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I ragazzi dei Grest della Zona 3 alla scoperta dei tesori della città

Hanno preso il via in diocesi le iniziative zonali per i bambini e i ragazzi dei Grest. Tra le tante, si è tenuta, la mattina di giovedì 16 giugno, «una giornata alla scoperta della città di Cremona e delle emozioni», come spiega Elena Poli, di CrArT, ente organizzatore dell’evento dedicato ai ragazzi delle medie dei Grest della Zona pastorale III.

Presentata come una sorta di caccia al tesoro, l’iniziativa è stata una vera e propria «caccia ai tesori della città», in cui – senza vincitori né vinti – i ragazzi, suddivisi in cinque gruppi, hanno percorso cinque diverse tappe, affrontando le sfide proposte e approfondendo, grazie al contributo delle guide di CrArT, l’arte e la storia che contraddistinguono la città di Cremona.

Dopo il raduno, avvenuto alle 9.30 in piazza Stradivari, hanno preso il via giochi di vario genere, allestiti presso piazza Roma, piazza Marconi, piazza del Comune e presso le chiese di S. Marcellino e S. Maria Maddalena. I ragazzi, infatti, si sono affrontati in una sfida musicale, in una risoluzione di un delitto avvenuto nella chiesa di S. Domenico, fino ad arrivare alla caccia al dettaglio artistico sul piazzale antistante la Cattedrale.

Molti oratori di città hanno aderito all’iniziativa. Presenti, accompagnati dai rispettivi animatori, i ragazzi delle unità pastorali “Cittanova”, “Madre di Speranza” e “S. Omobono”. Presenti anche gli oratori di S. Abbondio, Cristo Re e S. Michele. «L’idea – prosegue Elena Poli – è stata quella di coinvolgere quanti più oratori possibile e di mescolare i ragazzi, per favorire la conoscenza e l’incontro con i coetanei delle altre parrocchie». Una mattinata, quindi, all’insegna del divertimento e della collaborazione, che si è conclusa intorno a mezzogiorno, sempre sulla piazza dedicata al celebre liutaio cremonese.

Le iniziative dedicate alla Zona 3 non finiscono qui. Il prossimo appuntamento, sempre dedicato ai ragazzi delle medie, sarà giovedì 23, presso l’oratorio di Cristo Re: una mattinata di laboratori sportivi con gli educatori del Comitato sportivo italiano, comitato di Cremona.




Corpus Domini, il 16 giugno a Cremona la celebrazione a S. Agata e la processione verso S. Luca

Giovedì 16 giugno sera si terrà a Cremona la tradizionale processione del Corpus Domini. Alle 21 il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia nella chiesa cittadina di Sant’Agata. Alla celebrazione, animata dal coro dell’unità pastorale Cittanova, sono chiamate a partecipare tutte le parrocchie cittadine.

Dopo le comunioni tutti i partecipanti saranno chiamati a mettersi in processione dietro al Santissimo Sacramento per le strade della città. Percorso corso Garibaldi, il corteo raggiungerà la chiesa di San Luca, dove vi sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento e un momento di adorazione che si concluderà con la solenne benedizione eucaristica.

Quest’anno la celebrazione del Corpus Domini non avviene in Cattedrale visto che il Duomo, dal 13 a al 17 giugno, rimarrà chiuso al pubblico per permettere di svolgere in piena sicurezza le prove di carico strutturale sulle volte del presbiterio, propedeutiche all’inizio dei lavori per l’adeguamento liturgico.




Verso l’incontro mondiale delle famiglie: mercoledì sera alle Colonie Padane lo spettacolo “I Benedetti”

Dal 22 al 26 giugno si svolgerà a Roma il decimo Incontro Mondiale delle famiglie. Una manifestazione che, per volontà di Papa Francesco, non prevede eventi e iniziative solo a Roma, ma coinvolgerà tutte le diocesi assumendo una dimensione multicentrica e diffusa. Così avverrà anche in diocesi di Cremona, in particolare attraverso le iniziative proposte sabato 24 giugno nelle cinque zone pastorali (il programma completo).

