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Catechisti «con la fiducia del seminatore»

Si è svolto nel Santuario di Caravaggio lunedì 3 dicembre alle ore 21 il tradizionale appuntamento di inizio avvento per i catechisti della zona 1. Un incontro di preghiera semplice, ma estremamente profondo, presieduto dal neo Rettore mons. Amedeo Ferrari.

Ad aiutare i catechisti nella riflessione sulla propria missione è stata scelta la parabola del seminatore (Mt 13, 1-23) esplicitata in tre simboli – terra, acqua e un mucchietto di semi – che uno alla volta venivano portati ai piedi dall’altare, dove un piccolo allestimento richiamava il terreno da coltivare.

Tre simboli, tre letture tratte dalla lettera di San Giacomo apostolo, dal Libro del profeta Isaia e dal Vangelo di Giovanni, e tre brevi momenti di silenzio hanno composto l’incontro.

Preziose le parole del mons. Ferrari durante la sua breve omelia: «Dalle parole dei profeti capiamo che la fatica del seminatore non è mai inutile. La Parola porta sempre frutto, anche quando noi non vediamo i risultati».

E ancora: «Dobbiamo quindi maturare una fiducia vera, non illusa o ingenua, perché Dio ci ha detto che il seme crescerà. I nostri sforzi non sono inutili». Importante è anche l’invito che ha rivolto ai catechisti di guardare i bambini e i ragazzi che hanno davanti e di domandarsi a quale terreno possono assomigliare, per meglio coglierne le fragilità e aridità.

L’incontro si è poi concluso con la possibilità di lasciare un’offerta per l’iniziativa diocesana Avvento di Fraternità (quest’anno devoluto alla missione congolese delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda) e con una preghiera davanti allo speco della Vergine.

I prossimi appuntamenti da fissare in agenda sono previsti per il 23 febbraio presso l’oratorio di Masano – dove si terranno dei workshop per catechisti – e per il 30 marzo presso il centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio per il convegno regionale dei catechisti.




Soresina, Messa con mons. Sigalini per la festa patronale

A Soresina si respira già aria di festa per le prossime celebrazioni in onore del Santo Patrono Siro. Il 9 dicembre, alle 18, nella chiesa prepositurale, appunto dedicata a San Siro, per la solennità patronale interverrà il Vescovo Domenico Sigalini (già Assistente Generale dell’Azione Cattolica Italiana e Vescovo Emerito di Palestina).

Concelebreranno la Messa i sacerdoti soresinesi d’origine e di ministero. Durante la Messa, la Pro Loco offrirà il cero votivo al Santo, quale richiesta di protezione per tutta la comunità. Seguirà una cena comunitaria in Oratorio.

Per prepararsi alla solennità patronale, venerdì 7 dicembre, alle 21, nella parrocchiale, il Corpo Bandistico “Igino Robbiani” proporrà, con la collaborazione del Coro Psallentes, un’elevazione musicale.




A Torre de’ Picenardi un concerto per S. Ambrogio

Le comunità parrocchiali di Torre de’ Picenardi onoreranno venerdì 7 dicembre il loro patrono S. Ambrogio con una giornata di spiritualità, cultura e musica.  Alle 18 nella Chiesa parrocchiale dedicata al santo si svolgerà la S. Messa solenne celebrata dal parroco don Claudio Rossi animata dalla corale parrocchiale.

In serata, sempre alle ore 21.00 il Concerto di S. Ambrogio 2018, giunto alla ottava edizione, iniziativa nata alcuni anni fa per onorare il patrono di Torre de’ Picenardi, ma anche come momento di cultura e di valorizzazione dello storico organo “Franceschini 1855” conservato in chiesa, pregevole strumento ottocentesco.
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Il concerto vede alternarsi ogni anno musicisti della nostra Diocesi con proposte di musica sacra di autori classici antichi e moderni, quest’anno verrà proposta una interessante e variegata serata per organo e ottoni,  con brani sacri di autori quali J.S. Bach, W.A.Mozart e G.F. Handel, eseguiti  dal m° Donato Morselli, musicista, direttore di coro e d’orchestra nonché docente al Conservatorio “A. Boito” di Parma, con i musicisti Enrico Cagnato e Maddalena Olioso alle trombe, Stefano Caniato e Francesco Trevisi ai tromboni.
L’evento è organizzato dalle Parrocchie di Torre de’ Picenardi /Ca’d’Andrea con il Gruppo Culturale di Torre de’ Picenardi.



