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“Le ferite del mondo”, sabato gli Oratori di Cremona si preparano alla Pasqua

In preparazione alla Settimana Santa, gli Oratori della città di Cremona propongono “Le ferite del mondo”, un momento di preghiera quaresimale, in programma sabato 1° aprile alle 18, presso la chiesa cittadina di S. Agata. L’iniziativa, pensata dalla commissione zonale di Pastorale giovanile, è aperta a tutta la città, ai giovani e non solo.

L’evento sarà strutturato in due fasi: la prima sarà concentrata su dieci installazioni collocate all’interno della chiesa, rappresentanti altrettante “ferite del mondo” che saranno poi riprese nel secondo momento, quello dedicato alla preghiera, in cui si rifletterà sulla Passione del Signore, riletta in chiave contemporanea, legata alle piaghe che, al giorno d’oggi, affliggono il mondo e le nazioni.

«L’idea è nata da un incontro dello scorso febbraio al quale hanno partecipato alcuni giovani della città – spiega don Pierluigi Fontana, vicario della parrocchia cittadina di Cristo Re e referente per la pastorale giovanile cittadina –. In questo incontro sono stati provocati a riflettere sui Vangeli e sui brani del Magistero della Chiesa, ma sono stati anche chiamati a pensare ai fatti di cronaca dei giorni nostri». Da lì, dunque, la “nascita” delle dieci “ferite del mondo”, che diventeranno oggetto di riflessione e preghiera per tutta la città di Cremona.

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La meditazione del vescovo per l’ultima “Pausa… digiuno” in Cattedrale

«All’escalation della violenza contrapponiamo l’escalation dell’amore, alle pietre per lapidarlo contrapponiamo la Pietra Viva che si fa Pietra angolare sulla croce». Quello del vescovo Antonio Napolioni, venerdì 31 marzo alle 13 in Cattedrale, è stato, come lui stesso ha detto, «l’ultimo appello della Parola» prima della Settimana Santa. Ultimo appello e quindi ultimo appuntamento, quello di chiusura, per la proposta Pausa…digiuno, rivolta a chi vive e lavora in città. L’iniziativa quaresimale, che si è conclusa, infatti ha richiamato in duomo, durante la pausa pranzo (dalle 12.30 alle 14), una ottantina di persone ogni venerdì per una preghiera e meditazione condivisa.

Il format proposto, o meglio «Il menù della pausa» (come recitava il volantino) prevedeva una adorazione personale, poi l’ascolto della Parola, una meditazione e una preghiera comunitaria. A guidare la riflessione per l’ultimo incontro è stato appunto il Vescovo che ha commentato il brano evangelico di Giovanni (v.10,31-42) in cui si racconta dei Giudei con le pietre in mano per lapidare Gesù che si dichiara Figlio di Dio. Una situazione che tra le righe racconta la violenza dei nostri giorni, gli scontri tra popoli o semplicemente la violenza verbale del quotidiano. «Ma le pietre non possono nulla contro la Pietra scartata, non possono nulla davanti alla potenza della pace che tutto trasforma sgorgando dalla Pasqua».

Come allora, ancora oggi ogni uomo è interpellato, ha spiegato mons. Napolioni, da quella Pietra viva. Si domanda, come fecero gli apostoli e i discepoli «’identità di Gesù: chi è Gesù?». E la risposta non è facile da accettare, «non era quella che volevano sentire», o che vuole sentire l’uomo contemporaneo. I Giudei (o gli uomini di oggi) scambiano la frase «Sono figlio di Dio» per una bestemmia quando le vere bestemmie sono per gli uomini «farsi Dio, usarlo per la propria gloria, per mettere un popolo contro l’altro». La figura di Cristo interpella tutti, fa riflettere e pone tanti interrogativi che il vescovo Napolioni ha lasciato come consegna ai presenti in Cattedrale. Domande importanti che partono da una constatazione «L’escalation della violenza (di cui parla il Vangelo) conduce verso la Settimana Santa e invita tutti a fare delle scelte; lapidare Cristo, usarlo, oppure lasciarci cambiare».

A conclusione della meditazione, le invocazioni e una corale preghiera per la pace hanno concluso la seconda edizione della Pausa…digiuno.




