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A Castelleone “Novembre sociale” con uno sguardo sul mondo

Ritornano a Castelleone gli incontri proposti dalla rassegna “Novembre sociale”. Come scrive il parroco don Giambattista Piacentini sull’ultimo numero del giornalino parrocchiale “La Squilla”, dopo alcuni anni di pausa, si vuole riproporre il “Novembre sociale”, una iniziativa che si ritiene importante per la formazione di una coscienza cristiana e per una lettura dei fenomeni sociali alla luce del Vangelo.

Il Novembre Sociale, fin dall’inizio, è sempre stato caratterizzato da una particolare attenzione a tematiche relative a situazioni legate alla realtà attuale e quotidiana interpretate e lette seguendo la dottrina sociale della Chiesa.

Quest’anno si propone di riflettere, in modo serio e documentato, su tre temi che rischiano di essere trattate in modo superficiale se non addirittura banale: una economia solidale, il fenomeno delle migrazioni, l’ecologia e la cura del creato. Il contributo di persone esperte nei vari ambiti permetteranno di ampliare le conoscenze sulle tematiche in oggetto e di favorire una riflessione sia comune sia personale. La proposta del “Novembre sociale” è il contributo culturale che la parrocchia desidera offrire alla città di Castelleone nella ricerca del bene comune.

Il primo incontro si terrà domenica 10 novembre, sul tema “Economia: verso un nuovo modello di sviluppo”, relatore prof. Davide Maggi, professore di Economia Aziendale Università degli Studi del Piemonte Orientale.

Il secondo domenica 17 novembre, sul tema”Immigrazione: dalla paura all’incontro”, relatori S.E. mons. Giancarlo Perego, Arcivescovo di Ferrara e Comacchio, già direttore della Fondazione Migrantes e l’ avvocato Abdoulaye Mbody, primo avvocato africano del foro di Milano.

Domenica 24 novembre, terzo e ultimo incontro sul tema “Ecologia…Abitare la Terra: la cura per la casa comune”, relatori don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per i Problemi sociali e il lavoro, e l’ingegnere Francesco Begnis.

Tutti gli incontri si terranno, alle 18,  presso la sala san Bernardino Realino dell’oratorio di Castelleone.

 

Locandina




L’ultimo saluto a don Scaglioni, «capace di guardare a Dio e insieme alla gente»

Una vera e propria folla commossa e composta è quella che ha gremito la chiesa del Seminario diocesano per salutare un’ultima volta don Angelo Scaglioni nel primo pomeriggio di giovedì 7 novembre. I funerali del sacerdote mantovano, deceduto il 5 novembre a 77 anni dopo una lunga malattia, sono stati presieduti dal vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni e concelebrata dal vescovo emerito mons. Dante Lafranconi con il vicario generale don Massimo Calvi, insieme a molti altri sacerdoti diocesani.

Incapace la chiesa del Seminario di contenere tutti. Oltre ai fedeli di S. Antonio Maria Zacaria, anche molti di Cristo Re e di Paderno Ponchielli, giunti con un apposito pullman con la presenza anche del sindaco Cristiano Strinati, in fascia tricolore accanto a un rappresentante dell’Amministrazione di Cremona.

Nelle parole del Vescovo durante l’omelia il ricordo di don Angelo è stato semplice e genuino: «Oggi la Chiesa di Cremona saluta un grande parroco: oggi tutti parlano di te, disubbidendoti perché come tu dicevi non volevi finire sul giornale». Proseguendo ha voluto poi sottolineare tutte le realtà che don Scaglioni ha vissuto e dove ha lasciato un segno profondo. Infatti: «Oggi le parrocchie, i quartieri, gli oratori, gli scout, la radio e persino gli animali che ti hanno conosciuto parlano di te e tutti ti dicono grazie».

Seppur come “ultimo arrivato” mons. Napolioni ha voluto portare il suo ricordo personale, poiché proprio nella parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria, dove don Angelo ha servito incessantemente la comunità per trent’anni, come nuovo vescovo celebrò la sua prima Messa in una parrocchia della diocesi: «Don Angelo, ringraziandomi per la visita, qualche giorno dopo mi scrisse dicendosi contento perché parlavo il “gentese”, la lingua che a lui piace: oggi voglio essere la voce della tua gente per cantare la bellezza della tua vita».

Il ricordo è stato segnato anche da una caratteristica di don Angelo tanto fisica quanto caratteriale: «Dio ha valorizzato tutto di te, come il tuo sguardo strabico tipico dei cristiani: un occhio talmente preso da Dio e uno dalla gente da tenerli insieme anche quando sembrava impossibile, specialmente verso i ragazzi e gli smarriti sempre accolti da te. Sei stato un prete tanto esigente quanto aperto, come narrato nelle parole del Vangelo di oggi “costui accoglie i peccatori e mangia con loro” proprio come il tuo stile che dai tuoi confratelli era rispettato, un po’ sopportato e un po’ invidiato».

