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Attentati di Parigi: sabato 21 presidio dei Templari cattolici nelle chiese cittadine di San Vincenzo e Sant’Agostino

Sabato 21 novembre, dalle 15 alle 19, i Templari Cattolici d’Italia presidieranno con le loro insegne 100 chiese del nostro Paese e pregheranno, in unione con Papa Francesco, per le vittime degli attentati di Parigi avvenuti il 13 novembre scorso. Anche a Cremona i membri della Comanderia ex Val D’Oglio, guidata dal commendator Stefano Agazzi, saranno presenti in due chiese cittadine: quella di San Vincenzo e Giacomo in via Palestro – sede dell’associazione – e la chiesa di Sant’Agostino dove alle 18.30 sarà celebrata la Santa Messa. «Con questo semplice gesto di fede – spiega Agazzi – vogliamo garantire alla Chiesa cattolica il nostro appoggio tramite quello che è il vero coraggio, non quello delle armi, ma quello di presidio e custodia delle chiese e dei pellgrini, disarmati, ma protetti della forte armatura dell’Amore di Cristo, sull’esempio degli antichi cavalieri e dei martiri di ogni tempo».

I Templari cattolici, sono giunti a Cremona circa 8 anni fa e si sono messi subito a disposizione della diocesi: «Uno dei nostri compiti – continua Agazzi – è presidiare le chiese abbandonate, mantenendole con decoro ed aprendole alla popolazione dei fedeli almeno alcuni giorni al mese. È quello che stiamo facendo nella chiesa di San Vincenzo. Ogni mercoledì alle 7.30 partecipiamo alla Messa presieduta dal parroco di S. Agata-Sant’Ilario e poi teniamo aperto il tempio sacro che è sempre ben frequentato dalle persone di passaggio, anche dai professori e dagli studenti delle diverse scuole della zona». I Templari cremonesi, che ebbero tra i più convinti sostenitori il vescovo di Fidenza mons. Maurizio Galli, hanno molti progetti, soprattutto riguardanti la custodia di altre chiese cittadine che attualmente sono chiuse e che per la loro posizione centrale potrebbe essere meta di devoti.

Oltre a questo lodevole impegno l’associazione ha altre finalità. Anzitutto risvegliare i valori della cavalleria e della tradizione dei poveri cavalieri di Cristo detti Templari, attraverso la preghiera comune e la meditazione, la difesa della fede cattolica e gli studi storici. E inoltre lottare contro l’esoterismo e la magia dilagante, soprattutto fra i giovani intervenendo con iniziative di prevenzione e contrasto nei confronti dei satanisti.

Attualmente in Italia i Templari sono circa un migliaio con 100 sedi in tutta Italia.




Domenica 22 la giornata diocesana di Avvenire

Prezioso strumento di informazione e formazione, Avvenire è il quotidiano dei cattolici italiani, nato nel 1968, a cui la diocesi, domenica 22 novembre, solennità di Cristo Re,  dedica una giornata di attenzione. In circa 90 parrocchie verranno distribuite 3.500 copie del giornale (oltre a quelle che si possono comprare regolarmente in edicola) per far conoscere un mezzo di comunicazione che consente ogni giorno di leggere i fatti del mondo alla luce dei valori cristiani. Un giornale che vuole essere libero, che si impegna a raccontare la vita reale in tutte le sue sfaccettature e che aiuta a districarsi nel complesso panorama attuale dei media, senza finzioni. Un quotidiano dunque che si propone di aiutare il lettore a farsi strada tra la valanga di parole e immagini che ci travolgono ogni minuto.

Oltre all’informazione sull’Italia e sul mondo, le pagine di Cattolica aggiornano puntualmente sulle iniziative delle diocesi italiane, mentre alla cultura è dedicato l’inserto Agorà. Tante le sezioni diverse, i dossier e gli speciali, oltre ad editoriali con grandi firme che suggeriscono piste di riflessione su quanto succede. Non trascurabile è l’attenzione del giornale al territorio con le pagine dedicate alla Lombardia e quindi anche a Cremona, oltre all’inserto domenicale firmato dalla diocesi.

