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Domenica presepe vivente alla Corte Buvoli di San Matteo

La parrocchia di San Matteo-Sabbioni organizza la rappresentazione del presepe vivente. Appuntamento domenica 6 gennaio, dalle ore 15, presso la Corte Buvoli di San Matteo. Numerosi figuranti terranno una dimostrazione di antichi mestieri. Alle 17 la partenza del corteo per il sagrato della chiesa; qui, alle 17.30, la rappresentazione della Natività del Signore. La manifestazione si chiuderà col concerto dei Joy Voices, coro gospel di Casalmaggiore.




A Sabbioneta veglia zonale per la giornata della pace

La zona pastorale V ha vissuto nella serata di domenica 30 dicembre un momento intenso di preghiera e di riflessione in preparazione alla giornata mondiale della pace, in calendario da 52 anni il 1 gennaio di ogni anno. La comunità che ha ospitato la cinquantina di parrocchie della zona è stata quella di Sabbioneta, insieme a Breda Cisoni, Ponteterra, e Villa Pasquali.

Appuntamento alle ore 20.45 nella suggestiva chiesa ottagonale dell’Incoronata, sede della Kaiser Karl Gebetsliga, la lega di preghiera per la pace tra i popoli, nel nome del Beato Imperatore Carlo d’Asburgo, uno degli operatori di pace, la cui reliquia qui venerata invita i visitatori a sperimentare la stessa beatitudine dei costruttori di pace. La sede di partenza non è stata casuale, poiché in questa chiesa, ogni terzo sabato del mese, alle ore 9.30, si celebra l’Eucarestia per la pace tra i popoli. In questo luogo, dunque, la preghiera per la pace è appuntamento normale, fisso, e ricorrente. Il primo momento è stato dunque dedicato all’ascolto integrale del messaggio pontificio per la giornata mondiale della pace 2019, che ha come titolo: La buona politica è al servizio della pace.

Quindi il gruppo che affollava la chiesa si è messo in cammino verso la non lontana chiesa dell’Assunta, ed il silenzio, che ha caratterizzato il cammino, è servito ad interiorizzare gli spunti offerti nel momento di ascolto.

La chiesa dell’Assunta, vestita ed illuminata a festa, inondata dal canto del coro zonale, diretto da Donato Morselli, si è rivelata una madre accogliente per la famiglia dei credenti, radunati per una intenzione tanto nobile. La veglia è stata scandita dai quattro momenti tipici della Lectio divina: Lectio, Meditatio, Oratio, Contemplatio.

Il momento della Lectio ha avuto come protagonista il paragrafo 46 dell’Enciclica “Octogesima adveniens” di S. Paolo VI, Papa, colui che più volte asserì che «La politica è la forma più alta ed esigente di carità».

Il momento della Meditatio è stato aiutato dalla testimonianza sull’importanza della buona politica della senatrice Mariapia Garavaglia, che ha accolto volentieri l’invito a dare il suo contributo di riflessione e soprattutto di vissuto, dopo un decennale impegno sia in organizzazioni dedite al bene comune – come la Croce Rossa, sia nelle istituzioni statali come Ministro della sanità. Il suo vibrante ed articolato intervento ha toccato i tasti dell’onestà, della competenza, della doverosa preparazione, della relazione costante tra elettori ed eletti, fondandosi sul magistero illuminato di Paolo VI e su uno stile politico autentico, incoraggiando tutti i presenti, soprattutto i giovani, a dedicarsi alla politica, perché questo è ancora uno spazio privilegiato per l’esercizio della carità. Il suo discorrere è sceso su un’assemblea silenziosa ed attentissima a cogliere la passione, oltre che i contenuti, con cui la senatrice ha offerto la sua testimonianza.

Il momento dell’Oratio si è snodato nella elevazione del cantico tratto dalla lettera agli Efesini che celebra Cristo nostra pace, e in una preghiera di lode alla quale l’assemblea ha risposto con le parole cantate dagli angeli nella notte del Natale: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama.

Infine il momento della Contemplatio è stato aiutato dall’ascolto di una brano del Vangelo di Giovanni, quando Gesù annuncia il contenuto della sua pace, diversa da quella del mondo, e da un testo di Don Tonino Bello intitolato “La pace come cammino”.

