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Finanzaetica, il 15 novembre incontro pubblico a Soncino

Venerdì 15 novembre a Soncino, presso la sede Avis di via Tinelli 11, si terrà l’incontro sul tema “Educazione critica alla finanza: gli strumenti online di Fondazione Finanza Etica e Valori.it”. Interverranno Barbara Setti (referente per la comunicazione di Fondazione Finanza Etica) e Claudia Vago (project manager di Valori.it).

L’evento, pur collocandosi nell’assemblea provinciale annuale dei soci, è aperto a tutti coloro che desiderano informarsi e farsi un’opinione di quei fatti economici e finanziari, che si “occupano” giornalmente di noi.

Locandina dell’evento




“Voce del verbo accogliere”, domenica incontro zonale dei Giovani a Covo

«Umanità: voce del verbo accogliere. Storie di incontri». È questo il titolo che guiderà il primo incontro del percorso per giovani nella Zona pastorale 1.

Benedetta, ex studentessa del liceo d’Eccellenza – Rondine, Cittadella della Pace, e Paola, psicologa ed operatrice della Caritas saranno le ospiti della serata che aiuteranno a leggere il tema dell’accoglienza attraverso le loro storie e le loro esperienze, con le fatiche e le ricchezze dell’incontro con l’altro.

L’appuntamento è domenica 17 novembre all’Oratorio di Covo, alle ore 20 per l’apericena insieme e, alle ore 20.45 per l’incontro.

Locandina




Il 17 novembre il Coro Paulli in concerto a San Luca raccogliendo fondi per la sistemazione del pavimento della chiesa

Concerto del Coro Paulli, domenica 17 novembre alle 16.30, nella chiesa di San Luca, a Cremona. Il programma, della durata di circa un’ora, prevede l’esecuzione di canti della tradizione e del repertorio internazionale. Sarà l’occasione per sostenere, attraverso una raccolta fondi, le spese per il rifacimento della pavimentazione della chiesa del Barnabiti.




Sant’Abbondio, la Madonna lauretana torna alla Santa Casa (audio)

È stata riaperta, nel pomeriggio di lunedì 11 novembre, la Santa Casa della Madonna Lauretana, situata nella chiesa di S. Abbondio, in Cremona. La nuova “inaugurazione” si è tenuta al termine della Messa delle 18, per l’occasione presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

La statua della Madonna Nera aveva subìto qualche piccolo danno al termine della processione per la festa della parrocchia, e, dopo i dovuti restauri, ha ripreso il suo posto nel santuario cremonese.

«È come una mamma che torna a casa – così si è espresso Napolioni durante l’omelia – e si rende di nuovo presente a quei figli che, con ansia, la stavano aspettando. Ma non è solo questo».

Il Vescovo ha voluto sottolineare il valore simbolico del legame affettivo che lega i fedeli all’effige mariana: «L’immagine, il volto di una madre, possono andare incontro al bisogno che risiede nel cuore di ciascuno, ovvero essere in contatto con l’immenso amore di Dio. Per questo, insieme a quello della Madre, oggi, in questa chiesa, siamo invitati ad accogliere, ancora una volta, il volto misericordioso del Padre».

E, come al termine della celebrazione, i numerosi fedeli presenti si sono incamminati, dietro al Vescovo, per raggiungere la Santa Casa, così sono stati esortati a mettersi «in cammino  per consegnare al Signore desideri, affetti e fatiche, chiedendo a Lui, come ha fatto con Maria, di accrescere la propria fede».

Insieme al vescovo Napolioni erano presenti don Andrea Foglia e don Francesco Gandioli, parroco e vicario di S. Abbondio, e mons. Giuseppe Soldi, già parroco della comunità e canonico della cattedrale.

Don Foglia ha poi voluto ringraziare di cuore il Vescovo per la sua presenza e ribadire la «centralità della Santa Casa non solo per la parrocchia, ma per l’intera città. Per questo non poteva esserci altro modo per tornare ad abbracciare una Madre che ritorna: riunirci, insieme alla nostra guida, il nostro pastore, intorno alla mensa del Pane e della Parola».

