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Il 15 settembre aperto ai visitatori il complesso monastico di S. Sigismondo

Come ogni anno, a Cremona, nella terza domenica di settembre, la comunità delle monache Domenicane celebra la solennità della Dedicazione della chiesa di San Sigismondo, avvenuta proprio il 15 settembre del 1600. Per la ricorrenza, come ormai consuetudine, si potranno visitare alcune parti del monastero e il coro della chiesa, abitualmente vincolati dalla clausura.

I turisti che visiteranno San Sigismondo potranno ammirare il patrimonio artistico del complesso monastico che lega la propria storia a quella degli Sforza. Nell’orario di apertura al pubblico, ogni mezz’ora, saranno proposte visite guidate a cura di giovani ciceroni debitamente preparati dalla professoressa Anna Maccabelli. I volontari dall’Associazione “Amici del Monastero” garantiranno i servizi di accoglienza e vigilanza, mentre le “Casalinghe di S. Sigismondo” saranno presenti con le consuete vendite di dolci e l’ormai tradizionale “lavanda del Monastero”.

L’apertura al pubblico del coro, del chiostro e del refettorio del monastero avrà luogo dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30.

Due invece gli appuntamenti liturgici della giornata, entrambi presieduti dal nuovo cappellano del monastero e rettore di San Sigismondo, don Enrico Maggi: alle 11 la Messa e alle 18 il canto dei Vespri.

Ulteriori informazioni sul sito www.diocesidicremona.it/monasterodomenicano.

Locandina della giornata




A Bozzolo una visita guidata sui luoghi della storia ebraica

La città di Bozzolo organizza domenica 15 settembre, in occasione dell’annuale Giornata della Cultura Ebraica, una visita guidata al cimitero ebraico e ai luoghi simbolo della città.

A partire dalle ore 16 i volontari del gruppo culturale “Per Bozzolo” condurranno i presenti a visitare il cimitero sito in via Cremona e il quartiere ebraico (non fu mai costituito un vero e proprio ghetto), fornendo informazioni sulla storia della comunità ebraica di Bozzolo e del territorio.

«Il cimitero ebraico – spiega il volontario Giuseppe Valentini – sarà aperto dalle 9 alle 18. All’interno della camera di servizio è collocata una piccola mostra di documenti, testimonianze e Kettubah (contratti nuziali). Qui si potranno acquistare i testi del prof. Ludovico Bettoni, che si occupa di storia locale».

La visita, a ingresso libero, riconduce alla memoria l’impegno profuso da un giovane prete di campagna, che in seguito sarà definito «tromba dello Spirito Santo in terra mantovana», che nel 1943 fece il possibile per nascondere e proteggere quanti il regime fascista perseguitava a Bozzolo. Anche a costo della sua stessa vita. Quel giovane prete porta il nome di don Primo Mazzolari e nel 2017 l’associazione Giardino dei Giusti di Milano lo ha inserito nel Giardino Virtuale, dove vengono segnalate le persone che, con la loro vita e testimonianza, si sono opposte a qualsiasi genocidio.

 foto: cortesia Giuseppe Valentini




Leonardo da Vinci sotto la lente grazie al Cenacolo di San Sigismondo. Video e audio della lectio della prof. Maccabelli

Eccezionale pomeriggio tra arte e fede nel refettorio del complesso monastico di San Sigismondo, a Cremona. Nell’ambito delle iniziative promosse dal Fai per il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci, per alcune ore la clausura del complesso domenicano ha lasciato l’opportunità di ammirare in tutto il suo splendore l’affresco del 1508 di Tommaso Aleni, che rappresenta una “copia” del cenacolo vinciano. A illustrare l’opera, in un itinerario artistico ben oltre i confini cremonesi, la storica dell’arte Anna Maccabelli, autrice anche della guida turistica che illustra la chiesa di San Sigismondo.

L’iniziativa, su speciale autorizzazione delle monache domenicane, è stata promossa dalla Direzione regionale Fai Lombardia in sinergia con l’associazione “Amici del Monastero”.

Dopo una breve introduzione da parte di Alessandro Bonci, delegato FAI di Cremona, l’articolata relazione della docente cremonese che, partendo dal celebre capolavoro di Leonardo, è approdata sino in terra cremonese e cremasca.

