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Il tema della Parola al centro della visita pastorale all’Unità pastorale Cafarnao

La visita pastorale alle comunità dell’Unità pastorale «Cafarnao» (Vescovato, Ca’ de Stefani, Binanuova, Gabbioneta, Pescarolo, Pieve Terzagni) è iniziata venerdì 24 gennaio con i primi appuntamenti del vescovo Napolioni che ha trascorso la mattinata alla casa di riposo di Vescovato – Fondazione Soldi – per incontrare lo staff e gli ospiti della struttura.

Nel pomeriggio, le tappe alla scuola elementare di Pescarolo dove si è fermato per un saluto alle insegnanti e si è intrattenuto con i bambini che lo hanno accolto con grande entusiasmo. Ha quindi presieduto la Messa, concelebrata nella chiesa parrocchiale di Gabbioneta. In serata il programma della prima giornata si è completato con l’incontro sulla Parola nella chiesa di Pieve Terzagni, momento che ha assunto un particolare significato nella prospettiva della «Domenica della Parola di Dio».

Sabato 25, la seconda giornata di visita si è aperta con la preghiera dell’Ora Media alle 9.30 in oratorio a Vescovato; in seguito monsignor Napolioni ha visitato la scuola media del paese scambiando un saluto con insegnanti e alunni. Alle 16 la celebrazione della Messa nella palestra della casa di riposo, mentre alle 18 a Pescarolo ha partecipato alle celebrazioni per la Giornata della Memoria. Alle 19 il Vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica a Binanuova e, a seguire – dalle 20.30 – ha incontrato i gruppi di cresimandi e della mistagogia, gli adolescenti e giovani in oratorio a Vescovato.

Nella giornata di domenica la conclusione della visita all’Unità pastorale con la Messa presieduta dal vescovo alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Pescarolo e, nel pomeriggio, dalle 15 la festa di San Giovanni Bosco a Vescovato con genitori e ragazzi, prima della Messa conclusiva prevista per le ore 18, sempre a Vescovato.

Ascolta l’omelia del Vescovo a Pescarolo

Ascolta l’omelia del Vescovo a Vescovato

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Al centro della visita, come indicato dalle stesse comunità il tema della Parola

Nessuno di fronte ad una affermazione che dica «la centralità della Parola» nella vita delle comunità cristiane avrebbe qualche riserva o muoverebbe qualche obiezione. Resta il fatto che nella prassi e nelle dinamiche quotidiane delle nostre comunità la familiarità con la Parola viene considerata ovvia, assodata. Del resto non siamo cristiani da 20 secoli?
È sufficiente andare oltre le consuetudini religiose che viviamo per comprendere quanto sia grande e necessario riscoprire un rapporto vitale con Dio attraverso la sua parola fatta carne: Gesù di Nazaret. Il suo Vangelo accolto, condiviso, annunciato ai poveri fa della Chiesa lo strumento di grazia e di salvezza per tutti. Non è per caso che San Paolo salutando gli anziani di Efeso, che non vedranno più il suo volto, affermi: «Ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32).
Non affida la Parola agli anziani (presbiteri) quasi ne debbano essere custodi, ma esattamente il contrario: perché ne siano custoditi e contribuiscano ad edificare le comunità.
Aver scelto, d’intesa con il nostro vescovo Antonio e in occasione della sua visita alle parrocchie della nostra unità pastorale, di promuovere ulteriormente questa capacita di ascolto ci permetterà di capire e individuare opportunità, strumenti, occasioni per rendere sempre più vive e meno rassegnate le nostre comunità.
In questo senso alcuni tentativi negli ultimi quattro anni sono stati fatti privilegiando «centri di ascolto» nelle famiglie, memori anche dal fatto che Gesù, di ritorno a Cafarnao (nome che e stato scelto per la nostra unità pastorale) quando sarà ospite nella casa di Pietro, l’evangelista Marco dice «si seppe che era in casa». Le nostre case, le nostre famiglie potrebbero essere conosciute come spazi esistenziali che Gesù abita, abilita all’ospitalità, alla missionarietà, alla profezia.
È un’illusione o può essere una possibilità? Assieme a questi, quali altri spazi e momenti del nostro cammino di fede possono essere innestati e confrontati con la Parola? Riconoscere che il dramma del nostro tempo e sempre più dovuto alla divaricazione tra fede e vita, alla irrilevanza della fede, ci rimanda all’assunzione di un impegno gioioso che vada in questa direzione: riscoprire la forza che viene a noi quando diciamo «Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta».