Nella città di Cremona, la Zona pastorale 3, offrirà quale ulteriore occasione in preparazione alla Giornata mondiale delle famiglie, anche una serata di festa spettacolo. L’appuntamento è per mercoledì 15 giugno, alle 21, alle Colonie Padane, con una rappresentazione teatrale costruita sul tema dell’affido. Promosso e realizzato con la collaborazione de “Il Girasole”, associazione di famiglie affidatarie che opera da 25 anni sul territorio cremonese, lo spettacolo racconterà la storia di chi, trovandosi a vivere sotto lo stesso tetto, si incontra e si scontra. Gli interpreti (in foto) sono Giada Generali e Stefano Priori, in arte Beru, autore della rappresentazione. Durante lo spettacolo è previsto uno spazio di animazione e intrattenimento per bambini e ragazzi.

“I benedetti” è la storia di due persone: l’incontro di due vite che, attraverso alcuni oggetti, rimettono in gioco e rileggono i propri ricordi alla luce del tempo che, passando, li ha fatti diventare adulti, percorrere strade diverse, ma non li ha fatti perdere di vista. Si inizia da un telefono che squilla e da una proposta: una bambina ha bisogno di una famiglia che la accolga. Sara arriva presto, poco prima di Natale e ad accoglierla c’è Paolo. Spaesati, confusi, entrambi pieni di aspettative ma anche di perplessità. In scena non ci sono le famiglie, non ci sono i servizi sociali, ma ci sono 2 figli con la loro storia, con la loro naturale quotidianità che viene raccontata in un’ora di spettacolo che affronta un tema serio con un linguaggio leggero, frizzante e divertente quanto basta. È proprio il rapporto tra due “quasi fratelli” – un figlio naturale e uno in affido, che vivono un tratto della loro vita, l’infanzia e l’adolescenza, sotto il tetto della famiglia Benedetti – ad essere raccontata e messa in scena. Inevitabili le gioie, gli attriti, le confidenze, i litigi, ma anche e soprattutto la vita di tutti i giorni. Proprio la vita di tutti i giorni emerge dirompente nella sua semplicità e naturalità, tanto che anche chi non ha mai sperimentato l’affido, vedendo certe scene, si può rispecchiare e sentirsi protagonista e partecipe di una vita che potrebbe essere anche la sua. Uno spettacolo adatto a un pubblico di adolescenti, ma anche di giovani e adulti, un metodo efficace per informare e sensibilizzare riguardo un tema tanto importante quanto delicato quale l’affido.

Lo spettacolo del 15 giugno anticiperà l’evento di sabato 25 giugno quando, nel pomeriggio, la Zona pastorale 3 si darà appuntamento dalle 17 all’oratorio di Borgo Loreto, in via Ceccopieri 1 (con possibilità di parcheggio in piazza don Amigoni): attività e stand aiuteranno a valorizzare diversi aspetti dell’essere famiglia oggi accompagnando verso il momento di preghiera comunitaria prevista per le 19. Un’occasione di incontro che continuerà con la cena insieme, per festeggiare così l’Incontro mondiale delle famiglie. Per ragioni organizzative è gradita l’adesione entro il 20 giugno, segnalando la partecipazione nelle parrocchie della città o scrivendo una mail a zona.terza@gmail.com.

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Cremona, il 13 e il 14 giugno in Seminario gli incontri formativi per i volontari dei Centri di ascolto

Pensati con lo slogan “… e si prese cura di lui”, tratto da un passo del Vangelo di Luca, sono in programma nel mese di giugno gli incontri formativi per i volontari del Centri di ascolto, organizzati dalla zona pastorale III in sinergia con Caritas Cremonese.