Infine il vescovo Napolioni ha voluto concludere ricordando anche il legame con Maria, mamma tanto affettuosamente amata da don Angelo: «Ora parla tu di noi, sappiamo lo farai affidandoci ancora a Maria, la Madonnina dell’Angelo, e se proprio le combineremo grosse dacci un segno col tuo fischietto».

Al termine della celebrazione eucaristica, dopo l’aspersione con l’acqua santa, in ricordo del battesimo, e con il fumo dell’incenso in attesa della resurrezione dei morti, la salma è stata portata fuori dalla chiesa dove sotto una leggera pioggia c’è stato l’ultimo lungo e interminabile saluto dei tanti fedeli presenti a don Angelo.

Dopo la celebrazione la salma è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano, suo paese natale, per la tumulazione di venerdì 8 novembre.

Photogallery della celebrazione

Matteo Lodigiani

 

Profilo di don Scaglioni

Don Angelo Scaglioni è nato a Rivarolo Mantovano: classe 1942 è stato ordinato presbitero nel giugno del 1967. Fino al 1981 ha vissuto il suo ministero tra i giovani della parrocchia di Cristo Re, a Cremona, come vicario parrocchiale. Ha ottenuto la laurea in Teologia Biblica. Nominato parroco ha servito la comunità di Paderno Ponchielli dal 1981 al 1989. Quindi il trasferimento a Cremona, nella parrocchia cittadina di S. Antonio Maria Zaccaria, di cui è stato parroco fino al 2017, quando la malattia l’ha costretto a rinunciare alla parrocchia per risiedere nella struttura “La Pace” di Cremona.

 

La Messa di don Angelo, per 25 anni “la prima voce” della Radio diocesana

 




La prima domenica di don Davide Ferretti a Salvador de Bahia

Arriva direttamente da Salvador de Bahia il saluto di Don Davide Ferretti alla diocesi di Cremona. Nel suo video messaggio don Davide parla della sua prima domenica da fidei donum nella parrocchia di Cristo Risorto a Salvador de Bahia dove proprio oggi, 3 novembre, inizia il suo nuovo servizio. Una giornata di festa per la comunità che festeggia l’arrivo del nuovo sacerdote ma anche il compleanno di don Emilio Bellani, l’altro sacerdote cremonese da dieci anni in parrocchia. Una giornata speciale che inizierà con la Messa domenicale e proseguirà fino a sera con momenti di allegria nella comunità brasiliana.

https://www.facebook.com/DiocesiCremona/videos/780382212393046/




A Castelleone i lavori per la completa demolizione del vecchio edificio dell’oratorio

Nella scorsa settimana l’avvio a Castelleone della completa demolizione del vecchio edificio dell’oratorio, ancora in alzato, ha dato ai castelleonesi il segnale tangibile della ripartenza dei lavori per il completamento dell’intera dell’opera del nuovo oratorio.

A dire il vero le attività lavorative erano riprese già da alcune settimane con la realizzazione di un muro di contenimento, resosi necessario per consolidare la stabilità della sede stradale verso il viale Santuario. Ora si continuerà con la demolizione e la rimozione delle macerie per poi procedere alla sistemazione definitiva delle aree esterne.

Del vecchio oratorio resterà solo l’edificio della Sala della Comunità Giovanni Paolo II.

Nello spazio ricavato dalla demolizione delle vecchie strutture saranno collocati il campo di calcio a cinque o a sette, la pedana per il basket e la pallavolo, inoltre si realizzerà uno spazio gioco per i più piccoli e un’area verde.

La fine dei lavori è prevista per l’inizio del nuovo anno.

La comunità di Castelleone con la costruzione del nuovo oratorio ha effettuato un grande investimento come segno di speranza nelle nuove generazioni e confida di essere sostenuta in questa convinzione dal sostegno e dalla generosità di tutti.

Nel frattempo la vita dell’oratorio  non si ferma, c’è un grande fervore di attività: le nuove strutture sono utilizzate a pieno regime per le diverse iniziative  dal catechismo, alle attività sportive, alle proposte formative e culturali per bambini, ragazzi, giovani e adulti.




Torna la “Tenda della Misericordia” nel Duomo di Casalmaggiore

Anche quest’anno, durante il tempo della fiera e della festa cittadina di Casalmaggiore, torna la “Tenda della Misericordia”. Tenda sarà il duomo di Casalmaggiore, Piazza Marini, che aprirà le porte per due momenti di adorazione eucaristica.