Tra gli inserti va segnalato “Noi Genitori e figli” dedicato al mondo della famiglia, “Luoghi dell’Infinito”, il mensile di itinerari, arte e cultura e “Popotus”, l’inserto bisettimanale dedicato ai bambini (unico esempio in Italia) perché possano, attraverso un linguaggio adeguato, capire quanto accade intorno a loro.

Maria Chiara Gamba




Giubileo della misericordia: incontro del clero sul ministero della Confessione

Giovedì 26 novembre, in Seminario, alle ore 10, sono convocati tutti i sacerdoti e i religiosi che, durante l’Anno Santo, saranno particolarmente dedicati al ministero delle confessioni nelle quattro chiese giubilari: la Cattedrale, il santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, il santuario della Misericordia di Castelleone e il santuario della Fontana di Casalmaggiore. «Se la partecipazione è doverosa per costoro – scrive l’amministratore apostolico mons. Lafranconi nella lettera di invito – è altresì aperta a tutti i sacerdoti che per il loro ministero sono coinvolti in questo servizio peni­tenziale. Estendo, dunque, l’invito a tutti i sacerdoti e religiosi».

La mattinata di studio vedrà alternarsi al tavolo dei relatori il biblista don Maurizio Compiani che tratterà il tema: «La confessione sacra­mento della misericordia» e a seguire mons. Alberto Franzini che si soffermerà sugli aspetti più propriamente pastorali con un’intervento dal titolo: «I confessori segno della misericordia del Padre». Al termine chi desidera potrà fermarsi per il pranzo.

All’incontro del 26 novembre seguirà una ripresa del tema nelle zone pastorali, giovedì 10 dicembre, per un confronto più ristretto sulla base di una scheda preparata dai due relatori.




On line www.scuoladicantogregoriano.it, sito con materiali per le celebrazioni domenicali e approfondimenti sul canto proprio della liturgia

Il canto gregoriano approda anche sul web, con un innovativo progetto che intende offrire con cadenza settimanale materiale liturgico e approfondimenti. Ci sono partiture, traduzioni, commenti, audio, video, rimandi a manoscritti, articoli di approfondimento e, soprattutto, il materiale della “Scuola di canto gregoriano”. Il sito www.scuoladicantogregoriano.it nasce, infatti, dalla collaborazione fra i Cantori Gregoriani di Cremona e l’Accademia Corale “Teleion”, iniziata nel 2014 e che ha prodotto frutti significativi in merito alla promozione di iniziative didattiche finalizzate allo studio e alla diffusione del canto gregoriano sul territorio nazionale.

Ii Cantori Gregorini e l’Accademia Corale Teleion di Poggio Rusco (MN) sono gli organizzatori della “Scuola di canto gregoriano” che nel 2015 è partita con successo a Cremona, presso la chiesa di S. Abbondio. Il primo anno è stato frequenstato da 60 allievi, tra direttori di coro, organisti, cantori, operatori liturgico-musicali provenienti da numerose città e paesi dell’Italia centro-settentrionale. Mentre si attende l’inizio del secondo anno formativo (dal gennaio 2016) con un’offerta didattica più articolata, ecco approdare sulla rete un’ulteriore importante contributo formativo e di divulgazione.

Il sito www.scuoladicantogregoriano.it si presenta come diretta emanazione della scuola e intende fornire materiale di studio a chiunque fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo immenso patrimonio musicale e a tutt’oggi canto proprio della Liturgia della Chiesa Cattolica.

Per significare appunto l’intimo e inscindibile legame fra il canto gregoriano e il rito, l’aggiornamento del sito seguirà, a cadenza settimanale, il calendario liturgico festivo: all’inizio di ogni settimana saranno messe a disposizione, nella pagina “La Domenica liturgica”, le partiture complete del repertorio gregoriano previsto per la Messa della domenica successiva, unitamente a materiale di approfondimento (audio, video, articoli vari) sui brani previsti per ciascuna celebrazione, sul canto gregoriano in generale e su varie questioni riguardanti il canto liturgico.

L’avvio ufficiale del sito con il nuovo anno liturgico, dunque con la prima domenica di Avvento (già disponibile on-line).

