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A Rivolta d’Adda eseguita la prima della cantata composta per sant’Alberto Quadrelli

Un omaggio al patrono attraverso la musica. In occasione delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli la basilica di Santa Maria e San Sigismondo, a Rivolta d’Adda, ha ospitato, nella serata di domenica 17 marzo, la prima esecuzione assoluta di “Riparatore di brecce, sarai chiamato”, cantata per soli, coro e quartetto di fiati appositamente commissionata per il Giubileo del patrono di Rivolta dal parroco mons. Dennis Feudatari, curatore dei testi di quest’opera che ha avuto lo scopo di mettere in musica la vita del santo, già parroco di Rivolta e poi vescovo di Lodi nel XII secolo, con brani attinti dalla Sacra Scrittura (con particolare riferimento al Libro dei Salmi e all’Apocalisse di san Giovanni) cui si aggiungono testi originali di nuovi inni e il solenne Te Deum conclusivo.

«La composizione di Rampi – ha commentato il maestro rivoltano Ivan Losio, musicista e presidente della consulta rivoltana della cultura – ha emozionato per la costante adesione della musica al significato del testo, per il linguaggio musicale ricercato nella linea melodica, per il sostegno armonico, per la componente contrappuntistica e per la pluralità di forme e stili, tanto nei passi solistici quanto soprattutto nei multiformi interventi del coro, con un efficace sostegno e contrappunto strumentale dei fiati e dell’organo».

La compagine esecutiva, diretta da Rampi stesso, era composta da un coro di una settantina di elementi provenienti dai coro Sicardo di Cremona e Santa Cecilia di Concorezzo, dalla soprano Marina Morelli, dal tenore Davide Pagliari e dal basso Francesco Spadari come solisti, da un coro favorito e da un ottetto di fiati.

L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Diocesi di Cremona e del Comune di Rivolta d’Adda, e la collaborazione operativa della Consulta della Cultura del Comune rivoltano. Il vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a essere presente, ha inviato i suoi saluti e i suoi complimenti per questa iniziativa.

Nell’introdurre la serata, Ivan Losio ha parlato di «Fortunata occasione per assistere ad un importante incontro tra sapienza e bellezza».

«Commissionando quest’opera – ha affermato mons. Feudatari al termine della Cantata – abbiamo pensato di creare l’occasione per produrre nuova musica che rimanga quale patrimonio per la comunità ed arricchisca la memoria e l’affetto per il nostro Santo patrono. E questo è stato reso possibile grazie alla disponibilità e alla straordinaria maestria di Fulvio Rampi». E il parroco ha proseguito: «Solitamente per celebrare una ricorrenza si fa ricorso a un repertorio importante e già esistente. In questo caso, e mi stava a cuore farlo, la musica è stata commissionata, come si faceva un tempo, e per un cristiano è importante sentire la parola di Dio espressa in una vicenda umana. Il risultato, quindi, è stato più che soddisfacente, così come la presenza in basilica».

Il prossimo appuntamento nel calendario di celebrazioni in onore di sant’Alberto Quadrelli è per domenica 19 maggio, alle 21 in oratorio, con una conferenza pubblica tenuta da don Luca Girello, professore di Patristica presso la Facoltà teologica di Lugano.




Il 20 marzo l’inaugurazione del nuovo planetario nel Torrazzo

Una novità per Cremona, che riguarda ancora una volta le bellezze della città. Protagonista il Museo verticale del Torrazzo, presso il quale sarà allestito il nuovo Planetario, che sarà inaugurato mercoledì 20 marzo alle 21.

Si arricchisce l’offerta culturale, turistica e didattica del polo museale della diocesi di Cremona. Mercoledì 20 marzo sarà infatti inaugurato il nuovo planetario all’interno del Museo Verticale del Torrazzo. In una data significativa – un equinozio di primavera reso speciale dall’attesa della cosiddetta “Superluna” – alle 21 sarà inaugurato il progetto promosso dal Museo Verticale del Torrazzo in collaborazione con l’Associazone Astrofili cremonesi e con il finanziamento della Fondazione Comunitaria della città di Cremona. Durante la serata si potrà assistere alla prima proiezione ufficiale della volta celeste e delle sue meraviglie sulla calotta del planetario e grazie agli astrofili sarà possibile un’osservazione speciale della luna piena dal terrazzo della Bertazzola.




Per le Giornate Fai di Primavera straordinaria apertura dell’ex Circolo Zaccaria e del Collegio della Beata Vergine

Il weekend del 23 e 24 marzo 2024 tornano le Giornate FAI di Primavera per raccontare alcuni luoghi cremonesi poco noti e normalmente non aperti al pubblico. Si tratta di un’edizione con tante novità a cominciare dalla straordinaria apertura del Collegio della Beata Vergine, nel cuore del centro storico e con la possibilità di accedere eccezionalmente alla chiesa interna in cui sono custoditi dipinti di grande interesse. In corso Garibaldi si potrà accedere all’Ex Circolo Zaccaria, visitando la grande sala cinematografica dell’ex teatro e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Tempietto del Cristo Risorto in piazza S. Luca.

