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Dal 6 aprile in diocesi le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino e dei suoi genitori

Il 6 aprile arrivano in diocesi le reliquie di santa Teresa di Gesù Bambino, conosciuta anche come santa Teresa di Lisieux, e dei suoi genitori, Luigi e Zelia Martin. La peregrinatio parte da Soncino, dove dalla sera del 3 aprile, con la Messa alle 20.30 e la novena delle rose presso la pieve di Santa Maria Assunta, inizia il triduo di preparazione all’accoglienza delle reliquie prevista per sabato 6 aprile alle 18 con la celebrazione della Messa, sempre nella Pieve.

Fino a venerdì 12 aprile, quando il vescovo Antonio Napolioni ed i sacerdoti soncinesi celebreranno alle 20.30, ancora nella pieve, la messa di chiusura, le reliquie rimarranno a Soncino. Diversi gli appuntamenti previsti in questi dieci giorni dalla parrocchia fra preghiera, meditazione e testimonianze.

«Lo scorso anno – commenta il parroco don Giuseppe Nevi –  abbiamo avuto a Soncino la statua della Madonna pellegrina di Fatima. Il desiderio era quello di continuare con un’esperienza spirituale che formi le coscienze incontrando le figure di Santa Teresa e dei suoi genitori e la missionarietà della fede».

Venerdì 12, in serata, la peregrinatio farà tappa ad Antegnate. Le urne con le reliquie saranno accolte all’oratorio, da dove partirà una fiaccolata che le scorterà sino alla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo per la celebrazione della Messa solenne alla presenza dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, l’agnadellese Gian Carlo Perego. Anche nel paese della Bassa Bergamasca le reliquie rimarranno una decina di giorni, densi di appuntamenti in chiesa parrocchiale animati anche dalle parrocchie di Covo (la celebrazione eucaristica di lunedì 15 alle 20.30), di Fontanella, Barbata e Isso (la celebrazione eucaristica di martedì 16, alle 20.30) e di Calcio (la celebrazione eucaristica di giovedì 18, alle 20.30). Da segnalare anche l’incontro di venerdì 19, alle 20.30, con i coniugi Schillirò, genitori di Pietro, il bambino guarito grazie all’intercessione dei santi Luigi e Zelia Martin. Domenica 21 aprile, alle 10.30, si celebra la messa di saluto alle reliquie che partiranno per la parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, a Bergamo.

Le reliquie faranno quindi ritorno in diocesi di Cremona a fine mese, il 28 aprile, presso l’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi” di Casteldidone, San Giovanni in Croce, Voltido, San Lorenzo Aroldo e Solarolo Rainerio dove rimarranno sino al 1° maggio. «Il programma è in fase di definizione – spiega il parroco don Luca Bosio – punteremo su una catechesi incentrata sull’infanzia spirituale di santa Teresa e sugli aspetti della vita famigliare visto che avremo con noi anche le reliquie dei suoi genitori». Gli eventi si terranno a San Giovanni in Croce.




Suore Catechiste di Sant’Anna, Messa a Picenengo nel ricordo del battesimo del fondatore padre Silvio Pasquali

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«Con le Suore Catechiste di Sant’Anna è come se Padre Silvio Pasquali fosse tornato a Cremona». Con queste parole padre Massimo Casaro, responsabile dell’Ufficio beni culturali del PIME, ha voluto ricordare la figura del missionario cremonese, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, durante l’Eucaristia celebrata nella chiesa parrocchiale di Picenengo nella mattina di domenica 7 aprile.

Proprio in questa chiesa alla periferia di Cremona il 10 aprile del 1864 veniva battezzato Silvio Pasquali, che era nato poco distante presso la cascina Cambonino.

La celebrazione eucaristica, concelebrata da don Francesco Cortellini, amministratore parrocchiale di San Bartolomeo, è stata occasione per svelare una targa proprio presso il fonte battesimale, alla presenza delle Suore Catechiste di Sant’Anna, congregazione fondata in India da padre Pasquali e che da ormai diversi anni sono presenti anche in Italia e in particolare a Cremona.

