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Ad Agnadello la Giornata del Creato

Si è svolta ad Agnadello nella giornata di domenica 29 settembre l’ultima delle Giornate del Creato diocesane, quella della zona pastorale 1.

Al primo momento, quello dal significato ecologista che consisteva nella pulizia di una zona circostante l’oratorio (luogo di ritrovo), è seguita la visione di un filmato realizzato dal gruppo culturale della parrocchia sull’enciclica papale “Laudato si” nel teatro parrocchiale “padre Marcellino” e la celebrazione della messa nel giardino della villa “Douglas Scotti” da parte di don Maurizio Lucini, direttore spirituale del seminario di Cremona. Infine si è tenuto anche un momento di condivisione con un rinfresco con la presenza anche dei gruppi di volontariato locali. 

 




Il 29 settembre ad Agnadello l’ultima iniziativa zonale nell’ambito della Giornata del Creato

Si conclude domenica 29 settembre la serie di iniziative promosse nelle cinque zone pastorali della diocesi nell’ambito della 14esima Giornata nazionale per la custodia del creato, ispirata quest’anno al tema “Quante sono le tue opere, Signore. Coltivare la biodiversità”. L’ultimo appuntamento, rivolto alla zona pastorale 1, si svolgerà nel pomeriggio di domenica 29 settembre ad Agnadello.

L’evento, aperto a tutti, inizierà alle 15.30 presso l’oratorio San Giovanni Bosco, dove i presenti saranno invitati ad aderire a un’attività ecologica, vale a dire la pulizia della zona circostante la struttura di via Gemona, in omaggio al carattere eco-ambientale dell’iniziativa.

Il pomeriggio proseguirà alle 16.30 nel cortile della casa parrocchiale con la proiezione di un filmato di commento all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco preparato dal gruppo culturale della parrocchia agnadellese di San Vittore martire.

Alle 17.30 ci si sposterà nel giardino della villa Douglas Scotti, in centro paese, per la Messa, che sarà presieduta da don Maurizio Lucini, coordinatore dell’area pastorale “Nel mondo con lo stile del servizio”. A seguire, i saluti finali. In caso di pioggia la Messa sarà celebrata in chiesa parrocchiale.

Locandina




Festa dei grest a Rivolta, Pandino conquista il titolo (photogallery)

L’oratorio di Pandino ha vinto l’edizione 2019 della festa dei grest della parte ovest della zona pastorale I, che si è tenuta nel parco della casa-famiglia “Padre Spinelli”, messo a disposizione dalle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento. Circa settecento i bambini e più o meno duecento gli animatori presenti, appartenenti a sette diversi oratori: quelli di Cassano-San Zeno, di Vailate, di Agnadello, di Calvenzano, di Casirate, di Pandino e di Rivolta d’Adda.

Dopo l’arrivo dei vari grest, in bicicletta i più grandi, in auto i più piccini, la festa vera e propria ha avuto inizio poco prima di mezzogiorno con la preghiera guidata dalla suora novizia Silvia Baglieri per i più piccolini di prima e seconda elementare nel salone di casa-famiglia e dal vicario di Rivolta don Luca Bosio per tutti gli altri nella chiesa della casa-famiglia ed è proseguita con il pranzo al sacco e con i giochi, iniziati poco dopo le 13.

Per bambini e ragazzi c’era solo l’imbarazzo della scelta di quando e come giocare: bowling, anelli, tiro al bersaglio, calcio balilla, tam tam, calcio, palla goal, ping pong, basket, pallavolo, tennis, palla prigioniera, giochi da tavolo e le sfide di abilità sul palco presentate dal seminarista Andrea Bani di Agnadello hanno rappresentato un’offerta più che mai ampia.