Ma non sono queste le uniche proposte per la città di Cremona, dove per la prima volta sarà visitabile anche Palazzo Ripari Mori, antica dimora nobiliare nota per essere stata acquisita nel Novecento dall’ingegner Nino Mori, il principale artefice dei progetti di riforma della città nel Ventennio, tra cui la galleria XXV Aprile.  Infine in via Palestro saranno aperte le porte di Palazzo Barbò Meroni, consentendo ai visitatori di scoprire riforme architettoniche e decorazioni databili tra XVI e XIX secolo e il giardino con la grotta, dove furono proiettate pellicole quando il cortile fungeva da cinema all’aperto cittadino.

 

COLLEGIO BEATA VERGINE

Foto Davide bruneri

Il Collegio femminile della Beata Vergine, istituzione religiosa nata nel XVII secolo in pieno centro a Cremona, si colloca nelle immediate vicinanze del “sito dei Gesuiti”, composto dalla chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, il Collegio e le Scuole, tra via Felice Cavallotti e via Ponchielli. Il collegio gesuitico, che ancora oggi ospita una struttura per l’educazione scolastica, ebbe la sua origine in Cremona intorno al 1610 e dal 1618 trova sede nell’edificio che ancora oggi ospita l’istituzione.

La fabbrica è impostata per consentire la convivenza tra la destinazione scolastica e la residenza della comunità religiosa e ingloba ulteriori fabbriche fino ad occupare un intero isolato: il palazzo ex Ala, la chiesa di S. Cristoforo, una torre medioevale sono oggi inglobati nel complesso.

A differenza del vicino collegio maschile, l’impianto architettonico della fabbrica si sviluppa intorno a una corte centrale, in cui le funzioni risultavano suddivise nelle diverse maniche con gli spazi accessibili a visitatori “esterni” accessibili direttamente dalla strada, scuole e parlatori nei pressi dell’ingresso lungo via Cavallotti e la chiesa esterna sul lato opposto.

L’edificio, che deriva dall’annessione al primo edificio acquistato nei pressi della chiesa gesuitica dell’adiacente palazzo della famiglia Ala, consente di apprezzare i caratteri costruttivi delle diverse fasi: soffitti lignei ornati di epoca seicentesca, lo scalone di gusto barocchetto nell’ex palazzo della famiglia Ala, una stratificazione di volte, intonaci dipinti, serramenti, pavimenti rari e di pregevole valore.

L’apertura durante le Giornate Fai permetterà di visitare alcuni saloni e lo scalone del palazzo della famiglia Ala, con stucchi e decorazioni del XVIII secolo, e un antico orologio a pendolo del 1750. Nella parte del Collegio saranno aperti la chiesa, con tele dipinte di grande interesse, la sagrestia lignea, e alcuni ambienti affacciati sui lunghi corridoi.

Le viste al Collegio Beata Vergine (via Felice Cavallotti 25) sarà sabato dalle 9 alle 12 (ultimo ingresso alle 11:40) e nel pomeriggio dalle 14 alle 18:30 (ultimo ingresso 18). Con gli stessi orari anche l’apertura domenica, solo al pomeriggio. Le visite hanno una durata di 40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

 

EX CIRCOLO ZACCARIA E TEMPIETTO DEL CRISTO RISORTO

Foto Davide Bruneri

All’interno del complesso conventuale dei padri Barnabiti di San Luca, nel 1909 fu istituito il Circolo Zaccaria in continuità con il programma dell’oratorio fondato fin dal 1882, in seguito il ritorno dei padri a Cremona per volere del vescovo Bonomelli. La nascita del Circolo è coeva alla fondazione di altri circoli giovanili cittadini a opera dei giovani cattolici che lasceranno una significativa eredità culturale per le generazioni a venire. Tra le attività sviluppate dal circolo merita risalto quella legata alle rappresentazioni teatrali portate in scena dagli “zaccarini” fino agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, poi sostituite dalle rappresentazioni cinematografiche.

All’interno del Circolo si trova dunque una sala teatrale e cinematografica, un grande ambiente in cui sin dal 1914-1915 i frequentatori potevano assistere agli spettacoli inizialmente sceneggiati dagli stessi Padri Barnabiti. Le fonti menzionano di spettacoli cinematografici a partire dal 1919, ma è dal 1926 che è proposta una vera e propria programmazione. L’impianto sonoro è inaugurato nel 1942 e, per consentire la programmazione durante i mesi estivi, la proiezione dei film è organizzata sotto il porticato.

