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A Cicognolo la Veglia per la vita per la Zona 4

Luce, segno della vita. Quattro candele, accese e consegnate dai bambini, hanno simbolicamente illuminato la Veglia di preghiera per la vita che si è svolta, per la zona 4, nel nuovo salone parrocchiale di Cicognolo.

La Veglia, accompagnata dai canti eseguiti dalla Schola cantorum di Motta Baluffi e Scandolara Ravara e scandita dalla lettura della Parola di Dio e dalle preghiere, è stata un vero e proprio momento di meditazione e di invocazione della presenza di Dio, fonte e “padrone” della vita, il solo e unico che la dona.

Il vicario zonale don Davide Ferretti ha sottolineato l’importanza di «riflettere sulla sacralità della vita umana, da tutelare dal principio fino alla sua naturale conclusione, ma anche la necessità da parte della comunità cristiana di darne testimonianza. Ringraziare il Signore per le creature che popolano la terra e avere la testardaggine di affermare che la vita è nelle mani di Dio, non dell’uomo. Non bisogna rinunciare a Dio né metterlo da parte perché ciò significa togliere la vita che è “sentiero di amore”, un sentimento da recuperare e rivitalizzare senza condizioni e senza distinzioni».

Durante la celebrazione è stata data lettura di due significative testimonianze. Il medico e primario ospedaliero Mario Melazzini, ammalato di Sla e presidente dell’associazione italiana dei pazienti affetti da questa malattia, ha parlato di Piergiorgio Welby e del suo “diritto” di interrompere la vita.

Il dottor Melazzini ha riportato la sua esperienza personale, ammettendo di aver pensato di ricorrere all’eutanasia perché considerava soltanto se stesso, senza tenere conto dei sentimenti e delle esigenze dei familiari. «La richiesta di eutanasia – ha dichiarato – ed eventualmente la scelta della società di cedere su questo fronte, è puro egoismo. È la risposta più facile e sbagliata perché i malati vanno aiutati a vivere e questo è possibile solo attraverso un’assistenza adeguata e dignitosa. È un’accoglienza del malato e della sua sofferenza che alla società inevitabilmente “costa”.

L’impegno di chi lavora per il diritto alla vita diventa allora quello di fare del tutto perché quel costo non diventi mai un “peso” e che la società, nel suo insieme, non dimentichi mai che la vita è un dono e che vale la pena di viverlo fino in fondo».




La storia di Gianluca Firetti il 7 febbraio su Radio Oreb

Il giovane cremonese Gianluca Firetti sarà al centro della trasmissione “Santi giovani, giovani santi” della vicentina Radio Oreb, della rete InBlu. L’appuntamento è nella mattinata di giovedì 7 febbraio, alle 11.

Il percorso radiofonico – condotto da due mamme e un sacerdote – è iniziato con una puntata dedicata a Chiara Luce Badano, proseguendo con le figure di Matteo Farina e Chiara Corbella.

Le trasmissioni si articolano con la presentazione della vita del giovane protagonisti delle diverse puntate, sottolineando alcune frasi ed esempi significativi della sua vita, per poi dare spazio alle telefonate in diretta al numero 0444-356065.

È possibile seguire la trasmissione via streaming sul sito www.radioreb.org.




Vanna, Barbara, Elisa: storie di donne testimoni dell’amore per la Vita

“Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore”. Cantano, con lo sguardo all’insu rivolto allo schermo, i partecipanti alla Veglia per la vita, nel salone Bonomelli del Seminario di Cremona.

Convocati dalla Zona pastorale 3 e introdotti alla preghiera dal Vicario zonale don Pier Codazzi, nella serata di sabato 2 febbraio si sono ritrovati volti noti, quelli del Centro Aiuto alla vita di Cremona e del Movimento per la Vita, e quelli meno noti di giovani coppie e piccoli gruppi provenienti da parrocchie della città e della periferia.

Ascolta l’audio della serata

Una veglia dai toni domestici, nella sua semplicità, ma dal vissuto intenso: sosta di ascolto della vita e della Parola che, per i credenti, illumina i tratti più indecifrabili ed impegnativi.