La veglia si è conclusa con il cantico del Magnificat, che conclude pure il messaggio del Papa per la giornata mondiale della pace, con il congedo e la benedizione. Al termine della veglia molti dei presenti hanno espresso la gioia e la soddisfazione di essere stati presenti, nonostante la fredda serata di fine dicembre invogliasse ad un dopocena davanti al caminetto. La pace e la buona politica sono fatte anche di questi piccoli gesti di buona volontà




«Non indignazione, ma sorrisi»: l’augurio di fra Paolo Boldrini per il 2019

«Non indignazione, ma sorrisi»: è l’augurio di fra Paolo Boldrini per il 2019. Come consuetudine, il religioso viadanese (dei frati Francescani minori rinnovati, da oltre vent’anni missionario in Tanzania) anche quest’anno ha inviato una riflessione ai suoi compaesani.

Fra Paolo parte da una constatazione: «Al tempo dell’imperatore Augusto c’erano senz’altro tanti motivi per essere indignati. Eppure dal ventre della donna del Magnificat nasce Gesù, che – dopo aver lanciato, come tutti i neonati, un primo grido d’indignazione a causa del nuovo, assurdo e ostile ambiente, ben diverso dal tranquillo e sicuro grembo della mamma – mostra un volto sorridente: un sorriso che contagia chi sa cogliere il valore di una nuova vita, e che lascia invece indifferenti, o magari indispettiti e “indignati”, coloro che presumono di saperne di economia, demografia e piani di sviluppo».

Il Signore sorridente si fida della libertà degli uomini: «Il nostro Dio lascia a noi “indignati” di riscrivere la programmazione della micro e macro economia, la pianificazione dei sistemi sociali, le strategie di salvaguardia dell’ambiente, a partire non dalla festa commerciale di Natale e Capodanno, ma dal ricordo della nascita di un povero bambino sorridente nella grotta di Betlemme: una gioia grande per i poveri pastori e gli umili Re Magi, un motivo d’indignazione e rabbia per il potente e orgoglioso re Erode con tutta la sua casta».

A partire da tali considerazioni, anche fra Paolo ha scritto la tradizionale letterina: «Caro Gesù Bambino, non portarmi regali che mi fanno soffocare sotto un cumulo di rifiuti; non portarmi le macchine da guerra, i videogiochi dove si ammazza, le armi sofisticate che tanto piacciono ai genitori per farmi sentire un sicuro vincitore; non portarmi nemmeno tanti soldi che poi mi fanno sentire un dio e mi creano l’angoscia della scelta. Portami piuttosto con Te nella grotta scaldata dagli animali e dall’amore accogliente di Maria e Giuseppe; portami in regalo della paglia, che oltre a saziare l’asino e il bue sappia accogliere chi ha trovato le porte chiuse; portami la novità di un Dio che credevano indignato e invece si mostra con il sorriso da bambino; portami la novità della Pace che nasce dal tuo amore sofferto ma sorridente; portami tante cose belle da condividere con semplicità, per far sorridere anche i bambini di qua. Con affetto e gratitudine da fra Paolo, che ti aspetta a Pomerini in Tanzania».




Villastrada ricorda Siro De Padova, poeta ed educatore

E’ mancato nei giorni scorsi Siro De Padova. Poeta, bibliotecario ed educatore, persona mite e gentile, pur lontano dal clamore della ribalta ha lasciato un segno nella vita culturale del territorio. Le esequie sono state celebrate il giorno di Santo Stefano nella chiesa della sua Villastrada.

Figlio di contadini, classe 1939, dopo gli studi classici De Padova si era iscritto a Milano alla prima Scuola superiore italiana di formazione psico-pedagogica per operatori sociali. Aveva maturato la passione per le questioni educative frequentando negli anni della giovinezza il sacerdote viadanese don Mario Galimberti. In veste di educatore professionale, De Padova partecipò a vari progetti: dalla collaborazione con la Casa del Sole (istituto mantovano all’avanguardia per la riabilitazione dei bambini cerebropatici) all’istituzione di una scuola media serale per lavoratori a Dosolo. Fu negli anni ‘60 il primo direttore laico dei Soggiorni diocesani cremonesi. A Cremona collaborò inoltre con l’opera di recupero del disagio giovanile avviata da madre Agata Carelli (cui dedicò il volume “Il Vangelo d’Agata”).