Dalla piazza antistante la chiesa di San Luca, tramite una porta a destra dell’edificio ecclesiastico, è possibile accedere ad un androne voltato che introduce nel porticato a cui si è accennato e quindi al cortile da cui, tramite uno scalone esterno, è possibile raggiungere la sala cinematografica, collocata al primo piano dell’edificio. La sala adibita agli spettacoli si presenta come un grande ambiente scarsamente illuminato ma assai suggestivo, grazie anche alla copertura con struttura in ferro.

Proprio in occasione delle Giornate FAI sarà possibile visitare la grande sala cinematografica dell’ex teatro del Circolo Zaccaria e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Oratorio del Cristo Risorto in piazza S. Luca. Sono due ambienti diversi tra loro, parte di una storia secolare e pluristratificata che rispondono alle esigenze liturgico-devozionali e ludico-ricreative dei cittadini cremonesi. Sono entrambi ambienti chiusi al pubblico da molti anni ma ancora parte della memoria collettiva cittadina.

Le visite, con una durata di 35 minuti circa e partenza ogni 20 minuti, sia sabato che domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.40).

 

Giornate FAI di Primavera

Tutte le aperture sono senza prenotazione e ai partecipanti sarà suggerito un contributo di partecipazione a partire da 3 euro e la possibilità di iscriversi al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in modo da supportare la Fondazione nella gestione e nell’apertura al pubblico dei suoi beni. Le Giornate FAI di Primavera, infatti, sono la manifestazione di punta del FAI e sono finalizzate a stimolare la collettività alla conoscenza del patrimonio culturale italiano (e della sua fragilità) e, attraverso la raccolta fondi, a chiedere il supporto di tutti in modo da proseguire la costante attività di tutela e valorizzazione che, dal 1975, ha consentito alla Fondazione di sottrarre al degrado luoghi importantissimi come il Giardino della Kolymbethra ad Agrigento o il Bosco di San Francesco ad Assisi, consentendone la pubblica fruizione.

Per la realizzazione dell’iniziativa il Fai ringrazia Comune di Cremona, Diocesi di Cremona, Parrocchia di San Luca e comunità dei Barnabiti, Famiglia Meroni, Famiglia Mori, Protezione civile, Liceo Ginnasio Statale “D. Manin”, I.I.S. “Arcangelo Ghisleri”.

Per qualsiasi informazione scrivere a cremona@delegazionefai.fondoambiente.it.




Rivolta d’Adda, il 17 marzo nella parrocchiale la prima della Cantata per sant’Alberto Quadrelli

Una prima esecuzione assoluta in onore di sant’Alberto Quadrelli, vissuto nel XII secolo, prima parroco di Rivolta, di cui è patrono, poi vescovo di Lodi. Si terrà domenica 17 marzo, alle 21, nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, la Cantata per soli, coro ed orchestra dal titolo “Riparatore di brecce, sarai chiamato”, composta dal maestro cremonese Fulvio Rampi su testo curato da monsignor Dennis Feudatari, parroco di Rivolta d’Adda. Si tratta di un’opera appositamente commissionata dalla Parrocchia in occasione delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli, che ne esalta le virtù attingendo alle Sacre Scritture e alla liturgia. La presentazione alla stampa è avvenuta martedì 5 marzo nella sala Giunta del Comune.

«Proseguono le celebrazioni per l’850° anniversario della salita al cielo di aant’Alberto che sono iniziate lo scorso anno – ha detto la vicesindaco Marianna Patrini – e che si concluderanno all’inizio di luglio. Questo coinvolgimento attorno al programma evidenzia l’importanza che Rivolta vuole restituire al suo patrono».

Diocesi di Cremona, Comune e Consulta della cultura di Rivolta d’Adda patrocinano l’evento.

«Con l’aiuto del maestro Ivan Losio (musicista, direttore di coro e presidente della Consulta comunale della cultura), il coinvolgimento in precedenza dell’ex vicario don Michele Martinelli e in parte dell’attuale vicario don Francesco Gandioli – ha spiegato mons. Dennis Feudatari – continuiamo con le attività culturali pensate per l’850° dalla nascita al cielo di sant’Alberto aprendo quelle di quest’anno con la musica (com’era stato anche nel 2023) della Cantata che ho commissionato al maestro Rampi». E prosegue: «Per la sera del 19 maggio abbiamo invece in previsione una conferenza in oratorio, dal titolo “Dal simbolico al narrativo, dal mistero contemplato al mistero narrato. Passaggi teologici, liturgici ed artistici fra X e XII secolo” con don Luca Girello, docente di Patristica presso la facoltà teologica di Lugano, in veste di relatore. Concluderanno il programma le celebrazioni liturgiche che seguiranno un apposito calendario dal 3 all’8 luglio. In quest’ambito, la sera del 4 luglio, alle 21, in basilica, il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti celebrerà la Messa solenne».

