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Per don Giuliano Vezzosi l’inizio del ministero a Castelverde è con il «noi»

Nella mattinata di domenica 22 settembre don Giuliano Vezzosi ha iniziato il proprio ministero di parroco delle cinque parrocchie del comune di Castelverde. Per lui, però, prima dell’accoglienza ufficiale da parte delle comunità di “S. Michele arcangelo” in Castelnuovo del Zappa, “S. Archelao martire” in Castelverde, “S. Abramo” in Costa S. Abramo, “S. Biagio vescovo” in Marzalengo e “S. Martino vescovo” in San Martino in Beliseto, a dargli il benvenuto sono stati gli ospite della Fondazione “Opera Pia SS. Redentore” di Castelverde.

Insieme al direttore Giovanni Falsina, al Consiglio d’amministrazione e ai dipendenti c’erano naturalmente gli ospiti della casa di riposo, radunati presso la Rsa, dove la signora Angiola, a nome di tutti, ha rivolto il saluto al nuovo parroco. Uno spaccato di quella che è la sua nuova famiglia, un passaggio di generazione che idealmente inizia dai vicini asilo nido “Ciribiricoccole” e scuola dell’infanzia “Monsignor Gardinali” per passare poi dall’oratorio sino all’ultima stagione in questa vera e propria “cittadella della carità”, come l’amava definire mons. Gardinali.

All’esterno dell’Opera Pia, mentre qualche goccia di pioggia faceva tenere con il fiato sospeso, tutte le realtà parrocchiali e del paese attendevano don Vezzosi per accompagnarlo in modo solenne verso la chiesa parrocchiale, sul cui sagrato, a sorpresa, il nuovo parroco ha trovato un gruppo di amici che con lui condivide la passione per la bicicletta.

Intanto la pioggia più consistente ha costretto a cambiare un po’ i programmi e a lasciare la parola al primo cittadino non all’esterno della chiesa, ma solo una volta che i concelebranti hanno raggiunto il presbitero della chiesa di S. Archelao. Il benvenuto da parte del sindaco Graziella Locci, che ha tratteggiato la bellezza di questo territorio, tra tradizioni differenti e grande voglia di mettersi in gioco.

 

Dopo la lettura del decreto di nomina di don Vezzosi da parte di don Paolo Arienti, l’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile che da un anno risiede a Costa S. Abramo, don Vezzosi ha compiuto due gesti caratteristici del rito di insediamento di un nuovo parroco: l’aspersione dell’assemblea e l’incensazione dell’altare. Poi a prendere la parola è stato Matteo Morandi, che ha salutato il nuovo parroco a nome delle cinque comunità parrocchiali, in cammino in una unità pastorale costruita senza non poche difficoltà cercando di mettere insieme le tante differenze. In questo senso parole di stima e gratitudine sono state espresse anche per il vicario. Non è mancato il grazie al Vescovo per il dono di uno nuovo pastore, che dovrà essere «aggrappato al cielo, ma radicato in terra, ammaliato dalla verità» oltre che un amico: queste le aspettative.

Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto dalla seconda lettura (1 Tm 2,1-8), ha invitato anzitutto a cambiare la prospettiva con cui si guarda alla parrocchia, orientando lo sguardo al Signore. Con un riferimento al brano evangelico dell’amministratore disonesto (Lc 16,1-13), monsignor Napolioni in qualche modo ha messo in relazione la funzione di amministratore al ministero del parroco, mettendo in guardia da quell’atteggiamento egoistico che con termine di legge ha definito «appropriazione indebita». Da qui l’invito a cambiare la prospettiva con cui si guarda alla parrocchia, orientando lo sguardo al Signore, per passare così dal «mia» al «sua», per scoprire la vera essenza di una comunità da vivere nel «noi».

La celebrazione, animata con il canto dalla corale parrocchiale diretta dal maestro Giorgio Scolari e servita all’altare da un nutrito gruppo di ministranti (in entrambi i casi all’insegna dell’interparrocchialità) coordinati dal vicario don Enrico Ghisolfi, è stata concelebrata da diversi sacerdoti, tra i quali il collaboratore parrocchiale don Luciano Carrer.

Al termine della Messa il commosso saluto di don Vezzosi che, insieme ai tanti grazie, ha guardato con fiducia al nuovo incarico.

Quello del nuovo parroco è stato un discorso breve, sostenuto dall’affetto dei tanti che gremivano la chiesa. E tra loro naturalmente i familiari di don Vezzosi.