La lectio integrale della prof. Maccabelli

Dopo un primo incontro, per una cinquantina di iscritti, una seconda lezione è stata riservata agli aderenti Fai.

Una ulteriore opportunità di visitare il refettorio di San Sigismondo domenica 15 settembre in occasione di una delle due aperture annuali del monastero.

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Il 15 settembre aperto ai visitatori il complesso monastico di S. Sigismondo




Il 17  settembre a Cremona evento in ricordo di Agnes Heller, presentando il suo ultimo libro

Doveva tornare a Cremona il 17  settembre Agnes Heller, l’illustre filosofa di fama mondiale scomparsa improvvisamente lo scorso 20 luglio all’età di 90 anni. L’occasione era la presentazione del suo ultimo libro, “Il demone dell’amore” (Gabrielli editore), che contiene anche un suo scritto inedito su Anna Franck. Un evento promosso nel contesto di un tour italiano che, dopo la sua morte, è stato comunque confermato come evento in sua memoria.

L’appuntamento sarà alle 21 presso la sede provinciale delle Acli, di via Massaia 22, con i giornalisti Francesco Comina e Genny Losurdo che hanno scritto il libro con Agnes Heller.

«Sarà un modo – spiegano gli organizzatori – per fare memoria  di una filosofa che ha esercitato una grande influenza sul pensiero del Novecento e che ha dato un’alta testimonianza di libertà pagando in prima persona la sua opposizione ai totalitarismi che hanno imperversato nel secolo scorso».

Agnes Heller era stata a Cremona lo scorso anno, in occasione della marcia della Pace Perugia Assisi, e aveva lasciato tanto entusiasmo e calore tra il pubblico.

Locandina dell’incontro

 

Agnes Heller è una famosa pensatrice ed è pure una testimone diretta della Shoà, avendo vissuto l’esperienza del ghetto di Budapest e aver visto morire quasi tutta la sua famiglia nei campi di concentramento nazisti.

Nata nel 1929 da una famiglia ebrea di origini austriache, la Heller fin da piccola è costretta a vivere con la paura delle persecuzioni razziali. Il padre è un musicista e scrittore e infonde nell’animo di Agnes una grande passione per l’arte, per la musica e per la cultura in genere. La madre ha un ruolo più normativo. Insieme vivranno l’esperienza drammatica del ghetto di Budapest e la liberazione con la Todesmarsch dove morirono centinaia di persone. Il padre, scoperto mentre dava aiuto ad ebrei in fuga venne deportato e ammazzato ad Auschwitz nel 1943.

Dopo essersi iscritta alla Facoltà di Medicina cambiò radicalmente corso, nel 1947, dopo aver partecipato ad una lezione di filosofia di Gyorgy Lukacs, il pensatore più influente e importante dell’Europa di quegli anni In breve tempo divenne la più stretta collaboratrice di Lukacs e dal 1947 professoressa associata nel suo dipartimento.

Insieme ad un gruppo di filosofi che si ritrovavano intorno alle idee di un marxismoriformatore di Lukacs, la Heller fondò la Scuola di Budapest, che ebbe un ruolo molto importante nella ricerca di una riscoperta umanistica di Marx. Ma ben presto entrò nel mirino dell’ortodossia del partito comunista sovietico che reagì violentemente a questo tentativo di rileggere criticamente Marx spogliandolo da paludamenti troppi ideologici.

Destituita dai suoi incarichi accademici insieme con Lukacs per motivi politici dopo la rivoluzione ungherese, trascorse molti anni ad insegnare in scuole secondarie e le fu proibita ogni pubblicazione. Nel 1968 protestò contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, e subì una nuova persecuzione politica e poliziesca. Nel 1973, sulla base di un provvedimento ad personam delle autorità del partito, perse di nuovo tutti gli incarichi accademici.

Nel 1977 emigrò in Australia insieme al marito Feher Ferenc, anche lui uno degli esponenti principali della Scuola di Budapest. Ma quatto anni più tardi venne invitata a insegnare Filosofia Politica alla New School di New York prendendo di fatto la cattedra che era di Hannah Arendt. E in questo suo periodo americano la Heller diventa una delle pensatrici più famose  tenendo collaborazioni e corsi con i più importanti filosofi del mondo.

Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, tornò nella nativa Ungheria dove è stata designata membro dell’Accademia ungherese delle scienze. Oggi è una delle voci critiche più forti e ascoltate in tutta Europa contro il governo nazionalista ungherese di Viktor Orban.




“I sette peccati capitali dell’economia italiana” secondo Carlo Cottarelli (AUDIO)

«Come non bastano le antiche glorie a darci la grandezza presente, così non bastano i presenti difetti a toglierci la grandezza futura, se sappiamo volere, se vogliamo sinceramente rinnovarci»; questa citazione di Piero Gobetti – utilizzata quale chiosa conclusiva -, racchiude il succo della serata “I sette peccati capitali dell’economia italiana”, vivacemente condotta dal professor Carlo Cottarelli, ospite di eccezione dell’incontro organizzato dalle Acli con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e svoltosi mercoledì 11 settembre a Cassano d’Adda, presso l’auditorium di Villa Borromeo.

Cottarelli, economista, editorialista, già Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica e attualmente Direttore dell’Osservatorio dei Conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, fu a un passo – un anno e mezzo fa – dal diventare Presidente del Consiglio . “Incarichi prestigiosi  – come evidenziato dal prof. Paolo Sabbioni, docente universitario ed ex sindaco di Melzo, cui è toccato il ruolo di moderatore della serata – che tuttavia non gli hanno impedito di rimanere, pur in una epoca di sguaiatezze, una persona moderata e con i tempi del ragionamento”.  Sette, sono, secondo  Carlo Cottarelli i “peccati capitali “ che bloccano l’Italia: l’evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, il divario tra Nord e Sud, la difficoltà a convivere con l’Euro.

“In questi ultimi venti anni il potere di acquisto nel nostro Paese non è aumentato; – ha spiegato l’economista – si tratta di un fatto eccezionale mai accaduto dal 1861 in poi”. Uno sconfortante scenario di attualità che evidenzia la gran mole di lavoro che vi è da fare, innanzitutto sul piano del recupero dell’evasione fiscale: “La tassazione elevata genera alta evasione che fa molto male all’economia, – ha rilevato  – basti pensare che si stima in 130 miliardi di euro all’anno, l’evasione totale.

Una cifra enorme, pensando come tutta la pubblica istruzione costi allo Stato, in un anno, circa 65 miliardi di euro”. Grandi mali pervengono anche dal fronte burocrazia: “Su cento dipendenti che lavorano in una impresa – ha semplificato Cottarelli – ben venti sono costretti a compilare moduli”. “Siamo un grande Paese che ha perso terreno – ha proseguito il relatore –. Sono necessarie politiche diverse  per cambiare. Occorre far capire alla gran parte della gente quali siano le vere priorità”, anche intervenendo con una politica di più ampio respiro che non guardi solo al vantaggio contingente ma alla crescita complessiva ed armonica su lungo termine. “I soldi non piovono dal cielo – è stato il suggestivo monito lanciato alla vasta platea – per ogni promessa elettorale che si trasforma in provvedimento,  occorre trovare le adeguate fonti di finanziamento”. Grande l’interesse dimostrato dal numeroso pubblico. Al termine della serata sono intervenuti – tra gli altri -, il Sindaco di Cassano Roberto Maviglia, l’ex senatore Natale Ripamonti e il Presidente dell’Unione commercianti Giuseppe Legnani.

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A Calvenzano l’intervento di Johnny Dotti sulla sfida (im-possibile) dell’educare

Educare oggi? Una missione impossibile. Eppure si può e si deve ancora provare ad educare. E l’oratorio è il luogo dove questo impossibile può diventare possibile. Ne ha parlato mercoledì sera Johnny Dotti, pedagogista, padre ed imprenditore sociale di Carobbio degli Angeli (Bergamo), ospite della prima serata della festa dell’oratorio Santa Croce di Calvenzano. Alle 21, in chiesa parrocchiale, Dotti ha incontrato i genitori proponendo una serata sul tema “Educarci ad educare”.

Una sfida alla nostra libertà”. “La società di oggi – ha detto il pedagogista – non prevede l’educazione. Non la prevede la scuola e non la prevedono le dinamiche sociali. Essere padri e madri oggi è quasi impossibile, perché nel mondo delle macchine, dove le macchine fanno tutto, dove è la scienza a fare il possibile, all’uomo cosa è rimasto da fare se non l’impossibile? E quindi è impossibile educare”.