Sulla Cantata si è soffermato Ivan Losio precisando che i solisti saranno un tenore, un soprano e un basso, mentre la parte corale sarà a cura di un coro favorito di sei cantori e di un coro formato da una sessantina di elementi appartenenti alle formazioni “Sicardo” di Cremona e “Santa Cecilia” di Concorezzo. In totale saranno quarantacinque i brani proposti, fra parti corali, recitative, arie solistiche e intermezzi strumentali. Dirigerà lo stesso Fulvio Rampi.

Per il sindaco del borgo rivierasco Giovanni Sgroi «Questa è una grandissima dimostrazione di una comunità capace d’integrare chiesa, amministrazione e cultura attorno ad un evento storicamente importante, ricamato da un’opera alla prima esecuzione in assoluto».




Il volo delle rondini: il 16 marzo alla Badia di Torrechiara con l’ensemble cremonese PerIncantamento una serata su santa Chiara

«E prego voi e vi consiglio che viviate sempre nella santissima povertà. Guardatevi molto bene dall’allontanarvi da essa per l’insegnamento o il consiglio di alcuno»: con queste parole Chiara d’Assisi richiamava, nella Regola da lei scritta per le sue consorelle, il mandato di Francesco. Dopo la morte di quest’ultimo (1226), Chiara restò tenacemente fedele nel vivere fino in fondo quella paupertas che nel XIII secolo fu al centro di dissimili interpretazioni e di sguardi riformatori. Che senso può avere riprendere oggi l’esperienza della santa di Assisi?

Senza categoriche risposte prova a dare un cenno l’ensemble cremonese PerIncantamento, attivo da vent’anni con progetti originali. In un tessuto di testi biblici e fonti francescane, tra partiture antiche e brani appositamente composti dal maestro Carlo Piazza, lo spettacolo “Il volo delle rondini. Chiara d’Assisi povera per privilegio” mette in scena gli ultimi giorni della santa (siamo nel 1253), quando ricevette da Innocenzo IV la conferma del “Privilegium paupertatis” già concesso da Gregorio IX nel 1228. Nessuno avrebbe potuto costringere le Clarisse a possedere beni: era questa la perfetta povertà.

Secondo la consueta prassi dell’ensemble, lo spettacolo si presenta come un intreccio performativo di musica e testi, sorretto da gesti evocativi che rendono essenziale e intensa l’ambientazione scenica. Insieme ai musicisti Eddy De Rossi (arpa), Antonio Minelli (viola da gamba, percussioni) e Vittorio Zanibelli (flauti e clarinetto) sono i cantori cremonesi de “Il Discanto”, diretto da Daniele Scolari (che è anche autore di alcuni brani) ad accompagnare e intessere i passaggi narrativi. Quale racconto, dunque? Quello tracciato da Francesco (Walfrido Ricci) e Chiara ragazza (Miriam Ricci Galloni), in dialogo con il piano temporale protagonista, rappresentato in video – una presenza scenica di impatto, firmata da un direttore della fotografia noto a livello internazionale, Filippo Chiesa. La pièce è guidata dalla regia di Paolo Galloni.

Appuntamento alla Badia di Santa Maria della Neve di Torrechiara (non lontano da Langhirano, PR), sabato 16 marzo alle ore 21 (ingresso libero).




Magatti: «Si è ridotta la ragione a ragione calcolatoria e lo spirito a spirito individualistico»

 

«Le religioni rendono possibile l’esperienza umana nella sua integralità» in un clima culturale in cui «l’Intelligenza artificiale sta portando ad estreme conseguenze il processo di riduzione della ragione a ragione calcolatoria». È questa la conclusione (ma anche il punto di partenza per ulteriori approfondimenti) a cui ha condotto la riflessione di Mauro Magatti, professore di Sociologia (Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de Il Corriere della Sera e Avvenire) nel suo intervento presso l’aula magna del Campus dell’Università Cattolica di Cremona, lunedì 11 marzo.

L’incontro, dal titolo Religioni e Intelligenza Artificiale era inserito come quarto appuntamento nel ciclo Intelligenza artificiale, chi sei? organizzato dal Centro pastorale della Cattolica di Cremona, una serie di conferenze pensate per affrontare, da più punti di vista, un tema al momento piuttosto caldo e sul quale la formazione, non solo dei giovani ma anche degli adulti, richiede particolari competenze e profondità di pensiero.

A introdurre Magatti, alla presenza in sala del vescovo Antonio Napolioni, è stato don Maurizio Compiani, assistente dell’Università Cattolica di Cremona, e Pierpaolo Triani, docente alla Cattolica di Piacenza di Pedagogia generale e della cura educativa.