Dopo le firme sui verbali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di cinque testimoni (uno per comunità parrocchiale), la festa è continuata in oratorio dove don Vezzosi ha potuto salutare gli amici che l’hanno accompagnato a Castelverde (in particolare da San Bernardo) e iniziato a conoscere meglio i suoi nuovi parrocchiani.

 

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Biografia di don Vezzosi

Classe 1958, originario della parrocchia di S. Sigismondo in Cremona, don Giuliano Vezzosi è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di S. Stefano in Casalmaggiore; nel 1987 il trasferimento a Sesto Cremonese sempre come vicario. Nel 1995 è stato nominato parroco di S. Marino, incarico al quale dal 2003 ha affiancato anche quello di amministratore parrocchiale di Gadesco e Pieve Delmona. Dal 1993 al 2003 è stato anche incaricato diocesano per le vocazioni.

Dal 2007 era parroco di S. Bernardo in Cremona. Ora mons. Napolioni gli ha affidato le cinque parrocchie del comune di Castelverde: prende il testimone da don Roberto Rota. Sarà affiancato dal vicario don Enrico Ghisolfi con il collaboratore parrocchiale Luciano Carrer e il diacono permanente Umberto Bertelle.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Qualche giorno fa don Enrico mi ha chiesto di scrivere due righe di presentazione per il giornalino parrocchiale: accetto volentieri l’invito e colgo l’occasione per porgere un cordiale saluto a ognuno di voi e a tutte le comunità parrocchiali che insieme formano un’unica famiglia.

Devo riconoscere che questa esperienza pastorale per me è totalmente nuova: sia perché non ho mai avuto l’occasione di ‘custodire’ così tante comunità, sia perché l’ambito che si apre davanti è molto ricco e variegato.

Ho diversi ricordi di Castelverde risalenti agli anni Novanta del secolo scorso (così avete già compreso di quale età sono!), quando ero vicario a Sesto Cremonese e nell’allora Zona VI si collaborava per tante iniziative, animate da sacerdoti quali don Giuseppe Soldi, don Eugenio Mondini, don Giuseppe Piacentini, don Luigi Mantia, don Carlo Rodolfi. Sono ricordi che testimoniano un impegno bello e generoso e che ci fanno capire come sia importante anche oggi continuare a condividere esperienze che aiutino le persone a crescere nella vita cristiana.

La storia di oggi ci presenta nuove sfide, nuove realtà da affrontare: soprattutto ci chiede di riscoprire una comunione e una collaborazione nella formazione delle persone e nella condivisione dell’esperienza cristiana.

Per questo da parte mia sarà necessario conoscere bene ogni comunità e scoprire tesori e tradizioni che hanno fatto la vita cristiana di Costa Sant’Abramo, di Marzalengo, di San Martino in Beliseto, di Castelnuovo del Zappa e di Castelverde! E non posso dimenticare gli ospiti della Fondazione Opera Pia SS. Redentore.

Mi sa che ci vorrà davvero un po’ di tempo per conoscere bene luoghi, persone e situazioni.

Penso, però, che l’impegno più grande sarà quello di costruire insieme una comunità, una famiglia, che educhi i suoi figli a seguire il progetto che il Signore affida loro, a vivere quella Parola che ci viene offerta e che deve guidare la nostra vita e le nostre scelte. Un progetto che come Chiesa siamo chiamati a costruire con pazienza e dedizione.

Chiedo a voi un ricordo per me nella preghiera (e da parte mia mi impegno già da ora a ricordare ognuno di voi) perché lo Spirito Santo ci guidi a camminare sempre alla luce della Parola di Dio.

Un grazie particolare a don Roberto per il lavoro svolto in questi anni e un augurio per la nuova missione che gli è stata affidata; un grazie a don Enrico per aver accompagnato don Roberto e per aver gestito questo ‘scambio’ di parroci; a don Luciano per la sua attenzione agli anziani.

Un grazie anche a tutte le persone, uomini e donne, che con la loro dedizione e la loro disponibilità rendono viva la vita delle comunità.

Ancora un saluto e un arrivederci a presto.

don Giuliano




A Viadana un ciclo di incontri con la Laudato si’

In occasione della 14esima Giornata per la custodia del Creato, la comunità “Laudato si’” della città di Viadana organizza un ciclo di appuntamenti pubblici sul tema “Quante sono le tue opere, Signore”. Si inizia venerdì 4 ottobre, nella festa di san Francesco d’Assisi, con un incontro interreligioso “in cammino”.