La situazione descritta da Dotti è quella di una la società vecchia, opulenta, e priva della volontà di rischiare. Tuttavia, secondo lui anche l’impossibile può diventare possibile. Come? Iniziando a porci la domanda “Che patrimonio lascerò ai miei figli?” e guardando alla tradizione. “Dalla tradizione – ha proseguito – possiamo prendere alcuni grandi perle per aiutarci in questo compito umanamente impossibile. Come l’oratorio. L’oratorio è il luogo dell’alleanza fra educatori che si aiutano ad educare i loro figli. In questo senso l’oratorio è un tempo prima ancora che uno spazio. È il tempo educativo in cui possono accadere cose per le quale io genitore mi fido dell’altro genitore. L’oratorio comincia dando concretezza alla comunione. E poi dopo il tempo l’oratorio diventa uno spazio. E così in oratorio si comincia a lavorare. In questo modo ce la possiamo fare ad educarci ad educare? Spero di si».

Conclusione affidata al saluto del parroco, don Franco Sudati. La festa prosegue fino a domenica. Stasera suonano I leggenda, la band del sindaco di Vailate Paolo Palladini. Domani sera (venerdì 13) ballo liscio con Daris Group, sabato sera karaoke e domenica la conclusione con i giochi pomeridiani ed una serata-cori.




Castelleone, la polisportiva dell’oratorio festeggia 10 anni con Cremonese, Vanoli e Pomì (AUDIO)

La Polisportiva Oratorio Castelleone ”Don Eugenio Mondini” compie dieci anni, traguardo importante per una società che conta attualmente più di quattrocento associati e per festeggiare il decennale è stato organizzato un evento dedicato allo sport nell’ambito della settimana della festa dell’oratorio. Nella serata di martedì 10 settembre, presso la sala San Bernardino, si è svolto l’incontro “Sport per crescere insieme”, condotto dal giornalista Patrizio Pavesi che ha intervistato giocatori e dirigenti di importanti realtà sportive del territorio.

«Crescere insieme è la vocazione dell’oratorio e di chi vuole in qualche modo, anche attraverso, la fede umanizzare la storia». Con queste parole don Vittore Bariselli, vicario dell’oratorio, ha aperto la serata, ricordando che proprio il desiderio, attraverso lo sport, di rendere le persone più umane, più capaci di stare con gli altri, di guardarsi negli occhi, di sorridersi e di mettersi in gioco ha fatto nascere nel 2009 la Polisportiva ”Don Eugenio Mondini”. Società formatasi dalla fusione del Centrolimpia che si occupava dell’attività motoria dei bambini e della Folgore, società sportiva dell’oratorio femminile, per sviluppare le attività sportive ed educative dei bambini. Quest’anno anche l’U.S. San Bernardino si è sciolta ed è confluita nella Polisportiva Don Eugenio Mondini, dando vita a una nuova e unica società sportiva dell’Oratorio di Castelleone.

Dopo il saluto del sindaco di Castelleone, Pietro Fiori, Patrizio Pavesi ha presentato gli ospiti: le pallavoliste Marianna Maggipinto e Letizia Camera della Pomì Casalmaggiore, Francesco Migliore, centrocampista della Cremonese, il vice allenatore Flavio Fioretti e il giocatore Giulio Gazzotti per la Vanoli Basket. Poi le interviste hanno permesso un confronto tra chi rappresenta il mondo dello sport a livello professionistico e la realtà oratoriana. Le domande del conduttore hanno messo in evidenza come lo sport abbia consentito agli atleti di conquistare più rapidamente autonomia e maturità perché la scelta di seguire la propria passione sportiva li ha condotti molto presto a lasciare casa e famiglia d’origine. Tutti gli intervistati  hanno sottolineato come lo sport provoca sempre effetti positivi, permettendo di raggiungere un migliore equilibrio interiore, imparando  a superare e affrontare le sconfitte e a gioire per le vittorie senza inorgoglirsi troppo. Il consiglio che gli sportivi professionisti hanno voluto dare ai dirigenti e agli allenatori dell’oratorio è stato quello del rispetto tra allenatori e ragazzi, valorizzando i ragazzi nelle loro peculiarità, senza sottolineare in modo eccessivo gli errori, puntando anche al divertimento senza l’assillo del risultato.

