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Martedì 2 maggio a Cremona la processione lauretana ad apertura del mese mariano

Si svolgerà nella serata di martedì 2 maggio il tradizionale pellegrinaggio cittadino al Santuario lauretano, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, ad apertura del mese di mariano. L’appuntamento è fissato per le ore 21 in Cattedrale.

Da qui si snoderà la processione con i flambeaux che percorrerà piazza del Comune, largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, corso Matteotti, vicolo Lauretano e piazza S. Abbondio.

La preghiera mariana sarà guidata dal vescovo Antonio Napolioni e vedrà la presenza del Capitolo della Cattedrale e, insieme alle proprie comunità, i sacerdoti della zona pastorale 3, in veste e cotta e stola bianca (personale da portare).

Ad accogliere vescovo e pellegrini nella chiesa di Sant’Abbondio sarà il parroco don Andrea Foglia. Conclusa la preghiera del Rosario il vescovo terrà l’omelia. Quindi, al canto del Magnificat, accompagnato dai sacerdoti presenti, monsignor Napolioni si recherà all’interno del santuario per l’omaggio alla Madonna Nera.

Al termine della celebrazione anche tutti i fedeli potranno accedere alla Santa Casa e sostarvi in preghiera.

 

L’origine del Santuario

Nel 1625 il Consiglio Generale di Cremona decretò che la città fosse posta sotto la protezione della Vergine Lauretana di S. Abbondio. L’anno precedente, per volere del giureconsulto Gian Pietro Ala, si iniziò la costruzione del santuario riproducendo la Santa Casa custodita a Loreto. Nel 1630 l’effige della Vergine Lauretana fu portata per le vie della città in una grande processione in cui si invocò la sua protezione per la liberazione dalla peste. Risale al 1634 la prima incoronazione della statua; il 17 agosto 1732 si svolse un’altra importante celebrazione quando il Capitolo Vaticano la incluse tra le Madonne riconosciute come “coronate”.




La città in cammino verso la Santa Casa, luogo di «umiltà e unità»

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Con un invito alla città di Cremona a «riscoprire l’umiltà e l’unità» e un incoraggiamento ai credenti ad «essere uniti da una fede gioiosa ed impegnata», il vescovo Antonio Napolioni ha aperto il mese mariano, la sera del 2 maggio, con la tradizionale processione dalla Cattedrale alla Santa Casa (copia del 1624 di quella di Loreto) in Sant’Abbondio.

Una serata corale che si è aperta in Cattedrale con una preghiera presieduta dal vescovo, accompagnato dall’emerito Dante Lafranconi, per «invocare lo Spirito Santo sulla Chiesa diocesana e sulla città attraverso l’intercessione di Maria», della Vergine lauretana in particolare, co-patrona di Cremona. Risale infatti al 1625 la decisione del Consiglio Generale di Cremona di porre sotto la protezione della Madonna nera la comunità locale.

Illuminata dai flambeaux, accesi con la fiamma del cero pasquale, dopo una breve preghiera, una processione di sacerdoti, in primis i canonici, seminaristi, religiosi, seguiti dal sindaco e dai fedeli laici si è snodata per le vie del centro, come in un pellegrinaggio verso Sant’Abbondio, dove ad accogliere tutti c’era il parroco don Andrea Foglia. Una processione di antica tradizione che ricalca quella solenne grandiosa, registrata dalla storia, nel 1630 quando i cremonesi invocarono l’aiuto della Madonna nera contro la diffusione della peste, ormai alle porte del centro cittadino. Una processione, durante la quale è stato recitato il rosario, che ancora oggi si fa testimonianza viva tra le case, nel cuore della diocesi, «non verso un alto monte, ma verso una piccola casa – ha detto Napolioni nella riflessione al termine della processione – nascosta tra le nostre case, un piccolo luogo che ci dona un grande messaggio: sono con voi sempre, sto nelle vostre case, sono di casa nel vostro cuore».