L’omelia del vescovo




Coldiretti, domenica a Cremona la Giornata provinciale del Ringraziamento

Domenica 17 novembre gli agricoltori di Coldiretti del territorio – insieme ai rappresentanti delle Istituzioni, del tessuto sociale e produttivo, e con loro i cittadini – si ritroveranno nella Cattedrale di Crema per la Messa presieduta dal vescovo mons. Daniele Gianotti nell’ambito della 69esima Giornata provinciale del Ringraziamento, da sempre uno dei momenti più attesi e preziosi per gli agricoltori e per le famiglie che vivono del lavoro dei campi.

“E’ la festa in cui rendiamo grazie al Signore per i frutti della terra e del nostro lavoro – sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. La terra ci è stata affidata per essere coltivata, in una pratica che genera lavoro, che produce cibo, benessere e sviluppo, contribuendo nel contempo a dare significato alle esistenze dei tanti che vi sono coinvolti. E non è un caso se il nostro Paese vede una sempre rinnovata attenzione per la realtà dell’agricoltura, che anche per molti giovani appare come opportunità significativa in cui investire energie e competenze”.

“Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” è il tema del messaggio dei vescovi italiani per la 69esima Giornata del Ringraziamento. I vescovi auspicano che “il pane sia accolto in stili di vita senza spreco e avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni della sua realtà” sottolinea don Ezio Neotti, consigliere ecclesiastico della Coldiretti per la Diocesi di Crema, nella riflessione proposta in occasione della festa. “Il pane è fonte di vita, espressione di un dono nascosto che è ben più che solo pane, di una misericordia radicale che tutto valorizza e trasforma. La forza simbolica del pane si trasfigura nell’Eucaristia, aiutando a comprendere la realtà di un pane che è fatto per essere spezzato e condiviso, nell’accoglienza reciproca”.

Alla celebrazione della Santa Messa seguirà la benedizione dei mezzi agricoli, che verranno raccolti ai piedi del Duomo di Crema. Una parata di trattori fiammanti, ma anche alcune ‘vecchie glorie’, per sottolineare il cammino compiuto dalla nostra agricoltura nel corso dei decenni.

La festa proseguirà presso l’Oratorio San Luigi, per il rinfresco con i sapori della nostra agricoltura offerto dalla Coldiretti, e per l’intero pomeriggio nella piazza del Comune, dove prenderanno posto una rappresentanza del Mercato di Campagna Amica, la mostra fotografica dedicata ai ricordi contadini, insieme a spazi e laboratori riservati ai più piccoli.

Locandina




“I Ragazzi di Gigi” di Arzago sabato sul palco di Calvenzano

“I Ragazzi di Gigi”, gruppo teatrale dell’oratorio “Don Bosco” di Arzago d’Adda, tornano sul palcoscenico. Lo faranno la sera di sabato 9 novembre all’auditorium comunale di Calvenzano, nell’ambito della rassegna teatrale “Autunno in musica” organizzata dall’associazione Piccola Officina della Cultura e dal Comune per rappresentare “Una tata quasi perfetta”, musical ispirato al celeberrimo “Mary Poppins”.

Si tratta del settimo spettacolo realizzato da questi giovani da quando hanno deciso di dare continuità alla loro passione per la recitazione e per il canto dando vita ad un gruppo teatrale nel ricordo di colui che quella passione ha trasmesso loro, il diacono permanente della diocesi di Cremona Gigi Riboni di Agnadello, per tanti anni in servizio alla parrocchia arzaghese come responsabile dell’oratorio e della pastorale giovanile, morto nell’ottobre 2011 all’età di 51 anni.

«Abbiamo cominciato in pochi – racconta Roberta Matrascia, fra i fondatori del gruppo – e cioè io, Alessia Salvatori, Letizia Zaganelli e Andrea Facchetti. Per puro divertimento, sulla scorta degli insegnamenti di Gigi Riboni, in occasione della festa della mamma del 2012 in oratorio abbiamo rappresentato una versione ridotta ed in playback di Mamma mia. Da lì abbiamo capito che avremmo potuto coltivare la nostra passione per il canto ed il ballo ed abbiamo chiamato a raccolta gli animatori del grest».

