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“Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, il 12 aprile al Maristella serata nel ricordo di don Mazzolari

In occasione del 65° anniversario della morte di don Primo Mazzolari, nel giorno esatto della conclusione della sua vita terrena, il 12 aprile, Pax Christi e il circolo Acli Oscar Romero organizzano nella chiesa parrocchiale del Maristella, a Cremona, una serata dal titolo “Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, con inizio alle ore 21.

Saranno letti alcuni brani del sacerdote cremonese con accompagnamento musicale, per trasformare il ricordo di questa insigne figura profetica in stimolo a testimoniare senza timore la propria fede nel Cristo vivente, anche attraverso il coraggio di chiedere pace e invitare i credenti a farsi operatori di pace autentica a tutti i livelli delle relazioni umane.

Una cristianità che s’incanta dietro memorie e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine, e a cui l’alleluia è soltanto un rito e non la trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte dell’uomo, come può comunicare i segni della Pasqua?

Le parole di don Primo interrogano anche oggi. Spingono a non aver paura di andare controcorrente in nome del Vangelo della vita e della pace, pronti anche a essere calunniati, emarginati, incompresi per questo. Don Primo, che ha sperimentato la sofferenza per la pace e la giustizia, per la verità e la fede, aiuti in questo frangente storico, così complesso e preoccupante, a non perdere la speranza e a intensificare, come ci chiede Papa Francesco, l’impegno e la preghiera per la pace nel mondo.




Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace: il punto della situazione con l’analista Giorgio Beretta

Un pomeriggio per riflettere e approfondire il tema dell’economia delle armi e la corsa al riarmo su ispirazione dell’appello che da tempo Papa Francesco continua a ripetere: «Va fermata questa folle corsa alle guerre e alle armi». È quanto si è svolto nel pomeriggio di giovedì 11 aprile presso il Centro pastorale diocesano di Cremona con Giorgio Beretta, analista del commercio nazionale e internazionale di sistemi militari e di armi comuni all’interno dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal).

L’incontro, intitolato “Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace”, è stato promosso dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del Lavoro della Diocesi di Cremona insieme a Pax Christi Cremona e hanno aderito Tavola della Pace di Cremona e Oglio-Po, Forum per la Pace e i diritti dei popoli “Primo Mazzolari”, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Movimento Federalista Europeo e Circolo Acli “Oscar Romero”.

Nella sua introduzione Eugenio Bignardi, responsabile della Pastorale sociale, ha tracciato un quadro generale della situazione riprendendo proprio l’appello del Papa e quello che mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, ha lanciato nella Domenica in Albis a Bozzolo nella celebrazione nel ricordo di don Primo Mazzolari: «Non credo che un uomo come Mazzolari avrebbe taciuto nei confronti di questa economia di guerra verso la quale ci stiamo dirigendo con questa corsa agli armamenti; dobbiamo alzare la voce contro questi extra-profitti dell’industria degli armamenti».

Nella sua presentazione Bignardi ha quindi riportato dati importanti sul crescente aumento dei profitti dell’industria degli armamenti italiana negli ultimi anni, mettendo in guardia dallo svuotamento della legge 185 del 1990 sull’export delle armi, in revisione in questo periodo in Parlamento, insieme alla limitazione delle informazioni a disposizione del Parlamento e della società civile riguardo all’export degli armamenti italiani.

Nella sua esposizione Beretta è partito dai dati raccolti dal suo lavoro di ricerca e analisi, partendo proprio da quelli messi a disposizione grazie alla legge del 1990 oggi in revisione, dai quali emerge come il mercato degli armamenti europeo, nel suo complesso, si contende a livello mondiale il secondo posto insieme alla Cina dopo il primato degli investimenti statunitensi: «Non è vero che la spesa militare dei Paesi europei sia bassa, perché nel suo complesso sia gli investimenti per il riarmo sia l’export dell’industria militare ricopre le prime posizioni a livello mondiale».

La sua è stata una riflessione anche sul fondamento delle politiche in materia di guerra, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Costituzione Italiana, nelle quali viene indicata la strada maestra della rimozione dei conflitti e del ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, profilando anche il ruolo che il nostro Paese dovrebbe ricoprire nel promuovere la pace nelle situazioni di conflitto, certamente non investendo in armi.