«È un tema sfidante quello dell’Intelligenza Artificiale – secondo Triani –. che crea grandi ansie ma anche gradi aspettative», che smuove le coscienze su tanti aspetti del vivere e che «interpella anche la dimensione religiosa».

Innanzitutto bisogna capire che cosa sia la tecnica che, sulla scorta di Socrate e Platone, Magatti definisce «un farmaco, un veleno curativo», davanti al quale non ha senso considerarsi «tecnoentusiasti» e nemmeno «tecnofobici». La tecnica fa passi da gigante, ci ha condotto all’IA e ora «dobbiamo starci dentro». Nessuna esaltazione e nessuna demonizzazione, dunque, da parte del sociologo che invita invece a capirne le logiche.

E per farlo ha intrapreso un excursus sul concetto di «pensiero, di νοῦς», come lo chiamavano i Greci, fino ai giorni nostri. Un viaggio nel tempo attraverso la cultura occidentale per spiegare ai numerosissimi presenti in aula magna che il νοῦς «si basava su due pilastri: l’intelletto e lo spirito». Per entrambi questi due elementi fondanti, però, si è arrivati a un processo di esternalizzazione per cui «l’intelletto prima è diventato ragione e poi nel tempo ragione calcolatoria» affidata alle macchine e non più alla mente umana. Un simile processo è avvenuto anche per la dimensione spirituale, nella quale un tempo si confondeva e fondeva il religioso e che ora «è un’idea quasi sparita».

Per cui «l’Intelligenza Artificiale si inserisce in una cultura che non solo ha separato fede e ragione, ma ha ridotto la ragione a ragione calcolatoria e lo spirito a spirito individualistico». Ecco dunque con che cosa deve fare i conti la religione, il cristianesimo (che Magatti definisce «religione di libertà»), ma anche tutte le altre confessioni. Non è un caso che «sotto i 35 anni l’esperienza religiosa in Europa sia quasi azzerata».

Senza rischiare di cadere nei fanatismi (cosa che Magatti vede come una strada percorsa da molte confessioni religiose di questi tempi) alla religione spetta l’arduo compito di «conservazione dell’umano».

Come farlo è una grande sfida, come lo è gestire una tecnica che corre e avanza ben più velocemente del pensiero riflessivo dell’uomo.

 

Il video integrale dell’incontro a cura dell’Università Cattolica

 

L’incontro del 10 maggio

Il ciclo d’incontri proseguirà venerdì 10 maggio con un ultimo appuntamento, promosso nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine. “Dov’è il sapiente?” (1Cor 1,20) Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà è il titolo dell’incontro che si terrà alle ore 18 e che vedrò intervenire padre Paolo Benanti, professore di Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, unico italiano chiamato a far parte del New Artificial Intelligence Advisory Board, organismo dell’ONU, composto da 39 esperti di varie parti del mondo, che ha il compito di valutare rischi e opportunità e definire una governance internazionale dell’IA. Il 5 gennaio 2024 è stato anche nominato presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri (detta “Commissione algoritmi”).

 

IA: più le opportunità che i rischi secondo i giovani italiani, che però sul tema sono meno informati che i coetanei europei




Itinerario di arte e spiritualità, a Santa Monica presentata “Fragili rive” di Ettore Favini

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«Bisogna stare con gli occhi aperti e le orecchie tese per ascoltare il fiume, da sempre fonte di vita per il nostro territorio, ma anche per l’intero Paese». Con queste parole l’artista cremonese Ettore Favini racconta il significato della sua ultima opera, installata tra le aule del campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona, dove un tempo scorrevano le acque del Grande Fiume. Fragili rive, questo il nome dell’installazione, una scultura realizzata in cemento e sabbia, nata dall’abilità dell’artista e valorizzata grazie all’impegno di alcuni studenti della Cattolica che, in occasione della terza edizione del progetto Itinerario di arte e spiritualità, si sono interrogati su quali fossero i legami che uniscono il vivere in città con l’ambiente naturale delle campagne.

Alla presentazione, giovedì mattina nella sede cremonese dell’Ateneo, è intervenuto il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Insieme a lui l’autore dell’opera e la co-curatrice della mostra, Monica di Matteo, il preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti e Michela Valotti, docente del Dipartimento di Storia dell’arte, alla presenza anche del vescovo di Cremona.

 

L’iniziativa culturale

Eutopia – città, ambiente, comunità è il titolo che caratterizza l’edizione di quest’anno del progetto Itinerari di arte e spiritualità, ormai consolidato e da alcuni anni presente anche a Cremona. Un’idea che prende spunto dagli scritti dell’umanista inglese Tommaso Moro, che nelle sue opere parlava di una città ideale, solamente un’utopia. Nel titolo di questa manifestazione la «e» privativa di Eutopia dimostra come dall’idea si possa passare alla realizzazione del sogno, ammettendo che vivere in sintonia tra fratelli è davvero un futuro plausibile.