Ritrovo alle 18.15 al parco Baden-Powell di Viadana (via Al Ponte), da dove si raggiungerà a piedi l’attracco del ponte vecchio. Durante il tragitto, tappe di riflessione, testimonianze e canti. Al termine, ritrovo presso l’osteria Da Bortolino, dove Gianni Tamino (docente di Biologia e Bioetica dell’università di Padova) terrà una riflessione sul tema “Coltivare la biodiversità”. La serata si concluderà con un momento conviviale e l’assaggio dei prodotti “buoni, puliti e giusti” del Distretto agricolo biologico del Viadanese-casalasco e della condotta Slow Food Oglio-Po (richiesto un contributo di 10 euro). All’evento sono invitati i rappresentanti delle diverse comunità religiose del territorio, i cui rappresentanti potranno intervenire sul tema della custodia del Creato.

Il secondo appuntamento è fissato per venerdì 11 ottobre: alle 18.15, presso la sala polivalente della cooperativa sociale Palm W&P di Buzzoletto, riflessione sul tema “Elogio delle erbacce. Un approccio ecologico al tema delle migrazioni”. Interverrà Mauro Ferrari (docente del master “Immigrazione” all’università Ca’ Foscari di Venezia). A seguire, degustazione guidata di piatti a base di erbe locali.

Venerdì 18 ottobre la sede dell’incontro sarà il cinema Comunale di Dosolo, per la proiezione del film “Last call. Ultima chiamata”. Dialogherà con il pubblico Massimo Arvat, della casa indipendente di produzione video Zenit di Torino. La serata sarà a cura del circolo culturale Gulliver.

Chiusura alle 21 di lunedì 21 ottobre al centro-servizi di Bellaguarda: il noto economista politico Riccardo Petrella (docente dell’università Cattolica di Lovanio, Belgio) interverrà sul tema “La casa mondiale brucia. I secchi d’acqua non saranno sufficienti”.

Il programma degli incontri è stato messo a punto in collaborazione con Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Cremona, NewTabor onlus, Acli casalasca-viadanese, associazione Persona-Ambiente, associazione “Noi, Ambiente, Salute” e Consulta del volontariato viadanese.

Locandina




“De Caelo et Mundo”: venerdì 4 ottobre in Cattedrale lo spettacolo che racconta Gherardo da Cremona

Il 4 ottobre a Toledo si svolge la cerimonia di consegna del V premio internazionale della traduzione Gherardo da Cremona. La sera stessa nella Cattedrale di Cremona lo spettacolo “De Caelo et Mundo” celebra la figura di Gerardus cremonensis.

“De caelo et mundo – sulla rotta di Gherardo da Cremona” racconta la vita di Gherardo e il suo ruolo di grande intellettuale cosmopolita che ha contribuito alla rinascita culturale dell’occidente europeo nel XII secolo.

Musica, narrazione e drammatizzazione in fluido dialogo tra loro creano la struttura di De caelo et mundo permettendo agli spettatori di incontrare Gherardo, la sua città, il suo lavoro attraverso anche la testimonianza storica di chi lo ha avuto come maestro.

Gherardo nasce a Cremona nel 1114 circa e nella città lombarda si forma alla scuola della Cattedrale sviluppando, accanto alle materie teologiche e filosofiche, un grande interesse per le discipline scientifiche. Trasferitosi a Toledo, dove è ricordato anche come canonico della Cattedrale locale, approfondisce la conoscenza della lingua greca e araba diventando così non solo studioso e magister ma anche traduttore in latino di numerosi testi provenienti da oriente.

De caelo et mundo, titolo che riprende uno dei principali trattati di Aristotele tradotto da Gherardo, è uno spettacolo ideato da Achille Meazzi degli Aksak Project, Massimiliano Pegorini attore e Tommaso Giorgi dell’Associazione Culturale CrArT – Cremona Arte e Turismo.

 

DE CAELO ET MUNDO

Sulla rotta di Gherardo da Cremona

 

musiche originali: Achille Meazzi e Barocco in jazz

testi originali: Tommaso Giorgi e Massimiliano Pegorini

 

Locandina

Venerdì 4 ottobre, ore 21.00

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Piazza del Comune

Cremona

Interpreti:

Tommaso Giorgi | narratore

Massimiliano Pegorini | attore

Aksak Prokect:

Achille Meazzi | liuti popolari e corde

Nicola Mantovani | sassofoni

Nico Catacchio | contrabbasso

Eduardo A. Meazzi | percussioni

Eliana Piazzi | sikus e harmonium

Barocco in jazz:

Gianni Satta | tromba e flicorno

Maurizio Piantelli | tiorba e liuto

 

Ingresso libero (sarà possibile lasciare un’offerta per le attività della Cattedrale).

