1

Il grido di don Mazzolari «Misericordia per Giuda»

Pochi giorni prima dell’avvio Giubileo straordinario è uscito nelle librerie, per i tipi dell’Edizioni Dehoniane di Bologna, un piccolo volumetto dal titolo «Misericordia per Giuda» che raccoglie alcuni interventi di don Primo Mazzolari proprio sul tema della misericordia da parte di Dio, ma anche da parte degli uomini . L’opera è stata curata da don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Mazzolari di Bozzolo e dal prof. Giorgio Vecchio presidente del comitato scientifico della medesima fondazione. Pubblichiamo integralmente l’introduzione di questo sussidio che certamente potrà aiutare a vivere ancora con più intensità l’Anno Santo. Sono parole profetiche che nonostante siano state pronunciate decine di anni fa sono ancora attualissime e provocatorie

Misericordia anche per Giuda?

Come spesso capita, nei testi di don Primo Mazzolari la provocazione aiuta a entrare nel mistero cristiano. Il tema della misericordia attraversa tutta l’esperienza pastorale e la riflessione del sacerdote cremonese. Da La più bella avventura del 1934 alle omelie degli ultimi anni, la misericordia è la cifra sintetica del messaggio evangelico nella spiritualità mazzolariana.
La misericordia è innanzi tutto caratteristica di Dio. E’ il volto del Padre rivelato da Gesù mentre percorre la strada verso Gerusalemme, beneficando e offrendo salvezza. Dio sovrabbonda in misericordia, la riversa sull’umanità senza misura: non ha altro modo per presentarsi se non amando gratuitamente. Egli, infatti, «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45). Si fa conoscere per misericordia, con misericordia e in misericordia.

Se Dio è amore, la risposta dell’uomo più coerente sta nel comandamento evangelico: «Siate misericordiosi» (Lc 6,36). Le opere di misericordia sono l’invito più credibile alla conversione dell’uomo. Mazzolari ne è convinto: «C’è più cielo nella stalla di Betlemme che nelle Somme dei teologi: c’è più speranza in una parola indulgente che in un decreto del S. Uffizio: più Natale nel bacio di un malato o di un prigioniero sulla mano di Giovanni XXIII che in certe genuflessioni rituali» (Adesso, 15 gennaio 1959). Il cristianesimo è annuncio della misericordia di Dio attraverso la misericordia umana. La «misera e la misericordia» di agostiniana memoria, ossia il divario tra il peccato umano e la gratuità del dono di Dio, non bastano più per il parroco di Bozzolo. Le nostre scelte umane, fondate sulla benevolenza, annunciano il volto di Dio. La sua misericordia si fa strada nel cuore dell’uomo anche grazie alla misericordia umana. E’ un annuncio fatto di gesti e di parole (DV 2)!

Il punto culminante della riflessione mazzolariana si trova nella celeberrima omelia del 3 aprile 1958: «Ma io voglio bene anche a Giuda». Un lettore dovrebbe usare la pazienza di ascoltarne la registrazione. Il parroco di Bozzolo tuona la misericordia con una voce incalzante e, insieme, invitante. Giuda è il traditore per eccellenza. L’uomo perduto per il quale non c’è più nulla da fare. Eppure sorge la domanda del credente: davvero la condanna è l’ultima parola? Il Mazzolari pastore intuisce nella tenerezza di Cristo, che si rivolge a Giuda chiamandolo «amico», la strada che la misericordia si è aperta innanzi a sé. E’ un abbraccio di carità che ha tormentato l’animo di Giuda. Un traditore inquieto, verrebbe da pensare con gli occhi di don Primo!
La misericordia di Dio disarma il cuore, scava in profondità, non lascia nulla d’intentato. Anche davanti al commercio di trenta denari che equivalgono al prezzo del Cristo, la risposta del Figlio di Dio sta in quel sussurro all’orecchio: «amico».

I testi qui raccolti risultano un felice leitmotiv del pensiero di don Mazzolari. Rivelano l’anelito pastorale del parroco dei lontani.
La vita in parrocchia a Cicognara e a Bozzolo è stata all’altezza di così elevato messaggio? Difficile dirlo. Nell’esperienza di don Primo non sono mancati episodi d’incomprensione, soprattutto negli anni Cinquanta. Delazioni, processi, ricorsi a tribunali, accuse… lo hanno segnato. Sono stati momenti che possono far pensare a un abisso tra il dire e il fare. In realtà questi eventi attestano che vivere all’altezza della misericordia di Dio è dono.