don Attilio Arcagni – parroco moderatore




Il programma della Visita pastorale alla Unità pastorale Cafarnao

La visita pastorale alle comunità dell’Unità pastorale Cafarnao (Vescovato, Ca’ de Stefani, Binanuova, Gabbioneta, Pescarolo, Pieve Terzagni) inizierà venerdì 24 gennaio con i primi appuntamenti del vescovo Napolioni che in mattinata passerà dalla Casa di Riposo di Vescovato per incontrare lo staff e gli ospiti della struttura. Nel pomeriggio, poi, le tappe alla scuola elementare di Pescarolo e la Messa celebrata a Gabbioneta. In serata il programma della prima giornata prevede un incontro sulla Parola nella chiesa di Pieve Terzagni.

Sabato 25, la seconda giornata di visita si aprirà con la preghiera dell’Ora Media alle 9.30 in oratorio a Vescovato, dove a seguire monsignor Napolioni visiterà la scuola media. Alle 16 la Messa nella palestra della casa di riposo, mentre alle 18 parteciperà alle celebrazioni per la Giornata della Memoria a Pescarolo. Alle 19 la celebrazione eucaristica a Binanuova precederà – dalle 20.30 – l’incontro con i gruppi di cresimendi e della mistagogia e con adolescenti e giovani in oratorio a Vescovato.

Domenica 26 gennaio, la conclusione della visita all’Unità pastorale con la Messa presieduta dal vescovo alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Pescarolo e, nel pomeriggio, dalle 15 la festa di San Giovanni Bosco a Vescovato con genitori e ragazzi, prima della Messa conclusiva prevista per le ore 18.




“Ascoltate o popoli”, l’iniziativa delle parrocchie di Cassano d’Adda in occasione della “Domenica della Parola”

Una concreta proposta formativa per rispondere al desiderio di Papa Francesco che, con l’istituzione della “Domenica della Parola”, ha esortato tutti i fedeli conoscere meglio i testi sacri per farne un riferimento costante e irrinunciabile. Così le parrocchie di Cassano d’Adda hanno promosso una serie di tre interessanti conferenze raccolte sotto il titolo “Ascoltate o popoli”.

«Si vuole in questo modo fornire un sussidio per focalizzare i fondamenti che fanno della Bibbia la Parola di Dio – precisa mons. Giansante Fusar Imperatore, parroco dell’Immacolata e San Zeno – e offrire un aiuto per interrogarsi su come ciascun credente possa accostare le Scritture alla propria vita, nella costruzione della comunità cristiana».

Il primo appuntamento è fissato per venerdì 24 gennaio presso la Parrocchia di Cristo Risorto con “La Sacra Scrittura: parole di uomini, Parola di Dio”. Il 17 febbraio, sempre alle 21, presso la parrocchia dell’Annunciazione, si tratterà invece il tema “Questa Bibbia : i libri e la loro collezione”. Serata conclusiva il 9 marzo presso la parrocchia di San Zeno con “Parole di vita: una verità salutare”. Relatore di eccezione per tutti gli incontri sarà don Simone Duchi.

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Cremona, Linea Green completa gli allacci della Cattedrale al teleriscaldamento

Anche la seconda caldaia della Cattedrale, quella ubicata nella parte nord del complesso moinumentale, sarà allacciata alla rete del teleriscaldamento, come già il primo impianti (lato piazza S.Antonio Maria Zaccaria). Inizieranno, infatti, il 27 gennaio – con conclusione prevista per il 31 marzo – i lavori per l’allestimento dell’impianto in Cattedrale e in largo Boccaccino.

L’allacciamento alla rete del teleriscaldamento sarà eseguito da Linea Green Spa, in accordo con il Comune di Cremona, e migliorerà le prestazioni energetiche della Cattedrale sostituendo la vecchia caldaia a metano.