Il primo momento sarà venerdi 1 novembre 2019, festa di tutti i Santi, dalle ore 18.30 alle ore 20.00, e sarà animato dalle Povere Suore di Gesù e Maria.

Il secondo sarà il 3 novembre 2019, sempre, dalle ore 18.30 alle 20.00. Questo evento di evangelizzazione sarà animato dai Minorock, gruppo musicale della Pastorale Giovanile della Diocesi di Mantova.

L’obiettivo è dare testimonianza dell’Amore di Dio, un Dio che si è fatto pane e che attende ognuno di noi, così come siamo, a braccia aperte.

Saranno presenti confessori al servizio di chi vuole (ri)accostarsi a Lui.




Nuovi parroci, l’insediamento di don Rota a Gussola ha chiuso il calendario degli ingressi

Provocatorie, certamente, sono state le parole del vescovo Antonio Napolioni durante l’omelia in occasione della Messa di insediamento di don Roberto Rota come parroco di Gussola e Torricella del Pizzo, presieduta nel pomeriggio di domenica 27 ottobre a Gussola. L’ultimo degli ingressi di parroci previsti in queste settimane. «Essere pubblicani significa riconoscersi umili, bisognosi della misericordia e dell’amore di Dio», ha spiegato il pastore della Chiesa cremonese.

Linea, quella dell’umiltà, su cui si è mosso anche il sindaco di Gussola, Stefano Belli Franzini, che, nel saluto di benvenuto al nuovo parroco, ha ribadito la disponibilità da parte dell’Amministrazione a «sostenere e accompagnare il cammino della parrocchia, affinché, insieme, ma con umiltà, si possa guidare la comunità».

La celebrazione è poi proseguita, come di consueto, dopo la lettura del decreto di nomina, con l’aspersione, da parte di don Rota, dell’intera assemblea – molto numerosa – e con il saluto delle parrocchie al nuovo parroco.

«Le nostre sono comunità pronte a camminare insieme – ha spiegato Marco Cappa, di Gussola, – ma hanno bisogno di una guida. Per questo siamo felici del suo arrivo e attendiamo con trepidazione il momento in cui, finalmente, potremo iniziare il nostro percorso».

Quello alla condivisione è stato anche uno degli inviti che il Vescovo ha rivolto e ai presbiteri e ai laici: «Per noi cristiani la priorità è l’annuncio del Vangelo ai fratelli, la volontà di aiutarli a scoprire, dentro di loro, la luce dell’amore di Dio. In questo i ministri siano da esempio, si mettano al servizio e vivano pienamente la comunità!».

Don Rota non sarà infatti solo a guidare le nuove parrocchie che gli sono state affidate: ad affiancarlo ci sarà don Umberto Leoni,  vicario di Gussola da ben 58 anni.

Prima della conclusione della celebrazione, animata dalla corale della parrocchia, il nuovo parroco ha avuto l’occasione di rivolgere il proprio saluto alla comunità.

Don Rota si è detto «felice di poter iniziare un nuovo cammino, un viaggio da vivere insieme guardando al futuro». Non è mancato un piccolo momento di commozione: «È bello vedere così tante persone, molte delle quali le ho incontrate nei miei anni di ministero; mi fa piacere sentire il loro l’affetto e la loro vicinanza. Questo è essere Chiesa».

La Messa si è conclusa in un clima di festa e gioia, espressione della gratitudine, da parte delle parrocchie di Gussola e Torricella del Pizzo, nei confronti della disponibilità ed attenzione che, fin da subito, don Roberto Rota ha dimostrato nei confronti dei fedeli.

Andrea Bassani

Photogallery della celebrazione

 

Biografia di don Rota

Classe 1959, originario della parrocchia di S. Agata in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1983. Ha iniziato il proprio ministero come vicario al Boschetto, nella periferia di Cremona, dove è rimasto sino al 1991. Nel frattempo è stato impegnato presso la Curia vescovile: prima come addetto della Ragioneria (1984/1995), poi come cassiere (1995/2004), ricoprendo anche l’incarico di direttore della Cassa del Clero (1993/2004) e poi quello di responsabile dell’Ufficio assistenza e pensione clero (1997/2004). Dopo essere stato collaboratore parrocchiale a Cremona nella parrocchia di S. Giuseppe, presso il quartiere Cambonino (1999), è stato nominato parroco di Olmeneta (2000/2004). Segretario per il Giubileo del 2000, è stato anche incaricato diocesano FACI-Federazione nazionale del clero italiano (2001/2008) e presidente della Società di mutuo soccorso tra i sacerdoti (2007/2008).