 

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Uno spazio, «una casa del Sì», come l’ha definita il vescovo, e non solo di quello pronunciato da Maria davanti all’angelo che le portava l’annuncio della nascita del Cristo. «Una casa di tutti i Sì», quelli dietro i quali ci sono scelte difficili, a volte dolorose o scelte di vita. Perché questo luogo dal sapore antico, voluto nel 1624 dal giureconsulto Gian Pietro Ala, è «un luogo dove cercare una certa intimità e quindi il senso della vita, dove educare i giovani chiamati alla libertà delle scelte». Ed anche il luogo al quale deve guardare l’intera città, la comunità civile e quella dei credenti. E infatti, come tradizione, il vescovo si è rivolto, per l’occasione, all’intera città auspicando «Umiltà ed unità per una Cremona bella, concreta e laboriosa», che sappia rivolgere lo sguardo all’unica madre. Con quella forza in più data dalla comunità dei credenti che devono sapere sfoderare una fede «gioiosa ed impegnata».

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni




Il saluto dei preti della Zona 3 al vescovo Trevisi e in serata l’affidamento alla Santa Casa

L’incontro zonale del clero, che si è svolto nella mattinata di giovedì 13 aprile, per i sacerdoti della città di Cremona ha avuto un significato particolare. Il ritrovarsi insieme presso la parrocchia di San Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist, è stato infatti l’occasione per salutare il parroco di Cristo Re che domenica 23 aprile si insedierà ufficialmente come nuovo vescovo di Trieste.

Un momento di amicizia e fraternità che per monsignor Enrico Trevisi è uno degli ultimi appuntamenti in diocesi di Cremona, che culmineranno domenica 16 aprile nella festa di saluto organizzata a Cristo Re nel suo ultimo giorno da parroco: alla celebrazione delle 10.30 (che sostituisce le consuete Messe delle 10 e delle 11.15) seguirà un momento di festa in oratorio.

Sempre accompagnato dalla propria comunità parrocchiale, nella serata di giovedì 13 aprile, monsignor Trevisi ha affidato il proprio ministero episcopale alla Madonna Nera, in occasione del pellegrinaggio parrocchiale alla Santa Casa, il santuario lauretano nella chiesa di Sant’Abbondio. Dopo la preghiera del Rosario si è tenuta la processione verso il santuario, con la lampada accesa, posta poi sotto la statua della Madonna, seguita dalla preghiera finale e della benedizione impartita dal vescovo Trevisi in particolare sulla comunità di Cristo Re e sulla città.




Gli oratori di Cremona riflettono sulle ferite del mondo per guardare alla speranza della Pasqua

Sabato 1° aprile tutti gli oratori della città di Cremona si sono riuniti, alle 18, presso la chiesa di S. Agata per un momento di preghiera quaresimale in  preparazione alla Pasqua dal tema: “Le ferite del mondo”.

«Questo momento, che è stato proposto dagli oratori a tutta la città, è nato da un incontro dei giovani, un incontro cittadino dello scorso febbraio», ha spiegato don Pierluigi Fontana, vicario di Cristo Re e referente della pastorale giovanile cittadina, introducendo l’incontro. E ha proseguito: «Ci siamo messi davanti ad alcune delle ferite del mondo e ci siamo interrogati su che cosa la parola di Dio ci dice, che cosa la Chiesa ha detto nel tempo, che cosa troviamo nel Vangelo. La terra grida, l’umanità urla, ma anche Dio parla, attraverso la sua Parola, attraverso la Chiesa che cammina nel mondo».

L’evento è iniziato con la lettura e la possibilità di riflessione personale dei partecipanti su dieci installazioni collocate all’interno della chiesa, rappresentanti le “ferite del mondo”. Tra queste s“Terremoto e calamità naturali”, “Ambiente. Cambiamenri climatici e consumismo”, “Violenza sulle Donne”, “Guerra e conflitti”.