Il focus è stato poi concentrato sul mercato italiano: «L’Italia esporta una parte degli armamenti prodotti ai Paesi alleati Nato e dell’Unione Europea, ma una grossa parte viene venduta ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente: se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è ripensare l’industria militare e ricalibrarla sulle effettive esigenze militari dell’Europa, superando la sua frammentazione e inefficienza, mentre oggi risponde alle esigenze di mercato, che non è detto coincidano con le esigenze di sicurezza».

Quindi Beretta è passato a spiegare il funzionamento della legge 185 del 1990: «Questa legge prevede un’autorizzazione da parte dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che ha il compito di autorizzare l’export di armi su tre diversi livelli: l’autorizzazione governativa per l’export di armamenti, il controllo della tipologia di quanto esportato e il relativo controllo bancario». «Questa impostazione di controlli dovrebbe permettere un certo livello di trasparenza su tutti e tre i livelli, nonostante negli anni siano state apportate modifiche ai report annuali rendendo la lettura dei dati meno precisa», ha spiegato l’esperto dell’Opal, che ha rilanciato quindi l’allarme: «Con la nuova normativa proposta, al governo spetterà l’autorizzazione finale, che potrà avvenire anche tramite una valutazione di tipo politico, senza nessun controllo da parte del Parlamento».

Quindi l’appello finale, rivolto a tutte le associazioni e alla società civile, a mobilitarsi secondo le modalità previste da Rete Pace e Disarmo: come punto di partenza le realtà associative che hanno partecipato all’incontro si sono proposte di aderire a questa raccolta firme e di procedere con l’invio di una lettera-appello ai parlamentari italiani. L’incontro è stato anche occasione per rilanciare la campagna “Italia ripensaci” per chiedere al governo italiano l’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari in vigore dal 2021 a livello internazionale.

 

La relazione dell’analista Giorgio Beretta




Da Rivolta d’Adda a Salvador de Bahia: l’esperienza di condivisione di Elisa e Davide

Di seguito la testimonianza di Elisa e Davide dopo la loro esperienza nella missione cremonese di Salvador de Bahia.

 

Siamo partiti la mattina del 12 dicembre 2023. La nostra destinazione è stata Salvador de Bahia, una città intrisa di cultura, storia e, soprattutto, di una vibrante comunità. Ma non eravamo soli nel nostro viaggio; avevamo con noi la voglia di conoscere una nuova realtà e di metterci a servizio della comunità che avremmo incontrato.

Siamo stati accolti calorosamente dalla Parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, dal parroco cremonese don Davide Ferretti, dal responsabile milanese della pastorale giovanile don Andrea Perego e dalla volontaria cremonese Gloria Manfredini. La comunità brasiliana, con il suo spirito accogliente e generoso, ci ha aperto le porte e ci ha invitato a prestare servizio, mettendo le nostre abilità e la nostra buona volontà al servizio delle necessità locali. È stato un inizio umile, ma ricco di significato, che ci ha subito immersi nella realtà della vita quotidiana dei residenti di Salvador.

Uno dei primi aspetti che abbiamo scoperto è stato il tessuto delle favela, i quartieri informali che ospitano una parte significativa della popolazione di Salvador. Qui abbiamo incontrato persone straordinarie che ci hanno accolto nelle loro case con un calore e una generosità che ci hanno toccato profondamente. Nelle loro storie di vita e nelle loro sfide quotidiane abbiamo trovato una nuova prospettiva sulla vita e sulla forza della comunità.

Uno dei momenti più significativi del nostro viaggio è stato l’incontro con i giovani animatori dell’oratorio estivo. Questi ragazzi, pieni di energia e vitalità, ci hanno accolti a braccia aperte e abbiamo subito stretto con loro un legame speciale. Insieme abbiamo condiviso momenti di gioco, di risate e di crescita reciproca, creando un rapporto che va oltre le barriere culturali e linguistiche.

Durante il nostro soggiorno, abbiamo collaborato per aiutare dove c’era bisogno. Dalle giornate di pioggia torrenziale che allagavano la chiesa, alla preparazione di ceste alimentari per i più bisognosi, fino alle visite a coloro che erano impossibilitati a muoversi autonomamente: abbiamo messo il nostro impegno e la nostra passione al servizio degli altri.