I lavori comporteranno la variazione della circolazione nelle strade circostanti l’area interessata.

 




Niente può fermare i sogni. A Covo la testimonianza dell’atleta paralimpico Oney Tapia

“Niente può fermare i sogni”. Questo il titolo di una serata formativa organizzata venerdì 24 gennaio all’oratorio San Tarcisio di Covo dalle polisportive oratoriane di Covo, Fontanella ed Antegnate con il patrocinio dei rispettivi comuni. Presentato da Gigi Lanzani e introdotto dal saluto dei sindaci di Covo, Andrea Capelletti, e di Fontanella, Mauro Brambilla, dell’assessore allo sport di Antegnate, Ivan Brambilla, e del parroco di Fontanella, don Diego Poli, l’evento ha segnato un ulteriore, positivo momento di collaborazione fra le tre parrocchie, anche in vista della creazione di una futura unità pastorale.

Protagonista Oney Tapia, 43enne atleta paralimpico di origini cubane, ex giocatore di baseball all’inizio degli anni duemila, ex primatista del mondo, tre ori agli europei paralimpici nel lancio del disco e nel getto del peso e medaglia d’argento alle paralimpiadi di Rio de Janeiro nel lancio del disco, che ha raccontato la sua esperienza di vita ad una platea formata da bambini, ragazzi e genitori.

Prima di lui però, a parlare al pubblico offrendo la propria testimonianza di vita è stato Mario Donelli, ex calciatore professionista, oggi allenatore. Nel suo curriculum, anche le esperienze con i “Milan Academy” in Australia ed in Giappone. “La nostra mission – ha detto – è riempire di gioia e di passione. Ai miei ragazzi dico di non smettere mai di sognare”.

Un concetto, quest’ultimo, che è stato sviluppato anche da Tapia, la cui vita è cambiata radicalmente un giorno di maggio del 2011 quando sul lavoro (faceva il giardiniere a Treviglio) un ramo l’ha colpito causandogli la perdita della vista. Carattere estroverso e piglio da intrattenitore nato, Oney ha raccontato la sua esperienza e partendo da quella ha invitato tutti a riflettere e a piangersi addosso il meno possibile, “Perché in fondo – ha detto in un passaggio del suo intervento – la vita è un gioco e bisogna imparare a giocare”. “Il 25 maggio 2011, giorno del mio incidente – ha esordito – si è spenta una luce e se n’è accesa un’altra, è caduta una pianta ed è nato un bosco. Ho pianto, ho urlato ma ho anche ricominciato a fare i primi passi, assieme a mia mamma”.

E poi l’inizio delle attività sportive per non vedenti, il colpo di fulmine con l’atletica leggera, grazie al gruppo “Omero” di Bergamo, e la carriera paralimpica piena di soddisfazioni”. Oney, che ha vinto tanto in pedana, ha parlato anche delle sconfitte, dalle quali va tratto un insegnamento. “Se noi stessi non decidiamo quando agire – ha spiegato – anche il miglior psicologo del mondo non riuscirebbe ad aiutarci. Se partiamo dicendo che ce la faremo, siamo già al 50% dell’opera. A prescindere dai problemi, dobbiamo cercare di vivere sereni. E dobbiamo seminare. Semina un’idea e raccoglierai un’emozione, semina un’emozione e raccoglierai un’azione. Se non sogniamo, cari miei, siamo fritti. Quello che oggi noi diamo alla vita la vita ce lo restituirà”.




Visita pastorale a Brignano Gera d’Adda, cenacolo missionario che trova nuova linfa nella Parola

Cenacolo dei discepoli missionari. È questo il tema sviluppato nella visita pastorale del Vescovo, scelto dalla comunità parrocchiale di Brignano Gera d’Adda dopo aver meditato il secondo capitolo della sua lettera «Gesù per le strade». Le riflessioni condivise si sono concentrate sul ripensamento della vita della comunità – piccolo «cenacolo di discepoli», appunto – dentro la grande Chiesa, luogo privilegiato, oltre alle famiglie e ai gruppi, per custodire e comunicare le grandi verità della Parola di Dio. Si è compresa l’urgenza di passare dalle dimensioni di ascolto, catechesi, tradizioni e liturgia alla vita quotidiana testimoniale, ripensando metodi e strumenti per intraprendere percorsi di comunione.