«Itinerario di Arte e Spiritualità – sottolinea il vescovo Giuliodori – è un’esperienza attuale e consapevole. Gli studenti hanno scelto un tema intrigante, un tema antico ma proiettato nel futuro. Le opere d’arte di quest’anno, infatti, si caratterizzano a partire da una convivenza tra le persone negli ambienti e nei luoghi, come le città, che possono essere ispirate da valori come la solidarietà, la fraternità, la stima reciproca e la collaborazione. Valori di cui abbiamo davvero bisogno».

 

L’opera d’arte

«Fragili Rive – spiega Ettore Favini, artista e creatore dell’opera – racconta di un fiume sofferente e debole: quello che vediamo è solamente una sindone del fiume, un calco delle sue sponde realizzato con la sua acqua e la sua sabbia. Le forme che il fiume crea con il suo flusso sono un racconto delle acque, flutti ricchi di storia e conoscenza, che vanno rispettati e ascoltati con attenzione».

Per realizzare l’opera è stata usata l’acqua del Po e la sua sabbia. «Ho aggiunto cemento e ossidi per conferire alla composizione il colore giallo della sabbia – racconta l’artista Ettore Favini –. Le forme dell’opera rappresentano le anse che il fiume crea lungo le sue sponde, in questo caso la sponda nord, quella cremonese».

E ancora: «Ciò che si vede è semplicemente quello che il cemento ha letto durante l’indurimento, avvenuto dopo che è stato messo nella sabbia del Po. Il fiume è come se fosse una corrente immobile, il tempo e lo spazio si condensano in un tutt’uno con l’acqua, le sponde e il cielo, creando così l’idea dell’infinito».

La decisione di creare Fragili rive è nata durante una secca, quando non si riusciva a vedere l’acqua, per immortalare con il cemento «la sofferenza del Po».




Itinerari di arte e spiritualità: il 7 marzo al campus Santa Monica di Cremona si riflette sull’Eutopia

Giovedì 7 marzo alle 12.30 nel campus di Santa Monica dell’Università Cattolica di Cremona sarà inaugurata l’esposizione annuale del progetto “Itinerari di Arte e Spiritualità”, organizzata dal Centro pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in tutte le sedi dell’ateneo e quest’anno denominata “Eutopia – città, ambiente, comunità”. Giunto alla terza edizione presso la sede cremonese, l’appuntamento di giovedì è in aula B.0.03. Nell’occasione sarà installata l’opera “Fragili Rive”, realizzata dell’artista cremonese Ettore Favini, mentre l’inaugurazione sarà aperta dalla relazione del vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Azione Cattolica.

Quest’anno la ricerca degli studenti-curatori è stata incentrata sui legami che intercorrono tra la città e l’ambiente nell’abitare gli spazi urbani e già dal termine “Eutopia” – che si di ispirarsi al celebre testo latino di Tommaso Moro, Utopia, in cui viene tratteggiato il sogno rinascimentale di una società ideale – si coglie la volontà dei curatori di focalizzare la loro ricerca non sull’utopia irrealizzabile bensì sul suo capovolgimento, l’eutopia appunto, che rappresenta uno scenario bello e possibile su cui riflettere, ben oltre ogni fantasia, in vista di un lavoro artistico e concreto sull’abitare gli spazi urbani e ambientali. Il rapporto con l’ambiente ha rappresentato per secoli uno degli elementi centrali dello sviluppo sociopolitico e culturale del territorio. Negli ultimi decenni, però, grazie a una maggiore consapevolezza degli effetti tangibili del cambiamento climatico, si è andata affermando l’esigenza di una vita cittadina che si dimostri più umana, attenta non solamente alla dimensione economica, ma anche a quella spirituale e si è rafforzata l’idea che l’urbanistica debba avere un ruolo essenziale nella transizione ambientale. L’installazione della scultura di Ettore Favini al campus di Cremona fornirà l’occasione per riflettere su questi temi.

 




IA: più le opportunità che i rischi secondo i giovani italiani, che però sul tema sono meno informati che i coetanei europei

Le Intelligenze Artificiali stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito etico e sociale. Ad oggi la paura che queste tecnologie possano prendere il posto del personale umano nei luoghi di lavoro è un sentimento diffuso, che mette in agitazione molte persone. Le capacità di automatizzazione, dimostrate in diversi settori del panorama occupazionale, non smettono di allarmare gran parte dei lavoratori, ma l’avvento delle IA è veramente un rischio concreto, o forse è solamente una questione di punti di vista?

Al Campus Santa Monica di Cremona, per rispondere a questa domanda, è intervenuta la professoressa Ivana Pais, docente di Sociologia economica presso la facoltà di Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in occasione del terzo incontro del ciclo di conferenze Intelligenza artificiale, chi sei? organizzato dal Centro pastorale della Cattolica di Cremona nelle settimane di Quaresima. Al tavolo dei relatori hanno introdotto l’incontro la professoressa Franca Cantoni, docente di Business Organisation, e don Maurizio Compiani, assistente del Campus.

Al centro della riflessione della professoressa Pais una domanda ha fatto anche da titolo alla conferenza: L’Intelligenza Artificiale ci cambierà la vita? Come ogni cambiamento, anche questo porta con sé paure e incertezze che, però, a volte, risultano farsi meno gravi quando si inizia ad approfondire con precisione la questione.

«Quella che stiamo vivendo oggi è una situazione un po’ nuova – ha spiegato la sociologa Ivana Pais –. In passato chi produceva dei rischi, come per esempio quelli di tipo ambientale, cercava di tranquillizzare l’opinione pubblica sull’effettiva presenza di questi; e poi c’era chi si batteva per impedire che si vivesse una situazione di pericolo. Oggi la situazione, nell’ambito delle Intelligenze Artificiali, si è totalmente ribaltata: i produttori delle IA ne denunciano i rischi, mentre i dati raccontano che la percezione dei giovani italiani nei confronti delle nuove tecnologie è positiva». Il principale rischio che oggi si percepisce è soprattutto quello legato al mondo del lavoro, ma si tratta comunque di un problema a lungo termine. Ma ce n’è un altro, molto reale, poco considerato. «Sono completamente sottovalutati – precisa la docente – i rischi ambientali legati all’Intelligenza Artificiale: noi continuiamo a considerare le IA come presenti solo nel mondo digitale, ma non è così. Allo stesso modo si stanno facendo concreti i problemi sociali che derivano dalla disuguaglianza fra chi è in grado di sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie e chi invece ne subisce gli effetti».

Alla base dello studio sociologico legato al mondo delle IA c’è l’analisi dei dati raccolti dall’Istituto Toniolo. I grafici mostrano che in Europa, e in particolare in Italia, le fasce più giovani della popolazione sono ben disposte nei confronti dell’avvento delle Intelligenze Artificiali, ma la positività nei loro confronti rischia di essere supportata solamente da una scarsa conoscenza dell’argomento. Infatti «dopo aver analizzato i dati abbiamo fatto una serie di riflessioni – ha detto la professoressa Pais – e abbiamo tratto delle conclusioni: gli italiani vedono nelle IA più opportunità che rischi, e su questo aspetto sono in percentuale superiori rispetto alla media europea, ma allo stesso tempo si è visto che i giovani italiani sono anche meno informati e meno consapevoli di cosa siano le Intelligenze Artificiali rispetto ai ragazzi europei. Si potrebbe quindi presumere che la positività nasca in parte dalla carenza di conoscenza dell’argomento. È anche vero, però, che questo aspetto fiduciario può essere un ottimo strumento che servirà per delineare quali sono i punti di forza e le debolezze che interesseranno la società del futuro».

Ed è proprio volgendo lo sguardo al domani che ci si è accorti che sarà necessario andare a tracciare delle linee guida che possano delimitare le applicazioni delle IA, proprio per questo la professoressa Ivana Pais ha spiegato che «si sta capendo che sarà necessario strutturare un regolamento che possa fissare dei limiti alle Intelligenze Artificiali, in questo modo si limiterebbero i rischi ed aumenteranno gli aspetti positivi. Ad oggi siamo in una situazione intermedia, nello stadio che in sociologia è descritto come posto tra la sicurezza e la distruzione, e per scongiurare le minacce e i pericoli che potrebbero verificarsi ci si sta muovendo per creare una normativa efficace che funga da binario per lo sviluppo e l’utilizzo delle Intelligenze Artificiali».

 

Il video integrale dell’incontro a cura dell’Università Cattolica

 

 

Calendario dei successivi incontri:

Lunedì 11 marzo, ore 16.30: Religioni e Intelligenza Artificiale – Mauro Magatti, professore di Sociologia (Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de “Il Corriere della Sera” e di “Avvenire”)

Venerdì 10 maggio, ore 18.00: “Dov’è il sapiente?” (1Cor 1,20) Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà – Paolo Benanti, professore di Teologia Morale (Pontificia Università Gregoriana, Roma). Incontro promosso nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine.

 

IA, artefici di processi generativi o creativi?

 




IA, artefici di processi generativi o creativi?

Già agli inizi del secolo scorso i maestri del cinema rappresentavano sul grande schermo futuri distopici dove le macchine regnano incontrastate su tutto il genere umano. Queste venivano però rappresentate come automi grigi e privi di ogni forma di immaginazione, incapaci di creare qualcosa non identico a loro stesse. Oggi la potenzialità delle Intelligenze Artificiali (IA) ha raggiunto livelli mai visti prima d’ora: questi nuovi strumenti informatici sono in grado di creare opere d’arte complesse e profonde in pochi secondi, così come filmati, cortometraggi e tanto altro ancora. Si può quindi parlare di creatività legata al mondo delle IA?