I giochi sono proseguiti sino alle 15.30, orario dedicato alle premiazioni con il San Marco Casirate, campione uscente, che ha consegnato la coppa dell’oratorio vincitore al San Luigi di Pandino. Alle 16 i saluti e la partenza dei vari oratori per il ritorno a casa. Se la macchina organizzativa dell’evento ha funzionato a dovere il merito è stato anche della fase preparatoria, nella quale sacerdoti ed educatori di riferimento dei vari oratori si sono ritrovati per pianificare lo svolgimento della giornata.

I vicari ed i parroci che hanno coordinato le varie attività di oggi hanno voluto esprimere un ringraziamento particolare alle suore Adoratrici che, nonostante siano impegnate nel Capitolo Generale, hanno messo a disposizione di questo evento risorse umane e strutture.

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Gli animatori del Grest in preghiera al Santuario di Caravaggio (fotogallery)

Si è svolta in un clima di amicizia ma anche di ascolto e di raccoglimento la serata di preghiera organizzata presso il Santuario di Caravaggio dalle parrocchie della Zona Pastorale 1 per gli adolescenti e i giovani che nei prossimi giorni animeranno le giornate negli oratori con l’inizio del Grest.

Una serata di cammino condiviso iniziata con un momento di preghiera guidato dal vicario zonale don Marco Leggio presso l’altare della croce nel cortile di fronte al Santuario. In silenzio poi i ragazzi, accompagnati dai loro sacerdoti si sono incamminati verso l’obelisco al centro del grande cortile del Santuario dove – tutti seduti in cerchio – hanno ascoltato la testimonianza di un marito, padre e professionista, ex animatore in oratorio, che ha parlato loro del valore del servizio e della condivisione di momenti significativi come sarà quello che vivranno nei prossimi giorni anche gli animatori del Grest 2019.

La tappa seguente, poi, è stata il passaggio dal Fonte dell’apparizione, per un gesto di purificazione con l’acqua benedetta, prima della preghiera finale in Santuario dove, ai piedi della statua di Maria, i ragazzi hanno accolto su di loro la benedizione e l’augurio di fare della loro estate e di quella dei più piccoli che accompagneranno una autentica… “Bella storia”

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Il bello della rete con il decalogo delle Parole O-Stili (VIDEO e AUDIO)

Domenica 17 febbraio all’oratorio San Luigi di Mozzanica si è svolto il secondo incontro rivolto ai giovani della zona 1. Il titolo della serata – aperta alle 18 con un’apericena – è stato Parole o-stili. Come le parole possono fare la differenza. Relatrice la pedagogista ed esperta di educazione, formazione, prevenzione e promozione del benessere Barbara Laura Alaimo, dell’Associazione Parole O-Stili, che proprio il 17 febbraio del 2017 ha visto la luce. L’associazione è nata dal bisogno di contrastare attraverso la buona educazione tutte quelle espressioni di odio e ostilità che troppo spesso si trovano in rete.

L’intervento si è aperto con un elenco delle “cose belle della rete”: attraverso internet, dice Barbara Laura Alaimo, “possiamo conoscere: la rete è una fonte infinita di informazioni che si possono reperire molto facilmente”. E poi “si possono incontrare delle persone, delle storie, avere delle relazioni, che sono il cuore della vita umana, non solo reale, ma anche nel web” perché “quello che accade in rete è assolutamente vero”.

Ma come si potrebbe stare ore a parlare della positività del mondo virtuale, “si potrebbero spendere giorni interi per parlare di ciò che invece è negativo”. Prima cosa fra tutte: spesso si ignora quello che succede in rete, e soprattutto gli adulti non sanno quello che i ragazzi fanno in rete. Internet e i vari device di cui oggi disponiamo sono uno strumento molto potente, da imparare ad “utilizzare in modo costruttivo”, tenendo sempre presente che dall’altra parte, a contare i nostri like, o a leggere i nostri commenti, sms o WhatsApp ci sono persone vere, in carne ed ossa, che leggono, ascoltano. Allo stesso modo ogni nostra pubblicazione e condivisione parte dal bisogno insito in ognuno di noi di trovare un’identificazione; siamo infatti “affascinati dall’idea di poter ricevere un riconoscimento dall’esterno. Ognuno di noi cresce perché è riconosciuto da qualcuno, perché sente su di sé uno sguardo amorevole”.