Don Primo ha testimoniato senza dubbio una pastorale della misericordia: nell’attenzione ai lontani, nella preferenza dei poveri, nella ricerca di un dialogo con tutti, nell’aprire nuove frontiere all’apostolato cristiano… Come non ricordare gli episodi di perdono di cui si è reso protagonista? L’indomani del gesto intimidatorio dei fascisti di Cicognara che attentarono alla sua vita (2 agosto 1931), la sua risposta fu di rinunciare alla denuncia. E dopo il 25 aprile 1945, restò a lungo nel cuore di molti bozzolesi la visita al carcere con la celebrazione dell’Eucaristia per i detenuti che avevano militato con la RSI, ovvero per quelli che fino a pochi mesi prima gli avevano dato la caccia disposti a eliminarlo. Non la vendetta, ma la misericordia cristiana genera una novità di atteggiamenti. Nulla è mai scontato!

Per questo don Mazzolari può scrivere opportunamente: «L’uomo ha più bisogno di misericordia che di giustizia» (p. 23). Per essere misericordiosi occorre aver incontrato la misericordia, aver fatto l’esperienza del proprio limite per vivere l’affidamento pieno a Dio. Sono parole che possono lasciare il segno anche oggi. Soprattutto laddove si è tentati di invocare una giustizia senza misericordia. Pretendere la giustizia indicando i limiti altrui, è comodo. L’uomo troppo giusto può giungere a uccidere in nome di una presunta superiorità. Mazzolari lo ricorda ad esempio pensando ai carcerati, nel discorso a Cremona alla Lega di preghiera e carità pro carcerati (27 giugno 1949). Solo la fragile misericordia può salvare. Seminare gesti di misericordia richiama alla profezia di un mondo nuovo. Non appartiene alla debolezza di chi si arrende a tutto. Rimanda, invece, al modo di amare di Dio, al di fuori della cui paternità nulla esiste.

edb




In Cattedrale il concerto di Natale della Banda di Cremona

Domenica 13 dicembre, alle 21, nella magnifica cornice della Cattedrale di Santa Maria Assunta, si terrà il concerto “Aspettando Natale”, promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Cremona e dal Complesso Bandistico “Città di Cremona”. Si rinnova così un appuntamento che, da diversi anni, la Presidenza del Consiglio Comunale, grazie ad una consolidata collaborazione con il sodalizio musicale, promuove nell’imminenza delle festività natalizie quale momento di incontro con la cittadinanza per uno scambio di auguri in musica. Dopo Palazzo Cittanova, il Teatro Ponchielli, l’Auditorium del Museo Violino, quest’anno il concerto si svolge in un contesto ancora diverso ed altrettanto affascinante qual è appunto la Cattedrale. Il programma sarà di alta qualità con brani che spazieranno dalla grande tradizione della musica colta a brani originali per banda, ad arrangiamenti di musiche natalizie. L’ingresso è libero.




L’8 dicembre a S. Sigismondo l’anniversario dell’ingresso in diocesi delle monache domenicane nel giorno d’avvio dell’Anno della Misercordia

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata, mentre Papa Francesco aprirà l’anno giubilare della misericordia, la comunità monastica domenicana presso San Sigismondo ricorderà l’8° anniversario del suo ingresso nella chiesa di Dio che è in Cremona.

Alle ore 11 nella suggestiva chiesa di largo Bianca Maria Visconti  sarà celebrata l’Eucaristia, presieduta dal cappellano don Daniele Piazzi, offerta con spirito di gratitudine per tutti coloro che aiutano spiritualmente e materialmente la comunità domenicana. Nel pomeriggio, alle 17, ci sarà il solenne canto dei Vespri, presieduti dal domenicano padre Marco Salvioli, del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano.