Una “Pausa… digiuno” in Cattedrale per alimentare lo spirito

Entrano alla spicciolata, un po’ di fretta, con un libro sotto il braccio o in mano la borsa del lavoro o quella della spesa. Ad attenderli c’è una cattedrale insolita, immersa nel silenzio della pausa pranzo di ogni venerdì di Quaresima. Poi, varcata la soglia, quelle persone arrivate da sole e dall’aspetto così diverso si trasformano in una comunità unita dalla meditazione, dalla preghiera, prima personale e poi comunitaria, dall’ascolto della Parola. Unite anche in un gesto di carità che è frutto del digiuno. L’equivalente del loro pranzo si farà concreta solidarietà per chi è nel bisogno. L’iniziativa, dal nome evocativo «Pausa…digiuno», è un invito (dalle 12.30 alle 14) a chi vive, lavora o studia nel centro di Cremona, a trasformare il tempo della Quaresima, anche quello strappato al pranzo, in un tempo di conversione, ogni venerdì fino al 31 marzo, in preparazione alla festa della Pasqua.

«Lo scorso anno – spiega don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono, di cui fa parte la Cattedrale, e coordinatore dell’iniziativa – abbiamo lanciato questa idea per le parrocchie della nostra Unità pastorale. Confrontandoci ci siamo accorti che potevamo estendere l’iniziativa in questa Quaresima 2023 a tutta la città, tenendo aperta la cattedrale in un orario in cui solitamente resta chiusa». Questo perché la risposta delle persone, l’anno scorso, è stata importante. «Stampando e distribuendo un foglietto, un piccolo sussidio personale per la meditazione durante la pausa in duomo, ci siamo accorti che le persone entrate in chiesa, che lo avevano ritirato, erano circa una settantina o ottantina ogni venerdì». Numeri, che in questo caso parlano dell’iniziativa come un servizio gradito, un’occasione da cogliere e da riproporre.

E così già venerdì alle 12.30 è iniziata l’adorazione, le prime persone interessate hanno fatto ingresso e preso posto nei banchi. Alle 13.15, dopo la preghiera personale, è iniziato il momento comunitario, con la proclamazione della prima lettura del giorno (come verrà fatto ogni venerdì) e a seguire una riflessione proposta questa volta da don Piergiorgio Tizzi, vicario dell’unità pastorale «Madre di Speranza». Al termine ancora una preghiera personale e a chiusura un tempo di nuovo di meditazione.

«Lavorando in città – commenta Silvia, appena uscita dalla cattedrale – ho deciso di ritagliarmi nel mio tempo di vita, un momento per la preghiera e riflessione personale. La trovo un’occasione molto utile per la mia crescita spirituale e per una preparazione alla Pasqua. Anche l’orario in cui viene proposta è funzionale. Non riesco a rimanere in chiesa per tutto il tempo in cui rimane aperta, ma quello che riesco a vivere in cattedrale è già un momento importante». E come lei, già in primo giorno dell’iniziativa, sono in parecchi a vederla come un’opportunità. «Saltare il pranzo e scegliere il digiuno – spiega Giovanna, anche lei presente all’appuntamento – mi costa un po’ di fatica. Farlo in comunità, però, cambia la prospettiva. Non sedermi a tavola, vuol dire saziarmi di altro, riempire questo vuoto con un messaggio importante che mi faccia davvero capire il senso del gesto. La “Pausa…digiuno” è per me una bella iniziativa».

Le prossime settimane la meditazione sarà affidata a don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re e vescovo eletto di Trieste, poi a padre Andrea Cassinelli, frate Cappuccino del convento di via Brescia, quindi il 31 marzo al vescovo Antonio Napolioni.

Ad ogni appuntamento, preghiera, meditazione e digiuno saranno accompagnati da gesti di carità il cui ricavato (corrispettivo del pasto saltato) verrà, al termine della Quaresima, devoluto alla “Borsa di Sant’Omobono”, fondo diocesano per andare incontro alle difficoltà economiche delle famiglie e nel quale le parrocchie hanno deciso di far convogliare le offerte di questo tempo pre pasquale.

 

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“Pausa… digiuno”: torna l’iniziativa dei venerdì di Quaresima in Cattedrale

Torna anche quest’anno, dopo l’esordio dell’anno scorso, la “Pausa… digiuno”, iniziativa promossa nei venerdì di Quaresima in Cattedrale che, per tutti i venerdì di marzo, riomarrà aperta in maniera straordinaria la pausa pranzo, con orario continuato, per permettere, a quanti lo vorranno, di vivere un momento di preghiera e riflessione. Dalle 12.30 alle 14 sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale e dalle 13.15 sarà anche offerta una meditazione sulla Prima lettura del giorno. La proposta quest’anno è estesa all’intera Zona pastorale 3.