Le installazioni erano composte da articoli di attualità sui temi proposti, accompagnati da citazioni tratte da Vangeli, esortazioni apostoliche ed encicliche. Presenti sui pannelli anche opere artistiche a supporto del messaggio.

Nella seconda parte del pomeriggio vi è stato un momento di preghiera nel quale si è riflettuto sulla Passione del Signore, facendo riferimento alle piaghe che stanno affliggendo il mondo.

L’iniziativa, pensata dalla Pastorale giovanile della città di Cremona, aperta a giovani e non solo, ha visto un’ampia partecipazione.




“Le ferite del mondo”, sabato gli Oratori di Cremona si preparano alla Pasqua

In preparazione alla Settimana Santa, gli Oratori della città di Cremona propongono “Le ferite del mondo”, un momento di preghiera quaresimale, in programma sabato 1° aprile alle 18, presso la chiesa cittadina di S. Agata. L’iniziativa, pensata dalla commissione zonale di Pastorale giovanile, è aperta a tutta la città, ai giovani e non solo.

L’evento sarà strutturato in due fasi: la prima sarà concentrata su dieci installazioni collocate all’interno della chiesa, rappresentanti altrettante “ferite del mondo” che saranno poi riprese nel secondo momento, quello dedicato alla preghiera, in cui si rifletterà sulla Passione del Signore, riletta in chiave contemporanea, legata alle piaghe che, al giorno d’oggi, affliggono il mondo e le nazioni.

«L’idea è nata da un incontro dello scorso febbraio al quale hanno partecipato alcuni giovani della città – spiega don Pierluigi Fontana, vicario della parrocchia cittadina di Cristo Re e referente per la pastorale giovanile cittadina –. In questo incontro sono stati provocati a riflettere sui Vangeli e sui brani del Magistero della Chiesa, ma sono stati anche chiamati a pensare ai fatti di cronaca dei giorni nostri». Da lì, dunque, la “nascita” delle dieci “ferite del mondo”, che diventeranno oggetto di riflessione e preghiera per tutta la città di Cremona.

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La meditazione del vescovo per l’ultima “Pausa… digiuno” in Cattedrale

«All’escalation della violenza contrapponiamo l’escalation dell’amore, alle pietre per lapidarlo contrapponiamo la Pietra Viva che si fa Pietra angolare sulla croce». Quello del vescovo Antonio Napolioni, venerdì 31 marzo alle 13 in Cattedrale, è stato, come lui stesso ha detto, «l’ultimo appello della Parola» prima della Settimana Santa. Ultimo appello e quindi ultimo appuntamento, quello di chiusura, per la proposta Pausa…digiuno, rivolta a chi vive e lavora in città. L’iniziativa quaresimale, che si è conclusa, infatti ha richiamato in duomo, durante la pausa pranzo (dalle 12.30 alle 14), una ottantina di persone ogni venerdì per una preghiera e meditazione condivisa.

Il format proposto, o meglio «Il menù della pausa» (come recitava il volantino) prevedeva una adorazione personale, poi l’ascolto della Parola, una meditazione e una preghiera comunitaria. A guidare la riflessione per l’ultimo incontro è stato appunto il Vescovo che ha commentato il brano evangelico di Giovanni (v.10,31-42) in cui si racconta dei Giudei con le pietre in mano per lapidare Gesù che si dichiara Figlio di Dio. Una situazione che tra le righe racconta la violenza dei nostri giorni, gli scontri tra popoli o semplicemente la violenza verbale del quotidiano. «Ma le pietre non possono nulla contro la Pietra scartata, non possono nulla davanti alla potenza della pace che tutto trasforma sgorgando dalla Pasqua».