Il progetto generale è del maestro Fulvio Rampi; direttore artistico Luca Buzzavi. Gli approfondimenti sono a cura di Alessandro De Lillo. Supervisore tecnico Ivan Losio.




Gli attentati di Parigi. Mons. Franzini: «Uomo europeo chi sei?»

Il 13 novembre scorso alcuni attentati da parte di fondamentalisti islamici hanno seminato morte e dolore a Parigi e nel mondo intero. A tal proposito abbiamo chiesto una riflessione a mons. Alberto Franzini, parroco della Cattedrale e apprezzato teologo.

Da anni i popoli dell’Occidente, e soprattutto dell’Europa, sono destinatari di azioni terroristiche, le ultime delle quali – e probabilmente non siamo ancora al traguardo – hanno insanguinato Parigi, colpendo a morte cittadini pacifici e inermi. Di fronte a questo gesto di follia, che dire? E quali strade intraprendere per fermare questa barbarie omicida e distruttiva? Certo, i responsabili della vita pubblica non possono  non mettere in campo tutti quei mezzi – senza escludere quelli militari, se fosse necessario, e se usati  con quella ponderazione suggerita anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica –  per rispondere al dilagare della violenza e alle esigenze di sicurezza dei cittadini.

Queste azioni, però, suggeriscono la necessità di altre riflessioni, che stanno dentro alla storia e alla cultura del nostro Occidente. Ne propongo almeno due. La prima: che tipo di presenza nel mondo ha sviluppato l’Occidente negli ultimi decenni? La seconda: come sta l’Occidente al suo interno? Quale cultura, quale antropologia sono alla  base del pensiero dominante oggi nei nostri popoli?

LE COLPE DELL’OCCIDENTE
Alla prima questione, è fin troppo facile rispondere che l’azione politica degli Stati occidentali in questo secondo dopoguerra è stata sostanzialmente ispirata dagli interessi economici e finanziari, che hanno depauperato i popoli del terzo e del quarto mondo, così che si è andato creando un crescente  e scandaloso divario tra i popoli ricchi e i popoli poveri. La denuncia è degli stessi Papi, a partire dalla Populorum Progressio di Paolo VI (1967) e continuamente ribadita e aggiornata dai suoi successori fino a Papa Francesco. Il processo di concentrazione della ricchezza – non solo economica – nelle mani di pochi attori contribuisce significativamente alla persistenza delle disuguaglianze, sia all’interno delle società ricche, sia nei confronti dei popoli più deboli e più poveri. L’ingordigia della ricchezza e soprattutto del potere spinge alla violenza, per ribaltare situazioni ritenute insostenibili.

L’Occidente, bisogna ammetterlo con onestà intellettuale, ha i suoi torti nei confronti della comunità internazionale, perché non sempre ha messo le sue ricchezze – culturali, politiche, economiche – accumulate nel corso della sua storia, a disposizione di uno sviluppo integrale dei popoli sullo scenario mondiale. Certo, questa considerazione non giustifica e non deve essere intesa come una giustificazione della violenza jihadista verso l’Occidente, anche per il motivo che gli stessi responsabili del terrore fondamentalista sono a loro volta tutt’altro che spogli di ricchezza e di potere e non rappresentano certo la protesta dei popoli poveri verso i popoli ricchi. Comunque, I fattori politici, finanziari ed economici sono fra le cause principali della rincorsa ad una primazia mondiale che si vuole conquistare con tutti i mezzi, compresi quelli di natura religiosa, per scalzare i protagonisti attuali.

LA QUESTIONE CULTURALE
La seconda questione è più complessa e più profonda. Come sta l’Occidente al suo interno? Di fronte alla violenza di questi giorni, il presidente francese Holland ha fatto continuo riferimento ai “nostri valori”. Certo, l’Occidente ha i suoi valori, perché la sua storia – la nostra storia! – ha prodotto lungo i secoli una visione della persona umana e della società che sta al fondamento della nostra identità. Quali sono questi valori? La secolarizzazione e la laicizzazione odierne li condensano nel famoso trinomio, “libertà, uguaglianza, fraternità”, un motto nato al tempo della rivoluzione francese, ma diventato un caposaldo della moderne democrazie occidentali. Questo trinomio è sufficiente per offrire ad altre culture e ad altri popoli l’identità europea? O piuttosto si sta rivelando sempre più debole e sempre meno capace di affrontare le nuove sfide?

