e G. Campi. Nel Museo Lauretano si trovano l’antica raccolta di ex voto, straordinari dipinti come la bembesca Madonna adorante il Bambino, e il registro con la data di battesimo del grande musicista Claudio Monteverdi.




Lunedì sera alle 20.30 la preghiera mariana con il Vescovo dal Santuario lauretano di Cremona in diretta web

Non si svolgerà neppure quest’anno a Cremona il tradizionale pellegrinaggio cittadino al Santuario lauretano, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, con la processione dalla Cattedrale. Tuttavia l’affidamento della città a Maria non viene meno.

Pur con una celebrazione che, a motivo degli spazi limitati del santuario, non potrà accogliere in presenza i fedeli delle diverse parrocchie della città, nella serata di lunedì 3 maggio il vescovo Antonio Napolioni sarà comunque in preghiera davanti alla statua della Madonna Nera, rivolgendo all’intercessione di Maria le sofferenze e le attese dell’intera città.

Proprio per permettere all’intera comunità cremonese di unirsi spiritualmente al momento di preghiera che tradizionalmente in città apre il mese mariano, l’appuntamento sarà trasmesso in diretta sul portale diocesano e i canali social della Diocesi dalle ore 20.30 di lunedì 3 maggio.

La partecipazione in presenza, invece, sarà limitata alla sola comunità parrocchiale di Sant’Abbondio e comunque sino al raggiungimento della capienza del luogo di culto, così come previsto dai protocolli covid.

Dopo la preghiera del Rosario e il canto delle Litanie, come consueto il Vescovo si recherà all’interno della Santa Casa per l’omaggio alla Madonna Nera e la preghiera di affidamento.

I cremonesi sono invitati a unirsi spiritualmente alla serata di preghiera, recandosi al santuario lauretano in forma personale in altri momenti, riuscendo così a conservare ugualmente un gesto così caro alla tradizione e dal profondo significato di fede.

 

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Venerdì Santo senza processione cittadina, ma venerando la Sacra Spina

Anche quest’anno i riti della Settimana Santa si svolgeranno in modo inedito a causa delle limitazioni dovute alla pandemia. Durante la sera del Venerdì Santo non sarà possibile celebrare la tradizionale processione della Sacra Spina per le vie del centro storico di Cremona. La reliquia della Sacra Spina, comunque, sarà offerta alla devozione dei fedeli.

Nelle giornate di venerdì 2 e sabato 3 aprile si potrà pregare davanti alla preziosa reliquia esposta presso l’altare delle reliquie, nel transetto nord della Cattedrale. Un gesto di devozione che anche il Vescovo compirà al termine dell’azione liturgica del Venerdì Santo.

La Cappella delle Reliquie è stata commissionata a fine Settecento dal Capitolo della Cattedrale nel desiderio di dare una decorosa sistemazione a tutte le reliquie della Cattedrale. In stile neoclassico, la sua realizzazione è stata affidata a Giovanni Manfredini. Le sculture della cappella sono di Carlo Maria Giudici: la Temperanza e la Fortezza in apertura, mentre nel fastigio in sommità si trovano la rappresentazione della Fede e della Carità.

La reliquia più preziosa conservata in questo altare è proprio la Sacra Spina. La sua presenza in città è dovuta a Papa Gregorio XIV, che fu vescovo di Cremona dal 1560 fino all’elezione pontificia nel 1590: fu lui a donare la reliquia al Capitolo del duomo della città lombarda nel corso di una visita a Roma nel 1591. Da allora questa preziosa reliquia è oggetto di devozione da parte dei fedeli cremonesi, in particolare durante il Venerdì Santo, giorno in cui si fa memoria della Passione e morte di Gesù.




Veglie missionarie/1 – A Cremona la testimonianza di don Davide Ferretti

È stata la zona pastorale 3 a inaugurare, la sera di venerdì 16 ottobre, gli appuntamenti zonali di preghiera in preparazione alla Giornata missionaria mondiale del 18 ottobre. L’appuntamento è stato nella chiesa di S. Ilario a Cremona.

Proprio i giovani della parrocchia, insieme ad alcuni dei seminaristi diocesani, hanno animato la celebrazione, proponendo le letture e supportando la preghiera con il canto.

Al vicario zonale, don Pietro Samarini, il compito di presiedere la veglia, introdotta da alcuni passaggi del messaggio del Papa per la Giornata e che è stata suddivisa in tre momenti – la chiamata, la tempesta e la salvezza – con la figura biblica di Giona e quella dell’apostolo Paolo a fare da filo conduttore. Per ciascuno dei tre passaggi i partecipanti sono stati invitati a fare un nodo al cordoncino che rilegava il libretto della veglia, segno di quell’essere “Tessitori di fraternità” che è lo slogan della Giornata di quest’anno.