Così è nato il gruppo teatrale che ha preso il nome de “I ragazzi di Gigi”. Il debutto ufficiale è avvenuto con il musical “Sister Act”, nel 2013. L’anno dopo era stata la volta di Grease, nel 2015 è toccato a Footlose, nel 2016 a Peter Pan, nel 2017 a “La bella e la bestia” e l’anno scorso a “Tre padri per una figlia” ispirato a “Mamma mia”.

“La bella e la bestia” e “Tre padri per una figlia” sono stati rappresentati sia ad Arzago che nella prestigiosa vetrina del Filodrammatici di Treviglio, dove “I ragazzi di Gigi” porteranno a gennaio 2020 anche “Una tata quasi perfetta”. Il ricavato di ogni rappresentazione va alla parrocchia arzaghese di San Lorenzo proprio per la manutenzione dell’oratorio.

Patrizia Figliuzzi, presidente della Pro Loco di Arzago, non ama definirsi la regista, ma a detta dei ragazzi è l’adulto di riferimento di questo gruppo. «Ognuno di loro – dice – mette le proprie capacità a disposizione dell’altro. Nel corso di questi anni ciascuno ha saputo mettere a fuoco sempre meglio quelle che sono le sue prerogative sapendo esattamente come e dove dare il proprio contributo lasciando da parte qualsiasi rivalità. Ogni volta che sto con I ragazzi di Gigi, noto una stima ed un rispetto reciproco che fanno di loro qualcosa di unico, che li rende in grado di collaborare a tutti i livelli. Il gruppo si amplia di anno in anno e chi ne entra far parte porta sempre qualcosa di nuovo».




Il concerto di Frate Alessandro a Soresina

Chi ha partecipato al Concerto musicale e canoro con frate Alessandro lo scorso 9 novembre in S. Siro ricorderà a lungo non solo l’eccezionale esecuzione artistica de “la voce di Assisi”, ma anche il clima intenso e il coinvolgimento emotivo che si percepiva nella grande parrocchiale soresinese stipata di gente. Al concerto ha partecipato e contribuito, con brani propri, anche il Coro parrocchiale “Psallentes” diretto dal M. Alessandro Manara accompagnato all’organo dal M. Giuseppe Caffi. Dopo il saluto del parroco Don Angelo, che ha ringraziato frate Alessandro e tutti i presenti definendo la serata “un messaggio di amore e di bellezza”, ha preso avvio il programma, diviso in quattro parti tematiche, introdotte da un breve testo della letteratura spirituale. Le esecuzioni più applaudite sono state quelle del “frate – tenore”, che con la sua preghiera in canto ha davvero “toccato” tutti in profondità. Nell’intervista per conto della TV diocesana, frate Alessandro spiegava: “Canto la bellezza di Dio, il suo amore per noi. Il Signore mi ha dato questo talento e lo metto al suo servizio, per la sua lode, per la sua gloria e per offrire a tutti un messaggio di bellezza e di amore!”. E’ ciò che ha poi ribadito nel suo breve intervento al termine della rassegna canora, confessando di dover salire ogni volta sul podio del solista come sulla croce stessa di Cristo e in piena fedeltà al carisma di S. Francesco d’Assisi. Il Concerto si è concluso con un brano fuori programma, ma probabilmente il più atteso ed emblematico: “Dolce sentire” tratto dalla colonna sonora de Riz Ortolani nel film di Franco Zeffirelli “Fratello sole e sorella luna”. Incontenibile l’ovazione del pubblico e il desiderio, in tutti, di salutare personalmente fra Alessandro, di ottenere un autografo o uno scatto fotografico. E per ciascuno il francescano ha avuto una attenzione, una parola e un sorriso.

La sera precedente, venerdì 8 novembre, all’Oratorio Sirino frate Alessandro aveva incontrato un numeroso gruppo di adolescenti a cui ha raccontato alcuni degli episodi più significativi del suo singolare cammino di fede, fino al decisivo incontro con Gesù vivo e la gioia di rispondere alla sua vocazione. Uno dei giovani presenti all’incontro ha definito il racconto del frate “una bella lezione di vita”, un vero e proprio insegnamento su come “ringraziare Dio per tutto”. Interpellato poi sul suo “successo” internazionale come cantante, egli ha spiegato, non senza un certo umorismo, lo sviluppo, del tutto casuale, degli eventi che lo hanno portato ad incidere quattro CD con la Decca Records di Londra, una delle case discografiche più famose e importanti del mondo. Domenica mattina, 10 novembre, al termine della S. Messa presso il Monastero di clausura della Visitazione a Soresina, frate Alessandro, sollecitato dal parroco don Angelo, ha cantato una preghiera alla Vergine Maria, volendo, in questo modo, anche rendere omaggio alle Sorelle Claustrali: travolgente l’effetto!