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Domenica 8 settembre Viadana inaugura la “Casa dei talenti”

La “Casa dei talenti” sarà benedetta e ufficialmente inaugurata domenica 8 settembre, al termine della messa festiva delle 10.30 (che, in occasione della conclusione del Grest, sarà celebrata all’oratorio di Castello).

La struttura (l’ex banca Cariplo di largo De Gasperi) ospiterà la nuova sede della Caritas parrocchiale e zonale. Gli spazi, che occupano una superficie complessiva di ben 640 metri quadrati, consentiranno di gestire con maggiore agio le attività caritative (distribuzione pacchi alimentari, raccolta e redistribuzione abiti usati, colloqui di sostegno e orientamento per cittadini e famiglie in difficoltà). Negli auspici espressi dal parroco don Antonio Censori, la “Casa dei talenti” diventerà un vero e proprio luogo di incontro e accoglienza, a disposizione anche per riunioni, feste e conferenze.

La stessa domenica, nelle chiese cittadine, saranno esposti i cesti della raccolta Caritas, nei quali i fedeli potranno conferire generi alimentari a lunga conservazione e prodotti per la casa da redistribuire a chi ne ha bisogno. Gradito anche il materiale scolastico: biro, matite, gomme, pennarelli, quaderni di ogni formato, zaini e astucci usati purché in buone condizioni.

Per vari motivi, i prossimi saranno giorni intensi per le parrocchie unite viadanesi: è in calendario infatti pure la festa degli oratori cittadini. Come tradizione, l’edizione di settembre si tiene in Castello.

Il calendario. Mercoledì 4 settembre, dalle 19.30, cena sotto le stelle e proiezione delle foto dei campi estivi. Venerdì 6, sul sagrato della chiesa di San Pietro, giochi di San Nicola, per una serata di sfide e divertimento, e mercatino dei giochi usati. Sabato 7 alle 21 spettacolo “Le argonautiche” a cura del laboratorio teatrale giovanissimi. Domenica 8 alle 10.30 la messa al campo e alle 21 la festa di conclusione del Grest. Sarà l’occasione per salutare don Piergiorgio Tizzi e don Marco Bosio, destinati dal vescovo Antonio Napolioni ad altri incarichi dopo rispettivamente dieci e tre anni di servizio a Viadana. Sabato e domenica sera sarà possibile trattenersi a cena al centro giovanile.

Martedì 10 settembre, infine, la città celebrerà il patrono San Nicola da Tolentino: messa solenne alle 10.30 nella chiesa di San Martino, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine.




La cura del creato, atto di amore cristiano

«Una giornata brutta per noi, ma bella per la natura». Con queste parole don Irvano Maglia ha introdotto la celebrazione che ha aperto la Giornata per il creato della zona pastorale III. La pioggia non ha infatti fermato, o solo parzialmente, le attività previste presso le Colonie Padane. La Messa, animata da un gruppo di giovani della città, è stata seguita da un momento formativo e di riflessione guidato dalle testimonianze dei rappresentanti delle associazioni presenti: Legambiente, cooperativa Nazareth, Slowfood e Guardie Ecologiche.

Durante la celebrazione don Maglia ha sottolineato più volte l’importanza, per un cristiano, di prendersi cura del creato, non per un dovere estrinseco, ma per amore, quello stesso amore di cui l’uomo, per sua natura, è destinatario.

Sulla stessa linea si è mosso anche don Maurizio Lucini, responsabile dell’area pastorale dedicata al servizio (la quale ha promosso l’iniziativa), che ha ricordato quanto l’interesse per l’ecologia necessiti, per ciascuno, di una riflessione più profonda e radicata di un semplice pensiero ambientalista.

Al termine della Messa il programma ha subito una leggera modifica: anziché la passeggiata all’aperto e la raccolta dei rifiuti, i presenti hanno potuto ascoltare le parole di alcuni testimoni ed esperti.