La serata è stata anche l’occasione per rinsaldare il legame con la parrocchia Gesù Cristo Risorto di Salvador de Bahia, gemellata con la Diocesi di Cremona grazie alla presenza dei “fidei donum” don Emilio Bellani e don Davide Ferretti.

Proprio quest’ultimo, in Italia in queste settimane per un momento di riposo, ha raccontato, a un anno dalla sua partenza per la missione, ciò che ha trovato in Brasile. Una realtà così diversa da quella italiana e che l’ha costretto a riadattare completamente la propria vita.

Don Ferretti ha proposto una fotografia della realtà parrocchiale, con le tante attività pensate per i ragazzi, ma anche con quello che per i due sacerdoti è uno degli aspetti principali del loro ministero: le visite nelle case. Per don Feretti è stata proprio questa la cosa più bella della sua nuova esperienza: imparare ad incontrare le persone, nelle loro case, nelle strade; anche grazie anche all’aiuto e all’esperienza di don Emilio, in quella terra ormai da dieci anni.

Una vicinanza apprezzata anche dai non cattolici, cui la parrocchia non fa mai mancare un supporto pure di tipo materiale. Il tutto in una situazione che anche in Brasile è diventata ancor più difficile a motivo della pandemia e del lockdown che per diverso tempo ha costretto tutti nelle case senza alcuna fonte di reddito.

Rivolgendosi ai presenti, ma con un invito rivolto all’intera Chiesa cremonese, don Ferretti ha chiesto di accompagnare la propria missione e quella di don Emilio con la preghiera e con un ricordo reciproco che possa davvero dar sempre più forma a questo gemellaggio. Un legame che anche attraverso la tecnologia può essere rinsaldato [leggi qui per approfondire].

In questo senso l’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, don Maurizio Ghilardi, al termine della veglia ha presentato l’iniziativa di solidarietà attraverso l’acquisto di ceste basiche [leggi qui per approfondire], ricordando anche la recente liberazione del missionario cremasco Gigi Maccalli e quanti, invece, sono ancora nelle mani dei rapitori.

Nella serata di sabato 17 ottobre gli altri appuntamenti zonali:

  • ZONA 1 – CARAVAGGIO ore 21 basilica Santuario S. Maria del Fonte
  • ZONA 2 – SORESINA  ore 20.45 chiesa parrocchiale
  • ZONA 4 E 5 – SCANDOLARA RAVARA ore 20.30 chiesa parrocchiale



Custodia del Creato: sabato 26 settembre evento alle Colonie Padane di Cremona. Alle 18 l’incontro con don Bruno Bignami

«Occorrono nuovi stili di vita alla luce della Laudato si’», hanno scritto così i vescovi italiani in occasione della 15esima Giornata nazionale per la custodia del creato, che si è celebrata lo scorso 1° settembre ma con l’invito, rivolto in particolare a parrocchie e associazioni ecclesiali, ad attivare iniziative e azioni indirizzate al rispetto e alla cura dell’ambiente, facendo di tutto il mese di settembre un’occasione di sensibilizzazione e approfondimento. In questo senso sabato 26 settembre a Cremona, presso le Colonie Padane, si svolgerà un momento pubblico per vivere insieme la natura e riflettere sui temi della custodia del creato proprio a partire dall’enciclica Laudato si‘. 

Il ritrovo per tutti è fissato alle 15.30 presso le Colonie Padane di Cremona, che i partecipanti sono invitati a raggiungere in modo ecosostenibile a piedi o in bicicletta.

Dopo un breve momento introduttivo e di preghiera, alle 16.30 saranno proposte due attività. Vi sarà la possibilità di una “camminata forestale”, una passeggiata nella zona della boscaglia di Po accompagnati dalle Guardie ecologiche volontarie e con la partecipazione della naturalista Maria Cristina Bertonazzi e del paleontologo Simone Ravara che aiuteranno a scoprire la biodiversità dell’ambiente golenale. Oppure si potrà dare il proprio contributo per la raccolta dei rifiuti nella zona, insieme ai volontari di Legambiente.

Alle 18 i temi della custodia del creato e le riflessioni offerte da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, a cinque anni dalla sua pubblicazione (24 maggio 2015), saranno approfonditi con l’intervista a don Bruno Bignami, sacerdote cremonese che ricopre l’incarico di direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI. 