Ma non sono stati solo i compiti pratici a definire la nostra esperienza. Abbiamo avuto anche la possibilità di lasciare una piccola impronta, come quando abbiamo dipinto le aule di un asilo locale o quando abbiamo contribuito ai lavori di pulizia dell’oratorio. Oltre ai lavori manuali e agli sforzi pratici, il vero tesoro di questo viaggio sono stati i legami umani che abbiamo formato. I colori vivaci di un paese ricco di gioia, i sorrisi contagiosi dei bambini che hanno giocato con noi e gli abbracci calorosi di una comunità che ci ha fatto sentire parte della loro famiglia resteranno incisi nei nostri cuori per sempre.

In definitiva, il nostro viaggio a Salvador de Bahia è stato molto più di un’attività di volontariato; è stata un’esperienza di solidarietà e condivisione che ci ha dato tanto. Siamo grati per l’opportunità di aver vissuto questa avventura e ci auguriamo che i legami che abbiamo formato e i ricordi che abbiamo creato possano continuare a ispirare azioni di amore e di aiuto verso chi ne ha più bisogno.

Elisa e Davide




Salvador de Bahia, la festa patronale che segue la Pasqua arricchita dal battesimo di giovane della parrocchia

Dopo la festa di Pasqua la tradizione vuole che nella parrocchia Jesus Cristo Ressuscitado di Salvador de Bahia, dove operano i fidei donum cremonesi don Davide Ferretti e Gloria Manfredini, si celebri la festa patronale.

In una settimana di preparazione la comunità è stata guidata dai sacerdoti della Forania (zona pastorale) a riflettere sulla Pasqua.

Domenica, dopo la processione nelle vie del bairo, la Messa è stata presieduta dal vescovo ausiliare di Salvador de Bahia, dom Marco Eugênio Galrão Leite de Almeida, che ha invitato la comunità a vivere il Vangelo nella gioia del Signore risorto.

Durante la Messa una festa nella festa: un giovane della parrocchia ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

La festa è poi continuata con un pranzo condiviso e con l’immancabile bingo.




Sarà presentato il 6 aprile in Camera di Commercio il libro sull’opera di Gianmaria Potenza nella Cattedrale di Cremona

La Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con la Diocesi di Cremona e l’editrice Chiesa Oggi, presenteranno ufficialmente il libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”. Il volume è curato da Valeria Loddo e, attraverso le fotografie di Paolo Mazzini, racconta l’opera realizzata da Gianmaria Potenza per la Cattedrale di Cremona, nel contesto dell’adeguamento liturgico del presbiterio completato nel 2022.

L’evento si terrà sabato 6 aprile 2024, alle ore 11, presso la Sala Maffei della Camera di Commercio, in Piazza Stradivari a Cremona.

Durante la presentazione, moderata da Valeria Loddo, interverranno gli autori dei testi contenuti nel libro con il Vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni, l’artista Gianmaria Potenza, il Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali e l’edilizia di culto della Diocesi di Cremona don Gianluca Gaiardi e Caterina Parrello, direttore editoriale di CHIESA OGGI per i saluti istituzionali.

L’evento sarà un’occasione unica per incontrare gli autori, discutere dell’importanza dell’arte contemporanea nei contesti storici e ottenere una copia autografata del libro.

Il volume “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona” offre uno sguardo inedito alle opere dell’artista veneziano Gianmaria Potenza per la Cattedrale di Cremona, in un viaggio di bellezza e un invito a visitarne i nuovi arredi sacri.

Nel 2022, il Duomo di Santa Maria Assunta è stato oggetto di un adeguamento liturgico del presbiterio, che ha sollevato la complessa questione degli interventi contemporanei in contesti storici, richiedendo una riflessione approfondita sulla tutela e conservazione.

Nelle pagine del libro la storica dell’arte Francesca Flores D’Arcais ben inquadra le circostanze in cui nascono i nuovi arredi sacri di Potenza e che hanno richiesto un articolato e proficuo lavoro di squadra tra i progettisti e la committenza.
I testi del Vescovo Antonio Napolioni, di don Gianluca Gaiardi e della professoressa Carla Zito aiutano quindi a leggere le nuove opere come coerente aggiunta dettata dal tempo e dalla storia, a dimostrazione di come l’arte contemporanea abbia risorse espressive e mezzi formali per comunicare spiritualità.

