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Domenica la Schola cantorum “Ettore Rancati” di Castelleone a S. Imerio

Domenica 16 dicembre, alle 21, nella chiesa di Sant’Imerio, a Cremona, la schola cantorum “Ettore Rancati” di Castelleone presenterà il “Concerto di Natale 2018”. Gruppo vocale di grande esperienza, guidato dal maestro Davide Massimo, svolge la sua prevalente attività nella animazione delle liturgie solenni della Parrocchia di Castelleone, per la quale ha avuto un ruolo determinante nell’educazione alla musica liturgica di generazioni di castelleonesi.

Ogni anno la Schola cantorum si cimenta anche nello studio e nella esecuzione di grandi composizioni musicali: quest’anno, per l’occasione del Natale e di questo concerto, presenterà, infatti, la Messa dell’Incoronazione K 317 per soli, coro e orchestra di Mozart.

Coadiuvati da una orchestra di tutto rispetto e da voci soliste qualificate, sarà offerta una serata senza dubbio ricca di emozioni musicali, adatta ad accompagnare l’ultimo tratto del cammino verso il Natale.

Accanto a questa esecuzione, si potranno ascoltare alcuni brani della tradizione natalizia, eseguiti sempre per coro e orchestra.

L’invito a partecipare è esteso a tutta la popolazione.

Locandina




Domenica 16 dicembre concerto di Natale a di San Matteo delle Chiaviche

L’unità pastorale San Matteo delle Chiaviche e Sabbioni di S. Matteo, nel Viadanese, insieme all’associazione “Amici della biblioteca”, con il sostegno di Comune e Fondazione Comunità Mantovana, organizzano un grande concerto di Natale: appuntamento domenica 16 dicembre alle 20.30 nella chiesa parrocchiale di San Matteo.

Il coro civico “Marino Boni” di Viadana, la schola cantorum “Pietro Pomponazzo” di Mantova e l’orchestra Filarmonica dei Colli Morenici eseguiranno partiture sacre e profane di Antonio Vivaldi: il concerto “La pastorella”, i salmi “Laudate pueri Dominum” e “Dixit Dominus” e brani dall’oratorio “Juditha triumphans”. A dirigere gli oltre cento tra cantori e strumentisti, il maestro Marino Cavalca. Solisti: il sopranista Angelo Manzotti, il soprano Giulia Azzi, il mezzo soprano Claudia Galanti, il basso Francesco Azzolini, il tenore Angelo Goffredi e il flautista Felice Santelli.




Movimento Mariano Betania Ecclesiale, l’incontro a Casalmaggiore

Sabato 8 dicembre 2018, Solennità dell’Immacolata Concezione, a Casalmaggiore si sono riuniti i gruppi del Movimento Mariano Betania Ecclesiale di Cremona, Parma e Mantova.

Dopo la recita del S. Rosario e la lettura del Vangelo del giorno, è stato letto anche il messaggio dato l’8 dicembre 1985 a Zagarolo e pubblicato sul volume 14 della collana “Gesù e Maria agli uomini d’oggi” con imprimatur del Vescovo diocesano Mons. Vittorio Tomassetti. Erano presenti circa 60 persone che hanno costituito la “chiesa domestica” caldeggiata da numerosi documenti della Chiesa, tra cui la Lumen Gentium (n. 11).




Misa Criolla e Navidad Nuestra, musiche latine a Sospiro

Una partecipazione numerosa, attenta ed entusiasta, quella che ha caratterizzato il concerto svoltosi la sera di domenica 9 dicembre a Sospiro, nella chiesa parrocchiale. Il Coro e Ensemble Voz Latina della Associazione latinoamericana di Cremona, diretto da Maximiliano Baños, ha incantato i partecipanti, coinvolgendoli con un repertorio e una esecuzione in cui la raffinata tecnica musicale e la straordinaria espressività si sono fusi mirabilmente. Il gruppo, composto da quaranta persone tra musicisti e coristi, ha proposto brani di musica sacra, popolare e folklorica della tradizione sudamericana.

