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Con Riflessi un viaggio tra i Musei che raccontano i luoghi, la storia e la vita del territorio

Uno scorcio inedito del Museo Diocesano apre il numero 25 di Riflessi Magazine. Un’edizione particolare, che proprio dall’inaugurazione del nuovo spazio espositivo nel palazzo vescovile (raccontato tra le pagine da Nadia Righi, direttrice del Museo diocesano di Milano, visitatrice d’eccezione) coglie l’occasione per affrontare il tema «Musei»:  «È un titolo diverso dalle abituali “parole di Riflessi” – si legge nell’introduzione – un luogo più che un concetto, metri quadrati più che riflessioni, oggetti più che suggestioni, pareti più che pagine (e – sì – qualcuna l’abbiamo colorata, a modo nostro)».

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Tra le pagine del mensile digitale della Diocesi di Cremona ci si ritrova così in un viaggio «con le vele gonfie di curiosità, su e giù per le strade e stradine del nostro territorio». Dai capolavori dell’arte sacra (con una video-intervista esclusiva a Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani), alle provocazioni della street art, dalla Tavola di Sant’Agata a Keith Haring e Paolo Buggiani, dall’idea di un museo degli alberi al progetto di accessibilità cognitiva per mettere le opere in contatto con le persone fragili… e in fondo con tutti. E poi il museo del lino di Pescarolo, quello del bijou a Casalmaggiore, i reperti di Aquaria a Soncino e la danza tra gli antichi scavi romani dell’Archeologico di Cremona.

«Tanta bellezza (che i nostri fotografi hanno saputo cogliere “fuori catalogo”) – scrive Riflessi – ma anche lavoro, intuizioni, natura, scambi di idee, mammut, omini volanti, bellissime danzatrici, muri, vetrine, biciclette, i segreti del lino e i colori degli alberi». In un percorso che non si esaurisce ma che giunge a una sua conclusione: «Un museo dovrebbe essere sempre aperto. Aperto alle persone, agli incontri e a tutto ciò che gli sta attorno. Aperto al dialogo con la storia, alla lingua del presente, alle battaglie che ci riserva il futuro».

 




Il 21 novembre al Foppone il viaggio del liuto con il maestro Kafshdoozha

Domenica 21 novembre prende il via la programmazione di eventi promossi dall’Associazione Marc’Antonio Ingegneri per valorizzare e far conoscere l’attività musicale svolta dalla Scuola diocesana di musica sacra “Dante Caifa” nella nuova sede ospitata nello scrigno settecentesco della ex chiesa dei San Facio, più conosciuta a Cremona come Foppone.

Alle 16.30 il maestro Peyman Kafshdoozha eseguirà un prezioso programma dedicato alla letteratura barocca per liuto e offrirà la possibilità di ascoltare il suono di strumenti tradizionali persiani quali il setar, antico strumento della famiglia dei liuti. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili con prenotazione obbligatoria sul sito www.eventbrite.it oppure al numero 391-3074718 e nel rispetto delle norme per l’emergenza sanitaria Covid-19.

Valida occasione anche per visitare e conoscere l’ex chiesa del Foppone, che dopo periodi di chiusura torna ad essere accessibile al pubblico nella nuova funzione di sede didattica per i corsi di musica della Scuola diocesana di musica sacra gestiti dalla Associazione Marc’Antonio Ingegneri.

Lo stesso maestro Peyman Kafshdoozha è docente di chitarra e liuto presso la scuola diocesana e con entusiasmo ha aderito al progetto di promuovere la conoscenza delle attività svolte: è quindi in fase di definizione un cartellone che prevede un evento musicale con cadenza mensile nel corso dell’anno scolastico.