Negli anni ’70 completò un corso biennale in studi biblioteconomici, e negli anni ’90 presiedette il sistema bibliotecario zonale. In tale veste fondò le biblioteche di Dosolo (inaugurata nel 1986, la prima in provincia di Mantova a dotarsi di una sezione ragazzi) e San Matteo (2004). Assieme al maestro Mario Lodi, ideò un premio letterario nazionale per piccoli autori. Con la biblioteca dosolese collaborò a lungo anche come volontario.

Come poeta, De Padova è stato scoperto negli anni ’60 dal critico-editore Bino Rebellato, e inserito in oltre venti tra raccolte e antologie. I suoi versi, che echeggiano la spiritualità francescana e autori come Balducci, Carretto, Panikkar e Julien Green, gli sono valsi la citazione nella “Storia della letteratura italiana contemporanea” curata da Neuro Bonifazi. Nel 1989 il municipio di Assisi gli ha conferito il premio “San Francesco” per la sua attività culturale.

Nel 2015 De Padova ha donato al Comune di Dosolo oltre mille volumi provenienti dalla sua collezione privata: un vero e proprio patrimonio, soprattutto nell’ambito delle scienze umane e religiose. Una sala della biblioteca gli verrà dedicata, e custodirà il suo fondo librario.

Signore

Ti sei affiancato

Nel bosco con me

Una sera di silenzio e con me a ragionare

E ti interessava la mia vita

E io a narrartela a piccoli passi

Quasi ridendo,

perchè già silenziosamente

tu sapevi…




Concerto di Natale il 29 dicembre a Torre de’ Picenardi

Ritorna sabato 29 dicembre, alle 21, presso la chiesa parrocchiale di Torre de’ Picenardi, l’ormai tradizionale appuntamento con il concerto di Natale. L’evento, organizzato dall’unità pastorale di Torre de’ Picenardi e Ca’ de’ Andrea guidata dal parroco don Claudio Rossi, viene proposto ormai da alcuni anni come momento di elevazione musicale per vivere a pieno lo spirito, l’atmosfera e la spiritualità del Natale.

L’edizione 2018 vedrà impegnati un trio di musicisti cremonesi composto dai maestri Nicola Tibaldi e Claudio Leoni che si alterneranno allo storico organo “Franceschini 1855” della parrocchiale e la soprano Gea Gelmetti.

Gli esecutori proporranno un interessante programma di brani sacri della tradizione classica e natalizia di autori italiani ed europei dal ‘700 ai giorni nostri.




Aggiungi un posto a tavola: pranzo solidale all’oratorio Maffei

Una giornata particolare quella del 26 dicembre all’oratorio Maffei nella parrocchia di S. Stefano a Casalmaggiore. Nel giorno di festa del primo martire, Stefano, cui è dedicato il Duomo cittadino, il circolo ACLI di Casalmaggiore ha organizzato per il secondo anno un pranzo solidale per trascorrere insieme un giorno di festa.

Il titolo dato all’iniziativa, “Aggiungi un posto a tavola. Per sperimentare concretamente il valore delle relazioni”, riassume la formula scelta per quest’anno: ogni famiglia del circolo e dell’oratorio è stata chiamata a invitare a pranzo un amico, un conoscente, un vicino di casa, chiunque fosse nelle condizioni di partecipare a questa giornata di festa in semplicità, proprio come si sarebbe fatto aggiungendo un posto a tavola nelle proprie abitazioni private. Sappiamo che è già abitudine diffusa quella di aprire le proprie case ad ospiti speciali, soprattutto nel periodo natalizio. Il circolo ACLI ha pensato di mettere in luce le buone prassi di singoli cittadini e di trasferire così nel pubblico ciò che spesso resta relegato al privato, pertanto non noto e non testimoniato. La scelta di coinvolgere la collettività, sia a partire dagli ambienti che nella modalità di intervento, ha permesso alle persone di incontrarsi e di costruire una prima rete di relazioni.