Le meditazioni saranno guidata, a turno, da alcuni sacerdoti della città. In particolare a chiudere il percorso, venerdì 31 marzo, sarà il vescovo Antonio Napolioni. I precedenti incontri saranno affidati a parroci, vicari e religiosi della città. Se ad aprire l’iniziativa il 3 marzo sarà don Piergiorgio Tizzi, vicario dell’unità pastorale “Madre di Speranza”, il successivo incontro vedrà la presenza di don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re recentemente eletto vescovo di Trieste, che poi passerà il testimone a padre Andrea Cassinelli, frate Cappuccino del convento di via Brescia.

L’iniziativa, che prenderà il via venerdì 3 marzo, sarà anche occasione di condivisione e solidarietà: le offerte devolute durante la “Pausa… digiuno” (il corrispettivo del pasto) saranno destinate alla “Borsa di Sant’Omobono”, il fondo diocesano in aiuto delle famiglie con fragilità economiche, quest’anno in particolare a motivo di difficoltà causate dal rincaro energetico, cui la Diocesi cerca di venire in aiuto con la “Quaresima di Carità 2023”.

«Si tratta di uno momento libero di silenzio e di preghiera, al posto del pranzo, perché ci sia spazio per Dio e per i fratelli – spiega don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono, di cui fa parte la Cattedrale, e coordinatore dell’iniziativa –. Da parte della Zona pastorale cittadina è uno spazio dato affinché questo tempo di Quaresima possa essere occasione di incontro con Cristo verso il Calvario, perché Gli siamo compagni di viaggio in questo cammino verso la Pasqua».

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Le bellezze del creato e la sua fragilità sotto la lente alle Colonie Padane

 

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Un momento di canto, preghiera, riflessione e contemplazione delle bellezze del creato e della loro fragilità, sempre generose, ma anche tristemente pericolose e devastanti quando non vengono rispettate. Quello che si è svolto nel pomeriggio di sabato 17 settembre alle Colonie Padane di Cremona è stato un esempio di rispetto della natura e di azione ecosostenibile contro inquinamento e sfruttamento intensivo, portato avanti dai numerosi gruppi che operano in città e in provincia ispirate dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. “La salvaguardia del territorio — Suolo, flora e fauna” era lo slogan dell’evento promosso, nell’ambito delle iniziative organizzate sul territorio diocesano per il “Tempo del Creato”, dal Gruppo Laudato si’ della Zona Pastorale 3 in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, guidato da Eugenio Bignardi, intervenuto nell’incontro.

A moderare gli interventi l’ingegnere Glenda Rivetta, che in apertura di lavori ha lasciato spazio alle parole del vescovo Antonio Napolioni che, riferendosi ai tragici eventi climatici accaduti nella Marche, sua terra d’origine, ha incalzato la riflessione domandandosi se «il cielo è cattivo?», «un senso della Provvidenza miracolistico, come se non ci fossero le cause legate alla responsabilità umana». «La complessità della situazione che viviamo – ha detto – ci fa bene per ritrovare la verità, la misura e la missione della nostra esistenza umana. L’uomo è in qualche modo co-creatore, procreatore, amministratore delegato, ma non padrone, deposta o arbitro insindacabile».

Ad accompagnare la riflessione anche le note della tradizione popolare cremonese del gruppo “Voci della nostra terra”, che hanno introdotto gli interventi dei relatori.

Primo a prendere la parola è stato il biologo Riccardo Groppali, esperto in flora e fauna del cremonese, che ha messo in guardia sui rischi dell’assenza di biodiversità e dell’inquinamento chimico, dimostrando che «si è perso dal 60 all’84 percento dei filari di alberi e cespugli lungo le sponde del fiume». «La dannosità di questi interventi – ha rilevato – la si vede nella riduzione della fauna locale. Infatti, volatili come passeri e cardellini sono calati in maniera tristemente significativa». Quindi il richiamo a prestare la giusta attenzione pesticidi e diserbi, che spesso risultano troppo dannose per l’ambiente. «Negli ultimi anni – ha affermato ancora Groppali – si è visto un aumento del 9 percento sull’utilizzo di pesticidi, e più sono efficaci più significa che sono potenti, e quindi rischiosi. Esistono soluzioni alternative, ma purtroppo non trovano ancora spazio nell’applicazione pratica».

