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Tre chiese, un unico ponte nel presepio di San Pietro al Po

C’è un grande ponte al centro del presepe realizzato quest’anno nella chiesa di San Pietro al Po di Cremona. Un ponte su cui si incammina una folla di persone dirette verso la scena della natività, che come sempre si apre sul piazzale esterno della chiesa attraverso una vetrata.

Al ponte le persone accedono attraverso tra strade che da tre chiese (come sono tre le parrocchie dell’unità pastorale: San Pietro, Sant’Imerio e Cattedrale) convergendo in un’unica grande processione che sale verso il cuore del presepe. Come scrive Santa Caterina da Siena il ponte che unisce la terra al cielo è simbolo di salvezza e il suo percorso attraversa un paesaggio in cui la comunità in cammino passa tra i simboli eucaristici: il frumento e le viti, il grano e l’uva.

È un lavoro prezioso quello del gruppo di volontari della parrocchia di San Pietro al Po che come ogni anno si impegna nella ricerca non soltanto tecnica e scenografica, ma propone anche una riflessione spirituale ed ecclesiale, quest’anno in particolare rivolta alla formazione dell’unità pastorale in un cammino che avvicina tre comunità.

Nel testo che introduce al presepio sono le parole di Papa Francesco a guidare lo sguardo: «Il presepe – scrive il Santo Padre nella lettera apostolica Admirabile signum sul significato e il valore del presepe – il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita».

 

 




Capodanno alternativo a Cella Dati: la chiesa trasformata in stalla rimarrà aperta per la preghiera

Si vivrà un capodanno diverso dal solito nella chiesa parrocchiale di Cella Dati, trasformata in questi giorni in una stalla che rievoca suggestivamente la notte della natività di Gesù.

Si tratta di un’iniziativa del parroco don Umberto Zanaboni, che a partire dalle 21 fino alle 23.45 del 31 dicembre, quando la maggior parte della gente è tutta presa da brindisi, feste e botti, ha deciso di aprire le porte della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cella Dati a tutti coloro che vogliono trascorrere un capodanno alternativo di veglia e preghiera.

«Ci sono persone sole o altre che per i più svariati motivi non hanno voglia di festeggiare – spiega il parroco – e per questo ho deciso di dedicare loro un momento diverso, di preghiera, raccoglimento e meditazione. In attesa di un nuovo anno tutti assieme per adorare, ringraziare e chiedere perdono. Le porte rimarranno aperte anche solo per una piccola visita, per chi desideri staccarsi da cene e feste e incontrare il Signore in un momento di preghiera».

Allo scoccare della mezzanotte non mancherà anche il tradizionale brindisi in compagnia.

La locandina




Il 6 gennaio a San Matteo delle Chiaviche torna “Il grande presepe vivente”

Dopo gli apprezzamenti registrati in occasione delle scorse festività, nel pomeriggio del 6 gennaio, presso l’antica e suggestiva Corte Buvoli di San Matteo delle Chiaviche, tornerà “Il grande presepe vivente”. Dalle 14.30 la rappresentazione degli antichi mestieri e delle scene di vita, con la partecipazione di decine di figuranti in costume.

Non mancheranno il racconto ai bambini delle fiabe natalizie e gli interventi musicali degli zampognari e del coro “Joy Voices” di Casalmaggiore. Alle 17 la sacra rappresentazione della nascita di Gesù; quindi il corteo seguirà la Sacra Famiglia fino al sagrato della chiesa, dove sarà inscenato l’arrivo dei Magi. La conclusione con un momento di preghiera.

Nelle settimane scorse, papa Francesco ha diffuso da Greccio una sua riflessione sul significato del presepe: «Rappresentare l’evento della nascita di Gesù – ha scritto il pontefice – equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia». La lettera del papa è stata inviata dal parroco don Angelo Maffioletti a tutte le trecentocinquanta famiglie di San Matteo e Sabbioni. Un gesto che ha provocato anche un simpatico scompiglio: sulle buste era infatti scritto solamente “Per te, da Francesco”; e diversi cittadini, forse tratti in inganno, prima ancora di aprirle, le hanno riportate in Posta o imbucate nelle cassette di conoscenti di nome Francesco. Chiarito l’equivoco, la curiosità si era accresciuta, fornendo a tutti un’ulteriore opportunità di riflessione sul tema del presepio.




A Vailate si è rinnovata la tradizione del presepio vivente

Passa il tempo, le edizioni sono diventate trenta (consecutive) e il numero dei figuranti (un centinaio quest’anno) e degli spettatori (comunque buono) non è più quello degli anni passati. Però la magia del presepe vivente di Vailate rimane intatta. Se poi il meteo è favorevole come quest’anno, meglio ancora.