Il pomeriggio si concluderà con la possibilità di condividere insieme anche il momento della cena, preparata da BonBistrot di Cremona (costo 10 euro gli adulti, 5 i bambini). Per la partecipazione al momento conviviale è necessaria l’iscrizione entro giovedì 17 settembre contattando il 347-4810421.

L’evento, che ha ottenuto il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, è promosso dalla Commissione Laudato si’ della Zona pastorale 3.

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Giornata del Creato, don Bignami: «Ecologia integrale è capacità di creare legami»

I vescovi italiani hanno rivolto un invito, in occasione della 15esima giornata nazionale del creato: attivare iniziative e proposte – a livello locale – per sensibilizzare le persone su questa tematica. A Cremona, nel pomeriggio di sabato 26 settembre, si è svolto un incontro pubblico che ha visto porre al centro la Laudato Si’ di Papa Francesco a cinque anni dalla sua pubblicazione.

L’evento, promosso dalla commissione Laudato Si’ della città e sostenuto dal Comune di Cremona, si è svolto presso le strutture delle Colonie Padane ed ha visto la partecipazione di un buon numero di cittadini, che erano stati invitati a raggiungere il luogo in modo eco-sostenibile.

Un momento di preghiera animato anche da un coro di giovani ha aperto le attività della Giornata del Creato, segno del fatto che, alla radice di qualsiasi iniziativa c’è il desiderio di riunirsi nel nome del Signore.

Successivamente ai presenti è stata data la possibilità di partecipare a due differenti attività: da una parte alcuni hanno scelto di seguire, insieme alle Guardie ecologiche, la naturalista Maria Cristina Bertonazzi ed il paleontologo Simone Ravara per una “camminata forestale” lungo la riva del Po; altri, invece, hanno collaborato con i volontari di Legambiente per la raccolta dei rifiuti. In entrambi i casi si è voluto approfondire il legame con il territorio, con il Creato, per sensibilizzare i presenti sulle questioni più urgenti e – allo stesso tempo – alla portata di tutti.

L’evento, poi, ha avuto come momento centrale un intervento di don Bruno Bignami, sacerdote cremonese che ricopre l’incarico di direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro. A lui è stata data la parola con il compito di offrire una propria lettura della declinazione che l’esortazione del Pontefice sta avendo in questi anni.

La riflessione del sacerdote cremonese ha spaziato su più fronti, partendo dalla questione “ecologica”, sempre più attuale anche nei contesti politici e sociali internazionali, per poi soffermarsi sulla peculiarità del testo di Papa Francesco, che parla di ecologia integrale. Ed è questa, per Bignami, la caratteristica del credente: «Ecologia integrale significa, prima di tutto, capacità di creare legami. Con le persone, con il Creato, con Dio… Ecco perché penso che il primo tipo di lettura che possiamo dare della Laudato Si’ debba essere antropologico. È l’uomo che viene posto al centro, insieme a tutto il suo vissuto relazionale».

Non è poi mancato un accenno al mondo del lavoro che – guardando al futuro, al “post- pandemia” – sarà probabilmente sempre più legato a tutte quelle dinamiche che chiamano in causa ecologia e sostenibilità.

«Io non so dire cosa ci aspetta – ha concluso don Bignami – ma di certo servono maggiori investimenti in ambito formativo: abbiamo bisogno di persone, giovani soprattutto, preparati e formati. In secondo luogo è necessario sostenere tutte quelle attività che, producendo, hanno un occhio di riguardo per le persone, per l’ambiente, per il sociale, e così via. È da qui che si riparte per guardare al futuro con speranza».

Al termine dell’intervento è poi stato possibile, per tutti i partecipanti, fermarsi per la cena e concludere, nel segno della condivisione, la giornata.

L’evento organizzato dalla commissione Laudato Si’ di Cremona, dunque, ha avuto proprio lo scopo di proporre una riflessione su questioni decisamente attuali e scottanti. Ormai da anni si parla di cambiamento per la salvaguardia del creato: iniziative come questa si preoccupano non semplicemente di discuterne, ma di offrire gli strumenti per metterlo in atto.




Il Vescovo ricordando i morti dell’epidemia: «I dolori, se lo permettiamo, generano ulteriore capacità d’amare»

Una celebrazione semplice, sobria, ma dal grande significato. È la Messa che nel pomeriggio di martedì 15 settembre il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto presso il cimitero di Cremona, in suffragio di tutte le vittime dell’epidemia e di tutti coloro che sono morti in questo tempo e che, durante le settimane della piena emergenza, sono spirarti soli, senza la vicinanza dei propri cari e neppure la possibilità di un estremo saluto.

