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19 marzo. Guidati dall’esempio di san Giuseppe, rivalutiamo il coraggio del padre

Se c’è un personaggio del Vangelo sul quale ho sempre avuto qualche difficoltà ad esprime un’opinione, quello è proprio san Giuseppe. Egli rimane tuttora per me una figura enigmatica. Sarà per quel suo fare silenzioso e discreto o per le poche frasi con le quali gli evangelisti ce lo descrivono, ma il mite falegname di Nazareth faticava a guadagnarsi la mia attenzione.

Eppure Giuseppe ha molto da dire a noi credenti. Alla fine del 2020, nella sua lettera apostolica Patris Corde, Papa Francesco inaugurava l’anno speciale dedicato a san Giuseppe, invitandoci a riscoprire la figura dello sposo promesso di Maria.

Spesso giudichiamo il valore di una persona sulla base di caratteristiche facilmente riconoscibili e d’impatto come la forza, l’autorità, l’eloquenza, la risolutezza. Per trovare Giuseppe e farlo emergere dallo sfondo della narrazione evangelica, dobbiamo invece cercare altrove: nei silenzi tormentati e sofferti della sua vicenda e nell’amore incondizionato che ha dimostrato a Maria e a Gesù, con il coraggio e la determinazione del vero padre di famiglia.

Eppure il grande mistero del concepimento e la nascita di Gesù, non dev’esser stato facile da accettare. Chissà quanti dubbi e paure lo avranno messo alla prova. Ma, nonostante le difficoltà, la vita di Giuseppe è costellata, a partire dall’accoglienza di Maria e Gesù, di scelte coraggiose rese possibili da un “sì” determinato e risoluto. Giuseppe, pur non comprendendo appieno il senso del disegno divino, si è abbandonato con fede al volere di Dio e ha contribuito con coraggio al compiersi del progetto di salvezza dell’umanità.

Cosa può dire a noi Giuseppe oggi? Può ispirare le nostre famiglie ed in particolare noi padri? Io credo che ci possa insegnare a vivere da protagonisti le nostre piccole o grandi storie quotidiane, con concretezza e semplicità di cuore. Giuseppe ci mostra come il protagonismo di noi cristiani non si giochi sul campo della visibilità o del gratificante riconoscimento delle nostre azioni, ma nella fedeltà ad un progetto.

Il Santo Padre parla di Giuseppe come interprete di un “coraggio creativo”. Egli davanti alle difficoltà non abbandona il campo ma riesce tirar fuori da sé stesso nuove risorse che nemmeno pensava di avere.

In quest’anno particolare dedicato alle famiglie, i padri e le madri si lascino guidare dall’esempio di Giuseppe e sappiano sperimentare la bellezza dell’accompagnamento dei figli nel loro percorso di crescita. Il suo esempio li educhi all’ascolto e all’apertura al mistero della vita.

Stefano Boiocchi




Al Santuario della Fontana “I 10 comandamenti”, un percorso di annuncio per giovani e adulti

Un’opportunità per giovani e adulti delle zone pastorali 4 e 5 della diocesi, ma in ogni caso una ricchezza per tutta la nostra Chiesa. Sta per iniziare presso il Santuario della Madonna della Fontana, a Casalmaggiore, il percorso “I 10 comandamenti”, un cammino di evangelizzazione dei giovani e giovani adulti elaborato e sperimentato a Roma da don Fabio Rosini e poi diffuso in molte diocesi d’Italia e non solo.

L’esperienza si fonda su una storia quasi trentennale e la testimonianza diretta di chi ha partecipato conferma la bontà della proposta. Il percorso ha una durata predefinita – un anno circa – e si fonda sull’ascolto della Parola, anzi più specificatamente delle dieci parole, i comandamenti, definiti le “istruzioni di Dio per la vita”. L’obiettivo è quello di sempre dell’annuncio cristiano: dare voce alla buona notizia della salvezza che viene da Dio, insegnare a scoprire “la parte migliore” della vita. Molti attestano che la partecipazione a questo cammino ha dato loro la possibilità concreta di cambiare in meglio la propria esistenza.