Nel segno dell’alleanza tra generazioni la Zona 3 ha scelto di affidare a Mattia Cabrini, educatore professionale, la conduzione di un dialogo tra tre donne, condividendo passaggi e consapevolezze che l’esistenza e la storia personale hanno fatto emergere.

Vanna Rossetti, mamma e nonna, conosciuta anche per il lungo impegno in campo ecumenico accanto al marito Mario Gnocchi, ha offerto i ricordi di famiglia proponendo una sua riflessione sulla dimensione del dono inscritta nella vita, in ogni istante e accadimento, compresi quelli apparentemente meno significativi o gratificanti che si comprendono solo nello scorrere del tempo.

Barbara Guarneri, logopedista neolaureata di 24 anni ha invece testimoniato, non senza commozione, la fatica di accogliere la fragilità che la vita rivela nelle stagioni della malattia e della debolezza. Quei giorni i cui la domanda di senso non accetta scorciatoie ideologiche o religiose e si confronta con la verità cruda del dolore che chiede condivisione, prossimità, forza di ricostruire la vita in altra prospettiva.

Elisa Favalli, mamma e segretaria in una scuola, ha invece portato i volti e i nomi raccolti in un album di fotografie cariche di emozioni, la ferialità della casa e della famiglia condite dagli immancabili imprevisti. Una dimensione concreta del vivere che solo la speranza è capace di sostenere.

Nell’intreccio delle storie e delle riflessioni, l’eco della Parola di Dio ha ricondotto i frammenti all’unità. “Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi, tutto era scritto nel tuo libro” (Salmo 138) dice il credente al Dio in cui confida. E la parola di Isaia proclama che il progetto di Dio fa germogliare continuamente “una cosa nuova” tra le briciole del vissuto.

Molto efficace, nella conduzione della Veglia, la scelta di circondare la personale risonanza della Parola all’armonia della musica, con la partecipazione di un gruppo di 9 giovani musicisti, parte della “Mauro Moruzzi Junion Band” legata alla Scuola “Sacra Famiglia” di Cremona. Le esecuzioni del gruppo di fiati, molto apprezzate e applaudite, si sono inserite con delicatezza nel clima raccolto della serata, conclusasi con il saluto del dott. Paolo Emiliani , Presidente del Movimento per la Vita di Cremona e la proposta di un gesto solidarietà a favore del “Progetto Gemma”, da tanti anni sostegno concreto della maternità.

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La sfida di essere genitori al tempo di internet (AUDIO)

Far vivere la tecnologia ai propri figli come un’opportunità di crescita e non come un’esperienza che può ostacolare il benessere personale. Questa la sfida che attende papà e mamme nell’era del digitale. Se n’è parlato la sera di venerdì 1° febbraio a Rivolta d’Adda, nel corso di un incontro pubblico dal titolo “Noi genitori al tempo di internet” promosso presso la sala Oriana Fallaci dall’oratorio Sant’Alberto in sinergia con le Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento e con il patrocinio del Comune, nell’ambito della Settimana dell’educazione 2019.

Relatore dell’incontro Roberto Alborghetti, giornalista ed autore del libro “Social o Dis-social?”, che ha fatto tappa a Rivolta nel contesto di un lungo giro presso scuole, enti e istituzioni di tutta Italia.

Ha introdotto e concluso la serata don Luca Bosio, vicario parrocchiale e responsabile dell’oratorio.

«La fretta e la rapidità della tecnologia – ha esordito Alborghetti – ci stanno facendo perdere il valore dei legami sociali e questo è un paradosso, perché la rete è nata per unire per le persone, non per dividerle. Lo stesso padre fondatore di internet, Tim Berners Lee, ha detto che la rete è diventata anti-umana. Papa Francesco, molto tempo fa, all’inizio degli anni 2000, aveva già percepito il pericolo determinato dal possesso di un cellulare dicendo che si correva il rischio che questo strumento sottraesse i figli dal nucleo famigliare».