Per Santa Lucia un pastello in dono per i bimbi del Togo

Martedì 11 dicembre, alle ore 16.45, la chiesa del seminario Vescovile di Cremona ospiterà l’icona di santa Lucia e accoglierà i bambini che porteranno un loro dono per i bambini dell’orfanotrofio di Kpdome, in Togo.I piccoli partecipanti, infatti, sono invitati a portare in chiesa un pastello nuovo del vostro colore preferito. Tutti insieme, saranno poi inviati ai bimbi di Kpdome.
Tutti i bambini sono invitati (ma anche i grandi!) per trascorrere insieme un momento di gioia che terminerà con la benedizione; poi tutti a prendere il mazzetto di fieno preferito dall’asinello di santa Lucia.




Un concerto gospel nel ricordo di don Aldo Grechi

Per ricordare ad un anno dalla sua scomparsa la figura del sacerdote cremonese don Aldo Grechi, per 55 anni anni  parroco a Brancere, fondatore e promotore dell’Associazione cremonese S.a.I. Sostegno all’Infanzia Onlus di Cremona, ormai da parecchi anni promotrice di progetti umanitari in Africa e Brasile, il Gruppo Missionario di Brancere ed il Collegio Beata Vergine di Cremona, presentano un concerto di musica gospel tenuto dal Coro Sixth Pop Choir Gospel diretto dal Maestro Massimo Ardoli e presentato da Matteo Lazzari.

Il concerto in realizzato collaborazione con il Comune di Cremona la sera di venerdì 14 dicembre alle ore 21 nel salone Lucia Perotti del Collegio Beata Vergine, con ingresso libero da Via Guido Grandi n. 5.

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Bioetica e sanità, per una riflessione «ai confini della vita»

Il 1° dicembre si è svolto presso la Parrocchia S. Stefano di Casalmaggiore il convegno dal titolo “Ai confini… della vita”. Durante la giornata organizzata dall’Ufficio Pastorale della Salute in sinergia con Newtabor Onlus e la Cappellania dell’Ospedale OglioPo, si sono susseguiti relatori di grande professionalità e competenza, che ricoprono ruoli di rilievo internazionale.

Ha iniziato Mons. Jean-Marie Musivi Mupendawatu, segretario del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede e membro della Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa, che ha presentato la Nuova Carta degli operatori sanitari, un vademecum rivolto a chi desidera lavorare in armonia con gli insegnamenti di Cristo e con il Magistero della Chiesa.

Il testo aggiorna la prima stampa pubblicata nel 1995, revisione necessaria a seguito delle numerose conquiste della ricerca biomedica e delle mutate politiche sanitarie mondiali che hanno accresciuto la sensibilità ai principi di solidarietà e sussidiarietà nell’accesso a farmaci ed alle tecnologie. La nuova carta tiene conto dei numerosi pronunciamenti del Magistero, emanati attraverso le varie Encicliche di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, e Papa Francesco, e dei documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Pontificia Accademia per la Vita. La struttura è articolata su tre aree: generare, vivere e morire, ed è uno strumento efficace ed utile di fronte all’affievolirsi delle evidenze etiche, del soggettivismo delle coscienze e del pluralismo culturale.

L’On. Domenico Menorello, membro della Camera dei Deputati dello Stato, che ha trattato il tema e l’iter seguito dalla recente legge 219/2017 sulle DAT. I numerosi emendamenti proposti sono stati tutti bocciati e così, la “proporzione”, invocata dal Magistero rispetto alle cure al fine di mantenere la vita, viene rovesciata e diventa “proporzione” per evitare il tabù del dolore, della invalidità, di una condizione di diversità, in cui la vita non sarebbe più dignitosa e dunque, non sarebbe più vita. L’opzione culturale rintracciabile nel tessuto normativo proposto implica un concetto di “dignità” connesso alla capacità del soggetto di “performare”, di essere all’altezza delle attese della società. Chi è inabile, chi non ha utilità economiche e sociali, chi soffre non ha, per questa mentalità, una evidente dignità. Non siamo più capaci di accettare la vita stessa che è fatta anche di cose difficili. La malattia fa parte della vita. Come la nascita e la morte. Noi allontaniamo tutto e rapportiamo tutto al successo. Il desiderio di significato, la domanda di verità, di bellezza, di giustizia che albergano e si accendono nel cuore di ogni uomo, anche e soprattutto nel dolore, sono il proprium dell’umano, ciò che lo rende grande, ciò che fa ritenere ugualmente “dignitosi” un sovrano e un mendicante, un campione olimpionico e un disabile”.