Per partecipare non serve iscriversi e non c’è alcun vincolo: si tratta semplicemente, come hanno sempre fatto i discepoli di Gesù, di accogliere un invito e di farsene portavoce a propria volta.

Le catechesi saranno proposte da padre Francesco Serra, della comunità dei Frati Cappuccini del Santuario casalasco, e da alcuni preti della zona.

Il primo appuntamento è per martedì 8 marzo alle 20.45 presso il Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore e successivamente ogni martedì.

Per ulteriori informazioni scrivere a diecicomandamenticasalamggiore@gmail.com.

 

La locandina dell’iniziativa

 

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“Dieci comandamenti”, al Santuario della Fontana un percorso di spiritualità per persone in ricerca

Ha avuto inizio martedì 8 marzo alle 20.45, presso il Santuario della Madonna della Fontana a Casalmaggiore, il percorso “I 10 comandamenti”, un cammino di evangelizzazione per giovani e adulti tenuto da padre Francesco Serra, guardiano rettore del Santuario dal 2020.

«Non si tratta di un ciclo di conferenze o di lezioni» dichiara il padre cappuccino a inizio serata. Ma è una catechesi comunitaria rivolta «a chi si sente con un buco allo stomaco, a chi pensa che qualcosa nella sua vita possa ancora cambiare e ha bisogno di essere guidato dalla Parola di Dio e dai 10 Comandamenti».

Ogni martedì sera l’assemblea, che al primo incontro ha aderito numerosa, sarà accolta da un relatore diverso che, attualizzando il Vangelo del giorno, percorrerà un cammino lungo circa un anno, fatto di incontri presso il Santuario ma anche di ritiri di alcuni giorni e di un ritiro più impegnativo a fine percorso.

La formula del ritiro è molto importante perché «è un passaggio» dice padre Serra «necessario nella vita delle persone che sono in ricerca». L’invito è rivolto in particolare modo ai giovani e giovani adulti, per avviare una riflessione sulla propria vita. Ma ovviamente è aperto a tutti.




Anno Famiglia Amoris Laetitia: altri due video per riflettere

Gli ultimi due video proposti nell’ambito dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”  toccano due aspetti molto importanti della vita famigliare.

Nel primo, dal titolo ”Amore fecondo: la dimensione gratuita dell’amore”, Papa Francesco, facendo riferimento al quinto capitolo di Amoris Laetitia ricorda come “’amore dà sempre vita. L’amore coniugale non si esaurisce all’interno della coppia, ma genera una famiglia. L’amore dei genitori è strumento dell’amore di Dio, che attende con loro la nascita di ogni bambino, lo accetta e lo accoglie così com’è». Inoltre, il Santo Padre ricorda che “L’adozione è una scelta cristiana. Adottare è donare una famiglia a chi non ce l’ha ed è un atto di amore in cui un uomo e una donna diventano mediatori dell’Amore di Dio. Dio tramite loro dice: anche se tua madre ti dimenticasse, io invece non ti dimenticherei mai!” . Parole impegnative che chiedono di riflettere come famiglie sull’accoglienza della vita nel contesto attuale, con tutte le sue diverse sfaccettature e contraddizioni. A sostegno delle parole del Papa nel video si ascolta anche la testimonianza di Enrico e Francesca, una coppia italiana in missione a Bridgport (USA): “entiamo che Dio ci chiama ed essere fecondi, ad aprirci alla vita, al suo piano per noi. Nella missione con i nostri figli viviamo come una famiglia normale portando la testimonianza dell’amore di Dio alle persone che incontriamo nel nostro cammino, annunciando con la nostra vita che Cristo é risorto e ha vinto la morte”.

