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A Martignana la comunità albanese in festa si presenta

Domenica 22 settembre, alle 15.30 presso il salone parrocchiale “San Giovanni Paolo II” di Martignana di Po (via Libertà 26), il locale circolo Acli promuove l’incontro “La comunità albanese in festa si presenta” tra storia, cultura e tradizioni.

Apre il pomeriggio il saluto di Hajazi Landi, vicepresidente della Consulta stranieri e dell’Associazione “La Nuova Albania”. A seguire intrattenimento musicale a cura del gruppo folkloristico “Valleve SHQIPONJAT”. Il pomeriggio – aperto a tutti con ingresso libero – sarà caratterizzato da balli tradizionali e assaggi tipici.

L’evento, con il patrocinio del Comune di Martignana di Po, è promosso in collaborazione con “Le Aquile Oglio Po – ODV”.

Locandina




Festa con il Vescovo per la millenaria chiesa di Pieve San Maurizio

Ancora oggi la terra lombarda conserva gioielli nascosti. Uno di questi è l’antica Pieve di San Maurizio, una chiesa millenaria sprofondata nella campagna cremonese, a ridosso del piccolo comune di Ca’ d’Andrea. Probabilmente eretta sulle rovine di un edificio romanico, la chiesetta è oggi un luogo di culto fecondo. Lo dimostra la partecipatissima messa celebrata venerdì 20 settembre dal vescovo Antonio Napolioni, giunto per festeggiare l’importante genetliaco.

I restauri, la bellissima pala d’altare raffigurante il santo protettore, i canti del coro, la folta presenza di popolo: tutto dice di una bellezza mantenuta viva.

Lo hanno ricordato gli stessi parrocchiani, nel saluto iniziale rivolto a mons. Napolioni. «La storia della Chiesa ha duemila anni, e qui ne sono trascorsi mille. Mille anni di fede. Noi oggi guardiamo a queste origini come a linfa vitale per il presente, e siamo grati perché se siamo qui è per tutti quei sacerdoti, laici e fedeli che nel tempo si sono susseguiti mantenendo viva questa Pieve. E’ un luogo saldo e sicuro in questo tempo di fragilità».

San Maurizio è stata infatti fin dagli inizi una di quelle che venivano definite “chiese plebane”: pievi rurali, di popolo, dalle quali dipendevano le altre chiese limitrofe. Lo ha ricordato anche mons. Napolioni: «Dove c’è un popolo, anche piccolo, il Signore vuole esserci. Pensate all’incontro di Gesù con Zaccheo. Gesù andò a mangiare da Zaccheo in casa sua, quello fu il luogo dell’incontro. Questo ci dice che la modalità di Cristo per farsi incontrare è semplice. Lui vuole abitare nei nostri cuori, per testimoniarci un amore più fedele e generoso del nostro. Per questo noi oggi dobbiamo allo stesso modo spalancare le porte delle chiese, come ricorda sempre papa Francesco. Quindi mettiamoci in cammino grati per il passato, senza però indugiare nella nostalgia dei tempi che furono: il Signore chiede a tutti di andare avanti con fiducia, perché ha in serbo meraviglie per i suoi figli».

Prima della celebrazione – proprio nel solco di questa Chiesa viva e unita – il Vescovo ha partecipato all’inaugurazione del nuovo centro pastorale di Torre de’ Picenardi. Una struttura moderna, versatile e polifunzionale. Don Claudio Rossi – parroco di Torre de’ Picenardi, San Lorenzo Picenardi, Pozzo Baronzio e Ca’ d’Andrea – ha ricordato che diventerà uno spazio culturale per la nuova unità pastorale: un centro di formazione cristiana e umana dove si terranno incontri dell’Azione Cattolica e corsi di approfondimento per i catechisti o per i genitori. A tagliare il nastro è stato don Giancarlo Bosio, anziano sacerdote torrigiano, aiutato dal Vescovo e accompagnato dal nuovo vicario zonale don Antonio Pezzetti, da don Paolo Arienti, presidente della Federazione oratori cremonesi, e dal vicesindaco del paese, Franco Potabili.