«Padre Silvio è un padre del PIME antico, del secolo scorso, e sono tanti i padri del PIME che cadono nell’oblio, come accade in tutte le famiglie. Io stesso non lo conoscevo – ha detto padre Casaro nell’omelia –. Era un missionario che potremmo definire, senza timore di esagerare, un po’ eroico, di una tipologia di cui in un certo senso se ne è perso lo stampo». E ha continuato: «Un tempo il missionario vero partiva per non tornare più e le ultime immagini della famiglia erano sul molo del porto, dicendo ai parenti “ci rivediamo in paradiso”».

La riflessione del missionario si è quindi concentrata sulla testimonianza di fede di padre Pasquali: «È la sua fede che dissoda il terreno e che fa germogliare la vita vera e autentica. Un segno di questa fecondità sono le suore che continua nel tempo. Lui non è tornato in Italia, ma sono venute le sue suore e in qualche modo è come se Padre Silvio a modo suo fosse ritornato nel loro carisma, nella loro dedizione, in quel servizio che stanno prestando alla Chiesa di Cremona. La fecondità è sempre miracolosa e generativa».

«Che la memoria di questo uomo del passato sia mantenuta viva – l’auspicio dei missionario del Pime ha che presieduto l’Eucaristia a Picenengo – ma soprattutto sia scoperta per ciò che ha di attuale da comunicare anche a noi nella forma, nella fedeltà al Signore della donazione della vita e di una speranza solida verso la pienezza e il compimento di tutte le cose».

La celebrazione è stata accompagnata dal gruppo musicale Fortuna Reditus Ensemble, la rifondazione della Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore di Bologna, fondata nel 2006 per la riscoperta del patrimonio musicale dei frati agostiniani tra ‘500 e ‘700. Nell’occasione è stata eseguita una delle tre Messe Triple concertate di Carlo Milanuzzi, compositore, organista e presbitero italiano del XVII secolo.

Morto nel 1924, padre Silvio Pasquali, cremonese di nascita, fu missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) in India, dove fondò la Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna. La sua importante attività di evangelizzazione nel Paese asiatico è stata espressa nel 2015 con il riconoscimento come Servo di Dio.

A un secolo dalla morte, e mentre continua il processo di beatificazione, a Cremona è stata organizzata una ricca serie di eventi per celebrarne la sua opera e mantenere vivo il ricordo e l’esempio, di cui la celebrazione a Picenengo è stata parte integrante.

Il prossimo appuntamento avrà luogo la sera di mercoledì 10 aprile, alle 21, nella chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona, dove don Umberto Zanaboni condurrà una riflessione su “L’eroicità cristiana dei Santi”, ricordando padre Silvio Pasquali e don Primo Mazzolari.

 

Da aprile un ricco calendario di eventi nel ricordo di padre Silvio Pasquali




Per le Giornate Fai di Primavera straordinaria apertura dell’ex Circolo Zaccaria e del Collegio della Beata Vergine

Il weekend del 23 e 24 marzo 2024 tornano le Giornate FAI di Primavera per raccontare alcuni luoghi cremonesi poco noti e normalmente non aperti al pubblico. Si tratta di un’edizione con tante novità a cominciare dalla straordinaria apertura del Collegio della Beata Vergine, nel cuore del centro storico e con la possibilità di accedere eccezionalmente alla chiesa interna in cui sono custoditi dipinti di grande interesse. In corso Garibaldi si potrà accedere all’Ex Circolo Zaccaria, visitando la grande sala cinematografica dell’ex teatro e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Tempietto del Cristo Risorto in piazza S. Luca.

Ma non sono queste le uniche proposte per la città di Cremona, dove per la prima volta sarà visitabile anche Palazzo Ripari Mori, antica dimora nobiliare nota per essere stata acquisita nel Novecento dall’ingegner Nino Mori, il principale artefice dei progetti di riforma della città nel Ventennio, tra cui la galleria XXV Aprile.  Infine in via Palestro saranno aperte le porte di Palazzo Barbò Meroni, consentendo ai visitatori di scoprire riforme architettoniche e decorazioni databili tra XVI e XIX secolo e il giardino con la grotta, dove furono proiettate pellicole quando il cortile fungeva da cinema all’aperto cittadino.

