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Sarà presentato il 6 aprile in Camera di Commercio il libro sull’opera di Gianmaria Potenza nella Cattedrale di Cremona

La Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con la Diocesi di Cremona e l’editrice Chiesa Oggi, presenteranno ufficialmente il libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”. Il volume è curato da Valeria Loddo e, attraverso le fotografie di Paolo Mazzini, racconta l’opera realizzata da Gianmaria Potenza per la Cattedrale di Cremona, nel contesto dell’adeguamento liturgico del presbiterio completato nel 2022.

L’evento si terrà sabato 6 aprile 2024, alle ore 11, presso la Sala Maffei della Camera di Commercio, in Piazza Stradivari a Cremona.

Durante la presentazione, moderata da Valeria Loddo, interverranno gli autori dei testi contenuti nel libro con il Vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni, l’artista Gianmaria Potenza, il Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali e l’edilizia di culto della Diocesi di Cremona don Gianluca Gaiardi e Caterina Parrello, direttore editoriale di CHIESA OGGI per i saluti istituzionali.

L’evento sarà un’occasione unica per incontrare gli autori, discutere dell’importanza dell’arte contemporanea nei contesti storici e ottenere una copia autografata del libro.

Il volume “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona” offre uno sguardo inedito alle opere dell’artista veneziano Gianmaria Potenza per la Cattedrale di Cremona, in un viaggio di bellezza e un invito a visitarne i nuovi arredi sacri.

Nel 2022, il Duomo di Santa Maria Assunta è stato oggetto di un adeguamento liturgico del presbiterio, che ha sollevato la complessa questione degli interventi contemporanei in contesti storici, richiedendo una riflessione approfondita sulla tutela e conservazione.

Nelle pagine del libro la storica dell’arte Francesca Flores D’Arcais ben inquadra le circostanze in cui nascono i nuovi arredi sacri di Potenza e che hanno richiesto un articolato e proficuo lavoro di squadra tra i progettisti e la committenza.
I testi del Vescovo Antonio Napolioni, di don Gianluca Gaiardi e della professoressa Carla Zito aiutano quindi a leggere le nuove opere come coerente aggiunta dettata dal tempo e dalla storia, a dimostrazione di come l’arte contemporanea abbia risorse espressive e mezzi formali per comunicare spiritualità.

La presentazione del libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona” è parte del calendario di attività della Fondazione Potenza Tamini, nuova realtà veneziana dedicata all’arte del maestro Gianmaria Potenza e al sostegno a giovani talenti creativi.

Sarà inoltre occasione per presentare un nuovo progetto espositivo, il primo sostenuto dalla Fondazione Potenza Tamini e realizzato grazie alla collaborazione con i Musei della Diocesi di Cremona e il mensile digitale Riflessi Magazine, che porterà nei prossimi mesi all’allestimento di una suggestiva mostra fotografica che offrirà una prospettiva inedita e innovativa sui luoghi d’arte della città di Cremona all’interno delle sale del Museo Diocesano.




Per le Giornate Fai di Primavera straordinaria apertura dell’ex Circolo Zaccaria e del Collegio della Beata Vergine

Il weekend del 23 e 24 marzo 2024 tornano le Giornate FAI di Primavera per raccontare alcuni luoghi cremonesi poco noti e normalmente non aperti al pubblico. Si tratta di un’edizione con tante novità a cominciare dalla straordinaria apertura del Collegio della Beata Vergine, nel cuore del centro storico e con la possibilità di accedere eccezionalmente alla chiesa interna in cui sono custoditi dipinti di grande interesse. In corso Garibaldi si potrà accedere all’Ex Circolo Zaccaria, visitando la grande sala cinematografica dell’ex teatro e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Tempietto del Cristo Risorto in piazza S. Luca.

Ma non sono queste le uniche proposte per la città di Cremona, dove per la prima volta sarà visitabile anche Palazzo Ripari Mori, antica dimora nobiliare nota per essere stata acquisita nel Novecento dall’ingegner Nino Mori, il principale artefice dei progetti di riforma della città nel Ventennio, tra cui la galleria XXV Aprile.  Infine in via Palestro saranno aperte le porte di Palazzo Barbò Meroni, consentendo ai visitatori di scoprire riforme architettoniche e decorazioni databili tra XVI e XIX secolo e il giardino con la grotta, dove furono proiettate pellicole quando il cortile fungeva da cinema all’aperto cittadino.