Secondo Alborghetti è fondamentale che i genitori si informino di più su ciò che i loro figli hanno fra le mani. «Sono problematici gli aspetti culturali della gestione di un telefonino cellulare – ha sottolineato – ma anche quelli tecnici. Quindi, noi genitori dobbiamo affiancare i nostri figli nell’uso di questi oggetti, così come nell’uso dei videogiochi. È stato calcolato che i ragazzi delle scuole superiori passano in media 90 giorni l’anno chattando, giocando e scherzando fra loro sulla rete o con i videogames. È, questo, un uso consapevole di internet? A cosa serve dare uno smartphone in mano ad un bimbo di 8 anni? Ecco allora il perché un genitore deve affiancare il figlio ed aiutarlo a comprendere la gestione del tempo. Le ultime ricerche dicono che non vanno dedicati agli strumenti multimediali più di due ore al giorno. E mai lasciare il cellulare sotto il cuscino del letto la notte».

Alborghetti ha parlato anche dei rischi che si corrono navigando in rete. Su tutti, quello di essere adescati. I numeri, in tal senso, fanno spavento. «Fate attenzione – ha proseguito – a quello che mettete in rete, attenzione a condividere foto dei vostri figli, perché quello che va su internet, lì rimane e vigilate su come e quando possono entrare nei siti web. In ogni retata contro la pedofilia vengono trovate migliaia di foto di bambini scaricate».

In conclusione, il giornalista-scrittore ha raccomandato ai genitori di sforzarsi anche di dare ai loro figli un’alternativa a videogiochi, tablet e smartphone: «Due ragazzi su tre non sanno più fare una capriola – ha detto -. Portiamoli fuori a giocare , guidiamoli, valorizziamo di più i rapporti umani, facciamoci vedere attivi dando loro delle alternative».

Chiusura affidata don Bosio: «Se il pericolo di questi mezzi e quello di dissociarci, stasera abbiamo fatto il contrario: ci siamo messi assieme per parlarne».




A Vailate la veglia per la Vita con il vescovo Antonio

Canti, preghiere, la riflessione del vescovo e la testimonianza di vita di una coppia di sposi. Si è svolta sabato sera (2 febbraio), nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, la veglia di preghiera della zona pastorale 1 in occasione della 41^ giornata per la vita, presieduta dal vescovo Antonio con il vicario zonale don Marco Leggio, parroco di Antegnate, a scandirne i vari momenti.

Il primo è stato incentrato sul tema del dono. “La vita è un’opportunità, coglila”, “La vita è bellezza, ammirala” e ancora “La vita è vita, difendila”, frasi di un dialogo fra lettore ed assemblea per sottolineare quanto sia preziosa la vita.

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Seconda parte: l’accoglienza. Accoglienza cui siamo chiamati prima e dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza in cui essa è debole. È qui che si è inserita la testimonianza di Dulio e Greta, due coniugi della comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi di Crema. Ad esordire è stato Duilio. “Io sono cresciuto a Como, in un oratorio molto attivo –ha raccontato- ma quelle attività non mi bastavano più. Con il mio parroco andavamo a Milano ad incontrare i senza dimora e in quei frangenti ho incontrato il Signore. Tornando a casa però mi sentivo a disagio nel caldo del mio letto. Così ho deciso di andare a vivere a contatto cogli ultimi in una casa di accoglienza, dove sarei dovuto rimanere tre mesi ma in realtà sono passati quasi sei anni nei quali si sono creati forti legami coi tanti senza dimora che ho conosciuto. Molti di loro sono stati invitati al nostro matrimonio”. Greta in una casa-famiglia, per scelta dei suoi genitori, ci è nata e cresciuta, assieme ad Alessio, un diversamente abile che quando arrivò in comunità sembrava avere pochi giorni di vita ma che martedì scorso ha festeggiato i 27 anni, che lei chiama “fratello” e che per lei ha significato, e significa tuttora moltissimo. In comunità Greta fa la terapista, ma segue anche i casi di maternità difficile “Con la preghiera –ha precisato- ma anche con un sostegno fisico”. “Il giorno del matrimonio fra me e Greta –ha spiegato Duilio riprendendo la parola- il nostro responsabile ci ha proposto di prenderci cura di Michele, un ragazzo di 18 anni ferito dalla vita. Una proposta che ci ha spiazzati ma Dio ci ha sostenuti. La convivenza con Michele non è facile ma ci rende pieni e ricchi”. Non finisce qui, perché i due coniugi accolgono anche una ragazza marocchina. E da poco è arrivato il loro primo figlio, Giona. “Don Oreste–ha concluso Duilio- diceva sempre che le membra più deboli della società sono le più necessarie ma sono anche le protagoniste della storia della chiesa”.