In collaborazione con la Diocesi di Cremona

Media Partner: www.riflessimagazine.it

Con il sostegno di: Studio Archidue, Lavanderia La Perfecta, Impresa funebre Pietra, Mondini architetto, Beltrami architettura e Ingegneria s.r.l

 

 




Immigrati di seconda generazione, una serata a Casalmaggiore per parlare con loro

Nell’ambito della “Festa della zucca” che si è svolta a Casalmaggiore dal 20 al 22 settembre con il patrocinio comunale e la partecipazione di diverse realtà cittadine, l’associazione “Amici di Casalmaggiore” ha organizzato un ciclo di eventi a carattere culturale intitolato “Inventio -Expo delle idee”. Il tema dato a questa terza edizione è stato “Oltre… poco più in là di un limite” e a contribuire è stato interpellato, per la prima volta, il circolo ACLI cittadino, cui è stato affidato il compito di ragionare attorno al tema dell’integrazione della popolazione migrante.

Presentato domenica 22 da Sara Pisani, referente del circolo, il progetto che ACLI sta portando avanti da alcuni anni prevede di comprendere a fondo le opportunità e le criticità che sono legate alla migrazione, inteso come fattore storico congenito nell’umanità e non come problema tout court. «Per questa serata abbiamo scelto di lasciare la parola ai veri protagonisti – dichiara Pisani-, i figli delle famiglie immigrate, le cosiddette “seconde generazioni o G2”. Giovani che studiano nelle scuole italiane, che si ritrovano nelle piazze cittadine, nei bar, nelle discoteche, sulle panchine, negli spogliatoi delle palestre, negli oratori. Giovani che sono frutto di movimento e di stanzialità, che sono frutto di pensiero e di progetto. Sono i ragazzi che vivono sulle spalle dei giganti, dei loro padri. Che hanno scelto la migrazione anche per loro. E che da quelle spalle vogliono scendere. Vogliono distinguersi».

Al tavolo dei relatori, infatti, quattro ragazzi G2, come la sociologia delle migrazioni definisce i giovani nati in Italia da famiglie straniere o nati all’estero ma giunti in Italia in età pre-scolare o poco oltre. A loro è stato chiesto di raccontare la propria storia a partire da un progetto di vita che stanno portando avanti.

E così Nadia El Maani, nata in Italia da genitori marocchini e studentessa universitaria, nonché vincitrice nel 2014 del premio speciale Torino Film Festival nel concorso letterario nazionale “Lingua Madre” con il racconto breve “La strada dei sogni e dell’amore”, ha parlato della scrittura come strumento per arrivare agli altri, «per comprendersi e per comprendere». L’attrice teatrale della compagnia Casalmattori Arianna Novelli ha interpretato il suo ultimo racconto “Le voci. La testa dove”, che ha ricevuto una speciale menzione al recente concorso letterario “Eridanos”.

È stato poi il momento di Moustapha Diagne, giunto in Italia dal Senegal per ricongiungimento familiare all’età di 9 anni. Nonostante si stia profilando per lui una carriera nel campo della moda (posa per diversi brand presso un’agenzia di Milano), il suo intervento si è concentrato sul «come costruire un percorso di inclusione attraverso un radicale cambio di mentalità».

A dare il suo contributo anche Wiem Mathlouthi, nata a Casalmaggiore da genitori tunisini e studentessa universitaria, ha raccontato la sua decisione di candidarsi alle ultime elezioni amministrative di Casalmaggiore, per «contribuire al bene comune e alla creazione di spazi per i giovani della nostra città».

Al tavolo anche un giovane richiedente asilo di origini senegalesi, Elhadji Ndyaie, residente presso il Comune di Rivarolo del Re da tre anni. Ad accompagnarlo due giovani educatrici dell’oratorio di Rivarolo del Re che lo hanno descritto «come esempio di perfetta integrazione».
Da subito inserito nel percorso di apprendimento della lingua italiana presso il CPIA di Casalmaggiore, «nel 2017 ho deciso di frequentare anche gli studi per avere la licenza media italiana. Io in Senegal studiavo alla facoltà di Legge». Dal 2018 Elhadji partecipa al Servizio Civile Nazionale presso il Comune del suo paese, aiutando sia a scuola che in oratorio, e presta servizio per il trasporto sanitario (ha un attestato di terzo livello) per la Croce Rossa di Casalmaggiore.