 

COLLEGIO BEATA VERGINE

Foto Davide bruneri

Il Collegio femminile della Beata Vergine, istituzione religiosa nata nel XVII secolo in pieno centro a Cremona, si colloca nelle immediate vicinanze del “sito dei Gesuiti”, composto dalla chiesa dei Santi Marcellino e Pietro, il Collegio e le Scuole, tra via Felice Cavallotti e via Ponchielli. Il collegio gesuitico, che ancora oggi ospita una struttura per l’educazione scolastica, ebbe la sua origine in Cremona intorno al 1610 e dal 1618 trova sede nell’edificio che ancora oggi ospita l’istituzione.

La fabbrica è impostata per consentire la convivenza tra la destinazione scolastica e la residenza della comunità religiosa e ingloba ulteriori fabbriche fino ad occupare un intero isolato: il palazzo ex Ala, la chiesa di S. Cristoforo, una torre medioevale sono oggi inglobati nel complesso.

A differenza del vicino collegio maschile, l’impianto architettonico della fabbrica si sviluppa intorno a una corte centrale, in cui le funzioni risultavano suddivise nelle diverse maniche con gli spazi accessibili a visitatori “esterni” accessibili direttamente dalla strada, scuole e parlatori nei pressi dell’ingresso lungo via Cavallotti e la chiesa esterna sul lato opposto.

L’edificio, che deriva dall’annessione al primo edificio acquistato nei pressi della chiesa gesuitica dell’adiacente palazzo della famiglia Ala, consente di apprezzare i caratteri costruttivi delle diverse fasi: soffitti lignei ornati di epoca seicentesca, lo scalone di gusto barocchetto nell’ex palazzo della famiglia Ala, una stratificazione di volte, intonaci dipinti, serramenti, pavimenti rari e di pregevole valore.

L’apertura durante le Giornate Fai permetterà di visitare alcuni saloni e lo scalone del palazzo della famiglia Ala, con stucchi e decorazioni del XVIII secolo, e un antico orologio a pendolo del 1750. Nella parte del Collegio saranno aperti la chiesa, con tele dipinte di grande interesse, la sagrestia lignea, e alcuni ambienti affacciati sui lunghi corridoi.

Le viste al Collegio Beata Vergine (via Felice Cavallotti 25) sarà sabato dalle 9 alle 12 (ultimo ingresso alle 11:40) e nel pomeriggio dalle 14 alle 18:30 (ultimo ingresso 18). Con gli stessi orari anche l’apertura domenica, solo al pomeriggio. Le visite hanno una durata di 40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti.

 

EX CIRCOLO ZACCARIA E TEMPIETTO DEL CRISTO RISORTO

Foto Davide Bruneri

All’interno del complesso conventuale dei padri Barnabiti di San Luca, nel 1909 fu istituito il Circolo Zaccaria in continuità con il programma dell’oratorio fondato fin dal 1882, in seguito il ritorno dei padri a Cremona per volere del vescovo Bonomelli. La nascita del Circolo è coeva alla fondazione di altri circoli giovanili cittadini a opera dei giovani cattolici che lasceranno una significativa eredità culturale per le generazioni a venire. Tra le attività sviluppate dal circolo merita risalto quella legata alle rappresentazioni teatrali portate in scena dagli “zaccarini” fino agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, poi sostituite dalle rappresentazioni cinematografiche.

All’interno del Circolo si trova dunque una sala teatrale e cinematografica, un grande ambiente in cui sin dal 1914-1915 i frequentatori potevano assistere agli spettacoli inizialmente sceneggiati dagli stessi Padri Barnabiti. Le fonti menzionano di spettacoli cinematografici a partire dal 1919, ma è dal 1926 che è proposta una vera e propria programmazione. L’impianto sonoro è inaugurato nel 1942 e, per consentire la programmazione durante i mesi estivi, la proiezione dei film è organizzata sotto il porticato.