La ritrovata centralità della Parola si è imposta come fonte di nuova consapevolezza della comunità cristiana in cammino. Conservare e comunicare al cuore di nuove generazioni sempre meno partecipi di una formazione cristiana organica e gioiosa, alimento che sorregga scelte di vita, spazi di liturgia e di carità, sono obiettivi cui giungere coltivando conoscenza e fedeltà alla Parola, ponendo al centro Cristo e il Vangelo prima di ogni organizzazione e programma. È dal «cenacolo in ascolto e in preghiera» che può nascere l’autentico ripensamento comunitario nuove modalità di essere Chiesa, comunità generata e generante.

È bello pensare alla comunità parrocchiale come ad un grande e robusto albero secolare che ogni anno – in forza della sua natura – si rigenera mettendo foglie nuove, rami nuovi, fiori e frutti. La sua forza non sta nell’esteriorità, nella robustezza della corteccia o dei rami, ma nelle radici. È la linfa della Grazia di Dio che ogni giorno lo alimenta. Con questo spirito Brignano oggi vive la visita pastorale: nell’impegno a riflettere per lasciarsi guidare dallo Spirito. Aperti e disponibili, nella speranza, ad affrontare le sfide dei tempi nuovi, mettendo in moto le proprie energie da investire con generosa passione.

 

Le giornate di visita pastorale

Giornata ancora ricca di impegni, domenica 19 gennaio, per il vescovo Napolioni a conclusione della visita pastorale a Brignano Gera d’Adda. Dopo l’incontro con le religiose presenti in parrocchia – le Serve del Focolare delle Madre – alle 10 in chiesa parrocchiale la Messa solenne, con la partecipazione dell’intera comunità, invitata a continuare l’incontro con il Vescovo in modo più informale nel pranzo organizzato in oratorio. Alle 16 si è svolto l’incontro con i genitori, i padrini e le madrine dei bambini battezzati negli ultimi sei anni, per concludere alle 17 con la preghiera guidata del Vescovo.

Ascolta l’omelia del Vescovo

L’inizio ufficiale della visita pastorale è stato nella mattinata di venerdì 17 gennaio, con una breve sosta in chiesa parrocchiale. Nella stessa giornata il passaggio del Vescovo alla «Casa Ospitale don Pietro Aresi» e alla scuola paritaria dell’infanzia, sempre intitolata a don Aresi, insieme a dipendenti, famiglie e Consigli di amministrazione.

Venerdì pomeriggio anche la visita ad alcuni ammalati nelle proprie case, mentre in serata si è svolto l’incontro con tutti gli operatori pastorali: dopo la “lectio divina” proposta dal Vescovo, risonanze a piccoli gruppi e adorazione eucaristica. E un fraterno momento conviviale in oratorio.

La giornata di sabato si è aperta, invece, con la Messa al Santuario della Madonna dei Campi. A seguire, presso «Casa Betlemme» alla Madonna dei Campi, l’incontro con gli operatori della carità. In tarda mattinata monsignor Napolioni si è recato a Palazzo Visconti dove, nella Sala del trono, ha avuto luogo il momento riservato agli amministratori comunali insieme ai dipendenti del Municipio.

Pomeriggio tutto in oratorio, cominciando con l’incontro del Vescovo con il mondo del lavoro. A seguire quello con i ragazzi e genitori inseriti nel percorso dell’Iniziazione cristiana e della Mistagogia, concludendo con un momento riservato agli adolescenti e i giovani.

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Brignano, crocevia tra due territori

Brignano Gera d’Adda si trova all’estremo nord della diocesi di Cremona, ma appartiene alla provincia di Bergamo. Dista infatti solo 15 km da Bergamo e ben 66 da Cremona. Tuttavia la parrocchia vive e percepisce l’appartenenza alla diocesi cremonese, grazie alle ripetute visite del vescovo, al servizio dei due sacerdoti cui è affidata e dei sacerdoti delle comunità vicine che condividono iniziative pastorali.