“È un anniversario – precisano le monache domenicane – che si inserisce in un tempo di guerra mondiale, una guerra che – secondo le parole dell’economista Luigino Bruni – non si sa bene quando e dove sia iniziata, quando, dove e come finirà. C’è chi la vuole, chi ci guadagna, chi non vuole che finisca. È un anniversario che ci ripropone il dramma di famiglie che stanno vivendo ore di dolore per la malattia, la perdita del lavoro, l’allontanamento dei figli dalla fede. È un anniversario che insieme alle sofferenze dell’umanità ci offre anche un’opportuna possibilità di bene e di amore, poiché ci fa sentire in silenziosa consonanza con tutta la Diocesi, con il vescovo Dante, con mons. Antonio nostro futuro pastore, con i sacerdoti e le suore che operano nelle varie attività caritative. È un anniversario che rinsalda i legami con i cari Cremonesi, sempre modesti nel loro porsi, ma attenti, operosi e generosi secondo il Vangelo: La sinistra non sappia quello che fa la destra!”.

“Offriamo al Signore ogni giorno – continuano le domenicane – tutte le intenzioni, le necessità, le fatiche di coloro che in un modo o nell’altro vengono a contatto con la nostra Comunita perché le promesse di bene del Verbo fatto uomo per la nostra salvezza, si realizzino nella nostra Città, nella nostra Nazione e in tutto il mondo”.

Da qui l’invito a tutti i fedeli ad unirsi al rendimento di grazie della comunità monastica di S. Sigismondo “per l’abbondanza di doni spirituali e temporali che Dio ha riversato sulla nostra Comunità in questi otto anni di presenza a Cremona”.




L’8 dicembre nella capitale della Costa Rica l’ordinazione sacerdotale del cremonese don Luigi Vettone

Martedì 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata e nel giorno in cui Papa Francesco aprirà l’Anno della Misericordia, nella Cattedrale di San José, nella capitale della Costa Rica, sarà ordinato sacerdote il cremonese don Luigi Vettone, 46enne originario di Longardore, che ha maturato la propria vocazione nella seconda comunità del Cammino neocatecumenale delle parrocchie cittadine di S. Agata e S. Ilario.

Alla solenne celebrazione, che sarà presieduta dall’arcivescovo José Rafael Quirós Quirós, saranno presenti anche alcuni cremonesi. Non mancherà, in particolare, una delegazione neocatecumenale cremonese, alla presenza del parroco di Cascine S. Pietro (Cassano d’Adda) don Silvio Aboletti.

Don Luigi, ordinato diacono lo scorso 13 giugno, è originario della frazione di Sospiro, dove ha vissuto con i genitori e il fratello prima della decisione di entrare in Seminario. Una scelta maturata dopo la GMG di Colonia del 2005, mentre già lavorava come odontotecnico.

Durante gli anni di formazione ha alternato l’impegno di studio teologico presso il Seminario Redemptoris Mater di San José con il servizio pastorale in diverse parrocchie della Costa Rica.

002(5) - Copia

                   Immagini dell’ordinazione diaconale di don Luigi Vettone il 13 giugno 2015 nella Cattedrale di San José




Giornata dell’adesione dell’AC, la presidente Corbari: «Corresponsabili nella Chiesa»

L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concenzione, l’Azione Cattolica celebra la “Giornata dell’Adesione”, occasione fondamentale per ciascun aderenti di rinnovare il proprio impegno associativo. In ogni comunità parrocchiale dove è presente l’Ac si terranno momenti di preghiera e riflessione con la benedizione e la consegna delle tessere. Alla dottoressa Silvia Corbari, presidente diocesana, abbiamo rivolto alcune domande.


Anzitutto qual è la consistenza dell’Ac cremonese?
«L’Azione Cattolica continua ad essere presente in numerose parrocchie della Diocesi. Siamo attivi in 65 gruppi territoriali, di cui 9 esperienze sono interparrocchiali. Complessivamente, gli aderenti sono circa 2.200, di cui il gruppo più numeroso è quello degli adulti, seguito dall’ACR per circa 500 aderenti e i giovani e giovanissimi con circa 400 presenze. In particolare, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla nascita di gruppi interparrocchiali che, seguendo il rinnovo della struttura pastorale, hanno accompagnato queste fasi di passaggio, a volte anche precedendo la ristrutturazione organizzativa, scegliendo di unire le risorse per creare associazioni trasversali, alcune delle quali hanno preso anche nuovi nomi e hanno avviato percorsi rinnovati, segno di un’aderenza sempre presente ai cambiamenti sociali ed ecclesiali».