L’ultima parte della veglia, dedicata al concetto di speranza, ha introdotto la riflessione del vescovo Antonio che si è aperta con un omaggio a don Oreste Benzi (“Ce ne vorrebero di preti così”). “Signore, tutto appartiene a te –ha proseguito monsignor Napolioni-, ogni essere vivente, ogni creatura umana, tutte le cose sono tue, Signore amante della vita. Siamo abituati a considerare quelli che si possono permettere una bella vita ma è un tranello. Dio, invece, nel suo Figlio crocifisso ci mostra un paradosso: un Dio che ama la vita sempre e comunque, al punto da farla risorgere sempre dal peccato. Ancora oggi –ha proseguito- questo è possibile: tocca a noi vegliare per la vita, scegliere di allearci con il Signore per la vita. È necessario avere nuovi bambini, genitori, nonni, famiglie, amori: la vita che scorre all’infinito e non si inceppa. Per fare ciò dobbiamo impegnarci a seminare parole e sguardi per la vita”.

La benedizione ed il canto finale hanno concluso la veglia, allietata dalla musica del flauto di Giorgia Radavelli e della chitarra di Marta Trapattoni, entrambe di Antegnate. Le offerte raccolte dai presenti in chiesa a fine celebrazione saranno devolute alla comunità Giovanni XXIII. 

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Sabato l’incontro del Vescovo con i religiosi

Sabato 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, alle ore 16, il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia per la XXIII Giornata mondiale della Vita consacrata. L’appuntamento è a Rivolta d’Adda, presso la chiesa di Casa Madre delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, dove sono conservate le spoglie di san Francesco Spinelli, che Papa Francesco ha canonizzato lo scorso 14 ottobre, e la cui memoria liturgica ricorrerà il prossimo 6 febbraio. 

Celebrare la Giornata mondiale della Vita consacrata è occasione di festa, di impegno e di supplica al Signore per il dono di nuove vocazioni che rinnovino il volto della Chiesa e del mondo, che annuncino la gioia del Vangelo e l’amore di Dio che dà senso all’esistenza.

Accanto al Vescovo ci saranno il delegato episcopale per la Vita consacrata, don Giulio Brambilla, il superiore camilliano padre Virginio Bebber, in veste anche di responsabile CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori). Presente anche Carlo Lampugnani, referente per la CIIS (Conferenza Italiana Istituti Secolari), insieme a madre Giuliana Arsuffi, delegata USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia). A fare gli onori di casa madre Isabella Vecchio, superiora generale delle Adoratrici.

Durante la celebrazione saranno ricordati gli anniversari (dal 25° al 70°) di vita religiosa. Il pomeriggio, che è aperto a tutti, si concluderà con un momento di festa.

 

Di seguito l’elenco dei festeggiati:

25° di consacrazione: suor Angele Maleka Wete

50° di consacrazione: suor Angela Manzoni, suor Antonia Gandolfi, suor Luisa De Felice, suor Maria Teresa Leoni, suor Raffaella Raimondi, suor Saula Franzosi, suor Ignazia Birk, madre Piera Monzani, fra Albano Balzarin.

60° di consacrazione: suor Celina Ongaro, suor Cristina Albertani, suor Emanuela Bezza, suor Luigia Croci, suor Rosangela Stenico, suor Ambrogina Molteni, suor Teresa Tarsini, suor Agostina Buonsanto

70° di consacrazione: suor Innocente Arrigoni, suor Loretana Grelli, suor Valentina Pelucchi




«Donne in cerca di guai», presentazione del libro di Gianni Mussini

Si terrà domenica 3 febbraio alle ore 16.30 presso Palazzo Cittanova a Cremona la presentazione del libro di Gianni Mussini «Donne in cerca di guai», organizzato dal Movimento per Vita e dal Cav di Cremona nell’ambito delle celebrazioni della Giornata per la vita.