Dalla piazza antistante la chiesa di San Luca, tramite una porta a destra dell’edificio ecclesiastico, è possibile accedere ad un androne voltato che introduce nel porticato a cui si è accennato e quindi al cortile da cui, tramite uno scalone esterno, è possibile raggiungere la sala cinematografica, collocata al primo piano dell’edificio. La sala adibita agli spettacoli si presenta come un grande ambiente scarsamente illuminato ma assai suggestivo, grazie anche alla copertura con struttura in ferro.

Proprio in occasione delle Giornate FAI sarà possibile visitare la grande sala cinematografica dell’ex teatro del Circolo Zaccaria e gli spazi contigui (scala e cortili), nonché il cinquecentesco Oratorio del Cristo Risorto in piazza S. Luca. Sono due ambienti diversi tra loro, parte di una storia secolare e pluristratificata che rispondono alle esigenze liturgico-devozionali e ludico-ricreative dei cittadini cremonesi. Sono entrambi ambienti chiusi al pubblico da molti anni ma ancora parte della memoria collettiva cittadina.

Le visite, con una durata di 35 minuti circa e partenza ogni 20 minuti, sia sabato che domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.40).

 

Giornate FAI di Primavera

Tutte le aperture sono senza prenotazione e ai partecipanti sarà suggerito un contributo di partecipazione a partire da 3 euro e la possibilità di iscriversi al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in modo da supportare la Fondazione nella gestione e nell’apertura al pubblico dei suoi beni. Le Giornate FAI di Primavera, infatti, sono la manifestazione di punta del FAI e sono finalizzate a stimolare la collettività alla conoscenza del patrimonio culturale italiano (e della sua fragilità) e, attraverso la raccolta fondi, a chiedere il supporto di tutti in modo da proseguire la costante attività di tutela e valorizzazione che, dal 1975, ha consentito alla Fondazione di sottrarre al degrado luoghi importantissimi come il Giardino della Kolymbethra ad Agrigento o il Bosco di San Francesco ad Assisi, consentendone la pubblica fruizione.

Per la realizzazione dell’iniziativa il Fai ringrazia Comune di Cremona, Diocesi di Cremona, Parrocchia di San Luca e comunità dei Barnabiti, Famiglia Meroni, Famiglia Mori, Protezione civile, Liceo Ginnasio Statale “D. Manin”, I.I.S. “Arcangelo Ghisleri”.

Per qualsiasi informazione scrivere a cremona@delegazionefai.fondoambiente.it.




“Voce dei senza voce”, il 23 marzo ad Acquanegra Cremonese riflessione animata su Oscar Romero

In occasione del 44° anniversario del martirio del santo salvadoregno Oscar Romero, il circolo Acli di Cremona a lui dedicato, unitamente alla corale della parrocchia del Maristella e a alcuni giovani sensibili, sabato 23 marzo alle ore 21 presso la sala civica del Comune di Acquanegra Cremonese (via delle Arti 5) sarà riproposta  la riflessione animata sulla sua vita, dal titolo “Voce dei senza voce”.

In questo modo si desidera dimostrare l’attualità della sua testimonianza: egli venne ucciso durante la celebrazione dell’Eucaristia, il 24 marzo 1980, in San Salvador, per aver difeso, in nome del Vangelo e della Dottrina sociale della chiesa, i diritti dei poveri e scartati del suo tempo.