Photogallery del concerto

 

Profilo di fra Alessandro

Fra Alessandro Giacomo Brustenghi è nato a Perugia nel 1978, fin da giovanissimo si avvia allo studio della musica affascinato dal mondo della composizione, ma anche della poesia e della narrativa. Grazie al successo raccolto con la sua attività musicale e le sue incisioni frate Alessandro ha avuto la possibilità di viaggiare in Europa, negli Stati Uniti, in Russia e in Australia raggiungendo, grazie a un’intensa collaborazione con i mass-media, milioni di persone con il canto e la testimonianza. I proventi derivati dalla vendita dei suoi dischi sono stati destinati a progetti missionari legati alla Provincia religiosa a cui frate Alessandro appartiene

Frate minore attualmente presso la Porziuncola, è impegnato in diversi servizi legati al convento e alla Basilica.




Con la missionaria Buscemi un’occasione per leggere e comprendere il Sinodo dell’Amazzonia (AUDIO)

Il Sinodo per l’Amazzonia, conclusosi a Roma lo scorso 27 ottobre, rappresenta sicuramente un evento di fondamentale importanza per la vita della Chiesa universale. Vivace è infatti il dibattito che sta animando all’interno della comunità ecclesiale, mentre numerose e complesse sono le prospettive aperte dai suoi lavori.

Si è quindi rivelato particolarmente utile per fare chiarezza e liberare il campo da equivoci ed errate interpretazioni, l’incontro svoltosi nella serata di lunedì 11 novembre, presso il Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio, organizzato per la Zona Pastorale 1 dalla associazione Amici del Brasile in sinergia con l’Ufficio Missionario Diocesano. Relatrice di eccezione è stata Maria Soave Buscemi, da oltre vent’anni missionaria laica fidei donum in Brasile, formatrice al Cum di Verona e che, per conto del Repam ( Rete Ecclesiale Panamazzonica), ha partecipato agli incontri per la stesura del documento preparatorio del Sinodo.

«Come abbiamo camminato nel Sinodo? – ha premesso Buscemi , che da anni vive nella prelatura di San Felix do Araguaia, vicino al parco indigeno dello Xingu in Amazzonia, nel Mato Grosso – Il metodo è fondamentale per aprire processi. I giornalisti interrogano spesso sui risultati finali di tanto lavoro ma si tratta di un punto di vista non corretto. Dobbiamo essere più preoccupati di aprire processi piuttosto che di ottenere risultati e in America latina si è registrata una forte esperienza di cammino partecipativo. Un percorso entusiasmante ma che non privo di difficoltà e di incertezze: «Nessuno dei 104 vescovi padri sinodali aveva mai vissuto un Sinodo. Ci siamo dovuti preparare anche in cose concrete, affrontando molte difficoltà e tenendo conto che in un lavoro sinodale non è importante arrivare per primi ma arrivare insieme. Il Sinodo non vive di processi democratici ma di attività di discernimento». Oltre 85.300 le risposte pervenute da oltre trecento assemblee sparse su tutto il territorio amazzonico, che comprende oltre al Brasile (che ne detiene circa il 67%), altri nove Paesi : «Si è ascoltato quello che le comunità avevano da dire, con un complesso processo di discernimento che non era per nulla scontato» . Ne è innanzitutto uscito un grido di dolore: «Le popolazioni locali gridano: ci stanno ammazzando!» è stato il monito della relatrice. «Ad agosto è bruciata una porzione di Amazzonia grande come l’intera Germania e non si è fatto nulla per cercare di spegnere le fiamme e ridurre i danni . La finanza internazionale succhia quello che può da quello sconfinato territorio, senza chiedersi se sia effettivamente necessario.