Come si concretizza la presenza dell’AC nelle zone e nelle parrocchie?
«Le varie esperienze sono abbastanza diverse tra loro. Per questo la presenza associativa si gioca su più livelli: quello parrocchiale o interparrocchiale, quello zonale e quello diocesano. In particolare negli ultimi anni abbiamo sviluppato maggiormente il livello zonale, attraverso la proposta di esperienze spirituali come quelle della Lectio divina, solitamente organizzate in collaborazione con gli organismi di pastorale, o attraverso esperienze di tipo culturale e formativo (convegni, micro-percorsi…). Il livello diocesano, invece, cura particolarmente la formazione dei singoli, attraverso proposte come i campiscuola, le feste di inizio anno e di conclusione, i convegni e le iniziative formative per i responsabili. Si cerca in questo modo di proporre un cammino organico, che tenga insieme le diverse dimensioni formative (spirituale, culturale, relazionale, associativa, ecclesiale) con i diversi modi, tempi e luoghi con cui l’Associazione può svilupparsi. Tra le diverse opportunità, un associato può scegliere».

Quali sono i contenuti principali della vostra esperienza quest’anno? Quali le linee di programma?
«Ogni anno associativo ha un tema e un programma, che comprende iniziative e percorsi, alcuni tradizionali, altri nuovi di anno in anno. In questo anno 2015-2016, abbiamo come riferimento il passo evangelico del Magnificat, che si inserisce nella dimensione del viaggio come dimensione simbolica della vita, anche di quella di fede, attorno a cui abbiamo costruito alcuni momenti formativi. L’ACR e i giovani, poi, hanno tematiche specifiche e percorsi ad hoc. A queste fasce di età si rivolge la nostra attenzione particolare in questo triennio, cercando di promuovere, con l’entusiasmo che questo richiede, nuove esperienze rivolte a ragazzi e giovani, il futuro della Chiesa e dell’Associazione. Il confronto e lo scambio tra fasce di età rappresenta anche una risorsa per tutta l’Associazione».

In questa fase di cambiamento nella vita della Chiesa cremonese, cosa si augura l’Azione Cattolica?
«Affrontiamo i cambiamenti con la fedeltà di sempre alla Chiesa, che si esprime nel servizio umile e quotidiano e nella testimonianza nei luoghi della vita. Come ogni volta che cambia un responsabile pastorale, l’AC rinnova, nelle parrocchie il proprio impegno e il proprio servizio, così oggi l’AC conferma la propria vocazione alla corresponsabilità nella Chiesa, attraverso l’impegno della formazione e della relazione con chi ci sta accanto».

E cosa augura al nuovo Vescovo Antonio?
Al nuovo Vescovo auguriamo di scoprire tutto il bene possibile per questa Chiesa cremonese, sapendone valorizzare i tanti carismi e talenti, nella gioia e nella certezza della nostra vicinanza e del nostro affetto di figli.




“La Confessione. Sacramento della Misericordia”: il libro di don Maurizio Compiani per il Giubileo. On-line audio e foto della presentazione

È stato presentato nel pomeriggio di venerdì 4 dicembre, presso la sala Mercanti della Camera di Commercio di Cremona, il libro “La Confessione. Sacramento della Misericordia”, uno degli otto sussidi editi (in otto lingue) dalla San Paolo per conto del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, come strumenti pastorali del Giubileo della Misericordia. Presente l’autore, il biblista cremonese don Maurizio Compiani.

Alla presentazione del volume avrebbe dovuto essere presente la deputata cremonese Cinzia Fontana, per una riflessione su “Il Giubileo, invito universale alla Misericordia”. Bloccata a Roma per i lavori parlamentari riguardo alla Legge di stabilità, è toccato proprio a don Compiani introdurre l’incontro con un sintetico excursus che ha portato a chiarire l’origine del Giubileo, a cominciare dall’aspetto semantico: un termine che non deriva da “giubilare”, ma da dall’ebraico “Jobel”, il corno di caprone il cui suono annunciava l’inizio di questo tempo che, ogni 50 anni, prevedeva il riposo della terra e la liberazione degli schiavi. Un evento che, pur non vedendone applicate le norme, portava a pensare al controbilanciamento delle ingiustizie, guardando alla vita sociale nel suo complesso.