«Dopo la pandemia, che ha messo alla prova i nostri assetti caritativi e ha fatto emergere nuove povertà, si sente l’esigenza di rimotivare e rendere ancora più accoglienti i nostri centri d’ascolto, che sono i luoghi dove le comunità cristiane incontrano le persone che vivono uno stato di disagio – spiega don Pietro Samarini, vicario zonale per la zona III –. Vogliamo far sì che i nostri centri d’ascolto siano sempre più “porte aperte al territorio” che sanno accogliere, ascoltare e orientare».

E così l’idea di due incontri formativi, in programma il 13 e il 14 giugno, dalle 18.30 alle 20, presso il Seminario vescovile di Cremona.

Il primo incontro sarà dedicato al tema delle competenze di ascolto secondo una prospettiva umanistica, mentre il secondo servirà a illustrare gli strumenti dell’ascolto a disposizione delle Caritas cittadine. I relatori degli eventi saranno Alessio Antonioli, di Caritas Cremonese, e Giuseppe Ronzoni, della Caritas di Milano.

Per maggiori informazioni e per le adesioni, scrivere all’indirizzo mail centroascolto@caritascremonese.it.




A Cremona la processione lauretana ha aperto il mese di maggio con il Vescovo: «Un messaggio d’amore, di bellezza e di pace»

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Sale per le strade della città di Cremona l’invocazione a Maria Vergine lauretana oggi come nel 1600. Dopo due anni di fermo, causa Covid, è infatti ripartito il tradizionale pellegrinaggio della città alla Santa Casa (copia seicentesca di quella di Loreto) presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio dove è custodita l’effige della Madonna nera, copatrona di Cremona. E se nel 1630 si svolse una processione cittadina per scongiurare il contagio della peste entro le mura, oggi la Chiesa cremonese rinnova quella tradizione con un pellegrinaggio di tutte le parrocchie dalla Cattedrale fino al santuario.

Un segno di devozione che ha luogo ogni 2 maggio, in apertura del mese mariano, occasione per un messaggio del vescovo alla città. «Un messaggio d’amore, di bellezza e di pace a Cremona – ha spiegato mons. Lafranconi – un messaggio che rivolgiamo alla città ma che ci dobbiamo rivolgere gli uni gli altri, visto che la città siamo noi». Un invito a ciascuno «a essere operatore di giustizia e pace lungo le vie della città e del mondo» certi dell’aiuto di Maria «invocata con gioiosa preghiera di figli». E senza dimenticare «le altre città, come Mariupol (Città di Maria) martoriata in questo momento difficile».

Una riflessione quella del Vescovo arrivata in una Sant’Abbondio gremita (anche la piazzetta esterna ospitava fedeli) al termine della recita del Rosario lungo le strade che quotidianamente ogni cremonese percorre nel centro storico.

Dopo una breve preghiera in Cattedrale, infatti, la croce ha aperto la processione lungo la quale hanno cantato e invocato Maria, chierichetti, seminaristi, i parroci della città, il Capitolo della Cattedrale, il vescovo emerito Dante Lafranconi e il vescovo Antonio Napolioni, seguito dai religiosi, dalle suore e da parecchi fedeli con in mano i flambeaux accesi direttamente dalla fiamma del cero Pasquale. Una processione composta, «in una bella serata di maggio» – come l’ha definita il vescovo – dopo due anni che quelle strade non vedevano la comunità cristiana testimoniare pubblicamente il proprio credo. Intorno il silenzio, di una città partecipe, lungo largo Boccaccino, via Mercatello, Corso Matteotti fino a Vicolo Lauretano, sino alla piazzetta della chiesa di Sant’Abbondio dove ad accogliere i fedeli è stata la comunità della parrocchia stretta intorno al vicario don Francesco Gandioli (il parroco don Andrea Foglia era assente per indisposizione).