Un’altra evidenza emersa è il diritto dei popoli indigeni ad una propria teologia. «Occorre superare un latente colonialismo che ancora caratterizza i nostri rapporti con le popolazioni locali – ha evidenziato Maria Soave Buscemi – E’ necessario andare oltre le distinzioni tracciate tra noi e loro, tra cultura e folclore, tra arte ed artigianato, tra lingua e dialetti». La Chiesa, in tale contesto, deve diventare fidata compagna di cammino di quella gente che è costretta a vivere in un contesto geografico molto particolare e che rende molto difficile l’esercizio quotidiano della fede. «Esistono comunità che da diciotto anni non possono assistere ad una Messa, la media amazzonica di partecipazione all’eucarestia si attesta su una volta all’anno- sono i crudi dati di una realtà tanto complessa – Chi anima di fede queste comunità? Per il 70% si tratta di donne, spesso madri di famiglia, alle quali tocca il compito di tenere viva la fede con la presenza alla celebrazione della Parola. L’Amazzonia chiede che la Chiesa non sia solo pastorale di visita ma che sappia essere testimone di una pastorale di presenza stabile» .

Quali sono quindi, le proposte sinodali per l’area amazzonica? «Sono essenzialmente quattro i cammini di conversione della Chiesa che vengono richiesti – ha concluso Buscemi – conversione pastorale, culturale, ecologia e sinodale».

Ora la parola è passata a Papa Francesco al quale toccherà fare sintesi e dare voce ad un lavoro tanto articolato, frutto di un grande impegno di ascolto e discernimento.

Ascolta l’intervento




La terra bene comune: storia e prospettive nel convegno Coldiretti per la Festa del Ringraziamento (audio e video)

Si è svolto nella serata di mercoledì 6 novembre, a Cremona, l’incontro organizzato da Coldiretti per riscoprire e approfondire le radici dell’associazione, anche in vista della imminente Festa del Ringraziamento.

A guidare la riflessione proposta sono stati tre ospiti, ognuno dei quali ha tentato di focalizzare un aspetto differente della vita e della mission di Coldiretti: Nunzio Primavera, giornalista e autore del libro “La gente dei campi e il sogno di Bonomi – La Coldiretti dalla fondazione alla Riforma Agraria”, don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti, ed il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Il giornalista ha aperto il proprio intervento ripercorrendo, in breve, la vicenda storica del fondatore, Paolo Bonomi, formatosi «negli ambienti di Azione Cattolica e, per questo, sempre attento alle dinamiche sociali, alle persone e ai processi di cambiamento». In particolare, l’attenzione di Bonomi per la persona, «testimonia lo stretto legame che intercorre tra le idee che stanno a fondamento dell’associazione e la dottrina sociale della Chiesa».

L’intervento di Nunzio Primavera

Ad insistere su questo rapporto è stato anche don Bonetti, che ha sottolineato come Bonomi fosse un «uomo di discernimento e che, per questo, ha saputo fondare Coldiretti dandole una precisa identità e sapendo generare un forte senso di appartenenza». Inoltre il sacerdote ha ricordato quanto, per l’associazione sia «rilevante il concetto di persona: l’uomo, la donna, l’agricoltore sono posti al centro; da lì nasce l’interesse per il mondo agricolo e, più in generale, per il bene comune».

L’intervento di don Paolo Bonetti

Il vescovo Napolioni ha poi chiuso la serie di interventi proponendo la propria riflessioni a partire dalla Laudato si’. «Questo documento rischia spesso di essere strumentalizzato e utilizzato come manifesto ecologista, – ha spiegato Napolioni – ma dice molto di più: è un segno di cura per gli uomini e, di conseguenza, per l’ambiente. Per questo mi pare possa essere condiviso e citato in un incontro come questo».

L’intervento del vescovo Napolioni

Al termine degli interventi dei relatori c’è stato lo spazio, offerto ai numerosi presenti, per instaurare un dibattito o condividere un pensiero.

A detta di molti dei partecipanti, la serata è stata un’ottima occasione per riflettere sulla storia e sull’identità di Coldiretti, strettamente legata alla vita ecclesiale, e prepararsi nel migliore dei modi per la Festa del Ringraziamento che l’associazione , a livello provinciale, vivrà domenica 17 novembre presso la Cattedrale di Crema.