Quindi il rapido passo verso il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco con un chiaro riferimento al Concilio Vaticano II. Diversi i richiami di don Compiani alla Bolla di indizione. Tra le sottolineature l’attenzione ai detenuti, per i quali la porta della cella rappresenta idealmente la porta della misericordia. E non è mancato neppure un riferimento al mondo ebraico e musulmano, che guardano entrambi, come i cristiani, a un Dio che è misericordioso.

http://archivio.diocesidicremona.it/main/file/DOWNLOAD/2015-12-01-misericordia1.mp3

L’introduzione di don Maurizio Compiani

È quindi toccato all’on. Walter Montini presentare nel dettaglio il volume, secondo testo della collana predisposta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (ente incaricato da Papa Francesco di organizzare l’anno del Giubileo della Misericordia). Uno strumento “ufficiale” che intende favorire la comprensione di un evento di portata mondiale e delle linee guide che lo animano. Per questo ogni volume è introdotto da mons. Rino Fisichella, presidente di questo Pontificio Consiglio. Inoltre, il fatto che i testi siano editi in otto lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, croato e polacco) sottolinea il carattere internazionale di tale iniziativa e il carattere universale degli scopi che persegue.

L’intera collana intende presentare la “misericordia” in un’ottica cristiana, spaziando in diversi ambiti: dal liturgico al biblico, dallo storico al teologico. Ogni volume è il contributo di uno specialista che in modo sintetico, agile e dunque a tutti accessibile, offre un valido strumento per comprendere questo anno giubilare, oltre che un ottimo sussidio alla predicazione, alla catechesi, ai pellegrinaggi e a tutte le variegate iniziative che sul tema animeranno le diocesi, le parrocchie e i gruppi.

“La Confessione. Sacramento della Misericordia” è il testo curato da don Compiani che, articolato in sei capitoli, traccia un percorso suggestivo alla (ri)scoperta della Confessione quale sacramento di coloro che, in Cristo, vivono dell’amore misericordioso di Dio.

Il taglio dei primi quattro capitoli è squisitamente biblico e prende in esame quattro brani, uno per ogni Vangelo, in cui i temi della misericordia di Dio, del perdono dei peccati e della conversione sono posti da Gesù al centro del suo insegnamento e del suo operare (Mc 2,1-12: “Chi può perdonare i peccati?”; Lc 15,11-32: la parabola del padre e dei due figli; Mt 6,12 la domanda sulla remissione dei debiti contenuta nel Padre Nostro; Gv 20,19-23: il potere dato ai discepoli di perdonare e ritenere i peccati, il cosiddetto “potere delle chiavi”). Ne emerge un quadro complessivo ricco di sollecitazioni, di cui Montini ha offerto qualche spunto.

A partire da questo materiale biblico e attraverso l’analisi della formula di assoluzione che il sacerdote pronuncia sul penitente, il quinto capitolo presenta il Sacramento della Penitenza, nei suoi aspetti teologici fondamentali.

Infine, nel sesto e ultimo capitolo sono offerti alcuni punti nodali per una pastorale che intenda valorizzare il Sacramento della Penitenza.

http://archivio.diocesidicremona.it/main/file/DOWNLOAD/2015-12-01-misericordia2.mp3

La presentazione di Walter Montini

 

Dalla teoria alla pratica: a chiudere la presentazione del libro è stato padre Costanzo Natali, frate francescano confessore presso il convento Cappuccino di via Brescia, a Cremona, che ha idealmente portato tutti i presenti in confessionale. L’occasione per guardare a questo sacramento da una prospettiva alquanto inusuale: quella del confessore, chiamato a essere tramite della misericordia di Dio, ma anche con la capacità di comprendere le difficoltà di chi si sta affidando a Dio per aiutarlo a trovare la strada migliore; e, quando è necessario, non concedere l’assoluzione.