Sono intervenute famiglie, singoli cittadini, lavoratori e disoccupati, genitori e figli di ogni età, oltre ai giovani della Comunità Ostello Senghor, neonata comunità per minori gestita dalla cooperativa sociale “Il sentiero” di Cremona.

Chi ha voluto ha contribuito con un piatto preparato a casa e portato per l’occasione. In cucina i volontari del circolo ACLI, che grazie al patrocinio della Parrocchia di Santo Stefano hanno potuto usufruire degli ambienti dell’oratorio e grazie alla San Vincenzo hanno potuto cucinare quanto raccolto con le offerte pervenute in parrocchia in queste settimane di Avvento. Grande soddisfazione dagli ambienti ACLI per la partecipazione di tutti i presenti in ogni momento della giornata. “E’ stato veramente un pranzo di condivisione a tutti gli effetti. L’obiettivo è stato raggiunto pienamente. Un grazie di cuore va a tutti coloro che in ogni modo hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa” la dichiarazione rilasciata dal presidente Francesco Caffelli.

 

Sara Pisani




Don Primo Mazzolari e la questione della pace adesso

Mentre scorrono liete le nostre ore nelle feste natalizie tra canti, panettoni, presepi, divertimenti vari, il mondo sta percorrendo una strada pericolosa e non sentiamo voci autorevoli che ci richiamano la gravità e serietà del momento, se non quella del Papa e l’eco di quella del nostro profeta don Primo Mazzolari che impallidirebbe di fronte alla situazione che noi stiamo vivendo.

Il 26 dicembre, in prossimità del Natale ortodosso che sarà quest’anno il 7 gennaio 2019, il presidente russo Vladimir Putin è apparso “presenziando personalmente al test, coronato da successo, della nuova arma nucleare a ‘planata ipersonica’ Vangard dalla sala di controllo del ministero della difesa. Lo ha reso noto il Cremlino. Il Vangard, lanciato con un missile vettore intercontinentale, è in grado di trasportare una testata atomica e di planare come un aliante a grande altitudine, slittando sugli strati più densi dell’atmosfera a Mach 20 (20 volte la velocità del suono) per poi colpire obiettivi lontani senza essere intercettata dai sistemi antimissile Nato” (Corriere della sera, 26 dicembre 2018).

In risposta alla provocazione di Donald Trump che il 20 ottobre scorso ha annunciato il ritiro dal Trattato sui missili nucleari a corto e medio raggio. L’Occidente, sempre segnalava il 21 ottobre l’autorevole quotidiano, dispone di 2.207 testate atomiche, sommando quelle statunitensi, britanniche e francesi. Quasi un terzo in meno dei russi che possono contare su 3.587 testate. Inoltre, la buona parte delle bombe americane sono obsolete, per lo più in depositi europei, In Italia, nelle basi di Aviano e Ghedi ce ne sono 70. Tra laltro la notizia del test di Avangard arriva anche nelle stesse ore in cui i vertici della Marina russa hanno denunciato la presenza di armi ad alta precisione nei pressi dei confini russi. Come riportato dall’agenzia Tass, il comandate in capo della Marina russa, l’ammiraglio Vladimir Korolev, ha dichiarato al quotidiano Krasnaya Zvezda che gli Stati Uniti hanno aumentato il numero dei sistemi strategici non nucleari ad alta precisione nelle acque che circondano la Russia. Poche ore dopo, Putin ha annunciato il risultato del test del missile ipersonico. Si tenga poi conto che la Cina comunque possiede almeno 280 testate nucleari a sua volta.

Può questa situazione lasciarci tranquilli? Come possiamo sperare che questa folle corsa al riarmo, non possa prima o poi scatenare una guerra distruttiva dell’intera umanità? la deterrenza potrà reggere a lungo? Fin dove può arrivare la stoltezza umana?

Consideriamo poi quanta massa di denaro viene tolta per risolvere i gravi problemi della povertà e carenza dei beni necessari di base per milioni di persone crocifisse dalla fame, sete, ingiustizia e utilizzata per costruire strumenti di morte.