Come allora, ancora oggi ogni uomo è interpellato, ha spiegato mons. Napolioni, da quella Pietra viva. Si domanda, come fecero gli apostoli e i discepoli «’identità di Gesù: chi è Gesù?». E la risposta non è facile da accettare, «non era quella che volevano sentire», o che vuole sentire l’uomo contemporaneo. I Giudei (o gli uomini di oggi) scambiano la frase «Sono figlio di Dio» per una bestemmia quando le vere bestemmie sono per gli uomini «farsi Dio, usarlo per la propria gloria, per mettere un popolo contro l’altro». La figura di Cristo interpella tutti, fa riflettere e pone tanti interrogativi che il vescovo Napolioni ha lasciato come consegna ai presenti in Cattedrale. Domande importanti che partono da una constatazione «L’escalation della violenza (di cui parla il Vangelo) conduce verso la Settimana Santa e invita tutti a fare delle scelte; lapidare Cristo, usarlo, oppure lasciarci cambiare».

A conclusione della meditazione, le invocazioni e una corale preghiera per la pace hanno concluso la seconda edizione della Pausa…digiuno.




Una “Pausa… digiuno” in Cattedrale per alimentare lo spirito

Entrano alla spicciolata, un po’ di fretta, con un libro sotto il braccio o in mano la borsa del lavoro o quella della spesa. Ad attenderli c’è una cattedrale insolita, immersa nel silenzio della pausa pranzo di ogni venerdì di Quaresima. Poi, varcata la soglia, quelle persone arrivate da sole e dall’aspetto così diverso si trasformano in una comunità unita dalla meditazione, dalla preghiera, prima personale e poi comunitaria, dall’ascolto della Parola. Unite anche in un gesto di carità che è frutto del digiuno. L’equivalente del loro pranzo si farà concreta solidarietà per chi è nel bisogno. L’iniziativa, dal nome evocativo «Pausa…digiuno», è un invito (dalle 12.30 alle 14) a chi vive, lavora o studia nel centro di Cremona, a trasformare il tempo della Quaresima, anche quello strappato al pranzo, in un tempo di conversione, ogni venerdì fino al 31 marzo, in preparazione alla festa della Pasqua.

«Lo scorso anno – spiega don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono, di cui fa parte la Cattedrale, e coordinatore dell’iniziativa – abbiamo lanciato questa idea per le parrocchie della nostra Unità pastorale. Confrontandoci ci siamo accorti che potevamo estendere l’iniziativa in questa Quaresima 2023 a tutta la città, tenendo aperta la cattedrale in un orario in cui solitamente resta chiusa». Questo perché la risposta delle persone, l’anno scorso, è stata importante. «Stampando e distribuendo un foglietto, un piccolo sussidio personale per la meditazione durante la pausa in duomo, ci siamo accorti che le persone entrate in chiesa, che lo avevano ritirato, erano circa una settantina o ottantina ogni venerdì». Numeri, che in questo caso parlano dell’iniziativa come un servizio gradito, un’occasione da cogliere e da riproporre.

E così già venerdì alle 12.30 è iniziata l’adorazione, le prime persone interessate hanno fatto ingresso e preso posto nei banchi. Alle 13.15, dopo la preghiera personale, è iniziato il momento comunitario, con la proclamazione della prima lettura del giorno (come verrà fatto ogni venerdì) e a seguire una riflessione proposta questa volta da don Piergiorgio Tizzi, vicario dell’unità pastorale «Madre di Speranza». Al termine ancora una preghiera personale e a chiusura un tempo di nuovo di meditazione.

«Lavorando in città – commenta Silvia, appena uscita dalla cattedrale – ho deciso di ritagliarmi nel mio tempo di vita, un momento per la preghiera e riflessione personale. La trovo un’occasione molto utile per la mia crescita spirituale e per una preparazione alla Pasqua. Anche l’orario in cui viene proposta è funzionale. Non riesco a rimanere in chiesa per tutto il tempo in cui rimane aperta, ma quello che riesco a vivere in cattedrale è già un momento importante». E come lei, già in primo giorno dell’iniziativa, sono in parecchi a vederla come un’opportunità. «Saltare il pranzo e scegliere il digiuno – spiega Giovanna, anche lei presente all’appuntamento – mi costa un po’ di fatica. Farlo in comunità, però, cambia la prospettiva. Non sedermi a tavola, vuol dire saziarmi di altro, riempire questo vuoto con un messaggio importante che mi faccia davvero capire il senso del gesto. La “Pausa…digiuno” è per me una bella iniziativa».