 

COLLEGIO BEATA VERGINE

Foto Davide bruneri

Il Collegio femminile della Beata Vergine, istituzione religiosa nata nel XVII secolo in pieno centro a Cremona, si colloca nelle immediate vicinanze del “sito dei Gesuiti”, composto dalla chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, il Collegio e le Scuole, tra via Felice Cavallotti e via Ponchielli. Il collegio gesuitico, che ancora oggi ospita una struttura per l’educazione scolastica, ebbe la sua origine in Cremona intorno al 1610 e dal 1618 trova sede nell’edificio che ancora oggi ospita l’istituzione.

La fabbrica è impostata per consentire la convivenza tra la destinazione scolastica e la residenza della comunità religiosa e ingloba ulteriori fabbriche fino ad occupare un intero isolato: il palazzo ex Ala, la chiesa di S. Cristoforo, una torre medioevale sono oggi inglobati nel complesso.

A differenza del vicino collegio maschile, l’impianto architettonico della fabbrica si sviluppa intorno a una corte centrale, in cui le funzioni risultavano suddivise nelle diverse maniche con gli spazi accessibili a visitatori “esterni” accessibili direttamente dalla strada, scuole e parlatori nei pressi dell’ingresso lungo via Cavallotti e la chiesa esterna sul lato opposto.

L’edificio, che deriva dall’annessione al primo edificio acquistato nei pressi della chiesa gesuitica dell’adiacente palazzo della famiglia Ala, consente di apprezzare i caratteri costruttivi delle diverse fasi: soffitti lignei ornati di epoca seicentesca, lo scalone di gusto barocchetto nell’ex palazzo della famiglia Ala, una stratificazione di volte, intonaci dipinti, serramenti, pavimenti rari e di pregevole valore.

L’apertura durante le Giornate Fai permetterà di visitare alcuni saloni e lo scalone del palazzo della famiglia Ala, con stucchi e decorazioni del XVIII secolo, e un antico orologio a pendolo del 1750. Nella parte del Collegio saranno aperti la chiesa, con tele dipinte di grande interesse, la sagrestia lignea, e alcuni ambienti affacciati sui lunghi corridoi.

Le viste al Collegio Beata Vergine (via Felice Cavallotti 25) sarà sabato dalle 9 alle 12 (ultimo ingresso alle 11:40) e nel pomeriggio dalle 14 alle 18:30 (ultimo ingresso 18). Con gli stessi orari anche l’apertura domenica, solo al pomeriggio. Le visite hanno una durata di 40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

 

EX CIRCOLO ZACCARIA E TEMPIETTO DEL CRISTO RISORTO

Foto Davide Bruneri

All’interno del complesso conventuale dei padri Barnabiti di San Luca, nel 1909 fu istituito il Circolo Zaccaria in continuità con il programma dell’oratorio fondato fin dal 1882, in seguito il ritorno dei padri a Cremona per volere del vescovo Bonomelli. La nascita del Circolo è coeva alla fondazione di altri circoli giovanili cittadini a opera dei giovani cattolici che lasceranno una significativa eredità culturale per le generazioni a venire. Tra le attività sviluppate dal circolo merita risalto quella legata alle rappresentazioni teatrali portate in scena dagli “zaccarini” fino agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, poi sostituite dalle rappresentazioni cinematografiche.

All’interno del Circolo si trova dunque una sala teatrale e cinematografica, un grande ambiente in cui sin dal 1914-1915 i frequentatori potevano assistere agli spettacoli inizialmente sceneggiati dagli stessi Padri Barnabiti. Le fonti menzionano di spettacoli cinematografici a partire dal 1919, ma è dal 1926 che è proposta una vera e propria programmazione. L’impianto sonoro è inaugurato nel 1942 e, per consentire la programmazione durante i mesi estivi, la proiezione dei film è organizzata sotto il porticato.