Il secondo video, dal titolo “Chiamati ad una missione ecclesiale: le famiglie per accompagnare i giovani nel cammino d’amore”, sollecita la riflessione sull’attenzione alla vita delle famiglie partendo dalla sottolineatura di Papa Francesco che ci ricorda che “le famiglie cristiane sono i principali soggetti della pastorale familiare, grazie al sacramento del matrimonio. Tutte le famiglie possono essere le prime testimoni della gioia del Vangelo“. E come testimonia la famiglia Dobo, della Repubblica Democratica del Congo, ”Annunciare il Vangelo significa che il messaggio ricevuto deve riempire di gioia il cuore e tutta la vita”. Un annuncio incarnato nella realtà a volte complessa. “Non basta una generica preoccupazione per la famiglia nei grandi progetti pastorali, abbiamo bisogno di un nuovo slancio missionario: non possiamo fermarci alle teorie, ma dobbiamo agganciarci ai problemi concreti delle persone”: è il forte richiamo del Santo Padre che chiede a tutti noi, per quello che possiamo e per come siamo capaci, di testimoniare l’Amore che ci è stato donato. In questo contesto il Papa ricorda che “accompagnare la preparazione dei giovani al matrimonio è un pilastro per evangelizzare attraverso le famiglie, per riscoprire che il matrimonio è una vera vocazione”. “Per questo è auspicabile che gli operatori pastorali siano formati rispetto ai grandi cambiamenti e alle grandi domande che riguardano la famiglia di oggi; una formazione che risponda in maniera concreta a queste domande e a questi cambiamenti”, testimoniano i Dobo.

Le parole di Papa Francesco, di Enrico e Francesca e dei coniugi Dobo allora ci chiedono di riflettere e ci stimolano a non fare solo grandi progetti teorici ma ad operare nel quotidiano testimoniando, per quello che riusciamo, l’Amore di Dio che si è incarnato nelle nostre famiglie, senz’altro imperfette, ma sempre mate e capaci di amare.

Uno strumento che ci può aiutare nella riflessione in famiglia, ma anche nei gruppi parrocchiali è la scheda che accompagna i filmati proposti. Potete guardare la versione integrale con 4 attività per ogni filmato oppure utilizzare l’attività proposta dall’ufficio diocesano.

 

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L’adorazione è “on the road” sulle strade di don Primo

La figura di don Primo Mazzolari ha guidato i giovani di Adora on the road nel corso del primo appuntamento della proposta vocazionale promossa dalle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda. Nella giornata di sabato 9 ottobre un gruppo formato da una ventina di giovani, delle diocesi di Cremona, Modena e Como, si è messo in cammino, guidato da alcune suore delle comunità di Rivolta d’Adda e Modena, per un pellegrinaggio che ha condotto i presenti alla scoperta della figura del sacerdote cremonese.

«Adora on the road è una proposta che portiamo avanti da alcuni anni – spiega suor Carla Zappulla, responsabile della pastorale vocazionale delle Adoratrici – perché crediamo che sia utile ad approfondire il rapporto che ciascuno ha con Dio, con i fratelli e con se stesso».

Il pellegrinaggio ha dunque offerto ai giovani che vi hanno partecipato la possibilità di sperimentare la gioia del cammino condiviso, il piacere dell’ascolto della Parola e la bellezza del «confronto con una figura particolare che ha certamente molto da dire ancora oggi».

Punto di partenza del pellegrinaggio è stata la chiesa di Calvatone, dove i giovani hanno ricevuto la benedizione e si sono messi in cammino, accompagnati da alcune suore e da don Umberto Zanaboni.

Lungo il fiume Oglio, nel cortile di una cascina, tra i campi della pianura mantovana, hanno potuto vivere momenti di silenzio, di ascolto e di condivisione. A fare da filo conduttore proprio le tre parole che papa Francesco aveva usato nel giugno del 2017 durante l’omelia della sua visita a Bozzolo: il fiume, la cascina, la pianura, che hanno spostato la riflessione sulla semplicità della vita cristiana, «che non è fatta solamente di grandi eventi – ricorda suor Carla Zappulla – bensì di tante piccole ma significative esperienze».