 

Programma del concerto

Alessandro Piccinini (1566 – ca. 1638)
Toccata XX
Passacaglia
Chiaccona Marionacalla vera Spagnola

Girolamo Kapsberger (ca. 1580 – 1651)
Toccata I
Toccata V
Gagliarda X

Giovanni Zamboni (sec. XVII)
Sonata 9 (Preludio, Allemanda, Giga, Sarabanda, Gavotta)

Improvvisazione su Dastgâh Shur

 

Peyman Kafshdoozha – arciliuto e setar

Peyman Kafshdoozha, nato a Teheran ha cominciato a studiare chitarra classica completando la sua formazione con importanti maestri iraniani. Ha tenuto molti concerti solistici e da camera ed insegnato chitarra in vari istituti di musica di Teheran. Dal 2007 è stato gestore della società “Classic Archive” a Teheran la cui discoteca conteneva circa 9000 dischi di musica classica dal periodo medievale sino al contemporaneo. Grazie a questo archivio ha scoperto la musica antica europea suonata con strumenti d’epoca ed ha iniziato a ricercare e studiare da solo questo repertorio. Successivamente si è appassionato al Liuto e nel 2010 si è trasferito in Europa per studiare gli strumenti antichi a corda. Si è diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano nel corso di Liuto e dal 2013 ha studiato con Hopkinson Smith a Basilea per il perfezionamento della propria tecnica sul Liuto a doppie corde e nel 2018 consegue un Master di Music Performance and Historically Informed Performance in Hochschule der Künste Bern (Svizzera).




Musica Intorno al Fiume, il 7 novembre concerto a Vicobellignano

Prosegue la XIX edizione della Rassegna “Musica Intorno al Fiume”, alla riscoperta del patrimonio organario promosso dall’associazione culturale “Giuseppe Serassi”. Domenica 7 novembre, alle 17, nella parrocchiale di Vicobellignano (Casalmaggiore) sarà proposto un programma variegato, a cura dell’organista cremonese Alberto Pozzaglio.

Per l’occasione sarà utilizzato l’organo realizzato a inizio Novecento da Giuseppe Rotelli (con canne Antegnati ma anche di fattura sette/ottocentesca) recentemente restaurato dalla ditta Inzoli dei F.lli Bonizzi.

Il programma prende in considerazioni autori ottocenteschi come Moretti e Valeri per arrivare all’inizio del Novecento con Bossi, Verdi e Capocci. Il concerto è stato reso possibile grazie al contributo del comune di Casalmaggiore e alla collaborazione con la parrocchia di Vicobellignano.




A Casalmaggiore la mostra “Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki”

“Takashi Paolo Nagai. Annuncio da Nagasaki” è la mostra che dal 30 ottobre all’11 novembre è visitabile presso la cripta dal Duomo di Casalmaggiore (via Formis 2). Takashi Paolo Nagai è medico radiologo a Nagasaki prima e dopo la tragedia di quella Bomba Atomica che ha devastato proprio quella parte della città che ha una storia di 400 anni di cristianesimo, ricca di fede, di santi e di martiri. Attraverso un personale percorso e una ricercata povertà di spirito, Nagai scopre un significato sacro in questo olocausto e, diventando lui stesso annuncio incontrabile di speranza e di pace, aiuta il suo popolo a ritrovare la bellezza della vita e quindi a ricostruire.

La mostra – che il 5 e 6 novembre, così come dall’8 all’11 sarà visitabile solo su prenotazione – offre la possibilità di ripercorrere la sua vita, interrogandosi sulla propria.

Si tratta di un’esposizione realizzata da Medicina Persona e presentata al Meeting di Rimini, giunta a Casalmaggiore su iniziativa della Parrocchia e dell’Associazione Famiglie S. Stefano.

Nagai nasce nella millenaria tradizione giapponese shintoista e buddista, ma studiando medicina la posizione positivista sembra alla sua ragione l’unica possibile, fino a quando gli occhi della madre morente gli riaprono prepotente la domanda su ciò che di noi non muore. Vero scienziato, decide di verificare quella risposta che vede vivere da quei cristiani che vanno in quella grande chiesa che lo ha sempre un po’ infastidito. Va ad alloggiare da una di quelle famiglie e così incontra in carne e ossa la tradizione di quei cristiani che, evangelizzati nel XVII secolo dai Gesuiti, hanno poi dovuto vivere nascosti e senza sacerdoti per più di due secoli o sono morti martiri.