Giusy Brignoli ha presentato le attività della cooperativa Nazareth che, oltre ad accogliere e prendersi cura di persone con fragilità, mira ad educarle e fornire loro competenze di tipo produttivo. Da qui l’idea di impegnarsi nell’agricoltura biologica e nella produzione di frutta e ortaggi.

In seguito le guardie ecologiche volontarie e le guide che avrebbero dovuto accompagnare i partecipanti lungo il Po hanno messo la loro esperienza e le loro competenze a disposizione dei presenti, raccontando le peculiarità del territorio cremonese e le bellezze che le biodiversità del nostro ecosistema presentano.

La giornata si è conclusa con il pranzo, in collaborazione con il Bon Bistrot, consumato al sacco da tutti coloro che hanno avuto il coraggio di sfidare la pioggia e il clima, decisamente avverso.

La quattordicesima giornata per il creato ha dunque avuto luogo anche a Cremona, portando con sé la consapevolezza di non proporre nulla di risolutivo, ma con l’ambizione di proporre una provocazione seria e strutturata su una tematica che non può più lasciare indifferenti.

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Corpi intermedi, per Mcl il loro rilancio è priorità dei cattolici

Si è svolto a Senigallia (An), dal 5 al 7 settembre, il tradizionale seminario nazionale di studi Mcl (Movimento cristiano lavoratori) , tappa di ripartenza del cammino associativo del Movimento dopo la pausa estiva. L’evento ha raggruppato oltre 500 dirigenti, quadri e giovani del Mcl da tutta la nazione per una tre giorni di alta formazione. Presente anche la delegazione del territorio cremonese-lodigiano guidata dal presidente Michele Fusari e dall’assistente ecclesiastico don Angelo Frassi.

Il titolo scelto quest’anno per le riunioni in plenaria – “I corpi intermedi e la sfida al populismo e alla tecnocrazia” – ha analizzato la tematica dei corpi intermedi da varie prospettive e angolature in rapporto al ruolo degli stessi con la democrazia e la rappresentanza auspicandone un vero rilancio per aiutare a superare populismo e tecnocrazia oggi imperanti nella società e tendere sempre più, attraverso il loro prezioso apporto, alla ricerca del bene della collettività.

Hanno portato il loro contributo nelle varie sessioni mattutine e pomeridiane di formazione, aperte poi al dibattito dei presenti in sala, il presidente nazionale Mcl Carlo Costalli che ha inoltre coordinato i lavori e i qualificati relatori che si sono via via succeduti negli interventi: l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, alla sua prima uscita ufficiale dopo la sua nomina a cardinale da parte di papa Francesco, il vescovo cremasco di Senigallia Franco Manenti (che ha anche ricevuto la delegazione cremonese a Palazzo Vescovile per un cordiale incontro), il prorettore dell’Università CattolicaMario Taccolini, l’europarlamentare cremonese Massimiliano Salini, il professore di Diritto del lavoro Severino Nappi, il direttore della Fondazione “Luigi Clerici” Paolo Cesana e il presidente di Adapt Emmanuele Massagli.

Si è analizzato un tema importante per un movimento popolare qual è il Mcl che ha da sempre come mission associativa quella di essere un corpo intermedio attento a sviluppare reti e coesione sociale opponendosi con forza alla disgregazione e disintermediazione in atto nella società come stiamo assistendo purtroppo da troppo tempo in Italia.

Nell’introduzione alla prima giornata dei lavori è stato inoltre ufficialmente presentato a tutti i presenti il nuovo assistente ecclesiastico nazionale Mcl nominato dalla Cei, don Francesco Poli della diocesi di Bergamo, che ha quindi fatto il suo ingresso ufficiale come guida spirituale nazionale dell’associazione.

«Ogni anno – commenta il presidente Fusari – torniamo molto motivati a Senigallia per la ripartenza ufficiale dell’attività del Mcl dopo il riposo estivo e siamo sempre molto stimolati dalle sollecitazioni che emergono dalle relazioni ascoltate. Quest’anno il seminario è avvenuto in un momento particolarmente delicato a livello politico per il Paese, ma, come corpo intermedio cattolico molto radicato nei territori, sentiamo forte la responsabilità di non arrenderci al declino e vogliamo contribuire a interconnettere le forze sane e reali del paese affinché possano avere più rilevanza e presenza pubblica».