Photogallery




A Corte de’ Frati una serata con i campioni della Cremonese

Straordinaria partecipazione ieri sera presso l’oratorio di Corte de’ Frati per la testimonianza dell’allenatore e di due giocatori della Cremonese. Invitati da don Claudio Corbani, responsabile dell’unità pastorale di Casalsigone, Castelnuovo Gherardi, Corte de’ Frati, Olmeneta e Pozzaglio, hanno portato la loro esperienza umana l’allenatore Massimo Rastelli, un portiere (Nicola Ravaglia) e un difensore (Luca Ravanelli).

A moderare l’incontro don Alberto Mangili, parroco al Bosco ex Parmigiano. «È stato bello perché hanno raccontato a tanti bambini – c’erano circa 140 persone tra ragazzi e bimbi che giocano a calcio in oratorio, i loro genitori e allenatori – come è possibile vivere nel calcio certi valori», spiega don Alberto.

Nicola e Luca ad esempio vengono da due città lontane da Cremona: Forlì e Trento. Hanno spiegato quanto sia difficile staccarsi dalla famiglia per poter inseguire il sogno calcistico e di come sia stato sempre stato fondamentale avere alle spalle genitori, fratelli e degli amici. Perché, come è emerso durante l’incontro, «di compagni di squadra ne puoi trovare quanti ne vuoi, ma è avere degli amici con cui condividere non solo il pallone ma anche tutti i tiri che la vita ci pone di fronte a fare la differenza».

I giocatori non hanno negato la difficoltà e i sacrifici necessari per poter raggiungere certi obiettivi, come il fatto di continuare il percorso scolastico dentro l’impegno calcistico, cosa mai facile né scontata. Proprio a partire da questo, don Alberto ha ricordato che l’Unione sportiva cremonese – ai ragazzi che giocano nelle giovanili e nella primavera – non chiede solo competenze calcistiche, ma che ciascuno sia fedele e impegnato nella propria formazione scolastica: «La Cremonese da sempre ha a cuore l’educazione in tutta la sua totalità».

Un altro aspetto interessante è stato toccato invece da mister Rastelli che ha spiegato ai bambini presenti come sia molto più importante la coscienza di appartenere a un gruppo che non la singola individualità: «Ciascuno ha le sue competenze e i suoi talenti, ma se uno non li gioca dentro la squadra e dentro l’appartenenza alla maglia, non servono a molto».  È stato poi ricordato che i giocatori della Cremonese sono disponibili su invito a portare la loro testimonianza nelle parrocchie e che la società calcistica mette a disposizione degli oratori della Diocesi – come l’anno scorso – biglietti gratuiti per le partite interne della squadra.




Spinadesco saluta il nuovo parroco, ingresso festoso per don Fabio Sozzi

Un pomeriggio di festa e gratitudine quello vissuto dalla comunità della parrocchia di San Martino Vescovo di Spinadesco per l’ingresso del nuovo parroco don Fabio Sozzi.

Il pomeriggio è iniziato con un simbolico corteo partito dal Comune dal quale, insieme a numerosi cittadini del paese, il sindaco Roberto Lazzari ha accompagnato il nuovo parroco fino all’oratorio parrocchiale adiacente alla chiesa: nel tragitto il corteo è stato salutato da alcuni cittadini e dai numerosi festoni colorati posti per l’occasione ad abbellire le case e i cancelli.

Dall’oratorio è poi partita la processione verso il sagrato della chiesa dove il sindaco di Spinadesco ha pubblicamente accolto don Fabio assicurandogli il grande impegno e la passione dei parrocchiani e dei cittadini del paese.

Ascolta il saluto del sindaco

Una volta entrati nella chiesa gremita il canto del coro parrocchiale ha accolto la processione formata dai chierichetti e da numerosi presbiteri giunti per la festosa occasione: a presiedere la celebrazione eucaristica mons. Antonio Napolioni, concelebrata dal nuovo parroco insieme a don Giambattista Piacentini, vicario della Zona 2.

Subito il saluto di un rappresentante della comunità parrocchiale che ha voluto dare il benvenuto a don Fabio mettendo in risalto la gratitudine per l’arrivo di un nuovo pastore, momento festoso che porterà all’inizio di un nuovo percorso di condivisione insieme e assicurando la collaborazione di tutti i parrocchiani e delle varie associazioni presenti.