Le litanie lauretane sono state lo spunto per Napolioni per parlare ai cittadini e alle autorità presenti, ricordando come Maria sia invocata come «Turris davidica, Turris eburnea, torre dunque immagine che evoca attesa (come quella del Padre della parabola che attende il figlio), vigilanza, punto per guardare lontano, per vedere il Signore che viene». E per descrivere la Vergine nelle litanie ci sono altre immagini legate alla città come “Ianua Coeli” (Porta del Cielo). «Preghiamo che Maria – ha proseguito Napolioni – ci aiuti ad aprire le porte, ad accogliere», evitando di correre sulle autostrade senza fermarci ed accorgerci di chi è debole o soffre accanto a noi. Infine Maria è anche “Domus aurea”, nella quale Dio ha stabilito la sua dimora in mezzo agli uomini. E qui il vescovo ha ricordato come «a Cremona un terzo della popolazione vive sola ed ha bisogno di riscoprire la qualità dei rapporti, il dialogo».

Al termine della celebrazione il vescovo ha posto, nella Santa Casa, un cero davanti alla Madonna nera e un mazzo di fiori «per il più bel fiore». Due simboli per invocare una speciale protezione sull’intera città e su tutte le città del mondo «fiere e umili, fragili e delicate».

 

L’origine del Santuario

Nel 1625 il Consiglio Generale di Cremona decretò che la città fosse posta sotto la protezione della Vergine Lauretana di S. Abbondio. L’anno precedente, per volere del giureconsulto Gian Pietro Ala, si iniziò la costruzione del santuario riproducendo la Santa Casa custodita a Loreto. Nel 1630 l’effige della Vergine Lauretana fu portata per le vie della città in una grande processione in cui si invocò la sua protezione per la liberazione dalla peste. Risale al 1634 la prima incoronazione della statua; il 17 agosto 1732 si svolse un’altra importante celebrazione quando il Capitolo Vaticano la incluse tra le Madonne riconosciute come “coronate”.




«Voi siete davvero le luci del mondo»: il Vescovo alla marcia per la pace degli oratori cittadini (e non solo)

«Gesù disse: “voi siete la luce del mondo!” Le piccole luci sono potenti, se rifugiamo una tentazione e se accettiamo una missione. Da adesso, ragazzi, decidiamo e scegliamo di vivere così. Costi quello che costi. Ber il bene di tutti. Perché il bene è vero solo quando è di tutti»». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha chiuso sul portone della Cattedrale di Cremona la fiaccolata per la pace che si è svolta in città nella serata di lunedì 3 aprile.

Preghiera recitata al culmine di una serata fredda e bagnata dalla pioggia, ma riscaldata dalle tre fiaccolate che, partite dalle chiese cittadine di Sant’Abbondio, Sant’Agata e San Pietro al Po, si sono unite proprio dinnanzi alla Cattedrale.

La serata, promossa dagli Oratori della città, ha visto una partecipazione numerosa, anche con la presenza di fedeli e gruppi proveniente da altre parrocchie e zone della diocesi.

Prima della partenza, il ritrovo nelle tre chiese cremonesi, in cui è stata distribuita ai fedeli la luce da portare nelle strade di Cremona. Un contenitore di vetro per ciascuno dei presenti, custodito e protetto dal temporale per far arrivare la fiamma viva a destinazione.

«La tentazione è quella di dividere il mondo in due – ha detto Napolioni ai partecipanti giunti davanti alla Cattedrale –: gli amici e i nemici. Ma tutti siamo luce del mondo: ogni bambino che nasce è un riflesso di Colui che è la luce del mondo. Il mondo non può essere spartito tra figli della luce e figli delle tenebre».

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Uno sguardo, quello suggerito dalle parole di monsignor Napolioni, che invita a tenere viva la fiamma della speranza anche oltre le ombre della storia e del tempo presente. Per questo il vescovo, nel suo intervento pronunciato di fronte agli ombrelli aperti dei tanti presenti, si è rivolto anche a quanti – politici e amministratori – hanno la responsabilità delle decisioni. Ma anche pensando a coloro che si arroga il diritto di essere nella luce e demonizza l’avversario. Allora – ha proseguito – bisogna mettersi dalla parte dei perdenti, di coloro che soffrono, come ha fatto Cristo. «Perché così Gesù bussa anche al cuore di chi è violento».