Un incredibile fiore di questa tradizione, Midori, diventa la compagna della sua vita e della sua fede accompagnandolo a diventare un uomo nuovo dopo il battesimo. Le guerre, e persino la tragedia dell’Atomica sono guardate con uno sguardo completamente diverso da chi ora conosce quel Dio che sa trarre il bene anche dal male.

È possibile prenotare visite guidate per gruppi e scolaresche contattando il 342-6220651.




Dalla Settimana sociale di Taranto un contagio di speranza

Riflessi Magazine, in attesa dell’uscita di venerdì 29 ottobre con la nuova edizione sul tema «Parole», ha proposto sul web una trasmissione di approfondimento a partire dai temi emersi nella Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto. Sono intervenuti – moderati dal giornalista Filippo Gilardi – don Bruno Bignami, sacerdote cremonese direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, collegato da Roma), e in studio il professor Paolo Sckokai, docente all’Università Cattolica presso la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, con Ester Tolomini, che ha fatto parte della delegazione diocesana presente a Taranto. A presentare nel dettaglio la genesi di questo laboratorio di idee, dialoghi ed esperienze che è stata la settimana sociale, è stato don Bignami: «Tutto nasce dall’enciclica Laudato si’, un documento che ha interrogato molto la società. Ci è sembrato importante come Chiesa italiana fare un passo in più e cioè chiederci come questa enciclica possa diventare un progetto pastorale, educativo, formativo, un modello di Chiesa. Da qui è nato un percorso, purtroppo interrotto e reso difficile dalla pandemia, che ci ha portato a Taranto, dove abbiamo vissuto giorni importanti e dove si è dato il via a un cammino che ora tutti insieme dobbiamo percorrere».

I temi affrontati del resto sono stati tanti e complessi, come quelli legati all’ambiente e al lavoro sottolineati anche dal vescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro al termine del convegno. Spiega il professor Sckokai: «Per noi che lavoriamo con i giovani la sfida è che cosa trasmettere loro: solo contenuti ed educazione? Formazione? Io credo che il tema fondamentale sia avere uno sguardo lungo su quali sono le prospettive del nostro pianeta. Quando si dice che le occupazioni green saranno il futuro del lavoro non è sbagliato: chi si approccia a queste nuove professioni sviluppa capacità, competenze e professionalità prima sconosciute, perché l’evoluzione è veramente qualcosa di molto rapido. Per questo il compito di noi educatori è quello di cogliere il prima possibile questi segnali, tradurli in percorsi formativi concreti sfuggendo alla tentazione di rimanere solo su un piano teorico. Bisogna interagire con questo mondo del lavoro che sempre più chiede competenze, ma anche persone integralmente formate».

Al centro della Settimana sociale ci sono stati soprattutto i giovani, che hanno lanciato un manifesto intra-generazionale chiedendo un’alleanza di significato con il mondo adulto in grado di generare bene. Per Ester Tolomini, studentessa di psicologia, la parola chiave emersa dalle giornate di Taranto è «corresponsabilità». Come ben spiegato dalla giovane, «abbiamo avuto spazio di discussione, siamo riusciti a dialogare in gruppi di ogni provenienza. Si è parlato dell’importanza dell’alleanza tra cittadini e cittadine per generare nuovi rapporti in grado di costruire il futuro insieme alle istituzioni. E poi si è discusso dell’importanza di scovare i talenti e di valorizzare le competenze di ogni singolo giovane presente a Taranto per collaborare insieme al comune obiettivo di un futuro alla portata di tutti». Non a caso, come sottolineato ancora da don Bignami, «se c’è una cosa che passerà alla storia di questa Settimana sociale è il numero dei delegati giovani: 300, un terzo dei presenti. Hanno lavorato alacremente. Ai giovani dobbiamo dare la parola, perché il futuro è di tutti. Serve uno sguardo nuovo, differente e io ho apprezzato la libertà di proposta e il protagonismo: tutte cose che fanno bene non solo al pianeta, ma anche alla Chiesa tutta». Non nega i problemi delle trasformazioni sociali e culturali che il mondo sta attraversando e sottolinea tutta l’urgenza di un intervento che sia da progettare qui e ora e non da rimandare. «Ma l’agire – ha detto ancora don Bignami – non riguarda solo pochi, il “tutto è connesso” ci ricorda che ognuno di noi deve fare la propria parte nella quotidianità, con scelte coscienziose. Da Taranto però usciamo con una speranza concreta. Come ha scritto don Tonino Bello “la speranza non va solo annunciata ma anche organizzata” e infatti i segni di speranza sono quei semi gettati da chi fin da ora sta scommettendo su un modello di economia diverso dove ecologia e lavoro vanno insieme, dove i giovani sono protagonisti. La speranza è data dai legami nati durante la settimana sociale, perché le idee e le intuizioni di tutti, nate dai territori, possono davvero essere un contagio di bene».