Ascolta il saluto della parrocchia

Nella sua omelia il Vescovo ha ricordato che come per il nuovo parroco come per tutti, secondo il proprio ruolo: “Non serve la fantasia, quello che dobbiamo fare lo troviamo nel Vangelo, incarnato nei volti di molte persone. Un Vangelo che non dobbiamo modificare a nostro piacimento anche se ci sono parti che possono non piacerci perché la notizia è che il Signore fa con me come il padre misericordioso si comporta col figlio che ha lasciato la casa del padre in malo modo”.

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

Al termine della celebrazione eucaristica il sentito intervento di don Fabio, tornato nella stessa comunità dove aveva prestato servizio quando era seminarista: “Sono contento di questo inizio, ciò che mi sta più a cuore è che il nostro incontro con Gesù sia sempre vivo e bello, nel celebrare insieme l’eucarestia che ci da speranza per vivere al meglio la nostra vita e la nostra vocazione”.

Ascolta l’intervento di don Fabio Sozzi

All’uscita della chiesa i ragazzi dell’oratorio hanno salutato l’arrivo di don Fabio con un’esplosione di coriandoli insieme alla gioia e l’entusiasmo di tutta la comunità che ha abbracciato il suo nuovo pastore.

Matteo Lodigiani

 

La fotogallery della giornata

 

 

Biografia di don Sozzi

Don Fabio Sozzi nasce a Cremona il 29 maggio 1976, ultimo di quattro fratelli. Entra in seminario nel settembre 1994, quando ancora frequenta l’istituto Einaudi di Cremona dove di diploma nel 1996.

Durante gli anni del seminario svolge servizio pastorale in varie parrocchie della diocesi, tra cui Spinadesco nell’anno 2000/2001. L’ultimo anno di Seminario, come diacono, è nella parrocchia cittadina di San Francesco d’Assisi.

Ordinato sacerdote il 12 giugno 2004, inizia il suo ministero come vicario di Bozzolo.
Nel 2010 il trasferimento a Viadana, come vicario della parrocchia di San Pietro Apostolo.

Dal 2016 era collaboratore parrocchiale a Pandino. Ora mons. Napolioni l’ha destinato come parroco a Spinadesco, prendendo il testimone da don Pietro Samarini, trasferito a Cremona.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Carissimi,
solo poche righe per farvi avere il mio saluto.
Sono contento di essere il vostro nuovo parroco. Quando ho ricevuto la nomina a parroco di Spinadesco il mio cuore si è riempito di stupore, di riconoscenza e anche un po’ di sana inquietudine.
Stupito per questa novità di vita, per questo nuovo incarico che non mi aspettavo di dover affrontare.
Riconoscente al Signore e al Vescovo per questo dono di Grazia.
Inquieto perché non ci si sente mai all’altezza per ciò che il Signore ti chiama a vivere con Lui e per Lui.
Sono tanti i pensieri che si affollano nella mia mente in questo periodo. Pensieri che vanno indietro nel tempo, per rivedere come la Grazia di Dio agisce e ti sostiene in ogni momento e ti dice di non avere paura perché l’amore di Gesù è fedele nonostante la nostra, la mia pochezza.
I miei pensieri sono andati ancora più indietro a rivedere alcuni momenti della mia vita e nell’anno 2000/2001 le nostre storie si sono incrociate e conosciute. Io giovane seminarista, venivo tra voi la domenica a fare esperienza di pastorale a fianco di don Aldo.
L’anno 1999/2000, sempre da seminarista, ho collaborato al fianco di don Pietro quando ancora era parroco a Barzaniga.
Il mio grazie a loro per ciò che hanno testimoniato a me e a voi in questi anni.
Vengo a voi ora come giovane parroco con tanta gioia e trepidazione per gustare insieme a voi il cammino che ci porta ogni giorno a Gesù, che ci riempie del suo Amore e ci dona la sua Salvezza.
Aiutiamoci fin da subito a sostenere il bisogno l’uno degli altri, a guardare alle cose belle, al positivo che la realtà ci offre ogni giorno.
Nell’attesa di incontrarvi personalmente, di conoscere le vostre storie e iniziare a far parte della storia della nostra comunità, vi assicuro la mia preghiera.
A Maria nostra Madre, qui a Pandino venerata con il titolo di Madonna del Riposo, a Spinadesco alla Madonna del Rosario, chiedo di prenderci per mano e di accompagnarci a viviere il Mistero della nostra Fede. A San Martino, nostro patrono, di intercedere per la nostra conversione.
Un abbraccio a tutti. A presto.