Ha fatto seguito l’intervento del professor Paolo Pileri, ingegnere ambientale del Politecnico di Milano e progettista della Ciclovia VenTo, che ha raccontato dell’importanza del suolo e dell’ambiente, temi trattati nel suo libro “L’intelligenza del suolo”. La riflessione è ruotata intorno alla parola “cura”: «è il vocabolo che deve rimanere sempre nella nostra mente e per far questo c’è bisogno di andare in giro, nell’ambiente, nelle campagne, per riscoprirle e  tornare a prendersene cura». E ancora: «Bisogna iniziare a monitorare e fotografare il suolo per osservare come cambia negli anni, attivarsi per essere cittadini sorveglianti e vigilanti che amano il territorio. Il suolo non è una risorsa infinita, non è una risorsa resiliente, non serve la “politica del giorno dopo”, serve attivarsi prima».

È intervenuto anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che ha posto l’attenzione sulla difficoltà di gestione dell’ambiente in maniera ecosostenibile, ricordando che «bisogna sapersi immergere nella complessità dell’organizzazione, non è mai una questione di bene o male, bianco o meno, ma è soprattutto scelta del bene maggiore». «Gestire un paese non è una schematizzazione», ha detto ancora il primo cittadino: «Le cose vanno affrontate nella loro complessità, ma sempre con trasparenza», sottolineando anche l’importanza, quando si parla di argomenti ambientali, di avere a fianco gli imprenditori. «Vi propongo un patto di riconoscimento – ha detto Galimberti – riconoscere i progetti per rendere la città più ecosostenibile adoperandosi però nello sfruttarne le iniziative, e non dimenticarsene».

Prima di dare spazio al dibattito l’intervento di Marco Pezzoni, coordinatore “Stati Generali — Clima, Ambiente, Salute” di Cremona, che ha esposto i punti di forza della RAL (Rete Ambiente Lombardia) che da un anno è attiva. Infatti, Rete Ambiente Lombardia nasce come tentativo di far fronte comune alle gravi sfide ecologiche che si presentano: è una rete di associazioni, comitati e formazioni libere di cittadini che operano sul territorio lombardo per la salvaguardia dell’ambiente.

Il pomeriggio è proseguito con le domande del pubblico presente, fra scambi di idee e provocazioni per un futuro più verde e sostenibile, che in linea con l’enciclica Laudato si’ sembra essere oggi più impellente che mai.




Tempo del Creato, sabato festa alla Colonie Padane

Nell’ambito delle iniziative promosse in diocesi per il Tempo del Creato, il Gruppo Laudato si’ della Zona pastorale 3, in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, promuove per la città di Cremona l’evento “La salvaguardia del territorio – Suolo, flora e fauna” che nel pomeriggio di sabato 17 settembre si terrà presso il parco delle Colonie Padane. Le comunità parrocchiali insieme a tutti i cremonesi sono invitati a condividere un momento di festa natura: per questo sono previsti non solo “discorsi e parole”, ma anche canto, poesia, gioco e preghiera. Gli interventi sono affidati a persone che hanno conoscenza del territorio e possono aiutare a capire la situazione e a intraprendere azioni concrete. Un particolare invito è stato rivolto anche alle organizzazioni e i gruppi che da anni operano a Cremona nel settore della tutela e della promozione dell’ambiente.

Per parlare del tema del suolo è stato invitato Paolo Pileri, docente di Pianificazione e progettazione urbanistica del Politecnico di Milano e progettista della ciclovia VenTo: partendo dal suo ultimo libro “L’intelligenza del suolo”, aiuterà a capire come sia dissennata la corsa all’utilizzo del suolo fertile e come ridurne il consumo sia un impegno civile i tutti. “Il suolo è la pelle del pianeta, – si legge nel suo libro – pochi centimetri brulicanti di vita senza i quali non sarebbe possibile produrre il cibo necessario per l’uomo e gli animali. Il suolo è generoso e noi lo distruggiamo”.

A Riccardo Groppali, docente presso il Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente dell’Università di Pavia, autore di numerose ricerche su flora e fauna del territorio, il compito di aiutare a comprendere come i cambiamenti climatici, insieme ai mutamenti del nostro territorio e dei comportamenti, hanno determinato trasformazioni per la flora e fauna della città e della campagna.