Dal 2004 era parroco di Castelverde e Castelnuovo del Zappa, dal 2017 anche di Costa S. Abramo e dal 2018 anche di Marzalengo e S. Martino in Beliseto. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come successore di don Ettore Conti in qualità di parroco delle parrocchie “Annunciazione” in Gussola e “S. Nicolò vescovo” in Torricella del Pizzo.

Dal 2008 don Rota è incaricato diocesano del Segretariato Pellegrinaggi e dell’Ufficio per la Pastorale del turismo e dei pellegrinaggi; oltre che, dal 2012, presidente dell’agenzia turistica diocesana ProfiloTours.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Cari Amici

Rivolgo, da queste pagine, un primo saluto alle comunità di Gussola e Torricella del Pizzo che si stanno preparando ad accogliermi come Parroco.

Dal 26 maggio scorso, quando è stata resa pubblica la decisione del Vescovo, il mio pensiero e la mia preghiera, nel subbuglio dei sentimenti e delle emozioni, sono stati anche per voi, per i malati e per tutte le persone che vedono nel Prete un riferimento: chiedo al Signore di non deludere attese e speranze e di saper andare incontro a tutti con animo lieto e generoso! Un pensiero anche per chi si sente ai margini, è disinteressato o non credente: a tutti, nella comune appartenenza alla società umana, la mia attestazione di stima e il desiderio sincero di poter partecipare alla costruzione di un mondo più giusto e solidale.

Il mio pensiero è dunque per tutti e per ciascuno; è un pensiero di totale affidamento al Signore e alla sua volontà per essere capaci tutti – popolo di Dio e pastore – sempre, con gioia ed entusiasmo, di seguirlo per le strade lungo le quali ci condurrà.

A don Umberto che, sono certo, continuerà ad offrire il suo prezioso contributo, a don Alfredo che ritrovo dopo qualche anno, nato e cresciuto tra voi, a don Gino che da Parroco della vicina Martignana, sono certo, non mi farà mancare consigli e aiuto, il mio saluto fraterno; a don Ettore il grazie e l’augurio di buon lavoro nella sua nuova missione.

Non è facile entrare in corsa, lungo un cammino già tracciato. Per questo, sono certo, mi perdonerete lentezze, accordandomi quel tempo di ambientamento tra voi che sarà fatto soprattutto di ascolto, per poter poi, insieme, assumere quelle decisioni che occorrono, consapevole degli impegni anche gravosi che andranno ad assommarsi a quello di incaricato diocesano del turismo e tempo libero che mi vedrà in alcuni momenti, lontano dalla Parrocchia, perché impegnato in viaggi e pellegrinaggi.

Non conosco l’ambiente casalasco perché nei nei 36 anni di ministero non ci sono state occasioni, ma so che siete persone schiette che dicono quello che pensano: vi chiedo di essere così anche con me; di aiutarmi e di sostenermi.

Non so cosa vi aspettate da me, ma un prete, per tanto fantasioso e intraprendente che possa essere, non può mai prescindere da ciò a cui il Signore lo ha chiamato: l’annuncio della sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la carità fraterna: è su questo ultimo aspetto che vi chiedo una particolare disponibilità per costruire insieme una comunità dove ci si voglia bene, ci si aiuti tutti, perché nessuno deve sentirsi escluso, nessuno deve rimanere indietro.

E poi ci sono le sfide per la manutenzione del notevole patrimonio artistico e delle strutture pastorali per la quale servirà la disponibilità di tutti e il coraggio di scelte impegnative.

Così, in attesa di incontrarci, vi chiedo una preghiera e vi assicuro il mio ricordo.

 Don Roberto




Il Vescovo a San Bassano: «Fare comunità intorno al Vangelo»

«Fare comunità intorno al Vangelo». È questo il messaggio che il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha lasciato a don Angelo Ruffini, già parroco di San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni, che, nel pomeriggio di sabato 26 ottobre, si è insediato anche nelle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito e San Latino.

La celebrazione si è svolta presso la chiesa parrocchiale di San Bassano, alle cui porte don Ruffini è stato accolto dai sindaci dei vari paesi coinvolti. A rivolgere il proprio saluto al parroco, a nome di tutti, è stato il primo cittadino di Gombito, Massimo Caravaggio, che si è detto felice di poter iniziare «un nuovo cammino da vivere insieme» e fiducioso in un futuro che possa parlare la lingua della condivisione.

Successivamente il vicario della zona pastorale seconda, don Giambattista Piacentini, ha letto pubblicamente il decreto di nomina del nuovo parroco il quale, successivamente, ha ricevuto dal Vescovo l’aspersorio e ha benedetto i numerosi fedeli presenti alla celebrazione.

Don Ruffini ha poi ricevuto il saluto di una rappresentante delle comunità a lui affidate, Savina, da Formigara, la quale ha espresso il desiderio, da parte di tutte le parrocchie, di mettersi in gioco per «crescere insieme e costruire un’unica grande famiglia».