“Parole”, è online il nuovo numero di Riflessi Magazine

«Ci sono le parole che diciamo o che scriviamo, che con questa mania di non averne mai abbastanza finisce che son troppe. E quando son troppe diventano inutili, e poi fan danni. Ci sono quelle degli altri. E qui le strade sono due: le ascoltiamo, o ce le perdiamo. Di queste abbiamo provato a metterci sulle tracce incontrando, in un giro del mondo in trenta pagine (e nemmeno di carta) per davvero la vita».

Così si presenta la nuova edizione di Riflessi Magazine, il mensile digitale diocesano che dal 29 ottobre è online con “Parole”: questo il tema e il titolo del numero 24 del periodico.

«I viaggi, il teatro, i libri, pensieri di filosofi e cronache da un campo di pallone; le emozioni e i segni: quelli con la matita rossa e quelli con la bomboletta spray; i solchi segnati dalla sofferenza che non si riesce a dire e quelli che l’Eterno traccia nella storia degli uomini».

I temi affrontati nell’edizione – particolarmente ricca, con 30 pagine di contenuti – vanno dall’incontro con le culture che cercano vie di comunicazione attraverso il linguaggio (così ad esempio un suggestivo video sulle parole “intraducibili” nelle lingue madre di alcuni cremonesi di origine straniera e l’incontro con una mediatrice linguistica e culturale cinese), alle forme artistiche di espressività che cavalcano generazioni e spazi urbani (il teatro, l’hip hop, la calligrafia, il cinema la cucina…). Tra le pagine diversi spazi per riflessioni sull’uso delle parole che ora generano ora interpretano i cambiamenti della cultura e della società: Isabella Guanzini parla di gioia e tenerezza, Luisa Tinelli va in cerca delle “parole manomesse”… Non manca un riferimento alla Parola con il commento di don Marco D’Agostino sulla Bibbia e sulla meraviglia di un Dio che parla alle nostre vite.

E ancora gli incontri che la redazione di Riflessi ha raccolto in queste pagine portano a conoscere il mestiere della logopedia, l’esperienza di un giovane scrittore che ha superato grazie alla scrittura i traumi di bullismo e depressione, l’incontro di donne caregiver che trovano uno spazio tutto loro per ritrovarsi e condividere fatiche e speranze…

«Sono le parole degli altri riflesse nelle nostre. Riflessi… – si legge ancora nell’introduzione – Parole in cui specchiarsi, ritrovarsi; e parole invece che non capisci. Parole diverse che spaventano perché raccontano di un mondo che appare diverso. E invece è ancora il nostro. Dipende da noi, oggi, scegliere tra tutte le parole, quelle che lo rendono migliore. Come quelle dei poeti. Come quelle dei bambini».

 




Il Museo Diocesano tra i progetti emblematici selezionati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la provincia di Cremona

Sono stati presentati nel pomeriggio di giovedì 21 ottobre presso la Sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona i Progetti Emblematici 2021 selezionati nei mesi scorsi da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia per la provincia di Cremona, iniziative – tra queste anche una che interessa il Museo diocesano di Cremona – di altissimo valore sociale alle quali sono destinati complessivamente 8 milioni di euro, 5 milioni di euro messi a disposizione da Fondazione Cariplo, altri 3 milioni da Regione Lombardia. Anche il vescovo Antonio Napolioni ha preso parte alla presentazione rivolgendo un suo personale saluto ai presenti.