All’interno della cultura europea l’illuminismo ha finito per separare e per opporre  la laicità alla religione cristiana, che aveva plasmato, con la ricchezza delle sue istituzioni (monasteri, scuole, ospedali, parrocchie, arte, musica, letteratura….) l’uomo europeo. La laicità – che è realtà positiva se compresa bene – si è trasformata via via in laicismo. La secolarizzazione – altra realtà positiva se compresa bene – è diventata via via  secolarismo. E il secolarismo ha infettato la visione antropologica, mutilando l’uomo, ossia dichiarando inutile e dannosa l’apertura del cuore umano a Dio e alzando sempre più il sospetto che la religione, ogni religione e soprattutto quella cristiana, impedisce lo sviluppo della libertà, crea disuguaglianza fra gli uomini e quindi rende difficoltosa la fraternità. Si sostiene, così,  che l’estromissione di Dio dallo spazio pubblico sia la condizione per lo sviluppo di una autentica democrazia. Nasce così la “religione della laicità”, che, fondandosi sul famoso trinomio, si presenta come alternativa alle religioni tradizionali, soprattutto al cristianesimo, che di fatto sta diventando la religione meno stimata – a livello dei detentori del potere culturale e mediatico,  più che dei popoli – in Occidente, e la più perseguitata – lo affermano i rilevatori anche più “laici” – oggi nel mondo. E così – lo scrisse Giovanni Paolo II  nella sua esortazione apostolica Ecclesia in Europa, del 2003 – “molti europei danno l’impressione di vivere senza retroterra spirituale e come degli eredi che hanno dilapidato il patrimonio loro consegnato dalla storia” (n. 7).

I  “diritti” che oggi vengono abbondantemente e allegramente predicati dai pulpiti culturali – sui grandi temi della vita, della morte, della sofferenza, del matrimonio, della famiglia, della sessualità, dell’educazione dei figli… – vengono disinnestati dal tronco irrorato dalla linfa vitale del cristianesimo e fondati su dove? Ecco la questione seria di oggi. Su che base fondare i “nuovi diritti”? E alla domanda che ci viene posta  dalle grandi tradizioni culturali e religiose dell’Africa e dell’Asia: “tu, uomo europeo, chi sei?”, quale risposta siamo in grado di dare, se non un tragico e imbarazzato balbettio? Sembra che l’attuale vita dei popoli occidentali sia fondata su un grande vuoto culturale e su una drammatica desertificazione spirituale. L’uomo medio europeo concepisce la sua libertà e vive la sua vita rincorrendo la conquista di un  benessere “piccolo-borghese”, ma sostanzialmente privo di tensioni ideali e di robuste nervature culturali. Possiamo dirlo apertamente: tanta cultura del nostro Occidente è propugnatrice di un neutralismo valoriale che lambisce il relativismo, l’indifferentismo e il nichilismo. Viene alla mente l’espressione del salmo 48: “L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono”.

Lo smarrimento del popolo parigino di fronte a questa guerra inedita rivela anche e soprattutto lo smarrimento del nostro spirito, forse troppo acquiescente a modelli e stili esistenziali inediti, estranei alla nostra tradizione e che colpiscono al cuore la nostra identità. L’Occidente si presenta spiritualmente fragile di fronte a tradizioni culturali e religiose che si affacciano al suo orizzonte. E questa sua debolezza è forse la causa principale della difficoltà ad integrare i nuovi immigrati, che sono certo in cerca di casa e di lavoro, ma anche di una visione identitariamente convinta e convincente. Il pluralismo e la libertà offerti dall’Occidente appaiono spesso scatole vuote, perché nascondono un indifferentismo avalutativo che può diventare la sentina di violenze e di guerre.