Dalla piazza antistante la chiesa di San Luca, tramite una porta a destra dell’edificio ecclesiastico, è possibile accedere ad un androne voltato che introduce nel porticato a cui si è accennato e quindi al cortile da cui, tramite uno scalone esterno, è possibile raggiungere la sala cinematografica, collocata al primo piano dell’edificio. La sala adibita agli spettacoli si presenta come un grande ambiente scarsamente illuminato ma assai suggestivo, grazie anche alla copertura con struttura in ferro.

Proprio in occasione delle Giornate FAI sarà possibile visitare la grande sala cinematografica dell’ex teatro del Circolo Zaccaria e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Oratorio del Cristo Risorto in piazza S. Luca. Sono due ambienti diversi tra loro, parte di una storia secolare e pluristratificata che rispondono alle esigenze liturgico-devozionali e ludico-ricreative dei cittadini cremonesi. Sono entrambi ambienti chiusi al pubblico da molti anni ma ancora parte della memoria collettiva cittadina.

Le visite, con una durata di 35 minuti circa e partenza ogni 20 minuti, sia sabato che domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.40).

 

Giornate FAI di Primavera

Tutte le aperture sono senza prenotazione e ai partecipanti sarà suggerito un contributo di partecipazione a partire da 3 euro e la possibilità di iscriversi al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in modo da supportare la Fondazione nella gestione e nell’apertura al pubblico dei suoi beni. Le Giornate FAI di Primavera, infatti, sono la manifestazione di punta del FAI e sono finalizzate a stimolare la collettività alla conoscenza del patrimonio culturale italiano (e della sua fragilità) e, attraverso la raccolta fondi, a chiedere il supporto di tutti in modo da proseguire la costante attività di tutela e valorizzazione che, dal 1975, ha consentito alla Fondazione di sottrarre al degrado luoghi importantissimi come il Giardino della Kolymbethra ad Agrigento o il Bosco di San Francesco ad Assisi, consentendone la pubblica fruizione.

Per la realizzazione dell’iniziativa il Fai ringrazia Comune di Cremona, Diocesi di Cremona, Parrocchia di San Luca e comunità dei Barnabiti, Famiglia Meroni, Famiglia Mori, Protezione civile, Liceo Ginnasio Statale “D. Manin”, I.I.S. “Arcangelo Ghisleri”.

Per qualsiasi informazione scrivere a cremona@delegazionefai.fondoambiente.it.




È online “Fede”, la nuova edizione di Riflessi Magazine

Coincide con l’arrivo della Pasqua l’uscita della nuova edizione del mensile digitale diocesano Riflessi Magazine. Il tema scelto dalla redazione per l’uscita di questo mese è «Fede».

Un anello al dito, un sogno da inseguire, i colori di una bandiera, la fedeltà a una vocazione, la gratuità di un servizio, il coraggio di dire “per sempre”. Tante le voci, le storie e i punti di vista su un aspetto tanto essenziale quanto complesso della quotidianità di ciascuno. «Pensiamo che la fede sia solo una questione di chi crede che dopo la morte ci sia una vita eterna ad aspettarci», scrive Diletta Pasetti nella rubrica Parole raccolte. «Mi pare piuttosto – invita a riflettere – che ogni giorno in cui apriamo gli occhi a qualcosa crediamo sempre. Perché dobbiamo, perché vogliamo. Gli atti di fede hanno a che fare con la fiducia e la speranza». Tra le pagine del nuovo mensile anche un reportage tra scuole, oratori e campi sportivi: «Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi “che cos’è la fede”. Risposte incerte, la sensazione di qualcosa che scalda il cuore; sono le domande tenerla viva. Pronti alla meraviglia».

Alla vigilia della Pasqua, Riflessi esce con un numero intenso, carico di domande. «Non è “credere alle favole”, piuttosto riconoscere il limite, essere disposti a cambiare lo sguardo pronti sempre a sperare in qualcosa o qualcuno che dia senso alla realtà tutta intera – vittorie e sconfitte, carezze e tradimenti – che salvi persino questo mondo contorto, persino dalla morte».