Don Fabio




Domenica a Spinadesco l’ingresso di don Fabio Sozzi

Fervono i preparativi per accogliere don Fabio Sozzi, nuovo parroco della Parrocchia di San Martino Vescovo in Spinadesco. L’ingresso ufficiale sarà domenica 15 settembre con la Messa presieduta alle 17.30 dal vescovo Antonio Napolioni.

A preparare l’insediamento del nuovo parroco un triduo di preghiera: Messe la sera di martedì 10 settembre (ore 20.45) e nel pomeriggio di sabato 14 (ore 18); venerdì 13 alle 20.45 celebrazione penitenziale.

Domenica 15 settembre l’accoglienza ufficiale di don Sozzi inizierà alle 17 da piazza Soyons, da dove partirà il corteo che accompagnerà il nuovo parroco in oratorio. Da qui partirà la processione d’ingresso per la Messa che il vescovo Napolioni presiederà alle 17.30 in chiesa parrocchiale.

Un momento conviviale con rinfresco, dopo la Messa, sarà l’occasione per salutare don Sozzi. Mentre alle 21 nella chiesa parrocchiale si terrà per il concerto della schola cantorum di Spinadesco in onore del nuovo parroco.

 

Biografia di don Sozzi

Don Fabio Sozzi nasce a Cremona il 29 maggio 1976, ultimo di quattro fratelli. Entra in seminario nel settembre 1994, quando ancora frequenta l’istituto Einaudi di Cremona dove di diploma nel 1996.

Durante gli anni del seminario svolge servizio pastorale in varie parrocchie della diocesi, tra cui Spinadesco nell’anno 2000/2001. L’ultimo anno di Seminario, come diacono, è nella parrocchia cittadina di San Francesco d’Assisi.

Ordinato sacerdote il 12 giugno 2004, inizia il suo ministero come vicario di Bozzolo.
Nel 2010 il trasferimento a Viadana, come vicario della parrocchia di San Pietro Apostolo.

Dal 2016 era collaboratore parrocchiale a Pandino. Ora mons. Napolioni l’ha destinato come parroco a Spinadesco, prendendo il testimone da don Pietro Samarini, trasferito a Cremona.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Carissimi,
solo poche righe per farvi avere il mio saluto.
Sono contento di essere il vostro nuovo parroco. Quando ho ricevuto la nomina a parroco di Spinadesco il mio cuore si è riempito di stupore, di riconoscenza e anche un po’ di sana inquietudine.
Stupito per questa novità di vita, per questo nuovo incarico che non mi aspettavo di dover affrontare.
Riconoscente al Signore e al Vescovo per questo dono di Grazia.
Inquieto perché non ci si sente mai all’altezza per ciò che il Signore ti chiama a vivere con Lui e per Lui.
Sono tanti i pensieri che si affollano nella mia mente in questo periodo. Pensieri che vanno indietro nel tempo, per rivedere come la Grazia di Dio agisce e ti sostiene in ogni momento e ti dice di non avere paura perché l’amore di Gesù è fedele nonostante la nostra, la mia pochezza.
I miei pensieri sono andati ancora più indietro a rivedere alcuni momenti della mia vita e nell’anno 2000/2001 le nostre storie si sono incrociate e conosciute. Io giovane seminarista, venivo tra voi la domenica a fare esperienza di pastorale a fianco di don Aldo.
L’anno 1999/2000, sempre da seminarista, ho collaborato al fianco di don Pietro quando ancora era parroco a Barzaniga.
Il mio grazie a loro per ciò che hanno testimoniato a me e a voi in questi anni.
Vengo a voi ora come giovane parroco con tanta gioia e trepidazione per gustare insieme a voi il cammino che ci porta ogni giorno a Gesù, che ci riempie del suo Amore e ci dona la sua Salvezza.
Aiutiamoci fin da subito a sostenere il bisogno l’uno degli altri, a guardare alle cose belle, al positivo che la realtà ci offre ogni giorno.
Nell’attesa di incontrarvi personalmente, di conoscere le vostre storie e iniziare a far parte della storia della nostra comunità, vi assicuro la mia preghiera.
A Maria nostra Madre, qui a Pandino venerata con il titolo di Madonna del Riposo, a Spinadesco alla Madonna del Rosario, chiedo di prenderci per mano e di accompagnarci a viviere il Mistero della nostra Fede. A San Martino, nostro patrono, di intercedere per la nostra conversione.
Un abbraccio a tutti. A presto.