La serata si è conclusa con l’intervento di un giovane musicista molto noto a livello locale, Clancy Odionye (nome d’arte Young Twist), giunto in Italia dalla Nigeria all’età di 2 anni, che ha raccontato della musica come «luogo di trasmissione di valori», senza dimenticare «l’importanza dello studio che è un’occasione unica per capire come va il mondo». E che ha allietato i presenti in un live del suo ultimo brano “Ma Chèrie”.

Molte le domande poste, tanti gli interrogativi ancora in essere. Una bella occasione per iniziare a vedere le cose da un punto di vista nuovo. Quello dei giovani. Perché non sia più un parlare “di loro” ma un lasciare parlare loro. O meglio ancora, parlare “con loro”.




A La Pace in scena Pinocchio con gli alunni della Beata Vergine

Mercoledì 25 settembre presso la casa di riposo Giovanni e Luciana Arvedi di Cremona andrà in scena la rappresentazione dello spettacolo Pinocchio. Gli alunni delle classi terze della scuola primaria Beata Vergine di Cremona, guidati dalle maestre Galli e Maestri, ripropongono il frutto di un progetto didattico-educativo svolto durante l’intero anno scolastico scorso e rappresentato con notevole successo.

Pinocchio: una fiaba per crescere, scoprire, capire, sognare e vivere. I bambini hanno dimostrato sul palco – attraverso la recitazione, il canto e il movimento scenico – di essere maturati in questo cammino di crescita personale. Durante il percorso didattico gli alunni hanno scoperto e sperimentato da una parte la presenza di un Padre che ama ed è sempre pronto ad accogliere la sua creatura che gli sfugge in continuazione. Relazione che esige amore, coraggio e saggezza. Dall’altra ogni bambino si è riconosciuto in quel burattino che è dentro di noi: chi non è mai stato disobbediente o a chi non è mai capitato di raccontare una bugia o di lasciarsi affascinare e magari influenzare da qualcuno o qualcosa che sembrava sincero?

Nella fiaba è chiara la differenza tra il Bene e il Male che le classi hanno trasferito sulla scena attraverso i personaggi di Mastro Geppetto, la Fata Turchina, il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco.

In un mondo dominato dal relativismo, dove tutto è giustificato, tutto è buono, basta che tu lo voglia e non faccia male agli altri: attraverso Pinocchio i bambini hanno approfondito la differenza tra bene e male rafforzando in loro il desiderio del Bene consapevoli che, a volte, questo comporta andare controcorrente, difendere le proprie convinzioni, anche con sacrificio e tanto impegno.

Felici di parteciparvi, gli alunni ripropongono lo spettacolo agli ospiti della Fondazione La Pace Onlus.




Domenica a Castelverde l’ingresso di don Giuliano Vezzosi

Continuano in diocesi gli insediamenti del nuovo parroci. Nella mattinata di domenica 22 settembre don Giuliano Vezzosi inizia il suo servizio nelle cinque parrocchie presenti sul territorio comunale di Castelverde: “S. Michele arcangelo” in Castelnuovo del Zappa, “S. Archelao martire” in Castelverde, “S. Abramo” in Costa S. Abramo, “S. Biagio vescovo” in Marzalengo e “S. Martino vescovo” in San Martino in Beliseto.

A preparare l’insediamento del nuovo parroco alcuni eventi diffusi sul territorio (ore 21). Primo appuntamento la sera di mercoledì 18 settembre con la celebrazione penitenziale a Costa S. Abramo. La sera seguente adorazione eucaristica nella chiesa di Castelnuovo del Zappa. Ulteriore appuntamento venerdì 20 settembre con la Messa a S. Martino in Beliseto: il vicario generale don Massimo Calvi aiuterà a riflettere sul ministero del sacerdote nelle comunità. Ultimo incontro quello riservato agli adolescenti e i giovani la sera di sabato 21 settembre.

L’accoglienza del nuovo parroco inizierà alle 9.30 incontrando gli ospiti della Fondazione “Opera Pia SS. Redentore” di Castelverde, struttura legata alla parrocchia e nella quale sono inseriti anche l’asilo nido “Ciribiricoccole” e la scuola dell’infanzia “Monsignor Gardinali” della onlus “Servizi per l’infanzia”.

Proprio dal cortile dell’Opera Pia qui prenderà le mosse il corteo che accompagnerà don Vezzosi verso la chiesa parrocchiale intitolata a S. Archelao. Qui alle 10, dopo il saluto del sindaco sul sagrato, avrà luogo la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Dopo la celebrazione momento di festa in oratorio, dove sarà offerto un rinfresco per tutti i presenti.