La prima parte del concerto – promosso dall’Amministrazione comunale di Sospiro in collaborazione con la parrocchia e la Pro Loco – è stata costituita dalla “Misa Criolla”, composta dal musicista argentino contemporaneo Ariel Ramirez. Questa Messa è unica nel suo genere perché i ritmi e la tradizione ispano-americana si intrecciano con i contenuti della tradizionale liturgia della Santa Messa. La seconda parte del concerto, invece, è stata dedicata alla “Navidad Nuestra”, un quadro plastico di sapore creolo ispirato al tema della nascita di Gesù, che Ariel Ramírez compose insieme al poeta Félix Luna. In “Navidad Nuestra” sono stati presentati sei quadri tematici musicali, ciascuno costruito intorno ad una diversa voce regionale ed imperniato su un proprio ritmo o tipologia di danza argentina (chamamé, huella, vidala, chaya y takirari).

Una serata di ascolto di musica di alto livello, dunque, ma anche di condivisione di una fede universale, che attraverso il linguaggio universale della musica, si incarna vitalmente nelle culture e rappresenta un dono prezioso per ogni uomo e donna di buona volontà.

 

 




Polifonie per il Natale domenica a Rivarolo del Re

Domenica 16 dicembre, alle 17.30 presso la chiesa parrocchiale di Rivarolo del Re, ci sarà il consueto concerto di Natale organizzato dal comune di Rivarolo del Re. Il concerto dal titolo Rorate coeli, Polifonie per il Natale dal Rinascimento europeo vedrà la partecipazione del soprano Monica Bertolini con Federico Bigi all’organo e il Coro della Cappella musicale San Francesco da Paola di Reggio Emilia diretto da Silvia Perucchetti. Per l’occasione sarà utilizzato l’organo antico della magnifica chiesa parrocchiale di Rivarolo del Re. Il concerto, a ingresso libero, rientra nella rassegna Musica intorno al fiume ed è offerto dall’Amministrazione comunale di Rivarolo del Re ed Uniti.




A Villastrada a catechesi con il rapper Kose

Il salone polivalente dell’oratorio di Villastrada ha ospitato venerdì 7 dicembre un incontro con il rapper Kose (Gianluca Cosentino). L’artista mantovano è stato invitato dal gruppo catechisti dell’unità pastorale Dosolo-Villastrada-Correggioverde-Cavallara, nell’ambito dei cammini di catechesi. Cosentino ha presentato la propria testimonianza di vita e di fede, intervallandola con esibizioni freestyle e l’esecuzione di suoi brani (il più apprezzato, “Sete”, è visibile su youtube).

Kose, oggi 39enne, si considerava da ragazzo ateo e disobbediente. A 16 anni entrò in contatto con il movimento hip-hop, nel quale confluivano rapper, graffitari e ballerini di breakdance, e per un certo periodo coltivò il sogno di fare dello spettacolo la sua ragione di vita; alcune delusioni professionali e sentimentali gli provocarono tuttavia un senso di amarezza. Non sapeva che gli si stava preparando una sorpresa: una sera, a cena da un amico a Mantova, la madre dell’ospite gli parlò di Gesù Cristo, toccandogli in qualche maniera il cuore. Quell’anno a Pasqua, invece di andare con gli amici a una festa, si recò in piazza San Pietro a Roma: vide papa Giovanni Paolo II ormai sofferente, e ne ascoltò il richiamo: «Gesù è l’unico in grado di spezzare le catene dell’odio».

Fu l’inizio della “liberazione”: durante un ritiro spirituale ad Angolo Terme, Gianluca si ritrovò in ginocchio, a piangere davanti al Santissimo Sacramento: «Per la prima volta sentii cos’era l’amore. Dio ci ama: anche me, che non l’avevo mai cercato».

Iscrittosi in seguito all’Istituto di scienze religiose di Mantova, oggi Cosentino insegna religione nella scuola primaria. È sposato, ha tre figli piccoli, e continua a praticare il rap come strumento per parlare della misericordia divina.

Una catechesi alternativa, che a Villastrada ha riscosso un buon successo: la serata, moderata dal parroco don Stefano Zoppi, ha visto la partecipazione di un’ottantina di persone tra genitori e ragazzi preadolescenti.