Sì, oggi abbiamo paura dei nemici esterni e vogliamo e dobbiamo difenderci dalle violenze barbare. Ma dovremmo aver paura soprattutto del nemico interno, che è il nostro vuoto esistenziale, è l’abbandono delle nostre più autentiche radici, che abbiamo espunto dalla nostra carne perché considerate nemiche del progresso. Non sono certo le armi a vincere questa guerra. In una visione teologica della storia, forse i nemici di oggi possono diventare, paradossalmente,  lo strumento e l’occasione per una rinascita culturale, per una valutazione critica delle nostre false sicurezze e delle nostre ideologie progressiste, per una rifondazione spirituale dei popoli occidentali, oggi ammalati di quella brutta psicopatologia che  consiste nella perdita dell’autostima. Solo così può diventare possibile, fruttuoso e robusto il dialogo con chiunque, di qualunque cultura e di qualunque religione. Diversamente, il dialogo rischia di fondarsi sulle sabbie mobili di una resa.

Mons. Alberto Franzini




“Step by step…per gustare la vita!”: sabato 21 novembre pellegrinaggio notturno da Agnadello a Pandino per i giovani delle zone pastorali 1 e 2

Passo dopo passo dalla chiesa di S. Vittore, ad Agnadello, sino al santuario della Madonna del Riposo di Pandino. È il pellegrinaggio notturno, in programma sabato 21 novembre, inteso a far gustare e condividere ai giovani la bellezza di una vita che è innanzitutto cammino. L’iniziativa rivola ai giovani delle parrocchie delle zone pastorali 1 e 2, è promossa in collaborazione con le suore Adoratrici del SS. Sacramento e le Serve del Focolare.

L’iniziativa, dal titolo “Step by step…per gustare la vita!”, prenderà ufficialmente il via alle 21 ad Agnadello, nella chiesa di S. Vittore. Da qui i giovani delle due zone pastorali a nord della diocesi saranno invitati a mettersi in cammino: meta il santuario della Madonna del Riposo, a Pandino. Il pellegrinaggio sarà occasione di preghiera e riflessione, anche attraverso alcune testimonianze di giovani.

Lo stimolo per questa iniziativa arriva dalle parole del Papa, che nel messaggio rivolto in occasione del 37° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, dello scorso giugno, scriveva: “Il pellegrinaggio è un simbolo della vita, ci fa pensare che la vita è camminare, è un cammino. Se una persona non cammina e rimane ferma, non serve, non fa nulla. Pensate all’acqua, quando l’acqua non è nel fiume, non va avanti, ma è ferma, si corrompe. Un’anima che non cammina nella vita facendo il bene, facendo tante cose che si debbono fare per la società, per l’aiuto agli altri e anche che non cammina per la vita cercando Dio è un’anima che finisce nella mediocrità e nella miseria spirituale. Per favore: non fermatevi nella vita!”.

“Cogliamo dunque questo invito – spisegano gli organizzatori – e, durante il pellegrinaggio, cercheremo di dare spessore a queste parole attraverso l’esperienza concreta di alcuni giovani che nel periodo estivo si sono messi in gioco e hanno “camminato” per le strade della Terra santa e lungo il cammino di Santiago de Compostela”.

La serata, che guarda già alla prossima Gmg di Cracovia, si concluderà con un momento di fraternità.

Per quanti vorranno lasciare i mezzi al santuario di Pandino è previsto un servizio navetta verso Agnadello (entro le 20.45). In caso di maltempo si svolgerà una veglia di preghiera all’interno del Santuario.

La locandina del pellegrinaggio notturno




Decreto dell’amministratore apostolico per la conferma nei rispettivi compiti dei responsabili dei vari uffici di Curia

Visto il n. 244 del Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi “Apostolorum Successores”, secondo le facoltà conferitegli come amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi ha nominato mons. Mario Marchesi delegato, con le stesse facoltà esercitate finora; inoltre ha confermato nel loro compito gli altri delegati e i responsabili dei vari uffici.