Il manifesto che l’associazione ha redatto, e che oggi è tradotto in 24 lingue -tra cui il latino- è il prodotto di un sondaggio-votazione fatto in rete due anni. Conta 10 punti, che la dottoressa ha letto e commentato, ed è stato declinato in vari ambiti: dalla politica, alla comunicazione aziendale, passando per la scuola dell’infanzia fino allo sport *.

 

L’intervento integrale di Barbara Laura Alaimo

 

La serata si è conclusa con una piccola attività: i ragazzi, numerosi e di diverse parrocchie della zona, sono stati divisi in gruppi per tradurre nel concreto della loro vita di tutti i giorni il decalogo.

 

 

* Del decalogo delle Parole O-stili nello sport si è parlato nella puntata del 12 dicembre di CentroCampo. Ascolta il podcast




“Parole o-stili”, incontro sulla buona comunicazione con i giovani della Zona 1

«Parole o-Stili. Come le parole possono fare la differenza». È questo il titolo del secondo evento promosso dalla Zona Pastorale 1, in collaborazione con il Settore Giovani dell’Azione Cattolica, sul tema dell’importanza delle parole nella comunicazione quotidiana e non solo.

L’evento, che si svolgerà domenica 17 febbraio a partire dalle ore 19.30 presso l’oratorio San Luigi e Sant’Agnese di Mozzanica, nasce dall’esigenza di riflettere su un tema molto importante come quello della comunicazione corretta, perché le parole hanno un grande potere: possono costruire legami, aiutano a collaborare e a sviluppare un pensiero critico, possono guarire e consolare, ma possono anche ferire, distruggere ed emarginare.

La locandina

Ecco allora la ricerca di un’ulteriore collaborazione, quella con l’Associazione Parole O_Stili, nata a Trieste nel luglio 2017, che sensibilizza, responsabilizza ed educa gli utenti della rete a praticare forme di comunicazione non ostile, e promuove la condivisione dei valori espressi nel “Manifesto della comunicazione non ostile”. Durante la serata interverrà infatti Barbara Laura Alaimo, pedagogista esperta di educazione, formazione, prevenzione e promozione del benessere, e collaboratrice dell’associazione, che, partendo dal manifesto dell’associazione, ci aiuterà a comprendere come le parole possono fare la differenza nella vita di tutti i giorni.




Dal 18 al 21 febbraio esercizi spirituali per la Zona 1

La Zona pastorale 1 organizza, dal 18 al 21 febbraio, in preparazione alla Quaresima, gli ormai consueti esercizi spirituali zonali per i laici.
Come gli anni scorsi, i primi tre giorni si terranno nelle singole parrocchie, che in modo autonomo gestiranno i momenti di preghiera e approfondimento con la celebrazione delle Lodi mattutine, la Messa e la liturgia della Parola. Il momento conclusivo sarà invece a livello comunitario e si terrà la sera di giovedì 21 febbraio presso il Santuario di Caravaggio, con la celebrazione presieduta da don Marco D’Agostino.

Queste le tematiche sviluppate nelle diverse serate:

  • lunedì 18 febbraio: “Non dovevi anche tu aver compassione, come io ho compassione di te?”
  • martedì 19 febbraio: Come entrasti senza veste nuziale?”
  • mercoledì 20 febbraio: “Vegliate dunque”
  • giovedì 21 febbraio: “Servo cattivo e pauroso”

 

Locandina generale            Locandina personalizzabile




“Scolpiti dentro” dalla vita di un Santo

Se non così come?”…scolpiti! E’ questa la password della serata vissuta sabato 9 febbraio in compagnia di circa 150 amici della zona 1 di Cremona e dintorni presso l’Oratorio di Mozzanica. Un evento giovani che non si è fermato all’età ma ha coinvolto numerosi adulti curiosi di scoprire cosa “ci fosse da scolpire”! Ad accoglierli un grosso ceppo pronto per essere modellato da colpi di scalpello e, ad ogni colpo, la possibilità di realizzare un’opera d’arte!