Ma la vita è speranza, soprattutto nei giovani cristiani, che «dicono no a questa tentazione – ha concluso il Vescovo –. Noi vogliamo che questa luce vada incontro allo stoppino dalla fiamma smorta, che va riattizzato, perché nella coscienza di ciascuno ci sia il no alla guerra, il no alla violenza, il no a tutto ciò che ferisce la dignità di ogni uomo e di ogni donna. Questa è la missione, diffondere la luce». «Perché il bene è vero quando è di tutti».

Prima della benedizione è stata quindi recitata la preghiera scritta dal vescovo di Napoli Mimmo Battaglia, ripresa anche da Papa Francesco all’udienza generale del 16 marzo. «Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!». Tante piccole fiammelle capace di illuminare la notte.




Domenica sera a Cremona fiaccolata per la pace

In un momento segnato dalla violenza e dal dolore che in queste settimane stanno colpendo l’Ucraina e con lei milioni di persone, la comunità cremonese ha scelto di far sentire la propria vicinanza attraverso una fiaccolata per la pace, organizzata dagli “Oratori di città”.

L’evento è in programma domenica 3 aprile, a partire dalle 21, con un momento di preghiera presso tre chiese cittadine: S. Agata, S. Abbondio e S. Pietro al Po. Da qui prenderanno le mosse tre “cammini” silenziosi per le strade della città, destinati a convergere in piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria, di fronte al Palazzo vescovile. Qui un momento di preghiera e di riflessione, alla presenza del Vescovo, concluderà la serata.

L’invito a partecipare è rivolto all’intera cittadinanza: a ciascuno è chiesto di portare un vasetto di vetro, per ricevere la luce che “accompagnerà” il cammino per le vie di Cremona.

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“Quaresima Ado”, a San Vincenzo e San Marcellino preghiera insieme prima della campanella

Continuano le iniziative quaresimali proposte all’interno della diocesi di Cremona. In preparazione alla Pasqua, gli oratori della città hanno portato avanti l’idea degli scorsi anni, dando il via a “Quaresima Ado”, una proposta per gli adolescenti cremonesi, partita il Mercoledì delle Ceneri, in occasione dell’inizio della Quaresima.

L’iniziativa prevede un momento di preghiera, in programma ogni mattina alle 7.45, prima dell’ingresso a scuola, presso le chiese di S. Marcellino e S. Vincenzo, per iniziare ogni giorno con Lui.

E la scelta delle chiese non è casuale: S. Vincenzo è infatti situata in via Palestro, in cui si concentrano numerose scuole della città, mentre S. Marcellino, con ingresso in via Cavallotti, si trova in prossimità del liceo “Manin” e dell’istituto della Beata Vergine.

Naturalmente la proposta non è solo rivolta ai giovani della città, ma l’invito è esteso a tutti coloro che, prima di iniziare la giornata scolastica, vogliono dedicare qualche minuto alla preghiera quaresimale.

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Il 18 aprile anche gli adolescenti cremonesi dal Papa

 




Nuova tappa del cammino sinodale: ascolto e confronto all’ombra del Torrazzo

Nella serata di venerdì 19 e nella mattinata di sabato 20 novembre presso la parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio, nella periferia della città di Cremona, si è svolta la prima riunione sinodale della zona pastorale 3. La struttura della due giorni è stata quella già rodata nei due incontri precedenti di Mozzanica, per la zona 1, e di Soresina, per la zona 2.

L’assemblea riunita ha avuto modo di esprimersi attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi e partendo da spunti di diversa portata, da quello musicale a quello più classicamente dialogato, fino a quello illustrativo.