E’ intervenuto poi il prof. Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di Bioetica e Medical Humanities della Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma, che ha trattato il tema importantissimo del comitato etico, strumento indispensabile per rendere operative le teorizzazioni della bioetica, assegnandogli un nuovo ruolo, non di polizia, ma di facilitazione del dialogo e di coscienza morale delle istituzioni sanitarie.

Sono seguiti: il Dr. Giovanni Paganini, Direttore dell’Ufficio Pastorale della Salute della Diocesi di Mantova, che ha messo in evidenza l’importanza delle cure palliative e le modalità con cui approcciarsi ai pazienti gravi; il dr. Gianfranco Salzillo bioeticista clinico con una sua testimonianza sul campo ed, infine, la prof.ssa Palma Sgreccia, preside dell’Istituto internazionale di Teologia pastorale sanitaria Camillianum di Roma, la quale ha fornito le basi per una nuova pastorale della salute che possa affrontare le nuove sfide etiche nella società odierna.




Fede è Libertà, a Calvenzano conclusione guardando al padre

“Padre dove sei?” Questo il titolo dell’ultimo dei quattro incontri sul tema “Fede è libertà” organizzati dalle parrocchie di Pandino, Arzago, Cassano San Zeno, Rivolta, Calvenzano e Vailate che si è svolto venerdì 30 novembre nell’auditorium dell’oratorio di Calvenzano. Relatore, per l’occasione, don Vincent Nagle, sacerdote californiano di San Francisco, che con quell’ “accentaccio” yankee (definizione sua) ed uno stile brioso, a volte teatrale, ha intrattenuto i presenti per oltre un’ora.

 

Tema della serata, la figura del padre, che in un’epoca come la nostra tende ad essere sminuita se non proprio a scomparire. “Se a qualunque italiano medio chiedi che cosa sia il papà – ha detto don Vincent – fai fatica ad ottenere una risposta. La figura paterna pare morta. Ma non perché non vi siano dei bravi padri, ma perché manca, oggi, quel senso di missione che è la figura paterna stessa ad indicare. Manca anche – ha aggiunto – un senso di generale gratitudine senza il quale il ruolo della figura paterna è come se venisse cancellato”.

Per rafforzare questi concetti Don Vincent ha fatto tanti riferimenti ad esperienze di vita, compresa la sua, lui che è il sesto di otto figli, cresciuto fra i figli dei fiori, da padre operaio-sindacalista e mamma di fede ebraica.

Fra aneddoti e racconti (gli è stato chiesto, dal pubblico, anche come e quando abbia incontrato Dio) ha indicato, al termine della sua relazione, come sia possibile recuperare la figura del padre: tramite l’insegnamento di Cristo. “Gesù – ha precisato – quando parlava di sé si definiva Figlio, e per Lui Dio era il Padre. Gesù spiegava questo rapporto filiale con una frase: diceva Colui che mi ha mandato. Ecco, riscoprendo questo senso di missione noi possiamo ridare dignità alla figura del padre”. Ritrovare Cristo, quindi, significa ritrovare un senso di missione, riscoprendo in questo modo anche la figura del padre.




Giunta in Comune a Cremona la Luce della Pace da Betlemme

Nel pomeriggio di lunedì 17 dicembre una rappresentanza del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiano (M.A.S.C.I.) ha consegnato al sindaco di Cremona Gianluca Galimberti la Luce della Pace di Betlemme, segno di pace e di fratellanza tra i popoli, perché possa illuminare, simbolicamente, le case di tutti i cremonesi. La lampada è stata posta a fianco del presepe allestito nell’atrio dal quale si accede alle sale del secondo piano de Palazzo Comunale.

Ad accogliere i rappresentanti del M.A.S.C.I. c’erano anche la presidente del Consiglio comunale Simona Pasquali, l’assessore al Territorio Andrea Virgilio e il segretario generale Gabriella Di Girolamo.