 

Biografia di don Vezzosi

Classe 1958, originario della parrocchia di S. Sigismondo in Cremona, don Giuliano Vezzosi è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di S. Stefano in Casalmaggiore; nel 1987 il trasferimento a Sesto Cremonese sempre come vicario. Nel 1995 è stato nominato parroco di S. Marino, incarico al quale dal 2003 ha affiancato anche quello di amministratore parrocchiale di Gadesco e Pieve Delmona. Dal 1993 al 2003 è stato anche incaricato diocesano per le vocazioni.

Dal 2007 era parroco di S. Bernardo in Cremona. Ora mons. Napolioni gli ha affidato le cinque parrocchie del comune di Castelverde: prende il testimone da don Roberto Rota. Sarà affiancato dal vicario don Enrico Ghisolfi con il collaboratore parrocchiale Luciano Carrer e il diacono permanente Umberto Bertelle.

 

Saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Qualche giorno fa don Enrico mi ha chiesto di scrivere due righe di presentazione per il giornalino parrocchiale: accetto volentieri l’invito e colgo l’occasione per porgere un cordiale saluto a ognuno di voi e a tutte le comunità parrocchiali che insieme formano un’unica famiglia.

Devo riconoscere che questa esperienza pastorale per me è totalmente nuova: sia perché non ho mai avuto l’occasione di ‘custodire’ così tante comunità, sia perché l’ambito che si apre davanti è molto ricco e variegato.

Ho diversi ricordi di Castelverde risalenti agli anni Novanta del secolo scorso (così avete già compreso di quale età sono!), quando ero vicario a Sesto Cremonese e nell’allora Zona VI si collaborava per tante iniziative, animate da sacerdoti quali don Giuseppe Soldi, don Eugenio Mondini, don Giuseppe Piacentini, don Luigi Mantia, don Carlo Rodolfi. Sono ricordi che testimoniano un impegno bello e generoso e che ci fanno capire come sia importante anche oggi continuare a condividere esperienze che aiutino le persone a crescere nella vita cristiana.

La storia di oggi ci presenta nuove sfide, nuove realtà da affrontare: soprattutto ci chiede di riscoprire una comunione e una collaborazione nella formazione delle persone e nella condivisione dell’esperienza cristiana.

Per questo da parte mia sarà necessario conoscere bene ogni comunità e scoprire tesori e tradizioni che hanno fatto la vita cristiana di Costa Sant’Abramo, di Marzalengo, di San Martino in Beliseto, di Castelnuovo del Zappa e di Castelverde! E non posso dimenticare gli ospiti della Fondazione Opera Pia SS. Redentore.

Mi sa che ci vorrà davvero un po’ di tempo per conoscere bene luoghi, persone e situazioni.

Penso, però, che l’impegno più grande sarà quello di costruire insieme una comunità, una famiglia, che educhi i suoi figli a seguire il progetto che il Signore affida loro, a vivere quella Parola che ci viene offerta e che deve guidare la nostra vita e le nostre scelte. Un progetto che come Chiesa siamo chiamati a costruire con pazienza e dedizione.

Chiedo a voi un ricordo per me nella preghiera (e da parte mia mi impegno già da ora a ricordare ognuno di voi) perché lo Spirito Santo ci guidi a camminare sempre alla luce della Parola di Dio.

Un grazie particolare a don Roberto per il lavoro svolto in questi anni e un augurio per la nuova missione che gli è stata affidata; un grazie a don Enrico per aver accompagnato don Roberto e per aver gestito questo ‘scambio’ di parroci; a don Luciano per la sua attenzione agli anziani.

Un grazie anche a tutte le persone, uomini e donne, che con la loro dedizione e la loro disponibilità rendono viva la vita delle comunità.

Ancora un saluto e un arrivederci a presto.

don Giuliano




“L’invasione immaginaria”: il 1° ottobre a Cassano D’Adda incontro con il prof. Ambrosini sul tema dell’immigrazione

Prepotentemente al centro delle cronache quotidiane, la questione dell’immigrazione merita sicuramente approfondimento e maggiore conoscenza. Per fare chiarezza su una tematica assai delicata e della quale si fatica a percepire la reale portata, si rivela una utile opportunità l’incontro in programma martedì 1 ottobre alle ore 21, presso l’auditorium della parrocchia dell’Annunciazione di Cassano d’Adda . Relatore di eccezione sarà il professor Maurizio Ambrosini che terrà una serata sul tema “L’invasione immaginaria. L’immigrazione tra percezioni, rappresentazioni, polemiche e dati effettivi”.