La risposta a questo interrogativo è stata il fulcro dell’intervento del professor Andrea Gaggioli, docente di Psicologia generale della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che nell’aula magna del Campus Santa Monica di Cremona è intervenuto nel pomeriggio di martedì 27 febbraio come relatore del secondo incontro del ciclo di conferenze Intelligenza artificiale, chi sei? organizzato dal Centro pastorale della Cattolica di Cremona nelle settimane di Quaresima. A introdurre l’incontro sono stati il professor Daniele Cerrato, docente di Economia aziendale, e don Maurizio Compiani, assistente del Campus.

Siamo Uomini. La creatività nell’era dell’Intelligenza Artificiale. Questo il titolo dell’incontro focalizzato sull’analisi del dualismo tra creatività umana e creatività artificiale, attraverso un percorso didattico volto a definire le caratteristiche che delineano le due correnti generative di opere d’arte e innovazione.

La creatività umana, secondo la scrittrice e docente di Harvard Teresa Amabile, è la produzione di idee nuove e utili. «L’Intelligenza Artificiale come la conosciamo oggi – ha spiegato il professor Gaggioli – nasce nel 2018: si può dire, quindi, che sia un’idea nuova. Allo stesso tempo, è innegabile che sia un’invenzione molto utile, immediata e pratica. Il processo che ha portato alla sua creazione è un’operazione di vera creatività». Il docente ha poi spiegato che «è più complesso capire se si possa definire un processo altrettanto creativo quello che le Intelligenze Artificiali generative compiono per produrre immagini e suoni. È corretto dire che una macchina svolge un processo creativo o è più opportuno descriverlo come un processo generativo?».

Per rispondere alla domanda il professor Gaggioli ha preso in esame la famosa intelligenza artificiale ChatGPT, mostrando ai presenti l’evoluzione della rete neurale di San Francisco, spiegando che «dal 2018, quando ChatGPT è stata presentata in rete, sono stati fatti passi da gigante nella qualità di generazione dei propri contenuti. Un’evoluzione ancora più visibile se si osservano le immagini e i video che vengono creati oggi, quasi completamente indistinguibili da quelli realizzati da un operatore umano». In merito a questo miglioramento, l’Intelligenza Artificiale è stata messa alla prova confrontandola con la capacità creativa di un essere umano. Ad entrambi i soggetti è stato chiesto di immaginare gli utilizzi possibili di una corda e poi quelli di una forchetta, e il risultato, pubblicato nel 2024 dal neuroscienziato e psicologo Kent Hubert, mostra come la macchina sia stata in grado di immaginare una serie maggiore di scenari nei quali utilizzare gli strumenti.

Il potenziale creativo delle IA è concreto e reale, ma volgendo lo sguardo al futuro è difficile prevedere come le intelligenze artificiali si affermeranno nella vita quotidiana. Il professor Andre Gaggioli ha descritto tre possibili scenari, dicendo che «nel mondo del futuro il rapporto tra le IA e l’uomo potrebbe tornare a essere quello di tipo contrario, proprio come nel passato», spiegando che «in questo tipo di coesistenza l’uomo dà un ordine e la macchina lo esegue senza aggiungere nulla. Si potrebbe parlare di sinergia, fra uomo e macchina: i processi creativi vengono integrati e ampliati grazie all’utilizzo della potenza della tecnologia, generando così risultati migliori, ma sempre nati da un’idea dell’uomo». Il terzo scenario «è quello del rapporto simbiotico, nel quale le IA e l’intelligenza umana operano come entità completamente integrate», ha spiegato il professor Gaggioli, sottolineando che «l’IA si innesta nei processi cognitivi umani attraverso interfacce celebrali che non richiedono più all’utente di elaborare un comando». Ha poi concluso precisando che «non esiste uno scenario buono e un altro cattivo, ma tutto dipende da quale scenario una persona decide di volere».

 

Il video integrale dell’incontro a cura dell’Università Cattolica

 

Calendario dei successivi incontri:

Martedì 5 marzo, ore 16.30: L’Intelligenza Artificiale ci cambierà la vita? – Ivana Pais, professoressa di Sociologia economica (Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore)

Lunedì 11 marzo, ore 16.30: Religioni e Intelligenza Artificiale – Mauro Magatti, professore di Sociologia (Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de “Il Corriere della Sera” e di “Avvenire”)

Venerdì 10 maggio, ore 18.00: “Dov’è il sapiente?” (1Cor 1,20) Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà – Paolo Benanti, professore di Teologia Morale (Pontificia Università Gregoriana, Roma). Incontro promosso nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine.

 

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