Diversi i casi concreti presentati: da quello di un imprenditore in difficoltà economiche tentato di prendere la scorciatoia dell’evasione per non dover licenziare; o la mamma che ha abortito o la donna che ha aiutato la figlia a farlo, o l’omosessuale che vive con sofferenza la sua situazione sentendosi emarginato. Casi di estremo dolore nei quali, però, attraverso la croce è stato visibile il Dio misericordioso e provvidente. Così, dopo il sorriso apparso sui volti dei penitenti, non solo per un motivo psicologico di alleggerimento di coscienza, ecco che il taglio delle spese personali ha portato l’imprenditore a risollevarsi dopo un periodo di forte ristrettezza economica, ma vissuto con onestà e continuando a dare un lavoro a tanti padri di famiglia. La madre che aveva rifiutato il figlio si è aperta alla vita e la donna che aveva aiutato la figlia ad abortire ora è attiva in una associazione a difesa della vita.

http://archivio.diocesidicremona.it/main/file/DOWNLOAD/2015-12-01-misericordia3.mp3

La testimonianza di padre Costanzo Natali

 

Proprio ai frati e al loro prezioso servizio di confessori in città si è rivolto al termine dell’incontro don Compiani, esprimendo il grazie: “Io ho scritto un libro sulla confessione – ha affermato –, ma loro scrivono ogni giorno il perdono di Dio nelle coscienze di tanti cremonesi”. Infine un auspicio: quello che questo volume, scritto volutamente in modo semplice, ma non certo banale, possa essere davvero uno strumento utile a vivere nel migliore dei modi il Giubileo della Misericordia.

Photogallery




Santuario di Caravaggio: benedetti i venti mosaici dei misteri del Rosario

Martedì 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione, dopo la Messa delle ore 10, sono stati inaugurati, nel santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, sotto il porticato ovest, venti mosaici che rappresentano i misteri del Rosario. Si tratta di opere d’arte realizzate dal defunto mosaicista Italo Peresson – deceduto lo scorso 8 settembre – su bozzetti di Trento Longaretti. Le opere d’arte sono state benedette dall’ex rettore, don Roberto Ziglioli, insieme a quello nuovo, insediato solo qualche mese fa, don Antonio Mascaretti.

Di questi mosaici, completati nel 2007 e della grandezza di 1,20 metri di altezza per 2 di larghezza, fino a ora si era potuto ammirare esclusivamente qualche esemplare in occasione di particolare feste mariane. Per esporli tutti quanti sotto il porticato ovest di è dovuto attendere che finissero i lunghi e costosi lavori di restauro di questa ala del complesso mariano.

Nei giorni scorsi, sotto l’attenta sorveglianza della Sovrintendenza ai beni architettonici di Milano, i mosaici sono stati installati su dei massicci supporti in ferro dato che ogni opera pesa circa un quintale. Entrando dall’ingresso del santaurio si incontreranno prima i cinque misteri della gioia, a seguire quelli della luce, quindi quelli del dolore e infine quelli della gloria. «Queste opere – spiega soddisfatto il rettore – non hanno solo un valore artistico, ma anche devozionale: grazie ad essi, infatti, il porticato sarà un vero e proprio percorso spirituale che aiuterà i pellegrini a meditare ancor meglio i misteri della salvezza che sono centrali nella preghiera del Rosario».

«In corrispondenza di ogni mosaico – prosegue don Mascaretti – saranno affisse delle didascalie che suggeriranno spunti di riflessione sul tema della misericordia da sempre caro al nostro santuario. Nel messaggio che Maria affida alla veggente Giannetta c’è un esplicito riferimento proprio alla misericordia divina. Sarà un’ulteriore modo per aiutare i pellegrini che giungeranno a Caravaggio per vivere l’Anno Santo». Santa Maria del Fonte, infatti, insieme alla Cattedrale e ai santuari di Castelleone e Casalmaggiore è chiesa giubilare nella quale si può lucrare l’indulgenza.

Il progetto dei venti mosaici è nato alla fine degli anni Novanta con l’allora rettore mons. Vittorio Formento, per poi essere portato avanti dai suoi successori don Ziglioli, don Gino Assensi e ora don Mascaretti. Il progetto originario prevedeva anche la sistemazione del porticato est e l’installazione sulle sue pareti dei mosaici delle stazioni della Via Crucis. Queste opere, però, non sono state ancora realizzate. «Al momento – spiega il rettore – il santuario non ha più risorse per dare il via ad alcun intervento di restauro. Quanto fatto ha già richiesto uno sforzo importante di cui comunque siamo felici perchè ha arricchito in modo significativo la dimensione spirituale di questo luogo sacro».