Così ha detto di lui Papa Francesco il 15 ottobre 2018 rivolgendosi ai pellegrini di El Salvador, convenuti a Roma per la canonizzazione del vescovo martire, avvenuta il giorno prima:

»Il messaggio di san Óscar Romero è rivolto a tutti, senza eccezioni, grandi e piccoli, a tutti. Mi ha colpito l’ingresso di una nonna di novant’anni che gridava e applaudiva come se ne avesse quindici. La forza della fede è la forza del Popolo di Dio. Lui, Óscar Romero, ripeteva con forza che ogni cattolico deve essere un martire, perché martire vuol dire testimone, ossia testimone del messaggio di Dio agli uomini (cfr. Omelia nella I Domenica di Avvento, 27 novembre 1977). Dio vuole rendersi presente nella nostra vita e ci chiama ad annunciare il suo messaggio di libertà a tutta l’umanità. Solo in Lui possiamo essere liberi: liberi dal peccato, dal male, liberi dall’odio nei nostri cuori – lui è stato vittima dell’odio –, totalmente liberi per amare e accogliere il Signore e i fratelli. Una vera libertà già sulla terra, che passa per la preoccupazione per l’uomo concreto al fine di risvegliare in ogni cuore la speranza della salvezza».

Ricordare san Oscar Romero significa tener viva la memoria della sua profonda fede, della sua dedizione totale al popolo di Dio, per costruire il regno della fraternità, della giustizia e della pace, dentro le realtà disumane della storia.




Inaugurato il nuovo Planetario, dal Torrazzo una “finestra” aperta sulla meraviglia della volta celeste

È stato inaugurato la sera di mercoledì 20 marzo il nuovo Planetario cremonese, che da ora avrà il Torrazzo come sua nuova casa. Il Planetario, progettato dall’architetto Fabio Bosio, è stato realizzato grazie all’impegno e all’idea del Gruppo Astrofili cremonesi, in collaborazione con la Diocesi, che ha deciso di ospitarlo presso il proprio polo museale.

La serata inaugurale è stata introdotta dai saluti di Stefano Macconi, curatore dei Musei Diocesani di Cremona, che, portando anche i saluti di don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali e l’edilizia di culto, e ringraziando Alessandro Maianti, già presidente del Gruppo Astrofili e primo promotore del progetto, ha voluto sottolineare come questa nuova realizzazione vada a completare l’offerta del polo che, oltre al Museo Diocesano comprende anche la Cattedrale, il Battistero e il Museo Verticale del Torrazzo . «Questa iniziativa – ha aggiunto Macconi – si inserisce in un percorso di rivalorizzazione del Torrazzo che ha in questo nuovo Planetario un altro tassello utile a completare l’offerta artistica e culturale».

«Un’idea nata anni fa, perché non esiste, a Cremona e in tutta la sua provincia, una struttura di questo tipo», ha spiegato Cristian Gambarotti, presidente del Gruppo Astrofili cremonesi. «Una realizzazione molto importante, perché permette di capire come funziona il cielo e i meccanismi che lo governano, visualizzandolo dall’interno del Museo Verticale come se fossimo in aperta campagna».

Durante la serata è intervenuto anche l’architetto Fabio Bosio, che ha voluto ringraziare la committenza per la possibilità di continuare il lavoro di arricchimento del Museo Verticale del Torrazzo. «Ma l’idea è nulla senza la realizzazione – ha evidenziato –. Per questo mi sento in dovere di ringraziare tutte le maestranze che hanno collaborato alla realizzazione di questo lavoro».

L’evento di inaugurazione è stato occasione per effettuare una prima proiezione, narrata dal presidente Gambarotti e alla quale i presenti hanno potuto assistere, divisi in tre turni. Nel frattempo, negli spazi esterni, davanti all’ingresso, è stata offerta la possibilità di osservare la “superluna”, eccezionalmente vicina alla Terra proprio nella notte tra il 20 e il 21 marzo, attraverso alcuni telescopi messi a disposizione dal Gruppo Astrofili cremonesi.

La realizzazione del nuovo Planetario è stata possibile anche grazie al contributo di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, che si è definita «molto lieta di aver contribuito all’iniziativa». «La presenza di tutta questa gente stasera – ha detto Renzo Rebecchi, in rappresentanza dalla Fondazione – è la dimostrazione di una scelta giusta».




Il 20 marzo l’inaugurazione del nuovo planetario nel Torrazzo

Una novità per Cremona, che riguarda ancora una volta le bellezze della città. Protagonista il Museo verticale del Torrazzo, presso il quale sarà allestito il nuovo Planetario, che sarà inaugurato mercoledì 20 marzo alle 21.