Non certamente meno “incisiva” la citazione che accompagnava il gesto: “Quale colpo di scalpello vorresti dare alla tua vita?” e di particolare effetto l’invito a pirografare, incidere su degli scarti di legno il desiderio espresso in quell’atto.

Nessun colpo di scalpello può lasciare indifferenti e nessun truciolo è scarto ma “offerta” perché la propria vita possa avere un gusto “speciale”. “Vorrà dire che dovrai essere speciale visto che sarai scolpito due volte”…questo afferma Francesco in dialogo con la sua scultura, in una delle prime battute dello spettacolo dal titolo “Scolpisci te stesso”. Dopo la prima al Museo del violino lo scorso 26 ottobre, “Scolpisci te stesso” ha dato avvio e ha segnato il tono anche di questa serata: i nostri amici hanno lasciato lo scalpello in mano agli inconfondibili attori della Compagnia dei piccoli per lasciarsi “scolpire dentro” dalla vita di un Santo. Uno scalpello speciale, capace di arrivare tanto vicino a quel tratto di santità che è in ciascuno di noi e che ha solo bisogno di essere scoperto e di risplendere. La serata è stata un’occasione significativa anche per rilanciare il bellissimo canto composto e musicato dai Carisma “Scolpisci tutto te stesso”, una vera e propria preghiera fatta non solo con la voce ma …col cuore in mano.

A seguire questo scalpello è passato tra le mani dello Scultore della vita. Non è mancato infatti l’incontro, nell’Adorazione eucaristica e nel sacramento della Riconciliazione, con Gesù vero artigiano del cuore, che “scalpella” ogni nostro passo, perché perfino l’inciampo serva per farci arrivare ad assomigliare all’opera bella che per Lui siamo e che Lui vede già in noi.

Non è mancata la consueta tisana in fraternità, un momento conviviale per condividere e gustare la serata, con il desiderio di un arrivederci alla prossima XV edizione del “Se non così come?”.




A Vailate la veglia per la Vita con il vescovo Antonio

Canti, preghiere, la riflessione del vescovo e la testimonianza di vita di una coppia di sposi. Si è svolta sabato sera (2 febbraio), nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, la veglia di preghiera della zona pastorale 1 in occasione della 41^ giornata per la vita, presieduta dal vescovo Antonio con il vicario zonale don Marco Leggio, parroco di Antegnate, a scandirne i vari momenti.

Il primo è stato incentrato sul tema del dono. “La vita è un’opportunità, coglila”, “La vita è bellezza, ammirala” e ancora “La vita è vita, difendila”, frasi di un dialogo fra lettore ed assemblea per sottolineare quanto sia preziosa la vita.

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Seconda parte: l’accoglienza. Accoglienza cui siamo chiamati prima e dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza in cui essa è debole. È qui che si è inserita la testimonianza di Dulio e Greta, due coniugi della comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi di Crema. Ad esordire è stato Duilio. “Io sono cresciuto a Como, in un oratorio molto attivo –ha raccontato- ma quelle attività non mi bastavano più. Con il mio parroco andavamo a Milano ad incontrare i senza dimora e in quei frangenti ho incontrato il Signore. Tornando a casa però mi sentivo a disagio nel caldo del mio letto. Così ho deciso di andare a vivere a contatto cogli ultimi in una casa di accoglienza, dove sarei dovuto rimanere tre mesi ma in realtà sono passati quasi sei anni nei quali si sono creati forti legami coi tanti senza dimora che ho conosciuto. Molti di loro sono stati invitati al nostro matrimonio”. Greta in una casa-famiglia, per scelta dei suoi genitori, ci è nata e cresciuta, assieme ad Alessio, un diversamente abile che quando arrivò in comunità sembrava avere pochi giorni di vita ma che martedì scorso ha festeggiato i 27 anni, che lei chiama “fratello” e che per lei ha significato, e significa tuttora moltissimo. In comunità Greta fa la terapista, ma segue anche i casi di maternità difficile “Con la preghiera –ha precisato- ma anche con un sostegno fisico”. “Il giorno del matrimonio fra me e Greta –ha spiegato Duilio riprendendo la parola- il nostro responsabile ci ha proposto di prenderci cura di Michele, un ragazzo di 18 anni ferito dalla vita. Una proposta che ci ha spiazzati ma Dio ci ha sostenuti. La convivenza con Michele non è facile ma ci rende pieni e ricchi”. Non finisce qui, perché i due coniugi accolgono anche una ragazza marocchina. E da poco è arrivato il loro primo figlio, Giona. “Don Oreste–ha concluso Duilio- diceva sempre che le membra più deboli della società sono le più necessarie ma sono anche le protagoniste della storia della chiesa”.