Sabato 30 gennaio alle 15 in Cattedrale l’ordinazione episcopale di mons. Napolioni. L’annuncio dopo l’incontro a Camerino con la delegazione diocesana guidata da mons. Lafranconi

Si svolgerà sabato 30 gennaio, alle ore 15 nella Cattedrale di Cremona, l’ordinazione episcopale di mons. Antonio Napolioni. La decisione è stata presa durate l’incontro che la delegazione diocesana, guidata da mons. Dante Lafranconi, ha avuto con il vescovo eletto di Cremona mercoledì 18 novembre a Camerino.

A comporre la delegazione cremonese il vescovo emerito e amministratore apostolico mons. Dante Lafranconi, il vicario generale mons. Mario Marchesi, il delegato episcopale per la Pastorale don Irvano Maglia, il presidente del Capitolo della Cattedrale mons. Giuseppe Perotti, il segretario e cerimoniere vescovile don Flavio Meani, il portavoce del Vescovo e della Curia mons. Attilio Cibolini, il rettore del Seminario don Enrico Trevisi e il direttore di Caritas Cremonese don Antonio Pezzetti.

Il gruppo è stato accolto nella piazza della Cattedrale dal vescovo eletto Napolioni, che ha accompagnato i cremonesi in una breve visita al centro storico di questa cittadina, di circa 7mila abitanti, posta su un colle al centro della zona montana della provincia di Macerata: suggestivo il paesaggio circostante ammirato dalle terrazze.

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Quindi l’incontro ufficiale nelle sale del Palazzo vescovile, alla presenza anche dell’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Giovanni Brugnaro. Un momento di reciproca conoscenza, durante il quale il Vescovo eletto di Cremona ha avuto modo di confrontarsi con i membri della delegazione e avere un primo spaccato della vita della Chiesa cremonese.

Mons. Napolioni ha chiarito di non avere programmi già prestabiliti in vista del nuovo ministero, ma di essere pronto a venire a Cremona desideroso di vivere insieme alla comunità diocesana il cammino sul quale il Signore l’ha indirizzato.

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Proprio in questa circostanza è stato definito il giorno dell’ordinazione episcopale di mons. Napolioni che, come già anticipato, avrà luogo nella Cattedrale di Cremona con il rito presieduto dal vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, quale segno evidente di continuità nella successione apostolica. La solenne celebrazione avrà luogo nel pomeriggio di sabato 30 gennaio, alle ore 15.

L’incontro si è concluso con uno scambio di doni. A mons. Napolioni sono stati regalati alcuni volumi sulla città di Cremona e la Cattedrale; doni che il vescovo eletto di Cremona ha contraccambiato con alcune sue pubblicazioni. Non è mancato neppure uno scambio di presenti con l’arcivescovo Brugnaro, che ha offerto alcuni libri su Camerino e la sua storia.

La visita della delegazione diocesana a Camerino si è conclusa con un arrivederci: a quando, prossimamente, mons. Napolioni farà una prima visita alla città di Cremona, dove il nuovo Vescovo risiederà da solo, senza alcun familiare, essendo già saliti al Cielo i genitori, Mimma e Angiolino. Mons. Napolioni ha un fratello: Angelo.

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Mons. Lafranconi incontra i politici la prima domenica di Avvento

Anche quest’anno l’Ufficio di Pastorale sociale rinnova al mondo politico, amministrativo e sociale il consueto invito ad incontrare il Vescovo. Domenica 29 novembre, prima di Avvento, dalle 9.30 presso il Centro Pastorale, mons. Dante Lafranconi condurrà alcune riflessioni, intorno al tema «Gesù Cristo è il Vangelo: un’antica novità per il benessere dell’uomo». Si rifletterà sulla possibilità di far risuonare l’invito del Papa che spinge la Chiesa e i cristiani a «non guardare la vita dal balcone», scegliendo invece di operare nel mondo e affrontare le nuove sfide sociali portando con gioia l’annuncio del Vangelo. Sarà l’occasione per riprendere quanto emerso dal Convegno ecclesiale di Firenze da poco concluso e ribadire l’invito del Pontefice di una Chiesa in uscita che incontra e dialoga con le realtà del mondo.

Coloro che desiderano, dopo l’intervento del Vescovo e l’eventuale dibattito, potranno fermarsi per la Santa Messa celebrava dal Vescovo nella Cappella del Centro Pastorale.