Oltre all’autore, parteciperanno Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire e scrittrice, e il presidente della Fondazione «Vita nova» Gianni Vezzani. Sarà lui a ritirare l’annuale premio dedicato alla memoria di Mariolina Giudici in Garini e assegnato quest’anno proprio alla Fondazione «Vita Nova», organismo che gestisce a livello nazionale il Progetto Gemma, il servizio per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà. «Vita nova» è nata nel 1994 e oggi collabora sul territorio con la rete degli oltre 331 centri di aiuto alla vita che offrono in tutta Italia accoglienza e sostegno alle maternità più contrastate. Il progetto offre ad una mamma un sostegno economico per portare a termine con serenità il periodo di gestazione, accompagnandola poi nel primo anno di vita del bambino, grazie al contributo di chiunque voglia partecipare.

Tutte le iniziative diocesane per la Giornata della Vita

Scarica qui la locandina




A “La Pace” san Spinelli prepara la Giornata del malato

Nel contesto della memoria liturgica di san Francesco Spinelli (6 febbraio), che lo scorso 14 ottobre è stato canonizzato da Papa Francesco, presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona (un tempo casa di cura delle “sue” suore, come ricorda anche la grande statua all’ingresso della struttura) la Fondazione La Pace onlus ha programmato una settimana di eventi di spiritualità e approfondimento che culminerà lunedì 11 febbraio con la celebrazione della Giornata del malato. 

Si inizia la mattina di lunedì 4 febbraio (ore 10) con “Conosciamo S. Francesco Spinelli e le sue figlie…”, presentazione della figura del santo a a cura delle novizie delle Suore Adoratrici.

Mercoledì 6 febbraio, memoria liturgica di san Francesco Spinelli, in mattinata (ore 10) preghiera e adorazione guidata, animata da una suora adoratrice.

Nel pomeriggio di giovedì 7 febbraio, alle 15.30, sarà proiettato “Un silenzio che parla”, il docu-film sul fondatore delle Adoratrici realizzato in occasione della canonizzazione.

Domenica 10 febbraio, alla vigilia della Giornata del malato, Messa (ore 10) presieduta dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, e animata dal coro Folk di Castelverde, diretto dal maestro Giorgio Scolari.

Lunedì 11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes e 27esima Giornata mondiale del malato, alle 16 la preghiera del Rosario.

Tutte le celebrazioni e gli incontri – promossi con la collaborazione delle Suore Adoratrici e del cappellano don Luigi Mantia – si svolgeranno nel salone del centro diurno al piano terra, e aperti a tutti.




«Sui temi della vita tanti silenzi in parrocchia»

Domenica 3 febbraio ricorre la celebrazione della Giornata Nazionale per la Vita. Pubblichiamo la riflessione del dott. Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona.

Chi, come me, ha partecipato alle grandi manifestazioni del passato in difesa della vita umana, non può non riconoscere anche nella nostra comunità una certa rassegnazione di fronte ad un diffuso sentimento individualista ed alla crescente egemonia della «cultura dello scarto». L’entusiasmo contagioso della campagna referendaria per l’abrogazione della legge 194 (inizio anni 80), l’intelligente sensibilizzazione per l’astensionismo ragionevole in occasione del referendum per l’abrogazione della legge 40 (anni 90), la mobilitazione a sostegno delle diverse proposte di legge di iniziativa popolare ideate dal Movimento per la Vita fino alle più recenti contestazioni circa le possibili derive eutanasiche contenute nel testo di legge sul «fine vita», sono percepiti in larga parte della popolazione locale come storia passata, esperienze entusiasmanti ma inattuali. Dobbiamo quindi augurarci iniziative politiche eclatanti sulla frontiera dei nuovi «diritti» (eutanasia, suicidio assistito, utero in affitto, selezione eugenetica finalizzata magari a società «Down free») per suscitare nuovo interesse e vigorose iniziative a tutela del diritto umano più elementare, cioè la tutela del concepito non ancora nato? La questione aborto rimane drammaticamente aperta, generosamente fronteggiata dalla straordinaria opera di persone ed associazioni (Centri di aiuto alla vita, consultorio Ucipem, case di accoglienza, Caritas) che, pur in ristrettezza di mezzi adeguati, si offrono come aiuto e compagnia alle mamme tentate dall’interruzione della propria gravidanza.
In particolare l’azione dello sportello Cav dell’ospedale di Cremona (affiancato, speriamo a breve, da uno analogo all’interno dell’Ospedale Oglio–Po), è diventata tanto più provvidenziale quanto più è cresciuta la consapevolezza che nessun aiuto è precluso, nemmeno nell’imminenza dell’atto abortivo. Dovremmo avere maggiore conoscenza, anche fra noi, delle non poche risorse che la comunità mette a disposizione! Ma ancora di più occorre maturare la certezza che l’aborto non è scelta inevitabile e che la società nel suo insieme può e deve (come peraltro previsto anche dalla stessa legge 194) adoperarsi per rimuovere le cause che lo inducono. Fra queste quella culturale, cioè la negazione della dignità umana già tutta presente nel figlio concepito e la conseguente negazione del suo diritto a nascere, rappresenta un terreno di confronto e di riflessione ancora di primaria attualità.
Troverei quindi appropriato che le catechesi nelle nostre parrocchie non eludessero questo tema, talvolta marginalizzato. Così come il percorso educativo rivolto ai giovani non dovrebbe esimersi dal giudicare la pericolosa banalizzazione della sessualità conseguente anche alla disponibilità di pillole contrabbandate come «contraccettivi di emergenza» il cui consumo, anche nel nostro territorio, è in progressivo aumento soprattutto tra le minorenni. Senza colpevolizzare i protagonisti di tali atti non possiamo abdicare ad un corretto uso della ragione per dimostrare un dato di realtà elementare: ogni vita ha in sé la propria giustificazione. Il Movimento per la Vita, nel confermare tutta la propria stima al magistero autorevole della Chiesa, si rende disponibile, come sempre, ad aiutare le comuniità nella comprensione delle più stringenti questioni bioetiche e biogiuridiche.




Il Cerchio arriva a Casalmaggiore. Parole d’ordine: qualità, accessibilità e innovazione

Un nuovo polo di servizi socio-educativi e generali, in cui le famiglie e i cittadini potranno trovare risposte di qualità, in tempi brevi alle proprie esigenze complesse. Presso la nuova sede di via Don Paolo Antonini, a Casalmaggiore, a partire da febbraio 2019, saranno infatti attivi diversi servizi che la Cooperativa il Cerchio da anni offre con successo presso le altre sedi di Cremona e Vigevano. L’inaugurazione dei nuovi ambienti nel pomeriggio di venerdì 1° febbraio, alle 17.30.

Nell’ambito del sostegno allo studio, sarà attivo il servizio di Doposcuola, sia classico sia per ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (L.A.M.A.) e il servizio di lezioni individuali, sia presso la sede sia a domicilio.

Anche a Casalmaggiore sarà attivo il Centro clinico, un servizio che offre prestazioni specialistiche, ma accessibili a tutti, nell’ambito della consulenza psicologica, pedagogica e psicoterapeutica. Il Centro si avvale di un’equipe multidisciplinare composta da figure specializzate in diversi ambiti, ovvero psicoterapeuti, psicologi, pedagogisti, educatori, logopedisti, neuropsichiatri e mediatori familiari. Tra i servizi offerti dal Centro clinico vi è inoltre quello di Diagnosi DSA, svolto da personale abilitato, con certificazione valida ai fini scolastici, ai sensi della legge 170/2010.

Importante sarà anche il sostegno che il Cerchio darà alle famiglie nel periodo estivo, grazie all’esperienza nella gestione di Centri ricreativi estivi nel territorio di Cremona e Casalmaggiore, nonché nell’organizzazione e gestione di soggiorni estivi rivolti a minori, adolescenti e famiglie. Da diversi anni, infatti, Il Cerchio gestisce per conto del Comune di Casalmaggiore la Casa al mare di Forte dei Marmi: l’apertura della nuova sede a Casalmaggiore intende offrire un sempre maggiore rapporto di prossimità con i cittadini del territorio.

A Casalmaggiore saranno inoltre attivati i servizi per anziani, ovvero attività individuali o di gruppo per persone over 65, anche a domicilio. In questo senso Il Cerchio vanta anche esperienza nel servizio di animazione nella case di riposo e RSA, oltre che nell’assistenza domiciliare.