Rimane inalterata e tragicamente inascoltata la voce di Papa Francesco che non risparmia occasione per denunciare la corsa insensata alle armi, la produzione sconsiderata di strumenti di morte, tenendo conto che vi sono nel mondo ancora 20 guerre e 136 crisi violente come riporta l’ultimo rapporto Caritas sui conflitti dimenticati? E il premio Nobel ad ICAN, l’organizzazione per il bando delle armi nucleari, con sede a Ginevra, ottenuto nel 2107, quanto riflesso ha avuto nelle comunità anche cristiane? Quanto se ne è parlato? Per fortuna c’è stato un simposio in Vaticano, sul disarmo nucleare il 10 e 11 novembre 2017, ma quanto ha inciso nella nostra catechesi, predicazione, discussione tale fatto di importanza capitale?

Guardiamoci pure in faccia tra noi, credenti: quanti siamo disposti a portare avanti le istanze del Papa, con la denuncia, con il far conoscere tali preoccupanti scenari di morte e distruzione? Quanto abbiamo fatte nostre le parole del profeta Isaia ascoltate nella S.Messa natalizia della mezzanotte “Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati e dati in pasto al fuoco”?

Dov’è finito l’ardore di don Primo, anche in tanti che lo ammirano, il suo coraggio di dire chiaramente le cose, senza timore e mediazioni, mimetismi e troncature?

Ricordiamo, tra i tanti, il suo intervento in Adesso del 1 luglio 1950, dal titolo “La bomba atomica e ogni arma sterminatrice fuori legge” in relazione alla III sessione del Comitato mondiale della pace che si era riunito a Stoccolma dal 15 al 19 marzo 1950 e che realizzò un appello significativo.

In esso si domandava l’interdizione di ogni arma atomica, controlli a livello internazionale, la parificazione a criminale di guerra, di quello stato che avesse per primo fatto uso della bomba atomica, e l’invito a firmare questo appello da parte di tutti gli uomini di buona volontà.

Mazzolari nel lungo e articolato scritto, non ebbe timore di esprimere sebbene attraverso uno pseudonimo, la sua volontà di firmare questo appello.

“Sono disposto a firmare il messaggio di Stoccolma perché esso traduce, al di sopra di ogni intenzione e di ogni ambiguità dei suoi proponenti, un profondo sentimento cristiano in termini precisi e netti; perché intendo unirmi alla massa dei semplici, che è il sale della terra, cui la prospettiva di un massacro atomico, giustamente rivolta; perché non voglio con un rifiuto mettere in tentazione milioni e milioni di puri di cuore, di giudicare la mia fede e la mia Chiesa, che è poi la loro fede e la loro Chiesa; perché voglio impegnarmi dal di dentro e tenere testa a chiunque intendesse svuotare l’appello del suo significato universale e farlo servire all’imperialismo d’oriente o alla rivoluzione ateistica. Firmando come cristiano, scendo a militare per la pace cristiana in campo aperto, là dove essa è invocata da milioni di cuori e dove purtroppo s’aggirano più mercenari che pastori. Il popolo lo si raggiunge ove esso si raccoglie, e la massa può essere spaccata solo con la dimostrazione toccabile che ciò che essa vuole di bene, il suo segreto anelito verso la giustizia e la pace, è voluto veramente da chi «è il lotta per Cristo»” (Adesso I, 279).

La strada è da tempo tracciata, l’urlo profetico di don Primo continua a vibrare, il grido attuale di Papa Francesco rimbalza di giorno in giorno. E le nostre coscienze?

E noi credenti in Cristo? Siamo ancora sordi a queste voci preoccupate per l’avvenire umano? Come discepoli di Gesù, dovremmo essere in prima fila in questa lotta pacifica, in questa denuncia evangelica dei poteri della morte e del peccato.

Invece siamo, forse tranne alcune avanguardie, le chiamerebbe Mazzolari, spesso derise tra l’altro, muti, silenti, distratti, intorpiditi, disinteressati, storditi da una cultura dell’indifferenza che sta paurosamente portandoci verso la voragine della distruzione. Forse non lo permetterà il Pacifico, morto in croce e risorto per noi.

Ma intanto egli ci richiama alla nostra responsabilità e ci inchioda ai nostri compromessi e silenzi. La sua grazia ci rinnovi e il suo Spirito ci dia volontà r forza di tornare ad essere impavidi costruttori di pace.