La presentazione del libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona” è parte del calendario di attività della Fondazione Potenza Tamini, nuova realtà veneziana dedicata all’arte del maestro Gianmaria Potenza e al sostegno a giovani talenti creativi.

Sarà inoltre occasione per presentare un nuovo progetto espositivo, il primo sostenuto dalla Fondazione Potenza Tamini e realizzato grazie alla collaborazione con i Musei della Diocesi di Cremona e il mensile digitale Riflessi Magazine, che porterà nei prossimi mesi all’allestimento di una suggestiva mostra fotografica che offrirà una prospettiva inedita e innovativa sui luoghi d’arte della città di Cremona all’interno delle sale del Museo Diocesano.




Il 14 aprile il Polifonico in “Concerto per il Tempo Pasquale”

Torna a Cremona, il prossimo 14 aprile, alle 21, l’ormai tradizionale “Concerto per il Tempo Pasquale” del Coro Polifonico Cremonese. Due opere di Mozart, composte in età adolescenziale, risuoneranno nella chiesa cittadina di Sant’Ilario. La Missa solemnis in Do minore KV 139 – già conosciuta come“Waisenhausmesse” – e il Te Deum laudamus KV 141 saranno eseguite dal Coro Polifonico Cremonese, diretto ormai da più di vent’anni dal maestro Federico Mantovani, e accompagnato per l’occasione dall’orchestra Magma Musica.

Il concerto vedrà inoltre l’interpretazione canora di quattro voci soliste: il soprano Federica Zanello, il contralto Nadya Petrenko, il tenore Cosimo Vassallo e il basso Marco Granata.

L’evento, che sarà a ingresso libero e gratuito, è organizzato dall’Associazione culturale Coro Polifonico Cremonese, in sinergia con la Fondazione Arvedi-Buschini e con il patrocinio del Comune di Cremona.

 

Il Coro

Il Coro Polifonico Cremonese inizia la sua attività nel 1968 sotto la direzione di don Dante Caifa. Con lui studia la grande polifonia rinascimentale e barocca, dagli autori più celebri (Monteverdi, Palestrina, Victoria) ad altri a quel tempo meno noti (Ingegneri, Barera, Viadana) e ne promuove la conoscenza anche in piccoli e piccolissimi centri della provincia di Cremona e province limitrofe.

Dal 1993 al 2003 assume la direzione il maestro Raùl Domínguez, le cui scelte artistiche, mentre riprendono la linea tradizionale della polifonia (Lasso, Monteverdi, Gabrieli, Palestrina) aprono al Coro anche nuove prospettive con l’accostamento ad autori dell’Ottocento e del Novecento (Brahms, Bruckner, Poulenc, Stravinsky, Britten, Janàcek).

Dal 2003 il direttore artistico e musicale è il maestro Federico Mantovani, compositore di opere musicali di grande respiro (Cantate sacre e Oratori per soli, coro, voce /voci recitanti e orchestra). Questa peculiarità permette di vivere un’esperienza singolare e coinvolgente sia agli esecutori che agli ascoltatori.

Con il Maestro Federico Mantovani l’attività si svolge in diverse direzioni, come l’esecuzione di importanti opere sinfonico-corali sia del passato che contemporanee, la partecipazione a eventi concertistici di carattere nazionale e internazionale, e l’organizzazione di iniziative volte a collocare le manifestazioni musicali in un contesto culturale più ampio, con incontri di approfondimento di carattere letterario, storico, artistico.

 




La ricerca in Africa di Dio, sabato 13 aprile al Centro pastorale diocesano

Nell’ambito della mostra di disegni dei ragazzi della II A del Liceo artistico IISS Stradivari di Cremona, sabato 13 aprile alle 15.30 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona sarà presentato il libro “La ricerca in Africa di Dio” di Michele La Rosa che gli studenti hanno illustrato.

Sarà un’esperienza che offrirà vari livelli di lettura, in quanto l’autore descriverà le immagini create dagli studenti per il suo libro, abbinandole ai contenuti del testo con un’analisi attenta e sensibile, valorizzata anche dalla scelta di alcuni brani musicali, dedicati al lavoro di ogni studente.