Numerose sono le vocazioni brignanesi donate dalla parrocchia alla Chiesa locale e universale: sacerdoti, religiosi e religiose fioriti in comunità e ancor oggi in servizio sia in diocesi che negli Istituti religiosi e nelle missioni.

Una terra di mezzo fra due fiumi: l’Adda ad Est e il Serio ad Ovest. Una terra di confine, appetibile e contesa a lungo militarmente da Milano e da Venezia, che ha vissuto la dominazione plurisecolare dei Visconti che proprio a Brignano costruirono il loro Palazzo residenziale, oggi sede del Comune. Ma anche terra di antica tradizione cristiana, attestata da documenti millenari come la chiesa di Sant’Andrea, gestita già dal 1019 dai monaci Benedettini di Cluny.

All’interno del paese è la maestosa settecentesca parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta, edificata come una cattedrale con tanto di cupolone sovrastante, su progetto dell’architetto Marcellino Segrè. Accanto, condividendo lo stesso sagrato, l’antico Oratorio della SS. Trinità detta «La Disciplina», con la quattrocentesca torre; l’Oratorio pure quattrocentesco di San Rocco, la chiesa edificata nel secolo scorso di Sant’Agnese, la Cappella in Borgoratto dedicata alla Madonna addolorata. E soprattutto «l’orgoglio religioso» brignanese: il Santuario della Madonna dei campi, immerso nel verde della pianura, centro di spiritualità e meta di molti pellegrinaggi, con annessa «Casa Betlemme», un’ oasi per attività di formazione e di spiritualità dedicata a gruppi. Accanto alla settecentesca chiesa parrocchiale un moderno e ampio oratorio, una struttura abitata oggi dalle Serve del Focolare della Madre – ordine religioso spagnolo – chiamata impropriamente «il convento», sede della caritas parrocchiale e di attività educative e ricreative specialmente femminili. In parrocchia anche una scuola cattolica dell’infanzia paritaria e il preziosismo servizio della Casa Ospitale don Pietro Aresi, casa di riposo per 72 degenti e per gli anziani frequentanti il centro diurno.

Brignano è una comunità in cammino come tante altre, fra sussulti e condizionamenti culturali, politici, economici, sociali. Comunità parrocchiale fatta di vicini e lontani, di praticanti e indifferenti. Mantenendosi comunque ancora punto di riferimento spirituale – e non solo – per tutta la realtà del territorio. Nonostante i forti legami con la tradizione cristiana, anche a Brignano i mutamenti sociali e religiosi si avvertono nitidamente. E si misurano nella diminuzione dei praticanti, nella realtà delle fragilità famigliari, nei cambiamenti dell’orizzonte dei valori condivisi, a volte molto distanti dalla visione cristiana soprattutto nella vita delle giovani generazioni.

La visita pastorale del vescovo – a detta dei sacerdoti che vi offrono il loro servizio – rappresenta oggi per la comunità cristiana brignanese un’occasione per fare il punto e rinnovare i motivi della speranza, prendendo atto che a «tempi nuovi» occorre rispondere adottando programmi e metodi nuovi. Anche dinanzi alle nuove sfide del presente ecclesiale, accogliendone la Grazia. Guardandosi allo specchio per rileggere la vita della comunità e discernere i passi futuri.




Il 18 e il 19 gennaio a Pizzighettone una mostra dedicata al santo patrono

La Parrocchia e la Pro Loco di Pizzighettone, per celebrare i millesettecento anni dalla nascita del Patrono del paese, hanno realizzato la mostra “Bassiano: un uomo, un santo”, che narra le tappe della vita di questo santo, esemplare esempio di vescovo al servizio della sua comunità. La mostra ripercorre la storia di una lunga devozione di Pizzighettone verso San Bassiano, scelto nel XII secolo come santo titolare della chiesa parrocchiale, riconosciuto nel 1400 come patrono della Corporazione dei Barcaroli, invocato a protezione del paese durante l’assedio del XVIII secolo.