Le parrocchie di cui don Ruffini è stato nominato parroco, infatti, sono in cammino verso la costituzione di una unità pastorale. Ed è proprio in questo segno che si è articolata la riflessione del vescovo Napolioni durante l’omelia. «Se crediamo che il pastore è uno, e uno il gregge – ha sottolineato il Vescovo – non possiamo che riconoscere e tentare di vivere il grande valore comunitario che la fede cristiana porta con sé e invita a far proprio».

Mons. Napolioni ha poi ricordato a tutti i presenti, a partire dai presbiteri, quale sia la vera missione della Chiesa: «E’ l’annuncio del Vangelo a dover essere prioritario, non l’organizzazione di strutture e organigrammi sui quali, poi, immancabilmente, prevalgono campanilismi e divisioni». E per ribadire ulteriormente il concetto, il pastore della Chiesa cremonese ha usato le parole della liturgia domenicale: «Gesù stesso ci invita a non avere la presunzione di sentirci superiori agli altri, ma ad essere umili, a vivere come una comunità di piccoli; solo così potremo essere uniti e forti nel suo nome».

La Messa, animata dalle corali delle varie parrocchie, è poi proseguita in modo consueto fino al tradizionale saluto che il nuovo parroco rivolge alle comunità presenti. Don Ruffini ha invitato tutti i parrocchiani a «sentirsi parte di una squadra, in cui ciascuno è chiamato a spendersi per il bene degli altri, a partire da noi sacerdoti».

Il suo ministero sarà infatti supportato da don Davide Ottoni, che ha lasciato la comunità di Soresina, e dai presbiteri che già risiedono nelle parrocchie: don Luigi Pietta, don Luigi Parmigiani e don Mario della Corna.

Al termine della celebrazione, per tutti i presenti, è stato allestito un buffet, presso l’oratorio, per celebrare in un clima di serenità e convivialità questo primo passo di un cammino che vuole essere condiviso e comunitario.

Andrea Bassani

 

Photogallery della celebrazione

 

Biografia dei nuovi sacerdoti

Don Angelo Ruffini, classe 1964, originario di Calvatone, è stato ordinato il 18 giugno 1994. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano; nel 1999 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido. Nel 2005 è diventato parroco in solido dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido, Casteldidone, S. Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco di “S. Martino vescovo” in San Bassano e “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone). Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche le parrocchie di “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito e “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, in vista della nuova unità pastorale.

 

Don Davide Ottoni, classe 1979, originario di Torre Pallavicina, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Calvenzano; nel 2009 il trasferimento a Soncino come vicario della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo e di quella di S. Pietro apostolo, insieme a quella di S. Bartolomeo apostolo in Isengo. Dal 2011 era collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora diventa collaboratore dell’erigenda unità pastorale di Cornaleto, Formigara, S. Bassano, Gombito, S. Latino, S. Maria dei Sabbioni.

 

 

1 + 1 = SEI   Messaggio per l’avvio del cammino dell’erigenda unità pastorale

Chi ha detto che uno più uno fa due, ad ogni costo e in ogni circostanza? Abbiamo scoperto che se due persone, con due punti di vista diversi, si mettono in dialogo profondo, ascoltandosi l’un con l’altro e rispettando le opinioni altrui, possono arricchirsi di diversi punti di vista e la loro unione può far maturare altre idee non presenti prima del loro incontro. E allora uno più uno può fare quattro, cinque o sei. A noi piace pensare che, oggi, faccia sei. Perché le nostre singole comunità insieme faranno una comunità grande, un’unità grande che sarà ricca perché avrà dentro di sé sei punti di vista. Forse c’è da fare qualche passo per imparare a superare la paura di uscire dall’ombra dei nostri campanili, per conoscerci un po’ di più e scoprire quanto fanno bene e quanto arricchiscono le relazioni. Così facendo 1+1=SEI, dove quel “sei” ti chiama in causa in prima persona: sei tu, per primo, a far in modo che il dialogo si crei, che la relazione inizi e sei tu per primo che ne uscirai arricchito. Conosciamoci, affrontiamo insieme, nella comunione questa nuova esperienza che scopriremo essere una ricchezza per tutti se la vivremo con disponibilità, apertura, ascolto e dialogo.