Altro annuale appuntamento con i rappresentanti del mondo del lavoro sarà sabato 19 dicembre presso gli stabilmenti della Latteria Soresina a Soresina, dove alle ore 10 si celebrerà la Messa di Natale. Sarà l’occasione per i rappresentati della politica, dell’amministrazione e dell’ambito socio-economico di salutare il Vescovo Dante, alla fine del suo mondato episcopale e accogliere la sua eredità in materia di dottrina sociale.

Per far risuonare quanto emerso nel Convegno di Firenze, l’Ufficio di Pastorale sociale in questi mesi si sta inoltre impegnando nella preparazione di un percorso di formazione che proporrà alle parrocchie e alle zone della diocesi. L’obiettivo si colloca, come sempre, nell’intento di tradurre concretamente nella vita e nel territorio il messaggio della Dottrina Sociale della Chiesa.

Proprio all’interno del mondo politico, amministrativo e sociale è infatti necessario spendere le proprie energie e risorse operando per il bene comune. Il mondo cristiano, così come tutta la comunità civile, ha tra le mani la grande eredità della Dottrina Sociale, che offre spunti per il cammino verso la felicità dell’uomo. In particolare, pensando ai cammini di formazione nelle comunità, non si vogliono perdere di vista le encicliche Caritas in Veritate di Benedetto XVI e Laudato Si’ di Papa Francesco, che ribadiscono con insistenza le tematiche del bene comune e della promozione dello sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera.

Per questo motivo è già attivo un gruppo di lavoro che non solo si occuperà di definire metodi e strumenti per la riflessione in materia, ma si impegnerà anche a dialogare con il territorio e con i sacerdoti della diocesi per meglio declinare i percorsi nelle zone in cui si intenderà intraprendere la formazione. L’intenzione è quella di creare in diocesi gruppi di laici che, oltre a rimanere attenti alle problematiche socio-politiche, possano maturare una formazione ad alto livello ed diventare così risorse utili per la promozione del bene comune nel proprio territorio.




Maria Enrica Lambri nuovo presidente dell’Unitalsi cremonese. Domenica 29 sarà la Giornata dell’adesione, con l’arrivo in Cattedrale della statua della Madonna di Loreto

È Maria Enrica Lambri, di Torre de’ Picenardi, la nuova presidentessa della Sottosezione di Cremona dell’Unitalsi (in foto tra Marinella Oneta e Valerio Lazzari). Succede a Marinella Oneta che, dopo due mandati e l’impossibilità di essere rieletta, rimane comunque nel consiglio direttivo come vicepresidente. Ora si guarda già al prossimo 29 novembre, tradizionale Giornata dell’adesione, che quest’anno coincide anche con un’altra significativa occasione: la peregrinazione tra le diocesi lombarde della Statua lignea della Madonna di Loreto. L’immagine della Madonna farà tappa in diocesi proprio domenica arriverà presso la Chiesa Cattedrale nella mattinata del 29 novembre, accolta in Cattedrale, dove potrà essere venerata anche lunedì 30.

 

L’assemblea elettiva e la nuova presidente

Si è tenuta nel pomeriggio di sabato 14 novembre l’assemblea elettiva della Sottosezione di Cremona dell’Unitalsi: ogni cinque anni, infatti, l’associazione è chiamata a eleggere i componenti del Consiglio direttivo e il Presidente.
La riunione è stata presieduta da Luciano Benatti, presidente della Sottosezione di Mantova, allo scopo autorizzato dal presidente regionale Vittore De Carli. È stato un incontro sentito, nel quale i soci hanno avuto modo di esprimere il loro ringraziamento al Consiglio Direttivo uscente per l’operato svolto, in modo particolare per la sensibilizzazione svolta negli ultimi anni verso i giovani.