In occasione dell’incontro vi saranno anche le premiazioni degli allievi alla presenza delle autorità.

Dopo la presentazione sarà possibile visitare la mostra di tutti i lavori originali creati dagli studenti della classe 2A del Liceo Artistico Stradivari. Il lavoro didattico e la mostra sono a cura dei docenti di Gianna Paola Machiavelli (Discipline grafico-pittoriche) e Antonio Ariberti (Religione Cattolica).

La mostra poi sarà visitabile anche nei giorni successivi.

Locandina dell’iniziativa

 

L’autore del libro

Michele La Rosa (Cremona, 1975) è perito capotecnico in Automazione e Informatica Industriale, laureato in Scienze Religiose all’ISSR di Bergamo, diplomato e certificato Cisco CCNP Enterprise presso il training center Europa Networking di Bergamo e Milano. Impegnato da alcuni anni negli studi rosminiani su tematiche filosofiche e teologiche in relazione a problematiche scientifico-tecnologiche, attualmente lavora come network engineer presso il data center della Zucchetti Spa. Negli anni ha svolto varie attività di volontariato internazionale sia laico che religioso. Nel 2024 ha pubblicato, tramite Europa Edizioni, il libro La ricerca in Africa di Dio. In ascolto della voce dell’Altissimo, in ascolto della voce dei poveri.




Da aprile un ricco calendario di eventi nel ricordo di padre Silvio Pasquali

Morto nel 1924, padre Silvio Pasquali, cremonese di nascita, fu missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) in India, dove fondò la Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna. La sua importante attività di evangelizzazione nel Paese asiatico è stata epressa nel 2015 con il riconoscimento come Servo di Dio. A un secolo dalla morte, e mentre continua il processo di beatificazione, a Cremona è stata organizzata una ricca serie di eventi per celebrarne la sua opera e mantenere vivo il ricordo e l’esempio.

Il primo appuntamento sarà venerdì 5 aprile, alle 17, presso la sede delle Acli provinciali di Cremona (via Cardinal Massaia 22), dove si svolgerà “Padre Silvio Pasquali: da Cremona all’India”, un’iniziativa che sarà occasione per collegare le Acli con un villaggio indiano in cui le suore di padre Pasquali sono presenti e la cui attività meritano di essere conosciute e sostenute. «Quest’anno si è deciso di rendere più stabili i rapporti con le sue suore “adottando” un villaggio indiano particolarmente povero – spiegano dall’Associazione –. Così, su suggerimento della superiora generale, è stata scelta la scuola St. Joseph’s dell’abitato di Nawabpet, nello stato dell’Andhra Pradesh». E aggiungono: «Suor Japamala scrive che in questo villaggio i genitori sono poveri ed è per loro difficile pagare anche le tariffe minime per i figli. Di conseguenza le suore cercano in ogni modo di far fronte alle ingenti spese, compresi i costi del personale. Inoltre il loro ambulatorio fornisce medicinali gratuiti alla comunità locale. Con il nostro contributo ci proponiamo di comprare libri, divise scolastiche, un computer e, nel giro di qualche anno, poter garantire anche un mezzo di trasporto per i ragazzi. Tutto ciò ci consentirà di aiutare chi è nel bisogno, conoscere realtà a noi lontane e rafforzare una significativa relazione con la Congregazione delle suore di padre Silvio».

A Picenengo, presso la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, domenica 7 aprile, alle 10.30, sarà celebrata l’Eucaristia presieduta da padre Massimo Casaro, responsabile dell’Ufficio beni culturali del PIME. Al termine della Messa vi sarà l’inaugurazione di una targa presso il fonte battesimale, a ricordo del Battesimo di padre Pasquali. La celebrazione sarà animata dal gruppo musicale “Fortuna reditus” di Bologna.

Un altro appuntamento avrà luogo la sera di mercoledì 10 aprile, alle 21, nella chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona, dove don Umberto Zanaboni condurrà una riflessione su “L’eroicità cristiana dei Santi”, ricordando padre Silvio Pasquali e don Primo Mazzolari.

Il 4 maggio, alle 17, nella chiesa della Cascina Cambonino, a Cremona, si terrà la sacra rappresentazione “San Tommaso l’evangelizzatore dell’India”, proposta dal gruppo musicale “Fortuna reditus” di Bologna. L’evento è organizzato nell’ambito del Microfestival 2024, festival di teatro e musica antica organizzato da Cremona Musei.