L’edizione 2019 della Sacra Rappresentazione è andata in scena nel pomeriggio di giovedì 26 dicembre, nella canonica giornata di Santo Stefano. Ad organizzarla è stato il neonato gruppo parrocchiale che ha raccolto il testimone dall’associazione “Amici del presepe vivente di Vailate” che nei mesi scorsi ha chiuso i battenti. Curato in ogni minimo dettaglio, come sempre, il presepe si è svolto in piazza Della Chiesa, in via Roma e in una parte di piazza Cavour.

La rappresentazione è iniziata alle 16. Per un’ora, fino alle 17, il pubblico ha potuto godersi le scene di vita quotidiana del villaggio palestinese, fra artigiani e contadini, nobili e pastori, prima di concentrarsi sulla fase più importante dell’evento, introdotta dalla scena dell’annunciazione.

Dopo aver ricevuto la visita dell’arcangelo (Loredana Pandini), Maria (Nicole Sassi) ha iniziato il suo viaggio con Giuseppe lungo il presepe in cerca di un alloggio per la notte. La rievocazione ha avuto il suo momento principale poco più tardi, con la rappresentazione della nascita di Gesù, avvenuta sul sagrato della chiesa parrocchiale, dove è stata ricostruita la capanna della natività. È lì che la Sacra Famiglia (impersonata da una famiglia vera formata da Roberto Marangon, da sua moglie Ilary Rovelli e dal loro figlioletto Leonardo, di un mese) ha atteso la visita degli abitanti del villaggio. Aperta dai pastori, la lunga processione al cospetto del Bambino si è conclusa con l’arrivo dei re magi (Sebastiano Zonca, Angelo Robati e Rosario Baffi) vestiti con splendidi costumi ed accompagnati, come sempre, da un seguito imponente.

Splendido, a conclusione della manifestazione, il colpo d’occhio offerto dalla ricostruzione storica davanti alla chiesa. Finale con i ringraziamenti del nuovo gruppo organizzatore alla maestra Mariuccia Grassi, anima del presepe vivente sino all’anno scorso, con la benedizione del parroco don Natalino Tibaldini e con le note della banda musicale di Vailate.

Photogallery




A Casalmorano taglio del nastro per la 14a mostra di presepi e diorami

È stata inaugurata l’8 dicembre la quattordicesima mostra di presepi e diorami organizzata dall’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano. L’esposizione, allestita presso il centro pastorale parrocchiale di via Prejer 7, a Casalmorano, potrà essere visitata fino al 12 gennaio 2020.

Anche quest’anno, grazie alla collaborazione ormai consolidata tra la Parrocchia, il gruppo culturale Sant’Ambrogio e l’oratorio di Casalmorano e i rapporti stretti con i più prestigiosi presepisti del Nord Italia, torna una delle mostre più grandi allestite sul territorio diocesano.

In mostra 75 opere di 60 diversi espositori provenienti da tutto il Nord Italia. Da sottolineare la presenza di un presepio di grandi dimensioni (6 metri) secondo classificato a un concorso promosso dalla città di Milano. Sempre di grandi dimensioni, un presepe omaggio a Matera, città della cultura 2019, recentemente colpita da naufragio, e un presepe omaggio a Genova, quartiere Boccadasse, città pure tristemente ricordata dalla cronaca per il crollo del ponte Morandi e per i disastri naturali che hanno ulteriormente colpito il capoluogo ligure.

Tra i presepisti presenti, Claudio Stefanini, considerato uno dei migliori del Nord Italia e che concede le sue opere per mostre ed esposizioni solo agli Amici del Presepio di Casalmorano.

Tra i presepi presenti, anche due opere concesse dal collaboratore parrocchiale don Giuliano Valiati, che ha benedetto la mostra. All’inaugurazione era presente il sindaco Pietro Giuseppe Emilio Vezzini insieme ai volontari dell’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano rappresentati dal presidente Antonio Martellotta, Andrea Zerbi e Gian Paolo Della Nave in rappresentanza del Credito Padano.

Il sindaco Vezzini ha voluto esprimere il suo ringraziamento agli organizzatori: «L’Amministrazione è riconoscente e orgogliosa per l’attenzione al territorio da parte di questo gruppo». All’intervento del primo cittadino è seguita la benedizione di don Valiati che ha così “battezzato” l’iniziativa: «Queste mostre – ha detto – servono a ricordare il senso del Natale: ce lo ricorda il presepio messo in mostra. Le mostre ci aiutano a capire che anche i non professionisti possono creare cose che restano nell’animo. Basta un piccolo gesto, un piccolo spazio per fare il presepio e fare Natale anche attraverso questo simbolo. Questa mostra è una riflessione sul mistero della redenzione e su cosa ha fatto Cristo per noi. Visitate questa mostra e le altre mostre presenti sul territorio perché sono cultura e ci avvicinano al mistero della redenzione».