Dopo una prima parte di cammino affrontata in silenzio, per educare il cuore ad accogliere il Signore, al fiume i giovani hanno potuto ascoltare la Parola, tenendo presente che, come ricordato proprio dal Pontefice, il «Vangelo è per i cristiani fiume di vita».
Le parole del Vangelo, quelle del Papa e quelle di don Primo hanno ritmato il passo e portato fino a Bozzolo

Qui, dopo la preghiera sulla tomba di don Primo e il pranzo ospiti dell’oratorio di Bozzolo, i giovani hanno visitato la Fondazione don Primo Mazzolari, sotto la guida di don Umberto Zanaboni, postulatore per la causa di beatificazione del sacerdote cremonese, e si sono lasciati interrogare dalla radicalità della sua vita.

La giornata è terminata nella casa Piccola Betania dove i pellegrini hanno potuto sostare per fare risuonare quanto vissuto insieme e darsi appuntamento per il prossimo Adora on the Road, sui passi di una giovane santa della porta accanto: Giulia Gabrieli.




A metà agosto una camminata “vocazionale” in Umbria sulla via dei protomartiri francescani

Una camminata “vocazionale” in Umbria, sulla via dei protomartiri francescani. Questa la proposta che il Centro Diocesano Vocazioni rivolge ai 20/30enni per la prossima estate, dal 9 al 14 agosto. Un modo concreto per far ripartire in diocesi l’attenzione vocazione per i giovani dopo che quest’anno, a causa della pandemia, il gruppo Samuele non è potuto partire.

«Qualcosa si è comunque realizzato a livello digitale – ricorda don Davide Schiavon, incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale – ma per offrire ancora un po’ di sostanza alle persone già contattate, e a tutti coloro che possono essere interessati, abbiamo pensato a un’iniziativa estiva».

Si tratta di un percorso ad anello che va da Terni a Cesi, dove vissero primi testimoni del Francescanesimo. «Sei giorni – precisa ancora don Schiavon – in cui ci si sposta a piedi, con un paio di pullmini come mezzo di appoggio, alternando camminate a momenti di condivisione, a spazi di solitudine per la meditazione e la preghiera personale».

Il tutto è pensato per dar modo di nutrire la propria fede con spunti spirituali di sostanza, fondendo la dimensione esperienziale del pellegrinaggio, con quella relazionale del gruppo e, infine, quella spirituale della meditazione personale.

«Spostandoci nell’ottica del pellegrinaggio – anticipa l’incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale – lo stile di vita sarà spartano: parliamo, per intenderci, di sacco a pelo e materassino. Stiamo contattando parrocchie, realtà religiose ed ecclesiali che ci forniranno gli spazi per pernottare e per l’igiene personale. Dettagli e costi sono ancora in fase di definizione, ma l’intenzione è di tenere la quota bassa per facilitare la partecipazione».

Gli argomenti specifici del pellegrinaggio e dettagli ulteriori saranno comunicati a breve. I giovani interessati o che volessero ulteriori informazioni possono contattare don Davide Schiavon al 333-9234456 o tramite email scrivendo a d.schiavon@libero.it.

Il sito dedicato al Cammino dei protomartiri francescani

 

Il Centro diocesano vocazioni rilancia gli esercizi spirituali ignaziani per giovani (20-30enni) dal 21 al 26 agosto a Bienno (BS) Scarica la locandina

Da segnalare anche, per il prossimo anno pastorale, la scuola di accompagnamento spirituale-vocazionale rivolta a coloro che sono educatori nei confronti di ragazzi e giovani: si svolge a Seveso, un sabato mattina al mese (informazioni di approfondimento)




Educati alla speranza, la proposta FOCr per un mese in preghiera con Maria (DOWNLOAD)

“Educati dalla Speranza”. È questo lo slogan scelto dalla Pastorale giovanile diocesana insieme alla Federazione Oratori Cremonesi per il mese di maggio, con la proposta di una “preghiera con Maria a sostegno della sfida educativa di questo tempo”.

«Tra le molteplici intenzioni di preghiera, specchio della protensione della Chiesa alle luci e alle ombre di questo tempo, occupa un posto importante l’attenzione all’emergenza educativa – ricordano dalla FOCr -. Con questa espressione pensiamo alle fatiche degli educatori, genitori e nuclei familiari in testa, ma anche a quelle dei ragazzi, spesso vittime di ritiri sociali, silenzi e abbandoni».