Si arricchisce l’offerta culturale, turistica e didattica del polo museale della diocesi di Cremona. Mercoledì 20 marzo sarà infatti inaugurato il nuovo planetario all’interno del Museo Verticale del Torrazzo. In una data significativa – un equinozio di primavera reso speciale dall’attesa della cosiddetta “Superluna” – alle 21 sarà inaugurato il progetto promosso dal Museo Verticale del Torrazzo in collaborazione con l’Associazone Astrofili cremonesi e con il finanziamento della Fondazione Comunitaria della città di Cremona. Durante la serata si potrà assistere alla prima proiezione ufficiale della volta celeste e delle sue meraviglie sulla calotta del planetario e grazie agli astrofili sarà possibile un’osservazione speciale della luna piena dal terrazzo della Bertazzola.




A Rivolta d’Adda eseguita la prima della cantata composta per sant’Alberto Quadrelli

Un omaggio al patrono attraverso la musica. In occasione delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli la basilica di Santa Maria e San Sigismondo, a Rivolta d’Adda, ha ospitato, nella serata di domenica 17 marzo, la prima esecuzione assoluta di “Riparatore di brecce, sarai chiamato”, cantata per soli, coro e quartetto di fiati appositamente commissionata per il Giubileo del patrono di Rivolta dal parroco mons. Dennis Feudatari, curatore dei testi di quest’opera che ha avuto lo scopo di mettere in musica la vita del santo, già parroco di Rivolta e poi vescovo di Lodi nel XII secolo, con brani attinti dalla Sacra Scrittura (con particolare riferimento al Libro dei Salmi e all’Apocalisse di san Giovanni) cui si aggiungono testi originali di nuovi inni e il solenne Te Deum conclusivo.

«La composizione di Rampi – ha commentato il maestro rivoltano Ivan Losio, musicista e presidente della consulta rivoltana della cultura – ha emozionato per la costante adesione della musica al significato del testo, per il linguaggio musicale ricercato nella linea melodica, per il sostegno armonico, per la componente contrappuntistica e per la pluralità di forme e stili, tanto nei passi solistici quanto soprattutto nei multiformi interventi del coro, con un efficace sostegno e contrappunto strumentale dei fiati e dell’organo».

La compagine esecutiva, diretta da Rampi stesso, era composta da un coro di una settantina di elementi provenienti dai coro Sicardo di Cremona e Santa Cecilia di Concorezzo, dalla soprano Marina Morelli, dal tenore Davide Pagliari e dal basso Francesco Spadari come solisti, da un coro favorito e da un ottetto di fiati.

L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio della Diocesi di Cremona e del Comune di Rivolta d’Adda, e la collaborazione operativa della Consulta della Cultura del Comune rivoltano. Il vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a essere presente, ha inviato i suoi saluti e i suoi complimenti per questa iniziativa.

Nell’introdurre la serata, Ivan Losio ha parlato di «Fortunata occasione per assistere ad un importante incontro tra sapienza e bellezza».

«Commissionando quest’opera – ha affermato mons. Feudatari al termine della Cantata – abbiamo pensato di creare l’occasione per produrre nuova musica che rimanga quale patrimonio per la comunità ed arricchisca la memoria e l’affetto per il nostro Santo patrono. E questo è stato reso possibile grazie alla disponibilità e alla straordinaria maestria di Fulvio Rampi». E il parroco ha proseguito: «Solitamente per celebrare una ricorrenza si fa ricorso a un repertorio importante e già esistente. In questo caso, e mi stava a cuore farlo, la musica è stata commissionata, come si faceva un tempo, e per un cristiano è importante sentire la parola di Dio espressa in una vicenda umana. Il risultato, quindi, è stato più che soddisfacente, così come la presenza in basilica».

Il prossimo appuntamento nel calendario di celebrazioni in onore di sant’Alberto Quadrelli è per domenica 19 maggio, alle 21 in oratorio, con una conferenza pubblica tenuta da don Luca Girello, professore di Patristica presso la Facoltà teologica di Lugano.