Photogallery




Il libro di don Compiani presentato dal deputato Fontana, dal senatore Montini e da padre Costanzo Natali

Venerdì 4 dicembre, alle ore 17, presso la  Sala Mercanti della Camera di Commercio di Cremona (via Baldesio, 2) sarà presentato un interessante sussidio pastorale edito dalla San Paolo per conto del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.

Si tratta del contributo del sacerdote cremonese don Maurizio Compiani, all’interno della collana ufficiale promossa per celebrare il Giubileo straordinario della Misericordia. Il volume, La Confessione Sacramento della Misericordia, offre alcune riflessioni di taglio squisitamente biblico, oltre che pastorale, per meglio comprendere il Sacramento della Confessione la cui pratica presenta oggi una diffusa disaffezione nella società attuale.

L’incontro sarà introdotto e guidato dall’on. Cinzia Fontana, deputato cremonese, che aprirà con una riflessione su “Il Giubileo, invito universale alla Misericordia”; all’on. Walter Montini competerà la presentazione del piano generale dei sussidi ufficiali predisposti per il Giubileo (trattasi di otto volumi), ed in particolare del contributo di don Maurizio Compiani; a Padre Costanzo Natali, frate francescano confessore presso il convento di via Brescia, la riflessione conclusiva sul tema: “Misericordia e Sacramento del Perdono”.

Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, in un breve scritto ha ringraziato don Compiani per la competenza e la sensibilità nello stendere queste pagine: “Ci auguriamo – scrive il presule – che la lettura e la riflessione di questo strumento pastorale possa far cogliere la gioia di Dio nel perdonare e la forza della misericordia come segno della sua vicinanza e tenerezza”.




Diocesi: le proposte di pellegrinaggio per il 2016

È tradizione, alla fine dell’anno, presentare la programmazione dell’Ufficio pastorale del turismo, in modo tale che le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli possano, a loro volta, pensare, per tempo all’adesione ad una delle iniziative diocesane; non sfugge a nessuno la particolarità di questa stagione ecclesiale che stiamo vivendo, incentrata sulla celebrazione dell’Anno Santo della Misericordia, voluto da Papa Francesco dall’8 dicembre fino al 20 novembre 2016, che ha nel pellegrinaggio a Roma e alle chiese giubilari della diocesi una delle esperienze che più lo qualifica.

Dunque poniamo l’attenzione a questa proposta, ricordando innanzitutto un invito rivolto a tutta la chiesa cremonese per domenica 13 dicembre, quando mons. Dante Lafranconi, in qualità di amministratore apostolico, aprirà la “porta della misericordia” della Cattedrale, in contemporanea con le celebrazioni dei santuari di Caravaggio, Castelleone, Casalmaggiore. Senza dimenticare le due proposte di pellegrinaggio a Roma: quella di febbraio dal 22 al 24 (cliccare qui per i dettagli della proposta per gruppi e per singoli) e quella di ottobre dal 10 al 13.

L’attenzione al tema della misericordia sarà anche sviluppata negli altri pellegrinaggi dell’anno. Anzitutto quello a Santiago de Compostela, con un percorso inusuale che porta alla scoperta del cosiddetto “cammino portoghese”. Quindi quelli a Lourdes di febbraio nei giorni della prima apparizione (il programma) e di aprile (il programma) e settembre (il programma). Ancora a settembre quello in Terra Santa e quello di un giorno a Lucca, dove la tradizione venera il S. Volto (il programma). Per concludersi con quello tradizionale a Caravaggio per l’inizio dell’anno pastorale.

Accanto ai pellegrinaggi la proposta del turismo religioso denominata “orizzonti di fede”, che intende leggere i segni del sacro nella storia, nella cultura e nelle tradizioni di popoli anche lontani. Si inizia con il viaggio in Uzbekistan, con le splendide città di Kiva, Bukara e Samarcanda (il programma). Si continua con le Repubbliche Baltiche, con un itinerario che si snoda tra Riga, Vilnius e Tallin (il programmma).

Altre proposte riguardano l’Irlanda, antica terra cristiana legata al ricordo di S. Patrik e la città di Stoccolma (il programma).