L’occasione di questa celebrazione è stata data dalla ricorrenza liturgica della Beata Vergine Addolorata, cui è dedicata la cappella del cimitero di Cremona, dove da questa settimana riprendono le celebrazioni dopo lo stop forzato iniziato nel lockdown.

Accanto al vescovo Napolioni c’erano l’emerito Lafranconi, il vicario zonale don Pietro Samarini, don Achille Bolli (cui è stata recentemente affidata la cura della cappella del cimitero) e i preti della città. Tra i presenti anche una rappresentanza istituzionale con il sindaco Gianluca Galimberti, il prefetto Vito Danilo Gagliardi e i comandanti delle forze dell’ordine.

«Certo che dobbiamo tornare alla normalità – ha affermato il vescovo Napolioni nell’omelia –, non appesantire la vita dei bambini e dei ragazzi, guardare avanti. Ma non possiamo certo dimenticare! I dolori veri accompagnano sempre il cuore e la vita di chi li ha sperimentati e generano, se glielo permettiamo, ulteriore capacità d’amare».

«Ci si può ribellare alla propria morte? – l’interrogativo rivolto ai presenti – Possiamo cancellarla dal programma della vita?». «Noi siamo certi – ha proseguito – che una sofferenza così imprevista, subdola e disumana non ha impedito ai cuori di tutti i nostri cari, specie di chi ha custodito, conservato e alimentato la fede, di consegnarsi, di dire eccomi. Non avendo vicino i familiari, certamente Maria si è fatta vicina, Gesù è andato incontro, i santi hanno interceduto. E tutti i figli di Dio si sono mobilitati: chi sulla terra nelle forme della solidarietà, del servizio, della cura e della preghiera; e chi in cielo, in modalità che non sappiamo neppure immaginare, ma che sono certamente potenti».

L’invito del Vescovo è stato quello di avere la stessa fiducia e lo stesso abbandono che ha avuto Cristo in croce, senza chiudersi in se stessi. «Quante volte devo ripetere a fratelli e sorelle provati da un grande lutto: non chiudetevi al cimitero insieme ai vostri cari, ma da lì ripartiamo perché nuove parentele spirituali, di carità, di solidarietà e di servizio sono possibili». Quindi monsignor Napolioni ha indicato il modo migliore per onorare i propri morti: «Amare i vivi, imparare la lezione ed essere più umani, più fratelli, più pieni di speranza».

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E ha concluso, facendo riferimento alla liturgia eucaristica che di lì a poco si sarebbe vissuta: «La comunione al corpo di Cristo è comunione del corpo di Cristo. Non si è cosi uniti come nell’Eucaristia, anche con chi ci ha lasciati: è il banchetto che unisce cielo e terra». E invita a «riprendere il cammino, ciascuno secondo le proprie responsabilità, con generosità, fiducia, trasformando davvero il giorno della città addolorata nella possibilità di una città che ritrova le vere ragioni della festa e dell’impegno lungo la strada che ci è tracciata davanti».

Dopo il Covid nulla potrà più essere come prima. E in qualche modo anche il Vescovo ha ripreso questa consapevolezza, con l’auspicio a essere migliori: «Avremo ancor più cura – ha detto – dei malati, degli anziani, dei defunti e di noi stessi, da credenti».

La celebrazione ha segnato anche la ripresa delle celebrazioni eucaristiche al cimitero nei giorni feriali (ogni martedì e giovedì alle ore 9) e in quelli festivi (alle 10).

 




Entrare nella vita, dirle il nostro “sì” e averne cura: i verbi dell’amore nella Veglia per la vita della Zona 3

Preghiera, ascolto della Parola, meditazione e testimonianza. La Veglia per la Vita di sabato 1 febbraio, che per la Zona 3 si è svolta nella chiesa dell’Immacolata Concezione del quartiere Maristella a Cremona, ha messo al centro della riflessione il valore della vita secondo lo sguardo cristiano.

Dopo la preghiera introduttiva guidata dal vicario zonale don Pietro Samarini, il medico Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona, ha ricordato la necessità di «non rassegnarsi al pensiero relativista della cultura dello scarto» e di impegnarsi attivamente a favore della vita. Un esempio è offerto dal progetto Gemma promosso dal Centro Aiuto alla Vita, che in 25 anni ha reso possibile un grande miracolo: la nascita di 24mila bambini.