Rivolta d’Adda, il 17 marzo nella parrocchiale la prima della Cantata per sant’Alberto Quadrelli

Una prima esecuzione assoluta in onore di sant’Alberto Quadrelli, vissuto nel XII secolo, prima parroco di Rivolta, di cui è patrono, poi vescovo di Lodi. Si terrà domenica 17 marzo, alle 21, nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, la Cantata per soli, coro ed orchestra dal titolo “Riparatore di brecce, sarai chiamato”, composta dal maestro cremonese Fulvio Rampi su testo curato da monsignor Dennis Feudatari, parroco di Rivolta d’Adda. Si tratta di un’opera appositamente commissionata dalla Parrocchia in occasione delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli, che ne esalta le virtù attingendo alle Sacre Scritture e alla liturgia. La presentazione alla stampa è avvenuta martedì 5 marzo nella sala Giunta del Comune.

«Proseguono le celebrazioni per l’850° anniversario della salita al cielo di aant’Alberto che sono iniziate lo scorso anno – ha detto la vicesindaco Marianna Patrini – e che si concluderanno all’inizio di luglio. Questo coinvolgimento attorno al programma evidenzia l’importanza che Rivolta vuole restituire al suo patrono».

Diocesi di Cremona, Comune e Consulta della cultura di Rivolta d’Adda patrocinano l’evento.

«Con l’aiuto del maestro Ivan Losio (musicista, direttore di coro e presidente della Consulta comunale della cultura), il coinvolgimento in precedenza dell’ex vicario don Michele Martinelli e in parte dell’attuale vicario don Francesco Gandioli – ha spiegato mons. Dennis Feudatari – continuiamo con le attività culturali pensate per l’850° dalla nascita al cielo di sant’Alberto aprendo quelle di quest’anno con la musica (com’era stato anche nel 2023) della Cantata che ho commissionato al maestro Rampi». E prosegue: «Per la sera del 19 maggio abbiamo invece in previsione una conferenza in oratorio, dal titolo “Dal simbolico al narrativo, dal mistero contemplato al mistero narrato. Passaggi teologici, liturgici ed artistici fra X e XII secolo” con don Luca Girello, docente di Patristica presso la facoltà teologica di Lugano, in veste di relatore. Concluderanno il programma le celebrazioni liturgiche che seguiranno un apposito calendario dal 3 all’8 luglio. In quest’ambito, la sera del 4 luglio, alle 21, in basilica, il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti celebrerà la Messa solenne».

Sulla Cantata si è soffermato Ivan Losio precisando che i solisti saranno un tenore, un soprano e un basso, mentre la parte corale sarà a cura di un coro favorito di sei cantori e di un coro formato da una sessantina di elementi appartenenti alle formazioni “Sicardo” di Cremona e “Santa Cecilia” di Concorezzo. In totale saranno quarantacinque i brani proposti, fra parti corali, recitative, arie solistiche e intermezzi strumentali. Dirigerà lo stesso Fulvio Rampi.

Per il sindaco del borgo rivierasco Giovanni Sgroi «Questa è una grandissima dimostrazione di una comunità capace d’integrare chiesa, amministrazione e cultura attorno ad un evento storicamente importante, ricamato da un’opera alla prima esecuzione in assoluto».




Il volo delle rondini: il 16 marzo alla Badia di Torrechiara con l’ensemble cremonese PerIncantamento una serata su santa Chiara

«E prego voi e vi consiglio che viviate sempre nella santissima povertà. Guardatevi molto bene dall’allontanarvi da essa per l’insegnamento o il consiglio di alcuno»: con queste parole Chiara d’Assisi richiamava, nella Regola da lei scritta per le sue consorelle, il mandato di Francesco. Dopo la morte di quest’ultimo (1226), Chiara restò tenacemente fedele nel vivere fino in fondo quella paupertas che nel XIII secolo fu al centro di dissimili interpretazioni e di sguardi riformatori. Che senso può avere riprendere oggi l’esperienza della santa di Assisi?