Nell’allestimento è possibile ammirare il gonfalone dei Barcaroli, alcune reliquie del Santo, il libro del 1739 che narra la vita di San Bassiano scritta dal prete lodigiano Carl’Antonio Remitale.

La mostra, che è un significativo contributo alla memoria storica, è stata realizzata grazie alla collaborazione di una pluralità di enti e associazioni. Tra questi, alcune associazioni culturali del lodigiano e del cremonese, in particolare il Centro filatelico numismatico lodigiano e cremonese, che hanno fornito del materiale documentario; il Gruppo cultura fotografica di Pizzighettone, che ha curato la documentazione fotografica; l’ente Fiere dell’Adda, che ha messo generosamente a disposizione una casamatta della cerchia muraria come degna e suggestiva cornice storica all’evento.

La mostra, a ingresso libero, è allestita nella Casamatta n. 1 della cerchia muraria di Pizzighettone ed è aperta il 18 e il 19 gennaio, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

La locandina dell’evento

 

Pizzighettone racconta il suo patrono: fino al 18 gennaio le iniziative dedicata a San Bassiano




Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino sono ufficialmente unità pastorale

Si conclude questa mattina, domenica 12 gennaio, la prima tappa della visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni che da venerdì ha coinvolto, nel centro storico di Cremona, le parrocchie di Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino. Sarà proprio in questa ultima chiesa che questa mattina alle 10 il vescovo presiederà la Messa conclusiva, che sarà anche occasione per dare ufficialmente avvio all’unità pastorale delle tre comunità cittadine, sotto la guida del moderatore don Irvano Maglia.

L’avvio del nuovo cammino pastorale, già sperimentato nel tempo, prenderà formalmente avvio all’inizio della celebrazione con la lettura del decreto costitutivo dell’unità pastorale. La mattinata di festa si concluderà quindi con il pranzo comunitario presso l’oratorio di via Breda.

Ascoltare, i giovani, sostenere l’annuncio del Vangelo e accompagnare e definire il processo di costituzione dell’unità pastorale sono stati gli obiettivi della visita indicati al vescovo nell’incontro preparatorio del 24 settembre scorso, durante il quale le parrocchie hanno elaborato come centrale l’attenzione alla realtà della famiglia (genitori, figli, nonni).

La tre giorni di presenza di monsignor Napolioni era iniziata venerdì mattina con la visita ad alcuni ammalati nelle proprie case, proseguendo poi nel pomeriggio incontrando gli anziani al rientro dal centro diurno e le famiglie residenti nel condominio solidale di via Trotti. Nel pomeriggio anche l’incontro con i ragazzi seguiti per il supporto scolastico e le loro famiglie nell’oratorio di via Chiara Novella.

Nella prima giornata di visita l’incontro comunitario con il vescovo è stato alle 18.30 nella chiesa di Sant’Agata, prima dell’incontro nel teatro parrocchiale con i Consigli pastorali e degli affari economici. In serata il momento riservato ad adolescenti e giovani.

Sabato mattina il vescovo si è recato presso Casa Ozanam, in via Milazzo, e nelle strutture residenziali in via Cattaro e via Piave. Nel pomeriggio il Vescovo ha incontrato le coppie responsabili in diversi ambiti della vita della comunità nella pastorale famigliare: quelle impegnate nei percorsi di iniziazione cristiana e con le famiglie con i bambini di 0-6 anni, le coppie guida appartenenti al Cammino Neocatecumenale e alcune coppie di Azione Cattolica. Dopo l’ascolto della Parola, il Vescovo ha sottolineato l’importanza di una Chiesa che deve rinascere nelle case, riscoprendo la famiglia come paradigma esistenziale che Dio ha scelto e che noi non possiamo trascurare nella pastorale. Il Vescovo ha spronato le venti coppie presenti ad avere cura delle altre famiglie: che sono le famiglie che si incontrano ogni giorno, quelle della porta accanto, a volte “pezzi” di famiglia segnate da fatiche o ferite, e a realizzare questa vocazione insieme ai sacerdoti. Al termine della riflessione il Vescovo ha proposto un breve confronto interno alla coppia prima della condivisione in gruppi di lavoro, per ragionare su quanto appena ascoltato e ripensare ad alcune attenzioni per rilanciare con nuova forza una pastorale famigliare coinvolgente.