Un Museo da costruire insieme: incontro a Casalmaggiore

Si è tenuto giovedì 6 dicembre il Consiglio Pastorale delle parrocchie di S. Stefano e S. Leonardo in Casalmaggiore per discutere, tra le altre iniziative, della richiesta della Diocesi di ricevere in prestito la scultura del “Cristo deposto” attribuita a Jacopino da Tradate. L’opera è conservata nella Chiesa di S. Francesco da una data non meglio precisata ma collocata tra il 1806 e il 1850 e la proposta giunta dalla Diocesi è di trasferirla per un tempo determinato presso il nuovo Museo Diocesano.

La serata ha avuto come ospite don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni Culturali che, dopo aver introdotto il tema della nascita del nuovo Museo e di una visione programmatica per la messa in sicurezza degli edifici delle parrocchie, ha voluto ragionare insieme al Consiglio sulla necessità di condividere l’idea di progettazione del patrimonio culturale e artistico di Casalmaggiore.

Ispirandosi all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (letta nel corso del Consiglio), che al numero 33 invita a superare la logica del si è fatto sempre così e ad accedere alla pastorale con creatività e coraggio, il parroco don Rubagotti e don Gaiardi hanno insistito sull’importanza di superare i campanilismi e gli interventi emergenziali (anche nell’ottica della salvaguardia del patrimonio artistico locale), predisponendo una più ampia disamina delle priorità, attraverso un discernimento pastorale condiviso con tutto il territorio, dal popolo di Dio alla Diocesi.

“Spero che crediate nel conservare quello che vi è stato trasmesso. Adesso a voi, e alla vostra audace creatività, è richiesto di programmare e di pensare una realtà di pastorale integrata” le parole di don Gaiardi. Come a dire che raggiunge il risultato sperato chi sa programmare in condivisione e collaborazione con tutte le forze.

Ammettendo che la comunicazione in merito è stata probabilmente frettolosa e ha dato adito a incomprensioni da parte del territorio, che non ha vissuto con orgoglio l’ipotesi di poter vedere esposta una propria opera presso il nuovo Museo Diocesano, don Gaiardi ha narrato i passaggi che hanno portato alla richiesta e ha ribadito che il percorso di condivisione è solo all’inizio. Alla proposta del Vescovo condivisa con il parroco Rubagotti e con il Consiglio Pastorale seguiranno infatti altri momenti di riflessione comune.

È stato accolto, da ultimo, l’invito a ripensare il senso della collocazione e dell’esposizione museale dell’opera d’arte: occorre superare la funzione prettamente estetica o turistica e ripartire dalla narrazione della storia della Diocesi da cui l’opera proviene per evangelizzare, così come indicato dallo stesso Pontefice nel suo messaggio finale ai partecipanti al Convegno Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici, che si è tenuto presso la Pontificia Università Gregoriana il 29-30 novembre scorsi. “I beni culturali ecclesiastici sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi. Ma questa loro eloquenza originaria può essere conservata anche quando non sono più utilizzati nella vita ordinaria del popolo di Dio, in particolare attraverso una corretta esposizione museale, che non li considera solo documenti della storia dell’arte, ma ridona loro quasi una nuova vita, così che possano continuare a svolgere una missione ecclesiale”.




Costanza Miriano, la spiritualità ai tempi del wi-fi

La platea del teatro Monteverdi è al completo. Tra il pubblico ci sono anche dei giovanissimi e il clima che si respira è familiare. Lo si capisce fin dall’inizio, quando una mamma, presente in sala, si alza e si avvia verso l’uscita. La bimba neonata che tiene in braccio si è messa a piangere e lei non vuole disturbare. Costanza Miriano smette di parlare e le si rivolge direttamente, con una naturalezza disarmante. ”Mi spiace, non andartene. Qui i bambini sono davvero i benvenuti!”

Riprende a raccontare di sé, della sua famiglia, il marito, i quattro figli, del suo lavoro di giornalista, delle sue amiche, “le consorelle wi-fi”, con le quali mantiene contatti capaci di fare comunità e vincere la tentazione di una appartenenza ecclesiale in solitaria. Soprattutto parla del filo che tiene legato il tutto: la passione per Gesù.