Maurizio Ambrosini è docente di Sociologia delle migrazioni all’Università degli Studi di Milano, giornalista, divulgatore nonché Responsabile del centro studi sulle migrazioni del Mediterraneo di Genova.

L’incontro, aperto a tutti, è promosso da Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Acli, Gruppi di Volontariato vincenziano.

locandina




Il 22 settembre a Cremona sbocciano le gerbere del volontariato

126 realtà del volontariato e del no profit coinvolte, per una giornata che racconterà a Cremona non solo le importanti dimensioni del Terzo settore locale, ma anche e soprattutto la capacità di mettersi in rete, realizzando progetti in modo coordinato e condiviso. È infatti la partecipazione attiva l’elemento più caratterizzante della XXVIII edizione della Festa del Volontariato di Cremona (domenica 22 settembre dalle 10 alle 19.30 in piazza Stradivari, via Baldesio, piazza del Comune e Cortile Federico II).

Pensata, rispetto al passato, molto meno come singolo evento di piazza e molto più come frutto di un laboratorio di cittadinanza attiva, l’edizione 2019 si intitola “Meno Soli, Più Solidali – Accoglienza, Territorio, Bene Comune” ed è stata organizzata dalle associazioni di volontariato del territorio cremonese insieme al comitato promotore composto da CSV Lombardia Sud, Forum del Terzo Settore e Comune di Cremona.

Come sempre, per tutta la giornata, nel cuore del centro storico, saranno presenti anche stand e punti informazioni di associazioni, fondazioni, enti del Terzo settore e istituzioni (fra cui Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, Regione Lombardia-Rete Eures, ATS Val Padana, ASST Cremona, Cremona Solidale, Ordine degli Psicologi della Lombardia, Azienda Sociale Cremonese e Provincia di Cremona oltre a Cassa Padana BCC e Padania Acque S.p.A., aziende che storicamente sostengono economicamente l’evento).

L’edizione 2019 della Festa del Volontariato 2019 è stata presenta nella mattinata di giovedì 12 settembre nella sala eventi di SpazioComune dai rappresentanti del comitato organizzatore: Giorgio Reali, referente territoriale del CSV lombardia Sud, Claudio Ardigò, portavoce del Forum del Terzo Settore territoriale di Cremona, Rodlfo Bona, assessore della Partecipazione del Comune di Cremona. Erano inoltre presenti Francesco Monterosso, responsabile della sede di Cremona del CSV Lombardia Sud, Rosita Viola, assessore alle Politiche sociali e della fragilità del Comune di Cremona, oltre ai rappresentanti di enti pubblici che collaborano all’iniziativi e delle aziende che da sempre sostengono questa manifestazione. La Festa del Volontariato di Cremona, giunta alla 28a edizione, si terrà domenica 22 settembre.

 

EVENTI PER RACCONTARE VICINANZE E DIFFERENZE

Le tante e differenti risorse e competenze che il Terzo settore locale sa esprimere si tradurranno in un ricco programma di 22 micro-eventi realizzati in 3 postazioni-corner, nelle quali gruppi di associazioni ed enti daranno vita a incontri, dibattiti, dimostrazioni, animazioni, performance, letture, giochi, esibizioni musicali e tanto altro ancora. «Il movimento è la caratteristica della Festa 2019 – spiegano Luisella Lunghi, presidente CSV Lombardia Sud, Giorgio Reali, referente territoriale, Rodolfo Bona, assessore alle Politiche della partecipazione e Claudio Ardigò, portavoce del Forum Cremonese del Terzo Settore -. Un movimento in tre tempi: incontro, confronto e riconoscimento. Il laboratorio della Festa del Volontariato, ha permesso non solo di distribuire le associazioni nelle piazze secondo una logica di settore d’attività, ma ha aperto anche alla possibilità di esplorare vicinanze inaspettate. E infatti chi visiterà la festa verrà a contatto con postazioni spazio corner, palestre di confronto creativo tra realtà affini o differenti, e micro eventi di dialogo su temi attuali di interesse trasversale».

 

“COME UNA GERBERA”

L’incontro e il confronto fra associazioni di volontariato nei mesi che hanno preceduto la Festa, hanno messo in gioco “sensibilità differenti” con l’obiettivo comune di rendere riconoscibile il mondo del volontariato nel suo complesso, oltre la dimensione individuale di ciascuna realtà. L’immagine della gerbera – un fiore della famiglia delle compositae, piante caratterizzate dalla presenza di tanti piccoli fiori raccolti in un’unica infiorescenza – è stata presa in prestito per rappresentare il volontariato come unione di realtà differenti che condividono lo stesso grande obiettivo: il dono e la cura verso il prossimo.