SFOGLIA QUI LA NUOVA EDIZIONE




Beata Vergine, una giornata inaspettata grazie alle Giornate di primavera del Fai

“Apri le porte di casa, affacciati al mondo e sarai sorpreso da ciò che ti aspetta”. Questo è successo alle Suore della Beata Vergine che, accogliendo l’invito del FAI ad aprire il portone del loro Istituto ai visitatori in occasione delle Giornate di primavera si sono trovate di fronte a centinaia di persone che desideravano conoscere la loro casa e la loro realtà culturale.

Le meraviglie della scoperta di un mondo saldamente ancorato alle proprie origini culturali e religiose è apparso in tutto il suo splendore che sa di antico e di nuovo e sempre rispondente al desiderio umano di pace, di serenità, di ordine, di bellezza conservata con affettuosa passione tra le antiche mura della casa delle religiose.

Vivere in un ambiente ricco di cultura, di arte, di sentimenti ancorati a valori perenni, conferisce stabilità e conferma una temperie di serenità e di pace.

Questo è stato il clima assaporato dai visitatori che hanno fatto un tuffo nella storia del Collegio Beata Vergine, manifestando nello stesso tempo una ricchezza di sentimento affettuoso e riconoscente alle Religiose, alle loro “antiche” insegnanti di cui conservano un ricordo vivo e ancora vibrante dei valori acquisiti al tempo della scuola.

Per le religiose ospitanti le Giornate Fai di primavera sono trascorse davvero come una festa: uno scambio di ricordi, una ventata di giovinezza, di riconoscenza per tutto ciò che ha aiutato le ex alunne a prepararsi alla vita. Per gli altri visitatori, è stata una immersione nel silenzio dei lunghi corridoi dove si respirava meraviglia, bellezza e ordine.

Per noi è stata la riscoperta di una ricchezza culturale e valoriale seminata a piene mani in ciascuna di loro, che ancora le accompagna nella vicenda quotidiana del vivere. A questo si aggiunge la consapevolezza di aver favorito un patrimonio affettivo alimentato da ricordi lieti di persone e accadimenti che ognuno portava in cuore e ci ha ridonato in questa circostanza.

In fondo l’ambiente che andiamo riscoprendo con le visite Fai non è solo quello della natura o dell’arte ma anche quello formatosi in uno stile di relazione educativa affettuosa che valorizza i doni di ciascuno e che indica anche una prospettiva valoriale che talvolta oggi viene sottovalutata ma che è da riproporre.

L’attualità dell’intuizione di madre Lucia Perotti si fa strada anche ad oggi e ravviva con frutti duraturi il quotidiano scorrere dei giorni, a volte un po’ monotono, ma sempre aperto alla bellezza e alla speranza.

La festa è sempre dietro ad una porta che si apre ad accogliere.

madre Giuliana Arsuffi

 

 

Per le Giornate Fai di Primavera straordinaria apertura dell’ex Circolo Zaccaria e del Collegio della Beata Vergine




Una meditazione del Vescovo Napolioni per l’ultima “Pausa… Digiuno” in Cattedrale

Si è conclusa con l’ultimo venerdì prima della Domenica delle Palme l’esperienza quaresimale della “Pausa… Digiuno” in Cattedrale, iniziativa proposta da alcuni anni dalla Zona Pastorale 3 che ha aperto le porte del Duomo a tutti i fedeli che, durante la pausa pranzo dei venerdì di Quaresima, hanno trovato un momento per poter pregare e riflettere davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare.

Un momento di pace che risana e ristora, nel quale è stato proposto a chi ha partecipato il gesto di carità del dono del pasto: devolvere l’equivalente di quello che si sarebbe speso per pranzare al sostegno del progetto Caritas per la Quaresima in favore del carcere di Cremona.

A guidare l’ultimo appuntamento è stato il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, che per aiutare i fedeli nella meditazione e nella preghiera, durante l’adorazione eucaristica ha proposto un brano tratto dal libro di Alda Merini, “Poema della croce”. Tema portante del passo gli ultimi istanti della vita di Cristo, riproposti attraverso lo sguardo di un Gesù veramente fatto uomo, che ripercorre alcuni momenti della sua vita con pensieri, meditazioni e paure che prendono forma all’avvicinarsi dalla sua Passione.