Marco Pezzoni, coordinatore degli “Stati Generali – Clima, Ambiente e Salute”, presenterà la Carta d’intenti di Rete Ambiente Lombardia: quali azioni possono essere intraprese per migliorare l’ambiente.

Non mancherà la presenza del Comune di Cremona – che ha dato il patrocinio e la collaborazione all’evento – occasione per illustrare iniziative in corso e proposte future per affrontare le sfide ambientali: tra queste in particolare l’avvio di un progetto di Servizio civile volontario destinato a giovani che si vogliono impegnare nel settore ambientale.

Gli interventi, moderati dall’ingegnere Glenda Rivetti, saranno intervallati da canti del gruppo “Voci della nostra terra” e letture di poesie dialettali, a cura di Piera Lanzi Daquati: non momenti “nostalgici”, ma vere fotografie del territorio. Al termine degli interventi sarà dato spazio al confronto.

Nell’ambito della festa vi sarà uno spazio dedicato ai più piccoli che potranno vivere, guidati dai gruppi scout della città, un momento di gioco nel verde delle Colonie Padane.

La conclusione dell’incontro sarà un appello a tutti i presenti e a tutti i cittadini per continuare il confronto e il dialogo per rispondere alla sollecitazione dell’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune.

Locandina della giornata




Madonna di Brancere, confermata la Messa a Brancere, ma la siccità impedisce la processione sulle acque del fiume

La drammatica crisi idrica del fiume Po condiziona anche il programma della tradizionale processione sul Fiume della statua della Regina del Po, in occasione nella solennità della festa dell’Assunta, il 15 agosto.

Vista la grave siccità che da settimane ormai sta facendo soffrire il grande fiume e le sue sponde, nell’ultima riunione organizzativa che ha visto la partecipazione del parroco e del sindaco di Stagno Lombardo, del vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni e dei rappresentanti di protezione Civile e Società canottieri, si è infatti deciso di confermare la celebrazione della Messa alle 17 presso il Lido Ariston Sales di Brancere, mentre non sarà possibile svolgere la tradizionale processione con le barche sulle acque del Po.

Una decisione sofferta, ma condivisa da tutte le parti in causa: «C’è stata da parte di tutti grande disponibilità e buona volontà per rendere possibile la celebrazione della Messa. E tutti sono espresso il loro dispiacere per l’impossibilità di confermare la processione con le barche sul Po. Tutti però sono consapevoli della situazione drammatica delle acque del fiume che non rendono possibile la navigazione, anche per evidenti ragioni di sicurezza».

Al termine della Messa l’effigie della Vergine Regina del Po sarà portata con una breve processione via terra fino alle rive del fiume dove sarà effettuato il gesto del lancio della corona di fiori verso il fiume, con una preghiera particolare per la fine della carestia. Successivamente la statua sarà poi riportata in auto verso Brancere.




Torneo animatori della Zona 3: l’unità pastorale “Madre di Speranza” fa l’en plein

Tra i tornei organizzati per gli animatori dei Grest nelle zone pastorali si è concluso il 29 giugno quello della città di Cremona, dedicato agli adolescenti degli oratori cittadini, che si sono sfidati a calcio a 7 e a pallavolo. Tre serate organizzate negli oratori di S. Ambrogio e Cristo Re, presso i quali si sono giocate le prime fasi dei tornei, e quello di S. Francesco, in cui si sono tenute le finali della zona 3.

Il torneo di pallavolo misto ha visto trionfare l’unità pastorale “Madre di Speranza” (San Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella), vincitrice della finale contro l’oratorio della Beata Vergine. “Madre di Speranza” ha dominato anche il torneo di calcio a 7, facendo quindi l’en plein dei trofei. Per il torneo di calcio a 7 sono arrivati sul podio anche l’oratorio della Beata Vergine, secondo, e l’unità pastorale “Cittanova” (S. Agata-S.Agostino-S. Ilario), terza.

Finisce così anche l’iniziativa sportiva dedicata alla zona 3, un evento dedicato agli animatori che, proprio per il loro impegno per la gestione dei bambini e per la buona riuscita del Grest, hanno meritato queste serate tutte per loro.




#WMOF22, Zona 3: teatro, musica e testimonianze a Borgo Loreto

L’oratorio di Borgo Loreto, a Cremona, è stato scelto come teatro della Giornata mondiale per le famiglie per le famiglie della zona 3, vissuta in contemporanea in tutte le zone pastorali della diocesi nel pomeriggio di sabato 25 giugno.