Da qui l’idea di valorizzare proprio il mese di maggio. «La preghiera del Rosario – precisano dalla Pastorale giovanile diocesana – può sintonizzare il nostro desiderio di bene sulle relazioni di prossimità e cura di cui i più piccoli hanno bisogno: dal buon esempio dell’adulto alle parole e ai gesti degli educatori, dei papà e delle mamme. Una sintonia che diventa intercessione e invocazione di coraggio e forza per tutti. Come di tutti è la responsabilità di educare alla vita buona del Vangelo».

Il sussidio messo a disposizione delle comunità offre brevi meditazioni per i misteri del Rosario dei diversi giorni, naturalmente in chiave educativa, invocando il sostegno e l’intercessione della Madre di Dio.

Sono inoltre proposte alcuni ulteriori stimoli di riflessione da poter utilizzare dopo la preghiera del Rosario: testi tratti dal magistero di Papa Francesco (messaggio per il lancio del patto educativo del settembre 2019) e dai documenti diocesani della pastorale giovanile (Adulti con gli occhi aperti. La risposta che l’emergenza educativa attende) oppure utilizzando il contributo di sociologhi come Mario Magatti o con riferimento al Piano scuola estate 2021 recentemente pubblicato dal Ministero dell’Istruzione.

 

Scarica qui il sussidio di preghiera “Educati dalla speranza”

 

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San Giuseppe, lavoratore e padre, nelle riflessioni di don Mazzolari

“Quanto c’è di don Primo nel san Giuseppe laborioso, carico di responsabilità in periodi difficili della vita, apostolo camminatore e padre amorevole? Moltissimo, e non è un transfert psicanalitico. È sintonia evangelica. È pura grazia per un mondo e una Chiesa che hanno ancora bisogno di padri. Come il pane quotidiano. E come il lavoro”. Con questa riflessione, in occasione della festa di san Giuseppe lavoratore, che si celebra come ogni anno il 1 maggio, si conclude su L’Osservatorio Romano l’intervento di don Bruno Bignami, sacerdote cremonese, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, nonché postulatore della Causa di beatificazione del parroco di Bozzolo.

Nel suo articolo pubblicato sul quotidiano della Santa Sede sotto il titolo “Visse grande e nell’ombra, San Giuseppe nelle riflessioni di don Mazzolari”, don Bignami rilegge il tema del lavoro attraverso la spiritualità mazzolariana, espressa negli interventi del parroco di Bozzolo in occasioni della Festa del Lavoro o, il 19 marzo, nella festa del papà.

“È curioso continua l’articolo sull’Osservatore Romano – che a Nazareth il lavoro di Giuseppe venga associato a quello del figlio: non si può pensare all’uno senza guardare all’altro. Il lavoro di entrambi rimanda al Padre, «operaio eterno». Dio è sempre all’opera. Per questo il lavoro non è una condanna, ma è vita piena. Nella concezione del prete cremonese l’attività umana è nobile. È l’uomo, invece, ad aver sconsacrato il lavoro obbligando le persone al «troppo lavoro», sfruttando la manodopera, non pagandola e non rispettando i diritti umani. Il lavoro onesto, a discapito di quello che pensano in molti, migliora la propria umanità e la propria condizione sociale. Giuseppe il «laborioso» riscatta ogni visione negativa del lavoro. Quando don Primo scrive queste riflessioni, gli scorrono nella mente i volti concreti dei suoi parrocchiani: i contadini, quelli che sono entrati in fabbrica nel secondo dopoguerra, i disoccupati, gli sfruttati, i braccianti agricoli, gli insegnanti”.

Nel suo articolo, don Bruno Bignami, già presidente della Fondazione che di don Primo porta il nome, richiama alcuni passaggi significativi pronunciati da Mazzolari nelle sue omelie, con lo stile diretto e incisivo che lo ha sempre contraddistinto. Come la sua invettiva del 1957 contro «chi non paga la fatica», che – denunciava il parroco – “commette un sacrilegio «come il sacerdote indegno che butta via l’ostia del Signore»”.