Successivamente nella chiesa di Sant’Ilario il Vescovo ha incontrato tutte le famiglie della comunità: genitori, figli e nonni.

Sull’altare, sulla mappa dell’Unità Pastorale, sono state sistemate alcune casette di carta (frutto dei lavori di gruppo delle coppie guida) affiancate da alcune lanterne a simboleggiare la luce di Cristo, che dalle nostre case deve contagiare anche le altre case della nostra comunità. Al vescovo sono state poste da tre famiglie alcune provocazioni su differenti temi. A ognuna di loro il Vescovo ha risposto scaldando il cuore dei presenti e ricordando loro di aver fiducia nell’azione di Dio. Alla fine del momento di preghiera ha voluto incontrare direttamente tutte le famiglie, consegnando loro una lanterna accesa da portare a casa. Dopo gli intensi momenti di raccoglimento, preghiera ed ascolto, la spontaneità dei bambini presenti ci ha ricordato la bellezza dell’essere famiglia di famiglie.

Ed è proprio il tema della famiglia il cuore dell’incontro tra le comunità e il vescovo, come spiega il parroco e moderatore della nuova realtà cittadina, don Irvano Maglia, descrive priorità e attese sulle quali si è aperto un confronto: « A partire dalla visita pastorale è nostra intenzione caratterizzare l’azione pastorale della nuova Unità, nei prossimi anni, sulla dimensione della famiglia assumendola quale paradigma del volto e della missione dell’intera comunità cristiana in questo nostro quartiere cittadino».

Sacerdoti e laici, consapevoli dei cambiamenti culturali che hanno coinvolto l’immagine ed il modello di famiglia finora conosciuti – in ragione dei quali gli individui sono meno sostenuti che in passato dalle strutture sociali nella loro vita affettiva e familiare – restano fermamente persuasi che la famiglia, dono di Dio, sia il luogo in cui Egli rivela la potenza della sua grazia salvifica. «Il recente Sinodo mondiale dei Vescovi – sostiene don Maglia – ha voluto riaffermare l’attenzione e la premura della Chiesa per la famiglia cristiana concepita come “Chiesa domestica” e nel documento finale ha ribadito il ruolo e la funzione della famiglia nella missione della Chiesa. Per queste ragioni auspichiamo che la nostra comunità cristiana si connoti sempre più come una “famiglia di famiglie” e che assuma, nella propria prassi pastorale, i tratti distintivi della famiglia cristiana quali l’amore e la tenerezza degli sposi, la generazione e l’accoglienza della vita, l’educazione dei figli, la cura delle persone specialmente quelle più fragili, indifese ed anziane, il sostegno ai legami intergenerazionali e la promozione delle relazioni sociali».

Ma al contempo la nuova Unità pastorale si orienta a far sì che la famiglia diventi soggetto dell’azione pastorale attraverso l’annuncio esplicito del Vangelo e l’eredità di molteplici forme di testimonianza: la crescita nella fede dei ragazzi e degli adolescenti, la solidarietà verso gli ultimi, l’apertura alla diversità delle persone, la solidarietà morale e materiale verso le altre famiglie soprattutto verso le più bisognose, la custodia del creato, l’impegno per la promozione del bene comune anche mediante la trasformazione delle strutture sociali ingiuste, a partire dal territorio nel quale essa vive.

«Le forme e le modalità di una rinnovata azione pastorale – afferma il moderatore – andranno opportunamente ricercate e condivise, così come andranno sperimentati momenti ed esperienze di accompagnamento e di inserimento alla vita ecclesiale delle realtà famigliari complesse. Ma non partiamo da zero: ci sorregge la consapevolezza di una storia condivisa di comunità cristiane vive, la presenza e l’esempio di sacerdoti e religiosi disponibili e premurosi, la presenza e l’operosità dell’associazionismo laicale e di peculiari Cammini di evangelizzazione, l’esperienza – ormai decennale – del percorso di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi basato sul modello catecumenale che coinvolge molti genitori, l’attività oratoriana capace di aggregare e motivare molti ragazzi, adolescenti e giovani, significative iniziative di volontariato e di carità».