1+1=SEI perché sei tu, con le tue qualità, con i tuoi talenti, con tutto te stesso a testimoniare che collaborare significa crescere nella condivisione; crescere nella condivisione porta ad essere corresponsabili. Sei tu a far in modo che si stia bene insieme, che si viva in comunione. E lo stare bene insieme connota gli amici di Cristo già dalle prime comunità cristiane quando i discepoli affascinavano la gente da come si volevano bene. Con questa prospettiva vivremo l’unità pastorale non come un’imposizione dall’alto, proprio perché non è così. È un nuovo modello di Chiesa, un nuovo modo di fare comunione e di essere testimoni di questa comunione. Non siamo soli, c’è il Padre che ci sostiene e ci ama per primo, c’è Gesù che cammina con noi, resta al nostro fianco e c’è lo Spirito che vive in noi e ci fortifica nel cammino. Questa è la prima, vera certezza.

1+1=SEI perché prima di tutto devi riscoprire il tuo essere amico di Cristo. L’esperienza di Triuggio ci ha permesso di fare anche un viaggio dentro noi stessi per riscoprire quei valori certi come l’ascolto, la condivisione, l’accoglienza dell’altro, la fiducia, valori che spesso diamo per scontati e non approfondiamo. Solo scoprendo chi siamo, cosa vogliamo essere possiamo affermare con chiarezza che desideriamo camminare insieme con lo sguardo rivolto a Gesù, ascoltando la ricchezza che c’è in ognuno di noi, dicendo bene gli uni degli altri, aprendoci al cambiamento.

Riscoprendo noi stessi, riconoscendoci tutti in cammino su un’unica strada, sapendoci scelti e chiamati da Dio in questo tratto di storia, potremo affermare nuovamente che 1+1=sei. Dove un uno sta per ciascuno di noi e l’altro sta per Dio che ci chiama. E quel SEI? Quel SEI è ciò che Dio vuole da noi in questo momento. Dio ci sta chiedendo una forma di comunione per noi nuova; attraverso la voce del vescovo chiede di far nascere quest’unità Pastorale e sa che faremo fatica, così come ne siamo coscienti noi.  Ma non dobbiamo attendere che ci sia la comunità perfetta e ideale per metterci in gioco, perché non ci sarà mai. La comunità è formata da noi che non siamo e non saremo mai perfetti. È fatta da noi che abbiamo limiti e potenzialità, che siamo imperfetti, ma anche capaci di cose belle. Quindi in quanto costituita da noi non sarà mai una porzione di Chiesa perfetta. Potrà però incamminarsi verso l’ideale di santità solo seguendo Dio, attraverso l’ascolto della sua Parola, lo spezzare il pane e la Carità. Il compito che è chiesto a ciascuno è di accogliere e amare l’altro così come lo accoglie e lo ama Dio e aiutarlo a compiere la Sua Volontà.

Buon cammino a tutti!

Il parroco don Angelo Ruffini  
con il gruppo di laici delle sei parrocchie
che hanno partecipato all’evento di Triuggio




Domenica 27 ottobre a Castelleone il Pianista di Yarmuk

La chiesa della Trinità di Castelleone ospiterà nel pomeriggio di domenica 27 ottobre il concerto Note d’autunno, un concerto pianistico particolare, infatti, si esibirà al pianoforte Aeham Ahmad, il musicista siriano che si oppone alla violenza della guerra con la potenza delle note. Aeham Ahmad, nato nel 1988, pur vivendo nel campo profughi palestinese di Yarmouk nei pressi di Damasco, conosce la musica classica e si diploma al conservatorio.

Per reagire alle distruzioni e alle devastazioni della guerra decide di utilizzare la musica suonando il suo pianoforte per le strade, in mezzo alle macerie, eseguendo i suoi pezzi accompagnato dal violino del padre. Purtroppo due anni fa i miliziani dell’ISIS hanno incendiato il suo pianoforte, uccidendo anche un bambino che stava ascoltando la sua esibizione. Aeham Ahmad ora vive a Wiesbaden, cittadina tedesca non lontana da Francoforte. I video dei suoi concerti lo hanno fatto conoscere e ora è un pianista di professione. Il concerto è organizzato in collaborazione con la Pro loco e la Città di Castelleone, la Parrocchia dei santi Filippo e Giacomo e il CUAMM Medici con l’Africa ed è un modo per dare voce a storie di guerra e di ingiustizia  attraverso la musica e la cultura.

Locandine




Sabato 26 ottobre a San Bassano nuovi incarichi per don Angelo Ruffini

Sabato 26 ottobre, alle 18, nella chiesa parrocchiale di San Bassano, il vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni, presiederà la Messa di insediamento di don Angelo Ruffini – Classe 1964, originario di Calvatone, già parroco di San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni – nominato parroco di Cornaleto, Formigara, Gombito, e San Latino, in vista della prossima costituzione in Unità pastorale delle sei comunità.