Don Antonio Agnelli
Pax Christi




A Vailate successo per il presepio vivente

Passa il tempo, le edizioni sono diventate ventinove (consecutive) e non c’è dubbio che la stanchezza si faccia sentire, anche fra il pubblico, che non è più quello degli anni passati. Però la magia del presepe vivente di Vailate sembra non subire colpi, rimanendo intatta. Un centinaio i figuranti che nel pomeriggio di mercoledì 26 dicembre hanno dato vita all‘edizione 2018, organizzata dal gruppo “Amici del presepe vivente”, che sta per concludere la sua esperienza: nel 2019 l’organizzazione passerà direttamente alla parrocchia.

Curato in ogni minimo dettaglio, come sempre, il presepe si è svolto in piazza della Chiesa e, per una piccola parte, in via Roma.

La rappresentazione è iniziata alle 16. Per un’ora, fino alle 17, il pubblico ha potuto godersi le scene di vita quotidiana del villaggio palestinese, fra artigiani e contadini, nobili e pastori, prima di concentrarsi sulla fase più importante dell’evento, introdotta dalla scena dell’Annunciazione.

Dopo aver ricevuto la visita dell’arcangelo, Maria ha iniziato il suo viaggio con Giuseppe lungo il presepe in cerca di un alloggio per la notte. La rievocazione ha avuto il suo momento principale poco più tardi, con la rappresentazione della nascita di Gesù, avvenuta sul sagrato della chiesa parrocchiale, dove è stata ricostruita la capanna della natività. È lì che la Sacra Famiglia (impersonata da una famiglia vera formata da Matteo Zolio, da sua moglie Annalisa Antonelli e dalla loro figlioletta Mia) ha atteso la visita degli abitanti del villaggio. Aperta dai pastori, la lunga processione al cospetto del Bambino si è conclusa con l’arrivo dei Re Magi vestiti con splendidi costumi ed accompagnati, come sempre, da un seguito imponente.

Splendido, a conclusione della manifestazione, il colpo d’occhio offerto dalla ricostruzione storica davanti alla chiesa.

Finale, fra gli applausi, caratterizzato dalla breve riflessione guidata dal parroco don Natalino Tibaldini che ha ringraziato i figuranti sottolineando come la presenza di tanti bambini e bambine fra i figuranti debba essere di esempio a giovani ed adulti affinché questi vincano paura e pigrizia e si impegnino in iniziative del genere.




Casalmorano, mostra di presepe al Centro Pastorale “Prejer”

Sabato 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, l’associazione Amici del Presepio di Casalmorano ha inaugurato la tredicesima edizione della mostra di presepi e diorami, organizzata in collaborazione con la Parrocchia e il Gruppo Culturale Sant’Ambrogio, ospitata presso il Centro Pastorale “Prejer”. La mostra è patrocinata dal Comune di Casalmorano e dalla Provincia di Cremona e ha come sponsor il Credito Padano.

L’inaugurazione della mostra presepi segue alle celebrazioni del Santo Patrono di Casalmorano – Ambrogio – e le completa, oltre ad aprire il periodo natalizio.

L’associazione ha selezionato oltre 100 opere inedite di tutte le dimensioni, provenienti prevalentemente dal Nord Italia, per allestire una mostra che spazia dai presepi popolari a presepi più innovativi. Vera chicca di quest’anno è la presenza di una Via Crucis realizzata dall’artista palermitana Angela Tripi che ha realizzato tutte le tappe della vita di Gesù plasmando statuine in terra cotta tutte vestite. Inoltre, l’associazione Amici del Presepio di Casalmorano è stata scelta per allestire in Duomo un presepio che sarà visibile dalla vigilia di Natale. Un vanto e una soddisfazione per tutti i volontari che da 13 anni dedicano quasi tutti i mesi dell’anno all’organizzazione e al montaggio della mostra casalmoranese.