Ascolta l’intervento integrale

Costanza Miriano è a Cremona per presentare il suo libro “Si salvi chi vuole: manuale di imperfezione spirituale”. Risponde alle domande ma non è una conferenza. E’ la sua testimonianza semplice e contagiosa di una fede profonda.

Siamo tutti alla ricerca di relazione per essere felici dato che – come scrive nel suo libro – ”mendicare è la nostra condizione esistenziale. Il problema è mendicare nel posto sbagliato, cioè riempire il nulla col nulla”.

Ecco allora la necessità di una vita spirituale seria, come quella dei monaci “che richiede una scelta, un giudizio, una decisione” e un progetto, con tanto di carta e penna, per individuare ciò che vale veramente nella nostra vita e “ impedire alle cose più urgenti di oscurare la più importante di tutte: la Presenza di Dio. Per non essere come criceti sulla ruota o sentirci costantemente in corsa sul raccordo anulare”.

Cita, come esempio, la decisione di “incastrare” la Messa quotidiana cercando orari e chiesa lungo il tragitto tra scuola dei figli e posto di lavoro perché

“solo lì, a Messa, sei sicura che niente di quello che vivi va perduto e sprecato”

Il tono ironico e simpaticamente umoristico degli episodi concreti che racconta non attenua lo smarrimento per la realtà sociale e culturale in cui viviamo. Cita San Benedetto che “di fronte al disfacimento sociale e morale fece una sola cosa: stette tre anni in un buco della roccia. Capì che chi cambia se stesso cambia il mondo”.

Costanza Miriano non propone né fughe dalla realtà né crociate o battaglie.

”A noi è chiesto di lavorare di cesello sul cuore, come gli artigiani delle cattedrali medievali che scolpivano capolavori piccoli e nascosti che nessuno, probabilmente, avrebbe mai notato..”

Il resto viene come conseguenza.

Nel confuso rincorrersi delle nostre giornate , frammentate al limite della schizofrenia, è stato bello sentirsi ripetere che è possibile fare sintesi tra ciò che il nostro cuore desidera raggiungere e il limite costitutivo che ce lo impedisce.

E che abbiamo una garanzia : la Chiesa. Solo nella Chiesa abbiamo la certezza che il Dio che cerchiamo è quello vero e non la proiezione di noi stessi. Non il rifugio in una fede intimistica e personalistica ma l’antidoto all’ideologia.




Nuova sede per la Madonnina Campagnola di Pédar

È stata ufficialmente inaugurata sabato 8 dicembre, nella nuova sede presso l’area verde di piazzale Gandhi, la Madonnina Campagnola di Pédar. La benedizione è stata affidata al parroco don Antonio Censori. La santella si trovava originariamente ai bordi di un fosso, lungo il vicolo di Ronconuovo, una strada sterrata nelle campagne a nord di Viadana.

Il dipinto – realizzato anni fa su un pannello di faesite 50×40 da Pietro Borettini (il 90enne cantastorie Pédar, cantore delle tradizioni contadine e della “viadanesità”) – raffigura la Madonna in trono: il Bambino in braccio regge un giglio di campo, mentre sullo sfondo appare una scena di vita agreste. Alcuni volontari del Club San Pietro avevano poi contributo all’allestimento dell’edicola: la nicchia in legno, le opere di fondazione e murarie, la posa di panchine e piante ornamentali, la predisposizione della rete di protezione su cui potevano crescere i rampicanti.

Poiché da quelle parti di auto non ne passano, la Madonnina Campagnola era divenuta un punto di riferimento per le passeggiate di molti cittadini: una piccola oasi di pace e spiritualità. Tanti si fermavano per una breve preghiera, per scambiare due parole, per sostare un attimo in silenzio o magari anche per studiare. L’ex parroco don Virginio Morselli aveva lanciato la consuetudine di celebrarvi il rosario, in occasione del mese mariano di maggio.

Nelle settimane scorse, il podere su cui la santella sorgeva è passato di mano; e la nuova proprietà ha chiesto che la struttura venisse spostata. Un altro agricoltore di Ronconuovo si era reso disponibile a ospitare la Madonnina; ma l’area era troppo lontana dal paese e così i volontari del Club San Pietro, in accordo con Pédar, hanno deciso di riallestire l’edicola religiosa davanti alla loro sede. Nei giorni scorsi la reinaugurazione.