Don Fabio




“Educarci a educare”, serata a Calvenzano con Johnny Dotti

Sarà Johnny Dotti, pedagogista, padre e imprenditore sociale, ad inaugurare il programma della festa dell’oratorio a Calvenzano, nella serata di mercoledì 11 settembre. Alle ore 21 sarà lui l’ospite dell’incontro dal titolo “Educarci a educare, una sfida alla nostra libertà”: uno sguardo attento, competente e serio sull’educazione delle nuove generazioni in un mondo di crisi ed emergenze educative e che vede la perdita di alcuni valori fondamentali.

La festa dell’oratorio continuerà poi per tutta la settimana con serate di musica e manifestazioni sportive (scarica la locandina).




Ezio Aceti e la sfida dell’educazione, da vincere «ammalandoci di positività» (AUDIO)

“Educare oggi. Una sfida possibile”. Questo il tema del momento formativo della festa dell’oratorio Don Bosco, ad Agnadello, affidato allo stile colloquiale, diretto, istrionico di Ezio Aceti, psicologo lecchese specializzato in dinamiche educative, che nella serata di venerdì 13 settembre ha parlato a una quarantina di presenti nel teatro dell’oratorio. Una sfida difficile quella di educare al giorno d’oggi, che secondo Aceti si può vincere «ammalandoci di positività».

La riflessione dello psicologo è partita dalla storia dell’educazione, un concetto che in ogni epoca ha punti di debolezza e punti di forza e da lì è derivato il primo ammonimento del relatore: «Se qualcuno dice che era meglio prima, io vado a casa subito: quello non è un credente. Un credente che brontola, non crede, perché Dio ha amato in modo infinito l’epoca precedente come ama allo stesso modo questa epoca».

Seconda riflessione: la crisi educativa, che si riflette nella crisi della famiglia – i dati statistici sono lì a dimostrarlo –, nella crisi della società, nella crisi della scuola. Una crisi che, citando il priore della comunità di Bose Luciano Manicardi, è paragonabile alle doglie del parto. «Di fronte a questa crisi – ha precisato Aceti – vi sono due grandi errori educativi che facciamo tutti, io compreso: il primo è pensare che fosse meglio una volta. Oggi pensiamo ancora che il castigo funzioni? Questo è uno degli errori. Un secondo sbaglio è il modernismo che al suo interno, a sua volta, ha due grandi errori interni: l’infantilismo degli anziani e l’adultizzazione infantile. Non solo non vogliamo più i vecchi ma non vogliamo nemmeno i bambini. Anche il bambino oggi deve crescere: bisogna essere tutti adolescenti, giovani, sgamati. Non dico che tutto sia così, per l’amor del cielo, ma sono questi gli errori che si fanno in questa crisi».

Nella seconda parte della serata Aceti ha parlato di cosa voglia dire veramente educare. «Per poter educare qualcuno – ha proseguito – occorre togliersi dalla testa tre stupidaggini, tre pregiudizi. Il primo. Non c’è un carattere bello o brutto. Dite ad un bambino che è cattivo che crescerà cattivo. Siamo in una società dove l’80% delle cose che si dicono sono negative. Il secondo pregiudizio è peggio del primo: dobbiamo avere il coraggio di disfarci dei nostri genitori. Dobbiamo avere il coraggio di seppellire i morti. Il terzo pregiudizio è sull’amore. È sempre possibile, l’amore. Noi siamo per l’amore. Amiamoci e diventeremo l’uno per l’altra».

Allora cosa dire ai nostri bambini? Che contenuti dare loro? «Come dice Benedetto XVI – ha sottolineato Aceti –, ci vuole un colpa d’ala e scoprire che la speranza è già in noi. Diciamo loro le cose vere. Non mettete mai nel cuore di un bambino la paura dell’altro, chi fa questo uccide l’anima di quel bambino; l’altro è coessenziale alla nostra esistenza. Noi siamo relazione. È l’altro che mi fa esistere. E poi dite il vero. Il vero genera gioia ed il falso tristezza. Ancora, dite ai vostri figli che è sempre possibile ricominciare, rialzarsi. Sosteneteli sempre, non date castigo e punizioni, che non servono a nulla ma fate quello che faceva Gesù, che mazzolava tutti ma tirava su tutti. Poi dite ai vostri figli che hanno un orecchio interiore, quello che è capace di ascoltare il trascendente, lo spirito. Come possiamo dare queste verità ad un bambino queste cose? Ammalandoci di positivo mentre noi continuiamo a parlare del negativo. La realtà non è quella che vediamo ma quella che facciamo esistere».