A chiudere il ciclo di iniziative sarà domenica 14 luglio, alle 10 nella chiesa di Sant’Agata, a Cremona, la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi cui prenderanno parte le Suore Catechiste di Sant’Anna presenti in diocesi e in altre parti d’Italia, che nell’occasione rinnoveranno i voti.

«Ogni anno si organizza qualcosa per celebrare, il 5 aprile, la nascita di padre Pasquali – spiega Mauro Barchielli, delle Acli provinciali di Cremona –. Quest’anno è anche occasione per celebrare il centenario della morte, attraverso una pluralità di appuntamenti volti a coinvolgere e a favorire la collaborazione tra più protagonisti».

Una serie di eventi per celebrare una significativa figura del Cristianesimo del secolo scorso. Un ricco programma di iniziative realizzate grazie all’impegno e alla sinergia tra numerose realtà del territorio, tra cui le Acli di Cremona, Caritas cremonese, la parrocchia di Picenengo, l’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” di Cremona, la parrocchia di Sant’Agata, il Comune di Cremona, Cremona Musei e il Museo della Civiltà Contadina.

 

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Presentato il volume “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”: l’adeguamento liturgico raccontato nelle foto di Paolo Mazzini

«Questo volume è una finestra, un canto che racconta l’ultimo degli artisti che con trepidazione ha messo mano alla nostra Cattedrale». Sono le parole con cui il vescovo Antonio Napolioni ha aperto, presso la sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona, nella mattinata di sabato 6 aprile, l’evento di presentazione del libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”. Il volume è edito dalla Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con la Diocesi di Cremona e l’editrice Chiesa Oggi e racconta, attraverso le fotografie di Paolo Mazzini, l’opera realizzata dall’artista veneziano finalizzata all’adeguamento liturgico del presbiterio del duomo di Cremona.

Per l’occasione, la neonata Fondazione (ideata nell’agosto 2023) ha reso noto, attraverso la sua direttrice artistica, nonché curatrice del volume, Valeria Loddo, di voler appoggiare «giovani geni creativi attraverso progetti, il primo dei quali si concretizzerà nella mostra fotografica “Tratti. Profili d’arte”, la cui inaugurazione avverrà il 6 giugno presso il Museo diocesano». L’esposizione farà viaggiare i visitatori attraverso alcuni luoghi d’arte a Cremona, mostrandone il fascino grazie agli scatti di Paolo Mazzini che ha conquistato la stima del maestro Potenza e del suo staff.

Durante la presentazione del linro in sala Maffei, durante l’evento, un maxi schermo ha continuato a proiettare scorci della mensa del Duomo di Cremona, particolari della cattedra e dell’altare, frammenti di un’opera «che parla il linguaggio dell’astratto» – ha spiegato don Gaiardi – e che nasce dalla luce.

«Sono stato con mia figlia in Duomo e ho notato la luce – ha detto il maestro Potenza – così particolare da doverci tornare ancora alla sera per guardarla». Ed è infatti «basandosi su una ricerca sulla luce – ha chiarito Loddo – che il maestro ha operato. È la luce il principio ispiratore degli arredi sacri». Quella luce naturale che filtra dal rosone e che «è riverberata, come riflessa sull’acqua di Venezia» patria dell’autore, ha spiegato Loddo. Luce che poi «è un messaggio cristologico», conferma Napolioni. E che le foto di Mazzini sviscera e fa filtrare dai grafemi incisi sul bronzo e sulla pietra sia dell’altare, che dell’ambone come della cattedra e del porta cero pasquale.

Luce dunque protagonista di questi arredi sui quali si sono soffermati gli interventi prima del vescovo Napolioni poi di Caterina Parrello, direttrice di Chiesa Oggi, di don Gianluca Gaiairdi, direttore del Museo diocesano di Cremona, quindi di Valeria Loddo, curatrice del libro, e infine dell’architetto Carla Zito, che ha parlato a nome del team vincitore del concorso indetto dalla Cei nel 2018 per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona.