La visita del vescovo si pone dunque come ideale laboratorio per tornare a giocare la carta della famiglia, in una pastorale sempre più attenta a comunità in trasformazione.




Dal 17 al 19 gennaio la Visita pastorale a Brignano Gera d’Adda

Si preannunciano tre giornate intense per il vescovo Antonio Napolioni che, da venerdì 17 a domenica 19 gennaio, proseguirà la sua visita pastorale. La seconda tappa lo porta, dopo la città di Cremona, nella Bergamasca, a Brignano Gera d’Adda, nella parrocchia di S. Maria Assunta.

Il primo incontro ufficiale sarà venerdì mattina, alle 9.30, con preghiera di apertura della Visita in chiesa parrocchiale. Alle 10.30 monsignor Napolioni visiterà quindi la “Casa Ospitale don Pietro Aresi”, celebrando l’Eucaristia con un momento dedicato agli ospiti e al personale, oltre al Consiglio direttivo. Nel pomeriggio il Vescovo sarà alla “Scuola paritaria dell’infanzia don Pietro Aresi”, incontrando le maestre, i bambini e le loro famiglie.

Alle 16.30 la Messa in parrocchia, concelebrata dal parroco don Giuseppe Ferri, il vicario don Francesco Fontana e gli altri sacerdoti anziani residenti in paese.

Dopo la visita ad alcuni ammalati nelle proprie case, alle 19 in chiesa il Vescovo incontrerà tutti gli operatori pastorali: prevista la “lectio divina” con risonanze a piccoli gruppi e adorazione eucaristica. Al termine momento conviviale in oratorio.

La mattinata di sabato 18 gennaio si aprirà alle 9.30 con la Messa del Vescovo al Santuario della Madonna dei Campi. A seguire, presso Casa Betlemme alla Madonna dei Campi, l’incontro con gli operatori della carità.

Alle 11.30 monsignor Napolioni si recherà a Palazzo Visconti dove, nella sala del trono, avrà luogo il momento riservato agli amministratori comunali insieme ai dipendenti del Municipio.

Il pomeriggio si aprirà, quindi, alle 15.30 in oratorio per l’incontro con il mondo del lavoro. A seguire, alle 16.30, quello con i ragazzi e genitori inseriti nel percorso della Mistagogia, e alle 18 per i ragazzi dell’iniziazione cristiana, insieme alle loro famiglie e ai catechisti, condividendo poi insieme la cena. Dalle 20.45, infine, serata di dialogo con gli adolescenti e con i giovani.

Ricca di impegni anche la giornata di domenica 19 gennaio, che si aprirà con l’incontro del Vescovo con le religiose “Serve del Focolare delle Madre”. Quindi alle 10 in chiesa parrocchiale la Messa solenne, cui è invitata l’intera comunità, chiamata a continuare l’incontro con il Vescovo in modo informale nel pranzo organizzato in oratorio.

Alle 16 in chiesa, quindi, l’incontro con i genitori, i padrini e le madrine dei bambini battezzati negli ultimi sei anni. E alle 17 la preghiera del Vescovo, durante la quale la comunità saluterà il Vescovo.




Pizzighettone, il 19 gennaio nella chiesa di San Giuseppe “I cinque linguaggi dell’amore”

L’Unità pastorale di Pizzighettone organizza, nel pomeriggio di domenica 19 gennaio, alle 16, presso la chiesa di San Giuseppe, “I cinque linguaggi dell’amore”, spettacolo teatrale rivolto a tutti i genitori dei gruppi dell’iniziazione cristiana,  ideato e interpretato da Pierluigi Bartolomei e liberamente tratto dall’omonimo libro di Gary Chapman.

Si tratta di un’iniziativa innovativa e creativa, un modo alternativo per affrontare il percorso di Iniziazione cristiana attraverso uno spettacolo che coinvolge e diverte. Prevede anche attività di animazione per bambini e ragazzi.

Locandina dell’evento