Senza categoriche risposte prova a dare un cenno l’ensemble cremonese PerIncantamento, attivo da vent’anni con progetti originali. In un tessuto di testi biblici e fonti francescane, tra partiture antiche e brani appositamente composti dal maestro Carlo Piazza, lo spettacolo “Il volo delle rondini. Chiara d’Assisi povera per privilegio” mette in scena gli ultimi giorni della santa (siamo nel 1253), quando ricevette da Innocenzo IV la conferma del “Privilegium paupertatis” già concesso da Gregorio IX nel 1228. Nessuno avrebbe potuto costringere le Clarisse a possedere beni: era questa la perfetta povertà.

Secondo la consueta prassi dell’ensemble, lo spettacolo si presenta come un intreccio performativo di musica e testi, sorretto da gesti evocativi che rendono essenziale e intensa l’ambientazione scenica. Insieme ai musicisti Eddy De Rossi (arpa), Antonio Minelli (viola da gamba, percussioni) e Vittorio Zanibelli (flauti e clarinetto) sono i cantori cremonesi de “Il Discanto”, diretto da Daniele Scolari (che è anche autore di alcuni brani) ad accompagnare e intessere i passaggi narrativi. Quale racconto, dunque? Quello tracciato da Francesco (Walfrido Ricci) e Chiara ragazza (Miriam Ricci Galloni), in dialogo con il piano temporale protagonista, rappresentato in video – una presenza scenica di impatto, firmata da un direttore della fotografia noto a livello internazionale, Filippo Chiesa. La pièce è guidata dalla regia di Paolo Galloni.

Appuntamento alla Badia di Santa Maria della Neve di Torrechiara (non lontano da Langhirano, PR), sabato 16 marzo alle ore 21 (ingresso libero).




Magatti: «Si è ridotta la ragione a ragione calcolatoria e lo spirito a spirito individualistico»

 

«Le religioni rendono possibile l’esperienza umana nella sua integralità» in un clima culturale in cui «l’Intelligenza artificiale sta portando ad estreme conseguenze il processo di riduzione della ragione a ragione calcolatoria». È questa la conclusione (ma anche il punto di partenza per ulteriori approfondimenti) a cui ha condotto la riflessione di Mauro Magatti, professore di Sociologia (Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de Il Corriere della Sera e Avvenire) nel suo intervento presso l’aula magna del Campus dell’Università Cattolica di Cremona, lunedì 11 marzo.

L’incontro, dal titolo Religioni e Intelligenza Artificiale era inserito come quarto appuntamento nel ciclo Intelligenza artificiale, chi sei? organizzato dal Centro pastorale della Cattolica di Cremona, una serie di conferenze pensate per affrontare, da più punti di vista, un tema al momento piuttosto caldo e sul quale la formazione, non solo dei giovani ma anche degli adulti, richiede particolari competenze e profondità di pensiero.

A introdurre Magatti, alla presenza in sala del vescovo Antonio Napolioni, è stato don Maurizio Compiani, assistente dell’Università Cattolica di Cremona, e Pierpaolo Triani, docente alla Cattolica di Piacenza di Pedagogia generale e della cura educativa.

«È un tema sfidante quello dell’Intelligenza Artificiale – secondo Triani –. che crea grandi ansie ma anche gradi aspettative», che smuove le coscienze su tanti aspetti del vivere e che «interpella anche la dimensione religiosa».

Innanzitutto bisogna capire che cosa sia la tecnica che, sulla scorta di Socrate e Platone, Magatti definisce «un farmaco, un veleno curativo», davanti al quale non ha senso considerarsi «tecnoentusiasti» e nemmeno «tecnofobici». La tecnica fa passi da gigante, ci ha condotto all’IA e ora «dobbiamo starci dentro». Nessuna esaltazione e nessuna demonizzazione, dunque, da parte del sociologo che invita invece a capirne le logiche.

E per farlo ha intrapreso un excursus sul concetto di «pensiero, di νοῦς», come lo chiamavano i Greci, fino ai giorni nostri. Un viaggio nel tempo attraverso la cultura occidentale per spiegare ai numerosissimi presenti in aula magna che il νοῦς «si basava su due pilastri: l’intelletto e lo spirito». Per entrambi questi due elementi fondanti, però, si è arrivati a un processo di esternalizzazione per cui «l’intelletto prima è diventato ragione e poi nel tempo ragione calcolatoria» affidata alle macchine e non più alla mente umana. Un simile processo è avvenuto anche per la dimensione spirituale, nella quale un tempo si confondeva e fondeva il religioso e che ora «è un’idea quasi sparita».