Il taglio del nastro da parte del presidente dell’Associazione Amici del Presepio di Casalmorano Antonio Martellotta ha quindi aperto la visita dei prima ospiti.

L’iniziativa gode del patrocinio della Provincia di Cremona e del Comune Casalmorano e vede quale main sponsor il Credito Padano.

Photogallery dell’inaugurazione

 

Orari della mostra

Tutti i sabati 14.30-17.30
Tutte le domeniche: 9.30-11.30 / 14.30-19
Mercoledì 25 dicembre solo pomeriggio dalle 15.30 alle 19
Mercoledì 1° gennaio solo pomeriggio dalle 14.30 alle 19
Per visite fuori orario e gruppi (minimo 10 persone) contattare i seguenti numeri telefonici 0374 340930 (orari negozio) – 339/7427481




Giovedì a Vailate il presepio vivente

Va in scena nel pomeriggio di giovedì 26 dicembre, nella canonica giornata di Santo Stefano, la trentesima edizione del presepe vivente di Vailate, organizzato dal “Gruppo presepe vivente” della parrocchia, con la collaborazione dell’oratorio Don Bosco e il patrocinio del Comune. Il gruppo ha raccolto quest’anno il testimone dall’associazione “Amici del presepe vivente di Vailate” chiusa nei mesi scorsi.

I figuranti saranno un centinaio. A impersonare la Sacra Famiglia sarà una famiglia vera, come esige la tradizione del presepe vivente vailatese: Ilary Rovelli, suo marito Roberto Marangon e il loro figlioletto Leonardo, di un mese.

Il presepe inizierà alle 16, con l’animazione del villaggio palestinese riprodotto in piazza Della Chiesa, nel tratto di via Roma che va fino all’incrocio con via Tanzi Montebello e via Borghi Inferiori e in piazza Cavour, entrerà nel vivo alle 17 con il passaggio di Maria a cavallo di un asino (Nicole Sassi) e Giuseppe a piedi in cerca di un riparo per la notte e si concluderà alle 18, con l’omaggio di tutti i personaggi del presepe e con l’arrivo dei re magi (Sebastiano Zonca, Angelo Robati e Rosario Baffi) e del loro imponente seguito al cospetto del Bambino alla capanna della natività, che nei giorni scorsi è stata allestita, come sempre, sul sagrato della chiesa parrocchiale. La chiusura, come da tradizione, sarà affidata alla benedizione del parroco don Natalino Tibaldini.

Dal 1990 ad oggi il presepe vivente di Vailate non si è mai interrotto. Solo un anno, per colpa del forte vento che la notte precedente aveva danneggiato alcune scene, non si è tenuto nel giorno di Santo Stefano ma qualche giorno dopo.

 




Fornovo, la mostra dei presepi arriva al XIV edizione (photogallery)

L’oratorio di Fornovo, in piazza San Giovanni, per il quattordicesimo anno consecutivo ospita una mostra di presepi, organizzata dall’associazione “Amici del Presepe”. Ben 22 le opere esposte, e in una zona attigua saranno ospitati anche i presepi realizzati dai ragazzi e dai cittadini di Fornovo.

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Bellaguarda, festeggiati con il Vescovo i cento anni

La parrocchia di Santa Maria Maddalena in Bellaguarda, nel Viadanese, compie cento anni. Festeggiati sabato 21 dicembre con la Messa solenne presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

La liturgia è stata concelebrata dal parroco don Davide Barili, dal collaboratore don Maurizio Germiniasi, dall’ex parroco in solido don Paolo Tonghini e da don Giuseppe Bernardi Pirini, originario proprio di questa comunità. All’altare anche Luigi Lena, diacono permanente della zona pastorale V. La celebrazione è stata animata dalla corale parrocchiale diretta da Barbara Morelli.

Nell’omelia monsignor Napolioni ha invitato i fedeli a imparare a «distinguere la cornice dal quadro»: a riconoscere cioè cosa “fa” parrocchia, cosa costruisce la comunità cristiana. Un invito ad andare all’essenziale, alle cose belle, a ciò che è vivo, alla dimensione missionaria.

All’inizio della Messa, gli Scout di Viadana avevano consegnato una lampada con la “luce di Betlemme”.

Per l’occasione, il grande presepio allestito davanti all’altare era adornato dalle foto storiche dei parrocchiani (raccolte nei mesi scorsi per una mostra), idealmente in adorazione davanti al Bambino.