L’olio che alimenta questa luce è partito da Betlemme, dalla chiesa della Natività, dove da secoli arde una lampada alimentata dall’olio donato dalle nazioni cristiane del mondo. Poco prima di Natale un bambino austriaco accende la luce a Betlemme per portarla a Linz, da dove viene diffusa in tutto il territorio austriaco. Dal 1986 gli scout europei collaborano per la diffusione della luce nei loro Paesi. La luce resterà accesa fino al disallestimento dei presepi in Comune, che si possono visitare tutti i giorni, nei consueti orari di apertura del Palazzo, fino al 13 gennaio 2019.




Unitalsi in festa per la Giornata dell’adesione

Il 2 dicembre, prima domenica di Avvento, in tutta Italia l’Unitalsi celebra la Giornata dell’adesione (19 sezioni e 268 sottosezioni dislocate su tutto il territorio nazionale ) che ha come titolo #aderiscoxchè “l’opera di carità diventi quotidiana” e precede la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita dal Programma di azione mondiale per le persone disabili adottato nel 1982 dall’Assemblea generale dell’ONU (che si celebra il 3 dicembre).

«È uno dei giorni più importanti per i soci – dichiara il presidente nazionale, Antonio Diella – perché tutti insieme rinnoveremo l’adesione all’associazione, ribadendo ancora una volta l’impegno a essere parte di una grande esperienza di comunione che ci vede impegnati in pellegrinaggio e ogni giorno nelle nostre realtà associative». «L’Unitalsi – aggiunge – con la Giornata dell’Adesione vuole, anche, ribadire il proprio impegno e servizio ad accompagnare le persone in difficoltà e disabili verso Lourdes, uno dei luoghi di culto mariano tra i più importanti a livello mondiale. Esiste il problema della distanza, ma esiste anche la difficoltà di trovare una risposta di qualità a chi vive con passione il pellegrinaggio».

 

La Giornata celebrata a Cremona

La sottosezione cremonese ha anticipato questo importante appuntamento domenica 25 novembre, nella festa di Cristo Re dell’Universo, con la Messa presieduta in Cattedrale dal vescovo emerito Dante Lafranconi e concelebrata dal parroco mons. Alberto Franzini e dall’assistente diocesano don Maurizio Lucini.

«Noi vorremmo raccogliere da questa celebrazione – ha affermato mons. Lafranconi nell’omelia – l’insegnamento del Signore Gesù e confermare la nostra volontà per essere nella la storia dell’umanità persone che amano il servizio e lo fanno con la pienezza del cuore, come Gesù ci insegna». E ancora: «È bello che l’Unitalsi abbia scelto questa data per ricordare il suo impegno, perché è un impegno di servizio alle persone ammalate, alle persone che cercano la vicinanza di un fratello, di una sorella, quella dimensione affettiva, quella capacità di dialogo, quella possibilità di conforto di cui tutti abbiamo bisogno sempre, ma in modo particolare quando sentiamo la fragilità nella malattia».

«Mentre rinnoviamo la nostra contemplazione del Cristo, Re sulla Croce, mentre rinnoviamo il nostro proposito di essere suoi discepoli – ha affermato ancora il Vescovo emerito – ci impegniamo ad essere nella nostra vita animati da un desiderio di servire con amore non solo tutte le situazioni di povertà che nella storia si presentano, ma anche tutte quelle condizioni di vita dove solo la logica del servizio si dimostra efficace per costruire una fraternità e una convivenza umana degna, capace di accogliere ogni uomo, anche colui che potrebbe trovarsi alla fine crocifisso assieme al Signore Gesù, i cosiddetti buoni ladroni, perché il servizio del Signore giunge fino alla misericordia e al perdono e giunge fino alla forza dello Spirito che sa riscattare anche le più profonde bassezze dell’uomo».

Parole che ben sottolineano ciò che i volontari unitalsiani desiderano testimoniare nell’essere accanto al prossimo bisognoso.

Dopo la benedizione e il canto finale sono stati consegnati dei piccoli ricordi ad alcune dame e barellieri che, oltre ai pellegrinaggi, si sono adoperati con la loro presenza nelle varie iniziative di volontariato unitalsiano e che ancora proseguono. Si sono ricordati anche i volontari: AdeleFantini, Giuseppe Poli e la presidente Lambri Maria Enrica, prematuramente scomparsa il 23 ottobre scorso.