Insieme alle principali autorità del territorio, Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo e (in video conferenza) Davide Carlo Caparini, assessore al Bilancio e Finanza di Regione Lombardia, hanno presenziato a un incontro aperto alla comunità per raccontare i progetti selezionati che, attraverso un processo di progettazione e sperimentazione, mirano a un concreto cambiamento del benessere della comunità. In questo senso, gli interventi emblematici rispondono ai requisiti di esemplarità per il territorio e di sussidiarietà di intervento.

Ogni anno Fondazione Cariplo destina a tre territori provinciali la somma 5 milioni di euro per il sostegno di iniziative che hanno le caratteristiche di Interventi Emblematici. Regione Lombardia, a sua volta, attiva risorse con lo stesso fine. Fondamentale il supporto della Fondazione comunitaria, antenna dei bisogni del territorio, in grado di garantire un aiuto nella selezione dei progetti maggiormente rispondenti alle necessità locali.

Tra i progetti premiati anche  il “completamento del Museo Diocesano e per la realizzazione del Polo museale/Parco culturale della Diocesi di Cremona”, che riceverà un contributo di 1 milione di euro per rendere migliorare la fruibilità del Palazzo Vescovile da parte dei visitatori e renderlo un luogo di cultura e conoscenza, di memoria storica e di valorizzazione delle radici spirituali della collettività.

L’ampliamento riguarderà il piano nobile degli spazi museali con l’allestimento di nuove sezioni per le esposizioni permanenti. Saranno interessati la galleria dei vescovi, la sala ovale, la cappella privata del vescovo e la sala Bolognini. In queste aree saranno esposti gli arazzi della Cattedrale e sarà allestita una parte dedicata a didattica e conferenze. Una parte della superficie sarà inoltre destinata a locali di deposito delle opere provenienti dal territorio. L’intero progetto richiederà un investimento di poco inferiore al milione e mezzo di euro, 500.000 saranno finanziati da fondazione Cariplo, 500.000 dalla regione Lombardia e il resto sarà a carico della diocesi. 

All’incontro ha preso parte anche don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici.

Questi gli altri progetti illustrati:

• Associazione Atletica Interflumina di Casalmaggiore: progetto “Sport inclusione a Cascina Santa Maria dell’Argine”, contributo di 1 milione di euro per il recupero della cascina da adibire ad agri-ostello per promuovere iniziative di educazione motoria e allo sport inclusive ed un turismo responsabile.

• Comune di Cremona: progetto “Casa Grasselli – Il Palazzo della musica: poli e proposte culturali per una Città creativa”, contributo di 1,5 milioni di euro per creare un polo di produzione culturale, musicale ed artistica, con aumento dell’offerta formativa e attrazione di talenti, consolidamento della formazione musicale cittadina a più livelli, coordinamento con il Museo del Violino.

• Associazione Occhi Azzurri di Cremona: progetto “CR2” contributo di un milione di euro per la realizzazione di un centro riabilitativo innovativo e sperimentale (medico-riabilitativo, socio-educativo e culturale).

• Comune di Crema: progetto “EX.O. Hub dell’Innovazione Ex Olivetti”, contributo di un milione di euro per il rilancio del sito ex Olivetti quale centro universitario di alta formazione e ricerca a valenza internazionale.

• Istituto Ospedaliero di Sospiro onlus: progetto “Centro Nazionale per il trattamento delle Psicopatologie nell’Autismo e nelle Disabilità Intellettive”, contributo di 1,5 milioni di euro per l’assistenza a persone sia in età evolutiva che adulte.

• Consorzio di Bonifica Dugali Naviglio Adda Serio: progetto “Adda e Serio, un territorio da scoprire con Brezza”, contributo di 1 milione di euro per rafforzare i collegamenti del sistema di mobilità dolce, in unione con la navigabilità dell’Adda, in modo da creare una rete capillare di fruizione sostenibile.