Prima l’accoglienza, durante la quale è stato dato alle famiglie un braccialetto per la divisione in quattro gruppi. Oltre al braccialetto, è stato consegnato un pezzo di un puzzle, che è servito poi, durante l’evento, a comporre il logo dell’Incontro mondiale.

Prima dell’inizio delle attività in chiesa è stato trasmesso il videomessaggio con il saluto che il vescovo Napolioni, da Roma, ha voluto rivolgere a tutte le famiglie riunite nelle diverse zone della diocesi.

Bambini e adulti si sono quindi messi in gioco, insieme, nelle varie attività distribuite tra quattro stand. Uno a stampo teatrale, allestito da Alberto Ferrari, Federico Benna e Silvia Botti, in cui alcuni ragazzi e adulti hanno reinterpretato i brani della Genesi rendendo più fruibile ai bambini il senso della famiglia sin dagli albori. Poi uno stand musicale, in cui i coniugi Betti e Giuseppe Ruggeri hanno guidato le famiglie a trasformare il testo di una popolare canzone: nuove parole a tema famigliare per una canzone imparata da tutti i gruppi e utilizzata come inno della giornata. Uno stand della testimonianza, in cui Maria Chiara Tolomini e i coniugi Eleonora e Davide Longhi hanno condiviso con i gruppi le loro esperienze di cura e di convivenza: cura di una madre anziana e convivenza nel contesto di Casa Beth, un condominio, sito in via Diritta 22, a Cremona, costituito da sette appartamenti autonomi, una taverna, una officina, un piccolo bagno, una lavanderia, due cortili e un giardino, in cui coabitano, per scelta, sette nuclei famigliari. Scelta avvenuta sì per necessità, ma compiuta per vivere una situazione di condivisione, sostegno e aiuto reciproco, valori che sono alla base del rapporto di amicizia che intercorre tra queste sette famiglie. Infine uno stand “creativo”, in cui i coniugi Lena e la famiglia Panena hanno guidato i presenti in un laboratorio manuale, ispirato al tema del brano del Vangelo delle nozze di Cana.

Le famiglie si sono poi riunite in chiesa per il momento di preghiera e per ascoltare insieme l’omelia di Papa Francesco nella Messa celebrata in Piazza San PIetro nel pomeriggio proprio nel contesto del X Incontro mondiale delle famiglie.

L’incontro zonale si è concluso con la cena comunitaria per tutti i partecipanti all’incontro.




Grest, a Cristo Re per i preadolescenti della città una mattinata tra giochi e sport

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Dopo la caccia ai tesori dell’arte e della cultura di Cremona, i preadolescenti dei Grest della città di Cremona nella mattinata di giovedì 23 giugno sono stati coinvolti in una iniziativa all’insegna del gioco e dello sport grazie alla sinergia tra gli Oratori della città, la Federazione Oratori Cremonesi e il CSI di Cremona. Ad ospitare l’evento zonale riservato ai ragazzi e e le ragazze delle medie è stato l’oratorio di Cristo Re. Due ore di giochi, cui hanno preso parte i Grest di Cristo Re, Cavatigozzi, S. Abbondio, S. Bernardo, Beata Vergine e le unità pastorali S. Omobono e Cittanova.

Ogni oratorio è stato diviso in dieci sottogruppi, in modo da poter favorire l’interazione con i gruppi degli altri Grest. Per le attività sono stati allestiti dieci campi in cui, a turno, si sono svolte le prove: classici giochi “da Grest” e vere e proprie discipline sportive, pur con qualche adattamento. Partite di “mosca cieca”, “maghi e nani”, basket, rugby e pallamano col vortex, “il gatto e il topo” e sfide di velocità, sumo, karate e “scalpo a bandiera”, un mix tra i famosi “ruba bandiera” e “ruba lo scalpo”.

Il tutto organizzato da un educatore del CSI che ha gestito il programma dell’iniziativa e i tempi delle sfide, scandendo, man mano, la turnazione sui vari campi.

Significativa la collaborazione degli animatori di ogni Grest, chiamati, oltre che alla gestione dei ragazzi, ad arbitrare e supervisionare le partite.

 

I ragazzi dei Grest della Zona 3 alla scoperta dei tesori della città