Aceti ha concluso la serata con un’esortazione ai genitori presenti: «Nessuno di voi si senta inadeguato. Dio stesso ci dice rialzati, ricomincia, chiedi scusa».




A Calvenzano l’intervento di Johnny Dotti sulla sfida (im-possibile) dell’educare

Educare oggi? Una missione impossibile. Eppure si può e si deve ancora provare ad educare. E l’oratorio è il luogo dove questo impossibile può diventare possibile. Ne ha parlato mercoledì sera Johnny Dotti, pedagogista, padre ed imprenditore sociale di Carobbio degli Angeli (Bergamo), ospite della prima serata della festa dell’oratorio Santa Croce di Calvenzano. Alle 21, in chiesa parrocchiale, Dotti ha incontrato i genitori proponendo una serata sul tema “Educarci ad educare”.

Una sfida alla nostra libertà”. “La società di oggi – ha detto il pedagogista – non prevede l’educazione. Non la prevede la scuola e non la prevedono le dinamiche sociali. Essere padri e madri oggi è quasi impossibile, perché nel mondo delle macchine, dove le macchine fanno tutto, dove è la scienza a fare il possibile, all’uomo cosa è rimasto da fare se non l’impossibile? E quindi è impossibile educare”.

La situazione descritta da Dotti è quella di una la società vecchia, opulenta, e priva della volontà di rischiare. Tuttavia, secondo lui anche l’impossibile può diventare possibile. Come? Iniziando a porci la domanda “Che patrimonio lascerò ai miei figli?” e guardando alla tradizione. “Dalla tradizione – ha proseguito – possiamo prendere alcuni grandi perle per aiutarci in questo compito umanamente impossibile. Come l’oratorio. L’oratorio è il luogo dell’alleanza fra educatori che si aiutano ad educare i loro figli. In questo senso l’oratorio è un tempo prima ancora che uno spazio. È il tempo educativo in cui possono accadere cose per le quale io genitore mi fido dell’altro genitore. L’oratorio comincia dando concretezza alla comunione. E poi dopo il tempo l’oratorio diventa uno spazio. E così in oratorio si comincia a lavorare. In questo modo ce la possiamo fare ad educarci ad educare? Spero di si».

Conclusione affidata al saluto del parroco, don Franco Sudati. La festa prosegue fino a domenica. Stasera suonano I leggenda, la band del sindaco di Vailate Paolo Palladini. Domani sera (venerdì 13) ballo liscio con Daris Group, sabato sera karaoke e domenica la conclusione con i giochi pomeridiani ed una serata-cori.




Castelleone, la polisportiva dell’oratorio festeggia 10 anni con Cremonese, Vanoli e Pomì (AUDIO)

La Polisportiva Oratorio Castelleone ”Don Eugenio Mondini” compie dieci anni, traguardo importante per una società che conta attualmente più di quattrocento associati e per festeggiare il decennale è stato organizzato un evento dedicato allo sport nell’ambito della settimana della festa dell’oratorio. Nella serata di martedì 10 settembre, presso la sala San Bernardino, si è svolto l’incontro “Sport per crescere insieme”, condotto dal giornalista Patrizio Pavesi che ha intervistato giocatori e dirigenti di importanti realtà sportive del territorio.

«Crescere insieme è la vocazione dell’oratorio e di chi vuole in qualche modo, anche attraverso, la fede umanizzare la storia». Con queste parole don Vittore Bariselli, vicario dell’oratorio, ha aperto la serata, ricordando che proprio il desiderio, attraverso lo sport, di rendere le persone più umane, più capaci di stare con gli altri, di guardarsi negli occhi, di sorridersi e di mettersi in gioco ha fatto nascere nel 2009 la Polisportiva ”Don Eugenio Mondini”. Società formatasi dalla fusione del Centrolimpia che si occupava dell’attività motoria dei bambini e della Folgore, società sportiva dell’oratorio femminile, per sviluppare le attività sportive ed educative dei bambini. Quest’anno anche l’U.S. San Bernardino si è sciolta ed è confluita nella Polisportiva Don Eugenio Mondini, dando vita a una nuova e unica società sportiva dell’Oratorio di Castelleone.