 

“Attraverso i progetti Emblematici Maggiori la Fondazione Cariplo vuole offrire un’occasione concreta di promozione delle comunità, stimolando la collaborazione tra soggetti e individuando progetti di ampio respiro che possano interpretare le esigenze e le vocazioni del territorio di Cremona. I progetti selezionati dalla Fondazione agiscono nel campo dell’inclusione sociale, della ricerca, dell’arte e della cultura, delle nuove forme di partecipazione culturale e della sostenibilità ambientale.  L’importante dotazione di risorse dei progetti emblematici deve sempre essere investita con l’obiettivo di creare opportunità e valore in modo duraturo per il futuro delle persone e dei territori”, ha detto Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo.

“Regione Lombardia – ha spiegato Davide Caparini, Assessore regionale al Bilancio e Finanza – rivolge da sempre la massima attenzione allo sviluppo economico e sociale dei territori. Il Presidente Attilio Fontana con tutta la giunta ha preso l’impegno con i cittadini fin dall’elezione di valorizzare il patrimonio complessivo di tutte le province lombarde. La nostra azione è concentrata nell’offerta di vere opportunità nei principali ambiti della società lombarda, quali infrastrutture, cultura, turismo e nell’insieme lo sviluppo economico e sociale della Lombardia. I nostri obiettivi trovano perfetta espressione nell’importante e per molti versi preziosa collaborazione con Fondazione Cariplo, che si è concretizzata nei “Progetti Emblematici”. Oggi, parliamo di Cremona e della sua provincia, straordinario patrimonio della Lombardia che sarà ulteriormente valorizzato e fatto conoscere con i progetti che verranno realizzati grazie anche ai finanziamenti assegnati dalla Giunta Fontana. Guardando al futuro – conclude l’assessore Caparini – confermo il massimo impegno da parte di Regione a portare avanti progetti ed interventi come questi per rendere la Lombardia ancor più attrattiva e competitiva a livello internazionale”.

Franco Verdi, membro Commissione Centrale di Beneficenza di Fondazione Cariplo, rappresentante del territorio di Cremona: “Siamo convinti del fatto che queste iniziative avranno delle ricadute di alto livello dal punto di vista progettuale; ancora una volta il territorio di Cremona ha saputo esprimere idee concrete che toccano i diversi ambiti di intervento di Fondazione Cariplo. Lo ha fatto con proposte che premiano diversi luoghi del nostro territorio, così da agire in più parti e portare azioni e risorse distribuite a livello geografico”.

Cesare Macconi, presidente della Fondazione Comunitarie di Cremona: “A nome della Fondazione comunitaria della provincia di Cremona esprimo il mio plauso per la capacità progettuale espressa dalle proposte; siamo particolarmente soddisfatti per il risultato dell’assegnazione dei fondi ai progetti emblematici cremonesi: i progetti interessano tutto il territorio della Provincia e sono incardinati su tutti gli ambiti di intervento proposti sia da Fondazione Cariplo che dalla Fondazione Comunitaria: un’attenzione particolare è mostrata verso la cultura, il recupero di beni storici, l’accompagnamento della fragilità , la salvaguardia dei beni ambientali”.

Paolo Mirko Signoroni, Presidente Provincia Cremona: “Gli interventi che abbiamo vagliato ed approvato sono caratterizzati da un alto grado di complessità dando risposte a questioni specifiche di un territorio, con interventi volti all’innovazione nelle varie sfere dell’agire umano in differenti settori: sociale, culturale, scientifico, economico ed ambientale. Tanti i progetti presentati ed ognuno con specificità meritevoli: questo testimonia un forte dinamismo progettuale locale, che ha evidenziato come attenzione al sociale ed all’economia vadano di pari passo, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile globale, così come la stessa Agenda 2030 ci chiede. Questi finanziamenti sono un volàno che rilanciano la strategicità territoriale, rafforzando l’inclusione ed accrescendo il valore economico e la ricerca della nostra provincia, al servizio delle future generazioni”.