Nell’occasione inizierà il suo ministero anche il nuovo collaboratore parrocchiale don Davide Ottoni, che lascia Soresina (risiederà a Gombito). Continuerà a risiedere a Gombito, garantendo il proprio servizio per le comunità di Cornaleto, Formigara, Gombito e San Latino, anche don Luigi Pietta, così come don Luigi Parmigiani, residente a Formigara. Completa l’équipe dei sacerdoti don Mario della Corna, collaboratore a San Bassano e Santa Maria dei Sabbioni oltre che presidente della Fondazione Istituto “Vismara-De Petri”, presso la quale risiede.

La celebrazione del 26 ottobre sarà animata dalle corali delle diverse parrocchie. Dopo la Messa è previsto un momento conviviale presso la sala polivalente dell’oratorio.

In cammino verso l’unità pastorale i laici impegnati a diverso titolo nelle sei parrocchie hanno vissuto un intenso momento di formazione nei giorni 12 e 13 ottobre (foto qui sotto), presso la villa Sacro Cuore di Triuggio (MB), occasione di comunione spirituale e di condivisione sul mutamento in atto.

 

Biografia dei nuovi sacerdoti

Don Angelo Ruffini, classe 1964, originario di Calvatone, è stato ordinato il 18 giugno 1994. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano; nel 1999 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido. Nel 2005 è diventato parroco in solido dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido, Casteldidone, S. Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco di “S. Martino vescovo” in San Bassano e “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone). Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche le parrocchie di “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito e “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, in vista della nuova unità pastorale.

 

Don Davide Ottoni, classe 1979, originario di Torre Pallavicina, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Calvenzano; nel 2009 il trasferimento a Soncino come vicario della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo e di quella di S. Pietro apostolo, insieme a quella di S. Bartolomeo apostolo in Isengo. Dal 2011 era collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora diventa collaboratore dell’erigenda unità pastorale di Cornaleto, Formigara, S. Bassano, Gombito, S. Latino, S. Maria dei Sabbioni.

 

 

1 + 1 = SEI   Messaggio per l’avvio del cammino dell’erigenda unità pastorale

Chi ha detto che uno più uno fa due, ad ogni costo e in ogni circostanza? Abbiamo scoperto che se due persone, con due punti di vista diversi, si mettono in dialogo profondo, ascoltandosi l’un con l’altro e rispettando le opinioni altrui, possono arricchirsi di diversi punti di vista e la loro unione può far maturare altre idee non presenti prima del loro incontro. E allora uno più uno può fare quattro, cinque o sei. A noi piace pensare che, oggi, faccia sei. Perché le nostre singole comunità insieme faranno una comunità grande, un’unità grande che sarà ricca perché avrà dentro di sé sei punti di vista. Forse c’è da fare qualche passo per imparare a superare la paura di uscire dall’ombra dei nostri campanili, per conoscerci un po’ di più e scoprire quanto fanno bene e quanto arricchiscono le relazioni. Così facendo 1+1=SEI, dove quel “sei” ti chiama in causa in prima persona: sei tu, per primo, a far in modo che il dialogo si crei, che la relazione inizi e sei tu per primo che ne uscirai arricchito. Conosciamoci, affrontiamo insieme, nella comunione questa nuova esperienza che scopriremo essere una ricchezza per tutti se la vivremo con disponibilità, apertura, ascolto e dialogo.

1+1=SEI perché sei tu, con le tue qualità, con i tuoi talenti, con tutto te stesso a testimoniare che collaborare significa crescere nella condivisione; crescere nella condivisione porta ad essere corresponsabili. Sei tu a far in modo che si stia bene insieme, che si viva in comunione. E lo stare bene insieme connota gli amici di Cristo già dalle prime comunità cristiane quando i discepoli affascinavano la gente da come si volevano bene. Con questa prospettiva vivremo l’unità pastorale non come un’imposizione dall’alto, proprio perché non è così. È un nuovo modello di Chiesa, un nuovo modo di fare comunione e di essere testimoni di questa comunione. Non siamo soli, c’è il Padre che ci sostiene e ci ama per primo, c’è Gesù che cammina con noi, resta al nostro fianco e c’è lo Spirito che vive in noi e ci fortifica nel cammino. Questa è la prima, vera certezza.

1+1=SEI perché prima di tutto devi riscoprire il tuo essere amico di Cristo. L’esperienza di Triuggio ci ha permesso di fare anche un viaggio dentro noi stessi per riscoprire quei valori certi come l’ascolto, la condivisione, l’accoglienza dell’altro, la fiducia, valori che spesso diamo per scontati e non approfondiamo. Solo scoprendo chi siamo, cosa vogliamo essere possiamo affermare con chiarezza che desideriamo camminare insieme con lo sguardo rivolto a Gesù, ascoltando la ricchezza che c’è in ognuno di noi, dicendo bene gli uni degli altri, aprendoci al cambiamento.

Riscoprendo noi stessi, riconoscendoci tutti in cammino su un’unica strada, sapendoci scelti e chiamati da Dio in questo tratto di storia, potremo affermare nuovamente che 1+1=sei. Dove un uno sta per ciascuno di noi e l’altro sta per Dio che ci chiama. E quel SEI? Quel SEI è ciò che Dio vuole da noi in questo momento. Dio ci sta chiedendo una forma di comunione per noi nuova; attraverso la voce del vescovo chiede di far nascere quest’unità Pastorale e sa che faremo fatica, così come ne siamo coscienti noi.  Ma non dobbiamo attendere che ci sia la comunità perfetta e ideale per metterci in gioco, perché non ci sarà mai. La comunità è formata da noi che non siamo e non saremo mai perfetti. È fatta da noi che abbiamo limiti e potenzialità, che siamo imperfetti, ma anche capaci di cose belle. Quindi in quanto costituita da noi non sarà mai una porzione di Chiesa perfetta. Potrà però incamminarsi verso l’ideale di santità solo seguendo Dio, attraverso l’ascolto della sua Parola, lo spezzare il pane e la Carità. Il compito che è chiesto a ciascuno è di accogliere e amare l’altro così come lo accoglie e lo ama Dio e aiutarlo a compiere la Sua Volontà.

Buon cammino a tutti!

Il parroco don Angelo Ruffini  
con il gruppo di laici delle sei parrocchie
che hanno partecipato all’evento di Triuggio




A San Pietro al Po un convegno e un libro per riscoprire l’affresco capolavoro di Bernardino Gatti

Sabato 26 ottobre, a partire dalle ore 9, 30, nel refettorio dell’ex convento di San Pietro al Po di via Cesari 18, si terrà un interessante convegno dal titolo La moltiplicazione dei pani e dei pesci di Bernardino Gatti.

L’occasione di questo convegno, organizzato dalla parrocchia cittadina guidata da don Antonio Bandirali, è stata offerta da una significativa ricorrenza: infatti, nel settembre del 1549 Bernardino Gatti detto il Sojaro, pittore pavese lungamente attivo anche in importanti cantieri cremonesi, piacentini e parmensi, viene interpellato dall’abate di San Pietro al Po, Colombino Rapari, per affrescare una delle pareti del refettorio monastico in cui quotidianamente i monaci consumavano il loro pasto. Il Rapari, proprio in quell’anno era diventato abate del monastero cremonese e, contestualmente, rettore generale dell’ordine dei Canonici lateranensi agostiniani che, fin dalla metà del Quattrocento, si trovavano nel cenobio di via Cesari.

L’opera, lodata dalla critica fin dal Cinquecento, è stata oggetto di diversi contributi che, tuttavia, non hanno approfondito la complessa rete di relazioni che l’ha generata e non l’hanno mai collegata alla situazione storica in cui essa è nata; alla metà del Cinquecento, infatti, la città di Cremona era un centro importante del luteranesimo lombardo e da San Pietro erano fuggiti diversi monaci accusati di eresia; allo stesso tempo, però, era anche una città vitale, soprattutto dal punto di vista artistico.

Per celebrare i 470 anni dalla realizzazione di questo dipinto, è stato organizzato l’incontro in cui verranno presentati gli studi di alcuni prestigiosi relatori che offriranno nuovi spunti di indagine e interessanti novità sui personaggi raffigurati, sul significato delle scelte iconografiche e sulle tecniche artistiche utilizzate.

Nel volume degli Atti – che sarà possibile acquistare durante il convegno – confluiscono diverse suggestioni e punti di vista: a Mariella Morandi spetta il compito di inquadrare l’opera nel contesto storico- artistico dell’epoca; Beatrice Tanzi, invece, presenta l’abate Colombino Rapari, committente di questo affresco e figura di primo piano del panorama religioso del XVI secolo. Silvia Cibolini offre una lettura analitica dell’opera, ponendola in relazione con i grandi maestri dell’arte rinascimentale e identificando alcuni dei personaggi ritratti. Don Maurizio Compiani fornisce un’originale interpretazione dell’affresco partendo dalle Sacre Scritture; infine, compete a Vincenzo Gheroldi l’approfondimento sulla tecnica utilizzata dal Gatti per l’esecuzione dell’opera. La giornata sarà accompagnata dalle musiche di Angela Alessi.

Il ricavato della vendita del volume degli Atti del convegno, curato dalle Edizioni Cremonaproduce e stampato da Fantigrafica, contribuirà a coprire le spese del restauro della chiesa di Santa Lucia, afferente alla parrocchia di San Pietro e chiusa da alcuni mesi.