Dopo il saluto del sindaco di Castelleone, Pietro Fiori, Patrizio Pavesi ha presentato gli ospiti: le pallavoliste Marianna Maggipinto e Letizia Camera della Pomì Casalmaggiore, Francesco Migliore, centrocampista della Cremonese, il vice allenatore Flavio Fioretti e il giocatore Giulio Gazzotti per la Vanoli Basket. Poi le interviste hanno permesso un confronto tra chi rappresenta il mondo dello sport a livello professionistico e la realtà oratoriana. Le domande del conduttore hanno messo in evidenza come lo sport abbia consentito agli atleti di conquistare più rapidamente autonomia e maturità perché la scelta di seguire la propria passione sportiva li ha condotti molto presto a lasciare casa e famiglia d’origine. Tutti gli intervistati  hanno sottolineato come lo sport provoca sempre effetti positivi, permettendo di raggiungere un migliore equilibrio interiore, imparando  a superare e affrontare le sconfitte e a gioire per le vittorie senza inorgoglirsi troppo. Il consiglio che gli sportivi professionisti hanno voluto dare ai dirigenti e agli allenatori dell’oratorio è stato quello del rispetto tra allenatori e ragazzi, valorizzando i ragazzi nelle loro peculiarità, senza sottolineare in modo eccessivo gli errori, puntando anche al divertimento senza l’assillo del risultato.

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Domenica 8 settembre Viadana inaugura la “Casa dei talenti”

La “Casa dei talenti” sarà benedetta e ufficialmente inaugurata domenica 8 settembre, al termine della messa festiva delle 10.30 (che, in occasione della conclusione del Grest, sarà celebrata all’oratorio di Castello).

La struttura (l’ex banca Cariplo di largo De Gasperi) ospiterà la nuova sede della Caritas parrocchiale e zonale. Gli spazi, che occupano una superficie complessiva di ben 640 metri quadrati, consentiranno di gestire con maggiore agio le attività caritative (distribuzione pacchi alimentari, raccolta e redistribuzione abiti usati, colloqui di sostegno e orientamento per cittadini e famiglie in difficoltà). Negli auspici espressi dal parroco don Antonio Censori, la “Casa dei talenti” diventerà un vero e proprio luogo di incontro e accoglienza, a disposizione anche per riunioni, feste e conferenze.

La stessa domenica, nelle chiese cittadine, saranno esposti i cesti della raccolta Caritas, nei quali i fedeli potranno conferire generi alimentari a lunga conservazione e prodotti per la casa da redistribuire a chi ne ha bisogno. Gradito anche il materiale scolastico: biro, matite, gomme, pennarelli, quaderni di ogni formato, zaini e astucci usati purché in buone condizioni.

Per vari motivi, i prossimi saranno giorni intensi per le parrocchie unite viadanesi: è in calendario infatti pure la festa degli oratori cittadini. Come tradizione, l’edizione di settembre si tiene in Castello.

Il calendario. Mercoledì 4 settembre, dalle 19.30, cena sotto le stelle e proiezione delle foto dei campi estivi. Venerdì 6, sul sagrato della chiesa di San Pietro, giochi di San Nicola, per una serata di sfide e divertimento, e mercatino dei giochi usati. Sabato 7 alle 21 spettacolo “Le argonautiche” a cura del laboratorio teatrale giovanissimi. Domenica 8 alle 10.30 la messa al campo e alle 21 la festa di conclusione del Grest. Sarà l’occasione per salutare don Piergiorgio Tizzi e don Marco Bosio, destinati dal vescovo Antonio Napolioni ad altri incarichi dopo rispettivamente dieci e tre anni di servizio a Viadana. Sabato e domenica sera sarà possibile trattenersi a cena al centro giovanile.

Martedì 10 settembre, infine, la città celebrerà il patrono San Nicola da Tolentino: messa solenne alle 10.30 nella chiesa di San Martino, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine.