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“Per non dimentic-arti”, dal 24 al 27 gennaio la mostra realizzata dai ragazzi dello Ial di Cremona

in occasione della Giornata della Memoria, l’istituto IAL Lombardia sede di Cremona, propone una mostra dal titolo “Per non dimentic-arti” che si terrà nella ex chiesa del Foppone a Cremona dal 24 al 27 gennaio.

L’iniziativa si inserisce nel progetto del viaggio “In treno per la memoria con Cgil Cisl e Uil” che avrà che tema lo sport. Tale evento si svilupperà in tre fasi. La prima fase avrà il suo culmine proprio nella mostra che si terrà nella chiesa di S.Facio a Cremona, meglio conosciuta come Foppone, nei giorni dal 24 al 27 gennaio.

“Per non dimentic-arti” fa riferimento esplicito alla giornata della memoria e alla necessità che certi avvenimenti non vengano dimenticati e quel “arti” sottolinea lo spirito e il linguaggio con cui la mostra vuole comunicare: forme espressive ideate dagli studenti.

Studio e preparazione al viaggio vero e proprio. Studio e preparazione dei ragazzi che si documenteranno sulle vicende di una pagina tra le più nere della storia del secolo scorso. Non a caso in concomitanza col la ricorrenza della “giornata della memoria” l’allestimento vuole portare a conoscenza dei visitatori come la Shoah fu un evento che colpì tutti gli aspetti della vita degli uomini anche ad esempio lo sport.

Attraverso le biografie di sportivi, allestimenti multimediali, fotografie e disegni si mostreranno vite spezzate e condizionate da quell’evento drammatico che ebbe culmine con la deportazione nei campi di sterminio. Verrà poi realizzato un allestimento che metterà in relazione il passato con alcuni episodi più recenti di intolleranza nello sport.

Alcune opere saranno esposte appositamente incompiute perché rimandano alla seconda fase: il viaggio.

Alcuni degli studenti insieme ad altri 700 coetanei, ma anche pensionati e lavoratori dal 26 al 29 marzo saranno in visita ad Auschwitz e Birkenau con il “Treno per la memoria” di Cgil, Cisl e Uil Lombardia. La comunità viaggiante partirà dal Binario 21 della stazione centrale di Milano il 26 marzo, per farvi ritorno il 29. Nei giorni di permanenza a Cracovia si visiterà la città soffermandosi in alcuni punti particolarmente significativi, per prepararsi ad affrontare la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau. Domenica 29 marzo al Kino Kuòw si terrà il meeting per la condivisione delle ricerche, delle esperienze e delle testimonianze. Quindi, la partenza per il ritorno a Milano.

Il viaggio sarà l’occasione per realizzare le opere mancanti della mostra.

La terza fase sarà quella della restituzione e del ritorno alla vita di tutti i giorni.

Verrà riproposta la mostra, presumibilmente nel mese di maggio, arricchita degli elementi e dell’esperienza che il viaggio avrà portato nella vita dei ragazzi.

La mostra è stata realizzata dagli studenti del corso “Operatore grafico multimediale” e “Operatore alla riparazione veicoli a motore e carrozzeria”, coadiuvati da un team di docenti e professionisti.
Durante le giornate di apertura della mostra sono anche previste visite guidate, gestite dagli alunni che lo scorso anno hanno partecipato al viaggio “Treno della Memoria”.

L’evento si realizza grazie al contributo e collaborazione del Comune di Cremona – il progetto è inserito all’interno del Bando Cultura Partecipata 2020 –  Cisl, Cgil SPI, Diocesi di Cremona e Libreria il Convegno di Cremona.

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Con Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA lo sport non vince solo sul campo

Non si vince solo sul campo. È una battuta banale, scontata se vogliamo, ma vera. È un motto che sta al centro delle intenzioni di tre realtà forti del territorio cremonese, le quali hanno deciso di dar vita ad una collaborazione.

Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA Onlus, nella serata di venerdì 24 gennaio, hanno stipulato un accordo per provare a «camminare insieme, a condividere una parte di strada», come ha ricordato la preside del liceo, Roberta Balzarini.

È stata la festa di San Tommaso, evento ormai tradizionale del Vida, a fare da cornice per la firma di questa convenzione. Sul palco del salone Bolognini del Seminario, dopo i Vespri ai quali hanno partecipato studenti e alunni ed un semplice momenti conviviale, sono saliti Fabio Tambani, presidente di Sansebasket A.S.D., la dottoressa Federica Negri, di MEDeA Onlus, e i professori Patrizio Pavesi e Caterina Piva, responsabili del progetto “redazione” del Liceo Vida.

«La Sansebasket – ha esordito Tambani – è una società che conta ben centosessanta iscritti, la maggior parte dei quali giovani e giovanissimi, e da sempre ha cercato di investire in vista del futuro. Per questo stipulare un’alleanza con un’altra agenzia educativa che lavora con gli adolescenti è per noi un grande successo».

L’accordo firmato nella serata del 24 gennaio prevede infatti una collaborazione in campo mediatico: gli studenti del Vida che hanno scelto di impegnarsi, durante quest’anno, nel progetto di redazione si affiancheranno ai dirigenti Sansebasket nella promozione del Sanse Day, evento benefico organizzato da Sansebasket in favore di MEDeA Onlus.

«Nel nostro piccolo laboratorio di giornalismo – ha spiegato Pavesi – tentiamo di fornire ai ragazzi le competenze di base per approcciarsi al mondo della comunicazione. Ora, grazie alla collaborazione con la Sanse, abbiamo una finalità precisa e marcata, e questo non può farci che bene. Inoltre avremo modo di approfondire alcune dinamiche, legate soprattutto al mondo dei social, che oggi sono imprescindibili».

Sansebaskete e Liceo Vida proveranno dunque a collaborare per crescere insieme, ma anche per dare visibilità a MEDeA Onlus, associazione impegnata nell’assistenza ai malati oncologici – e alle loro famiglie –  e nella ricerca medica.

La dottoressa Negri si è detta «molto felice per questa ennesima vittoria che, insieme a Sansebasket, nostro testimonial storico, riusciamo a conquistare. Parlare di malattia non è mai facile. Riuscire però a farlo insieme a dei giovani, ai quali, generalmente, non piace sentire certi argomenti, è veramente un ottimo risultato. Sconfiggere un male non è solo una questione medica: ci sono tanti aspetti, non solo quello fisico, che la malattia rovina. Sentirsi accompagnati da atleti, da ragazzi del Liceo, può aiutare anche chi soffre a sentire che c’è ci si preoccupa per lui».

Al termine degli interventi è stata dunque firmata la convenzione, che prevede diversi momenti di interscambio e che avrà il proprio momento saliente nel pomeriggio di sabato 25 aprile, con il Sanse Day per MEDeA. In quella giornata gli atleti della Sansebasket si sfideranno sul campo, tra agonismo e goliardia, per dare spettacolo, mentre gli studenti della redazione si metteranno in gioco per provare a raccontare l’evento come una vera e propria redazione giornalistica.

Quello stipulato tra Sansebasket, Liceo Vida e MEDeA è, dunque, un accordo in cui tutti mettono al servizio le proprie competenze per sostenere l’altro: una grande vittoria per la nostra città.

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Terminata l’esperienza in Brasile della delegazione cremonese

È terminata l’esperienza in Brasile della delegazione cremonese, guidata da don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, che nelle scorse settimane ha visitato la comunità dove prestano servizio i due sacerdoti fidei donum cremonesi don Davide Ferretti e don Emilio Bellani.

La trasferta – a cui hanno partecipato anche don Andrea Lamperti Tornaghi (vicario di Pandino) e due laici di Cassano d’Adda e Cremona, si è infatti conclusa in contemporanea con la “Colonia de ferie”, organizzata a Salvador de Bahia e che ha coinvolto la presenza di 200 ragazzi e 40 educatori. Giunta al termine in questi giorni, si è chiusa con una festa finale, tipica dei grest “canonici”.

Salutati con la Messa presso la parrocchia di Cristo Risorto di Salvador de Bahia, i cremonesi hanno fatto il loro ritorno in Italia, dopo una decina di giorni passati in Brasile.

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“Lombardia da scoprire”, Rai3 racconta Santa Maria in Bressanoro

La chiesa di Santa Maria in Bressanoro, isolata nella campagna, a poca distanza da Castelleone, è stata oggetto di un servizio televisivo realizzato da RAI 3 per la rubrica “Lombardia da scoprire”, nel pomeriggio dello scorso 16 gennaio.

La costruzione di Santa Maria in Bressanoro, dovuta alla figura del francescano Amadeo Menez de Sylva e al contributo finanziario della duchessa di Milano Bianca Maria Visconti, si può collocare nella seconda metà del Quattrocento, al momento di transizione tra il tardo gotico lombardo e il primo rinascimento, e presenta la novità di un impianto a croce greca con quadrato centrale. All’interno, nel vano centrale, le pareti presentano ventinove affreschi che raccontano la vita di Cristo.

Eugenio Clerici e Anna Emilia Galeotti hanno illustrato le notizie artistiche e storiche della chiesa, mentre il parroco, don Giambattista Piacentini, ha rimarcato come la chiesa sia ancora una presenza viva nella comunità castelleonese.

Il servizio relativo a Santa Maria in Bressanoro, nuova conferma di quanti tesori artistici poco conosciuti sono disseminati in ogni regione d’Italia, sarà trasmesso  il prossimo 23 gennaio nel TG Regionale delle 7,30 e delle 14, per la rubrica “Lombardia da Scoprire”.




“Festa dei popoli e dell’ambiente” il 26 gennaio a Viadana

Organizzato dalla Comunità Laudato si’ di Viadana, si svolge, presso la cooperativa Palm W&P (via Codisotto, 8, Buzzoletto – Viadana, MN), la Festa dei popoli e dell’ambiente, occasione di contatto e condivisione con altre culture e di riflessione sul tema dell’ambiente. Appuntamento fissato per domenica 26 gennaio alle 15.30.Dopo le introduzioni e la presentazione del progetto “Campagna nazionale 60 milioni di alberi” di Poggio Rusco per la piantumazione e l’adozione di alberi, interverranno  Paolo Bergamaschi, che spiegherà gli obiettivi del “Green deal europeo”, e Primo Barzoni , che introdurrà il “Manifesto per una economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”.

Si tratta di un’iniziativa sociale che prevede la partecipazione diretta di giovani provenienti dal mondo immigrazione, attraverso un intermezzo tratto dallo spettacolo “Dai, raccontami una storia…e la storia ricominciò.”, e la testimonianza dell’esperienza del progetto di accoglienza di richiedenti asilo di Reggio Emilia.

L’incontro si concluderà con un buffet di degustazioni multietniche.

Per ulteriori informazioni, contattare telefonicamente il 3491296429 o il 3478004683.

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“Giovani dislocati”, la Zona I riunita a Misano per il terzo appuntamento

«Oggi assistiamo a una tendenza a “omogeneizzare” i giovani, a dissolvere le differenze proprie del loro luogo di origine, a trasformarli in soggetti manipolabili fatti in serie. Così si produce una distruzione culturale». Ancora una volta, è stata una provocazione di questo tipo, lanciata da Papa Francesco nella Christus vivit, a permettere di comprendere la necessità di affrontare un tema così interessante, ma al contempo spesso tacito, sottinteso, come i luoghi abitati dai giovani oggigiorno. Il titolo scelto per l’incontro organizzato dalla Commissione di pastorale giovanile della Zona Pastorale 1, “Giovani dislocati”, intendeva sottolineare la tendenza alla mobilità, oggi più che mai diffusa fra i ragazzi, sia in un raggio d’azione più ristretto, come per i pendolari o per chi lavora vicino a casa, sia più ampio, come nel caso degli studenti fuori sede o di coloro che hanno vissuto un’esperienza di studio o di lavoro all’estero per un periodo di tempo fissato.

La serata ospitata dall’oratorio di Misano Gera d’Adda è iniziata, come di consueto, con un allegro momento conviviale, ed è proseguita con una discussione iniziale sull’argomento, in cui i giovani sono stati guidati dalle Angela Moscovio, componente della commissione “Fuorisede” di Azione Cattolica e responsabile della commissione diocesana giovani per la diocesi di Milano, e Marta Antonini, giovane ragazza di Rimini, trasferitasi nella città meneghina per motivi di studio. Entrambe hanno presentato, in modo puntuale e molto concreto, le difficoltà e i pregi della vita da fuori sede, mettendo in evidenza, in consonanza con il tema dell’incontro, i luoghi che questi studenti si trovano ad abitare. Parlando del livello di accoglienza da parte delle comunità ospitanti, spesso non all’altezza delle aspettative, Angela ci ha parlato dell’idea di creare una commissione ad hoc, che possa aiutare i “giovani dislocati” ad inserirsi in un contesto nuovo, e sicuramente complesso, come può essere quello della città di Milano.

Successivamente, tutti i giovani presenti all’incontro sono stati suddivisi in sette gruppi di discussione, formati da persone che vivono, o hanno vissuto, scenari differenti (partecipanti al progetto Erasmus, fuori sede, pendolari, stabili e con luogo di studio/lavoro vicino a casa), permettendo, in questo modo, un confronto complesso e variegato sui punti di forza e di debolezza dei diversi luoghi che i giovani hanno l’opportunità di popolare oggi.

Infine, la platea ha ripreso la conformazione iniziale e c’è stata la possibilità di porre le ultimissime domande alle due ospiti prima dei saluti finali.




Niente può fermare i sogni. A Covo la testimonianza dell’atleta paralimpico Oney Tapia

“Niente può fermare i sogni”. Questo il titolo di una serata formativa organizzata venerdì 24 gennaio all’oratorio San Tarcisio di Covo dalle polisportive oratoriane di Covo, Fontanella ed Antegnate con il patrocinio dei rispettivi comuni. Presentato da Gigi Lanzani e introdotto dal saluto dei sindaci di Covo, Andrea Capelletti, e di Fontanella, Mauro Brambilla, dell’assessore allo sport di Antegnate, Ivan Brambilla, e del parroco di Fontanella, don Diego Poli, l’evento ha segnato un ulteriore, positivo momento di collaborazione fra le tre parrocchie, anche in vista della creazione di una futura unità pastorale.

Protagonista Oney Tapia, 43enne atleta paralimpico di origini cubane, ex giocatore di baseball all’inizio degli anni duemila, ex primatista del mondo, tre ori agli europei paralimpici nel lancio del disco e nel getto del peso e medaglia d’argento alle paralimpiadi di Rio de Janeiro nel lancio del disco, che ha raccontato la sua esperienza di vita ad una platea formata da bambini, ragazzi e genitori.

Prima di lui però, a parlare al pubblico offrendo la propria testimonianza di vita è stato Mario Donelli, ex calciatore professionista, oggi allenatore. Nel suo curriculum, anche le esperienze con i “Milan Academy” in Australia ed in Giappone. “La nostra mission – ha detto – è riempire di gioia e di passione. Ai miei ragazzi dico di non smettere mai di sognare”.

Un concetto, quest’ultimo, che è stato sviluppato anche da Tapia, la cui vita è cambiata radicalmente un giorno di maggio del 2011 quando sul lavoro (faceva il giardiniere a Treviglio) un ramo l’ha colpito causandogli la perdita della vista. Carattere estroverso e piglio da intrattenitore nato, Oney ha raccontato la sua esperienza e partendo da quella ha invitato tutti a riflettere e a piangersi addosso il meno possibile, “Perché in fondo – ha detto in un passaggio del suo intervento – la vita è un gioco e bisogna imparare a giocare”. “Il 25 maggio 2011, giorno del mio incidente – ha esordito – si è spenta una luce e se n’è accesa un’altra, è caduta una pianta ed è nato un bosco. Ho pianto, ho urlato ma ho anche ricominciato a fare i primi passi, assieme a mia mamma”.

E poi l’inizio delle attività sportive per non vedenti, il colpo di fulmine con l’atletica leggera, grazie al gruppo “Omero” di Bergamo, e la carriera paralimpica piena di soddisfazioni”. Oney, che ha vinto tanto in pedana, ha parlato anche delle sconfitte, dalle quali va tratto un insegnamento. “Se noi stessi non decidiamo quando agire – ha spiegato – anche il miglior psicologo del mondo non riuscirebbe ad aiutarci. Se partiamo dicendo che ce la faremo, siamo già al 50% dell’opera. A prescindere dai problemi, dobbiamo cercare di vivere sereni. E dobbiamo seminare. Semina un’idea e raccoglierai un’emozione, semina un’emozione e raccoglierai un’azione. Se non sogniamo, cari miei, siamo fritti. Quello che oggi noi diamo alla vita la vita ce lo restituirà”.




Visita pastorale a Brignano Gera d’Adda, cenacolo missionario che trova nuova linfa nella Parola

Cenacolo dei discepoli missionari. È questo il tema sviluppato nella visita pastorale del Vescovo, scelto dalla comunità parrocchiale di Brignano Gera d’Adda dopo aver meditato il secondo capitolo della sua lettera «Gesù per le strade». Le riflessioni condivise si sono concentrate sul ripensamento della vita della comunità – piccolo «cenacolo di discepoli», appunto – dentro la grande Chiesa, luogo privilegiato, oltre alle famiglie e ai gruppi, per custodire e comunicare le grandi verità della Parola di Dio. Si è compresa l’urgenza di passare dalle dimensioni di ascolto, catechesi, tradizioni e liturgia alla vita quotidiana testimoniale, ripensando metodi e strumenti per intraprendere percorsi di comunione.

La ritrovata centralità della Parola si è imposta come fonte di nuova consapevolezza della comunità cristiana in cammino. Conservare e comunicare al cuore di nuove generazioni sempre meno partecipi di una formazione cristiana organica e gioiosa, alimento che sorregga scelte di vita, spazi di liturgia e di carità, sono obiettivi cui giungere coltivando conoscenza e fedeltà alla Parola, ponendo al centro Cristo e il Vangelo prima di ogni organizzazione e programma. È dal «cenacolo in ascolto e in preghiera» che può nascere l’autentico ripensamento comunitario nuove modalità di essere Chiesa, comunità generata e generante.

È bello pensare alla comunità parrocchiale come ad un grande e robusto albero secolare che ogni anno – in forza della sua natura – si rigenera mettendo foglie nuove, rami nuovi, fiori e frutti. La sua forza non sta nell’esteriorità, nella robustezza della corteccia o dei rami, ma nelle radici. È la linfa della Grazia di Dio che ogni giorno lo alimenta. Con questo spirito Brignano oggi vive la visita pastorale: nell’impegno a riflettere per lasciarsi guidare dallo Spirito. Aperti e disponibili, nella speranza, ad affrontare le sfide dei tempi nuovi, mettendo in moto le proprie energie da investire con generosa passione.

 

Le giornate di visita pastorale

Giornata ancora ricca di impegni, domenica 19 gennaio, per il vescovo Napolioni a conclusione della visita pastorale a Brignano Gera d’Adda. Dopo l’incontro con le religiose presenti in parrocchia – le Serve del Focolare delle Madre – alle 10 in chiesa parrocchiale la Messa solenne, con la partecipazione dell’intera comunità, invitata a continuare l’incontro con il Vescovo in modo più informale nel pranzo organizzato in oratorio. Alle 16 si è svolto l’incontro con i genitori, i padrini e le madrine dei bambini battezzati negli ultimi sei anni, per concludere alle 17 con la preghiera guidata del Vescovo.

Ascolta l’omelia del Vescovo

L’inizio ufficiale della visita pastorale è stato nella mattinata di venerdì 17 gennaio, con una breve sosta in chiesa parrocchiale. Nella stessa giornata il passaggio del Vescovo alla «Casa Ospitale don Pietro Aresi» e alla scuola paritaria dell’infanzia, sempre intitolata a don Aresi, insieme a dipendenti, famiglie e Consigli di amministrazione.

Venerdì pomeriggio anche la visita ad alcuni ammalati nelle proprie case, mentre in serata si è svolto l’incontro con tutti gli operatori pastorali: dopo la “lectio divina” proposta dal Vescovo, risonanze a piccoli gruppi e adorazione eucaristica. E un fraterno momento conviviale in oratorio.

La giornata di sabato si è aperta, invece, con la Messa al Santuario della Madonna dei Campi. A seguire, presso «Casa Betlemme» alla Madonna dei Campi, l’incontro con gli operatori della carità. In tarda mattinata monsignor Napolioni si è recato a Palazzo Visconti dove, nella Sala del trono, ha avuto luogo il momento riservato agli amministratori comunali insieme ai dipendenti del Municipio.

Pomeriggio tutto in oratorio, cominciando con l’incontro del Vescovo con il mondo del lavoro. A seguire quello con i ragazzi e genitori inseriti nel percorso dell’Iniziazione cristiana e della Mistagogia, concludendo con un momento riservato agli adolescenti e i giovani.

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Brignano, crocevia tra due territori

Brignano Gera d’Adda si trova all’estremo nord della diocesi di Cremona, ma appartiene alla provincia di Bergamo. Dista infatti solo 15 km da Bergamo e ben 66 da Cremona. Tuttavia la parrocchia vive e percepisce l’appartenenza alla diocesi cremonese, grazie alle ripetute visite del vescovo, al servizio dei due sacerdoti cui è affidata e dei sacerdoti delle comunità vicine che condividono iniziative pastorali.

Numerose sono le vocazioni brignanesi donate dalla parrocchia alla Chiesa locale e universale: sacerdoti, religiosi e religiose fioriti in comunità e ancor oggi in servizio sia in diocesi che negli Istituti religiosi e nelle missioni.

Una terra di mezzo fra due fiumi: l’Adda ad Est e il Serio ad Ovest. Una terra di confine, appetibile e contesa a lungo militarmente da Milano e da Venezia, che ha vissuto la dominazione plurisecolare dei Visconti che proprio a Brignano costruirono il loro Palazzo residenziale, oggi sede del Comune. Ma anche terra di antica tradizione cristiana, attestata da documenti millenari come la chiesa di Sant’Andrea, gestita già dal 1019 dai monaci Benedettini di Cluny.

All’interno del paese è la maestosa settecentesca parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta, edificata come una cattedrale con tanto di cupolone sovrastante, su progetto dell’architetto Marcellino Segrè. Accanto, condividendo lo stesso sagrato, l’antico Oratorio della SS. Trinità detta «La Disciplina», con la quattrocentesca torre; l’Oratorio pure quattrocentesco di San Rocco, la chiesa edificata nel secolo scorso di Sant’Agnese, la Cappella in Borgoratto dedicata alla Madonna addolorata. E soprattutto «l’orgoglio religioso» brignanese: il Santuario della Madonna dei campi, immerso nel verde della pianura, centro di spiritualità e meta di molti pellegrinaggi, con annessa «Casa Betlemme», un’ oasi per attività di formazione e di spiritualità dedicata a gruppi. Accanto alla settecentesca chiesa parrocchiale un moderno e ampio oratorio, una struttura abitata oggi dalle Serve del Focolare della Madre – ordine religioso spagnolo – chiamata impropriamente «il convento», sede della caritas parrocchiale e di attività educative e ricreative specialmente femminili. In parrocchia anche una scuola cattolica dell’infanzia paritaria e il preziosismo servizio della Casa Ospitale don Pietro Aresi, casa di riposo per 72 degenti e per gli anziani frequentanti il centro diurno.

Brignano è una comunità in cammino come tante altre, fra sussulti e condizionamenti culturali, politici, economici, sociali. Comunità parrocchiale fatta di vicini e lontani, di praticanti e indifferenti. Mantenendosi comunque ancora punto di riferimento spirituale – e non solo – per tutta la realtà del territorio. Nonostante i forti legami con la tradizione cristiana, anche a Brignano i mutamenti sociali e religiosi si avvertono nitidamente. E si misurano nella diminuzione dei praticanti, nella realtà delle fragilità famigliari, nei cambiamenti dell’orizzonte dei valori condivisi, a volte molto distanti dalla visione cristiana soprattutto nella vita delle giovani generazioni.

La visita pastorale del vescovo – a detta dei sacerdoti che vi offrono il loro servizio – rappresenta oggi per la comunità cristiana brignanese un’occasione per fare il punto e rinnovare i motivi della speranza, prendendo atto che a «tempi nuovi» occorre rispondere adottando programmi e metodi nuovi. Anche dinanzi alle nuove sfide del presente ecclesiale, accogliendone la Grazia. Guardandosi allo specchio per rileggere la vita della comunità e discernere i passi futuri.




Il 18 e il 19 gennaio a Pizzighettone una mostra dedicata al santo patrono

La Parrocchia e la Pro Loco di Pizzighettone, per celebrare i millesettecento anni dalla nascita del Patrono del paese, hanno realizzato la mostra “Bassiano: un uomo, un santo”, che narra le tappe della vita di questo santo, esemplare esempio di vescovo al servizio della sua comunità. La mostra ripercorre la storia di una lunga devozione di Pizzighettone verso San Bassiano, scelto nel XII secolo come santo titolare della chiesa parrocchiale, riconosciuto nel 1400 come patrono della Corporazione dei Barcaroli, invocato a protezione del paese durante l’assedio del XVIII secolo.

Nell’allestimento è possibile ammirare il gonfalone dei Barcaroli, alcune reliquie del Santo, il libro del 1739 che narra la vita di San Bassiano scritta dal prete lodigiano Carl’Antonio Remitale.

La mostra, che è un significativo contributo alla memoria storica, è stata realizzata grazie alla collaborazione di una pluralità di enti e associazioni. Tra questi, alcune associazioni culturali del lodigiano e del cremonese, in particolare il Centro filatelico numismatico lodigiano e cremonese, che hanno fornito del materiale documentario; il Gruppo cultura fotografica di Pizzighettone, che ha curato la documentazione fotografica; l’ente Fiere dell’Adda, che ha messo generosamente a disposizione una casamatta della cerchia muraria come degna e suggestiva cornice storica all’evento.

La mostra, a ingresso libero, è allestita nella Casamatta n. 1 della cerchia muraria di Pizzighettone ed è aperta il 18 e il 19 gennaio, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

La locandina dell’evento

 

Pizzighettone racconta il suo patrono: fino al 18 gennaio le iniziative dedicata a San Bassiano




Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino sono ufficialmente unità pastorale

Si conclude questa mattina, domenica 12 gennaio, la prima tappa della visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni che da venerdì ha coinvolto, nel centro storico di Cremona, le parrocchie di Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino. Sarà proprio in questa ultima chiesa che questa mattina alle 10 il vescovo presiederà la Messa conclusiva, che sarà anche occasione per dare ufficialmente avvio all’unità pastorale delle tre comunità cittadine, sotto la guida del moderatore don Irvano Maglia.

L’avvio del nuovo cammino pastorale, già sperimentato nel tempo, prenderà formalmente avvio all’inizio della celebrazione con la lettura del decreto costitutivo dell’unità pastorale. La mattinata di festa si concluderà quindi con il pranzo comunitario presso l’oratorio di via Breda.

Ascoltare, i giovani, sostenere l’annuncio del Vangelo e accompagnare e definire il processo di costituzione dell’unità pastorale sono stati gli obiettivi della visita indicati al vescovo nell’incontro preparatorio del 24 settembre scorso, durante il quale le parrocchie hanno elaborato come centrale l’attenzione alla realtà della famiglia (genitori, figli, nonni).

La tre giorni di presenza di monsignor Napolioni era iniziata venerdì mattina con la visita ad alcuni ammalati nelle proprie case, proseguendo poi nel pomeriggio incontrando gli anziani al rientro dal centro diurno e le famiglie residenti nel condominio solidale di via Trotti. Nel pomeriggio anche l’incontro con i ragazzi seguiti per il supporto scolastico e le loro famiglie nell’oratorio di via Chiara Novella.

Nella prima giornata di visita l’incontro comunitario con il vescovo è stato alle 18.30 nella chiesa di Sant’Agata, prima dell’incontro nel teatro parrocchiale con i Consigli pastorali e degli affari economici. In serata il momento riservato ad adolescenti e giovani.

Sabato mattina il vescovo si è recato presso Casa Ozanam, in via Milazzo, e nelle strutture residenziali in via Cattaro e via Piave. Nel pomeriggio il Vescovo ha incontrato le coppie responsabili in diversi ambiti della vita della comunità nella pastorale famigliare: quelle impegnate nei percorsi di iniziazione cristiana e con le famiglie con i bambini di 0-6 anni, le coppie guida appartenenti al Cammino Neocatecumenale e alcune coppie di Azione Cattolica. Dopo l’ascolto della Parola, il Vescovo ha sottolineato l’importanza di una Chiesa che deve rinascere nelle case, riscoprendo la famiglia come paradigma esistenziale che Dio ha scelto e che noi non possiamo trascurare nella pastorale. Il Vescovo ha spronato le venti coppie presenti ad avere cura delle altre famiglie: che sono le famiglie che si incontrano ogni giorno, quelle della porta accanto, a volte “pezzi” di famiglia segnate da fatiche o ferite, e a realizzare questa vocazione insieme ai sacerdoti. Al termine della riflessione il Vescovo ha proposto un breve confronto interno alla coppia prima della condivisione in gruppi di lavoro, per ragionare su quanto appena ascoltato e ripensare ad alcune attenzioni per rilanciare con nuova forza una pastorale famigliare coinvolgente.

Successivamente nella chiesa di Sant’Ilario il Vescovo ha incontrato tutte le famiglie della comunità: genitori, figli e nonni.

Sull’altare, sulla mappa dell’Unità Pastorale, sono state sistemate alcune casette di carta (frutto dei lavori di gruppo delle coppie guida) affiancate da alcune lanterne a simboleggiare la luce di Cristo, che dalle nostre case deve contagiare anche le altre case della nostra comunità. Al vescovo sono state poste da tre famiglie alcune provocazioni su differenti temi. A ognuna di loro il Vescovo ha risposto scaldando il cuore dei presenti e ricordando loro di aver fiducia nell’azione di Dio. Alla fine del momento di preghiera ha voluto incontrare direttamente tutte le famiglie, consegnando loro una lanterna accesa da portare a casa. Dopo gli intensi momenti di raccoglimento, preghiera ed ascolto, la spontaneità dei bambini presenti ci ha ricordato la bellezza dell’essere famiglia di famiglie.

Ed è proprio il tema della famiglia il cuore dell’incontro tra le comunità e il vescovo, come spiega il parroco e moderatore della nuova realtà cittadina, don Irvano Maglia, descrive priorità e attese sulle quali si è aperto un confronto: « A partire dalla visita pastorale è nostra intenzione caratterizzare l’azione pastorale della nuova Unità, nei prossimi anni, sulla dimensione della famiglia assumendola quale paradigma del volto e della missione dell’intera comunità cristiana in questo nostro quartiere cittadino».

Sacerdoti e laici, consapevoli dei cambiamenti culturali che hanno coinvolto l’immagine ed il modello di famiglia finora conosciuti – in ragione dei quali gli individui sono meno sostenuti che in passato dalle strutture sociali nella loro vita affettiva e familiare – restano fermamente persuasi che la famiglia, dono di Dio, sia il luogo in cui Egli rivela la potenza della sua grazia salvifica. «Il recente Sinodo mondiale dei Vescovi – sostiene don Maglia – ha voluto riaffermare l’attenzione e la premura della Chiesa per la famiglia cristiana concepita come “Chiesa domestica” e nel documento finale ha ribadito il ruolo e la funzione della famiglia nella missione della Chiesa. Per queste ragioni auspichiamo che la nostra comunità cristiana si connoti sempre più come una “famiglia di famiglie” e che assuma, nella propria prassi pastorale, i tratti distintivi della famiglia cristiana quali l’amore e la tenerezza degli sposi, la generazione e l’accoglienza della vita, l’educazione dei figli, la cura delle persone specialmente quelle più fragili, indifese ed anziane, il sostegno ai legami intergenerazionali e la promozione delle relazioni sociali».

Ma al contempo la nuova Unità pastorale si orienta a far sì che la famiglia diventi soggetto dell’azione pastorale attraverso l’annuncio esplicito del Vangelo e l’eredità di molteplici forme di testimonianza: la crescita nella fede dei ragazzi e degli adolescenti, la solidarietà verso gli ultimi, l’apertura alla diversità delle persone, la solidarietà morale e materiale verso le altre famiglie soprattutto verso le più bisognose, la custodia del creato, l’impegno per la promozione del bene comune anche mediante la trasformazione delle strutture sociali ingiuste, a partire dal territorio nel quale essa vive.

«Le forme e le modalità di una rinnovata azione pastorale – afferma il moderatore – andranno opportunamente ricercate e condivise, così come andranno sperimentati momenti ed esperienze di accompagnamento e di inserimento alla vita ecclesiale delle realtà famigliari complesse. Ma non partiamo da zero: ci sorregge la consapevolezza di una storia condivisa di comunità cristiane vive, la presenza e l’esempio di sacerdoti e religiosi disponibili e premurosi, la presenza e l’operosità dell’associazionismo laicale e di peculiari Cammini di evangelizzazione, l’esperienza – ormai decennale – del percorso di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi basato sul modello catecumenale che coinvolge molti genitori, l’attività oratoriana capace di aggregare e motivare molti ragazzi, adolescenti e giovani, significative iniziative di volontariato e di carità».

La visita del vescovo si pone dunque come ideale laboratorio per tornare a giocare la carta della famiglia, in una pastorale sempre più attenta a comunità in trasformazione.