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“Ma chi te l’ha fatto fare?”: i giovani interrogano i sindaci

Domenica 20 gennaio presso l’auditorium di Calvenzano si è tenuto l’incontro dal titolo “Ma chi te l’ha fatto fare? I giovani, la politica, la fede”, organizzato dall’equipe di pastorale giovanile della zona 1 in continuità con le esigenze espresse dai giovani durante lo scorso Sinodo diocesano. Le proposizioni numero 24, 29 e 40 sull’impegno nella società da parte dei giovani e su come questo venga percepito dal mondo adulto sono state il punto di partenza per il confronto con i relatori presenti. Hanno portato la loro testimonianza Pietro Fiori, 52 anni, sindaco di Castelleone, padre e insegnate con la passione per la politica sin da giovane; Elisabetta Nava, 29 anni, vicesindaco di Rivolta d’Adda al secondo mandato; Simone Piana, 35 anni, candidato sindaco a Mozzanica.

Ascolta l’audio della serata

L’incontro, moderato da Davide Degradi, è stato introdotto dal saluto da parte del sindaco locale Fabio Ferla che ha sottolineato come la politica coincida con l’impegno comune di ognuno e su come sia un invito a mettere a disposizione i propri talenti.

Di fronte a una novantina di giovani della zona, i relatori sono stati stimolati su argomenti legati al loro impegno politico in relazione alla loro vita, passando dalla politica vista come passione e come responsabilità, alla vita di fede, alla presenza dei giovani e al loro impegno da giovani.

È esperienza comune ai tre relatori quella della nascita della passione per la politica nei luoghi in cui hanno vissuto: la famiglia, la scuola e l’oratorio. Le esperienze, le relazioni vissute e gli incontri fatti li hanno appassionati alla vita e allo spendersi per la comunità uscendo dalla logica del sé, aperti verso l’idea di essere attenti, come un genitore pensa alla famiglia, alla comunità nella sua totalità. La responsabilità è quella di impegnarsi a fare il meglio che si può con quello che si ha non lamentandosi per quello non si può mettere in pratica per eventi che non dipendono dalla volontà delle singole persone o amministrazioni.

La fede non è vista come un ostacolo. È parte della vita di ciascuno e ne condiziona e indirizza le scelte e gli atteggiamenti, sia dal punto di vista del servizio (“il sindaco è il primo cittadino perché è il primo nel servire gli altri”, ha affermato Pietro Fiori), sia per la capacità di ascolto, dialogo e confronto.

L’impegno in politica dei giovani non è sempre facile, ha considerato Simone Piana, un po’ perché non si trova lo slancio per partire impegnandosi, un po’ perché si ha paura o non si ha voglia di scontrarsi con il pensiero di qualcun altro o un po’ perché si è dissuasi da chi si ha vicino.

Elisabetta Nava, osservando la realtà di un mondo politico in cui ci si può scontrare con l’assenza di spazio per i giovani o la presenza di spazi “scomodi” a causa di adulti non pronti ad accoglierli o non pronti a rispettare i ritmi della vita di un giovane tra sessioni di esami universitari e altro, ha invitato i giovani presenti a non lasciarsi abbattere, “sgomitare”, per definire il loro posto.

L’incontro è continuato con alcune domande da parte di alcuni giovani presenti sempre sul tema della fede e di come poterla far conciliare con l’impegno politico e le scelte da prendere in campo legislativo anche a livello più ampio rispetto a quello locale e su come si possa aumentare la consapevolezza nei giovani rispetto all’impegno politico.

In conclusione, un breve spazio agli avvisi, con i prossimi appuntamenti che vedono coinvolti i giovani: da quelli diocesani, legati alla settimana dell’educazione, a quelli zonali. Il prossimo incontro per i giovani della zona 1 sarà domenica 17 febbraio, all’Oratorio di Mozzanica. Per sapere qualcosa di più, nei prossimi giorni, arriveranno delle curiosità.




Catechisti «con la fiducia del seminatore»

Si è svolto nel Santuario di Caravaggio lunedì 3 dicembre alle ore 21 il tradizionale appuntamento di inizio avvento per i catechisti della zona 1. Un incontro di preghiera semplice, ma estremamente profondo, presieduto dal neo Rettore mons. Amedeo Ferrari.

Ad aiutare i catechisti nella riflessione sulla propria missione è stata scelta la parabola del seminatore (Mt 13, 1-23) esplicitata in tre simboli – terra, acqua e un mucchietto di semi – che uno alla volta venivano portati ai piedi dall’altare, dove un piccolo allestimento richiamava il terreno da coltivare.

Tre simboli, tre letture tratte dalla lettera di San Giacomo apostolo, dal Libro del profeta Isaia e dal Vangelo di Giovanni, e tre brevi momenti di silenzio hanno composto l’incontro.

Preziose le parole del mons. Ferrari durante la sua breve omelia: «Dalle parole dei profeti capiamo che la fatica del seminatore non è mai inutile. La Parola porta sempre frutto, anche quando noi non vediamo i risultati».

E ancora: «Dobbiamo quindi maturare una fiducia vera, non illusa o ingenua, perché Dio ci ha detto che il seme crescerà. I nostri sforzi non sono inutili». Importante è anche l’invito che ha rivolto ai catechisti di guardare i bambini e i ragazzi che hanno davanti e di domandarsi a quale terreno possono assomigliare, per meglio coglierne le fragilità e aridità.

L’incontro si è poi concluso con la possibilità di lasciare un’offerta per l’iniziativa diocesana Avvento di Fraternità (quest’anno devoluto alla missione congolese delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda) e con una preghiera davanti allo speco della Vergine.

I prossimi appuntamenti da fissare in agenda sono previsti per il 23 febbraio presso l’oratorio di Masano – dove si terranno dei workshop per catechisti – e per il 30 marzo presso il centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio per il convegno regionale dei catechisti.