Questo il nuovo direttivo:

  • Maria Enrica Lambri presidente
  • Marinella Oneta vicepresidente
  • Laurina Loda tesoriere
  • Donatella Carminati segretaria e addetta per la comunicazione
  • Valerio Lazzari referente giovani
  • Paolo Dolfini coadiuvante referente giovani
  • Marco Tiziano Guarneri referente gruppi
  • don Maurizio Lucini assistente ecclesiastico

L’entusiasmo e la volontà di essere a servizio della Chiesa nei fratelli più sofferenti, con l’aiuto di Maria, animerà sicuramente anche il nuovo Consiglio che farà così conoscere gli scopi associativi sul territorio della diocesi proponendo ai giovani ed ai meno giovani una esperienza di fede e di condivisione.

 

La giornata dell’adesione e la peregrinatio

Prossima importante scadenza per l’Unitalsi cremonese sarà la giornata del 29 novembre: la prima domenica di Avvento come consuetudine coincide con la Giornata dell’adesione. L’occasione, però, quest’anno coincide anche con la tappa diocesana della peregrinatio lombarda della statua lignea della Madonna di Loreto.

Dal 6 novembre ai primi giorni di dicembre la statua della Vergine sarà pellegrina in terra lombarda, proprio nel contesto del rinnovo degli organi rappresentativi delle Sottosezioni. Proprio per accompagnare gli unitalsiani in questo passaggio delicato della vita associativa è stata pensata questa iniziativa, che consolida il forte legame che unisce l’Unitalsi a Loreto.

“Sul finire degli anni ’30 del secolo scorso – spiega Marinella Oneta, presidente uscente dell’Unitalsi cremonese – viste le particolari situazioni politiche che rendevano sempre più difficile il pellegrinaggio in Francia al Santuario di Lourdes (luogo di nascita dell’associazione), l’Unitalsi scelse proprio il Santuario di Loreto come luogo verso il quale convergere i propri treni di ammalati, sacerdoti e medici, personale di assistenza e pellegrini rinnovando le decennali tradizioni di pellegrinaggio compiuto insieme a coloro che per età, malattia, disabilità sarebbero stati impossibilitati a compiere questo gesto di fede, di speranza e di servizio fraterno vicendevole”.

Il Santuario di Loreto accoglie, all’interno di un meraviglioso tempio in stile rinascimentale, ricco di opere d’arte e di devozione, alcuni muri appartenenti ad una abitazione della Palestina ai tempi della dominazione romana. Una tradizione risalente ai secoli XIII/XIV, confermata da significativi ritrovamenti archeologici e storici, afferma che tale casa giunse nella terra marchigiana dalla Terra santa come oggetto di venerazione, poiché erano le mura della casa di Nazareth abitata dalla Vergine Maria prima dell’Annunciazione, e poi da tutta la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù. All’interno di queste mura, nel Santuario, è collocata la Statua lignea della Beata Vergine, oggetto di secolare venerazione da parte di pellegrini di tutto il mondo

Questo simulacro così caro agli unitalsiani lombardi, è giunta a inizio novembre nella Basilica di S. Ambrogio, a Milano: da qui ha iniziato il proprio viaggio da pellegrina (Peregrinatio Mariae) toccando le più importanti città della della regione, sempre attorniata dagli unitalsiani della zona e venerata in liturgie spesso presiedute dai Vescovi delle diocesi lombarde.

Nella Sottosezione di Cremona statua arriverà nella mattinata del 29 novembre, accolta in Cattedrale, dove alle 11 sarà celebrata l’Eucaristia, nel giorno dell’adesione. Alle 17 è in programma un concerto d’organo con letture tratte dalla Patristica; seguirà alle 17.30 il canto dei Vespri e alle 18 la Messa. La statua potrà essere venerata anche la mattina di lunedì 30 novembre: alle 9 e alle 10 sarà celebrata la Messa; quindi alle 11.45 vi sarà il congedo della statua.

Dopo un mese di pellegrinaggio, sabato 5 dicembre l’immagine della Madonna Nera giungerà nel Duomo di Milano, dove sarà onorata nel solenne Pontificale presieduto dal card. Angelo Scola, alla presenza dell’Arcivescovo di Loreto, di tutti i sacerdoti assistenti delle varie sottosezioni lombarde, di persone ammalate e disabili accompagnate dal personale unitalsiano.

Il programma completo della peregrinatio lombarda