Dalla volta pendevano cento stelle d’argento, ritagliate nella carta dai bimbi della scuola materna “Marina Grassi” a simboleggiare il secolo di vita della comunità (ventuno delle quali d’oro, una per ciascuno degli scolaretti stessi).

All’offertorio, tra i doni portati all’altare, anche una copia del volume “Bellaguarda dalla preistoria ai nostri giorni”. Curata da Luigi Cavatorta (conservatore del museo civico di Viadana), la pubblicazione raccoglie le genealogie delle famiglie storiche del paese, redatte da Andrea Buoli. Il libro era stato presentato pubblicamente domenica 15: ne sono già state vendute oltre cento copie, che hanno raggiunto anche i bellaguardesi non più residenti, addirittura fin negli Stati Uniti, in South Dakota e Colorado (per chi fosse interessato ad avere una copia del volume è possibile contattare il 347-3093448).

Domenica 5 gennaio, chiusura dei festeggiamenti in chiesa alle 17 con il concerto della corale dell’unità pastorale e del coro voci bianche diretti da Francesco Azzolini.

L’oratorio di Santa Maria Maddalena fu eretto nelle campagne viadanesi attorno alla metà del Seicento, per volontà del possidente Pietro Romani. All’epoca il paese era ricompreso nella parrocchia di San Matteo delle Chiaviche; venne eretto a parrocchia autonoma (comprendente anche Valle di Casalmaggiore) il 6 dicembre 1919. La chiesa attuale venne poi edificata nel 1937; l’antico oratorio, in seguito adibito ad asilo e ambulatorio, è oggi inglobato nella sede del circolo Acli.

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Ad Arzago d’Adda la rappresentazione della Natività messa in scena dai ragazzi della Mistagogia

Nella serata di sabato 21 dicembre nella parrocchiale di Arzago d’Adda, i ragazzi della Mistagogia con i bambini dell’Iniziazione cristiana, hanno messo in scena nove quadri sulla storia della nascita di Gesù. Nella chiesa, per l’occasione gremita di gente, si respirava un clima di pace e di serenità aspettando l’arrivo del Natale. Nell’ultima scena della Natività, tutti i ragazzi e i bambini, vestiti da pastori e angeli, hanno cantato il “Gloria” e altri canti natalizi.

Al termine della serata, in oratorio c’è stato lo scambio degli auguri e una fetta di panettone per tutti.




A Casirate il presepe vivente con i volontari dell’oratorio

Una sessantina di figuranti ha rappresentato domenica pomeriggio (22 dicembre), in viale Massimo D’Azeglio (la strada che porta a Villa Blondel, sede del Comune), il presepe vivente, organizzato dai volontari dell’oratorio San Marco.

A partire dalle 16 i figuranti hanno ricreato varie situazioni con ambientazione fine ottocentesca: i contadini ed i pastori, le ricamatrici, il fabbro, i fiorai, la scuola con la maestra e gli scolaretti, le lanaie, i fabbricatori di cera, i cestai, l’arrotino, lo stagnaro, l’ombrellaio, la postazione del censimento e la casa del fattore. Nel giardino di Villa Blondel invece è stata riprodotta una piccola fattoria con un asinello e dei maialini. Per tutti i presenti, anche un paio di punti ristoro posizionati nella zona d’accesso alla via del municipio dove sono stati offerti vin brûlé, panettone e tè caldo.

In fondo a via D’Azeglio è stata riprodotta la natività, separata dal resto del presepe da uno spazio vuoto contornato da piccoli fuochi. Un’idea del curato don Gabriele Barbieri per dare ancor più significato alla scena: il fuoco come simbolo di luce e purificazione e che occorre attraversare per arrivare al cospetto del Salvatore. Com’è tipico del presepe vivente casiratese, la Sacra Famiglia è stata impersonata anche quest’anno da una famiglia vera, residente in paese: Giordano Saccenti ha vestito i panni di Giuseppe, sua moglie Marika Zanola quelli di Maria ed il loro figlioletto Riccardo, di sei mesi, quelli di Gesù Bambino.

Verso le 18 tutti i figuranti delle varie postazioni si sono diretti verso il luogo della natività, per rendere omaggio al Redentore. Poi, guidati dagli angeli (Giudit Mandelli, Anna Tadolti, Ilaria Bani ed Alessandra Casula), sono arrivati i re magi, (Riccardo Panzera, Dennis Bellosguardo e Lorenzo Casarotti) mentre il tenore Fabio Franzese ha cantato un brano natalizio in lingua francese. Una preghiera guidata da don Gabriele ha concluso il presepe.

L’impegno dei volontari dell’oratorio, al lavoro da fine settembre per prepararlo, è di proseguire la tradizione della Sacra Rappresentazione, una delle ultime rimaste in bassa bergamasca, rinnovandola di anno in anno.