Una tappa importante per il territorio cremonese che potrà avvalersi di sette progetti caratterizzati da un alto grado di complessità organizzativa, strutturale ed economica, capaci di affrontare problemi specifici di un territorio, sperimentando politiche innovative in campo sociale, culturale, ambientale, scientifico ed economico.




Ama ogni creatura #likeyourself, in un libro le esperienze e riflessioni de La Isla de Burro

Aneddoti, esperienze e riflessioni per provare a raccontare quanto la corretta interazione con gli animali possa aiutare ad affrontare fatiche esistenziali ed edificare la propria umanità. Nasce così Ama ogni creatura #likeyourself, di cui è autore il diacono Marco Ruggeri, operatore di Caritas Cremonese e referente del progetto La Isla de Burro

«Non si tratta di uno studio zooantropologico o teologico – spiega l’autore – quanto di racconti che affrontano il tema della relazione fra l’uomo e gli altri animali dalla prospettiva di fede di un credente e di un professionista che con loro, nello specifico con gli asini, lavora in ambito educativo e sociale». E ancora: «Pensieri e storie vere che vorrebbero sollecitare a una maggiore attenzione e amore per gli animali e l’ambiente, per ritrovare armonia, pace e giustizia per tutti coloro che abitano un pianeta che troverà salvezza e felicità solo in una rinnovata alleanza fra gli esseri viventi che lo abitano».

Il testo (edizioni Youcanprint), che a breve sarà disponibile anche in eBook, è disponibile al costo di 17 euro presso l’Isla de Burro di Zanengo, nelle librerie e negli store online. Tutti i proventi saranno destinati al progetto “La Isla de Burro” di Zanengo e alla promozione di nuove possibilità di incontro e conoscenza fra l’uomo e gli altri animali.

 

Profilo dell’autore

Marco Ruggeri è sposato e padre di cinque figlie, diacono della Diocesi di Cremona ed educatore professionale specializzato in Interventi assistiti con animali. Lavora presso la Caritas Cremonese dove attualmente è responsabile del progetto di Interventi assistiti con asini “La Isla de Burro” e dell’area carcere. In passato si è occupato di grave disagio adulto, educazione in ambito psichiatrico, accompagnamento di persone HIV positive, unità di strada per l’incontro e l’assistenza di donne vittime della tratta e persone senza fissa dimora.

 




In viaggio tra arte e spiritualità con le “Vele” di Gabriella Benedini a Santa Monica

In occasione del centesimo della fondazione, l’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugura la tappa cremonese di “Itinerari di Arte e Spiritualità”, il percorso che porta l’arte contemporanea all’interno delle sedi dell’Ateneo. Nel pomeriggio di venerdì 15 ottobre è stata così inaugurata l’installazione dell’artista cremonese Gabriella Benedini nel chiostro di Santa Monica.

La sede di Cremona entra dunque nel progetto intitolato quest’anno «Nulla dies sine linea». collocando l’opera «Vele» nella splendida cornice del campus di Santa Monica, mentre la sede di Milano accoglie «L’arpa del pittore».

L’evento, realizzato a cura del Centro Pastorale di Ateneo e del dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte, è segno del fatto che «l’università non si è mai fermata, non ha mai smesso di prendere in mano il pennello e di tracciare la sua linea»: proprio con queste parole il direttore della sede dell’Università Cattolica di Cremona e Piacenza Mauro Balordi ha aperto l’inaugurazione dell’opera d’arte della cremonese Benedini. La mostra – ha aggiunto inoltre mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica – è «occasione di riflessione e dialogo tra cultura e Fede» oltre che «espressione di cura e sensibilità da parte degli studenti».

E proprio alcuni studenti hanno seguito la realizzazione della mostra in veste di esperti d’arte ed organizzatori di eventi, traducendo in pratica le nozioni imparate sui banchi o, negli ultimi mesi, attraverso uno schermo. Tutto questo grazie a quello che la professoressa Elena di Raddo – docente di Storia dell’Arte Contemporanea e guida dei giovani curatori – definisce un «percorso di ricchezza umana, al di là della semplice didattica universitaria», al fianco di un’artista con decenni di brillante carriera alle spalle.