 




Comunione e Liberazione, Paolo Siboni nuovo responsabile diocesano

Lo scorso gennaio gli aderenti alla fraternità di Comunione e Liberazione di Cremona hanno designato come nuovo responsabile diocesano Paolo Siboni: classe 1983, sposato con due figli, vive a Cremona dal 2009 e attualmente lavora come dirigente tra Piadena (CR) e Prevalle (BS).

La nomina, di durata triennale, è stata accolta con favore da monsignor Antonio Napolioni. Siboni succede all’avvocato Paolo Mirri che per molti anni, con passione e sempre in comunione con la Chiesa locale, ha guidato la comunità cremonese del movimento fondato da don Luigi Giussani.

«Mi auguro che questo cambiamento, nella ricorrenza dei 70 anni del movimento, sia occasione di conversione, letizia, unità e pace, non solo per noi, ma per il mondo intero», ha scritto Mirri.

“Mi auguro di diventare sempre di più figlio: solo così potrà accadere di ritrovarsi ad abbracciare tutto il bene che sempre si incontra sul cammino. Sono grato di come Paolo abbia vissuto in prima persona lo stupore per ciò che, accadendo tra noi, ci supera sempre, e ce lo abbia indicato. Domandiamo a Dio, che è fedele, di ravvivare sempre la nostra affezione per crescere insieme nella responsabilità e aiutarci a camminare verso di Lui. Il Papa ci ha raccomandato di avere cura della nostra unità: desiderandola, la chiederemo a Dio e saremo testimoni di come «essa sola, nella sequela ai pastori della Chiesa, potrà essere nel tempo custode della fecondità del carisma che lo Spirito Santo ha donato a don Giussani».  Con queste parole Siboni ha voluto salutare tutti gli amici di CL che vivono in diocesi di Cremona, mettendosi al servizio della Fraternità di CL e della Chiesa tutta.




Insediata la nuova Presidenza dell’Azione Cattolica Cremonese: Emanuele Bellani riconfermato presidente

Dopo le votazioni dell’assemblea diocesana del 17 febbraio scorso e la formalizzazione della nomina del presidente da parte del vescovo, con il Consiglio diocesano del 16 marzo si è ufficialmente insediata la nuova Presidenza dell’Azione Cattolica Cremonese per il triennio 2024/2027. Presidente diocesano è stato riconfermato Emanuele Bellani, psicologo 43enne di Castelleone, dove vive con la moglie e i due figli.

Il suo legame con Azione Cattolica è consolidato nel tempo, sin da quando, da bambino, all’oratorio di Castelleone ha vissuto l’esperienza dell’Acr. Dopo le superiori, la partecipazione associativa l’ha portato ad assumere un ruolo più marcatamente educativo. Negli anni non sono mancati impegni di responsabilità come l’incarico di responsabile diocesano Acr, per due mandati, quello di presidente dell’Ac parrocchiale di Romanengo o quello di referente per la vecchia Zona pastorale 3 e poi per la nuova Zona 2, fino alla nomina di presidente diocesano nello scorso triennio.

«Ringrazio il Vescovo per la conferma e tutta l’associazione diocesana per la vicinanza e l’affetto». Queste le parole, a seguito della sua riconferma come presidente diocesano dell’AC, di Emanuele Bellani. Che prosegue: «Sono onorato di servire l’AC per questi altri tre anni. Il mio desiderio è che l’Azione Cattolica continui a essere nelle nostre comunità una vera scuola di laici maturi che prendono con serietà la propria chiamata alla responsabilità e chi si impegnino per rendere i nostri paesi e le nostre città luoghi di speranza e accoglienza per tutti coloro che le abitano».

«Mi sento inoltre di ringraziare la nuova Presidenza – conclude Bellani – per la disponibilità a mettersi in gioco e la presidenza uscente per il lavoro di questi anni! Ringrazio anche i membri passati e attuali del Consiglio diocesano di AC! Ora non resta che ripartire con più slancio e fiducia per fare più bella l’AC e con essa le nostre comunità».