Per cui «l’Intelligenza Artificiale si inserisce in una cultura che non solo ha separato fede e ragione, ma ha ridotto la ragione a ragione calcolatoria e lo spirito a spirito individualistico». Ecco dunque con che cosa deve fare i conti la religione, il cristianesimo (che Magatti definisce «religione di libertà»), ma anche tutte le altre confessioni. Non è un caso che «sotto i 35 anni l’esperienza religiosa in Europa sia quasi azzerata».

Senza rischiare di cadere nei fanatismi (cosa che Magatti vede come una strada percorsa da molte confessioni religiose di questi tempi) alla religione spetta l’arduo compito di «conservazione dell’umano».

Come farlo è una grande sfida, come lo è gestire una tecnica che corre e avanza ben più velocemente del pensiero riflessivo dell’uomo.

 

Il video integrale dell’incontro a cura dell’Università Cattolica

 

L’incontro del 10 maggio

Il ciclo d’incontri proseguirà venerdì 10 maggio con un ultimo appuntamento, promosso nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine. “Dov’è il sapiente?” (1Cor 1,20) Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà è il titolo dell’incontro che si terrà alle ore 18 e che vedrò intervenire padre Paolo Benanti, professore di Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, unico italiano chiamato a far parte del New Artificial Intelligence Advisory Board, organismo dell’ONU, composto da 39 esperti di varie parti del mondo, che ha il compito di valutare rischi e opportunità e definire una governance internazionale dell’IA. Il 5 gennaio 2024 è stato anche nominato presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri (detta “Commissione algoritmi”).

 

IA: più le opportunità che i rischi secondo i giovani italiani, che però sul tema sono meno informati che i coetanei europei




Itinerari di arte e spiritualità: il 7 marzo al campus Santa Monica di Cremona si riflette sull’Eutopia

Giovedì 7 marzo alle 12.30 nel campus di Santa Monica dell’Università Cattolica di Cremona sarà inaugurata l’esposizione annuale del progetto “Itinerari di Arte e Spiritualità”, organizzata dal Centro pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in tutte le sedi dell’ateneo e quest’anno denominata “Eutopia – città, ambiente, comunità”. Giunto alla terza edizione presso la sede cremonese, l’appuntamento di giovedì è in aula B.0.03. Nell’occasione sarà installata l’opera “Fragili Rive”, realizzata dell’artista cremonese Ettore Favini, mentre l’inaugurazione sarà aperta dalla relazione del vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Azione Cattolica.

Quest’anno la ricerca degli studenti-curatori è stata incentrata sui legami che intercorrono tra la città e l’ambiente nell’abitare gli spazi urbani e già dal termine “Eutopia” – che si di ispirarsi al celebre testo latino di Tommaso Moro, Utopia, in cui viene tratteggiato il sogno rinascimentale di una società ideale – si coglie la volontà dei curatori di focalizzare la loro ricerca non sull’utopia irrealizzabile bensì sul suo capovolgimento, l’eutopia appunto, che rappresenta uno scenario bello e possibile su cui riflettere, ben oltre ogni fantasia, in vista di un lavoro artistico e concreto sull’abitare gli spazi urbani e ambientali. Il rapporto con l’ambiente ha rappresentato per secoli uno degli elementi centrali dello sviluppo sociopolitico e culturale del territorio. Negli ultimi decenni, però, grazie a una maggiore consapevolezza degli effetti tangibili del cambiamento climatico, si è andata affermando l’esigenza di una vita cittadina che si dimostri più umana, attenta non solamente alla dimensione economica, ma anche a quella spirituale e si è rafforzata l’idea che l’urbanistica debba avere un ruolo essenziale nella transizione ambientale. L’installazione della scultura di Ettore Favini al campus di Cremona fornirà l’occasione per riflettere su questi temi.