L’intervento del dottor Paolo Emiliani

La benedizione delle candele, segno di luce e vita, e la processione, terminata con la deposizione dei lumini ai piedi della statua della Madonna, hanno preceduto il momento centrale della Veglia di preghiera: “entrare nella vita”, “dire sì alla vita” e “avere cura della vita”. Questi tre temi, che mettono al centro la testimonianza di Gesù Cristo, della Vergine Maria e di San Giuseppe, sono stati approfonditi mediante la lettura di brani del Vangelo, il commento di una celebre opera d’arte, un canto eseguito dal coro di Cremona “don Cesare Zaffanella”, e alcuni passaggi tratti dal Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della Cei  per la 42^ Giornata Nazionale per la Vita e, infine, dalla recita di una decina del Rosario.

Il brano di Vangelo del “giovane ricco” (Mt 19, 16-22) con la domanda “che cosa devo fare per avere la vita eterna?” ha interrogato l’assemblea sulla modalità di “accesso” alla vera vita. Il passo dell’”Annunciazione” (Lc 1, 26-38) ha ricordato cosa significa accettare la vita, come Maria che, con il suo “sì”, ha accolto il disegno di Dio e ha fatto la Sua volontà. La “fuga in Egitto” (Mt 2, 13-23), infine, attraverso la figura di Giuseppe, ha richiamato il desiderio di proteggere la vita.

La Veglia è proseguita con il video-racconto della storia della giovane mamma Chiara Corbella Petrillo, morta nel 2015 a soli 28 anni, la quale malata di tumore ha deciso di portare a termine la gravidanza rimandando le cure. Un esempio straordinario di amore per la vita, nonostante tutto e a dispetto della sua tragicità. Chiara ha operato una scelta coraggiosa e di fede, di accettazione della croce e del progetto di Dio.

Anche la testimonianza offerta dai coniugi Elena e Gianfranco Cottarelli (in foto con il vicario zonale), a conclusione della Veglia, è stata un inno alla vita. Dopo due anni di matrimonio, nel 2000 e nel 2001, sono diventati genitori di Irene e Pietro, maturando già il forte desiderio di diventare anche genitori adottivi. Un percorso lento e difficile, durante il quale è seguito l’arrivo di altri due figli: Elia, nato nel 2004, e Caterina nel 2007. «Dopo quattro figli – ha detto Gianfranco – abbiamo realizzato la fortuna di avere una casa, un lavoro, una famiglia e di aver vissuto sempre serenamente, allora abbiamo pensato che il modo migliore per ringraziare fosse quello di condividere, perché noi siamo in sei mentre qualcuno non ha una famiglia». Nel 2013, tramite una associazione operante in Etiopia, la famiglia si è allargata con l’adozione di Rebcca.

La testimonianza di Gianfranco Cottarelli

 

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Domenica 2 febbraio a Palazzo Cittanova incontro con la fondatrice di Dominus Production

Domenica 2 febbraio, Giornata Nazionale per la Vita, tra le iniziative promosse dalla Zona Pastorale 3 che riunisce le parrocchie cittadine, c’è anche l’incontro “C’è vita al cinema?” che vedrà l’intervento della dott.sa Federica Picchi, fondatrice e presidente di Dominus Production. Appuntamento alle 16.30 presso palazzo Cittanova.

Dominus Production è una casa di produzione e distribuzione cinematografica, nonché una casa editrice e discografica con la missione di diffondere prodotti ad alto valore artistico e culturale, con un profondo contenuto etico ed educativo. In un momento storico in cui la cultura sembra avere un peso marginale rispetto all’intrattenimento commerciale, Dominus Production ha deciso di investire cospicuamente per diffondere storie vere di umana virtù.

A distanza di 7 anni dalla sua nascita, Dominus Production ha distribuito in Italia film di grande spessore etico e valore artistico, come Cristiada, Marie Heurtin, God’s not dead, God’s not dead 2, Il missionario, Il risveglio di un gigante e molti altri ora in programmazione, tra cui Una canzone per mio padre ispirato alla storia vera del cantante Bart Millard e al suo cammino interiore che lo ha portato alla scrittura del grande successo “I can only imagine”, e Unplanned, pellicola che racconta la storia vera quella della presa di coscienza della direttrice di maggior successo della clinica abortiva più importante degli Stati Uniti, la Planned Parenthood, che comprende la grande menzogna nascosta dietro al “diritto” all’aborto.

Al momento Dominus vanta un network di più di 300 sale cinematografiche con cui collabora. Dominus ora è anche casa editrice, casa discografica e distributore home video con più di 2500 rivenditori in tutta Italia.