Infatti l’opera di Potenza nasce da un progetto complesso che è partito dal voler «metterci in ascolto di una storia che ci ha preceduto – ha dichiarato il vescovo – per poi osare generare». Una vicenda che ha preso le mosse da riflessioni del 2016 con l’allora vescovo Enrico Assi – come ha ricordato Gaiardi – ma che ha preso forma nel 2018/2020 quando «Cremona con il concorso della Cei per l’adeguamento liturgico delle cattedrali – ha spiegato Parrello – è divenuta il primo progetto pilota per procedura concorsuale, ma anche per realizzazione dell’intervento nel quale si mira a integrare con un linguaggio contemporaneo una chiesa che non è solo architettura religiosa ma anche civile». Nel rispetto dell’esistente si è «lasciato un segno del cammino culturale» in una chiesa che custodisce una stratificazione storica importante dal Romanico fino all’oggi. Tante le tematiche affrontate e che il team, con a capo l’architetto Massimiliano Valdinoci (presente in camera di commercio), seguito dal liturgista Goffredo Boselli e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais, ha superato in nome di due concetti “Prossimità e distinzione” ben illustrati dall’architetto Zito.

L’arte contemporanea dunque, con gli arredi sacri della Cattedrale, vuol dimostrare di saper comunicare spiritualità e di farlo attraverso «un nuovo alfabeto – ha chiarito don Gianluca Gaiardi – fatto di grafemi astratti. La cattedrale già racconta tutto con il suo apparato decorativo, il linguaggio astratto alza lo sguardo, astrae appunto», avvicina a quei concetti impronunciabili che sono il Mistero. L’opera di Potenza, letta così, è un segno lasciato dai contemporanei per dire la loro fede con un linguaggio diverso, che il volume appena edito sa ben raccontare, già dalla copertina che a livello tattile fa toccare con mano i disegni di luce sul bronzo.




L’eroicità della santità, don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali

Don Primo Mazzolari e padre Silvio Pasquali. Entrambi nati nella periferia della città di Cremona: uno al Boschetto, l’altro al Cambonino (allora sotto la parrocchia di Picenengo). Per entrambi una vita spesa nella risposta alla chiamata del Signore annunciando e testimoniando il Vangelo da presbiteri: uno come parroco in terra cremonese e mantovana, l’altro come missionario in India. Entrambi accomunati oggi da un processo di beatificazione in corso.

Due figure al centro della riflessione sulla santità che don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione di Mazzolari, ha offerto nella serata di mercoledì 10 aprile nella chiesa del Cambonino, parrocchia in cui si trova la cascina natale di padre Pasquali e che, insieme alla parrocchia del Boschetto, dove si trova la cascina natale di Mazzolari, fa parte dell’unità pastorale «Don Primo Mazzolari».

«Il candidato alla santità è colui che si è aperto alla grazia di Dio, che piano piano lo ha trasformato per far vedere i tratti di Gesù nella sua vita, contemporaneamente ai suoi limiti e difetti – ha spiegato don Zanaboni – Questo perché il santo ha vissuto lo stesso Gesù, il Messia sconfitto, che è l’anti-eroe, un fallito umanamente: questa è l’eroicità evangelica, la sapienza della croce».

La santità, infatti, non è solo aderire a valori morali: «L’eroicità di un santo ribalta la vita normale perché una cosa sono i valori del mondo, mentre dall’altra parte c’è la Pasqua di Gesù: i valori della canonizzazione del mondo sono quelli ben spiegati da San Paolo: debolezza, nullità, il disprezzo che sono l’opposto della nobiltà, della sapienza e della potenza secondo la logica umana» ha quindi proseguito il sacerdote nella sua spiegazione.

Quindi don Umberto Zanaboni ha voluto ricordare come a volte si ha un’idea distorta della santità: «Le debolezze del santo vanno mostrate, perché dimostrano la sua grandezza nell’ affrontarle. Spesso i santi hanno caratteri duri, ma che convertono la gente; i santi sono tutti un po’ matti perché credono nell’impossibile di Dio, anche in questo momento della nostra Storia».

 

Ascolta la riflessione di don Zanaboni

Don Primo Mazzolari, uomo di fede che fa fermentare vita

Suore Catechiste di Sant’Anna, Messa a Picenengo nel ricordo del battesimo del fondatore padre Silvio Pasquali