Dallo spunto musicale l’assemblea ha raccolto spunti di tenerezza, di una presenza altra da sé che non trova il suo fondamento nell’egoismo, ma nella relazione che è coralità, presenza di chi ti conduce con amorevolezza, lascandoti sempre libero di poter orientare il cammino ma che non ti lascia solo; è, quindi, libertà che non prevarica, che sa captare le esigenze, le sa accogliere e le sa accompagnare. Si può ricavare l’immagine di un “io” che in sé ha la sua struttura, ma che vive orientato all’altro in un rapporto che vive del rapporto che il Signore ha con ogni uomo.

Attraverso il linguaggio dell’immagine l’assemblea divisa in piccoli gruppi ha avuto la possibilità di esprimere quale sia la percezione di Chiesa che attualmente viene percepita o, anche, in quale modo venga vissuto il rapporto dei cristiani stessi con la Chiesa. Dopo un rapido momento per la produzione di uno schizzo durante il dialogo all’interno del gruppo, il vescovo Antonio ha riletto le immagini che sono state prodotte condividendole con l’intera assemblea. Nonostante il poco tempo a disposizione, le immagini hanno espresso stili molto diversi e anche visioni di Chiesa e appartenenza ad essa molto diverse. Infatti, spesso è stata rappresentata attraverso l’edifico chiesa caratterizzato talvolta da un’apertura volta all’incontro con l’altro e alla testimonianza, talvolta da una chiusura in se stessa da alti recinti o gruppi chiusi, esclusivi. Eloquenti e che aprono a molti interrogativi sono stati anche le rappresentazioni della vecchia stampella, del bambino incatenato a una grossa palla interpretabile come il mondo, o dall’ambulanza che si dirige verso una fitta nebbia oltre la quale si trova la croce del Signore Gesù.

Il dialogo all’interno dei gruppi di confronto è stato guidato prima dal testo biblico di Giosuè e poi dai dieci nuclei tematici nei quali verrà suddivisa la discussione sinodale. Dal confronto nei gruppi emerge come il cambiamento possa fare paura, ma che, allo stesso tempo, la storia della salvezza dipenda anche dalle scelte di ognuno, in quanto assume le tante facce che incontriamo e che non sempre siamo in grado di apprezzare. Quindi il desiderio di un rinnovato affidamento allo Spirito per affidare il proprio agire e la Chiesa al Signore, da cui viene l’agire di ognuno che è chiamato a operare per quello che è, dove si trova. Così nasce e si rinsalda la spinta verso un incontro anche nei confronti di chi è vicino ma che, a volte non conosciamo, capaci di ascolto, approfondimento e di approvvigionamento alla sorgente. Un ascolto che deve essere attento, capace di incontrare tutti, anche con linguaggi diversi da quelli a cui siamo abituati “da sempre” e che porti a una partecipazione attiva, una testimonianza incarnata. Tutto questo non può essere Chiesa se, però, si trascura il fatto che la diversità e anche la possibile contraddittorietà di questi aspetti ha un punto di unione al suo vertice che è Gesù Cristo.

L’ascolto diventa quella dimensione che ogni cristiano, ogni uomo, deve recuperare. È un metodo, ma anche la nostra identità, è cura di un corpo, di una Persona con cui si cammina e si vive.

Per esercitare questo ascolto, due sono gli appuntamenti che coinvolgeranno ogni parrocchia o unità pastorale entro febbraio 2022. Un primo momento da vivere in stile sinodale all’interno del consiglio pastorale o di un gruppo parrocchiale e un secondo più di frontiera, che rappresenti un aspetto non ordinario della parrocchia in cui ci si possa confrontare su almeno uno dei dieci nuclei tematici proposti.