Soresina, festa patronale con Mons. Sigalini

Una chiesa gremita, la prepositurale di San Siro in Soresina, ha accolto mons. Domenico Sigalini, vescovo emerito di Palestrina, intervenuto per la ricorrenza del Santo patrono Siro. In prima fila, ad accoglierlo, i bambini e i ragazzi dell’ACR giovani tanto cari al Vescovo che si è occupato di pastorale giovanile a livello nazionale e dell’organizzazione di tante giornate mondiale della gioventù, quando Papa era Giovanni Paolo II.

La giornata patronale unisce mondo religioso e secolare: i sacerdoti soresinesi di nascita e di ministero, in comunione con i sacerdoti della Zona Pastorale Seconda, il sindaco Diego Vairani e gli assessori, le autorità civili e militari, la Pro Loco, i rioni, le associazioni … tutti intervenuti per celebrare San Siro e chiedere la sua misericordiosa benedizione sulla comunità soresinese.

Dopo l’ingresso, il parroco don Angelo Piccinelli ha salutato e ringraziato il Vescovo Sigalini. Nel suo messaggio di benvenuto, don Piccinelli ha ricordato Siro, proto Vescovo di Pavia, tratteggiandone le caratteristiche, per poi passare al ricordo di don Maurizio Galli, soresinese, Vescovo di Fidenza, di cui ricorre il decennale della scomparsa. Del Vescovo Galli ha ricordato le doti di predicatore, insegnante e guida per molti seminaristi.

Subito dopo, il presidente della Pro Loco Pier Paolo Bolzoni e un volontario, Luciano Galli, sono stati invitati a portare il cero votivo che, ogni anno, per tradizione, offrono in occasione della festa patronale, quale richiesta di protezione per tutta la comunità.

Carica di significato l’omelia del Vescovo Sigalini che può essere così riassunta: “Viviamo in un’epoca in cui la tendenza a tirare a campare ogni tanto ci assale, fino a dimenticarci degli altri. Dio invece è all’opera sempre e si propone alla vita dell’uomo con un piano di salvezza. Dio ha soltanto un obiettivo: convertire il cuore dell’uomo per distruggere i muri, creare accoglienza, profondere giustizia. Quello che la vita non dà, infatti, lo deve offrire il cuore. Con Gesù arriva un dinamismo nuovo, di bontà. Questo dinamismo, Siro lo ha vissuto con intensità, quando le Diocesi cominciavano a prendere vita dopo le persecuzioni di Diocleziano. Siro è ricordato come pastore caritatevole, in un’epoca cercava di superare il periodo delle persecuzioni. Siro, nella difficoltà di ricostruire la pace dopo un periodo buio, è stato molto deciso, misericordioso e generoso”.

Ascolta qui l’omelia di mons. Sigalini

Il Vescovo Sigalini ha ricordato anche il Vescovo Maurizio Galli, un ricordo personale, basato su esperienze vissute in gioventù e su un’amicizia consolidata negli anni. Di lui ha detto: “Era un uomo sempre sereno, ma tenace. Viveva rigidamente le proprie convinzioni senza mai imporle agli altri, ma proponendole”.

Nel momento più solenne della celebrazione, quello della consacrazione, “tradendo” i suoi trascorsi dedicati ai giovani, il Vescovo Sigalini si è lasciato andare ad un tono più familiare ed ha invitato i ragazzi, schierati in prima fila, a far sentire forte il loro “Amen”.

La Messa solenne è stata accompagnata musicalmente dal coro Psallentes.

A celebrazione conclusa, i festeggiamenti sono proseguiti in oratorio per una cena comunitaria. Prima del momento conviviale però il Vescovo ha benedetto gli spazi dedicati alla nuova direzione dell’Oratorio.

Buona partecipazione anche al concerto del Corpo Bandistico “Igino Robbiani” di venerdì 7 dicembre. Il concerto ha visto la partecipazione del coro Psallentes così da alternare musiche per sola banda a intermezzi cantati. Durante il concerto si sono esibiti i gli allievi del corso propedeutico all’ingresso nella banda.

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