L’impegno dell’associazione è stato sottolineato sia dal sindaco Andrea Arcaini che da don Giuliano Vailati. Il sindaco, infatti, ha voluto ricordare che, grazia alla mostra presepi, un paese di provincia come Casalmorano diventa meta turistica ed ospita numerosi visitatori che arrivano anche da lontano. Don Giuliano Vailati, invece, prima della benedizione e del taglio del nastro, anche da volontario dell’associazione, ha lodato il lavoro di gruppo che viene svolto durante tutto l’anno: “Saper stare in gruppo è molto cristiano e noi siamo un gruppo molto affiatato. Siamo anche apprezzati, infatti, sulla scorta di questa esperienza abbiamo aiutato altre associazioni che hanno voluto realizzare mostre presepi. E Soncino addirittura vorrebbe che organizzasimo una mostra in loco”.

Dopo il taglio del nastro, il pubblico presente all’inaugurazione si è intrattenuto alla mostra per vedere le opere di quest’anno. La mostra potrà essere visitata fino al 13 gennaio 2019 tutti i giorni festivi. Durante i giorni feriali, la mostra aprirà solo su appuntamento.

Tutte le informazioni sul sito www.presepicasalmorano.it.

 


La festa patronale

La comunità di Casalmorano ha celebrato solennemente, venerdì 7 dicembre, la festa del Santo Patrono Ambrogio. Il parroco don Adriano Veluti ha celebrato, insieme a don Giuseppe Bernardi Pirini e a don Giliano Valiati (con lui alla “guida” dell’Unità Pastorale di Casalmorano, Mirabello Ciria, Castelvisconti, Azzanello), una Messa, alle 20.30, nella parrocchiale casalmoranese dedicata ad Ambrogio.

La celebrazione è stata aperta dall’offerta del cero votivo, portato dal sindaco Andrea Arcaini, a Sant’Ambrogio. Il cero, acceso da don Veluti, è stato posto davanti alla statua di Sant’Ambrogio dal sindaco per l’incensazione.

Don Veluti ha concentrato la sua omelia sulla biografia di Ambrogio, Vescovo e simbolo di libertà e pacificazione tra culture e religioni diverse. L’analogia con l’epoca attuale e il Vangelo del giorno è stata immediata. Don Veluti, infatti, ha così commentato la pagina di Vangelo di Matteo: “Ambrogio in questa nostra realtà, che ha così bisogno di libertà e pace, sarebbe una guida come è stato nel 374, quando fu acclamato Vescovo di Milano. E se pensiamo al Vangelo, riflettiamo, perché quei ciechi, che hanno bisogno di essere liberati, potremmo essere noi. Spesso infatti il nostro egocentrismo ci impedisce di vedere Dio e la nostra fede vacilla. Dovremmo essere come i ciechi per avere la loro consapevolezza del bisogno di vedere. Essere infatti consapevoli di avere bisogno di Dio è il primo passo per uscire dall’oscurità. Ecco perché questa sera dobbiamo invocare la pietà e la guarigione dalla nostra cecità attraverso la fede che salva e ci porta a Dio”.

A Messa conclusa, la festa per il Santo Patrono è proseguita presso la Palestra Comunale per il concerto dell’Orchestra di fiati di Trigolo “Giuseppe Anelli”. A fine concerto, L’Amministrazione comunale ha premiato premiati i laureati del 2018 e i diciottenni del 2019.




Mostra di presepi a Cremona nella chiesa di S. Marcellino e in Comune

Torna anche quest’anno a la mostra di presepi promossa da Cremona Presepi con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona e dell’Associazione italiana Amici del presepio. Come in passato doppia location: a Palazzo comunale e nella chiesa dei Ss. Marcellino e Pietro.

L’inaugurazione dell’ottava edizione avrà luogo nel pomeriggio di domenica 9 dicembre (ore 16) presso la Sala dei Decurioni del Palazzo Comunale di Cremona.

La mostra sarà visitabile dal 9 dicembre 2018 al 13 gennaio 2019 nella chiesa dei Ss. Marcellino e Pietro (ingresso da via Cavallotti) sabato e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18; Natale e 1° Gennaio solo il pomeriggio dalle 15 alle 18.30. Visite fuori orario per gruppi e scuole su prenotazione contattando il 346-3091505.

Altro prestigioso spazio espositivo nella Sala dei Decurioni di Palazzo Comunale (ingresso da Spazio Comune o dal Cortile Federico II), con possibilità di visite dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18 e la domenica e i festivi dalle 10 alle 17.

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