Le prossime settimane la meditazione sarà affidata a don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re e vescovo eletto di Trieste, poi a padre Andrea Cassinelli, frate Cappuccino del convento di via Brescia, quindi il 31 marzo al vescovo Antonio Napolioni.

Ad ogni appuntamento, preghiera, meditazione e digiuno saranno accompagnati da gesti di carità il cui ricavato (corrispettivo del pasto saltato) verrà, al termine della Quaresima, devoluto alla “Borsa di Sant’Omobono”, fondo diocesano per andare incontro alle difficoltà economiche delle famiglie e nel quale le parrocchie hanno deciso di far convogliare le offerte di questo tempo pre pasquale.

 

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“Pausa… digiuno”: torna l’iniziativa dei venerdì di Quaresima in Cattedrale

Torna anche quest’anno, dopo l’esordio dell’anno scorso, la “Pausa… digiuno”, iniziativa promossa nei venerdì di Quaresima in Cattedrale che, per tutti i venerdì di marzo, riomarrà aperta in maniera straordinaria la pausa pranzo, con orario continuato, per permettere, a quanti lo vorranno, di vivere un momento di preghiera e riflessione. Dalle 12.30 alle 14 sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale e dalle 13.15 sarà anche offerta una meditazione sulla Prima lettura del giorno. La proposta quest’anno è estesa all’intera Zona pastorale 3.

Le meditazioni saranno guidata, a turno, da alcuni sacerdoti della città. In particolare a chiudere il percorso, venerdì 31 marzo, sarà il vescovo Antonio Napolioni. I precedenti incontri saranno affidati a parroci, vicari e religiosi della città. Se ad aprire l’iniziativa il 3 marzo sarà don Piergiorgio Tizzi, vicario dell’unità pastorale “Madre di Speranza”, il successivo incontro vedrà la presenza di don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re recentemente eletto vescovo di Trieste, che poi passerà il testimone a padre Andrea Cassinelli, frate Cappuccino del convento di via Brescia.

L’iniziativa, che prenderà il via venerdì 3 marzo, sarà anche occasione di condivisione e solidarietà: le offerte devolute durante la “Pausa… digiuno” (il corrispettivo del pasto) saranno destinate alla “Borsa di Sant’Omobono”, il fondo diocesano in aiuto delle famiglie con fragilità economiche, quest’anno in particolare a motivo di difficoltà causate dal rincaro energetico, cui la Diocesi cerca di venire in aiuto con la “Quaresima di Carità 2023”.

«Si tratta di uno momento libero di silenzio e di preghiera, al posto del pranzo, perché ci sia spazio per Dio e per i fratelli – spiega don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono, di cui fa parte la Cattedrale, e coordinatore dell’iniziativa –. Da parte della Zona pastorale cittadina è uno spazio dato affinché questo tempo di Quaresima possa essere occasione di incontro con Cristo verso il Calvario, perché Gli siamo compagni di viaggio in questo cammino verso la Pasqua».