Così la visionaria artista della città del violino omaggia la sua terra natia con un’opera che evoca il tema del viaggio. «Vele» è un insieme di cinque frammenti di barche, sapientemente plasmate e trasformate, ridipinte e convertite in vetroresina: l’opera – come ha spiegato la stessa Benedini -. è il prodotto di un «processo che parte da qualcosa di pre-esistente, che custodisce una memoria, che affascina per le sue forme e per il senso del viaggio che racchiude».

L’arte incontra quindi la spiritualità, riflette sul senso del tempo e del viaggio: «Cinque presenze bianche verticali dialogano con un altro contenitore, il campus dell’Università Cattolica, che un tempo era altro». Perché, in fondo, la vita è un viaggio, fatto di metamorfosi e di cambiamenti.




Sabato Torre de’ Picenardi festeggia il decennale del restauro dello storico organo  

Sabato 9 ottobre alle 21 nella parrocchiale di S. Ambrogio, a Torre de’ Picenardi, avrà luogo un importante momento musicale per celebrare degnamente i dieci anni dal restauro dello storico organo “Franceschini 1855” della parrocchiale;  l’evento, ad ingresso libero, è promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Torre de’ Picenardi con l’Unità pastorale S. Ambrogio di Torre de’ Picenardi, ed è inserito nel calendario dell’importante ed affermata rassegna concertistica “Musica intorno al Fiume” giunta alla XIX edizione, ideata e coordinata dall’Associazione “Serassi”, divenuta ormai punto di riferimento tra Emilia Romagna e Lombardia nell’ambito della valorizzazione  e attività concertistica sugli organi storici.

Protagonisti del concerto saranno un duo di musicisti di chiara fama: il maestro Marco Arlotti all’organo e il maestro Guido Corti al corno, che eseguiranno un interessante repertorio con brani di autori quali Bach, Morandi, Santucci, Haydn, abbinando l’organo a uno strumento di grande fascino ma forse meno conosciuto.

Marco Arlotti,  diplomato “Cum Laude” in Organo e Composizione Organistica a Parma col maestro Stefano Innocenti; presso il Conservatorio di Bologna, frequenta i corsi di Composizione e consegue i diplomi di Musica Corale e di Clavicembalo, sempre con il massimo dei voti.
Premiato più volte in concorsi nazionali intraprende un’intensa attività concertistica che lo porta tuttora ad esibirsi sia come solista sia in duo come accompagnatore di strumentisti di chiara fama, partecipando ad importanti rassegne organistiche in tutta Italia. E’ organista titolare della Basilica Collegiata di S. Giovanni in Persiceto e direttore del coro polifonico “I Ragazzi Cantori di S. Giovanni”.

Guido Corti è considerato da molti tra i migliori cornisti europei,  dopo avere compiuto gli studi in Italia, si è perfezionato all’estero, ha poi effettuato registrazioni radiofoniche e televisive per varie reti europee e statunitensi, esibendosi oltre che in Italia in molti altri continenti e paesi del mondo.
Componente di svariate compagini cameristiche, attualmente insegna al Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze e alla Scuola di Fiesole. Tiene regolarmente seminari e corsi di perfezionamento in tutto il mondo.

L’organo “Franceschini” della parrocchiale di Torre de’ Picenardi, costruito nell’anno 1855 dall’omonima bottega cremasca con alcuni elementi provenienti da strumenti precedenti ancora più antichi, è un pregevole organo a canne ottocentesco di grande interesse storico e musicale di oltre 1000 canne, con un’ampia gamma di registri di gusto bandistico ed orchestrale tipici dell’epoca. Il restauro, avvenuto tra il 2008 ed il 2011 dalla “Giani Casa d’Organi” di Corte de’ Frati del Cav. Giani ha, riportato lo strumento all’antico splendore, permettendo di poterlo utilizzare nell’ultimo decennio per l’accompagnamento alla liturgia, a momenti di spiritualità ed anche ad una variegata attività concertistica con circa 30 eventi che ne hanno valorizzato la bellezza e l’interesse musicale.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti; è necessario esibire il Green Pass.

Locandina dell’evento