Dopo la celebrazione, la Giornata è proseguita con il consueto ritrovo alla casa dell’Accoglienza per il pranzo e con un pomeriggio di festa e convivialità.




Nuova vita per la Fondazione Benefattori Soresinesi

“In questi giorni, dopo un lungo e paziente lavoro di tessitura e l’espletamento di estenuanti procedure burocratiche, è venuta alla luce la nuova Fondazione Benefattori Soresinesi che unisce ed unifica tre precedenti realtà benefiche della città: la Fondazione Casa Robbiani per la Maternità, la Fondazione Antonio Zucchi e Maria Falcina, la Fondazione Giuseppina Guida.

La nuova Fondazione avrà a disposizione un patrimonio sufficiente per sostenere, a norma dello statuto e conformemente ai propri obiettivi specifici, alcune iniziative a vantaggio della cittadinanza, soprattutto a sostegno delle fasce sociali più deboli. Al nuovo Consiglio di Amministrazione della “Fondazione Benefattori Soresinesi”, la stima, l’incoraggiamento e gli auguri dell’intera Comunità cristiana”.

Questo il messaggio del parroco don Angelo Piccinelli, tra l’altro consigliere della Fondazione, all’ente Benefattori Soresinesi presieduto da Alessandro Tironi. La Fondazione opera con un Consiglio di Amministrazione composto da 7 consiglieri: 3 nominati dal Sindaco di Soresina, 1 dal Vescovo di Cremona, 1 dal Parroco di Soresina, 2 dalle Associazioni di volontariato soresinesi con finalità sociali o socio assistenziali. Una scelta che risponde ad una visione della gestione dei beni della comunità demandata alle forze sociali anziché alla rappresentanza politica.

La nuova realtà, va ricordato, ha adottato uno statuto che recepisce le finalità testamentarie di tutti i benefattori delle originarie fondazioni, aggiornando i servizi offerti all’attuale momento storico. Ecco perché la Benefattori Soresinesi manterrà le attuali attività di assegnazione di alloggi per persone anziane, ma autosufficienti e di CAH (Comunità Alloggio Handicap), mentre sono allo studio varie soluzioni per utilizzare l’immobile dell’ex Fondazione Zucchi e Falcina (ormai non più utilizzato come sede scolastica). In particolare, gli alloggi dedicati a persone anziane autonome sono 19, tutti occupati, e il servizio è particolarmente gradito, mentre il CAH ha visto un aumento dei residenti (intesi come ospiti solo diurni o fissi nelle 24 ore) nella casa famiglia.

Il futuro presenta sicuramente una sfida, ma le idee e i progetti non mancano:

  • sono in revisione le modalità di attribuzione degli alloggi destinati agli anziani, riscrivendo i requisiti di valutazione basandosi su criteri socio assistenziali (anziani autosufficienti che hanno necessità di custodia o assistenza per le attività della vita quotidiana);
  • si sta strutturando un progetto per avere una maggiore continuità e regolarità di utilizzo del CAH (Comunità Alloggio Handicap);
  • si sta lavorando per recuperare il palazzo Zucchi e Falcina e mantenerlo attivo per destinarlo ad attività formative organizzate anche in collaborazione con la Fondazione.

Il patrimonio della Fondazione comprende anche un podere – podere Retorto – sito nella campagna soresinese per il quale è allo studio un progetto per la realizzazione di un impianto sportivo per motocross e ciclocross. Un’opportunità per i soresinesi e per il circondario con un ritorno economico da investire nei progetti socio-assistenziali della Fondazione.

La Fondazione Benefattori Soresinesi, per presentarsi nella sua nuova veste alla città, oltre alle normali attività, ha promosso un’iniziativa natalizia, ovviamente solidale. Grazie alla collaborazione con ASPM (Azienda Servizi Pubblici Municipalizzati), ASCOM (Associazione Commercianti), Scuola Cattolica “Immacolata” e Istituto Comprensivo Bertesi, sono state realizzate decorazioni natalizie, con materiale di riciclo, attualmente esposte presso i negozi di Soresina e la Fondazione. I manufatti saranno poi battuti all’asta, il 15 dicembre presso la Fondazione, e il ricavato dell’iniziativa sarà utilizzato per sostenere le attività della Benefattori Soresinesi.

Scarica qui la locandina dell’asta benefica