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Le bellezze del creato e la sua fragilità sotto la lente alle Colonie Padane

 

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Un momento di canto, preghiera, riflessione e contemplazione delle bellezze del creato e della loro fragilità, sempre generose, ma anche tristemente pericolose e devastanti quando non vengono rispettate. Quello che si è svolto nel pomeriggio di sabato 17 settembre alle Colonie Padane di Cremona è stato un esempio di rispetto della natura e di azione ecosostenibile contro inquinamento e sfruttamento intensivo, portato avanti dai numerosi gruppi che operano in città e in provincia ispirate dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. “La salvaguardia del territorio — Suolo, flora e fauna” era lo slogan dell’evento promosso, nell’ambito delle iniziative organizzate sul territorio diocesano per il “Tempo del Creato”, dal Gruppo Laudato si’ della Zona Pastorale 3 in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, guidato da Eugenio Bignardi, intervenuto nell’incontro.

A moderare gli interventi l’ingegnere Glenda Rivetta, che in apertura di lavori ha lasciato spazio alle parole del vescovo Antonio Napolioni che, riferendosi ai tragici eventi climatici accaduti nella Marche, sua terra d’origine, ha incalzato la riflessione domandandosi se «il cielo è cattivo?», «un senso della Provvidenza miracolistico, come se non ci fossero le cause legate alla responsabilità umana». «La complessità della situazione che viviamo – ha detto – ci fa bene per ritrovare la verità, la misura e la missione della nostra esistenza umana. L’uomo è in qualche modo co-creatore, procreatore, amministratore delegato, ma non padrone, deposta o arbitro insindacabile».

Ad accompagnare la riflessione anche le note della tradizione popolare cremonese del gruppo “Voci della nostra terra”, che hanno introdotto gli interventi dei relatori.

Primo a prendere la parola è stato il biologo Riccardo Groppali, esperto in flora e fauna del cremonese, che ha messo in guardia sui rischi dell’assenza di biodiversità e dell’inquinamento chimico, dimostrando che «si è perso dal 60 all’84 percento dei filari di alberi e cespugli lungo le sponde del fiume». «La dannosità di questi interventi – ha rilevato – la si vede nella riduzione della fauna locale. Infatti, volatili come passeri e cardellini sono calati in maniera tristemente significativa». Quindi il richiamo a prestare la giusta attenzione pesticidi e diserbi, che spesso risultano troppo dannose per l’ambiente. «Negli ultimi anni – ha affermato ancora Groppali – si è visto un aumento del 9 percento sull’utilizzo di pesticidi, e più sono efficaci più significa che sono potenti, e quindi rischiosi. Esistono soluzioni alternative, ma purtroppo non trovano ancora spazio nell’applicazione pratica».

Ha fatto seguito l’intervento del professor Paolo Pileri, ingegnere ambientale del Politecnico di Milano e progettista della Ciclovia VenTo, che ha raccontato dell’importanza del suolo e dell’ambiente, temi trattati nel suo libro “L’intelligenza del suolo”. La riflessione è ruotata intorno alla parola “cura”: «è il vocabolo che deve rimanere sempre nella nostra mente e per far questo c’è bisogno di andare in giro, nell’ambiente, nelle campagne, per riscoprirle e  tornare a prendersene cura». E ancora: «Bisogna iniziare a monitorare e fotografare il suolo per osservare come cambia negli anni, attivarsi per essere cittadini sorveglianti e vigilanti che amano il territorio. Il suolo non è una risorsa infinita, non è una risorsa resiliente, non serve la “politica del giorno dopo”, serve attivarsi prima».

È intervenuto anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che ha posto l’attenzione sulla difficoltà di gestione dell’ambiente in maniera ecosostenibile, ricordando che «bisogna sapersi immergere nella complessità dell’organizzazione, non è mai una questione di bene o male, bianco o meno, ma è soprattutto scelta del bene maggiore». «Gestire un paese non è una schematizzazione», ha detto ancora il primo cittadino: «Le cose vanno affrontate nella loro complessità, ma sempre con trasparenza», sottolineando anche l’importanza, quando si parla di argomenti ambientali, di avere a fianco gli imprenditori. «Vi propongo un patto di riconoscimento – ha detto Galimberti – riconoscere i progetti per rendere la città più ecosostenibile adoperandosi però nello sfruttarne le iniziative, e non dimenticarsene».