 

La video-intervista a Nunzio Primavera e all’assistente di Coldiretti Cremona mons. Vincenzo Rini




L’economista Davide Maggi ha aperto a Castelleone il “Novembre sociale”

Se il buongiorno si vede dal mattino, si può sicuramente dire che il “Novembre sociale” proposto dalla parrocchia di Castelleone ha colto nel segno: l’iniziativa che vuole essere un contributo alla comunità intera per la ricerca del bene comune, sin dal primo incontro ha soddisfatto pienamente le attese. Il professore Davide Maggi, docente di Economia aziendale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, infatti, con la sua relazione sul tema “Economia: verso un nuovo modello di sviluppo”, ha saputo conquistare  l’attenzione dei numerosi presenti collegando la storia economica alle dinamiche sociali e relazionali.

Il relatore ha individuato tre paradigmi economici dal dopoguerra ad oggi, mercato-welfare state (1945/anni ‘70-’80, consumistico-finanziario (1989/2008), …in costruzione (2008–oggi e futuro), e con la grande crisi iniziata nel 2008 è avvenuta una rottura nel sistema economico, antropologico e relazionale che prospetta nuove modalità di cui non si comprende ancora chiaramente dove potranno portare.

Il professore ha individuato nella globalizzazione e nella deregulation, i cui sostenitori sono stati Ronald Reagan e Margaret Thatcher, l’avvio di un neoliberismo che ha spostato l’attenzione dalla società all’individuo, un sistema globalizzato dove tutti sono accomunati dal consumo per soddisfare bisogni sempre risorgenti e dove quindi è necessaria la disponibilità di denaro. Secondo il professor  Maggi questo ha portato a uno svilimento dei valori di fondo, amore, amicizia, relazioni, sentimenti,  che sono diventati anch’essi cose. La crisi scoppiata nel 2008 non ha ancora trovato una soluzione e allora il professore Maggi propone di ritornare a una via di sviluppo già proposta da Max Weber, dove l’economia nasce da una spinta culturale e spirituale. Ma esiste oggi una spinta di questo tipo?

La risposta può trovarsi nella proposta di un’economia sostenibile, dove si intersechino economia, società e ambiente, perché come sostiene papa Francesco l’economia deve produrre, ma poi deve “sgocciolare”, deve distribuire a tutti i beni che produce. Esistono comunque segnali postivi verso un nuovo tipo di economia come dimostrano i movimenti giovanili molto sensibili all’ambiente, così come lo sono anche molte grandi aziende. Sviluppo significa sciogliere i nodi e le catene che irrigidiscono come ad esempio le diverse disuguaglianze, il Pil misura la crescita e non lo sviluppo, questo esiste se la crescita è distribuita in benessere economico e sociale. Il compito è sostenere la sostenibilità. Maggi ha ricordato come sia necessario un modello economico inclusivo e civile  che può  essere costruito recuperando una dimensione culturale umanistica senza la quale non si possono apprendere la sfide della società  tecnologica contemporanea, citando a sostegno delle sue affermazioni testi di Luigi Einaudi, Robert Kennedy e Martha Nussbaum. Fondamentali restano anche le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa che, come ricorda papa Francesco, parla a tutti gli uomini, senza alcuna distinzione.

Diverse e molto precise le domande del pubblico, a dimostrazione dell’interesse suscitato dalla relazione, e anche dalle risposte è risuonato ancora con forza il richiamo a un nuovo umanesimo e a un’educazione alla sostenibilità.

 

I prossimi appuntamenti

Il secondo domenica 17 novembre, sul tema”Immigrazione: dalla paura all’incontro”, relatori S.E. mons. Giancarlo Perego, Arcivescovo di Ferrara e Comacchio, già direttore della Fondazione Migrantes e l’ avvocato Abdoulaye Mbody, primo avvocato africano del foro di Milano.

Domenica 24 novembre, terzo e ultimo incontro sul tema “Ecologia…Abitare la Terra: la cura per la casa comune”, relatori don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per i Problemi sociali e il lavoro, e l’ingegnere Francesco Begnis.

Tutti gli incontri si terranno, alle 18,  presso la sala san Bernardino Realino dell’oratorio di Castelleone.