L’ultima parte della veglia, dedicata al concetto di speranza, ha introdotto la riflessione del vescovo Antonio che si è aperta con un omaggio a don Oreste Benzi (“Ce ne vorrebero di preti così”). “Signore, tutto appartiene a te –ha proseguito monsignor Napolioni-, ogni essere vivente, ogni creatura umana, tutte le cose sono tue, Signore amante della vita. Siamo abituati a considerare quelli che si possono permettere una bella vita ma è un tranello. Dio, invece, nel suo Figlio crocifisso ci mostra un paradosso: un Dio che ama la vita sempre e comunque, al punto da farla risorgere sempre dal peccato. Ancora oggi –ha proseguito- questo è possibile: tocca a noi vegliare per la vita, scegliere di allearci con il Signore per la vita. È necessario avere nuovi bambini, genitori, nonni, famiglie, amori: la vita che scorre all’infinito e non si inceppa. Per fare ciò dobbiamo impegnarci a seminare parole e sguardi per la vita”.

La benedizione ed il canto finale hanno concluso la veglia, allietata dalla musica del flauto di Giorgia Radavelli e della chitarra di Marta Trapattoni, entrambe di Antegnate. Le offerte raccolte dai presenti in chiesa a fine celebrazione saranno devolute alla comunità Giovanni XXIII. 

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I giovani, la politica, la fede: a Calvenzano dibattito con i sindaci

“Ma chi te l’ha fatto fare?”. È questo il titolo del primo incontro proposto dalla Zona pastorale 1 per i giovani sul tema dell’impegno politico. L’evento – in programma la sera di domenica 20 gennaio a Calvenzano (inizio alle ore 19.30 con apericena condiviso) – nasce come risposta all’ultima proposizione del Sinodo diocesano dei giovani che recita così: “Riteniamo che la scelta politica non sia solo legata alla realtà partitica, ma sia un impegno quotidiano nelle cose più pratiche di tutti i giorni”.

Ecco allora che il primo incontro per i giovani della zona 1 riaprirà il confronto proprio da questo tema: l’impegno politico. Durante la serata, dal titolo provocatorio “Ma chi te lo ha fatto fare?”, interverranno Pietro Fiori, sindaco di Castelleone, Elisabetta Nava, vicesindaco di Rivolta d’Adda, e Simone Piana, che si candida a ricoprire il ruolo di primo cittadino di Mozzanica. Con loro si aprirà un confronto rispetto alla sfiducia che sembra imperversare contro una partecipazione diretta e attiva dei giovani nella vita pubblica e nell’amministrazione delle comunità.

L’incontro si terrà nell’auditorium di Calvenzano. La scelta di uscire dagli ambienti oratoriani risponde al desiderio di una Chiesa in uscita, nella speranza di poter coinvolgere anche chi normalmente non partecipa alle attività parrocchiali in modo da rendere quanto più ampio possibile il confronto.

Locandina dell’incontro