Prima di dare spazio al dibattito l’intervento di Marco Pezzoni, coordinatore “Stati Generali — Clima, Ambiente, Salute” di Cremona, che ha esposto i punti di forza della RAL (Rete Ambiente Lombardia) che da un anno è attiva. Infatti, Rete Ambiente Lombardia nasce come tentativo di far fronte comune alle gravi sfide ecologiche che si presentano: è una rete di associazioni, comitati e formazioni libere di cittadini che operano sul territorio lombardo per la salvaguardia dell’ambiente.

Il pomeriggio è proseguito con le domande del pubblico presente, fra scambi di idee e provocazioni per un futuro più verde e sostenibile, che in linea con l’enciclica Laudato si’ sembra essere oggi più impellente che mai.




Tempo del Creato, sabato festa alla Colonie Padane

Nell’ambito delle iniziative promosse in diocesi per il Tempo del Creato, il Gruppo Laudato si’ della Zona pastorale 3, in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, promuove per la città di Cremona l’evento “La salvaguardia del territorio – Suolo, flora e fauna” che nel pomeriggio di sabato 17 settembre si terrà presso il parco delle Colonie Padane. Le comunità parrocchiali insieme a tutti i cremonesi sono invitati a condividere un momento di festa natura: per questo sono previsti non solo “discorsi e parole”, ma anche canto, poesia, gioco e preghiera. Gli interventi sono affidati a persone che hanno conoscenza del territorio e possono aiutare a capire la situazione e a intraprendere azioni concrete. Un particolare invito è stato rivolto anche alle organizzazioni e i gruppi che da anni operano a Cremona nel settore della tutela e della promozione dell’ambiente.

Per parlare del tema del suolo è stato invitato Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica del Politecnico di Milano e progettista della ciclovia VenTo: partendo dal suo ultimo libro “L’intelligenza del suolo”, aiuterà a capire come sia dissennata la corsa all’utilizzo del suolo fertile e come ridurne il consumo sia un impegno civile i tutti. “Il suolo è la pelle del pianeta, – si legge nel suo libro – pochi centimetri brulicanti di vita senza i quali non sarebbe possibile produrre il cibo necessario per l’uomo e gli animali. Il suolo è generoso e noi lo distruggiamo”.

A Riccardo Groppali, docente presso il Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente dell’Università di Pavia, autore di numerose ricerche su flora e fauna del territorio, il compito di aiutare a comprendere come i cambiamenti climatici, insieme ai mutamenti del nostro territorio e dei comportamenti, hanno determinato trasformazioni per la flora e fauna della città e della campagna.

Marco Pezzoni, coordinatore degli “Stati Generali – Clima, Ambiente e Salute”, presenterà la Carta d’intenti di Rete Ambiente Lombardia: quali azioni possono essere intraprese per migliorare l’ambiente.

Non mancherà la presenza del Comune di Cremona – che ha dato il patrocinio e la collaborazione all’evento – occasione per illustrare iniziative in corso e proposte future per affrontare le sfide ambientali: tra queste in particolare l’avvio di un progetto di Servizio civile volontario destinato a giovani che si vogliono impegnare nel settore ambientale.

Gli interventi, moderati dall’ingegnere Glenda Rivetti, saranno intervallati da canti del gruppo “Voci della nostra terra” e letture di poesie dialettali, a cura di Piera Lanzi Daquati: non momenti “nostalgici”, ma vere fotografie del territorio. Al termine degli interventi sarà dato spazio al confronto.

Nell’ambito della festa vi sarà uno spazio dedicato ai più piccoli che potranno vivere, guidati dai gruppi scout della città, un momento di gioco nel verde delle Colonie Padane.

La conclusione dell’incontro sarà un appello a tutti i presenti e a tutti i cittadini per continuare il confronto e il dialogo per rispondere alla sollecitazione dell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune.

Locandina della giornata