Merita anche una segnalazione la proposta, pensata da un gruppo della parrocchia di Pandino, rivolta a giovani e adulti, di un pellegrinaggio a piedi, da svolgere a tappe, lungo le strade della nostra diocesi, da Cremona a Caravaggio, proposta che tocca alcuni dei santuari mariani, anche minori della nostra terra: in questo Anno Santo può avere un grande valore riscoprire in questo modo la presenza di una devozione a Maria, che attraversa i secoli e giunge anche a noi.

Tutte queste proposte hanno un grande obiettivo, che poi è il significato che la pastorale ecclesiale da all’esperienza del turismo, quello cioè di incontrare popoli e culture, di dialogare ed incontrasi intorno ai grandi valori che, lungo i secoli, hanno costruito le grandi civiltà; se pellegrinaggio vuol dire forte esperienza di fede, nella riscoperta del volto misericordioso del Padre, turismo significa “ponti” tra popoli e culture per costruire la pace; un dono da chiedere, un impegno che non possiamo disattendere.

don Roberto Rota
responsabile Segretariato diocesano pellegrinaggi




Mons. Burgazzi canonico del Capitolo Vaticano e Don Pietta a Casalmorano come collaboratore

Nelle celebrazioni di domenica 12 aprile sono state annunciate due nomine: una vaticana e una diocesana. Il Santo Padre Francesco ha nominato il cremonese mons. Cesare Burgazzi canonico del Capitolo della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. L’investitura si terrà domenica 26 aprile alle ore 16. Il vescovo Lafranconi, invece, ha nominato don Luigi Pietta collaboratore parrocchiale delle comunità di Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, Barzaniga e Azzanello.
Biografia dei sacerdoti

Mons. Cesare Burgazzi classe 1958, originario della parrocchia di S. Imerio, a Cremona, è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. Il primo incarico pastorale è stato come vicario a Bonemerse; nel 1984 il trasferimento a Cremona, sempre come vicario, nella parrocchia di S. Giorgio in S. Pietro al Po.

Laureato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense, il 5 novembre 1992 è chiamato al servizio della Sante Sede come addetto presso la Sezioni Affari Generali della Segreteria di Stato.

Nel 1994 la nomina a officiale dell’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato, di cui nel 2004 è diventato minutante. Nel 2010 il trasferimento, sempre come minutante, alla Prima Sezione – Affari Generali della Segreteria di Stato, dove dal 2011 ricopre il ruolo di capo ufficio.

Il 28 dicembre 1993 inizia il servizio come cerimoniere pontificio della Patriarcale Basilica di San Pietro in Vaticano.

Il 4 febbraio 1998 è insignito del titolo di monsignore quale Cappellano di Sua Santità; e dal luglio 2012 come Prelato d’Onore di Sua Santità.

Dal 1996 era coadiutore del Capitolo della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, di cui ora Papa Francesco l’ha nominato canonico.

Don Luigi Pietta è nato a Sesto Cremonese il 2 agosto 1946. Ordinato sacerdote il 21 giugno 1975, ha ricoperto l’incarico di vicerettore del Collegio Gregorio XIV. Nel 1978 il trasferimento a Pandino, in qualità di vicario.

Nel 1985 è stato promosso parroco e gli è stata affidata la comunità di Derovere. Dal 1990, inoltre, è stato anche guida spirituale di Vidiceto (Cingia de’ Botti) e amministratore parrocchiale di Cella Dati.

Nel 1994 il trasferimento, sempre come parroco, nel Viadanese, a Cicognara. Dal 2003 al 2006 è stato quindi parroco di Gombito e S. Latino.

Sacerdote “fidei donum” dal 2006 al 2007, ha poi proseguito il proprio ministero pastorale nelle Marche, a Porto S. Giorgio.

Nel 2009 il ritorno in diocesi e l’impegno pastorale come collaboratore parrocchiale a Soresina. Nel marzo 2012 la nomina a collaboratore parrocchiale delle comunità di Soncino. Lo scorso anno una nuova esperienza come “fidei donum”.

Rientrato in diocesi, mons. Lafranconi l’ha nominato collaboratore parrocchiale delle Parrocchie di Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, Barzaniga e Azzanello, guidate dal parroco don Antonio Bandirali con il supporto, in qualità di collaboratore, del camilliano padre Giuseppe Ripamonti.