Emerge uno sguardo critico e profondo sulla realtà quotidiana (uno sguardo di straordinaria forza attuale), quella del lavoro, ma anche quella della famiglia, con le sue componenti materiali ma anche – soprattutto – spirituali. “In Giuseppe – scrive ancora don Bignami – traspare l’autentica paternità, quella che vola alto rispetto alle sabbie mobili del materialismo. Mazzolari aveva intuito la tragedia dell’assenza del padre già al suo tempo. A sessantadue anni dalla morte del parroco di Bozzolo, avvenuta il 12 aprile 1959, il suo insegnamento non perde attualità, tanto meno in questo anno dedicato alla famiglia. In fondo, custodire è un altro modo per dire amare”.

L’articolo completo su Osservatoreromano.va




Famiglia Amoris Laetitia: dal Papa un video e schede di riflessione (download)

A sostenere la vita delle famiglie ed il loro protagonismo nella vita della Chiesa quest’anno sono disponibili i materiali preparati dal Dicastero laici e famiglia per l’anno della Famiglia Amoris Laetitia: il Papa e coppie dei cinque continenti danno agili spunti di riflessione a partire dalla esortazione Amoris Laetitia. Ogni mese vi sarà un filmato e semplici schede per provocare la vita delle famiglie e di tutta la comunità ecclesiale.

È già online il primo video dal titolo “Camminare insieme” ispirato ad un passaggio di Amoris Laetitia:  «Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa» (AL 325).

 

Ogni video è corredato da un sussidio, che si presta ad essere utilizzato in maniera flessibile sia dalle famiglie, sia dalle varie realtà ecclesiali (diocesi, parrocchie, comunità). Ogni sussidio poi è suddiviso in 4 parti, ciascuna delle quali può essere utilizzata per l’approfondimento in famiglia o in comunità, anche in momenti distinti. Tale strumento intende essere di aiuto alla pastorale familiare, con proposte e suggerimenti che possono essere adattati al contesto locale. Lo scopo è di alimentare la riflessione, il dialogo e la prassi pastorale e, al tempo stesso, arrecare coraggio, stimolo e aiuto alle famiglie nella loro vita spirituale e concreta di tutti i giorni (cf. AL 4). L’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, con un linguaggio semplice e concreto intende, infatti, raggiungere tutta la Chiesa e, in modo particolare, le famiglie cristiane. Il consiglio di papa Francesco è di non leggerla mai in modo affrettato, ma “approfondendola pazientemente” o andando a cercare i temi che più interessano.

Clicca QUI per scaricare le schede del primo video

A livello Diocesano, visto il periodo di distanziamento che stiamo vivendo, l’Ufficio di pastorale Famigliare per questo mese propone alle famiglie, nelle loro case, di vedere il video e di fare l’attività proposta a pagina 6 del sussidio.




Il lieto annuncio vive in famiglia: online il video con la meditazione di coniugi Cristofolini

La gioia e la speranza della Pasqua si estendono nei 50 giorni successivi: che cosa significa questo per la quotidianità di una famiglia? Come i Vangeli della risurrezione illuminano la concretezza della vita di una coppia? Da venerdì 16 aprile alle 21 sui canali web diocesani disponibile la riflessione dei coniugi Anna e Fabio Cristofolini per aiutare a cogliere la ricchezza del lieto annuncio pasquale e a vederne i riflessi nei gesti ordinari.

La loro riflessione prende spunto dal Vangelo dei discepoli di Emmaus e aiuta a fare propria la richiesta che Gesù resti sempre con noi nella vita di famiglia.

Questa iniziativa della Pastorale familiare della Diocesi di Cremona si inserisce nel percorso online che quest’anno ha visto varie coppie raccontare in chiave familiare, alla luce dell’ascolto della Parola, i tempi liturgici vedendone i riflessi, i collegamenti e le implicazioni per la vita di una famiglia.

Come sempre questa testimonianza resta disponibile sul portale diocesano e il canale youtube diocesano dedicato alla formazione, per poter essere riascoltata come coppia, proposta ad amici o utilizzata in attività pastorali.

 

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Tutti i video per la formazione e l’accompagnamento delle famiglie