Un’ulteriore anticipazione rivolta dal vescovo alla città è stato il pensiero alla visita pastorale che dal prossimo gennaio ne coinvolgerà in modo particolare parrocchie e unità pastorali. Il compito affidato dal vescovo ai presenti e alle loro comunità è quello di iniziare a ripensarsi per poter diventare una Chiesa di città. Una Chiesa che possa riunire i diversi “tipi” presenti sul territorio, individuati in cinque categorie: le parrocchie, i movimenti e le associazioni, i religiosi, il vescovo e le organizzazioni diocesane e i singoli, affinché possano guardare insieme al futuro senza trascurare nessun pezzo di vita pensando che se ne occupi qualcun altro. L’invito che ne nasce è quello di ritrovarsi, terminata la visita pastorale in tutta la città, per condividere questi pensieri e iniziare a intuire un percorso da seguire per vivere sempre meglio la comunione e la missione.

Gli incontri zonali del Sinodo guidati dal vescovo proseguono venerdì 26 novembre e sabato 27 a Sospiro per la Zona pastorale 3.




Esempi di innovazione e cura del Creato: giornata di riflessione sulla transizione ecologica alle Colonie Padane

«La transizione ecologica è “insieme sociale ed economica, culturale e istituzionale, individuale e collettiva” ma anche ecumenica e interreligiosa»: queste le parole del messaggio dei vescovi per la 16ª Giornata della custodia del Creato che riassumono l’evento di sabato 25 settembre presso le Colonie Padane di Cremona.

Un evento “green”, all’aperto, nel polmone verde della città del violino, quello organizzato dalla Zona pastorale 3 nell’ambito delle iniziative promosse in diocesi durante il “Tempo del creato”.

Dopo il ritrovo, alle ore 15.30, un momento di preghiera con il messaggio dei vescovi in occasione del sesto anniversario della pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco.

Ha introdotto la serie di testimonianze il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti rivolgendosi in particolar modo ai ragazzi ed invitandoli ad aiutare gli adulti nel rispetto delle regole della raccolta differenziata. L’assessore al Bilancio, Innovazione e Digitalizzazione Maurizio Manzi ha quindi sottolineato le motivazioni alla base della raccolta puntuale dei rifiuti, ricordando gli obiettivi europei per il 2030 in materia.

In seguito, mentre i più piccoli si sono destreggiati in un grande gioco ispirato al racconto “L’uomo che piantava alberi” proposto dagli scout Agesci dei gruppi Cremona 2 e 3, giovani e adulti hanno potuto ascoltare alcune belle testimonianze di diverse realtà produttive e sociali del territorio che hanno abbracciato la missione della transizione ecologica.
Il vero obiettivo, come si evince anche dalle parole dei vescovi, non consiste nella semplice attenzione a ridurre le emissioni di CO2 o a smaltire correttamente i rifiuti (comunque obiettivi essenziali e necessari), bensì nel radicale cambiamento di prospettiva: la mission è l’abbandono di quell’antropocentrismo capitalista sfrenato a favore di uno sguardo più accogliente, equo e solidale dell’ambiente, della natura e dell’uomo. Come operare, però, questa complessa transizione? Riscoprendo il gusto dell’aria buona, dell’umanità perduta e – forse anche grazie alla pandemia – ritrovata, sporcandosi le mani, nel gioco così come nel lavoro, per accorgersi della bellezza e complessità di un creato che ci è donato e consegnato affinché ce ne prendiamo cura. La transizione ecologica assume quindi i volti delle persone che scelgono di abbracciare questo proposito.

L’imprenditore Federici della ditta Bio-C ha spiegato le caratteristiche dei sacchetti biodegradabili e compostabili da loro prodotti, mentre Diana Afman dell’associazione “No spreco” ha brevemente illustrato l’impegno dell’associazione per creare economie circolari e ridurre lo spreco alimentare. È stata seguita dalla testimonianza di due giovani volontarie che collaborano attivamente con l’associazione.

Enzo Zerbini della cooperativa sociale “Il calabrone” ha raccontato i percorsi di inclusione e recupero di persone svantaggiate grazie al lavoro in una ditta di meccanica di precisione dove sono richieste alte professionalità e infine la testimonianza di Enrico Platè, educatore della cooperativa Cosper, che ha raccontato della ciclofficina “Gare des gars”.