Il Cerchio è inoltre attivo nei settori della tutela minori, del sostegno all’autonomia delle persone con disabilità e dei servizi integrativi scolastici, nonché nei servizi per la Prima infanzia, pertanto la nuova sede intende essere un punto di riferimento anche per le istituzioni locali.

Oltre ai servizi strettamente socio-educativi, presso la sede di Casalmaggiore saranno attivi da febbraio 2019 anche servizi generali per privati, enti pubblici e aziende grazie all’esperienza del Cerchio Work, che offre servizi di manutenzione del verde, traslochi, vendita e montaggio mobili, facchinaggio, pulizie civili ed industriali, trasporto e ristorazione scolastici e molto altro: un’opportunità in più per gli enti del territorio di accedere a servizi progettati su misura.

Interessante è anche l’attivazione del servizio di orientamento legale, condotto su appuntamento dalla dottoressa Anila Halili, consulente legale, per chiarimenti in materie come responsabilità civile e risarcimento danni, diritto di famiglia, diritto delle locazioni, tutela dei diritti delle persone disabili, discriminazione razziale e di genere, cittadinanza e permessi di soggiorno e molto altro.

«Siamo molto orgogliosi di questo nuovo traguardo – commenta il presidente del Cerchio, Alessandro Portesani – che ci permetterà in futuro di essere sempre più vicini e attenti alle esigenze delle famiglie di Casalmaggiore e del territorio casalasco, con la passione per il sociale e insieme l’innovatività e la qualità che da sempre contraddistinguono i nostro stile di lavoro». «Un territorio, quello casalasco, – prosegue Portesani – ricco di potenzialità, che ci ha dato molte soddisfazioni in questi ultimi anni e che speriamo di poter servire, come merita, ancora di più e meglio in futuro».

La nuova sede a Casalmaggiore, peraltro, non è che una della novità che la Cooperativa offre con il 2019. Lo scorso novembre infatti, sempre Il Cerchio insieme ad Anffas Cremona Onlus e alla nuova cooperativa Il Ventaglio Blu, si è lanciata in una nuova ambiziosa avventura, ovvero quella della creazione di un nuovo polo di servizi alla persona che avrà sede a Cremona, in Via Dante 132: «Un’esperienza – conclude Portesani – che non ha eguali nel territorio, una sfida che sono certo la Cooperativa e le professionalità che ne fanno parte sapranno affrontare con entusiasmo, passione e competenza, come hanno saputo fare in questi anni».

 

Il Cerchio

Il Cerchio è una Società Cooperativa Sociale impegnata nella promozione sia di servizi educativi, assistenziali e sanitari (cooperativa di tipo A) sia in servizi generali a privati, enti pubblici e aziende (cooperativa di tipo B). 1Nasce nel 2014 da un’idea di un gruppo di professionisti del Sociale, impegnati da anni nel terzo settore cremonese in funzioni tecniche, amministrative e direttive.

Lo stile innovativo proposto da Il Cerchio è di porsi come partner tecnico serio, affidabile, capace di gestire autonomamente servizi complessi, esprimendo elevati livelli di qualità. La vocazione sociale della Cooperativa è un valore aggiunto per i servizi gestiti e non ne pregiudica la qualità e l’efficienza.

A partire dal 2014 Il Cerchio ha attivato numerosi servizi impiegando stabilmente circa duecento persone, tra cui numerosi soggetti in situazione di svantaggio.

Punto di forza dello sviluppo della cooperativa stata la sinergia operativa e strategica con L’Umana Avventura, storica cooperativa sociale cremonese specializzata nella progettazione sociale e nell’erogazione di servizi per minori e famiglie, che è stata assorbita dal Cerchio nel dicembre 2018.

Grazie alla mission statutaria mista (A+B), Il Cerchio conta su un’ampia equipe multidisciplinare di operatori specializzati: educatori, orientatori, psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti, neuropsichiatri, logopedisti, assistenti sociali (utili anche per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate).

La divisione aziendale Il Cerchio Work, invece, impiega un ricco e diversificato staff per i servizi generali: addetti alle pulizie, cuochi, operatori di cucina e di sala, giardinieri, facchini, operai specializzati per le manutenzioni, autisti, direttori di strutture alberghiere e ricettive.