Da qui nascono le animazioni collettive La Gerbera del volontario (realizzata anche grazie alla generosità di Idea Verde Maschi) e Il volontariato sboccia in città, attraverso le quali la cittadinanza è invitata a prendere contatto con le associazioni in maniera più attiva, uscendo dal semplice ruolo di “cittadino che guarda” per entrare in quello di “cittadino che prende parte”. E a quei cittadini che vi prenderanno parte, sarà donato il seme di un fiore affinché possano simbolicamente pendersi cura, a loro volta, del volontariato.

Il programma è ricchissimo e prevede molte altre iniziative, fra cui la promozione dei progetti in rete di Cantieri Sportivi per l’inclusione, del Servizio Civile Universale e del Corpo Europeo di Solidarietà.

CSV Lombardia Sud ha scelto convintamente di valorizzare la continuità di questo ormai storico appuntamento per il volontariato cremonese, favorendo aspetti di innovazione e contaminando l’intero territorio su cui CSV Lombardia Sud è oggi attivo con altre iniziative nelle province di Lodi, Pavia e Mantova. Non a caso, proprio il 22 settembre, a Lodi prenderà il via la Giornata del Volontariato e della Cooperazione Sociale, arricchita da quest’anno da altre due giornate il 23 e 24 settembre.

Tutti gli aggiornamenti, le informazioni e il programma completo, sono disponibili sul sito www.festavolontariato.org. Per seguire gli aggiornamenti social: #fvcr2019.




A Martignana la comunità albanese in festa si presenta

Domenica 22 settembre, alle 15.30 presso il salone parrocchiale “San Giovanni Paolo II” di Martignana di Po (via Libertà 26), il locale circolo Acli promuove l’incontro “La comunità albanese in festa si presenta” tra storia, cultura e tradizioni.

Apre il pomeriggio il saluto di Hajazi Landi, vicepresidente della Consulta stranieri e dell’Associazione “La Nuova Albania”. A seguire intrattenimento musicale a cura del gruppo folkloristico “Valleve SHQIPONJAT”. Il pomeriggio – aperto a tutti con ingresso libero – sarà caratterizzato da balli tradizionali e assaggi tipici.

L’evento, con il patrocinio del Comune di Martignana di Po, è promosso in collaborazione con “Le Aquile Oglio Po – ODV”.

Locandina




Venerdì 20 settembre Messa in cattedrale per ricordare la figura di Mauro Moruzzi

Il 21 settembre 1999, in un tragico incidente stradale, perdeva la vita Mauro Moruzzi. A vent’anni da quel momento possiamo con commozione affermare che nulla di quella vita è andato perso. Lo straordinario talento musicale di Mauro, la sua grande creatività artistica e passione educativa si sono riversate in questi anni nelle tante persone legate a lui, che lo ricordano con la celebrazione di una Messa in suffragio di Mauro Moruzzi venerdì 20 settembre ore 18 Duomo di Cremona

In primis nella sua famiglia: i figli Martino e Marco Mauro stanno raggiungendo traguardi musicali di eccellenza. I nipoti Francesco, Claudio, Cesare, tutti studiosi e appassionati musicisti. Straordinario anche il segno lasciato in tanti maestri, amici e colleghi, che, nella loro professione, non hanno mai dimenticato il legame con Mauro.

Nel cuore di Mauro c’era il grande desiderio di diffondere il più possibile la musica tra i giovani, creando esperienze in cui potessero suonare insieme. Uno dei segni più sorprendenti e significativi nati da questa eredità ideale è la Mauro Moruzzi Junior Band, realtà educativa e musicale che da oltre dodici anni forma centinaia di ragazzi. In seno a questa realtà sono nate poi altre esperienze musicali giovanili eccezionali come l’ensemble CRescendo, il legame con l’IMF International Musical Friendship, il coro Gioventù Alpina. Insomma, in questi venti anni possiamo affermare che la figura di Moruzzi non ci ha mai lasciato, anzi è “sempre + Mauro”, cioè sempre più presenza significativa per la musica e la vita di tanti a Cremona e non solo.

Per questo, dalla famiglia, dagli amici e da alcune associazioni, nasce il desiderio di un festival che possa raccontare e amplificare i tratti di una umanità che è sempre più viva, attraverso una serie di eventi che possano testimoniare a tutti il patrimonio che Mauro Moruzzi continua ad essere.

La famiglia Moruzzi e il comitato invitano tutti, enti pubblici e privati e associazioni, ad unirsi per sostenere e collaborare a questa iniziativa.