La nuova presidenza dell’AC Cremonese risulta così composta:

  • Emanuele Bellani (presidente diocesano),
  • Ghezzi Chiara (vicepresidente Adulti)
  • Gerevini Gilberto (vicepresidente Adulti)
  • Corbani Lucia (vicepresidente Giovani)
  • Uggè Sofia (vicepresidente Giovani)
  • Guerrini Michele (responsabile ACR)
  • Valerio Elisa (viceresponsabile ACR)
  • Maccagni don Gianpaolo (assistente unitario e Adulti)
  • Rossi don Daniele (assistente Giovani)
  • Dalè don William (assistente ACR)

 

AC, Dialogo apre il 2024 parlando di donne




“Voce dei senza voce”, il 23 marzo ad Acquanegra Cremonese riflessione animata su Oscar Romero

In occasione del 44° anniversario del martirio del santo salvadoregno Oscar Romero, il circolo Acli di Cremona a lui dedicato, unitamente alla corale della parrocchia del Maristella e a alcuni giovani sensibili, sabato 23 marzo alle ore 21 presso la sala civica del Comune di Acquanegra Cremonese (via delle Arti 5) sarà riproposta  la riflessione animata sulla sua vita, dal titolo “Voce dei senza voce”.

In questo modo si desidera dimostrare l’attualità della sua testimonianza: egli venne ucciso durante la celebrazione dell’Eucaristia, il 24 marzo 1980, in San Salvador, per aver difeso, in nome del Vangelo e della Dottrina sociale della chiesa, i diritti dei poveri e scartati del suo tempo.

Così ha detto di lui Papa Francesco il 15 ottobre 2018 rivolgendosi ai pellegrini di El Salvador, convenuti a Roma per la canonizzazione del vescovo martire, avvenuta il giorno prima:

»Il messaggio di san Óscar Romero è rivolto a tutti, senza eccezioni, grandi e piccoli, a tutti. Mi ha colpito l’ingresso di una nonna di novant’anni che gridava e applaudiva come se ne avesse quindici. La forza della fede è la forza del Popolo di Dio. Lui, Óscar Romero, ripeteva con forza che ogni cattolico deve essere un martire, perché martire vuol dire testimone, ossia testimone del messaggio di Dio agli uomini (cfr. Omelia nella I Domenica di Avvento, 27 novembre 1977). Dio vuole rendersi presente nella nostra vita e ci chiama ad annunciare il suo messaggio di libertà a tutta l’umanità. Solo in Lui possiamo essere liberi: liberi dal peccato, dal male, liberi dall’odio nei nostri cuori – lui è stato vittima dell’odio –, totalmente liberi per amare e accogliere il Signore e i fratelli. Una vera libertà già sulla terra, che passa per la preoccupazione per l’uomo concreto al fine di risvegliare in ogni cuore la speranza della salvezza».

Ricordare san Oscar Romero significa tener viva la memoria della sua profonda fede, della sua dedizione totale al popolo di Dio, per costruire il regno della fraternità, della giustizia e della pace, dentro le realtà disumane della storia.




Università Cattolica: il Dies Academicus apre le celebrazioni per il 40° dell’Ateneo a Cremona

Mercoledì 20 marzo, a partire dalle 11, il campus di Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugurerà l’anno accademico 2023/24 con l’intervento di Ettore Bologna, responsabile attività mediche e socio-assistenziali della Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero onlus. La cerimonia del Dies Academicus sarà preceduta, alle 10, dalla celebrazione della Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

Alle 11, nell’Aula Magna del campus di Santa Monica, il rettore dell’Università Cattolica professor Franco Anelli pronuncerà il discorso introduttivo, cui faranno seguito il saluto del sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. L’inaugurazione si concluderà con la prolusione di Lorenzo Morelli, professore di Microbiologia agraria, sul tema “Studiare l’invisibile per la salute: dalla microflora al microbiota”; a seguire la lectio di Ettore Bologna dal titolo “Active and Healthy Aging: 40 anni di esperienza della Fondazione Ferrero”.

La cerimonia segnerà l’avvio delle celebrazioni per il 40o anniversario della presenza dell’Ateneo a Cremona.